Ristorazione Italiana Magazine n. 6 :: Febbraio 2012

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Come annunciavano le previsioni dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani, nel corso del 2011, l’Italia ha battuto la Francia in materia di bollicine. Il sorpasso, avvenuto nel 2010, si è confermato nel 2011 e ora l’olimpo degli spumanti vede Italia, Francia e Spagna in pole position. Seguono Germania, Russia, USA, Ungheria, Australia e Canada. La Francia non è più il primo produttore al mondo, anche se rimane il leader per fatturato, giro d’affari e valore aggiunto per le bollicine. Con 370 milioni di bottiglie prodotte nell’anno 2010 è il secondo paese produttore al mondo: importa circa 10 milioni di bottiglie di cui 4,5 milioni italiane, per un consumo pro capite di 4,38 bottiglie. Gli spagnoli, invece, ricoprono il terzo posto con una produzione di 320 milioni di bottiglie nel 2010 e un consumo di 2,42 bottiglie a testa. (Fonte dati Associazione Enologi Enotecnici Italiani). Gli spumanti italiani, nonostante il periodo di crisi, hanno chiuso un anno positivo: i consumi durante le festività si sono dimostrati stabili, mentre la differenza è data dall’export che ha visto un incremento del 20% circa; a tal proposito afferma Giampietro Comolli, a capo dell’Osservatorio economico dei vini effervescenti (OSVE), «Il trend positivo dei vini con bollicine italiane - afferma - potrebbe essere letto come desiderio di brindare e festeggiare nell’augurio che la paura venga vinta». Una performance di tutto rilievo! Secondo l’Osve nel corso delle festività di fine anno si sono stappati circa 90 milioni di bottiglie made in Italy a fronte di circa 4 milioni di etichette d’importazione, spiega il responsabile dell’Ovse, Giampietro Comolli «Si conferma una crescita dei consumi domestici e un incremento delle vendite concentrate negli ultimi giorni dell’anno. Acquisti effettuati sempre più spesso direttamente alla produzione. Dato che sottolinea, inoltre, il rafforzamento delle vendite nella parte finale dell’anno. Lo spumante torna cioè a essere un prodotto legato alle festività. Un aspetto che però vanifica gli sforzi effettuati negli ultimi anni per destagionalizzare la domanda, per sganciarla cioè proprio dalle festività». Sempre sulla base delle osservazioni

firmate dall’Osservatorio, si nota un incremento dei consumi di Prosecco Docg nella ristorazione, di Prosecco Doc, Asti e Moscato nella grande distribuzione, mentre dopo numerosi anni di forte crescita le bollicine rosè e quelle di spumanti metodo classico subiscono una brusca frenata; sostiene, infatti Giampietro Comolli: «Si conferma una crescita dei consumi domestici, un aumento degli acquisti concentrati negli ultimi giorni, un aumento degli acquisti direttamente alla produzione, un aumento dei consumi di Prosecco Docg nei locali aperti al pubblico, un aumento delle vendite di Prosecco Doc nella gdo, un incremento per i Moscati Spumanti con l’Asti docg in testa, mentre regrediscono le bollicine rosate e il consumo di bollicine metodo classico». In un panorama incerto e di grande crisi molto positivi risultano essere i dati relativi all’export, suggellati dalle parole rassicuranti di Comolli che già verso la fine del 2011 stimava che sarebbero state stappate oltre 160 milioni di bottiglie di

spumanti made in Italy per un valore al consumo di 1,4 miliardi di euro e una crescita stimata dell’11% in volume e del 20% in valore. La Germania si dimostra essere il primo cliente che predilige i nostri spumanti e che ha concentrato l’acquisto degli stessi a fine anno, ma il predominio tedesco è incalzato da vicino da Stati Uniti, Regno Unito e da una Russia i cui consumatori sembrano davvero innamorati del Prosecco e dell’Asti italiani. I vini italiani continuano ad avere un grande successo all’estero, si tratta di un settore, quello agroalimentare, in attivo e che dimostra avere le migliore prospettive di crescita per gli anni a venire; le imitazioni sono un danno, ma anche un segnale che il vino spumante italiano è trendy. Nel 2011 si è raggiunto un traguardo di 225 milioni di bottiglie con origine prosecco, mentre nel 2012 si ipotizza di superare i 250 arrivando ai 280 nel 2013, grazie anche ai nuovi impianti (messi a dimora nel 2008-2010 per circa 16.000 ettari) che entreranno

Spumanti italiani anti crisi:

le bollicine fanno festa

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