Signore_ti_offro_il_mio_cancro-Capitolo_I

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MEDITARE È APRIRE LA MENTE ALLA PACE Fissare la propria dimora al centro. La prima cosa da fare, se si vuole compiere un cammino di crescita spirituale, è prendere possesso di sé, conoscere e riconoscere se stessi, portarsi al centro, dove ognuno di noi ha una casa interiore. Lì, in quel centro spirituale, in quella casa interiore, troviamo la consapevolezza di noi stessi e di ciò che siamo, possiamo dialogare con noi stessi e ritrovare ciò in cui crediamo e che amiamo. Ciascuno di noi si ritaglia dentro uno spazio, dove può incontrare se stesso, quando vuole e quando può. Questo centro spirituale è un mondo esclusivamente nostro, unico – un mondo che ci siamo costruiti lungo tutto il corso della vita e col materiale del nostro vissuto: ciò che ci ha fatto gioire e soffrire, ciò che abbiamo ricevuto o ci è stato negato, le presenze e le assenze, le parole che ci sono state dette e quelle che abbiamo atteso invano, tutto ciò che ci ha toccato e come ci ha toccato. Questo è uno spazio tranquillo, al riparo da tutto ciò che ci turba. Qui ognuno può stare faccia a faccia con se stesso, senza maschere e senza paure di giudizio – ognuno può parlarsi e ascoltarsi, camminare avanti e indietro per i sentieri dell’anima. Le decisioni importanti, le scelte coraggiose che cambiano la vita, avvengono nel silenzio e nella tranquillità di questo spazio spirituale. Riposare nel proprio centro spirituale è come tornare a casa dopo le bufere della vita. Si ha la sensazione di avere la possibilità di unificare ed armonizzare la propria esistenza e di possedere il segreto di una pace profonda.

Giuseppe Colombero – “Cammino di guarigione interiore”

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