Riflesso Luglio - Agosto 2013

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DISTRIBUZIONE Regione Umbria e Principato di Monaco DIRETTORE RESPONSABILE Mario Timio VICEDIRETTORE Carlo Timio REDAZIONE Alessio Proietti, Noemi Furiani, Giulio Siena, Alessia Mencaroni, Roberto Gagliardi La Gala, Walter Leti, Elisabetta Bardelli, Marilena Badolato HANNO COLLABORATO Marco Zuccaccia, Alessandro Biscarini, Elisa Giglio, Laura Patricia Barberi, Italo Profice, Rita Valletti, Eleonora Zeroli, Claudio Cattuto, Giacomo Calzoni, Ilaria Fiaoni, Maddalena Mommi, Beatrice Coli Costanza Poe EDITORE Ass. Media Eventi REGISTRAZIONE Tribunale di Perugia n. 35 del 9/12/2011 IMPAGINAZIONE E STAMPA Tipografia Metastasio Palazzo di Assisi – Perugia RINGRAZIAMENTI Antonio Morabito, Marco Scolastra, Franco Venanti, Alessio Meloni

Luglio/Agosto

SOMMARIO

Anno 2 - n.4

CONTATTI direzione@riflesso.info editore@riflesso.info artdirector@riflesso.info info@riflesso.info

EDITORIALE

05 Piste ciclabili. La bici come filosofia di vita 07 Principato di Monaco Lettera dell’Ambasciatore d’Italia 08 Lettere al Direttore

APPUNTAMENTI

15 10 Summer Happy List 12 Eventi Umbria Jazz 2013 15 Eventi Il Festival dei Due Mondi 17 Eventi Riflesso Riflesso allla Festa della Repubblica a Montecarlo 18 Agenda Luglio / Agosto 2013 20 Weekend News Proposte per tre Weekend creativi all’insegna di un’Umbria tutta da scoprire

COPERTINA Riflesso Umbria Luglio - Agosto 2013

PUBBLICITÁ commerciale@riflesso.info SITO WEB www.riflesso.info Riflesso Umbria Art Foto Lab

L’immagine della copertina è stata scattata a Tuoro su Trasimeno, che ha recentemente ottenuto dalla Guida Blu di Legambiente, per la prima volta nella storia del Lago, 5 vele, posizionandosi al primo posto nella classifica stilata nel 2013 relativa alle migliori località lacustri italiane.


TEMPO LIBERO

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38 Briefing culturale Franco Venanti in bianco e nero Perugia verso la capitale europea della cultura Sagra Musicale Umbra Campionato Classe Lightning 2013 Montesanto e il fascino della storia Trompe l’oeil, l’inganno dell’occhio 40 Natura Lago di Pilato 43 Concorso fotografico Paesaggi acquatici in Umbria 44 Giri del gusto La fagiolina del lago: un fenomeno di biodiversità 46 Musica Umbria: qui si fa sul serio! 47 Sport Calcio: un campionato impossibile 48 Selezione Libri

Festa della Repubblica italiana a Montecarlo segue a pag.

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ARCHITETTURA ARTE TERRITORIO

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22 Contemporaneità e Design L’architettura del paesaggio tra parchi e giardini in Umbria 24 Residenze storiche Palazzo della Penna a Perugia 26 Borghi Umbriano, il paese fantasma 28 Arte Il santuario della Madonna della Spella

SOCIETÀ

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30 Personaggio Intervista a Marco Scolastra, un pianista d’eccezione 32 10 anni di Miss Martina Silvestri, Elisa Giglio 34 Parla l’esperto Torna in auge l’Istituto della mediazione civile 35 Discovery Cerretani e ciarlatani 36 Vip in Umbria Terence Hill



EDITORIALE

PISTE CICLABILI. LA BICI COME FILOSOFIA DI VITA

mario timio

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o un sogno. Anzi due. Due piste ciclabili che attraversassero l’Umbria a croce. Una realizzabile lungo gli argini del Tevere da Nord a Sud della Regione l’altra dal lago Trasimeno a Spoleto. Come? Intanto ridisegnando, utilizzando e potenziando tratti di piste già esistenti sia lungo il Tevere che sulla traiettoria TrasimenoAssisi-Spoleto. Poi trasformare in realtà le varie e vaghe intenzioni istituzionali di itinerari ciclabili a partire da quel mega-progetto regionale sul riordino delle infrastrutture di mobilità ecologica .Quindi rendere fattibile la proposta di 100 chilometri di pista ciclabile per visitare il cuore verde dell’Umbria collegando San Francesco a San Benedetto, attraverso Spoleto, Campello sul Clitunno, Trevi, Montefalco, Foligno, Bevagna e Cannara, per approdare ad Assisi, lambendo i torrenti Marroggia, Teverone, Timia e il fiume Topino. Al centro di questo progetto, in parte già finanziato, c’è il consorzio della bonificazione umbra, con sede a Spoleto, che ha nel suo futuro una serie interessante di tracciati ciclabili. Questi entrerebbero in rete con quelli già esistenti, comprendenti anche il tratto lungo l’ex ferrovia Spoleto-Norcia. Si attendono iniziative volte a favorire la “mobilità dolce” in una pista che colleghi l’anello ciclabile del Trasimeno con Perugia. Perché tanto interesse per la bici? Essenzialmente perché se ne percepiscono l’utilità, la versatilità e il piacere, contro la dittatura delle quattro ruote. Boris Johnson per far largo ai

ciclisti ridisegna l’asse viabilistico di Londra da Ovest a Est investendo oltre un miliardo di euro. Con il sapore di una rivoluzione dei trasporti immaginata per rendere la città più viva, più pulita e più agile. Al contrario, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, pur muovendosi sempre in bici, non ha saputo rendere la capitale un po’più bike-friendly. In Umbria di sindaci in bici ne ho incrociati pochi. Tra questi, Nando Mismetti a Foligno offre un’ immagine di ciclista da seguire. I motivi della rivincita della bici sull’auto sono spiegati bene da Ivan Illich che sul recente libro Elogio della bicicletta (Bollati Boringhieri) teorizza una “ristrutturazione sociale dello spazio che faccia continuamente sentire a ognuno che il centro del mondo è proprio lì dove egli sta, cammina e vive”. Un mondo a misura di bici a quindi a misura di uomo. E allora pedala per abbreviare le distanze, pedala per fare esercizio e sentirsi in forma, pedala per divertirsi. Pedala per essere cool, fashion, trendy, ma anche figo. Insomma pedalare come filosofia di vita. Lo hanno capito così bene molte amministrazione dell’Italia del Nord che, da sogno, hanno trasformato in progetto di 679 chilometri di ciclabile delle rive del Po da Torino a Venezia. Chissà se il mio sogno molto più modesto si potrà realizzare in Umbria? Intanto ci provano Assisi e il suo sindaco Claudio Ricci che hanno dato vita all’evento “Passione Bicicletta” per coniugare la scoperta del territorio con la pratica della bici. 5



PRINCIPATO DI MONACO

Sono lieto di continuare questa presenza nel vostro periodico. Tra i temi in agenda che nei prossimi mesi si organizzeranno nel Principato – e che mi preme menzionare –, due sono le iniziative che ritengo particolarmente significative per le relazioni di carattere economico-commerciale che possono interessare la Regione Umbria: il Monaco Yacht Show e il Mese della lingua e cultura italiana. Il primo evento si svolgerà alla fine di settembre e riguarderà il mondo della nautica, di cui l’Umbria può fregiarsi di vantare una serie di aziende che forniscono componentistica per diversi colossi navali sia a livello nazionale che internazionale. Il secondo che avrà per tema “Ricerca, scoperta, innovazione: l’Italia dei Saperi” riguarda la promozione della cultura italiana nel territorio monegasco e durerà tutto il mese di ottobre. Verranno realizzati eventi ed iniziative volti a rinsaldare e valorizzare la presenza culturale italiana nel Principato di Monaco, a promuovere le aziende italiane e più in generale il Sistema Paese. Tengo a sottolineare che proprio nel mese di ottobre alcune aziende umbre saranno protagoniste di un importante evento che si realizzerà a Montecarlo e in cui verranno esposti prodotti di alto artigianato manifatturiero inerenti il mondo dell’apparecchiatura della tavola. Auspico che, a tal riguardo, anche i rinomati prodotti enogastronomici umbri possano essere degustati nel contesto di questa importante manifestazione culturale.

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LETTERE AL DIRETTORE

Caro Direttore, tutto vero quanto appare nell’articolo comparso sul numero 1 di Riflesso del 2013 in cui si descrive la storia della Villa del Colle del Cardinale, mettendo in evidenza la bellezza del complesso architettonico e dell’ampio parco, la varietà e la ricchezza dell’essenze botaniche presenti. Tutto vero, tutto bello. Purtroppo, quanto scritto, per essere conforme alla realtà, dovrebbe essere portato indietro di 30 anni. Attualmente, sia la villa, sia il parco, avrebbero bisogno, per tornare, o almeno avvicinarsi, alla bellezza di un tempo, di interventi sia generici che mirati di notevole consistenza. La villa esternamente si presenta in buone condizioni e conserva ancora le sue caratteristiche architettoniche di pregio; purtroppo l’interno della stessa non è né praticabile né fruibile. Anche il parco avrebbe necessità di consistenti interventi sul patrimonio botanico e su tutte le strutture interne ad esso, che erano di supporto all’intero complesso e che sono, di fatto, abbandonate e pericolanti. Un parco di così grande pregio, per mantenerlo nella

sua bellezza ed unicità andrebbe seguito con competenza e professionalità. Purtroppo ciò non sta avvenendo e lentamente ma inesorabilmente, il patrimonio arboreo si va sempre più deteriorando ed alcune essenze botaniche di pregio rischiano di scomparire. L’auspicio è che eventuali risorse disponibili vengano utilizzate con intelligenza e competenza, con lo scopo di riportare l’intero complesso “Villa - parco” ad un adeguato livello. Ciò oltre che arricchire e migliorare il paesaggio circostante stimolerebbe, realmente e non sulla carta, lo sviluppo di una corrente turistica in grado di creare un interessante indotto per l’intera zona. Simone F. Caro Simone, molto interessante ed utile la sua segnalazione. Sarà nostra premura inoltrarla alle istituzioni competenti, sottolineando essenzialmente ciò che lei enfatizza in ultimo: sviluppo della componente turistica verso una struttura che se ben pubblicizzata potrebbe richiamare molte persone da tutta Italia.

è possibile sottoporre al Direttore Responsabile quesiti, curiosità e chiedere informazioni, pareri, opinioni e altro. Scrivete all’indirizzo di posta elettronica: direzione@riflesso.info 8



ABITO ELISABETTA FRANCHI

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VIA VENETO CLOTHING ACCESSORIES

Via Vittorio Veneto - Bastia Umbra (Pg) www.viavenetostore.com

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Summer Happy List

COLLANA SORBETTO

IL FIOCCO HOME & CHIC DESIGN Borgo XX Giugno, 50 Perugia (Pg)

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I GEMELLI

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SANDALO ANNA T.

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Via G. Dottori, 75 - S. Sisto, Perugia (Pg)

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Corso Cavour, 15 - Foligno (Pg)

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EVENTI

CHAMPAGNE PER BRINDARE AI 40 ANNI DI UMBRIA JAZZ Perugia si tinge di note musicali per la celebrazione di uno storico traguardo CARLO TIMIO

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hissà in quanti avrebbero scommesso sul raggiungimento di questo storico traguardo. Quarant’anni di Umbria Jazz. Fiumi e fiumi di musica che hanno inondato per decenni la regione, e in modo particolare il capoluogo umbro, facendo vivere momenti memorabili all’insegna della condivisione e del sentirsi uniti di fronte al gotha mondiale della musica jazz. E non solo. Un’ovazione per il suo fondatore e direttore artistico Carlo Pagnotta che è riuscito nella ineguagliabile impresa di creare un evento

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che nel corso degli anni ha registrato un successo montante in termini di partecipazioni, di presenze, di artisti di fama planetaria, di marketing territoriale e di visibilità dell’evento in ogni angolo del mondo. Quest’anno, dal 5 al 14 luglio il Festival festeggia la sua quarantesima edizione, affidandosi a pezzi forti del panorama jazzista internazionale. Alcuni esempi. L’inedito duetto di pianisti Chick Corea e Herbie Hancock, in esclusiva mondiale, il ritorno di Keith Jarrett, Diana Krall che inaugura il Festival. E poi che dire di Stefano


Bollani in versione classica e ancora l’orchestra del Lincoln Center con Wynton Marsalis e due ospiti come Gregory Porter e Cecile McLorin Salvant. E tra gli astri nascenti del jazz si potrà ascoltare Dee Dee Bridgewater con Ramsey Lewis. Poi sarà la volta del duo Pino Daniele e Mario Biondi, del cantante soul e jazz-fusion John Legend, di Gal Costa e Gilberto Gil e infine di dj Ralph che animerà Piazza IV Novembre con il suo sound ritmico. Dieci giorni in cui Perugia e l’Umbria assurgeranno a capitale mondiale del jazz. Puro, senza contaminazioni, ortodosso. Di acqua ne è passata sotto i ponti, da quando, agli inizi degli anni Settanta, prendeva forma questa inedita manifestazione musicale a connotazione e diffusione regionale – inizialmente – per poi approdare esclusivamente nel capoluogo umbro. Nei primi anni di Umbria Jazz tutti i concerti erano gratuiti. Migliaia di persone di ogni età si accampavano a Perugia lungo Corso Vannucci inneggiando alla gratuità della musica e scontrandosi sia con i borghesi e pacifisti locali che con i veri appassionati del jazz. Ma poi qualcosa è cambiato. Una metamorfosi inevitabile, anche per stare al passo con i tempi. E così ai concerti gratuiti si sono affiancati quelli a pagamento, ampliando inevitabilmente la varietà dell’audience. Ma il mutamento ha coinvolto anche altri aspetti, soprattutto di carattere musicale. La manifestazione è uscita sovente dai binari standard del jazz, sconfinando su altri ritmi, dal blues, al gospel, dal soul al pop dal rock

al rythm ‘n blues, permettendo al pubblico di Umbria Jazz di poter ammirare le performance di personaggi di fama mondiale quali Elton John, Carlos Santana, Eric Clapton, Sting, Simply Red e James Brown. Solo per citarne alcuni. Oggi Umbria Jazz è un brand di caratura internazionale. La punta di diamante del jazz italiano, un esempio positivo, un modello da emulare per la sua capacità di innovarsi, di adattarsi ai mutamenti sociali ed economici, un camaleonte in grado di attrarre un numero sempre crescente di appassionati del jazz, addetti ai lavori o semplici visitatori. Con la sua versione invernale che si realizza a Orvieto, con la sua proiezione oltre oceano, dove tra l’altro, in occasione dell’anno della cultura italiana in America, sono stati promossi jazzisti italiani a New York, Boston e San Francisco, con la sua presenza nella capitale e a Milano per lo “Spazio Umbria”, il brand UJ può ormai classificarsi come un vero marchio tutto italiano, capace di coniugare, in un unico contenitore, e con una sinfonia perfetta, la musica, l’arte, l’enogastronomia, la moda e il design. E allora Buon Compleanno Umbria Jazz. Cento di questi giorni. Prosit!

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EVENTI

IL FESTIVAL DEI DUE MONDI A Spoleto si celebra il connubio tra la cultura italiana e quella americana in una kermesse dove teatro, danza, musica e opera la fanno da padrona a cura della REDAZIONE

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iunge alla sua 56esima edizione il prestigioso e internazionale Festival dei Due Mondi di Spoleto. Teatro, danza, musica e opera si alternano sulla scena della manifestazione, che dal 1958 porta in Umbria artisti e celebrità di fama mondiale. Si tratta di un punto d’incontro tra la cultura italiana e americana, confermando l’intuizione originale del suo fondatore, il maestro Gian Carlo Menotti. Numerosi sono gli eventi e gli ospiti di livello che per diciassette giorni, fino al 14 luglio, rendono Spoleto capitale dell’arte in tutte le sue forme, con le più raffinate ed importanti iniziative culturali di tutta la Regione. Sono previsti innumerevoli spettacoli: eventi legati a svariate discipline artistiche, che vanno dai concerti sinfonici e

lirici ai balletti, dal teatro a pièce di poesia e prosa. Gli spazi e gli scorci architettonici che la città umbra offre, contribuiscono a creare ancora di più un dualismo tra arte antica e contemporanea, tradizione e avanguardia. In un’armonia unica nel suo genere. La manifestazione, inoltre, vuole celebrare nella bellissima Piazza Duomo il bicentenario della nascita di due dei più grandi compositori di tutti i tempi, Giuseppe Verdi e Richard Wagner: sarà infatti proprio il “Verdi Wagner Gala” diretto dal maestro James Conlon, con la Filarmonica della Scala a chiudere il Festival. Le caratteristiche principali di questa edizione sono quindi l’originalità e la creatività degli spettacoli, ricercando una fusione di elementi moderni e tradizione classica. 15


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Festa della Repubblica italiana a Montecarlo

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AGENDA a cura di RITA VALLETTI CAPOLAVORI in VALTIBERINA 1 luglio - 3 novembre Città di Castello, Sansepolcro, Monterchi, Anghiari

TRASIMENO BLUES FESTIVAL XXXI EDIZIONE 18 - 20 luglio Lago Trasimeno (Pg)

ARMONIE d’ARTE 1 luglio - 31 agosto Montefalco (Pg)

MONTELAGO CELTIC FESTIVAL 2013 2 - 3 agosto Colfiorito (Pg)

www.piccoligrandimusei.it

www.montefalcoinarte.it

www.trasimenoblues.it

www.montelagocelticfestival.it

EMILIO GRECO. OPERA SACRA 4 luglio - 3 novembre Museo dell’Opera del Duomo Orvieto (Tr)

UN CASTELLO ALL’ORIZZONTE 6 luglio - 28 settembre Postignano (Pg)

RAFFAELLO e PERUGINO 5 luglio - 20 ottobre Perugia (Pg)

ANTONIO CANOVA AD ASSISI 10 agosto 2013 - 6 gennaio 2014 Assisi (Pg)

www.collegiodelcambio.it

www.comune.assisi.pg.it

UMBRIA JAZZ 13 5 - 14 Luglio Perugia (Pg)

MOSTRA MERCATO NAZIONALE XIII LIBRO ANTICO E DELLA STAMPA ANTICA 30 agosto - 1 settembre Città di Castello (Pg)

www.museomodo.it

www.umbriajazz.com

www.borgodipostignano.com

www.cdcnet.net GUBBIO SUMMER FESTIVAL 20 luglio - 6 agosto Gubbio (Pg)

TODI FESTIVAL 23 agosto - 1 settembre Todi (Pg)

www.gubbiosummerfestival.it

www.todifestival.it

CLARINET FEST 24 - 28 luglio Assisi (Pg)

FESTIVAL delle NAZIONI 27 agosto - 7 settembre Città di Castello (Pg)

www.comune.assisi.pg.it

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www.festivalnazioni.com



Weekend News A

Musica e arte andranno a braccetto durante l’estate umbra. Ci invitano a scoprire gli antichi borghi e a occupare le spettacolari piazze. I più audaci e curiosi potranno senz’altro raggiungere i borghi-castello o antiche città alla riscoperta di usanze medievali dal sapore sempre magico. Arte che s’intreccerà a un inconsueto utilizzo del vino durante il singolare evento torgianese de “I Vinarelli” durante la settimana del Ferragosto. Un’estate senza posa che seduce chiunque e ci ricorda come l’Umbria sia da sempre una tela di usanze dalla folta trama e dai colori brillanti LAURA PATRICIA BARBERI

BORGHI DEL territorio di Marsciano 05 luglio - 10 agosto Musica per i Borghi 2013. Festival dedicato alla musica con interpreti nazionali ed internazionali nei borghi del territorio di Marsciano. Novità dell’edizione 2013 il concerto di chiusura ad Assisi in piazza San Rufino.

PERUGIA / 19 - 20 luglio L’Associazione “Meravigliarti in Umbria” promuove forme di turismo alternativo e partecipativo con il desiderio di aprire i luoghi nascosti. Nell’ambito dell’omaggio al ‘900 perugino, Sabato 20 Luglio alle 10,30, l’associazione propone una visita guidata ai luoghi del liberty della città. 20

Per l’occasione si apriranno le porte di Palazzo Cesaroni, che conserva all’interno il maggiore ciclo di affreschi in stile liberty a Perugia, realizzati da Annibale Brugnoli e Domenico Bruschi. La prenotazione è obbligatoria. Per info: meravigliarti.inumbria@gmail.com. Tel. 347-6052993.

Tutti i concerti sono gratuiti. L’appuntamento clou è il live di Fiorella Mannoia il 3 agosto. Spazio anche ai giovani di X Factor con tanto di Chiara, vincitrice dell’edizione scorsa, sul palco. www.musicaperiborghi.it


Poggio di Otricoli / 20 - 21 luglio Poggio di Otricoli (Poggio di Mezzo), situato sotto il Monte S. Pancrazio è un piccolo ma delizioso paese affacciato sulla valle del Tevere e sull’alta Sabina. Durante l’evento “Giornate Medievali” (dal 19 al 21 Luglio) il Castello di Poggio di Otricoli torna indietro nel tempo per far rivivere le atmosfere e le tradizioni medioevali. Dopo aver barattato il “vil” denaro di oggi con quel-

lo stampato per l’occasione, i visitatori potranno passeggiare sulle vie del borgo animato dagli incontri con gli antichi giochi, i duelli in costume, i musici, gli sbandieratori, i falconieri, gli artigiani. Fino a notte inoltrata verranno promosse, lungo le vie, nelle piazzette, nelle piccole terrazze e nelle cantine, gli antichi usi e i costumi del borgo, le esibizioni e gli spettacoli.

CITTà DELLA PIEVE / 10 - 11 agosto Dall’8 al 19 agosto si svolge a Città della Pieve il Palio dei Terzieri, cerimonia rinascimentale preceduta da un corteo di figuranti in costume. Le radici storiche della manifestazione risalgono al XV secolo, quando i Terzieri di Città della Pieve decisero di emulare il Palio di Siena e così introdussero una “Caccia al Toro” di possente razza Chianina. Il 18 Agosto i Terzieri ri-

evocheranno l’antica Caccia del Toro sfidandosi al tiro dell’arco su sagome mobili in forma di toro chianino, collocate su una pedana circolare. Precede la sfida un Corteo Storico di circa 700 figuranti ispirato al più grande figlio di Città della Pieve Pietro Perugino. Durante i festeggiamenti saranno in funzione le caratteristiche Taverne dei Terzieri. www.paliodeiterzieri.it

TORGIANo / 19 - 20 agosto Torgiano è rinomata per i suoi vigneti e cantine di pregio. Non poteva tenersi che qui l’appuntamento annuale de “I Vinarelli”, originale iniziativa artistica che coniuga con singolarità arte e vino. Ed è proprio con il vino che si diluiscono i colori dei vivaci quadri, frutto della vivida fantasia degli artisti presenti. Quest’anno saranno realizzati il 19 Agosto nell’ambito dell’Agosto Torgianese (7-19

Agosto). www.vinarelli.it. Con l’occasione vi consigliamo la visita al Museo dei Vino di Torgiano, nato da un’idea di Giorgio Lungarotti e curato dalla moglie Maria Grazia Marchetti, situato nel seicentesco palazzo Graziani Baglioni, e considerato una meta imprescindibile per quanti – amanti dell’arte, della cultura e del buon vivere – desiderino conoscere e approfondire la storia e la civiltà del vino. 21


CONTEMPORANEITÁ E DESIGN

L’ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO TRA PARCHI E GIARDINI IN UMBRIA Dai giardini all’italiana ai giardini dell’architetto Porcinai ALESSIA MENCARONI

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e ville e le grandi residenze di campagna caratterizzano il nostro paesaggio, costituendo un vasto patrimonio storico-artistico a testimonianza di una specifica forma insediativa profondamente legata alla conservazione e allo sviluppo del paesaggio rurale, ed oggi eredità dei più importanti ed interessanti esempi di architettura paesaggista. La mia “passeggiata narrativa” parte da uno dei giardini all’italiana più significativi dell’Umbria, quello del Castello Bufalini, nella città valtiberina di San Giustino terminato nel 1487. Il giardino in stile italiano è il risultato delle trasformazioni nella prima metà del XVIII secolo. Si caratterizza per la suddivisione in sette spazi originali collegati da sentieri che consentono il passaggio dal giardino triangolare al labirinto con le sue alte siepi di bosso, dalle aiuole di rose ai lecci della “ragnaia”, dal voltabotte di alloro al giardino di fiori con la fontana ovale al centro. Il parco è ricco di fontane ed è attraversato dal canale aperto che le lega, ricordando il sistema di irrigazione romano solcato, detto “a porche”. Di pregio è il parco di Villa Fidelia a Spello. Il complesso, caratterizzato da un’importante stratificazione storica, fu costruito sui resti di un santuario appartenente ad un insieme sacrale di epoca

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Parco di Villa Fidelia, Spello

classica. Ma sono gli elementi esterni alla villa a costituire l’aspetto più rilevante del complesso. Il giardino barocco a cui si accede dal cancello principale, si sviluppa su un piano inclinato suddiviso in terrazzamenti collegati tra loro da scalinate e fontane, e cinto ai lati da doppi filari di cipressi. In fondo si trova la scalinata di accesso al parco e la duplice corona di lecci. Subito sopra, bordato da filari di cipressi e pini marittimi, si apre il parco di lecci. Uno dei parchi storici più importanti in Umbria è infine quello della Villa Paolina a Porano, detta anche “del crognolo”, per l’abbondanza di arbusti selvatici e di cornioli. L’esuberanza arborea del parco la nasconde alla vista, ma al tempo stesso ne costituisce una peculiarità.Il viale principale, definito da


Roof-garden ex uffici Ellesse

Parco di Villa Paolina, Porano

Parco della Villa di Isola Polvese

siepi, si allarga in un piazzale ellittico ornato da una fontana e da due cedri secolari e prosegue aldilà del corpo della villa in quattro file parallele di cipressi secolari. Con esso s’interseca tutta la serie di viali ortogonali che si allungano fino al limite del parco. Oltre al giardino all’italiana settecentesco si è aggiunta, nella parte nord orientale, la sistemazione ottocentesca a parco “all’inglese”. Pietro Porcinai, tra i più importanti paesaggisti italiani del Novecento, ha progettato in Umbria oltre 50 giardini, e nell’excursus panoramico e temporale dell’architettura del paesaggio nella nostra regione, è interessante menzionare quei giardini dove è ancora leggibile il progetto del paesaggista toscano, nonostante il tempo trascorso. Il Parco della Villa di Isola Polvese è uno degli esempi più significativi del Porcinai in cui applica la sua idea dei giardinipaesaggio, cioè quei giardini nei quali l’uomo sembra non aver fatto nulla. Altre importanti realizzazioni dell’architetto sono per i giardini delle residenze private di villa BuitoniSaccomandi, villa Petrini-Balsamo e di villa Margaret di Leonardo Servadio; in ciascuna vi è una corrispondenza pressoché totale tra il progetto di Porcinai e la realizzazione. è proprio Servadio a commissionare a Porcinai la sistemazione paesaggistica dell’area degli uffici dell’Ellesse e il roof-garden dell’edificio di nuova costruzione, uno degli elementi significativi e originali del progetto, che si sviluppa sull’intero perimetro dell’edificio.

Giardino di Castello Bufalini, San Giustino 23


RESIDENZE STORICHE

Palazzo della Penna a Perugia, scrigno e fortezza a difesa della cultura L’edificio oggi è trasformato in un Centro di cultura contemporanea, spazio poliedrico e vitale in cui si svolgono esposizioni ed incontri letterari GIULIO SIENA

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i proprietà della Famiglia degli Arcipreti della Penna, feudatari di Penna, località appartenente alla diocesi di Amelia, il palazzo cinquecentesco denuncia chiaramente la sua duplice identità di struttura militare difensiva e la sua trasformazione a pregevole residenza gentilizia. Il primo documento attestante la casata degli Arcipreti è del 1260 dove si annovera un consigliere della porta di Sant’Angelo. La famiglia vanterà cavalieri dell’ordine di Santo Stefano, membri della magistratura e della mercanzia

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cittadina, docenti universitari, prefetti, priori e abati. Gli Arcipreti s’imparentarono con illustri famiglie quali gli Orsini, i Montesperelli, i Montevibiano (Vibi). Tra i membri della famiglia spiccarono Ascanio, nominato nel 1664 generale dell’arsenale di Pisa, e Fabrizio della Penna Crispolti noto collezionista di opere d’arte. E’ con il fervore....É con il fervore edilizio e l’assorbimento di frammentate proprietà immobiliari che fu innalzato il palazzo su un’antica area occupata da un anfiteatro romano ancor oggi visibile. A ridos-


so dell’antica via Regia e ”incollato” all’Arco dei Vibi, il palazzo dialoga con mirabili preesistenze quali San Domenico e Sant’Ercolano. Il muro a scarpa, dovuto all’accidentalità orografica del terreno, e il possente bastione s’impongono come elementi iconografici della residenza. Un tempo intimamente connesso con la tenaglia della rocca paolina farnesiana, oggi, invece, il palazzo manifesta, con la sua irregolare volumetria, una riconoscibile identità. La stratificazione di epoche storiche distinte, la sua doppia anima militare e gentile, gli affreschi ottocenteschi con scene tratte dal mito di Paride lo elevano a prestigiosa residenza di città. Si deve all’ Arch. Minissi il progetto di trasformazione dell’immobile a sistema museale improntato alla massima flessibilità e reversibilità degli allestimenti, nonché la realizzazione della singolare scala nel cortile centrale. Dal 2002, infatti, il palazzo ospita un ricco

patrimonio di opere d’arte, tra cui spiccano la raccolta del maestro Gerardo Dottori e le lavagne del tedesco Joseph Beuys, oltre alla collezione Martinelli che custodisce opere di Pietro da Cortona e Gian Lorenzo Bernini. Bagnato meravigliosamente dalla luce, palazzo della Penna si affaccia a meridione su quell’area di transito, crocevia di strade e percorsi che si lanciano verso la periferia, e sembra come aver rubato quell’energia creativa propria di tali spazi, diventando oggi un vero centro di cultura contemporanea, spazio poliedrico e vitale in cui si svolgono esposizioni ed incontri letterari. 25


BORGHI

UMBRIANO: IL PAESE FANTASMA Secondo la tradizione, il borgo è il primo nucleo abitativo dell’Umbria nonché il primo insediamento stabile dell’antico popolo degli Umbri, da cui prende il nome ALESSIO PROIETTI | fotografie di Erik Pettinari

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ascino, silenzio e paesaggio naturale che lentamente si riappropria degli spazi: questa è la possibile immagine di una ghost town. Un luogo abbandonato che nasconde tra i ruderi una storia. Quando le ragioni che hanno spinto l’uomo a fondare una città vengono meno o ci si imbatte in fattori come catastrofi naturali, guerre, isolamento, mancanza di attività economiche o naturali, può insorgere il processo migratorio verso altre località ed il conseguente abbandono. L’ultima famiglia che lasciò Umbriano sessanta anni fa fu attratta dalla città industriale. Questo borgo fortificato ubicato nel comune di Ferentillo (Tr) è, secondo tradizione, il primo nucleo abitativo dell’Umbria nonché il primo insediamento stabile dell’antico popolo degli Umbri, da cui prende il nome. La sua fortificazione avvenne all’alba del IX secolo, subito dopo l’invasione saracena dell’Umbria; grazie ad una posizione dominante, inespugnabile,

serviva insieme alla rocca di Ferentillo, a difendere l’abbazia di San Pietro in Valle (storico monastero convertito oggi in residenza alberghiera). Umbriano ora, come un tempo, non è raggiunto da strade carrabili, ma solo da percorsi rurali praticabili a piedi o a cavallo. È costituito da una trentina di edifici risalenti in gran parte al quindicesimo secolo, disposti seguendo l’andamento del pendio roccioso. Completano la suggestione la porta ogivale, i bastioni, l’emblematico cassero e la piccola chiesa che tenta di proteggere quel che resta degli affreschi dell’allievo del Perugino, Giovanni di Pietro detto Lo Spagna, di cui alcune opere vengono custodite nei Musei Vaticani, al Louvre e nella National Gallery di Londra. Dopo decenni di silenzio, Umbriano qualche anno fa fece parlare di sé, quando nei media locali si gossippava della potenziale vendita dell’intero paese a facoltosi acquirenti: tra gli indiziati si leggevano nomi del calibro di Michael Schumacher e Richard Gere. Oggi il leggendario borgo è ancora fantasma, ma nell’aria si percepisce la volontà di un ritorno alla vita. Chissà se ad abitarlo saranno campioni dello sport o divi di Hollywood… o forse i nipoti di quell’ultima famiglia che, attratti dalla vita nella natura, lasceranno quel che resta della città industriale.

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ARTE

IL SANTUARIO DELLA MADONNA DELL’ACQUASANTA A PIEDICOLLE: UN SIMBOLO DI RELIGIOSITÀ POPOLARE Oltre l’arte il ricordo di una civiltà profondamente legata alla terra e all’acqua NOEMI FURIANI

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n una regione di santi e luoghi di culto dalla storia plurisecolare quale la nostra, lo studio dei santuari si è rivelato un utile strumento per indagare le modalità attraverso cui le comunità hanno costruito, reimpiegato o reinventato i luoghi più idonei alle loro esigenze religiose ed esistenziali. Bisogna precisare che non tutti gli edifici di culto sono dei santuari. Solo di rado le chiese parrocchiali o conventuali hanno diritto a questo nominativo, in quanto, di solito, non vi si trovano la tomba o le reliquie di un santo particolarmente venerato e non vi si verifica il pelle-

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grinaggio annuale che costituisce il criterio minimo e indispensabile perché si possa parlare di un santuario. Alcuni dei santuari umbri sono famosissimi, ad esempio quello di Assisi, luogo di incontro universale, ma la stragrande maggioranza di essi godono di una fama regionale o locale e non sono per questo meno interessanti dei grandi. Emerge in Umbria una preponderante presenza di santuari mariani, la maggior parte costruiti fra il XV e il XVIII secolo. Alcuni santuari sono sorti con funzioni terapeutiche e apotropaiche, altri con finalità di pacificazione tra comunità


confinanti. Ce ne sono diversi legati a polarità economiche (fiere, commercio), alla fecondazione, fino ai santuari “de repit”, dove i genitori portavano i bambini morti prima di essere stati battezzati. A riprova del fatto che l’Umbria è una “terra d’acqua” molti sono i santuari mariani eretti per celebrare i miracoli legati all’acqua. Tra questi il santuario della Madonna dell’Acquasanta a Piedicolle, nel comune di Collazzone. Il santuario si trova lungo il fosso dell’Acquasanta, poco distante dal fiume Tevere, in un’area che per secoli ha rappresentato un’importante zona di confine fra il comune di Todi e quello di Perugia. La chiesa, chiamata anche Madonna del Piano (dall’area semipianeggiante dove sorge) o anche del Pegno (con richiamo alla speranza e alla riconoscenza dei devoti) sorse con molta probabilità intorno a un’edicola contenente un affresco, databile alla prima metà del XVI secolo, rappresentante la Vergine in trono che sostiene il Bambino che, in piedi, è intento a giocare con il piccolo san Giovanni che gli porge un cardellino. Tra i santi che affiancano la Vergine S. Sebastiano e S. Rocco, la cui presenza denota una probabile funzione dell’edicola contro il flagello della peste, che tra il 1522 e il 1529 era drammaticamente giunta in diocesi di Todi. L’affresco venerato è stato attribuito ad un artista locale di discreto valore che mostra alcune affinità stilistiche con il pittore perugino Domenico Alfani (pri-

ma metà del XVI secolo): l’idea generale della composizione, risulta abbastanza raffinata e potrebbe essere dovuta ad un giovane artista della cerchia alfanesca, chiamato a lavorare in “provincia”, magari dopo aver visto qualche opera del pittore toscano Rosso Fiorentino che proprio nel 1527, di ritorno da Roma, fu ospite a Perugia di Domenico Alfani. Fino ad alcuni decenni fa era conservata all’interno del santuario una ricca collezione di ex voto, oggi purtroppo quasi completamente dispersa. Due grandi affreschi che decorano le pareti laterali del presbiterio ricordano un’altra specializzazione protettiva del santuario, quella di difesa dalla forza delle acque del fiume Tevere che scorre a poca distanza dal santuario e che più volte nel corso dei secoli, in particolari circostanze climatiche, ha causato con le sue piene l’inondazione della vallata. Quello di sinistra in particolare raffigura un carro di buoi sulla vallata inondata dal fiume, mentre quello di destra raffigura una zattera di legno in mezzo alle acque sulla quale ha trovato riparo un’intera famiglia di contadini. 29


PERSONAGGIO

MARCO SCOLASTRA, UN PIANISTA D’ECCEZIONE NEL PANORAMA INTERNAZIONALE a cura di MARIO TIMIO

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entile, affabile, misurato nelle parole, signorile nei modi, forma fisica perfetta nella sua giovanile immagine, Marco Scolastra è l’artista che ognuno di noi vorrebbe come amico da frequentare, è il pianista che ti fa sognare nelle sue polivalenti interpretazioni, nelle sue superbe esecuzioni. Mi riceve casual nel suo ordinato studio, come ordinate sono le note che escono vibranti dal suo smisurato repertorio pianistico. Senza tanti preamboli, entro nel cuore dell’intervista partendo subito dal suo presente che segna una recente registrazione in Vaticano di Richard Wagner in occasione del secondo centenario della sua morte. Mi parla con grande aspettativa della prossima tournée di concerti in Scozia con la Scottish Symphony e di esecuzioni soliste a Londra. Poi è impegnato a Matera al 3° Festival di Materadio. Mi piace l’entusiasmo e la passione che pone in ogni sua descrizione, che è la stessa che alimenta le sue esecuzioni. Il tutto coniugato con grande naturalezza che sfiora la modestia. Ma la modestia non è propria dei grandi? E la grandezza di Scolastra emerge gradualmente quando le domande si concentrano sulla sua attività pianistica, partendo dai successi più recenti. Da sempre appassionato e sostenitore della musica del Novecento, parla delle va-

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rie prime esecuzioni assolute e italiane, Naufragus di Maurizio Boriolo, Concerto per due pianoforti di Darius Milhaud. Sue esecuzioni e registrazioni sono state trasmesse da emittenti nazionali (Rai2, Rai Radio1, Rai radio 3,


Filodiffusione Canale5) e estere Radio Klarabelgio). Ha registrato anche per Stradivarius e Rai International. Mi racconta che dal 1993 costituisce un duo pianistico con Sebastiano Brusco con il quale ha inciso, tra l’altro, per la casa discografica Phoenic il CD Colori e Virtuosismo del Novecento Italiano. Quando gli chiedo come sia nata la collaborazione con Elio Pandolfi nell’attività concertistica e nelle prestazioni musicali come voce recitante, gli si illuminano gli occhi tanto tiene a questa simbiosi artistica: “Casualmente, dopo aver dato un concerto insieme mi chiede se ero disposto ad entrare nella sua orbita musicale e culturale. Aderisco subito ed è stata una delle mie più grandi fortune artistiche in un’avventura che dura dal 2000, poiché Pandolfi è un grande personaggio dall’entusiasmo trascinante giovanile in un corpo di 87 anni. Con lui ho fatto oltre 200 concerti ed insieme operette e spettacoli partendo anche da realtà locali come “Le Vispe Terese” del folignate Luciano Cicioni. All’insegna del divertimento e del piacere”. A pioggia ma sempre con grande modestia, mi rende edotto delle sue esibizioni come solista e in formazioni cameristiche in enti musicali italiani che vanno dal Todi Festival all’Accademia Filarmonica Romana, dall’Auditorium Verdi di Milano al Teatro Regio di Parma, dal Petruzzelli di Bari alla Fenice di Venezia, dal Festival dei due Mondi di Spoleto al Teatro Comunale di Bologna, tanto per citarne alcuni. All’estero credo che non ci sia struttura musicale che non abbia goduto ed apprezzato le note pianistiche di Scolastra. Mi parla con grande entusiasmo delle tournée musicali in Polonia e del calore umano dei suoi abitanti con il quale hanno avvolto le note musicale e la figura del Maestro. “Calore che contrasta con la freddezza dei russi, ma che fa pendant con la dolcezza del popolo giapponese che ascolta con devozione che è quasi liturgia”. Ma la parte dell’intervista che più mi ha colpito è quella relativa all’affetto e alla gratitudine di Scolastra verso i propri insegnanti. Sentimenti oggi rari, specialmente

da parte di chi è salito molto in alto nella scala dei valori professionali. Ricorda la sua prima “maestra” Liliana Gubbini di Spello, che gli inoculato l’amore per il pianoforte che è in sintesi il far emergere una passione da sempre presente nel giovane Scolastra. Ed è stata Gubbini ad indirizzarlo ad Anna Rosa Taddei, grande pianista di Roma. “Con lei ci sono state la svolta e la metamorfosi della mia vita. O si studia seriamente o si ritorna al paesello, amava lei ripetere. E lei effettivamente mi ha dato modalità e stile per affrontare la musica, con eleganza e grazia, sobrietà sincera alla scoperta di verità che nascono dal cervello e dal cuore prima di giungere alle dita. Un giorno mi rimproverò di essere aumentato un chiletto. Un artista che si presenta al pubblico non può permetterselo per sé e per il rispetto di chi ascolta. Che stile! Ho cercato sempre di far tesoro del suo rimprovero”. Mi parla con entusiasmo dei suoi successivi professori sia al conservatorio Morlacchi di Perugia che all’Accademia Chigiana di Siena così come ai successivi corsi di perfezionamento. Ma la mia impressione è che il pathos e la mozione di affetti coniugati ad una grande professionalità trasmessi da Anna Rosa Taddei siano rimasti e rimangono i più coesi nell’animo di Marco Scolastra. Un pianista di grande rilevanza nazionale e internazionale, di comprovato successo di cui sentiremo parlare o meglio delle cui note musicali continueremo a far godere il nostro cervello e la nostra anima. Grazie Marco e ad maiora.

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10 ANNI DI MISS CONTINUA CON GRANDE ENTUSIASMO LA RUBRICA “10 ANNI DI MISS UMBRIA” NATA CON L’INTENTO DI DAR VOCE ALLE RAGAZZE CHE HANNO VISSUTO L’ESPERIENZA DI MISS ITALIA CON LE LORO SPERANZE, ASPETTATIVE, AMBIZIONI E UN PIZZICO DI CURIOSITÁ a cura di CARLO TIMIO

2006: MARTINA SILVESTRI Come sei arrivata alle selezioni di Miss Umbria? “Alle selezioni di miss Italia sono arrivata grazie a una collega di lavoro che aveva trovato in una pizzeria il coupon per partecipare al concorso. Lo ha compilato a nome mio, lo ha spedito e qualche giorno dopo mi ha avvisata “se ti chiamano quelli di Miss Italia, sappi che sono stata io!”. Cosa ricordi di quell’esperienza? “A distanza di anni quando penso al concorso di Miss Italia e alla mia partecipazione ho sempre la vaga impressione di aver fatto il militare al femminile! E poi penso che ha aggiunto cose positive alla mia vita, perché oltre al fatto che vincere la fascia di “prima miss” della propria regione, per una ragazza sia sempre una bella cosa. A me personalmente ha lasciato ottime conoscenze; a distanza di anni (ben 7) continuiamo a frequentarci con le ragazze della mia regione che hanno partecipato insieme a me”. Di cosa ti occupi oggi? “Oggi quello di cui mi occupo è ben altro. Lavoro nella sanità, anche se mi

piacerebbe dedicarmi con più impegno alla naturopatia, intanto studio”. Quali sono i tre oggetti che hai nel comodino? “Sul mio comodino ci sono molte cose, ma quelle che non toglierei mai sono: una piccola statuetta rappresentante la Madonna di Lourdes, un’altra che raffigura la testa di un Buddha e una drusa di cristallo ametista che favorisce i sogni”. Dolce o salato? “Assolutamente salato”. Casual o elegante? Per le mie giornate dato che vivo in campagna, preferisco sempre un abbigliamento casual. L’ultimo libro che hai letto? “Sto leggendo un libro sulle vaccinazioni, che ha scritto il papà di una mia amica, il quale per una scelta consapevole non ha vaccinato i suoi tanti figli e dopo anni e anni di battaglie legali, concluse con un niente di fatto, ha pubblicato un libro interessante Vaccinazioni, il rovescio della medaglia di Paolo Bigatti. Io ancora non ho figli, ma non si mai, meglio arrivare preparati”. Qual è il tuo sogno nel cassetto? “Non ho grandi sogni, per il semplice fatto che la mia vita è già bellissima, ho tutto quello di cui ho bisogno e soprattutto uno splendido rapporto con me stessa”.


2005: ELISA GIGLIO Come sei arrivata alle selezioni di Miss Umbria? “Nell’estate del 2005 ho deciso di fare qualche sfilata per puro divertimento. Poi in un secondo momento ho scoperto che era la strada giusta per partecipare a Miss Italia. Mi aveva da sempre intrigato poter partecipare a un concorso di bellezza. Sono stata incoronata Miss Umbria con mia grande gioia e un po’ di stupore”. Cosa ricordi di quell’esperienza? “Ricordo un susseguirsi di emozioni, sentimenti, soddisfazione, adrenalina. Il mese a Salsomaggiore Terme è stato bellissimo e divertente, anche se un po’ faticoso tra mille prove per le dirette tv e tante alzatacce”. Di cosa ti occupi oggi? “Attualmente collaboro con diverse testate e riviste sia cartacee che online”.

Quali sono i tre oggetti che hai nel comodino? “Sono molto ordinata, nel mio comodino tengo pochi oggetti tra cui la sveglia, lo stereo e alcune foto di quando ero piccola”. Dolce o salato? “Decisamente dolce. Mi piace molto il cake design e così per il mio ultimo compleanno ho deciso di farmene fare una, e tra le tante scelte, ho optato per una torta a forma di borsa Chanel”. Casual o elegante? “Mi piace vestire in entrambi i modi, anche se preferisco indossare sempre qualcosa di elegante”. L’ultimo libro che hai letto? “In questo periodo sto leggendo Innamorarsi a Notting Hill di Ali Mc Namara, una storia incantevole, romantica e divertente dove il confine tra realtà e finzione si fa labile. Io sono una grande appassionata di cinema e questo libro fa davvero al caso mio”. Qual è il tuo sogno nel cassetto? “Credo che il mio sogno nel cassetto sia il classico desiderio di tutte le ragazze. Sposarmi con la persona che amo, avere una famiglia e dei figli con lui”.


PARLA L’ESPERTO

Torna in auge l’istituto della mediazione civile Elisabetta Bardelli

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tornata in scena, seppur cambiata d’abito, la tanto discussa mediazione obbligatoria, introdotta con D. Lgs. n. 28/2010 e dichiarata incostituzionale dalla Consulta con sentenza del 6.12.2012, n. 272. Del resto, com’è noto, la Corte Costituzionale ha censurato il carattere obbligatorio della mediazione esclusivamente sulla base di un eccesso di delega, lamentando la mancanza della necessaria copertura nella Legge n. 69/2009. L’istituto torna ad essere, così, condizione di procedibilità dell’azione giudiziaria, costringendo la parte che voglia agire in giudizio a tentare la mediazione civile, per una serie di materie, tra le quali non compare più la responsabilità da circolazione di veicoli e natanti. Ma le novità rispetto alla disciplina precedente non finiscono qui. Nel tentativo di superare quelli che erano stati additati come i principali difetti dell’istituto, sono state infatti inserite una serie di modifiche volte principalmente a ridurne i costi e la durata. Viene introdotto un incontro preliminare informa-

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tivo e di programmazione del mediatore con le parti, di costi massimi contenuti, volto a verificare la concreta possibilità di comporre bonariamente la controversia. La mediazione diviene interamente gratuita per tutti i soggetti che, nel corrispondente giudizio, hanno diritto all’ammissione al gratuito patrocinio. La nuova normativa riconosce poi un ruolo di primo piano alla figura dell’avvocato. Ed infatti gli avvocati che esercitano la professione vengono considerati mediatori di diritto ed è previsto che il verbale di accordo, per essere omologato e divenire titolo esecutivo, debba essere firmato da tutti gli avvocati che assistono le parti. La durata massima della mediazione viene ridotta da quattro a tre mesi, decorsi i quali, il processo potrà essere iniziato o proseguito. L’istituto, seppur riveduto e corretto, vedrà quindi nuova luce e non ha tardato a far risorgere antiche polemiche e diffidenze, sulla opportunità delle quali soltanto il tempo la sperimentazione potranno dare una risposta significativa.


DISCOVERY

CERRETANI E CIARLATANI: UNA STORIA UMBRA A DIFFUSIONE EUROPEA MARIO TIMIO

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hi dice ciarlatani dice Cerreto, chi dice cerretani dice Valnerina, chi dice Valnerina racconta una storia antica ma affascinante. I cerretani/ciarlatani fanno risalire la loro storia al XIV secolo, ma recenti reperti storiografici spostano la loro origine agli albori del secondo millennio. Qual’era il mestiere dei cerretani che hanno dato vita alla progenie dei ciarlatani? In Valnerina, a partire da Cerreto di Spoleto, Montesanto, Triponzo e Sellano, gli abitanti posti nella necessità di sopravvivere al difficile contesto sociale e all’avara natura del suolo, si sono inventati il mestiere di questuanti o elemosinieri per le grandi istituzioni ospedaliere, le quali, per salvaguardare l’assistenza, si rivolgevano ai cittadini non sempre i più abbienti. Ma questo mestiere, di per sè nobile, è degenerato a tal punto che il ciarlatano è finito per designare “chi sfrutta la buona fede altrui a proprio vantaggio”. I cerretani avevano il privilegio, concesso dietro pagamento, della Curia Romana di esercitare il diritto alla questua prima in Italia e poi all’estero (Francia, Austria, Inghilterra). Ma con il tempo la missione caritativa dei cerretani degenerò in iniziative volte a lucrare sulle indulgenze promesse per ottenere favori economici, sfiorando anche l’illegalità. C’è uno stupefacente elenco di proposte “mediche” dei cerretani, il cui contenuto e presentazione esprimono al meglio la trasformazione semantica in ciarlatani. Infatti la figura del ciarlatano si identifica sovente con quel medico

bravo a parole, meno nei fatti. Eppure ci sono testimonianze storiche elogiative dei ciarlatani i qual i quando la medicina annaspava nel nulla terapeutico loro hanno saputo dare conforto curativo e speranza di guarigione a molti umbri, a tanti italiani, a numerosi europei. E il noto scrittore Montesquieu annotava: “Al popolo piacciono i ciarlatani perché gli piace il meraviglioso, e le guarigioni rapide hanno del meraviglioso. Se il guaritore empirico e il medico hanno curato entrambi un malato, della sua morte il popolo assolverà l’empirico, che ama, e accuserà il medico”. Forse anche per questo, aver dedicato recentemente (grazie all’impegno di Luciano Giacchè) un Museo al ciarlatano nella sua città di origine, Cerreto di Spoleto, testimonia l’omaggio verso una popolazione che ha espresso – secondo lo storico Piero Camporanesi – “una storia della cultura delle classi inferiori, una storia che almeno in Italia è quasi tutta da scrivere”.

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VIP IN UMBRIA

TERENCE HILL

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ELEONORA ZEROLI

Senti affamato, ne ho ammazzati per molto meno di animali come te, ma se vuoi una croce con un nome sulla fossa dimmi come ti chiami”. “Mi chiamano Trinità”. Chi non ricorda l’abile e scaltro pistolero dagli occhi cerulei? Terence Hill (nome d’arte di Mario Girotti) iniziò a recitare già negli anni’ 50, notato, durante una gara di nuoto, dal regista Dino Risi; alla carriera di attore decise di affiancare gli studi in Lettere classiche, passione alla quale dobbiamo il suo nome d’arte Terence, in omaggio al commediografo latino Terenzio. Che non fosse affetto da divismo fu chiaro sin dal 1973 quando decise di allontanarsi dall’ambiente cinico e mondano di Hollywood, per trasferirsi con la moglie nelle vallate del Massachusetts continuando però a regalarci emozioni con numerose pellicole quali “..Altrimenti ci arrabbiamo!”, “Io sto con gli ippopotami” e “Nati con la camicia”, per citarne alcune. Oggi Terence risiede stabilmente nei pressi di Gubbio, dove dal 1999 recita nella fortunata serie tv “Don Matteo”. Terence si dice molto legato al personaggio del prete-detective trovando in esso l’anello di congiunzione tra la sua fede cristiana, la stessa che gli ha permesso di superare la tragica morte del figlio, e la passione per la giustizia e

la sfida che lo caratterizzava nei suoi celebri film western. La recente decisione della produzione di spostare le riprese della serie tv da Gubbio a Spoleto, ha dispiaciuto l’attore tanto da indurlo a scrivere in una lettera: “Sono tristissimo per questo cambiamento, credo, dovuto a fattori economici.. Dopo 15 anni, la maggior parte dei quali trascorsi a Gubbio, lavorando e creando rapporti più che affettuosi con i suoi abitanti, non potrebbe essere diversamente. Questo legame non si può spezzare”. Come sua residenza umbra l’attore ha scelto la riserva naturale di Monte Cucco, uno straordinario polmone verde caratterizzato da grotte calcaree, faggi, aceri, castagni e popolato da scoiattoli, fringuelli ed upupe. “È la mia oasi di serenità, dove corro, vado in bici, mi godo il piccolo lago tra il verde; non credo che riuscirei a reggere i faticosi ritmi della fiction senza questa meravigliosa fonte di energia fisica e di ricarica interiore”, confessa in un’intervista alla rivista Famiglia Cristiana. E vedendolo oggi, seduto in un bar del borgo eugubino, sembra di udire la leggendaria colonna sonora di Ennio Morricone nel film “Il mio nome è nessuno”, si scorge sul suo volto quel sorriso beffardo e quella saggezza che gli facevano dire “ Il destino spesso lo si incontra proprio sulla strada presa per evitarlo”.

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BRIEFING CULTURALE a cura della REDAZIONE

Franco Venanti

Ha riscosso un grande successo la presentazione della mostra “Il bianco e il nero” di Franco Venanti. Il pittore riesce sempre a stupire con i suoi soggetti, anche in bianco e nero ove le forme vengono più nitide, le ombre diventano meglio stagliate e le sfumature conferiscono all’immagine potenza, armonia, bellezza. L’esposizione rappresenta una sfida del Maestro, tappa di congiunzione di un lungo e ricco percorso di riflessione. Il bianco e nero “si fanno strumento – come commenta Tiziana Bigardi – della percezione del reale che riconosce, sintetizza ed esprime concetti ed esperienza nella loro essenza naturale”.

Perugia verso

Siamo giunti in dirittura d’arrivo per la presentazione delle candidatura di Perugia a Capitale Europea della cultura 2019 fissata per il 20 settembre. La commissione esaminatrice dovrà valutare la “fotografia” culturale del capoluogo umbro e “i luoghi di Francesco”. Ma dobbiamo fare presto e bene. Le istituzioni non possono perdere un’occasione unica e irripetibile per mettere in mostra quanto di bello abbiamo in tema di cultura. É stato ribadito anche nel recente incontro istituzionale a Perugia volto a fare il punto sulle strategie da seguire per ottenere il successo europeo. É un evento che si deve trasformare in una vetrina, è “un grimaldello – è stato sottolineato – per fare un’analisi critica del passato” e per riformulare modelli nuovi di sviluppo economico, di crescita culturale e di riqualificazione del contesto economico. Con il contributo di tutti.

Sagra musicale

La 68° edizione delle Sagra musicale umbra che si articola in 14 serate nel mese di settembre ha per tema la Trasfigurazione. Diretta ed ideata da Alberto Batisti, la Sagra vuole essere, come ha sottolineato Anna Calabro, presidente della Fondazione Perugia musica classica, “un invito alla speranza e alla fiducia, in un momento difficile in cui sembrano prevalere divisioni e conflittualità”.Allora mai come ora, la musica è l’arte che meglio di altre manifestazioni umane riesce nel miracolo della trasfigurazione, così come rappresentata con le note del maestro Batisti in importanti sedi religiose e culturali dell’Umbria.

in bianco e nero

la capitale europea della cultura

umbra

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Campionato

Europeo e Mondiale classe Lightning 2013 Dal 5 al 14 giugno al Lago Trasimeno si sono svolte le regate del 27° campionato mondiale di Vela classe Lightning 2013. Hanno partecipato 54 equipaggi, di cui 7 italiani, per un totale di 162 atleti provenienti da 11 nazioni. La manifestazione ha offerto anche una ricca serie di eventi: serate musicali, spettacoli teatrali, escursioni alle città d’arte umbre e degustazioni enogastronomiche. L’assessore al Comune di Castiglione del Lago con delega allo Sport, Alessio Meloni, ha commenta con emozione “la perfetta riuscita della manifestazione, dimostrando con orgoglio che con la collaborazione di professionisti, come quelli del Club Velico Castiglionese, anche in Umbria si possono creare eventi di portata internazionale”.

Montesanto e il fascino della storia

“Qui si imbucano le lettere”. Banale indicazione se non risalisse al 1590 posta in un edificio pubblico di Montesanto, ridente ma fatiscente borgo della Valnerina, nei pressi di Sellano. La buca per lettere sottolinea l’importanza della fiorente comunicazione cartacea vigente a Montesanto nel Medioevo fino al XVI secolo e oltre. A che serviva? Feceva parte di quell’industria a forte base economica e pre-capitalistica ramificata in tutta

Europa che è la professione dei questuanti o elemosinieri per le grandi istituzioni ospedaliere. Una professione che rendeva molto, tanto che gli abitanti di Montesanto vivevano agiatamente e potevano permettersi comode abitazioni, di cui oggi rimangono solide testimonianze. Se vuoi immergerti nell’incantevole e affascinante storia dell’Umbria ed entrare nell’atmosfera del mistero e della leggenda, a Montesanto puoi trovare antiche strutture alternate ad incantevoli moderne abitazioni ove l’ospitalità è la regola e il relax assicurato.

Trompe l’Oeil L’inganno dell’occhio

Il 24 maggio scorso Rob Smeets ha sorpreso ancora Perugia proponendo nel suo tempio celebrato all’arte, le Gallerie dei Gerosolimitani, una nuova mostra-evento “Trompe l’oeil, l’inganno dell’occhio” visitabile fino al 15 settembre 2013. Le Gallerie sono all’interno dello splendido complesso della Casa della Commenda di San Luca dei Cavalieri dell’Ordine del Santo Sepolcro Gerosolimitano Laus Deo, in via della Sposa. In questa mostra 25 artisti europei, pittori e scultori italiani e stranieri, sono chiamati a reinterpretare un tema classico in pittura quanto suggestivo: quello del trompe l’oeil, creato per legittimare l’idea che “l’arte può spingersi tanto avanti da confonderci sui confini fra spazio reale e immaginario”. www.legalleriedeigerosolimitani.org

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NATURA

LAGO DI PILATO, UNA GEMMA INCASTONATA NEI MONTI SIBILLINI Collocato ad oltre 2000 metri di quota tra pareti strapiombanti e acque cristalline, nel “lago con gli occhiali” si riproduce l’unica specie al mondo di “gamberetto” rossiccio  Claudio Cattuto

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a qualunque parte ci si arrivi, il lago (o i laghi a seconda del periodo in cui si rechi) appare come una gemma incastonata. Ma come spesso accade per le cose più belle, la sua visione è riservata solo a coloro che intendano pagarne un discreto tributo in impegno fisico. Il lago sorge infatti a quasi duemila metri di quota, nel massiccio dei Monti Sibillini al confine tra Umbria e Marche. Anzi ad essere rigorosi esso è tutto nella provincia di Ascoli Piceno. Qualcuno lo ha ribattezzato il “lago con gli occhiali” perché nei periodi di maggior presenza a causa degli invasi complementari e confluenti esso assume una curiosa forma ad otto, quasi un simbolo di infinito. Le cime del Vettore che lo circondano con le loro pareti strapiombanti si specchiano nelle sue acque cristalline, per molti mesi dell’anno gelate. Eppure in queste acque gelide, vive e si riproduce un piccolo crostaceo rossiccio non più lungo di un unghia, che non ha simili in tutto il mondo. Venne scoperto nel 1954 dal Direttore dell’ Istituto di Botanica della Università di Camerino, Vittorio Marchesoni che lo rinvenne in una delle sue abituali “passeggiate” sui Monti Sibillini e da allora, in onore del suo scopritore, al piccolo “gamberetto” venne

assegnato il nome di Chirocephalus Marchesoni. Esso depone le sue uova in prossimità delle rive e queste si schiudono solo quando le condizioni climatiche lo permettono (È questo il motivo per cui è assolutamente vietato avvicinarsi alle sponde del lago). In anni particolari la quantità delle colonie del Chirocefalo è tanta che le acque assumono o assumevano una particolare colorazione rossastra. E forse questo ha dato origine alla leggenda che lega il questore romano a queste acque. Antoine de la Sale, scrittore e viaggiatore francese del XIV secolo, dopo aver effettuato una escursione nei pressi di Norcia, in un suo scritto riferisce di aver raccolto una leggenda secondo la quale Ponzio Pilato riportato a Roma da Tito Flavio Vespasiano fu fatto giustiziare ed il suo cadavere caricato su un carro trainato da due buoi o due bufali, lasciati libere di correre, arrivarono fino alla cima del Redentore (altra cima del massiccio del Vettore) e da qui precipitarono in fondo al burrone dove sorge il lago. Ma oltre che a Ponzio Pilato, o forse proprio a causa sua, questo luogo acquisì nel tempo una fama sinistra fino a farlo diventare luogo di convegni di maghi e streghe, di negromanti ed alchimisti che convenivano “ad lacum Sibillae” (altro nome del lago) per consacrare libri di magia. Per questa ragione e per lungo tempo le autorità religiose fecero erigere intorno al bacino dei muri a secco che ne impedissero l’accesso alle acque e a far porre come monito, all’imbocco della valle, una forca. Per altri ancora questo specchio d’acqua altri non sarebbe se non il lago di Averno da cui si entra direttamente nel mondo degli Inferi.Forse per tutti questi motivi il lago di Pilato esercita un forte potere attrattivo ed un grande fascino ed una escursione in questa parte di Italia diventa non solo uno splendido esercizio di trekking, ma anche e soprattutto un viaggio tra misteri antichi quanto il mondo. Lungo la ripida erta che vi porta alle sponde del lago potrebbe farvi compagnia lo spirito del Guerrin Meschino e se siete fortunati e ne siete degni potreste imbattervi anche in quella fantastica creatura chiamata Sibilla Appenninica. 41


TEMA 3 “SPAZI NATURALISTICI IN UMBRIA” TOP SELECTION

CONCORSO FOTOGRAFICO

LA GIURIA

VINCITRICE Castelluccio di Norcia - Fiorita by Laura Filippucci

Monte Tezio - Il Cane by Giuseppina Ballicu

Vince per l’emozione trasmessa dalle vivaci tinte cromatiche dei fiori e per la sinuosità delle forme collinari. La giuria apprezza la combinazione tra l’espressività del tappeto infiorato e la profondità dello spazio disegnato in lontananza. La foto vincitrice del terzo tema è lo scatto inviato da Laura Filippucci (da Perugia).

Montefalco - Vigna by Lucia Pucci

Isola Maggiore - Papaveri by Manuele Fabbriciani

Morro di Spoleto - Campagna by Luisa Paroli


UNA FOTO IN UMBRIA per la Rivista Riflesso

Continua il Concorso fotografico RISCATTO, ideato dalla Rivista Riflesso il cui tema riguarderà questa volta specificatamente gli paesaggi acquatici. Il Concorso è volto ad individuare e divulgare immagini inedite, rappresentative e valorizzanti il Territorio umbro, permettendo di mettere in mostra le abilità e la creatività di fotografi ed appassionati di fotografia. Il Concorso avrà durata annuale e si svolgerà in sei tappe tematiche durante tutto il 2013. Ogni due mesi, in corrispondenza dell’uscita della Rivista Riflesso, verrà reso noto il nuovo tema del Concorso. Il secondo tema è: “Paesaggi acquatici in Umbria”. I partecipanti dovranno inviare le foto con cui concorrere (massimo 2), rigorosamente originali ed inedite, entro il 25 agosto 2013, effettuando la registrazione e caricando l’immagine seguendo le indicazioni riportate nel sito web: www.riflesso.info

Il Concorso è aperto a fotografi di qualsiasi livello, anche non residenti in Umbria, ed è gratuito. Un’apposita giuria valuterà le foto pervenute, selezionando le migliori e decretando lo scatto vincitore. I risultati saranno resi noti attraverso la pubblicazione sia nella Rivista Riflesso in formato cartaceo che nel sito web. Durante la procedura di registrazione e download online, saranno richiesti, oltre ai dati identificativi dell’autore, anche alcuni dettagli tecnici (luogo, tipo di obiettivo, modello macchina fotografica, ecc.) relativi allo scatto effettuato. Le immagini, per esigenze editoriali, dovranno avere uno sviluppo verticale. Non saranno prese in considerazione foto con sviluppo orizzontale. Ulteriori informazioni sono presenti nella sezione “Art Foto Lab” del sito web: www.riflesso.info

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GIRI DEL GUSTO

LA NOSTRA FAGIOLINA DEL LAGO: UN FENOMENO DI BIODIVERSITà Un prodotto unico, originale, tornato di recente in auge e recuperato dai richiami del salutare Marilena Badolato

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iccolina, bianca, polposetta, con un certo allure un po’retrò e quindi molto à la page. É la fagiolina del lago Trasimeno. Con quel piccolo puntino nero, un piccolo occhio, che l’ha fatta assomigliare da sempre al chicco di riso, con cui spesso si è sposata, “assumendone” persino il nome e diventando “risina”. Un matrimonio d’interesse, ottima lei, buono lui, entrambi salutari, per una armoniosa unione nel piatto. E da lì sono nati tanti modi di interpretarla, sempre unica però e originale, scevra da ogni tradimento, se non per qualche scappatella con l’amico farro o con l’orzo, entrambi antichissimi amici di piatto, per zuppe salutari che sanno di buono. Si riconosce subito in bocca la nostra, lontana da tante imitazioni perché più piccola, piccola perla oblunga, da non confondere con le tante copie che girano, lievemente più grandi e meno polpose e sicuramente più sfatte nel piatto. Come tutti i prodotti autoctoni, parla del suo areale che è quello soltanto, con i suoi venti e la sua terra

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e il lago a donare la giusta umidità. Dismessa nel dopoguerra, quando il boom ci ha portato altre cose da mangiare e volevamo quasi dimenticare quello che, gioco forza, ci aveva nutrito quando non avevamo altro, e il gusto finalmente si è sentito libero di poter spaziare verso più colorati, più gai, più grassi cibi di opulenza vestiti. Ma lei è tornata. Recuperata dai richiami del salutare, che oggi, circondati da cibi troppo artefatti, cerchiamo; richiamata anche da piatti poveri che possano nutrire con dignità e amore in tempi di crisi, quelli che ci parlano di come eravamo, certi e sicuri di mangiare tutto quello che era buono e faceva bene. Ricoltivata, accompagnata al riso, da sempre, ma anche da sempre servita sola, questa bianca piccola polposa realtà, con un filo d’olio crudo, e non c’era bisogno una volta di specificare extra vergine. E insieme a quella fetta di pane che spesso avanzava e a una macinata di pepe che ci sta di un bene- fresco e profumato pepe nero, a ricordarle dove è nata, il mediterraneo.


Il Prodotto

Questo prodotto di gusto e facile preparazione, è tipico della zona del lago Trasimeno, da cui prende il nome. Originaria dell’Africa, arrivata con gli Etruschi e con i Romani, ha rischiato di estinguersi, anche per la difficoltà della coltivazione (la raccolta è scalare e viene fatta a mano), e solo grazie alla sinergia tra alcuni agricoltori, l’Università degli Studi di Perugia e la Provincia di Perugia, si è ripresa la sua coltivazione. Dal 2000 è Presidio Slow Food. La fagiolina, seme piccolo, buccia sottile e pasta compatta, sapore gradevolmente erbaceo, e di colore bianco o bianco-crema o variamente screziata a dimostrare ancor oggi una storia di biodiversità, non necessita di preventivo ammollo e cuoce in

meno di un’ora. Con la fagiolina si creano gustosissimi piatti: servita in bruschette insieme a una dadolata di ortaggi o insieme a uova di carpa regina o con crostini di patè di tinca affumicata; in crema, come ripieno di innovativi ravioloni o servita come mousse con cipolla croccante di Cannara. Perfetta se abbinata a filetti di pesce persico, per un effetto monocromatico, o invece con il nostro tartufo a scaglie per un effetto bianco-nero, quasi optical. Con questo legume possiamo preparare addirittura dei dessert, come lo sformato di fagiolina e farina di mais con zabaione guarnito di cioccolato fondente, oppure tortini di fagiolina del lago da servire con un gelato all’olio.

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MUSICA

UMBRIA: QUI SI FA SUL SERIO!  Costanza Poe

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n Umbria sono numerosi i talenti che hanno oltrepassato i confini regionali. Alcuni provenienti dal Conservatorio di Perugia, altri cresciuti con le cuffie nelle orecchie dentro stanze tappezzate di poster di Jim Morrison, Kurt Cobain e Bob Marley. Nell’ambito del rock, tra i più noti, i Fast Animals and Slow Kids che concluderanno a Settembre il loro Hybris tour, dal nome del loro ultimo album. I Fast hanno saputo coinvolgere il pubblico con il loro carisma, affiancando gruppi come Zen Circus, Teatro degli Orrori e Ministri. Più orientati verso il genere blues, sono i vincitori dell’edizione 2013 Arezzo Wave, i The Soul Sailor & The Fuckers con il loro ultimo album, The Effects of Getting Wilder and Wilder e i Da Hand In The Middle, vincitori dell’edizione 2012 Arezzo Wave. Entrambi i gruppi citati hanno partecipato a “L’Umbria che spacca”, un festival svoltosi a Perugia il 20 giungo

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2013. Tra le eccellenze del panorama umbro Jazz invece, emergono nomi come Ramberto Ciammarughi, pianista e compositore; Gabriele Mirabassi, virtuoso clarinettista e Daniele Mencarelli, contrabbassista, tutti e due diplomati al Conservatorio di Perugia. Questi favolosi musicisti hanno conquistato la scena non solo umbra, ma anche italiana partecipando a numerosi eventi jazz e collaborando insieme a numerosi progetti. Altri due contesti umbri importanti sono quello del Soul & Funky/Hip Hop con The Orthopedic, che produce per i più importanti artisti del panorama musicale rap italiano come Noyz Narcos e Tormento, e quello del Reggae che vede affermarsi I-SHENCE, uno dei pochissimi gruppi reggae umbri di fama nazionale che ha accompagnato artisti come Rodigan in varie performance. In materia di musica sembra proprio che l’Umbria sappia il fatto suo!


SPORT

CALCIO: UN CAMPIONATO IMPOSSIBILE Il piccolo borgo medioevale di Castel Rigone e la sfida con i professionisti Marco Zuccaccia

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a stagione sportiva quest’anno non si è conclusa nel migliore dei modi per lo sport umbro. É mancata la vittoria negli spareggi play-off da parte dell’ A.C. Perugia Calcio, la Barton Cus Perugia di rugby ha vinto il proprio campionato, ma non la sfida per la serie A. Ma tra le tante delusioni è arrivata una grande gioia: il piccolo è entrato a tutti gli effetti a far parte del calcio che conta. Il paese di Castel Rigone, frazione di Passignano sul Trasimeno, è un borgo medioevale in cui si stima vivano 406 anime. La storia insegna che gli Ostrogoti con Arrigo – conosciuto anche come Rigone – usarono questo luogo come base operativa per mantenere l’assedio alla città di Perugia. Oggi, la A.S.D. Castel Rigone si appresta a confrontarsi con città più blasonate utilizzando un’arma moderna: il pal-

lone da calcio. La stagione appena conclusa, non era iniziata nel migliore dei modi. Ma con l’arrivo di Luca Quarta, già direttore sportivo della squadra e persona di fiducia – che ha proseguito lungo il solco tracciato dal precedente allenatore –, la squadra ha potuto raggiungere lo storico

traguardo della Lega Pro, Seconda divisione. Tutto questo potrebbe essere riassunto, come piace al patron Cucinelli, con un titolo epico: “I cavalieri che fecero l’impresa”, citando in causa il film di Pupi Avati. É stata una promozione sofferta, arrivata solo all’ultima giornata, in cui decisivo è stato il rigore trasformato da Tranchitella contro lo Scandicci. Ora comincia la nuova era del calcio rigonese, in cui sarà necessario aggiornare l’impianto del San Bartolomeo alla categoria superiore. Un impianto in stile inglese, con le tribune e le panchine in legno, le aiuole intorno e nessun cartellone pubblicitario, che si cercherà di lasciare il più possibile fedele a questo modello. Finalmente la bandiera biancoblù, tanto cara a Brunello Cucinelli, sventolerà in Seconda divisione. 47


SELEZIONE LIBRI a cura di Italo Profice Ilia Galàn è un poeta spagnolo rimasto profondamente affascinato dall’autenticità e dalla spiritualità di tutti i luoghi dell’Umbria. Da questa profonda commozione nasce Umbria al Sol, un libro di poesie in cui si percepisce chiaramente il profondo amore del poeta nei confronti dell’Umbria, terra di santi e di capitani di ventura. Sono in particolare Perugia e Assisi a suscitare gran parte delle sue emozioni: gli alberghi del centro storico, le chiese maestose e le strade antiche lo rapiscono letteralmente. A Perugia, “una delle più belle città del mondo”, Galàn si sente a casa sua. Nelle sue poesie traspare la sua personalità complessa, in tensione perenne e alla costante ricerca del’ “amor verdadero”. Morlacchi Editore.

Costanza Bondi è l’ideatrice del gruppo letterario woman@work che ha curato una raccolta di poesie chiamata Otto poetesse per otto poesie. Otto donne si cimentano in otto componimenti ciascuna: l’obiettivo è l’invenzione linguistica in nome di un’assoluta libertà d’espressione. Mogli, madri, amanti, amiche, figlie, compagne colgono il senso dell’universo femminile e lo elevano con i loro canti, le loro poesie, le loro odi d’amore. Le differenti emozioni concepite ci spingono a vedere oltre, nelle loro relazioni senza abitudini, nei loro sogni in libertà. In questa antologia le immagini molteplici che si raffigurano con stili variegati rappresentano in pieno la sensibilità femminile, esprimono il desiderio di una donna di essere amata e protetta. Perché se lo merita. Bertoni editore.

Matteo Bruno esordisce con un romanzo ambientato nell’Umbria del 1414, in cui si narrano le gesta di un giovane cavaliere, Manuel d’Antognolla. A questi vengono confiscate ingiustamente titoli e terre in seguito a una meschina congiura ordita da borghesi perugini. Nel tardo medioevo era un smacco non da poco. Manuel viaggerà attraverso l’Europa per riappropriarsi di ciò che di diritto gli appartiene. Il romanzo d’avventura si intreccia con il romanzo storico quando la vicenda affluisce in eventi internazionali dell’epoca come la guerra dei Cento Anni tra Francia e Inghilterra o lo scisma d’Occidente. In Le ali del Falco c’è spazio anche per Braccio Fortebraccio, impavido condottiero perugino. Alla narrazione della vicenda si alternano scene romantiche, descrizioni di paesaggi ed aspetti militari trascritti con accuratezza e precisione. Edizioni Sabinae.




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