Rivista lasalliana 2-2010

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aumento dell’aggressività proporzionale alla diminuzione dello spazio destinato a ciascun animale. Il gomito a gomito costringe ad agire sempre in difesa: in casa, in strada e nel lavoro. Che ci siano pesanti conseguenze della ferocia e della spietatezza del mondo così com’è ora, mi pare evidente dal disagio che traspare chiarissimamente da certi comportamenti privati e pubblici, dal numero di episodi di follia che monta pericolosamente. Potrei dire come Popper che la nostra società è la migliore tra quelle che l’umanità ha prodotto finora e, ne sono convinta, ma il grande filosofo ha detto anche che è necessario riconoscere e correggere gli errori che facciamo se vogliamo migliorare. Dovremmo riconoscere, per esempio, che tutto il nostro sofisticato mondo non tiene affatto conto della salute mentale delle persone. Il lavoro è una specie di prigione dalla quale non abbiamo modo di scappare pena la fame e il bisogno e soprattutto, non lascia spazi sufficienti perché l’uomo possa dedicarsi ad altre attività se non come fuga estremamente temporanea che alla fine diventa stressante come il lavoro. L’organizzazione della società dei Kuna è semplice, ma è chiaro che il problema del tempo personale non appartiene a questa etnia.“Domani” è una indicazione di massima che può non significare davvero domani ma anche il prossimo mese e oltre. La nostra civiltà che ha preteso di costruire un paradiso, di fatto ha costruito un inferno da cui sarà difficile uscire e dove non c’è pietà per

Anna Lucchiari

nessuno. I doveri sono incombenti, come i rumori della civiltà che ci martellano senza soluzione. I tempi della persona sono contratti al punto che da vero protagonista è diventata poco più che uno strumento. Prendersi del tempo per sé è un optional che soccombe dinanzi alla ragion di lavoro, più forte e cogente della ragion di stato. La società dei Kuna è fortemente imperfetta, certo, ma da quella potremo almeno prendere le cose buone che difende tutt’ora anche se non so per quanto potrà reggere. La salute mentale è importante quanto quella fisica e per essa non valgono i successi professionali, le vite brillanti. Vale solo il tempo “nostro” che significa rispetto doveroso della complessità della persona, che vuol dire anche maggiore libertà non solo dal bisogno materiale, ma che è anche quella di respirare ogni tanto, con calma, nella silenziosa, ricca e variopinta diversità del mondo. E infine, la grandezza di una civiltà non sta nell’arroccarsi sui valori della tradizione, pur fondamentale, ma nel saper correggere ed aggiustare un percorso sfuggito dalle mani, nel saper apprezzare quello che altre civiltà hanno colto nel rispetto della persona, senza il quale, ogni crescita non è che illusione pura. “L’età chiedeva uno stampo di gesso” scriveva Pound agli inizi del secolo scorso, per incitare uomini e artisti a liberarsi da quel busto e ad essere elasticamente tesi ad un mondo migliore.


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