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Walter Rossi    erfahrung  140 caratteri in poesia

Walter Rossi (1964) ha pubblicato le seguenti raccolte di poesie: Oltremare (2000), Genitivo Diacronico (2002) Quaranta sedie (2004), Cassarmonica (2010)

euro 8,00

Walter Rossi

In questo libro sono pubblicati i pensieri che Radio Firenze ha mandato in onda tutte le mattine, dal giorno della sua nascita, all’interno della rubrica Incipit, poesia in centoquaranta caratteri, alle sei, alle sette e alle otto di mattina. Carezze sugli occhi per chi sta salendo a bordo del treno o della tramvia, che lo porterà sul luogo dove lavora, per chi ascolta la radio con le cuffie, pensando a mille cose, desiderando tutto, nell’incertezza del vivere. La poesia, quella grande di tutti i tempi e anche i pensieri poetici come questi, è per tutti, e non ha bisogno di studi approfonditi per essere decifrata, appartiene mille volte di più a chi la legge e così facendo la scrive meglio di chi l’ha scritta la prima volta, chi la scrive la prima volta mette a verbale qualcosa che accade, perché qualcun altro, leggendo possa sentir tremare il cuore e capire che c’è qualcosa che risponde esattamente ai desideri più veri del cuore, ai sogni. (Walter Rossi)

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© 2012 Società Editrice Fiorentina via Aretina, 298 - 50136 Firenze tel. 055 5532924 info@sefeditrice.it www.sefeditrice.it blog www.seflog.net/blog facebook account www.facebook.com/sefeditrice twitter account www.twitter.com/sefeditrice isbn 978-88-6032-239-5 Proprietà letteraria riservata Riproduzione, in qualsiasi forma, intera o parziale, vietata


Introduzione

Questo libro raccoglie i pensieri che Radio Firenze ha mandato in onda tutte le mattine, alle sei, alle sette e alle otto, dal giorno della sua nascita, all’interno della rubrica Incipit, poesia in centoquaranta caratteri. Carezze sugli occhi per chi sta salendo a bordo del treno o della tramvia, che lo porterà sul luogo dove lavora, per chi ascolta la radio con le cuffie, pensando a mille cose, desiderando tutto, nell’incertezza del vivere. Parlare di poesia non è stato un azzardo, ma il tentativo di capire la vera natura della parola poetica: un istante e un luogo di bellezza assoluta che è per tutti, come Firenze, città della passione artistica ma anche città dell’amore vero. Questo è il luogo dove la bellezza non si stanca mai di abitare. È commovente pensare al fiume in piena di gente, di tutte le razze e di tutti i paesi del mondo, che risparmia tanti anni per trascorrere qui a casa nostra una settimana di vita. Poterla amare e abitare, tutti i santi giorni che Dio mette in terra, è un miracolo, un

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privilegio che il destino ha riservato solo a noi fiorentini. Sono piccole cose, come quelle carezzine che si danno sulla testa ai bambini, facendo attenzione, sfiorando appena le ossa del capo non ancora saldate tra loro, vorrebbero essere ciò che il più grande poeta di tutti i tempi, nato in terra fiorentina, Dino Campana, ha detto: la poesia è un gesto. Un piccolo gesto quotidiano, quasi niente, come tutte le piccole cose che accadono mentre siamo intenti a fare altre cose, a lavorare, correre, studiare, parlare, scrivere, dormire, amare, con un filo di voce che arriva dalla radio. Perché le cose più grandi della vita accadono dentro l’istante imprevedibile dello stupore, all’improvviso, quando uno non se l’aspetta. La poesia, quella grande di tutti i tempi e anche i pensieri vagamente poetici come quelli che troverete qui, è per tutti, e non ha bisogno di studi approfonditi per essere decifrata, appartiene mille volte di più a chi la legge perché chi la legge compie l’opera appena iniziata da chi l’ha scritta, e la riscrive una seconda, una terza volta. Chi l’ha scritta la prima volta, chi la scrive la prima volta mette a verbale qualcosa che accade, perché qualcun altro, leggendo, possa compiere l’opera, completarla, riscriverla, sentir tremare il cuore e capire che c’è qualcosa, ci

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deve pur essere qualcosa al mondo che risponde esattamente ai desideri piÚ veri del nostro cuore, ai nostri sogni. Un librino da portare a giro, in tasca, come si portano due biglietti di un concerto, o un pacchetto di caramelle alla propoli e al miele di tiglio, o di castagno, o di erica, o di girasoli, come si porta dentro di sÊ una persona che si ama, con la consapevolezza che l’amore non ci appartiene ma ci viene dato per essere amato.

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Anima di cristallo / sai più cose di me / bevi il sangue della terra / e taci / risuoni / se una mano ti accarezza. La bellezza non è per gli occhi / è per il cuore / è una mano che scuote la penombra / ti afferra / e ti accarezza. Bellezza / inquietudine che scuoti la penombra / mostra ai miei occhi la tua intima verità / accarezzami. Amare è una mimesi / nascondere il proprio odore / sparire / nella bellezza infinita / di un altro colore. Il cuore si sveglia / dentro l’anello di una catena / solo per domandarti: / mi ami? La bellezza / è l’incertezza degli occhi / non sapere mai / se si guarda / o si è guardati. Tempo / bellezza irreversibile / seno di una madre / a che ora torni / geranio che dormi in una serra?

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La vita è una crocifissione / una Santa Croce / di dolore infinito / sotto una nuvola bianca / di pietà / e di compassione. La maternità è un filo di voce / che nel cuore della notte / sussurra al figlio: / ”tu non morirai”. L’infinito ha tre tempi: / presente, perfetto e futuro; / è una pietra a faccia vista / che supplica il cielo. Solo l’apparenza muore / tutto il resto / prima o poi / riappare. Non aver paura / qualunque cosa accada / questa tua smània di vivere / si chiama giovinezza. Da quando ho visto i tuoi occhi / prima che la mente ti presentasse alla coscienza / è passata un’eternità: / quel lungo respiro dello stupore. Partire l’arancio sanguinello dell’aurora / con la lama d’argento dei tuoi occhi. In collo ai tuoi mattoni rossi / mi accarezza / l’infinita lontananza / della tua presenza. Amare / è il primo giorno del sempre.

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Indice

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Introduzione

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nella stessa collana

Pier Luigi Canzi, Per ripetuto caso, pp. 68, 2008. Giovanni Gut, Senza mai fermarsi, pp. 76, 2010. Carlo Cantagalli, Riverberi. Quarantaquattro sonetti, pp. 68, 2011.


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