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Visita culturale 2012 a Lussino e a Cherso di Rita Cramer Giovannini

Dopo due anni, abbiamo organizzato un secondo viaggio culturale a Lussino, dal 5 all’8 giugno 2012. L’organizzazione è stata una vera e propria sfida. Avevamo ancora fresco il ricordo del precedente viaggio, quello del 2010, che si era rivelato veramente entusiasmante, e temevamo che, come spesso accade, la replica non fosse all’altezza dell’originale. Dico subito che così non è stato, e che anche questa volta è stato un successo. Sapevamo che avremmo avuto con noi anche persone che non sono di Lussino, e che non vi erano mai state. Volevamo quindi mettere in programma qualcosa di inedito, per i Lussignani, e di “classico” per presentare Lussino ai “foresti”. Abbiamo pensato pertanto di sfruttare i viaggi di andata e di ritorno per poter includere nella gita anche tappe sull’isola di Cherso e a Neresine. Sbarcati dal traghetto a Faresina, ci siamo diretti a Vallon di Cherso, dove il signor Giordano, proprietario del ristorante “Na Moru” ci attendeva con un ottimo risotto di scampi, servito sulla terrazza in riva al mare. Su consiglio di Sergio Colombis, che purtroppo non aveva potuto essere dei nostri, ma ci aveva aiutato a programmare alcune tappe della visita, già da Trieste avevamo prenotato il “rebechin”.

Questo primo impatto con il Quarnero, in una soleggiata, ma fresca, giornata di primo giugno, è stato un preludio eccezionale. Abbiamo proseguito poi alla volta di Ossero, dove ci attendeva il bravissimo Roberto Polonio per farci da guida in quella città antica e ricca di storia. Il nostro primo impegno, tuttavia, è stato portare sul muro esterno del cimitero, sul luogo ove riposano i marò della X-mas, la targa con i nomi dei militari uccisi e

recitare, per loro e per noi, la Preghiera del marinaio. Qui abbiamo avuto il piacere di incontrare la signora Ernesta Berna Topich e il marito, che con amore curano la manutenzione del sito.

Dopo aver visitato i ruderi dell’antica basilica paleo cristiana di Sancta Maria ruralis, adiacente a quella di Santa Maria degli Angeli, e del fonte battesimale, che si trovano nel comprensorio del Camposanto, abbiamo proseguito, oltre la porta orientale, verso la basilica di San Pietro di stile romanico gotico. È stato veramente emozionante assistere al lavoro di una squadra di archeo­ logi francesi e croati che stavano riportando alla luce i resti di antichi abitanti di Ossero, lì seppelliti probabilmente dai tempi in cui la malaria decimò la popolazione della città, nei secoli XIV e XV. Attraverso le strade che seguono gli antichi tracciati romani, sulle cui case sono incastonate, come fossero gioielli, pietre con decori risalenti a epoche romana e medievale, e dopo aver ammirato il mare della Cavanella


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