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IL FATTO SPECIALE

Domenica 7 Febbraio 2016 | IL FATTO QUOTIDIANO |

La sfida delle urne a giugno

Expo. Oggi il centrosinistra chiude le primarie per trovare il suo candidato, mentre nel centrodestra è sempre più probabile la scelta del manager Stefano Parisi. Il prossimo sindaco dovrà amministrare una città piena di questioni

La quarta tappa dello Speciale del Fatto sulle città al voto nel 2016 è a Milano. Dopo le inchieste di Ferruccio Sansa, Giorgio Meletti ed Enrico Fierro su Bologna, Cagliari e Napoli, Gianni Barbacetto ci racconta Milano dopo 5 anni di Pisapia e 6 mesi di

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aperte e contraddizioni: è la metropoli dei grandi ricchi e dei disoccupati in aumento, degli affari edilizi e delle 20 mila persone senza casa, delle sfilate di successo e delle mense dei poveri piene. Tra i nodi dei prossimi anni ci sono la gestione dell’area di Expo e la sistemazione degli scali ferroviari: si decide l’utilizzo di 3 milioni di metri quadrati.

PRIMARIE, OGGI SECONDO ROUND

Accompagnati ai seggi e indirizzati: “Chinatown si è mobilitata per Sala” I candidati

GIUSEPPE SALA Commissario di Expo, candidato dei renziani PIER FRANCESCO MAJORINO Assessore, candidato della sinistra del partito FRANCESCA BALZANI Vicesindaco, appoggiata da Pisapia ANTONIO IANNETTA Direttore generale Uisp, candidato outsider

Emergenza abitativa Si continua a costruire, ma non si risolve un paradosso: ci sono 10 mila appartamenti vuoti e 20 mila persone senza casa tieri popolari come Quarto Oggiaro, il Gallaratese, Gratosoglio... Oggi lo chiamano “housing sociale”: vedremo come lo declinerà la prossima giunta milanese. Intanto c’è il paradosso delle case popolari che già ci sono: a Milano sono 10 mila gli appartamenti vuoti a e 20 mila le persone senza casa. Proprio impossibile far incontrare i due insiemi? MODA, DESIGN, FOOD

I veri incassi arrivano grazie a sfilate ed eventi La Grande Milano delle fabbriche, della Pirelli, della Falck, dell’Alfa Romeo, dell’Innocenti, non c’è più da tempo. Cambiato il tessuto produttivo, meno industria, più servizi. La moda, il design, e ora il food, sono i settori sotto i riflettori. Non senza retorica. La stessa retorica che gronda da Expo, che ha contribuito a fare più bella la città, soprattutto nella zona Darsena rimessa a nuovo, ma non molto più ricca. Il milione di cinesi promesso non è arrivato (erano solo 200 mila), i turisti arrivati nei sei mesi dell’esposizione sono stati poco più di 4 milioni, solo la metà è arrivata dall’estero. A sentire gli albergatori e i ristoratori di Milano, la crescita portata da Expo è stata contenuta. Portano molti più soldi, in proporzione, la

settimana della moda e quella del design. A settembre 2015, la Vogue Fashion Night Out ha registrato 200 mila presenze a cui si sono aggiunti i visitatori delle varie kermesse del sistema moda, con un’affluenza del +12 per cento rispetto al 2014. Milano Moda Donna ha avuto 70 sfilate, 105 presentazioni, 26 eventi che hanno portato al nuovo Fashion Hub 8.200 presenze. LO SHARING

Auto, scooter, bici: si condivide tutto A Milano i trasporti pubblici, sotto lo zar Bruno Rota, presidente di Atm, funzionano. E la città è diventata anche una capitale europea dello sharing, cioè dei mezzi condivisi. Qui si concentra il 40 per cento dell’offerta di servizio car sharing (auto) di tutta Italia, con cinque operatori (Car2go, Enjoy, Share’ngo, Guida-mi, E-vai), 2 mila auto e 340 mila iscritti. Share’ngo è un servizio di auto elettriche, con zero inquinamento e tariffa personalizzata. Il bike sharing (biciclette) ha in strada 3.650 bici tradizionali e mille a pedalata assistita, con 274 stazioni attive e 45 mila utenti. È partito anche lo scooter sharing, offerto da Eni con 150 tricicli. È uno dei primi servizi “free floating” d’Euro-

l -3,7%

La crisi È la misura del calo del Pil dal 2008 a oggi. I consumi delle famiglie invece sono diminuiti del 4%, gli investimenti del 28%

l +12%

Il traino La moda è il settore che tira di più: l’aumento dei visitatori è a due cifre. Solo la Vogue Fashion Night ha registrato 200 mila presenze

pa: ovvero è possibile parcheggiare lo scooter in qualsiasi posteggio moto disponibile in città, senza dover portarlo in aree apposite. GLI IMMIGRATI

L’emergenza profughi gestita senza conflitti Gli immigrati sono una componente essenziale della città, in cui lavorano, ben integrate, schiere di custodi, badanti, donne di servizio, camerieri, baby sitter, fattorini. Malgrado esista una propaganda che fa leva sulla paura e sull’insicurezza, Milano ha saputo gestire senza conflitti (con la regia dell’assessore all’assistenza Majorino) anche l’emergenza che nell’estate 2015 ha portato in città migliaia di profughi in fuga dalla guerra e dalla povertà. In due anni, dall’ottobre 2013 a oggi, Milano ha offerto assistenza e ricovero a 85 mila persone, di cui oltre 17 mila donne e 16 mila bambini. In maggior parte siriani (62 per cento) ed eritrei (28 per cento), si fermano qui in media 4 o 5 giorni e poi ripartono verso la Germania, la Svezia. Finita l’emergenza e cessato il clamore mediatico, i profughi sono tornati invisibili: almeno fino alla prossima emergenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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unghe file, ieri, ai nove seggi in cui si è votato per le primarie del centrosinistra. La prima giornata si è conclusa con 7.750 votanti: il 51 per cento donne, solo il 7 per cento giovani sotto i 30 anni, il 4 per cento stranieri. Oggi i seggi in città sono 151, aperti dalle 8 alle 20. Come annunciato da giorni dal Fatto quotidiano, la comunità cinese di Milano, per la prima volta nella sua lunga storia che inizia negli anni Cinquanta, si è impegnata in una contesa elettorale, schierandosi per uno dei candidati, Giuseppe Sala. Non senza episodi imbarazzanti. Nella mattinata, è stato montato in via Paolo Sarpi, centro della Chinatown ambrosiana, un gazebo che distribuiva materiale in lingua mandarina che invitava a votare Sala. Solo dopo le proteste di alcuni cittadini sono comparsi manifesti e volantini che illustravano anche i profili degli altri tre candidati, Francesca Balzani, Pierfrancesco Majorino e Antonio Iannetta. Che l’impegno delle organizzazioni cinesi sia tutto per Sala è provato anche da episodi accaduti al seggio di zona 2, il circolo Pd Luciano Lama di viale Monza. Il presidente di seggio, Carlo Bonaconsa, racconta: “Arrivavano cinesi che non sapevano né leggere né parlare l’italiano, non conoscevano le istruzioni, non sapevano come votare. Il sospetto che non ci fosse una consapevolezza di cittadini che sapevano che cosa stesse avvenendo in quel momento, io l’ho maturato”. Continua il presidente: “Arrivavano accompagnati da un ‘amico’ che insegnava come votare. Dopo qualche episodio così, diciamo sospetto, ho dato disposizioni di proibire l’ingresso all’a c c o mpagnatore: si entra uno alla volta, chi vuole votare viene da solo”. Ma come fate a sapere che votavano Sala? “Erano così ingenui”, risponde Bonaconsa, “che molto spesso venivano da me, aprivano la scheda e mi chiedevano se andava bene così”. Un esponente della comunità cinese, quello che “insegnava” agli “amici” come votare, inseguito dalla cronista del F at to quotidiano, si è incontrato in un bar con un consigliere comunale del Pd, Emanuele Lazzarini, e con la deputata renziana Lia Quartapelle (il video su ilfattoquotidiano.it). Democrazia “inclusiva”, spiegano i sostenitori di Sala, che tacciano di “razzismo” chi cerca

Non sanno parlare italiano, li accompagnano e gli spiegano come si fa. Alcuni mostrano la scheda con il voto PRESIDENTE DI SEGGIO

di osservare che è strano il voto organizzato per Sala di persone a cui non è stato neppure spiegato chi e che cosa si sta votando. A reagire è il parlamentare Pd Emanuele Fiano: “Trovo irricevibili e disgustose le polemiche. È inaccettabile che chi manifesta contro il razzismo si scagli oggi contro nostri concittadini e connazionali di origine straniera che hanno deciso di partecipare direttamente e coscientemente alla scelta di chi sarà il candidato sindaco”. Sul “coscient emente” ha qualche dubbio anche il presidente di seggio suo compagno di partito. “L’affluenza ai seggi anche di residenti di origine straniera ”, rincara la dose Pi et ro Bussolati, segretario del Pd di Milano, “va considerata un successo della democrazia, non un problema. Significa che questi concittadini si sentono parte integrante della vita milanese e vedono in queste consultazioni una grande occasione di partecipazione”.“I votanti di origine cinese? Sono anche loro milanesi”, ha risposto Sala, che ha votato alle 12, dopo 40 minuti di fila, nel seggio allestito al Cam di corso Garibaldi. Il primo dei candidati a votare è stato l’outsider Antonio Iannetta, che si è presentato poco dopo le 10 al circolo Pd di Porta Genova in via Tortona. Alle 11 hanno votato Majorino, nel seggio di via Barrili, e Balzani, al circolo Pd Molise Calvairate, accompagnata dal marito e dai tre figli. Le schede preparate per il voto sono 120 mila. L’obiettivo degli organizzatori è quota 67 mila: l’affluenza delle primarie 2011 che incoronarono Giuliano Pisapia. G. B.

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