Olona e DIntorni N.5

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l’attuale momento caratterizzato dalla contrazione delle misure europee di sostegno al reddito, preservando, con la propria presenza rinnovata, il territorio rurale dalle insidie che la corsa ad una antropizzazione disordinata rispetto ad una agricoltura debole e poco remunerativa inevitabilmente determina. I vertici distrettuali hanno pertanto identificato alcune linee di intervento che, qualificandosi, con riferimento ai contenuti, come interventi nel breve periodo (I), nel medio periodo (II) e nel lungo periodo (III), hanno l’ambizione di poter far acquisire alle aziende aderenti un reddito stabile e sostenibile (a), di migliorare la promozione delle attività agricole e dei prodotti ad esse collegate (b) e di valorizzare il lavoro agricolo come mezzo di mantenimento e tutela del territorio (c). Raggruppando gli interventi per classe di contenuto si può affermare senza difficoltà che quelli di breve periodo hanno lo scopo di dimostrare, innanzitutto ai soci, che il

distretto rappresenta un progetto concreto e ciò mediante attraverso l’utilizzo di una politica tesa al contenimento dei costi, alla manutenzione del territorio, alla individuazioni di promozione unitaria. D’altra parte quelli di medio periodo appaiono soprattutto orientati ad aumentare l’integrazione tra le aziende aderenti e gli altri soggetti presenti sul territorio, fornendo loro un supporto formativo adeguato ed istituendo servizi comuni finalizzati al miglioramento tecnico-organizzativo di ogni singola azienda. Infine quelli di lungo periodo appaiono finalizzati a garantire nel tempo continuità e crescita alle iniziative distrettuali sia come preparazione ad EXPO che come continuazione delle esperienze ivi consolidatesi dopo la chiusura di questo importante evento. Tralasciando, per il momento, quelli di lungo periodo estranei a questo approfondimento e quelli già in atto come l’istituzione dei gruppi di acquisto solidale, possiamo sicuramente affermare che tra gli obiettivi a breve termine - che si devono realizzare entro la metà-fine dell’anno prossimo - vanno ricordati quelli riguardanti l’istituzione del marchio di distretto (sintesi delle caratteristiche delle aziende e del territorio), quelli riferiti all’identificazione di strategie di informazione (ideazione di azioni di promo-pubblicizzazione, organizzazioni di tavole di confronto territoriali, ideazione di un programma di marketing coordinato) nonché quelli riguardanti l’istituzione di un servizio di manutenzione territoriale a cura delle aziende consorziate (miglioramento del contesto territoriale per effetto dell’integrazione tra le esigenze delle aziende associate e quelle di un territorio non di rado trascurato). Tra gli obiettivi di medio periodo che si devono realizzare entro il primo trimestre-semestre dell’anno 2015 non si possono tralasciare quelli relativi all’istituzione di una stalla sociale (trattamenti specifici per i vitelli fino a due anni di età) nonché quelli riguardanti lo sviluppo di una didattica organica per il territorio (costituzione di un sito internet, costituzione di un museo dell’agricoltura, vendita di prodotti del territorio con la logica della filiera corta e del Km zero, coinvolgimento degli istituti scolastici). Tanto meno si possono dimenticare quelli dedicati alla costruzione di itinerari adeguati di fruizione (creazione di una rete di collaborazione con gli enti locali territorialmente presenti e con i distretti del commercio già esistenti) nonché quelli altrettanto importanti dedicati al varo di un programma di formazione rivolto ai produttori presenti nel distretto (apprendimento e condivisione di tutti gli aspetti che riguardano sia i prodotti che i processi). In questo modo il Piano di Distretto che abbiamo qui sintetizzato non solo rappresenta lo strumento necessario per perfezionare l’iter di accreditamento previsto dalla legge ma, soprattutto, si qualifica come una vera e propria dichiarazione d’intenti che, uscita dal confronto tra i rappresentanti delle società aderenti, testimonia l’effettiva volontà dei singoli agricoltori di superare il momento attuale ancora prigioniero di una logica imprenditoriale di stampo individualistico per rivolgersi senza indugi ad uno schema comportamentale che identifica nel gruppo dei pari la giusta chiave per affrontare i numerosi cambiamenti in atto.

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