I Padroni del Fumo

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tolomeo Sattanino di Cengio, Giuseppe Ferrando – vendita cicli, attrezzi agricoli, riparazioni in genere – di Calizzano, Battista Bagnasco e Giuseppe Bagnasco, la Società Italiana Prodotti Esplodenti e la ditta Negroni & C. di Cengio, la ditta Talco e Grafiti di Murialdo, Musso G.A. di Monesiglio, la ditta Dionigi Ghiringhelli e l’ing. Morganti di Cengio. Alcuni di questi nominativi, come la ditta Bonvicini & Rebagliati, Giuseppe Bagnasco, la S.I.P.E., Ghiringelli e Morganti ricorrono anche nei registri di Sale delle Langhe e sono la prova di una collaborazione fra le due fornaci allorché si dovevano evadere ordini più consistenti.

Il Ristorante Svizzero Il 17 novembre 1896 viene concessa alla Ditta Filomena Ferrari & Figli l’autorizzazione per l’«esclusiva vendita agli operai della fabbrica» di vino, attività esercitata in Via della Chiesa 123, luogo di abitazione di Filomena. La convenzione per l’abbonamento ai Dazi di Consumo Governativi e Comunali viene poi stipulata per gli anni 1897-1898-1899. Nel 1900, la concessione viene rinnovata a Luigi, il terzogenito di Filomena, esercente il Ristorante Svizzero in Via della Chiesa 123 con l’autorizzazione alla «vendita di vini e liquori con facoltà di abbattere un maiale all’anno». Anche in questo caso gli affari sembra procedessero bene, tanto che nel 1902 Luigi chiede di pagare il dazio di consumo in via forfetaria su vino, liquori anziché «per la minuta rivendita» e di poter abbattere due maiali nell’ambito dell’attività esercitata nel suo Ristorante Svizzero. Un ulteriore rinnovo del contratto di dazio viene accordato sino al 190531; sappiamo per certo, tuttavia, che nel 1906 il ristorante era ancora attivo dal momento che nel Libro-Giornale dello stesso anno appaiono diverse registrazioni contabili relative ad acquisti, rimborsi, somme trattenute agli operai per la fornitura dei pasti. Con tutta probabilità Filomena aveva iniziato l’attività di somministrazione di vino agli operai, pensando poi di fornire anche la mensa nei locali al pianterreno della propria casa di abitazione, che nel frattempo era stata ampliata. È interessante soffermarci sul nome attribuito al ristorante, quasi a ribadire un ‘senso di appartenenza’ di Filomena e della sua famiglia al paese d’origine nonostante la sua permanenza a Millesimo da più di quaranta anni.

La fornace di calce di Millesimo Nel 1907, contestualmente all’avvio della fornace di laterizi di Sale delle Langhe, assistiamo ad una nuova avventura imprenditoriale dei fratelli Ferrari, che si associano all’ing. Scarzella e a Carlo Ferrando per la costruzione e conduzione di una fornace da calce che verrà edificata in Regione San Rocco, lungo la strada che conduce a Calizzano, su terreni di proprietà dello stesso Ferrando. Infatti il 28 settembre 1907 tra i tre viene firmata una scrittura privata con la quale si costituisce una società

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Archivio storico di Millesimo, Fascicolo 249.

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per la costruzione ed esercizio di una Fornace da Calce e produzione di pietrisco per manutenzione stradale


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