Pegaso numero 1 20 pagine

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Bisaccia

Marzo 2014 -- Anno 1 -- Numero 1


Find my heritage

My name is William Gervasio and my grandmother was Annunziana Melillo. She died a year after my father was born in 1902. My father was born November 14, 1901 and I believe was baptised in December 1901. My father immigrated to the United States in 1923. I do not have any knowledge of my grandmother and would appreciate knowing when she was born, when she died and anything else you may be able to find out. Thank you. William Gervasio


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sulla pagina Pegaso di sinergiebisaccia.it SCARICA il VIDEO MATRIMONIO in ALBANIA :

“Canti” di Mihai Eminescu “Canti, canti E' il momento dei canti natalizi Poiché il ghiaccio si estende Come gli specchi. E gli abeti tremano Muovendo i rametti, Poiché oggi arriva la notte Quando le stelle brillano. Sono felici i bambini Bambini e bambine, Per l'amore di Maria Si pettinano i capelli... Per l'amore di Maria E del Redentore Brilla nei cieli Una stella del viaggiatore”



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SPAZI MENTALI Nella notte la nebbia disegna fantasmi. Il buio ingigantisce le sensazioni. Osservo fluttuare i coriandoli di disperazione lanciati dalla mongolfiera della vita. Mi rendo conto di non essere diverso. Siamo tutti viaggiatori bendati nell'emisfero dell'angoscia alla ricerca della quiete universale sempre fuggente sempre pi첫 lontana.



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n questo numero parliamo di Pelullo Raimondo, recentemente scomparso. Per noi di famiglia era semplicemente “nonno Mondo�. Ricordo che spesso gli chiedevo informazioni sulla sua partecipazione alla seconda guerra mondiale e precisamente alla Campagna

italiana di Grecia che ebbe inizio il 28 ottobre 1940 quando le truppe del Regio Esercito Italiano partendo dalle proprie basi albanesi, entrarono in territorio ellenico.


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NELL’ORA SCOSCESA Tra un groviglio di anime cerco la tua mano, è stato un miraggio, invano, mi dispero fra le masse e non ti trovo; resta il pudore di scriverti versi, ahimé! E getto da lontano un urlo al vuoto o nel cuore che lotta nell’ora scoscesa. TEMPO DI UN UOMO A te piega il mio cuore in silenzio, ciò che parve il mio ieri e ora riposa nell’eterna notte. Idee, illusioni, gioie, amarezze, ovvero è stato un tempo; un tempo di un uomo che ora non c’è. Franco Grippo



Come sua madre, Cathy Anover Bonavitacola aveva previsto solo forti venti e piogge dopo aver sentito che il super tifone si stava avvicinando. "Mi sono svegliata alle 4 del mattino per i preparativi e il tempo era stranamente tranquillo. Niente pioggia, niente vento, niente. Ho anche pensato che la tempesta era in qualche modo scomparsa o che aveva virato lontano da Tacloban. Alle cinque del mattino c'era un po' di vento e pioggia, ma niente di diverso dai soliti tifoni. Alle sei il vento ha iniziato a raccogliersi ed era così forte che era come trovarsi su una pista di atterraggio. L'ululato aumentava di minuto in minuto e fuori c'era visibilità zero perché la pioggia era forte e andava in ogni direzione. Alle 8, tutti abbiamo sentito come un rumore di un forte scoppio, come un petardo forte, così siamo andati a vedere che cosa lo aveva causato. Quando abbiamo guardato, abbiamo visto l'acqua che stava iniziando a salire all'interno della casa e in pochi minuti ha raggiunto il secondo piano della nostra casa. Non avevamo nessun posto dove andare, nessun posto dove nasconderci. Dalle finestre vedevo i miei

vicini che cercavano di arrampicarsi sul tetto, aggrappati alle loro case come a vendere cara la loro vita. "Quando il livello dell'acqua si è alzato, abbiamo cercato di rifugiarci in soffitta, ma non siamo riusciti ad aprire l'abbaino. Pensavo che stessimo tutti per morire. Non c'era nulla che potessimo fare se non pregare. Io, mio marito Joey e mio figlio Giuseppe ci siamo abbracciati e abbiamo aspettato che le acque ci sommergessero completamente. Dopo pochi minuti, miracolosamente, l'acqua si è placata altrettanto velocemente come era venuta dentro. Abbiamo controllato il nostro piano terra e c'erano solo circa 10 inches di acqua. Siamo andati fuori a controllare e i nostri vicini erano ancora sui loro tetti o aggrappati alle sbarre dei loro cancelli. "Sabato scorso siamo andati in città perché non avevamo più cibo, dato che tutto nella nostra casa era stato spazzato via. E' stato solo allora che abbiamo visto mucchi di cadaveri ovunque. E' stato come trovarci in un film di guerra. E' stato surreale. Poi abbiamo assistito al saccheggio. Quando siamo arrivati in città, la gente stava saccheggiando la farmacia e quindi non abbiamo potuto

prendere le medicine per la mamma. I saccheggiatori uscivano in grandi gruppi, e quando abbiamo scoperto che la prigione era rotta e i prigionieri erano tutti fuori, abbiamo deciso di lasciare Tacloban velocemente perché le nostre vite erano in gioco e l'imminente pericolo era ovunque. Non c'era elettricità, eravamo senza acqua e con poco cibo. Siamo riusciti ad avere un passaggio da un nostro amico di famiglia che era in visita a Tacloban dagli Stati Uniti. Durante il percorso in macchina da Tacloban, non riuscivo nemmeno più a riconoscere il paesaggio. Era pieno di detriti e di tanti, tanti cadaveri. Siamo stati fortunati ad avere lasciato Tacloban vivi. Questo è tutto quello che conta". ***

I lieto fine accadono. Come piangiamo i morti, e soffriamo con chi ha perso tutto, noi preghiamo per la guarigione. Non lasciamo che la furia di Yolanda strappi le nostre anime e la nostra nazione. Siamo in grado di ricostruire dalle macerie edifici più forti e incoraggiare i filippini provati dalle avversità a diventare la migliore generazione che questo paese abbia mai visto.

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I l l avoro e l e rad i ci

L’ i m m i g ra zi on e e l ’ e m i g ra zi on e , l ’ a ccog l i e n za , l a s ol i d a ri e tà tra p op ol i e i l e g a m i con l a p rop ri a te rra -- I I e d i zi on e

la versione on line di PEGASO è completamente a colori


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