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6 » POLITICA Lo sberleffo

| IL FATTO QUOTIDIANO | Mercoledì 1 Luglio 2015

LACRIME DI MUCCA: BUZZI CHIEDE PERDONO AL PAPA

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SALVATORE BUZZI è pentito, pieno di rimorso. Dopo aver munto la “mucca” capitolina fino allo stremo delle sue mammelle, l’uomo di Mafia Capitale ha scritto un’accorata lettera a Papa Francesco. Qualche tempo fa il capo della 29 giugno aveva spedito una missiva anche al sindaco di Roma, Ignazio Marino, il quale però l’aveva girata direttamente alla Procura. “Non sono un mafioso”, sosteneva Buzzi nel

messaggio inviato al Campidoglio. Stavolta però l’obiettivo è più alto, più solenne. Nella Bolla del Giubileo, Francesco ha chiesto il pentimento dei mafiosi e dei corrotti. Buzzi, nel suo piccolo, ha visto la luce: “Dichiaro la mia totale adesione al Suo invito alla conversione – scrive a Bergoglio – unita al coraggio della denuncia perché la corruzione impedisce di guardare al futuro con speranza ed è un accanimento nel peccato”. Poi però Buzzi si fa

meno contrito: “Dal 2010 iniziammo ad avere richieste varie di utilità da parte di funzionari e amministratori: facemmo un esposto alla procura di Roma ma non ci fu seguito”. Il pentimento, in questi passaggi, pare meno intenso: più che al Papa sembra che scriva a Pignatone.

REGIONI I guai sul territorio del partito di Renzi

IL COMMENTO

È UNA CANDID CAMERA (PER NULLA INCREDIBILE)

» LUCA DE CAROLIS

R

egione del Pd che vai, bufera che trovi. Dal Piemonte alla Sicilia, le giunte a maggioranza dem sono diventate polveriere, tra firme (forse) false, presidenti sospesi e assessori indagati.

Piemonte, quelle firme per Chiamparino Il governatore Sergio Chiamparino lo ha detto chiaro: “Sono pronto a ricandidarmi se si torna al voto”. Tradotto, la giunta piemontese è appesa a una sentenza. Quella del Tar del Piemonte, che il 9 luglio (ma è possibile un rinvio a settembre) deciderà sull’autenticità delle firme raccolte per le liste a sostegno di Chiamparino, eletto nel giugno 2014. Il Tar dovrà esprimersi su due ricorsi, a firma dell’eurodeputato leghista Mario Borghezio e di Patrizia Borgarello, ex consigliera provinciale del Carroccio, che contestano oltre 1700 sigle. Sulla vicenda c’è anche un’inchiesta penale, con 11 indagati, tra cui quattro dipendenti del Pd. Un pasticciaccio figlio soprattutto di trascuratezza, che ha spaccato il Pd regionale, guidato dal renzianissimo Davide Gariglio. Ora Chiamparino deve sperare che le firme riconosciute come false siano poche, così da permettere la “resistenza” delle liste a suo sostegno. Ma è già pronto a lasciare, se i ricorsi venissero accolti. Dal Pd nazionale avevano provato a convincerlo a restare fino alla fine dell’iter giudiziario. Il presidente però ha detto no: “Non farò come Roberto Cota (il leghista a cui le firme false costarono la presidenza, ndr), che ha anteposto la poltrona alla legalità. Via le ombre o si rivota”.

» ANTONELLO CAPORALE

I La protesta Un sit-in contro De Luca di fronte al palazzo della Regione Campania Ansa

Sospesi, indagati e sfiduciati Tutte le giunte in bilico del Pd Dal Nord al Sud, amministrazioni sommerse da avvisi di garanzia e guerre interne L’importante per De Luca è che venga accolto entro il 12 luglio, data entro cui va riconvocato il Consiglio, così da consentirgli di nominare vice e giunta. Nel frattempo si è mosso anche il M5S, con un ricorso al Tar in cui chiede la convocazione urgente del Consiglio e il suo successivo scioglimento. Intanto i dipendenti non vengono pagati e tutti gli atti sono fermi.

La Calabria travolta da Rimborsopoli De Luca, il presidente invisibile Tutta la giunta (monca) inL’hanno proclamato gover- dagata, un assessore arrestanatore il 18 giugno scorso, ma to. È un sisma, quello che veVincenzo De Luca continua a nerdì scorso ha colpito la tenersi lontano dal palazzo giunta calabrese, guidata dal della Regione Campania. dem Mario Oliverio: l’unico a Perché è un presidente so- salvarsi dall’inchiesta sui speso: propresunti prio dal prerimborsi ilPoltrone scomode mier Renzi, leciti ai conche ha appli- L’ex sindaco di Salerno siglieri della cato la legge passata legiS e v e r i n o non può mettere piede slatura. Gli senza cedere in ufficio. Crocetta indagati soalla tentaziono 27, tra cui ne del decre- tradito dal suo medico gli assessori to su misura di Oliverio: per lo Scerifsolo tre, perfo, condannato in primo gra- ché dalla sua elezione nel nodo per abuso di ufficio. Ben vembre 2014 il governatore sapendo che ogni suo atto sa- dalemiano non è riuscito a rebbe nullo, De Luca ha fatto comporre una giunta di sei saltare pure il Consiglio re- persone, come da Statuto. gionale convocato per lune- Nel frattempo si è dimesso dì. Ora punta tutto sui ricorsi l’assessore ai Trasporti Nino presso il tribunale civile di Di Gaetano, ai domiciliari. Napoli. Quello per ottenere il Secondo la procura di Reggio congelamento della sospen- Calabria, i consiglieri si sasione in pochi giorni, è stato rebbero fatti rimborsare di presentato ieri mattina. tutto: dai caffè ai gratta e vin-

IPROTAGONISTI

VINCENZO DE LUCA Matteo Renzi ha applicato la legge Severino e ha sospeso l’ex sindaco di Salerno

SERGIO CHIAMPARINO Il Tar indaga su 1700 firme false o presunte tali nelle liste che lo hanno sostenuto

MARIO OLIVERIO Da novembre 2014 è stato in grado di nominare appena tre assessori: ora sono tutti indagati

ROSARIO CROCETTA La sua giunta è sempre più in bilico: ieri ha minacciato le dimissioni l’assessore Borsellino

ci, fino a un biglietto per uno spettacolo di lap dance. Le opposizioni reclamano nuove elezioni, ma Oliverio tira dritto: promette una nuova giunta per lunedì e una legge più severa sui fondi.

Lazio, le schegge di Mafia Capitale Non solo Campidoglio. Qualche scheggia dell’inchiesta Mafia Capitale ha colpito pure la Regione Lazio, governata dal dem Nicola Zingaretti. Il capogruppo del Pd, Marco Vincenzi, si è dimesso dopo essere finito in un’informativa dei Ros. Nelle carte Vincenzi (che non è indagato) compare per due incontri con Salvatore Buzzi, presidente della cooperativa 29 maggio, riguardo un emendamento da 1,8 milioni di euro da dirottare sui Municipi di Roma. “Ma quell’emendamento non l’ho mai presentato” dice l’ex capogruppo. È invece indagato l’ex capo di gabinetto di Zingaretti, Maurizio Venafro, accusato di tentata turbativa d’asta in relazione a un appalto per l’acquisto del servizio Cup (centro unico di prenotazione). Sicilia, una giunta che cade a pezzi Ieri l’assessore alla Sanità siciliana, Lucia Borsellino, ha annunciato le dimissioni. Motivo ufficiale, l’arresto di Matteo Tutino, medico personale del presidente della Regione Rosario Crocetta

Ipse dixit SERGIO CHIAMPARINO

Se il Tar non dissiperà ogni ombra sulle firme per le liste, in Piemonte si tornerà al voto. Sono pronto a ricandidarmi 28 giugno 2015

(Pd), accusato di truffa aggravata e peculato. “Non tornerà indietro” assicura il suo staff. Con buona pace di Crocetta, che ieri diceva di non saperne nulla. Ma che ormai è alle prese con una frana. La scorsa settimana si erano dimessi gli assessori Ettore Leotta e Nino Caleca. Il governatore li ha sostituiti (uno con un vecchio alleato di Cuffaro) e resta nei guai. Pesa, eccome, la frattura con Renzi. Acuita da Crocetta, che dopo la disfatta elettorale nella sua Gela aveva accusato il premier (“Se ne frega”). Due giorni fa il deputato regionale renziano Fabrizio Ferrandelli ha annunciato una mozione di sfiducia per il governatore, da discutersi prima della direzione dem di sabato. La resa dei conti è prossima. © RIPRODUZIONE RISERVATA

n un mondo di pataccari anche la fregnaccia più insostenibile risulta possibile. Siamo così abituati alle fregature che la red azione di ‘Nem i c o Pubblico’, programma serale di Rai 3 (un programma comico, dunque decisamente serio) deve industriarsi per confezionarle, grazie alla candid camera, nel loro risvolto più estremo e truce. Tre sere fa gli amici televisivi guidati da Giorgio Montanini (nella foto) si sono superati. Hanno convocato la cittadinanza di Tarquinia e Monteromano, la nobiltà della Tuscia, in un teatro per illustrare, sotto le mentite spoglie di rappresentanti di una multinazionale che traffica con i rifiuti, (e si sa che la monnezza è un affarone), il progetto di riempire di ecoballe i due centri. Praticamente affogarli nella merda. Un diluvio inenarrabile di porcherie, come l'allargamento delle antiche porte d'ingresso per il transito dei camion e la trasformazione del campo di calcio in un mega parcheggio. “S ignori, la grande discarica di Malagrotta, alle porte di Roma, è satura. Qui c'è la opportunità, che come sapete significa un fiume di denaro!”, ha comunicato il falso amministratore delegato nella veste di imbonitore. o scempio era così teatrale e insopportabile che, se fossimo in un Paese normale, neanche sarebbe stata immaginabile la messinscena. E invece la sala ha preso tutto sul serio e iniziato a rumoreggiare, i sindaci dei due comuni hanno protestato per non essere stati messi al corrente di quell'opera contro la quale si sarebbero battuti fino alla morte. “Voi volete che facciamo la fine di Civitavecchia con la centrale a carbone”, ha gridato un ragazzo, incazzatissimo. Signora impaurita: “Ma è uno scemp i o !”. Rappresentante degli artigiani: “Non avete neanche la valutazione di impatto ambientale!”. Nessuno ha pensato alla farsa, purtroppo.

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