RavennaeDintorni081112

Page 11

RAVENNA& DINTORNI | giovedì 8 novembre 2012

CULTURA& ATTUALITÀ

IL PROGETTO

11

IL COMMENTO

«Al Mariani niente parcheggi e disco ma cinema, ristorante, pub e musica» Alla fine il progetto lo disegna lui, di getto, su un foglio, mentre siamo seduti di fronte a un caffé nel suo albergo. Un bar all’ingresso; un ristorante al piano terra con spazio per musica dal vivo al posto di quella che era la sala cinematografica da 260 posti; un pub (con tanto di terrazza all’aperto) al primo piano al posto dell’altra sala da 260 sedute e, sempre al primo piano, una sala da 80 posti per il cinema, proprio come ai bei tempi. Si tratta del progetto di riqualificazione del Mariani di via Ponte Marino, in pieno centro a Ravenna, trasformato in una multisala dai fratelli Masetti (tuttora titolari della struttura) nel 2000 e desolatamente chiuso da ormai più di un lustro dopo anche una veloce metamorfosi in cinema porno. Il progetto è ancora una bozza, in attesa dell’accordo definitivo (comunque già raggiunto sulla carta) con gli attuali proprietari, che dovrebbe avvenire entro l’anno. Il promotore è Maurizio Bucci, albergatore ravennate del gruppo Mosaico Hotels (che comprende anche il resort alle Terme di Punta Marina), nonché consigliere comunale del Pdl. Lo abbiamo incontrato, appunto, al suo Mosaico, in zona Darsena. Bucci, da quanto tempo sta lavorando a questo progetto? «Sono un po’ di anni che ci ragioniamo, insieme alla proprietà. Anche se ancora non si può parlare di progetto definitivo, soprattutto in una città come questa, che vede l’attività imprenditoriale come una cosa negativa, una città provinciale che non vede l’ora di mettere degli intralci in progetti del genere e che gode più a vedere fallire qualcuno più che a vederlo avere successo». Perché il Mariani? «Innanzitutto penso che ci siano talmente tanti immobili da recuperare che non ha davvero senso costruirne di nuovi. Anche in centro. E il Mariani è una struttura relativamente nuova, che ha molte potenzialità. Allora ho preso le chiavi, sono entrato e ho cercato di scoprire la sua anima. Ogni immobile ha un’anima». E ne è nato il progetto (di cui parliamo all’inizio dell’articolo, ndr)... «Per realizzarlo servirebbero interventi minimi, il Mariani manterrebbe il suo corpo, la sua fisicità. E non sarebbero necessarie modifiche ai piani regolatori». Sulla stampa in queste settimane si è parlato di discoteca, di parcheggi... «Ecco, nessuna discoteca, e men che meno dei parcheggi, ci mancherebbe. Ci

sarà della musica, magari anche disco, nel pub al piano superiore, completamente insonorizzato, ma l’orario di apertura che ho in mente è 12-24. Dopo mezzanotte magari saranno gli altri locali del centro a lavorare». Qual è l’obiettivo che vuole raggiungere con questo progetto? «Riportare una sala cinematografica in centro era naturalmente un punto di partenza. Ma voglio proporre (Bucci gestirà tutto il Mariani in prima persona, senza avvalersi di altri imprenditori per la gastronomia o il cinema, ndr) un’offerta integrata soprattutto per i giovani, basata sulla qualità, un’alternativa al Cinemacity e al suo prodotto standardizzato. La vera sfida è far sì che la città riesca finalmente a vivere il centro storico anche di sera. Chiederò pubblicamente alle famiglie di dare una mano, di mandare i propri figli in centro, piuttosto che a divertirsi in altri paesi spostandosi in automobile». Ma che tipo di cinema sarà? «Non sarà una programmazione esclusivamente d’essai. Vorrei proporre prime visioni ma devo analizzare attentamente la distribuzione, penso anche alla proiezione di film vecchi, seconde visioni. Penso a serate integrate con il ristorante, magari film accompagnati da un calice di vino locale, per esempio». Un progetto da 4 milioni di euro, si dice. In quanti ci lavoreranno? E soprattutto, quando conta di aprirlo? «Le cifre potrebbero tornare, nel senso che stiamo parlando di una struttura da 2mila metri quadrati in pieno centro. Io spero di chiudere la trattativa entro l’anno e di avviare subito i lavori, che non saranno troppo impegnativi, per aprire dopo l’estate, nell’autunno 2013. A pieno regime credo che ci sarà bisogno di una quindicina di dipendenti». Un’ultima curiosità: lei è anche consigliere comunale d’opposizione. Cosa ne pensa del progetto del Palazzo del cinema di Largo Firenze? E riuscire dove ha fallito finora l’Amministrazione, cioè nel riportare il cinema in centro, è motivo d’orgoglio personale? «Ma no, nessuna rivendicazione personale, ci mancherebbe. Sul progetto di Largo Firenze io votai contro e credo semplicemente che lì un cinema non si farà mai, nonostante le promesse iniziali...». Luca Manservisi

Parla Bucci, l’albergatore che sta per acquistare l’ex multisala in centro Pronta già tra un anno?

Aspettando il palazzo di Largo Firenze Facendo un po’ il quadro della situazione, tra un anno a Ravenna potremmo avere due nuovi spazi per il cinema in centro storico, oltre al solito Jolly di via Renato Serra. Uno alla multisala Mariani, l’altro al centro congressi, anzi per essere precisi al nuovo Palazzo del Cinema e dei Congressi di Largo Firenze. Un progetto fortemente voluto dall’Amministrazione, che inizialmente aveva così a più riprese promesso di voler riportare il cinema in centro dopo la chiusura dello stesso Mariani. In realtà – dopo una serie di rinvii e la farsa dell’inaugurazione dello scorso aprile di un locale che si è poi scoperto non essere a norma con le nuove leggi per i locali di pubblico spettacolo – il centro congressi sarà, almeno inizialmente, tutto tranne che il nuovo cinema in centro che si aspettavano i ravennati. Dal Comune infatti lo ribadiscono, non ci sono le risorse per farne un vero e proprio cinema in questo momento (dovrebbe riaprire in primavera), accontentiamoci di avere una casa – dicono – dove poter ospitare trequattro rassegne all’anno, trasferire archivi e uffici del Comune, magari farci laboratori per i ragazzi. In futuro, chissà. Per il momento i quasi trecentomila euro di investimento serviranno solo a questo. Nel frattempo al Mariani potrebbe tornare una sala cinematografica, ma anche in questo caso, ci pare di capire, non proprio di prime visioni. Si vedrà. E allora si torna al 2000, all’apertura del Cinemacity (del tutto legittima e inevitabile anche per una città come Ravenna): sarà vero che il Comune non ha fatto abbastanza per mantenere un presidio in centro? Forse sì. Forse quei 300mila euro nel corso degli anni potevano essere incrementati e utilizzati per un progetto che mettesse insieme pubblico e privati. E magari oggi ce l’avremmo, un vero cinema in centro. (lu.ma.)


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.