Le aule dell'antimafia

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| testo | Carlo giorgi | foto | leonardo brogioni

a lezione, anche i figli di boss e vittime del racket. quando gli atenei puntano sulla legalità

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Nando Dalla Chiesa tiene un corso alla Statale di Milano.

er la lotta alla mafia, sono due i tipi di “aule” da cui non si può prescindere: le aule bunker e quelle universitarie. È una novità degli ultimi anni, infatti, la nascita di corsi accademici dedicati proprio alla storia e alla sociologia delle organizzazioni criminali. Fino al 2002, nelle università italiane si poteva trovare al massimo qualche corso di “Legislazione antimafia” per gli specialisti del diritto. Oggi invece, a Milano, Roma, Napoli, Bologna e L’Aquila è possibile frequentare lezioni che insegnano a tutto tondo a sezionare mentalità

e struttura organizzativa della mafia e a conoscerne la storia e i crimini. Il tema potrebbe sembrare troppo impegnato, al limite noioso, diciamo di poco appeal per le giovani generazioni. Invece la caratteristica comune (e sorprendente) di questi corsi è il “tutto esaurito”: le aule sono straripanti di studenti, l’attenzione alle lezioni è altissima, così come la passione civile e l’impegno di chi le frequenta. “Ho proposto il mio corso all’università Roma Tre -racconta Enzo Ciconte, professore di Storia della criminalità organizzata ed ex membro della Commissione giustizia del Parlamento-. Immaginavo che avrebbe potuto interessare al massimo una quarantina di ragazzi. Invece quando entrai nell’aula per la prima volta, nel 2004, e vidi assiepati 400 studenti, rimasi sbalordito. Quando alla

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fine della lezione si misero ad applaudire, non so dire l’impressione che mi fece...”. Il corso di Ciconte è composto da dieci lezioni di due ore e vale due crediti. In ogni incontro viene affrontato un tema legato alla storia della mafia e, al contempo, ne sono presentati i riflessi sul piano giuridico. “Quello che colpisce è il desiderio di sapere degli studenti -confessa Ciconte-: alla fine della lezione ho sempre un codazzo di persone per domande e approfondimenti”. Il corso, da un punto di vista formale, si configura come seminario (per cui Ciconte non viene neppure pagato). Lo scorso anno gli studenti hanno raccolto 500 firme per chiedere all’università di farne un insegnamento istituzionale, che consentirebbe tra l’altro di discutere anche la tesi di laurea. L’ateneo però non ha accolto la richiesta. Le cose sono andate diversamente a Bologna: “Anche io ho iniziato con un seminario, sei anni fa -racconta Stefania Pellegrini, docente di Mafia e antimafia all’Alma mater studiorum-. Ma già dal secondo anno, ha potuto godere di autonomia. E oggi è un insegnamento facoltativo vero e proprio, che vale sette crediti”. Le ore di lezione previste a Bologna sono 48: nella prima parte (20 ore) si affrontano le questioni generali legate al discorso mafioso; nella seconda (28 ore) gli studenti incontrano testimoni illustri della lotta alla criminalità organizzata, magistrati, sacerdoti, esperti. “Da tre anni organizzo anche un viaggio nelle terre della mafia -racconta la Pellegrini-. L’ultima volta ho accompagnato trenta studenti in Calabria: abbiamo assistito nell’aula bunker di Palmi a un’udienza del processo sulla faida di Seminara, un’occasione concreta per toccare con mano quello che hanno studiato”. La risposta degli studenti stupisce la docente: “Ho quattro cattedre, ma oltre il 70 per cento delle mie tesi sono per questo corso -spiega-. Molti ragazzi sono meridionali. Qualcuno di loro mi ha detto: siamo dovuti venire a Bologna, per capire una situazione che laggiù vivevamo in modo passivo. Lo scorso anno avevo nella stessa classe il figlio di un imprenditore vittima di estorsione e la figlia di un detenuto per reati mafiosi”. Vale ben nove crediti il corso di Storia e sociologia delle organizzazioni criminali tenuto all’università degli studi di Milano da Nando Dalla Chiesa, ex parlamentare e membro della Commissione giustizia. Dura 60 ore ed è composto da tre moduli. Il primo è dedicato alla storia sociale dell’organizzazione criminale in Italia, il secondo all’impresa mafiosa, il terzo alle mafie straniere approdate da noi. “Gli studenti frequentanti sono una novantina –racconta Dalla Chiesa-. Ma il voto medio è circa di 28 su 30, cioè molto alto, e in questo momento sono almeno 35 le tesi di laurea che mi sono state chieste; tesi che invito a svolgere sempre nel territorio da cui gli studenti provengono”. Con buoni risultati, se una di queste, dedicata alla nascita di una colonia della ’ndrangheta tra i comuni lombardi di Corsico e Buccinasco, sarà pubblicata per Einaudi nel 2012. “Mi sembra importante che dopo l’esame

gli studenti diventino attivi nella propria comunità -continua Dalla Chiesa-: uno di loro ultimamente, appoggiandosi alle parrocchie della zona di Legnano, ha organizzato un incontro sulla mafia con almeno 500 persone”. Quest’anno, tra le proposte del docente, anche un laboratorio sperimentale su come i media veicolino messaggi ostili o favorevoli alla cultura mafiosa e attività di ricerca sulla percezione della mafia a Milano. Si intitola Storia della criminalità organizzata nel Mezzogiorno d’Italia, il corso di Isaia Sales presso l’università Suor Orsola Benincasa di Napoli. “Il punto centrale è dimostrare che la storia della criminalità non è una storia a parte rispetto a quella italiana -spiega Sales-. Specie ora che si celebrano i 150 anni di Unità d’Italia, vale la pena di ricordare gli intrecci fra storia della criminalità e storia del Paese -continua il professore- a partire dall’ingresso di Garibaldi a Palermo”. A Napoli, un insegnamento del genere ha un sapore particolare: “Nasce dalla constatazione di una grande mancanza: in città ci sono giovani che non sanno chi fossero Raffaele Cutolo e Ciro Cirillo. È importante vivere a Napoli, conoscendo tutta la sua storia”. Invece, la martoriata L’Aquila non ha più il suo corso di Storia e sociologia delle organizzazioni criminali. L’università ha abolito proprio quest’anno il corso di laurea triennale di Scienze dell’investigazione in cui veniva proposto. Per fortuna l’insegnamento è stato recuperato in un master di Psicologia criminale che inizierà nell’anno accademico 201112. “Almeno un terzo degli studenti provengono dalle forze di Polizia -racconta Francesco Forgione, docente ed ex presidente della Commissione parlamentare antimafia-. Grazie al corso possono vedere le mafie da un punto di vista sociale e sociologico, per loro nuovo. Questo contribuisce a completare il loro sguardo”.

Dalla Chiesa con gli studenti dell’associazione “Di stampo antimafioso”, autori di un sito web sulla mafia nel Nord Italia. 1 2

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1 - MILANO Università degli Studi di Milano Facoltà: Scienze politiche Sociologia della criminalità organizzata 60 ore - 9 crediti inizio: 2008-2009

2 - BOLOGNA Alma mater studiorum Facoltà: Giurisprudenza Mafia e antimafia 48 ore - 7 crediti inizio: 2010-2011

3 - L’AQUILA Università degli Studi dell’Aquila Facoltà: Scienze della formazione Storia e sociologia delle org. criminali inizio: 2011-2012

4 - ROMA Roma Tre Facoltà: Giurisprudenza Storia della criminalità organizzata 20 ore - 2 crediti inizio: 2004-2005

5 - NAPOLI Università degli Studi Suor Orsola Benincasa Facoltà: Giurisprudenza, Lettere, Formazione Storia della criminalità organizzata nel Mezzogiorno d’Italia 42 ore - 6 crediti inizio: 2009-2010

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