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La promessa… di Milvia Pagan

Rieccomi, come promesso a mia sorella Tatiana di ritornare a Lussino: ho deciso improvvisamente di par­ tire. Due mie amiche, Silvana e Paola, accalorate dal mio scritto e dal mio entusiasmo, hanno sollecitato la parten­ za; ora o mai più. Alle volte le cose improvvisate riesco­ no meglio. Sosta doverosa a Trieste e una cena all’Adria­ co con tutti Lussignani doc fra i quali la “poetessa” Licia Giadrossi. Una rimpatriata interessante, si parla solo dia­ letto che io adoro ma che non parlo mai a meno che non parli da sola poiché mi capisco solo io. Quando si parla Lussignano è come togliere al tempo la sua realtà; il tra­ monto infuoca il golfo, le barche ferme, in un mare fer­ mo quasi irreale, il nostro cicaleccio è gradevole, la rim­ patriata è sempre piacevole poiché si ritorna indietro nell’isola, la nostra isola. Poi il viaggio fino a Lussino molto lungo per il mio vivere veloce ma che vale la pena poiché la visione di Lussino piena di colori è ineguagliabile.

Valle d’Augusto

Lussino è immersa nel verde dei pini e lambita ovunque da un mare trasparente con le sue baie smeral­ dine e la voglia continua di tuffarmi in quell’incanto, è una favola! L’acqua è fredda, che faccio? Ma sì, si vive una volta sola, pluff!! Cerchiamo una barca che ci possa far fare il giro dell’isola senza l’agglomerato di turisti “zigaloni” e tro­ viamo un certo Vlado; gli dico che “mi son Lussignana” lui mi risponde: “non xe problema”, mi viene da ridere e penso che i tempi hanno lasciato un grande vuoto nella gente e l’ignoranza è dominante. Mi riappacifico con l’umanità e vivo intensamente tutte le baie che passiamo, Val di Sole e altre e sempre con un mare spettacolare, ci tuffiamo in una baia splen­

La grotta di Balvanida

dida. Brrr mare freddo ma si nuota velocemente sotto lo sguardo attonito di Vlado che è abituato a turisti più pi­ gri, più tranquilli, più tedeschi. Si sentono le cicale, mai così tante, mai così gradite, il loro canto è un’attrazione, un inno della natura, alla vita, alla bellezza. Ritorniamo verso Lussino con un mare calmo, tran­ quillo e noi soddisfatte di tutto. Dopo in macchina, siamo andate a Lussingrande e a Rovenska; le mie amiche “gongolavano” primo perché non si aspettavano nulla di simile, secondo perché i por­ ticcioli e le insenature così piccole, belle e raccolte sem­ bravano delle bomboniere o perle preziose da immagaz­ zinarne l’immagine e poterle ricordare una volta finita la vacanza. Avrei voluto dedicarmi al dolce far niente, ma per poter vedere tutto e andare dappertutto abbiamo fatto un continuo “corri de qua, corri de là” e senza perdere la

Cigale


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