Il teatro della luna poi Angel Dal Foco

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redditizi: concia di pelli e corami; tessuti a mano di lusso e comuni; lavorazione della lana per usi vari e coperte; terrecotte; coloranti per l’abbondanza di scotano; artistici manufatti in legno di lusso (mobili, cornici, altari) e di uso comune; lavorazione artistica del ferro; confezione di barrocci agricoli; cordame d’ogni genere. Molte famiglie, in città ed in campagna, avevano un proprio telaio per la confezione di indumenti personali. L’abbondante produzione agricola d‘ogni genere, contribuiva al benessere cittadino, per la fertilità dei terreni e la solerte attività degli agricoltori e lavoratori agricoli. Le fiere periodiche ed i mercati settimanali, con la partecipazione di abitanti dei centri circonvicini, consentivano un elevato giro d’affari assai remunerativo. Un centro abitato dotato di sufficiente benessere, attirò la cupidigia della famigerata Compagnia di Ventura capeggiata da fra’ Moriale d’Albarno, il quale invase il contado di Fano dominato dai Malatesta, occupò la vallata cesanense, e raggiunse Pergola, arrecando immensi danni, lutti e rovine. Immagini il lettore - scrive lo storico Nicoletti - in quale miserando stato riducessero Pergola quelle migliaia di vagabondi e di ladroni che la Magna Società Teutonica componevano, e dai quali anche in appresso i vicini paeselli della Ravignana ebbero a soffrire. Ma la pena del Capo a cui il miserabile istitutore delle Compagnie di Ventura venne poco di poi dannato vendicò anche le lacrime degli sventurati Pergolesi. Fra’ Moriale fu decapitato nel 1354. Inviato in Italia il cardinale spagnolo Egidio Albornoz per ripristinarvi l’autorità pontificia, il Porporato, al comando di un forte Esercito, nel 1354 fece sosta nella città di Gubbio, alla quale confermò la giurisdizione sull’intero territorio eugubino, compresa Pergola, come risulta da una lettera del cardinale in data 15 agosto 1354. Come è noto, il Porporato compilò le famose “Costituzioni Egidiane”, dove è inserito l’elenco delle città maggiori e minori della Marca, ma Pergola non figura per essere compresa nell’Umbria. Del nostro territorio, è elencato soltanto Montesecco. La dominazione malatestiana dal 1384 al 1459. Nel 1384 Gubbio era tiranneggiata da Francesco Gabrielli. Alcuni cittadini chiesero aiuto al conte Antonio di Montefeltro, il quale, nel marzo dello stesso anno, occupò la città, ripristinando l’ordine e le leggi statutarie. Già da qualche anno, con l’ascesa al potere di Giovanni e poi di Francesco Gabrielli, Gubbio aveva ridotto il controllo sul territorio di sua giurisdizione. Ne approfittò Pandolfo Malatesta, il quale, già signore del Vicariato di Mondavio compreso Monterolo ubicato poco lontano da Pergola, inviò truppe armate al comando del capitano Giannandrea Alevolini, ad occupare il fiorente centro cesanense. Da allora ebbe inizio la dominazione malatestiana. Con Bolla del 2 gennaio 1391, Bonifacio IX (Pietro Tomacelli 1389-1404)

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