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2 » PRIMO PIANO DOPO IL CASO ETRURIA

Saviano attacca: “Chiarisca in aula le sue tante ombre”

| IL FATTO QUOTIDIANO | Sabato 2 Aprile 2016

L’ORMAI ex ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha scelto la strada delle dimissioni e questo le consentirà di spiegare, probabilmente ai magistrati, il senso delle sue parole. Un altro ministro, Maria Elena Boschi, dovrà invece chiarire in Parlamento se le tante ombre che si addensano sul suo ruolo istituzionale sono solo sfortunate coincidenze. O se c'è dell’altro”. Lo scrive su Fb il

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giornalista e scrittore Roberto Saviano commentando la vicenda che ha portato alle dimissioni il ministro Guidi. Il riferimento è alle intercettazioni in cui il ministro, parla con il compagno (indagato) Gianluca Gemelli dell’emendamento a lui caro per il progetto Tempa Rossa: “Dovremmo riuscire a mette dentro al Senato... È d’accordo anche Maria Elena la... quell’emendamento che non hanno fatto usci-

re quella notte...”. Non è la prima volta che Saviano attacca la Boschi. È già successo a dicembre sul caso di Banca Etruria, istituto finito in dissesto - e poi “salvato dal governo”- di cui il padre Pier Luigi Boschi è stato vicepresidente (e a lungo nel cda). “La boschi spieghi - scrisse Saviano - il pesante coinvolgimento della sua famiglia in questa gravissima vicenda che avrà probabilmente sviluppi giudiziari”

Renzi e Boschi, un patto di ferro con le lobby Trivelle, il premier blinda il ministro intoccabile: il suo ruolo è quello di controllare che il Parlamento faccia quello che vuole il governo » WANDA MARRA

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n provvedimento giusto, sacrosanto, perché porta posti di lavoro”. È a Washington a un summit sul nucleare, Matteo Renzi. Ma il giorno dopo le dimissioni dell’ex ministro dello Sviluppo, Federica Guidi parla per difendere il progetto Tempa Rossa. Poche dichiarazioni, sottotesto chiaro. Primo, rivendicare la legge, davanti alle lobby del petrolio. Secondo, esporre lo scalpo del ministro: “Se prima non ci si dimetteva per telefonate illecite, ora si fa”. Il suo passo indietro è il risultato da vantare con l’opinione pubblica, lasciando alla Guidi l’onore delle armi: “Non ha commesso nessun reato”. Davanti all’uscita delle intercettazioni, le ha chiesto di lasciare a tempi di record, ma negli

IL PRECEDENTE

» PAOLA ZANCA

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lla storia di Gianluca Gemelli – ingegnere, compagno dell'ex ministro Federica Guidi, ora indagato dalla procura di Potenza – mancava solo un tassello per scrivere un lieto fine come si deve. Quel mancato lieto fine, ora naviga tra gli emendamenti alla legge annuale per il mercato e la concorrenza che in questi giorni è all'esame della commissione Industria del Senato: è la norma che permetterebbe di accedere al mercato dei lavori privati anche alle società di ingegneria, pensate un po’, come la sua. DOVEVA ESSERE LEGGE da un

pezzo, ma per strada ha incontrato tanti ostacoli, molti più dell'emendamento sul Tempa Rossa con cui ha viaggiato a lungo fianco a fianco. Lo firma la deputata del Pd Francesca Bonomo. Qualche settimana fa Il Tempola attacca: la Bonomo, scrive il quotidiano della destra romana, ha accolto “la richiesta di un imprenditore suo concittadino”, che avrebbe dato lavoro anche all'assistente dell'onorevole stessa. Ma gli interessi della società di ingegneria torinese “amica” della Bonomo sono una goccia d'acqua in un mare molto più grande. Tra i potenziali beneficiari della nor-

ultimi mesi lei aveva chiesto di con il Parlamento lo firmi”. Imandarsene. Rimandata al mitten- possibile non blindarla di nuovo. te: problemi col rimpasto, la mo- Dal caso Banca Etruria è sempre tivazione. Ma soprattutto, lei più accerchiata. Ma inamovibidall’inizio era una pedina scelta le. da Silvio Berlusconi per curare Il perché è proprio nel mondo gli affari di Confindustria. Un in cui gestisce il suo ruolo. Quasi “peccato originaun sottosegrele” che il premier tario ombra a Oppor tunità non rinnega. E c’è Palazzo Chigi, la difesa a spada Il Tempa Rossa? “Lo gestisce per tratta di Maria Econto del gor i f a re m m o ”. Ma sulle lena Boschi (citata verno i dossier dalla Guidi nelle trivelle lascia anche più delicati. Da i nt er ce tt az io ni quando c’è lei è come colei che a- libertà di coscienza cambiata la veva garantito l’efunzione stesmendamento), sa del dicastebersaglio delle opposizioni (che ro: la Boschi è il braccio operahanno annunciato una mozione tivo del governo, e non per medi sfiducia contro il governo): diare con il Parlamento, ma per “L’emendamento è favorevole a imporre le decisioni (dalle unioun progetto del governo, è natu- ni civili al caso Bcc). L’emendarale che il ministro dei rapporti mento “ad fidanzatum” che ha

portato alle dimissioni della Guidi è uno di questi: era stato presentato alla Camera, nello Sblocca Italia, e dichiarato inammissibile da Realacci. Il governo, per mano della Boschi, l’ha ripresentato in Senato, nel maxi emendamento alla Finanziaria, dove non poteva non passare. Lei continua a negare, stizzita, di sapere del conflitto di interessi della Guidi. Di certo sapeva per quali lobby stava lavorando. Ieri sera ha detto: “Lo rifirmerei domattina”. Questa storia adesso rischia di avere una ricaduta sul referendum delle trivelle, rafforzando il fronte del “Sì”. Renzi ha capito che l’indicazione di astensione è stata un boomerang: e in direzione Pd, lunedì, senza rimangiarsela, lascerà anche libertà di coscienza. © RIPRODUZIONE RISERVATA

In Senato L’attivismo per la norma preziosa anche per la società di ingegneria di Gemelli

Maria Elena lavorava per un secondo favore al fidanzato della Guidi ma che apre al mercato privato – una manna, in tempi in cui il pubblico offre sempre meno chance - ci sono le cooLe spiego perative, c'è Confindustria. le gravi E, scopriamo adesso, c'è anconseguenze, che Gianluca Gemelli. È proche avrebbe prio alle società come la sua socio unico della Its - che messo a quella norma spalanca un soqquadro mercato finora chiuso e sentutto il za nemmeno il bisogno di acomparto deguarsi agli obblighi dei delle professionisti abilitati. Quando se n’è resa conto, professioni la deputata di Sel Serena Pelche fanno legrino è rimasta di sasso. Lei, progettaper la sua opposizione all'ezione mendamento Bonomo, ha PELLEGRINO pagato parecchio, compresa (SEL) una prima pagina del Corriere della Sera in cui si contestava la “sua”, di lobby, quella degli architetti, colpevole di voler difendere l'orticello del mercato delle consulenze. La Pellegrino, quella norma per le società di ingegneria, ha contribuito a farla saltare almeno tre volte. La Bonomo l’aveva presentata nel decreto Competitività, nello Sblocca Italia. Sempre respinto. Ora, grazie al sostegno del sottosegretario alle

Infrastrutture Simona Vicari, è nel ddl Concorrenza in corso di approvazione.

avrebbe messo a soqquadro tutto il comparto della rete delle professioni che fanno progettazione”. Riesce a otMA ANCHE QUI, come nella tenere il ritiro, ma la partita storia del Tempa Rossa, c'è non è finita lì. stato bisogno di aiuti, presRicorda la Pellegrino che sioni, controlli. E ancora una quella notte – il famoso giovolta torna il nome di Maria vedì di ottobre 2014 in cui l'eElena Boschi. È la stessa Bo- mendamento sul Tempa nomo, interpelRossa fu boccialata dal Tempo, a to dalla commisspiegare che per sione Ambiente la sua battaglia della Camera – il La notte del 2014 clima era infuosulle società di i n g e g n e r i h a Nel suk della cato. A un certo chiesto aiuto al punto Claudio com m i s s ione ministro per i De Vincenti, alRapporti con il Ambiente c’era l'epoca vice del Parlamento: ministro Guidi, il suo capo del “Ho cominciato arrivò quasi a a interloquire legislativo, che male parole con i con il ministro suoi colleghi di fu allontanato Boschi – spiega partito, Stella la Bonomo - che Bianchi e Alesha messo a tavosandro Bratti: lino i diversi ministeri com- loro erano già perplessi sullo petenti: Trasporti, Infra- Sblocca Italia, ma quell'enstrutture e Giustizia”. Anche nesimo “regalo” non potevala Pellegrino lo ha fatto: “Par- no mandarlo giù (e infatti lo lo con il ministro Boschi alla bocciarono). La situazione epresenza della collega Bono- ra talmente a rischio che Etmo – ricorda la deputata di tore Rosato, allora segretario Sel –Le spiego quali sarebbe- d'aula dei Dem, salì in comro le gravi conseguenze, che missione a controllare che i

Su tutti i dossier Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi Ansa

I punti deputati Pd non uscissero troppo dal seminato. Fu una notte di viavai. Dentro e fuori dalla commissione, ricorda la Cinque Stelle Mirella Liuzzi, c'è anche il capo dell'ufficio legislativo di Maria Elena Boschi, Cristiano Ceresani. Quando i grillini se ne accorgono chiedono a Realacci di mandare via dall'Aula i “collaboratori dei ministri presenti”. Richiesta accolta. Ognuno, come sempre capita in queste occasioni, ha qualcosa da spingere, qualche riga da caldeggiare. “Prendevano tutti un pezzetto - dice oggi la Pellegrino ma chi aveva il boccone migliore era l'ingegner Gemelli. Lo sappiamo solo ora”. Quando la partita delle società di ingegneri sembra chiusa, rieccola nel dl Concorrenza, stavolta a firma del sottosegretario Vicari. Non è a lei che interessa. E alle sollecitazioni della Pellegrino che le chiede il perché di tanta ostinazione, risponde così: “Devi vedertela con quelli del Pd, sono loro che lo vogliono”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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La Boschi era d’accordo con l’emendamento su Tempa Rossa che serviva al fidanzato della Guidi

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La deputata del Pd Bonomo cerca da tempo di far accedere le società di ingegneria al mercato dei lavori privati

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La Bonomo chiede il sostegno del ministro Boschi


PRIMO PIANO

Sabato 2 Aprile 2016 | IL FATTO QUOTIDIANO |

CINEGIORNALE LUCE

TEMPA ROSSA NON AVRAI IL MIO SCALPO » TO. RO.

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I TITOLI DEL TG1 DELLE 20 si aprono con le parole, rispettivamente, del numero 1 e del numero 2 del governo, sul caso Guidi. Renzi: “Telefonata inopportuna ma norma sacrosanta. Con noi chi sbaglia va a casa”. Boschi: “Rifirmerei quell’emendamento”. Come a dire: tutto a posto. Il primo servizio in scaletta è sulla mozione di sfiducia dei 5 Stelle, poi c’è la replica con i servizi monografici sui

ministri. Uno con le parole della Boschi: “Tampa Rossa è un progetto strategico per il Paese”; uno tutto sul commento del premier dagli Usa: “È un provvedimento giusto, vorrei che fosse chiaro agli italiani”. Se non fosse chiaro, glielo spiega il Tg1: dopo pochi minuti ecco un approfondimento Tempa Rossa, “l’area petrolifera situata sulla terraferma più importante d’Europa”, come sottolinea la presentatrice. Il video si apre così: “Basilicata Texas

d’Italia”. A Tempa Rossa, prosegue, “attualmente lavorano da 100 ai 200 operai a seconda del periodo, ma l’estrazione non è ancora cominciata, quindi a regime i posti di lavoro potrebbero essere molti di più. Potenzialmente potrebbe produrre 50 mila barili di petrolio al giorno”. Il servizio si chiude con una minaccia velata: “Aumenta il rischio – (per colpa degli ambientalisti, si sottintende ndr) – “che le grandi compagnie straniere abbandonino i loro progetti nella zona”.

Vietato danneggiare gli affari: stop alle leggi sulla trasparenza Le norme sui lobbisti sono impantanate in Senato e l’esecutivo ha bloccato il tentativo di trasformarle in emendamenti » STEFANO FELTRI

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SU COMMISSIONE Ispiratori e beneficiari • SCUOLA A TREELLLE Novembre 2014, la Treellle (che riunisce banche, industriali, Cl, etc.) consegna a Renzi la sua riforma. Il premier esegue: super presidi, incentivi e flessibilità degli organici • IL JOBS ACT DI SQUINZI Confindustria stila il dossier a maggio 2014: niente articolo 18, demansionamento e possibilità di spiare i lavoratori. Il Jobs Act • INCENERITORI Lo “Sblocca Italia” è multi-favori (petrolieri, autostrade e costruttori). E impone pure alle Regioni 8 nuovi inceneritori. Felici le Multiutility care al Pd • BANCA ETRURIA Il 20 gennaio 2015 un decreto impone alle popolari (compresa Etruria di Papà Boschi) di trasformarsi in Spa e quotarsi. Il 16 la notizia trapela: il titolo fa +66%

In fila a incassare Breve sintesi degli ispiratori (e beneficiari) dei provvedimenti del governo

• GOOGLE ESENTASSE Appena eletto Renzi affossa la Google Tax di Letta: l’aveva promesso ai big del digitale • L’AMICA PHILIP MORRIS A ottobre 2014, Matteo inaugura lo stabilimento bolognese di Philip Morris. Che incassa favori sulle accise, arginati in parte da Bat, che finanzia anche la “sua” Open

n Italia nessuna legge regolamenta i rapporti tra un ministro e il suo fidanzato lobbista: sul sito del ministero dello Sviluppo Federica Guidi ha dovuto pubblicare soltanto la propria dichiarazione dei redditi, i familiari (cioè i due genitori) hanno negato il consenso, anche se Guidalberto Guidi è un imprenditore a rischio conflitto di interessi con la sua Ducati Energia. Anche l’inchiesta penale che riguarda il compagno della Guidi nasce fragile: Gianluca Gemelli è indagato per traffico di influenze illecite, il reato introdotto dalla legge Severino nel 2012 che punisce chi “sfruttando relazioni esistenti con un pubblico ufficiale o con un incaricato di un pubblico servizio indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale come prezzo della propria mediazione illecita ovvero per remunerarlo, in relazione al compimento di un atto contrario ai doveri di ufficio o all'omissione o al ritardo di un atto del suo ufficio”. Quindi ci deve essere un pubblico ufficiale che ha compiuto qualche atto contrario ai doveri d’ufficio. In questa storia sono citati due pubblici ufficiali: il ministro Federica Guidi che si attiva per l’emendamento che serviva a Total per sbloccare i lavori del progetto Tempa Rossa e il ministro dei Rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi che, dicono la Guidi e Gemelli, assicura il passaggio in Senato. Nessuna delle due risulta indagata, però. Mistero. IL REATO di traffico ha una de-

bolezza intrinseca: “Come si fa a definire un’attività di lobbying illecita se non si è mai stabilito cos’è la lobby lecita?”, la domanda di Pier Luigi Petrillo, professore di Teoria e tecnica di lobbying alla Luiss, è senza risposta da due anni. Da quando, cioè, anche la Cassazione ha detto che il reato di traffico di influenze è fumoso, visto che non c’è modo di stabilire il confine tra lecito e illecito nel lobbying. Questa vaghezza è una precisa scelta politica: dopo mille annunci, il disegno di legge sulle lobby si è arenato in Senato nella commissione Affari costituzionali

Decaduta L’ex ministro Federica Guidi, modenese, 47 anni Ansa

La scheda IL REATO di traffico di influenze illecite punisce chi “sfruttando relazioni esistenti con un pubblico ufficiale o con un incaricato di un pubblico servizio indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale come prezzo della propria mediazione illecita ovvero per remunerarlo, in relazione al compimento di un atto contrario ai doveri di ufficio o all'omissione o al ritardo di un atto del suo ufficio” n

di Anna Finocchiaro (Pd). Dovrebbe stabilire come e quando un lobbista può avere contatti con un decisore pubblico, in maniera che resti traccia dei loro rapporti. Nessuno è così ingenuo da pensare che basti, ma nel caso emerga che un ministro o un parlamentare hanno avuto rapporti non dichiarati con un lobbista, è subito evidente che avevano qualcosa da nascondere. E scatta l’allarme. VISTO CHE LA LEGGE sulle lob-

by non si schiodava, alcuni senatori come l’ex M5S Alberto Orellana hanno provato a trasformare i contenuti di quel provvedimento in emendamenti al disegno di legge Concorrenza che si discute ora in Senato. Il governo ha dato sempre parere negativo. Quel provvedimento era seguito proprio dal ministero della Guidi. Come ha riassunto ieri sul Foglioil senatore Massimo Mucchetti (Pd), nella discussione di questa legge si è vista la presa delle lobby sul governo Renzi: l’esecutivo ha usato la mancanza di relazione tecnica (che deve essere prodotta però dal governo stesso) o di copertura finanziaria “per bocciare senza discussione emendamenti scomodi come è accaduto anche a me sulla web tax e previdenza integrativa, dove avrei toccato le rendite di Google & C., dei sindacati e delle assicurazioni”. Se Renzi volesse, al rientro dal viaggio negli Stati Uniti, avrebbe un sistema semplice per prevenire un altro “caso Guidi”: imporre regole di comportamento a tutti i ministeri nei rapporti con i lobbisti con un decreto della Presiden-

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Eni, Amazon, Enel... Soltanto in Italia non c’è alcun limite alle porte girevoli tra politica e business za del Consiglio, senza neppure passare dal Parlamento. Difficile però che succeda, vista la linea tenuta finora. Il governo Renzi non pone il problema delle “porte girevoli” tra lobby e politica: il viceministro degli Esteri Lapo Pistelli si è dimesso per andare a fare il super dirigente dell’Eni (la legge Frattini lo consente perché l’Eni dipende dal Tesoro e non dalla Farnesina). Il capo della segreteria tecnica del ministero della Salute di Beatrice Lorenzin è un lobbista di Fastweb, Roberto Scrivo, idem il suo omologo al ministero dell’Istruzione, Francesco Luccisano, ex lobbista Enel. Niente impedisce loro di tornare a fare lobbying subito dopo la fine dell’incarico. E Palazzo Chigi pullula di consulenti, alcuni con un contratto formale (con qualche vincolo almeno per la durata del mandato, ma nessun limite sugli impieghi successivi) e altri informali (tipo Marco Carrai), che hanno accesso a informazioni sensibili e nessuna legge stabilisce cosa possono farne. Diego Piacentini va a Palazzo Chigi a occuparsi di agenda digitale mentre resta dipendente di un gigante del digitale, cioè Amazon (si mette in aspettativa), dove può tornare un attimo dopo. Tutto normale. Solo in Italia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL DEM RIBELLE

Emiliano: “Disinquinare le istituzioni, ora referendum” » LUCA DE CAROLIS

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l governo Renzi finisce dentro un pozzo di petrolio. E Michele Emiliano, il dem ribelle, può andare in contropiede: “B isogna disinquinare le istituzioni, questa vicenda non riguarda solo un ministro”. Il giorno dopo l’addio della Guidi, il governatore della Puglia scrive subito su Facebook: “Ancora più convinti, in difesa del nostro mare e del nostro territorio, della trasparenza e della legalità. Il 17 aprile al referendum votiamo Sì”. Ed una rivincita, uno sberleffo al Pd renziano che predica l’astensione. Emiliano parte per Taranto, per un convegno della Cgil con Susanna Camusso e Maurizio Landini: proprio la città dove dovrebbe essere raffinato il petrolio d el l ’impianto lucano Tempa Rossa. Sfoglia i giornali, e commenta con i suoi: “Questa inchiesta conferma l’i m p or t a nz a del referendum, farà riflettere tanti cittadini”. Dal palco, accusa il governo di non dare risposte sul futuro dell’Ilva, l’acciaieria che per Taranto è vita: “La mancanza di interlocuzione mette la Regione in una condizione nella quale finisco per dire qualcosa che non è del tutto allineato con il governo. È inevitabile, ma ogni volta che affronto un tema relativo alla mia funzione istituzionale c’è sempre chi insinua che la ragione è un’altra, politica: ed è una scorrettezza che vuole delegittimare una regione intera”. Tradotto, lo accusano sempre di parlare da futuro avversario di Renzi al congresso dem. Da Bari, gli replica il capogruppo alla Camera Ettore Rosato: “Il governo ha fatto sempre tutto quello che doveva, anzi di più per la Puglia”. Ma a Taranto i cronisti chiedono dell’inchiesta di Potenza. Ed Emiliano va dritto: “Se basta così poco per ottenere un emendamento, la preoccupazione è altissima. C’è una telefonata che dice tutto e su cui il Paese deve riflettere perché non riguarda solo il ministro”. E allora, “abbiamo bisogno di disinquinare o di evitare l’inquinamento anche delle istituzioni”. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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