I Padroni del Fumo

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3. Dalla produzione artigianale a quella industriale

3.1. I fornaciai: da artigiani stagionali a operai d’industria Le tecniche di fabbricazione di mattoni e coppi subirono una continua evoluzione, senza cambiamenti di rilievo, lungo il periodo che comincia con i Romani e che finisce nella seconda metà del XIX secolo, con l’introduzione delle prime macchine per la produzione in serie. Si trattava fondamentalmente di tecniche manuali. È interessante notare come l’industrializzazione della tecnica di cottura, avvenuta con i forni tipo Hoffmann, non generò immediatamente una parallela industrializzazione delle tecniche produttive. Durante tutta la seconda metà del XIX secolo, nelle fornaci, si assistette alla coabitazione tra le prime macchine e il lavoro manuale, soprattutto per le fasi di formatura. I coppi furono gli ultimi elementi ad essere prodotti manualmente67. Nell’Italia del Nord, fu soprattutto a partire dalla fine della prima guerra mondiale che la produzione meccanica si diffuse nelle principali fornaci68. La modellatura dei mattoni restava un’attività stagionale, visto che l’essiccazione avveniva ancora all’aria aperta. La cottura invece continuava fino all’esaurimento dei materiali crudi. La diffusione dei processi meccanici di produzione dei laterizi è imputabile all’introduzione del mattone forato, in sostituzione di quello pieno, nel campo dell’edilizia. In Italia, essa data dell’inizio del XX secolo e incominciò con i mattoni per i tramezzi interni e le pignatte per i solai69. Il periodo che interessa questo studio vide un completo cambiamento della concezione di fornace nell’Italia del Nord. Ad ogni tipo di fornace corrispose un particolare tipo di organizzazione del lavoro. Durante il periodo dei ‘pignoni’ si ebbe un’organizzazione che potremmo definire ‘fornace itinerante’. Questo fenomeno interessò, nel caso specifico, la prima metà del XVIII secolo. I fornaciai erano dei lavoratori stagionali che si recavano laddove la loro arte era richiesta. Durante la stagione, che durava da metà aprile fino a settembre, spesso fino all’otto di settembre, giorno di Santa Maria, i fornaciai si istallavano direttamente sui cantieri dove era loro domandato di produrre i mattoni necessari alla costruzione di un dato edificio. Finita la stagione, essi rientravano ai villaggi natii70. Erano organizzati in piccoli gruppi senza una vera e propria specializzazione e divisione dei ruoli. L’argilla era estratta in prossimità del cantiere ed era messa a disposizione dal proprietario del futuro edificio, i fornaciai si occupavano essenzialmente della trasformazione della materia prima in laterizi. Nella seconda metà del XVIII secolo si assistette all’apparizione delle prime for-

67 «Gli ultimi coppi gli ho fatti nel 1984, nella fornace di San Marco di Noale in provincia di Venezia» (Zinni, L’uomo dei ‘coppi’, cit., p. 174). 68 Nel 1908 la produzione dei laterizi era per la maggior parte manuale (Tozzi Fontana, La produzione dei laterizi in Italia attraverso l’inchiesta ministeriale del 1908, cit., pp. 7-9). 69 Tamagno, Fornaci, cit., p. 120. 70 L’emigrazione in Italia dei fornaciai di Malcantone (Svizzera), «Scuolaofficina», gennaiogiugno 1988, p. 28.

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