PIG MAG 94 SETTEMBRE 2011

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Di Valentina Barzaghi

Anche quest’anno PIG è stato a Locarno per uno dei suoi festival di cinema preferiti. La 64^ Edizione si è svolta all’insegna - come al solito d’altronde - di nuovi e interessantissimi titoli all’interno del panorama internazionale, ma non solo, visto che in Piazza Grande sono sfilati anche nomi del calibro di Harrison Ford, Isabelle Huppert, Daniel Craig, Abel Ferrara, Gerard Depardieu e molti altri. Tra anteprime internazionali e film più di nicchia, abbiamo visto davvero tantissimo. In queste pagine ve ne diamo un assaggio.

Drive Di Nicolas Winding Refn. Già presentato a Cannes 2011, in cui si è aggiudicato il Premio per la regia, Drive (Fuori Concorso a Locarno) è un film sublime nella storia e nella sua realizzazione. Ennesima buona prova di Ryan Gosling e Carey Mulligan davanti alla camera, per non parlare di quella di Nicolas Winding Refn - il cui nome a molti non dirà nulla, peccato, ma che ha scritto e diretto la serie Bronson, così come la trilogia Pusher - nella direzione. Di sicuro il miglior film del festival, probabilmente uno dei migliori che vedrete nei prossimi mesi - si spera - nei cinema.

Attack The Block Di Joe Cornish. In un'edizione dedicata all'"extra-terrestre", Attack the Block, opera cinematografica prima dell'autore e regista tv inglese Joe Cornish, è stata di sicuro la più originale. Azione e avventura si intrecciano in un quartiere di Londra invaso da feroci alieni, dove sarà una gang di giovani delinquentelli a dover sventare il pericolo. Marciando su musica hip hop e dovendo dimostrare di essere "veri duri", i cinque amici inizieranno una cruentissima battaglia, dove né risate né sangue vengono risparmiati.

Abrir Puertas y Ventanas Di Milagros Mumenthaler (Pardo d’Oro - Concorso Internazionale). Opera prima della regista argentina Milagros Mumenthaler, il film è la storia di tre sorelle che si trovano a trascorrere la fine di un’Estate da sole, dopo la morte della nonna che le ha cresciute. In una casa che ricorda alle ragazze tutto del loro passato e che non permette loro di andare avanti, le tre trascorrono le loro giornate tra divergenze caratteriali, screzi e piccole meschinità. Ognuna cercando il proprio futuro. Un film intimo e delicato, una storia di vita ordinaria, ma narrata soppesando momenti e dettagli. Un racconto che si fonda sui suoi personaggi, che vengono esplorati a fondo.

Bachir Lazhar Di Philippe Falardeau. Il film più commovente visto durante questa edizione del festival. Bachir Lazhar è un immigrato algerino che si trova a sostituire in una scuola una maestra impiccatasi dopo alcune accuse infondate. Bachir ha una vita parallela: quella da immigrato che chiede asilo politico e quella di “maestro-psicologo” in una classe ancora traumatizzata dagli eventi. Il regista Falardeau, durante la presentazione in Piazza Grande, ha detto che la storia ha come obiettivo quello di trasmettere alcuni concetti legati al tema immigrazione. Bene, se così fosse, il film non raggiunge il suo obiettivo. Bachir Lazhar è un film magnifico, ma che parla dell’elaborazione del lutto da parte di un gruppo di bambini e di come spesso sia difficile definire una veridicità e il limite delle accuse di molestia su minore. L’immigrazione rimane in secondo piano per tutto il film e, obiettivamente, non tocca e sensibilizza proprio nessuno. 118 PIG MAGAZINE


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