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Lussino

Le vicende di Antonio Rerecich di Lussinpiccolo, uno degli ultimi capitani dell’Istituto Nautico Nazario Sauro di Licia Giadrossi-Gloria Antonio Rerecich nasce il 20 agosto 1930 a Unie di Lussinpiccolo da Maria Radoslovich e da Andrea Rerecich. Ben presto la famiglia si trasferisce a Lussinpiccolo dove Antonio frequenta le prime classi delle elementari con le maestre Zuccheri e Barbieri e con il maestro Guido Patuzzi, mentre nella quarta e nella quinta a insegnare è il maestro Afri. Alle medie suoi professori sono Maria Niccoli figlia di Anna, bidella del Nautico - Maria Rade per italiano e latino ed Elsa Bragato per il disegno. Frequenta successivamente l’Istituto Nautico, avendo come insegnanti il prof Gayer di matematica, la prof. Siercovich di italiano, il cap.Villani di inglese, la prof. Paola Cosulich di francese. Carlo Hofmann e Riccardo Martinoli sono i suoi docenti di astronomia e navigazione e di architettura navale La classe è mista per modo di dire perché, tra 12 maschi, c’è un’unica femmina: Giorgina Rodinis. Gli altri compagni di classe di Antonio Rerecich sono Eugenio Martinoli, poi divenuto costruttore, autore de “L’ultimo veliero di Lussino”, Antonio Santich, Claudio Ledda di mamma lussingrandese, Giuseppe Vidulich, non vedente, Bruno D’Agosto di Lussingrande. Suo compagno di banco è Gabriele Haglich. Tre gli anni di scuola, 1945-46, 1946-47, 1947-48, durante i quali come lingue straniere al posto del francese venivano insegnati il russo dalla prof. Adorni e il serbocroato. Quest’ultimo per 6 ore alla settimana. Nel 1948 la Nautica di Lussinpiccolo viene soppressa. Il padre, disoccupato, ritorna a Unie a curare la campagna ma viene reclutato dai titini per il lavoro coatto a Fiume, in porto, e in Istria nella costruzione della ferrovia Lupogliano-Stalje. Gli storici cantieri di Lussinpiccolo vengono nazionalizzati. Il “Tarabocchia Violincich” in Primo Squero, il “Martinoli” in Secondo Squero, il “Piccini” in Terzo Squero vengono unificati con il nome di “Cantiere di Lussinpiccolo” che passa sotto il controllo del cantiere navale “Tre Maggio” di Fiume. Tra il ’48 e il ’49 Antonio lavora in questo cantiere come capo dell’evidenza operativa per il controllo e la trasmissione

dei dati locali al cantiere di Fiume. A 19 anni viene chiamato al servizio militare obbligatorio di tre anni nella marina yugoslava, ma un decreto del maresciallo Tito secondo cui chi era iscritto a una scuola superiore poteva abbreviare la leva, lo induce a iscriversi all’Istituto Nautico “Amerigo Vespucci” di Fiume. Lo frequenta per due anni e si diploma nel luglio 1951, ultimo anno della sezione italiana. Nel 1951 quindi finisce l’istruzione nautica italiana anche a Fiume! Ovviamente continua la scuola croata; i professori italiani, optanti, cercano di andarsene prima possibile. Tornando ad Antonio, lo vediamo di ritorno a Unie dai genitori per le vacanze. Dopo qualche giorno, però, si presentano due miliziani con la cartolina di richiamo alla leva. La casa viene piantonata per tutto il giorno, fino all’imbarco immediato per Fiume. Si ritrova poi con i compagni di classe nel “Campo della Gioventù”, a dormire sulla paglia! Dopo tre giorni vengono trasferiti sul vapore Peljesac che fa rotta per la Dalmazia. L’approdo è Spalato, dove i ragazzi vengono prelevati e trasportati a Divulje, all’Accademia militare della marina jugoslava per un corso di ufficiali di complemento della durata di un anno. Pur essendo optante per l’Italia, per ben quattro volte, Antonio viene iscritto all’Accademia nella speranza che Al comando della m/n Cellina diventi comunista e aderisca al partito. Completato l’anno di istruzione, dopo un mese di manovre in Adriatico con sbarchi a Zara e a Lussino, a Punta Cornù, arriva il congedo. Nel ’52 viene richiama-


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