PROFUMO DI MANDORLE AMARE di Anna Montella

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Anna Montella

PROFUMO DI MANDORLE AMARE Silloge

Marzo 2002



Anna Montella PROFUMO DI MANDORLE AMARE silloge


Impaginazione e testi ©2002 Anna Montella Versione elettronica - 2011 © LA LUNA E IL DRAGO Caffè Letterario Le immagini contenute in questa pubblicazione restano di proprietà dei legittimi autori




NOTA DELL’AUTORE Le poesie presenti in questa silloge (16 in tutto) , alcune delle quali già presenti in altre pubblicazioni, sono da considerarsi soprattutto una piacevole e ingenua divagazione dell’autrice, più un insieme di pensieri che una produzione poetica vera e propria. Le composizioni, tra cui la favola in ouverture che vuole introdurre il lettore in una dimensione fantastica, in un’atmosfera da “c’era una volta…”, recano a tratti il sapore dolce amaro delle fiabe e il profumo di infanzia e di cose perdute. Lo stesso titolo della silloge “Profumo di mandorle amare” non è altro che il riaffiorare di un ricordo olfattivo dei tempi trascorsi tra i banchi di scuola, quando la colla in barattolo aveva profumo e sapore (eh si! Ogni tanto la si assaggiava pure! Con la curiosità dei cuccioli che assaggiano tutto per assimilare il mondo intorno) di mandorle amare. Pensieri sparsi, dunque, senza alcun ordine cronologico né di argomento perché… così devono essere i pensieri… liberi!


C’era una volta… tanto tanto tempo fa, talmente tanto che se ne è perduta memoria… Il Sole con la Luna vivevano felici incastonati come pietre preziose nel medesimo cielo, circondati da una miriade di stelline lucenti come diamanti. La loro felicità era così grande e così bella che si irradiava sul mondo illuminando e portando calore nel cuore degli uomini dove non trovava spazio l’invidia o la malinconia, mentre le stelline con maliziosa indulgenza ridacchiavano fra loro per questi fratelli più grandi sempre persi l’uno nell’amore dell’altro. Passavano felici i giorni, e le ére si susseguivano agli eòni, e loro erano sempre li, immutabili, nella loro eterea danza, bellissimi nell’intreccio dei loro desideri che si riflettevano nello zaffiro di uno splendido cielo ricamato a trama sottile con i fili d’oro e d’argento delle nuvole. Ma nulla è eterno, nulla resta uguale e nel cuore degli uomini si insinuò il sottile veleno che scorre ancestrale nelle vene del mondo e giunse il tempo in cui tutto ciò che era stato unito dovette essere separato…. e dai confini del Tempo venne la Notte, arcana Signora dell’Oscurità, scivolando silenziosa tra i sogni e i rimpianti degli uomini… e tutto avvolse coi suoi capelli


colore di tenebra e lo sguardo di nero giaietto… la Luce fu separata dal Buio e la Luna, dopo un ultimo sguardo struggente al suo sposo, il Sole, voltò le spalle alla luce e si incamminò per i sentieri delle Ombre lungo le rive del fiume dell’Oblio… dai suoi occhi caddero lacrime di cristallo e la Notte si vestì d’argento… nulla potè più essere come era stato… La tristezza infinita della Luna e il fiero dolore del Sole commossero il padre Tempo che, per non offuscare la luce di entrambi, concesse loro di non perdersi del tutto e di sfiorarsi quando l’Aurora sorge sul mondo con delicate pennellate di rosa pastello e il cielo si incendia nell’oro del tramonto… Sempre così il loro eterno inseguirsi … senza davvero incontrarsi mai… …e mentre l’una muore l’altro risorge nell’abbraccio tenero e struggente che dura lo spazio di un soffio di vento… Ma quando il desiderio diventa tormento allora la pallida signora d’argento la si vede nel cielo anche di giorno, fantasma evanescente che, in disparte, si culla nell’istante di un sogno rubato mentre le stelline, con malizia innocente, giocano a rimpiattino tra le trine e i merletti delle nubi per


distrarre il padre Tempo che, indulgente, fa finta di non vedere… Ma verrà il tempo in cui il mondo tornerà a guardare con occhi di bambino e ciò che è stato separato tornerà ad essere unito… la Luna, quale sposa dai veli d’argento, tornerà ad abbracciare il Sole, splendido principe dalle vesti di oro arabescato, il Tutto si fonderà col Nulla e la magia ritroverà i colori del sogno… un giorno… ai confini del Tempo…


NOMADI Tempo che fugge come sabbia tra le dita… Desiderio tenero e struggente di eternarsi negli occhi e nel sorriso di un bambino… Promessa di immortalità… malìa dell’orrido nel canto del serpente… Voglia di perdersi e di ritrovarsi tra volti anonimi in una folla di emozioni… Fuggire da sé stessi incamminandosi per sentieri sconosciuti… Nomadi erranti tra dune sabbiose e terre assetate d’Africa navigatori e naufraghi… gocce di pioggia e lacrime smarrite nell’urlo furioso della tempesta… Comparse… Questo noi siamo… Unica mia certezza amica mia… Bella e serena tu mi cammini accanto…


Signore del Gioco Col fiato tra i denti si insegue la mèta Attori mancati di un’epoca inquieta Di un tempo scandito da troppe parole Di strade smarrite di anime sole Di tutto di niente di stelle cadenti Di storie finite e peccati innocenti Di guerre giocate da grandi soldati Di lacrime finte e di figli mai nati Di fiabe rubate di infanzia tradita Signore del Gioco la Morte e la Vita Ma… Voglio per me almeno un momento Un sogno incantato striato d’argento Un sogno dipinto di rosa corallo Di acque lucenti come cristallo L’eco di un sogno sospeso nel tempo Magia di stelle e profumo di vento Un piccolo sogno di carta stagnola E una favola antica… Raccontata a me sola…


COMPARSE Leggiadre deliziose bamboline Un timido occhieggiar di rose e viole… E’ così che vengon viste le bambine Per diventare poi fanciulle in fiore… Farfalle dai colori iridescenti Come afroditi emerse dalle onde Ma destinate ad essere perdenti Già nate per restar sempre seconde… Cenerentole escluse dal gran ballo Col tempo che gli sfugge tra le dita Senza principi o scarpe di cristallo Perse… nel fiume in piena della vita… Aver le ali e non poter volare Notti africane chiuse in una stanza Fuochi gitani e non poter danzare Chissà di che colore è la speranza… Fiori di campo costrette in una serra Di riti usanze regole e parole Predestinate a perdere la guerra Sia pur lottando… eternamente sole… Non è così che muoiono le viole?


REFOLO DI VENTO Notte stregata refolo di vento

Nero velluto e lucciole d’argento Negli occhi la magia di un sogno antico Baci non dati e desiderio ardito… Il nastro grigio che allontana il poi Paesi visti e conosciuti mai Dolce l’attesa e tenero il tormento Il mondo si confonde in quel momento… Notte d’incanto chiusa in una stanza Il tutto e il nulla intrecciano una danza E nella notte il sogno prende vita L’attesa nasce e muore ed è finita… Ride la fata del sogno della strega Tenera nulla toglie e nulla nega Son gesti antichi ed incomincia il canto Il cuore vola e poi si scioglie in pianto… Lampi di luce ed infinito amore Muoiono appena nate le parole Scaduto il tempo per ascoltar favelle E poi soltanto… polvere di stelle…


Falce di luna su un filo di vento Nel blu profondo una stella d’argento Viene la notte con trama incantata Tessuta di sogni con mani di fata….. Passi felpati….. Un gatto guardingo, si ferma…. In ascolto di un suono indistinto Di un gufo nell’aria l’antico richiamo Un pianto di bimbo si perde, lontano… Poi tutto s’acquieta e un respiro profondo Riempie la Notte, quello del Mondo… Nel silenzio che pare stregato Vinto, il gigante si è addormentato… E’ questa l’ora dei desideri di gesti antichi e di mille misteri l’ora in cui tornano i sogni rubati smarriti persi dimenticati quando il rimpianto di storie incompiute sembra ricordo di vite vissute e pare quasi che il cielo lontano si possa sfiorare allungando una mano…


LUCI ED OMBRE La malinconia sottile di un viale al tramonto nella magia surreale di antiquate lanterne… per le vie solitarie l’eco vibrante di antiche passioni… imprigionate nei ricordi di luoghi in altro tempo vissuti, silenziose figure… …danzano… Sulle note di melodie Perdute…


Mi ami vita mia amato bene? È vero che staremo sempre insieme? Domanda lei con l’ansia nella voce Negli occhi il lucicchìo di un sogno audace… Lui le risponde - Certo vita mia Dubbi con me non devi averne mai Non sai che io son tuo e tu sei mia?Oh dolci baci oh languide carezze Sorrisi voci tremule e dolcezze… Il mondo smette allora di girare… …il gatto resta fermo lì a guardare… la luna ammicca, brilla il firmamento si cristallizza tutto in quel momento… la micia arriva… e il gatto lemme lemme: nine’ nun t’aspetta’ nna serenata a’nvedi questi? Se stanno a’ ffa le seghe (mentali) che cosa nun se fa pe’ nna…scopata!


Nel paese delle favole inventate Argentine le risate delle fate Si rincorrono le storie senza fine Sogni azzurri ed acque cristalline… Nel paese delle favole rubate Principesse dalle labbra mai baciate Arabeschi dalla trama mai tessuta Sogni persi in una vita mai vissuta… Nel paese delle favole smarrite Il sapore delle cose mai finite Spiega il cigno malinconico il suo canto Muore il sogno sulle ali del rimpianto… Nel paese delle favole proibite Prendon vita desideri e gesta ardite Non c’è tempo non c’è ora e non c’è data E la strega vince sempre sulla fata… Senza fretta scorre il fiume dell’oblio E si perde dentro il nulla il proprio io Di cristallo nello spazio le parole Muor la luna mentre, persa, abbraccia il sole… …E nel mondo delle gioie e delle pene Son d’acciaio invisibili catene


Fate e streghe nella notte son sorelle E una lucciola ha il lucòre delle stelle‌


PROFUMO DI ROSE Pioggia di fili d’oro e polvere di stelle Le rose che non colsi son sempre le più belle Candore virginale di un abito da sposa Vite scritte a matita su un petalo di rosa Alice in un paese di eterne meraviglie Diademi di brillanti tra fondi di bottiglie… Il sogno dell’Oriente nel ricamo di uno scialle Le rose che non colsi in un volo di farfalle Signora del castello nella favola sbagliata Ha sciolto le sue trecce la bella addormentata Alice ha chiuso il libro e la strega si è svegliata…. Notti di luna piena e lucciole d’argento Le rose che non colsi profumano di vento Libere ormai da un sogno fatto di cartapesta Donne giorni di sole e giorni di tempesta Zingare, nella magia di un libro di cristallo Occhi lucenti d’ambra e labbra di corallo Destini che si intrecciano sul palmo delle mani Figlie di un altro tempo, padrone del domani…..


Collane di conchiglie e braccialetti ai polsi Son rosse e profumate le rose che non colsi


UN SOGNO D’AMORE Quando le stelle han bisogno d’amore Son disperate e si sentono solo Il mondo risplende del loro fulgore… La notte rifulge dei sogni sognati Di favole antiche e di storie sbagliate Di streghe di fate di strani folletti Di frasi smarrite e parole non dette Di lacrime fatte di gocce d’argento Di gioia e sorrisi che sono un tormento L’anima grida… e non si ode il lamento… Soltanto la luna che pare dormire A volte lo strazio riesce a sentire E allora l’altera e incantata signora Chiede aiuto alla dea dell’Aurora Che in cambio d’un sogno vestito d’argento Regala alle stelle quel dolce momento… Un attimo eterno in un soffio di vento… Si attenua la luce il mondo scompare Ma dentro la stella comincia a sognare Il gelo diventa bruciante calore E il sogno diventa un sogno d’amore…


UN PEZZO DI CIELO Un giorno lontano in quel di Betlemme Il cielo notturno si accese di gemme Una grotta piccina si mise a brillare E una eterea figura si vide danzare… La splendida stella dalla chioma dorata Fu ai magi d’oriente lanterna fatata E la luna d’argento col serico manto La magica notte avvolse di incanto… Un fremito arcano percorse Natura Ed ebbe inizio la grande Avventura Quando un uomo una donna e un bambino Donarono al mondo un frammento divino… Tessuta di sogni l’antica magia Ritorna nel tempo a indicare la via Perché delle ombre si dissolva quel velo E ognuno abbia il suo pezzo di cielo…


Quando il mondo era ancora bambino In ogni fiore abitava un omino Nella silente foresta incantata Su ogni foglia d’argento danzava una fata E le principesse dai lunghi capelli Dormivano, ignare, nei loro castelli….. Streghe folletti incantesimi e maghi Volavano arcani sulle ali dei draghi Principi azzurri magie e sortilegi Elfi unicorni ed oscuri presagi……. Mondo d’incanto innocenza e malia Di sogni smarriti lungo la via Echi di un regno che ormai non c’è più Svanito perduto nel tempo che fu…… Ma se chiudi gli occhi e tendi la mano E ti lasci rapire da un sogno lontano Ritorni fanciullo per un momento Con i ricordi portati dal vento E senza sapere né come né dove Sei ancora una volta nel tempo di “altrove” Quando il mondo era ancora bambino…. E in ogni fiore abitava un omino….


Per cinque giorni splendida in vetrina Il fine settimana giù in cantina Un’altalena fatta di parole Giorni di pioggia grigi senza sole… Riflesse dentro un prisma di cristallo Le lacrime hanno sapore di metallo Specchi che non riflettono la luce Felicità… soltanto ore fugaci… Il sogno è sogno e tal deve restare nella realtà non può non deve entrare le stanze illuminate dalle voci son spente e nella casa tutto tace… Occhi sgranati riccioli di stoppa sul vestitino chiuso da i suoi lacci resta in cantina dimenticata e sola la dolce bambolina coi suoi stracci… Ritornerà in vetrina il lunedì tenera graziosa e sorridente a quella mano sa dire solo sì anche se nelle sue rimane il niente… È scritto nelle stelle il suo destino nel gesto capriccioso di un bambino persa nel gioco eterno senza fine tra il lucicchìo del vetro e le cantine…


M Maaddaam maa DDoorrèè… … Nelle stanze della memoria Madama Dorè è rimasta da sola Di tante figlie neppure una Gliene ha lasciata madama Fortuna… Ma nella soffitta tra polvere e ragni Non ci si annoia si contano gli anni E tra i ricordi, i più dolci e i più amari, Ci son le streghe e ci sono i corsari… C’è il primo giorno tremante di scuola Grembiule nero e profumo di viola …eran trecento eran giovani e forti… la storia mente…non sono mai morti… e nella casa di nonna Speranza continua Carlotta l’eterna sua danza… quaderni neri di rosso rigati profumo d’infanzia e ricordi rubati La prima cotta il primo dolore Lacrime azzurre in un raggio di sole Un sogno confuso un ritratto sbiadito Ritrova i contorni a punta di dito… Madama Dorè sorride tra il pianto Note perdute diventano canto E nelle stanze delle memoria Si sente ancora profumo di viola…



I CIELI DENTRO Figlia affettuosa sposa radiosa Mamma amica amante sorella Tutta qui la tua fulgida stella? Soltanto donna quando sei stata …un po’ strega… un po’ fata… Tenera ribelle tempestosa Pigra sorniona furiosa gelosa Perfida civetta misteriosa… Donna meravigliosa… Tanti doveri dove sono i piaceri? Venti trenta quaranta cinquanta… Il tempo vola e la vita ti stanca Ti prende ti batte e ti mette la voglia Di andare… partire finire dormire Forse anche morire E come una foglia nel vento sparire… Ma un treno che parte Un mandorlo in fiore Ti fanno tornare la voglia d’amore Un raggio di sole un tramonto una stella Ti fanno capire quanto la vita sia bella… L’azzurro del mare il verde d’aprile La pioggia che cade danzando sui fiori Ti fa ripensare ai tuoi giovani amori… ….lontana magia….


Cristalli splendenti di nostalgia… Ai tuoi quindici anni di figlia affettuosa e…RIECCOLA LI LA SPOSA RADIOSA! La casa la spesa i figli i doveri E pensi di urlare: “DOVE SONO I PIACERI?????” Ti sei spaventata? Ma questo era ieri… Oggi hai trovato la tua dimensione E dentro ti canta una nuova canzone… Sei sempre amica amante sorella Ma adesso sai anche che non è la tua stella… Ti parlano ora i tuoi mille colori Di cieli azzurri e di fasci di fiori Di libri, di treni sempre in partenza Di fantasia e di grande innocenza… Gli spazi immensi una stella cadente La luna i gatti e i profumi d’oriente… La pioggia di marzo con i suoi arcobaleni Cascate lucenti e pensieri sereni La nonna Speranza di Guido Gozzano E gli infiniti di pensiero leopardiano I ninnoli i pizzi di gusto retrò La luna nel pozzo in un grande rondò… La vita gelosa ti sciupa la piega? Ma tu resti sempre un po’ fata e un po’ strega… Figlia amante mamma affettuosa? …..SI……. Ma sempre donna meravigliosa!


Sale piano lentamente sconvolgente L’alta marea… pioggia battente sui vetri dell’anima Mare in tempesta che urla tra gli scogli Vento che batte all’uscio e vuole entrare Insinuandosi tra le fessure… Dolce estenuante quasi dolorosa esplode dentro come lava bollente E scende per poi risalire e rimane lì Perduta nei meandri del desiderio Che diventa sempre piu grande Piu forte e struggente… Ed ecco, gelosa, la collera si tinge di tempesta… Un attimo… e poi l’arcobaleno… Albe rosate e tramonti di oro infuocato Nuvole di merletti Sogni colorati con l’argento delle stelle… Streghe di ricordi danzano nelle Stanze della memoria… Favole di un altro tempo Prendono vita sulle note di una canzone Frammenti di universo esplodono Nei riflessi di un calice di cristallo Sussurrando una promessa antica con labbra mute…


Le note dell’addio si spiegano sulle ali del tempo Splendida nell’ombra…sboccia una rosa rossa… Pegno di quel che non si chiede…si regala… il pensiero diventa carezza… …Dolce tenero estenuante… E l’emozione spezza le parole in gola… Mani che si cercano labbra che si sfiorano Braccia che si stringono forte con tenera violenza… Sguardi che toccano l’anima Occhi negli occhi…. L’onda sale e tutto travolge Ogni cosa scompare… E neppure ti accorgi di annegare Tanto è dolce morire……


(splendida isoletta nel cuore di Siracusa) …La grande piazza all’ombra dell’incenso si incendiò nell’oro del tramonto, i pupi rialzarono la testa e mani abili li accompagnarono nella danza… la tragedia antica si impadronì della scena e, da una distanza infinita, occhi incantati si avventurarono nel labirinto del tempo e tutto ritornò come era sempre stato… Orlando innamorato prese vita e Angelica, tra memorie ancestrali e strade senza confini si perse nel calore tenero di quella mano che stringeva la sua…poi un refolo di vento tutto cancellò, tutto scomparve nelle pieghe del sogno e lacrime di rimpianto caddero nella fonte dell’incanto e Angelica pianse tra le braccia di Medòro e vi trovò consolazione… Artemide, muta testimone di pietra dal remoto sguardo, si dissetò alla fonte di quelle lacrime e l’azzurro del cielo scomparve nel frullare di migliaia di voli… Ed ecco che nell’aere senza tempo la civetta spiegò le ali e si levò il suo canto, nel becco il pegno vermiglio di una promessa antica, nello sguardo l’eco di un sogno appena sfiorato tra i petali di una rosa non colta e la magia dell’azzurro struggente dei cieli e del mare di Sicilia…




INDICE Nota dell’Autore

Il tempo incantato

C’era una volta

Bambolina

Nomadi

Madama Dorè

Signore del Gioco

I cieli dentro

Comparse

L’onda

Refolo di vento

La magia di Ortigia

Di notte

Nota biografica

Luci ed ombre Il gatto Nel paese… Profumo di rose Un sogno d’amore Un pezzo di cielo


Anna Montella, pubblicista, esperta in Marketing no profit e Comunicazione Sociale, vive e lavora in Puglia, in provincia di Taranto dove, tra le altre cose, si occupa di Uffici Stampa eventi diversi, siti web e grafica, accoglienza culturale, promozione e informazione turistica, Sociale, Terzo Settore. Al suo attivo diverse pubblicazioni. Curatrice del Caffè Letterario La Luna e il Drago http://www.caffeletterariolalunaeildrago.org/



“…E dai confini del tempo venne la Notte… Arcana Signora dell’Oscurità… Scivolando silenziosa Tra i sogni e i rimpianti degli uomini…”


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