HGB Magazine - 07 Luglio 2011

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Gastronomia

La regina dei bianchi italiani:

VINTAGE TUNINA - Cantine Jermann Jermann è la storia di una passione che arriva da molto lontano. Anton Jermann, il fondatore, lascia la regione vinicola austriaca del Burgerland e poi le vigne in Slovenia per mettere radici in Friuli Venezia Giulia, è il 1881. Qui continua la sua attività vitivinicola, cui Silvio Jermann grazie alla sua genialità e fantasia, dagli anni settanta dà una svolta epocale, portando l’azienda ai vertici italiani e poi mondiali del vino. Oggi Jermann, si estende su 150 ettari di cui 130 ettari di vigneto e 20 ettari a seminativi e orticole. È un’azienda che dialoga ogni giorno con il mondo ma l’attenzione però è sempre puntata sulle cose concrete che fanno grande un vino. Tra i bianchi uno dei loro fiori all’occhiello è il Vintage Tunina, un grande vino che avete la possibilità di trovare nella cantina dell’Hotel Gran Bretagna. Il vino nasce in un terreno fatto di marne prevalenti e arenarie appartenenti alla formazione flyschioide. L’uvaggio con il quale è pro-

dotto comprende Sauvignon e Chardonnay con aggiunte di Ribolla Gialla, Malvasia Istriana e Picolit. Il tasso d’alcool è pari a 13,5%, mentre l’acidità si attesta tra 5,40 ÷ 5,60 %. Il vino si presta ad essere invecchiato, mediamente per 7–8 anni, ma nelle migliori annate può resistere bene oltre i 10 anni. All’esame visivo presenta un colore paglierino brillante con riflessi dorati, mentre all’esame olfattivo si caratterizza per un profumo intenso, ampio, di grande eleganza e persistenza, con sentori di miele e fiori di campo. Infine all’esame gusto-olfattivo mostra un sapore asciutto,

morbido, molto armonico, con persistenza eccezionale, dovuta al corpo particolarmente pieno. Si abbina con primi tartufati, con grande varietà di piatti di pesce, soprattutto al forno e con salse, ma arriva a poter sposare anche carni bianche. Da provare il suo incontro con un cuscinetto di salmone fresco ripieno di parmigiano e carciofi. Il nome Tunina si riferisce alla vecchia proprietaria del terreno su cui è sito l’originario vigneto ed è dedicato all’amante più povera del Casanova, che era una governante a Venezia che per l’appunto anche lei si chiamava Tunina (Antonia).


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