rrose magazine

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Rrose SĂŠlavy

magazine n. 19 settembre 2010

ALFONSINA CICULI


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magazine n. 19 settembre 2010

Pesci acrilico su carta


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magazine n. 19 settembre 2010

Pesci linoleografia


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magazine n. 19 settembre 2010

C'era una volta un'illustratrice che portava nel nome l'intera sua strada. Viene voglia di iniziarla così la storia colorata di Alfonsina Ciculi, pittrice maceratese che un bel giorno segue il richiamo giocoso e complesso delle fiabe e decide di dedicarsi all'illustrazione per l'infanzia. I passi sono molteplici e attraversano specializzazioni ed esperienze di vario genere che formano l'artista fino alla maturazione di un peculiare stile affabulatorio che sorprende. L'universo che Alfonsina racconta è quello apparentemente semplice e divetente delle storie per bambini, fatto di linee tonde, colori fatati, espressioni sornione e animaletti simpatici. Ma le fiabe trattengono sempre sottotesti e più livelli di lettura: hanno scopi didattici, suggeriscono una morale, insegnano la vita in forme essenziali e misurate, fatte di componenti che i più piccoli possono comprendere e tenere a mente, secondo strutture fisse e con un netto manicheismo che contrappone il bene al male. Eppure, scavando a fondo ci sono maggiori sfumature, risvolti ed implicazioni psicologiche da prendere in considerazione, interpretazioni psicanalitiche attinenti ad elementi archetipici junghiani, catarsi delle fasi della crescita freudiane, allegorie e simbolismi accessibili ad un pubblico adulto che, tolto di purezza, vede bene i pericoli e sa che non sempre la storia si conclude nell'apoteosi di un lieto fine. La narrazione a parole e quella per immagini vanno di pari passo, la seconda anzi è ovviamente più efficace considerato che nella lettura stessa è implicata una visione, una raffigurazione delle scene proposte, ed è proprio questo aspetto più grottesco, questa intuizione dell'insidia, della possibilità amara che sembra prevalere in certe illustrazioni di Alfonsina Ciculi.


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magazine n. 19 settembre 2010

I volti, gli occhi soprattutto – quel taglio a mandorla che evoca un ingrediente rintracciabile nel viso stesso dell'artista – mantengono un'aria malinconica ed indifesa, come d'innocenza e di presagio insieme, come se quelle figurine esili conoscessero già la storia e i suoi piccoli necessari inganni, dentro mondi di disegni e collage, dove la coperta della nonna di Cappuccetto Rosso è un patchwork di ritagli che fotografano stoffe e tessuti reali. La tavolozza dell'illustratrice è in prevalenza calda, pastosa e grafica al contempo, declinata in tecniche, spesso miste, che vanno dall'acrilico al collage, dal patchwork allo scratchboard, fino alla linoleografia. Il tratto è segnico, vibrante ed incisivo, non ha la caratteristica della delicatezza bensì quella della pressione che tanto si avvicina al gesto e alla cifra del bambino, a volte è quasi un graffio, un'imprecisione voluta che ad ogni nuova lettura svela elementi precedentemente nascosti. Rimbalzano certe eco pittoriche, come allucinazioni munchiane. Gli uccellini sono il soggetto forse più ricorrente, minuscoli usignoli canterini sui tetti di città ambulanti o variopinte, ammiccanti civette in pannelli modulari ripetuti anche in versioni con pesci, fossili e fantocci. E poi ci sono le strade tortuose dei boschi, gli alberi come caramelle, come palloncini, e questi monelli coi berretti in testa ad abitare una natura cupa o ridente, ma senza dubbio ricca di una colta, originale fantasia. Alcuni lavori, in fine, sono gioielli, operano magie dalle tinte profonde e preziose, dalle suggestioni mediorientali, con richiami d'icone russe, drappi ornamentali, gusto per le oreficerie, frutto di ricerche e contaminazioni culturali, uno di quei sostrati che permettono all'arte di crescere e che permettono al mondo di progredire. Marta Silenzi


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magazine n. 19 settembre 2010

Civette acrilico su carta


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magazine n. 19 settembre 2010

Hansel e Gretel acrilico e collage su carta


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magazine n. 19 settembre 2010

Cappuccetto rosso acrilico e collage su carta


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