Schopenhauer - L'arte di insultare

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me trucchi disonesti di cui l'uomo nella sua cattiveria si serve per prevalere sugli altri, e proprio per questo alla fine gli erano venuti a nausea, al punto che aveva rinunciato a pubblicarli.' Un analogo stato d'animo si sarebbe manifestato a maggior ragione per l'Arte di insultare. L'insulto è un mezzo villano e volgare, e Schopenhauer detestava, dall'alto del suo spirito e della sua intelligenza, abbassarsi a quel piano. Le ragioni del suo rifiuto risultano già dalla lucida definizione che egli dà dell'argomento: « L'ingiuria, il semplice insulto, è una calunnia sommaria, senza che ne vengano forniti i motivi: ciò si potrebbe esprimere bene in greco: EOTL Xot8opia 8iapohii 0 6 v z o p o ~[l'insulto è una calunnia abbreviata] ... Indubbiamente colui che insulta rivela in tal modo chiaramente di non poter far valere contro l'altro nulla di reale e di vero. In caso contrario, infatti, egli fornirebbe ciò come premessa e farebbe tranquillamente trarre le conclusioni agli ascoltatori. Con l'ingiuria invece egli fornisce la conclusione e rimane debitore delle premesse: vuol dare ad intendere in tal modo che ciò avviene soltanto per amore di brevità,,.2 1 . Cfr. A. Schopenhauer, L'arte di ottenere ragione, cit., pp. 10-11. 2. A. Schopenhauer, Parerga vnd Paralipomena, cit.,vol. V , p. 386; trad. it. cit., vol. I, pp. 489-90. Cfr. anche A. Schopenhauer, L'arte difarsi rispettare, cit., p. 45 nota.


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