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Lussino

Onore a Tino Straulino di Maura Suttora Rastrelli Nel mese di aprile, in occasione del trofeo velico dell’Accademia Navale di Livorno, è stato inaugurato nel piazzale dell’ Accademia, davanti al “Brigantino”, un busto in ricordo dell’Ammiraglio Tino Straulino. Alla cerimonia, alla quale ero stata invitata, ho incontrato un vecchio amico triestino, il comandante Giancarlo Rutteri, che fu, a suo tempo, allievo dell’Accademia quando Tino era il Comandante e successivamente compagno di Tino in numerose regate. Il comandante Rutteri è senz’altro la persona più adatta per descrivere le sensazioni che questa cerimonia ha suscitato in tutti noi. Il giorno 22 aprile è stato inaugurato il busto dell’ammiraglio Straulino presso l’Accademia Navale di Livorno. La cerimonia è avvenuta grazie allo Yacht Club Versilia ma soprattutto grazie ai suoi allievi del “Vespucci” che nel 1965 ebbero la fortuna di partecipare alla crociera di addestramento estiva mentre lui era al comando di questa prestigiosa nave a vela. Questi giovani allievi, ormai oggi ammiragli, hanno così voluto commemorare il loro comandante facendo dono di questo busto che lo ritrae giovane allievo quando anche lui tantissimi anni fa entrò in questa Accademia per proseguire poi la sua lunga e onorata carriera sia di ufficiale che di velico. Tutti sappiamo che egli nacque nell’isola dei marinai più famosi e cioè a Lussino e da qui imparò a conoscere il mare, il vento, le intemperie e le bonacce. Sappiamo anche che in guerra si meritò la medaglia d’argento per le imprese condotte con i mezzi d’assalto della nostra Marina. Io, che l’ho conosciuto e frequentato per anni, affermo che un uomo come lui non poteva non far parte di questi arditi del mare. La cerimonia è stata semplice, come semplici sono le cose che lui desiderava. L’Ammiraglio Bettini, Comandante dell’Accademia, lo ha voluto ricordare riportando anche brani scritti dallo stesso Straulino, con accenti a volte commoventi che hanno toccato i presenti. RiMarzia Straulino e Lorenza peto: è stata una cerimonia semplice, sentita e molto davanti al busto di Tino Straulino bella. Il capocorso degli Allievi di allora, Ammiraglio Cesaretti, ha completato con altrettante parole di stima e riconoscenza per quest’uomo che sul “Vespucci”, come altrove, ha saputo meritare onori e riconoscimenti. Va ricordato che fu l’unico a far passare il “Vespucci” attraverso il canale navigabile di Taranto, quindi in pieno porto, con le vele spiegate e fu l’unico a “regatare” con questa nave quando nel Mare del Nord incrociò la nave scuola tedesca “G. Foch”. Quel giorno, nel piazzale dell’Accademia, i suoi allievi erano tutti presenti come eravamo presenti noi che, allora giovani guardiamarina, attraversammo l’Atlantico e il Pacifico fino alle Hawai sul “Corsaro 2” sotto il suo comando in un’ avventura di ben dieci mesi che è difficile dimenticare. Riconosco che eravamo tutti commossi a questa cerimonia che ci riportava indietro nel tempo, che ci faceva rivivere le avventure marine assieme a “lui” e anche, perché no, le “arronzate” che abbondantemente ci faceva arrivare addosso. Non voglio parlare di lui come velico perché l’elenco delle medaglie e coppe è noto a tutti, ma come uomo, marinaio e comandante a cui siamo tutti indistintamente rimasti legati, affezionati e soprattutto riconoscenti per quanto ci ha insegnato. Erano presenti la figlia Marzia e la nipote Lorenza a cui abbiamo voluto dire e ricordare quanto quell’uomo ci ha dato in vita e quanto ci dà ancora oggi che non c’è più. Non ci sono neppure più alcuni compagni del “Corsaro 2” ma siamo sicuri che sul barcarizzo del veliero “bianco” su cui ora è imbarcato si sono ritrovati di nuovo assieme così come tutti i suoi compagni d’arme che riposano sotto il mare di Gibilterra e lo stavano attendendo. Addio ancora “Comandante” e grazie di tutto! Giancarlo Rutteri


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