Lussino29

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Eccidio a Ossero della X-MAS, 22 aprile1945 Testimonianze Cristian Sersanti, nipote di Igino Sersanti, Caduto di Ossero Il racconto di mia nonna su Igino comincia nel 1943 quando, dopo l’armistizio dell’8 settembre, rientrò a piedi a Gabicce da Napoli dove era in servizio nella Regia Marina. Nell’ottobre di quell’anno, contro il parere del fratello maggiore, mio nonno Vitaliano, decise di imbarcarsi sul motopeschereccio Wilson che salpò per Grado con l’intento di sfuggire alle militarizzazioni forzate dei fascisti. Nell’estate del 1944, in Istria, Igino conobbe una ragazza, Anita Veglia, della quale si innamorò, e con la quale rimase in corrispondenza fino agli ultimi giorni: siamo in possesso di una lettera inviata da Anita a mia nonna in cui ella racconta le vane ricerche e l’attesa per il ritorno di Igino. Nel novembre del 1944, Igino, con tutto l’equipaggio del Wilson, decise di rientrare in Italia, dopo aver avuto notizie del passaggio del fronte e che le nostre zone erano ormai sotto il controllo alleato. Purtroppo il viaggio di ritorno non fu felice; infatti incontrarono un forte mare da levante e, persa la rotta, naufragarono (“iè andò in marena”, dice mia nonna) alla foce della “Gnocca” nel delta del Po, nei pressi di Goro, come racconta Mario Piemonti nella raccolta “Storie di vita e di mestieri”, edita dalla Banca di Credito Cooperativo di Gradara. Nello scritto di Piemonti ci sono delle discrasie di date ma Anita nella sua lettera afferma che Igino salpò probabilmente da Isola d’Istria il 26 Novembre del 1944 per fare ritorno in Italia. Una volta naufragati il capitano rimase a guardia della nave, mentre i marinai si incamminarono verso Cattolica, due di loro perirono misteriosamente nelle paludi, mentre Igino e un altro furono catturati dai tedeschi e costretti a riprendere le armi. Secondo quanto scritto da Anita si rividero dopo pochi mesi a Trieste e lì rimasero fino al 2 Aprile del 1945, quando egli, già militarizzato nella X-MAS, dovette partire per Fiume e da lì le comunicò che veniva inviato a Lussinpiccolo. Anita ricevette l’ultima lettera il 19 aprile 1945, nella quale Igino le diceva che sarebbe tornato presto a Trieste e che lo doveva attendere. Anita scrisse a mia nonna: “sono più di due anni che lo aspetto e lo cerco invano per tutta l’Istria”; infatti la lettera è datata 16 Luglio 1947. Ormai conosciamo l’epilogo di questa storia e anche il luogo dove riposa Igino Sersanti di Venanzio detto “Pamplen”, soprannome suo e di tutti i componenti della mia famiglia. Gabicce Mare, 16 dicembre 2008

Ossero - foto Licia Giadrossi - Gloria


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