Lussino47

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Quadrimestre 47- pagina 17

A Casa Betania di Pordenone le immagini d’arte dei martiri della nostra terra promosse da monsignor Cornelio Stefani di Walter Azzaretti Una messa un po’ speciale ha chiuso gli appuntamenti del Giorno del Ricordo di foibe ed esodo del febbraio scorso a Casa Betania di Pordenone. La cappella della casa, promossa dal compianto monsignor Corelli, oriundo da Bellei di Ossero, ed edificata da monsignor Stefani, nato a Lussingrande, è divenuta infatti negli ultimi anni una sorta di “memoriale” della tragedia vissuta dagli esuli (i nomi dei preti accolti in diocesi di Concordia dal 1947 in poi sono rievocati da tre anni alle pareti del luogo Il Beato Don Francesco Bonifacio sacro). Qui, per iniziativa ancora di don Cornelio, sono ora appesi i dipinti dei due sacerdoti martiri beatificati dell’Istria sfregiata nel suo popolo e nella sua fede cristiana. Morirono in odium fidei: don Francesco Bonifacio, curato di Villa Gardossi (Buie), aggredito, finito con un sasso e fatto sparire l’11 settembre 1946 mentre rientrava in bicicletta dalla visita al confratello parroco della vicina Grisignana (è beato dal 2008: il rito fu celebrato il 4 ottobre nella cattedrale di Trieste); inoltre don Miroslav Bulešić, colpito mortalmente alla gola con un coltello durante l’assalto di facinorosi del regime titoista alla canonica di Lanischie l’anno dopo, il 24 agosto 1947 (è beato dal 2013: la cerimonia si svolse il 28 settembre nell’Arena di Pola). Gli “strumenti del martirio” sono ben presenti nei due quadri: da essi fiorisce la palma, segno dell’immortalità dei due nostri preti, perché per la causa di Dio essi hanno dato la vita. Monsignor Cornelio ha aggiunto anche il ritratto del giovane Egidio Bullesi (da Pola), ora venerabile (cioè sulla via della beatificazione), raffigurato con il volto bello e pulito e sullo sfondo la sagoma del santuario

mariano di Barbana (Grado) ove oggi riposano i suoi resti: è un dipinto del pittore friulano Plinio Missana come il quadro del Beato Miro (il Beato Francesco è invece opera di una pittrice trevigiana, Ivana Panizzo). Alla messa di sabato 14 febbraio 2015, le tre opere di arte e fede hanno ricevuto la benedizione di Dio dal celebrante don Corrado Della Rosa, giovane prete assai affezionato alle nostre isole; sua nonna arrivò a Chions (Pordenone) esule da Cherso al seguito del fratello di lei, il sacerdote don Nicolò Basilisco. Era presente una rappresentanza di esuli del Pordenonese. Insieme a essi, ai loro amici, a quanti solidarizzano con la loro storia, l’assemblea ha recitato la preghiera per le vittime delle foibe scritta dal grande arcivescovo Antonio Santin. Grazie diciamo anche da queste colonne all’amico don Cornelio (91 anni) per la bellissima e opportuna sua iniziativa di lasciare un luogo che parlerà al cuore anche delle future generazioni della tragedia vissuta dal popolo esule subito dopo la seconda guerra mondiale, e della fede di questo, che fu conforto e forza per risollevarsi. Di tale fede, piena di dignità umana, sono emblema i martiri beati ora esposti alla venerazione e riflessione di tutti a Casa Betania di Pordenone. Qui i collaboratori di don Cornelio curano pure la raccolta di articoli e documenti a loro riguardo e lavorano, in collegamento con i frati minori di Barbana, per la beatificazione anche del venerabile Egidio da Pola.


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