La Città n. 71 aprile 2014

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La Città

OPINIONI

Aprile 2014

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Le provocazioni di Umberto Tirelli sugli Ogm pubblicate nello scorso numero hanno fatto discutere

“Gli Ogm sono un fallimento scientifico ed economico”

LE DICHIARAZIONI DI TIRELLI

A dirlo è il professor Marcello Buiatti, ordinario di genetica all’Università di Firenze, intervenuto nel dibattito. Sulla stessa linea anche Cinzia Scaffidi, direttore del Centro Studi Slow Food

“ITALIA OSTAGGIO DELL’IGNORANZA SCIENTIFICA”

di CLELIA DELPONTE

Ha suscitato scalpore l’intervista al professor Umberto Tirelli sugli Ogm pubblicata sullo scorso numero de La Città. L’interesse suscitato ci ha spinto a riprendere l’argomento sentendo altre voci autorevoli e allargando la riflessione al biologico, “antagonista” per antonomasia dell’Ogm. A partire dal professor Marcello Buiatti, ordinario di genetica all’Università di Firenze, in 50 anni di studi e ricerche autore di oltre 200 pubblicazioni a livello nazionale e internazionale, tra i primi in Italia a fare ingegneria genetica Gli Ogm sono sicuri? “Le piante sono organismi viventi complessi e l’introduzione di un dna estraneo può causare evoluzioni imprevedibili. Inoltre l’EFSA, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, non ha propri laboratori indipendenti. Esamina i dossier inviati dalle aziende (su quesiti obsoleti di almeno 10/15 anni). Se il controllore è il controllato, non c’è nessuna garanzia. Se aggiungiamo che Suzy Renckens (già coordinatore scientifico delle attività del GMO Panel dell’ESFA) è andata a lavorare per la Syngenta (produttrice di Ogm), il quadro non è confortante. Le statistiche fornite da Monsanto sul mais MON 863 sono elusive e insufficienti. Il laboratorio francese indipendente CRIIGEN, guidato da Gilles-Eric Seralini, professore all’Università di Caen, ha condotto invece ricerche su un lasso temporale più lungo, dimostrando l’alta mortalità e l’aumento di incidenze tumorali nei ratti alimentati con mais Ogm. In sostanza non esistano protocolli adeguati e universalmente riconosciuti per testare gli effetti a lungo termine sulla salute da parte degli Ogm”.

Come si è evoluta la ricerca? “Gli Ogm si sono dimostrati un fallimento. Da quando sono entrati nel mercato ne sono stati creati solo 4, modificati con gli stessi geni: soia, mais, cotone e colza. Un fallimento scientifico, ma anche economico. Se guardiamo le statistiche del Dipartimento dell’Agricoltura USA sulla resa unitaria per ettaro del mais, nell’ultimo decennio vi è una linea retta, che non ha cambiato inclinazione con l’introduzione degli Ogm nel 1996. In compenso i danni creati all’economia e alla struttura sociale di alcuni paesi sono disastrosi. In Argentina la coltivazione di Ogm ha distrutto l’agricoltura tradizionale, con danni alla biodiversità e a intere comunità, private del loro cibo tradizionale (la soia viene esportata come mangime): sono aumentate disoccupazione e fame”. Parliamo di pesticidi. “L’agricoltura tradizionale richiede diserbanti e insetticidi, prodotti chimici dannosi per l’ambiente e per la salute, i cui brevetti sono detenuti proprio dalle stesse aziende che producono Ogm (Monsanto produce il Roundup read). Le piante Ogm sono programmate per essere resistenti ai diserbanti, dunque se ne può fare un uso massiccio (su aree vaste si usano gli aerei), con conseguenze disastrose per la salute. Per quanto riguarda gli insetti, le coltivazioni Ogm resistono in genere a un solo insetto, che però col tempo si evolve e diventa resistente, e comunque lascia il campo libero a insetti rivali, prima non competitivi”.

SLOW FOOD

SOTTO LA LENTE

“In Italia la biodiversità è fondamentale e va protetta”

“Agricoltura tradizionale insostenibile, il futuro è bio”

Sugli Ogm si è pronunciata anche Cinzia Scaffidi, direttore del Centro Studi Slow Food. “La protezione delle biodiversità in Italia, dove l’economia si basa sull’unicità e tipicità dei prodotti, è fondamentale. Le multinazionali impongono agli agricoltori contratti capestro: devono consegnare tutto il raccolto e non possono tenere semi per la semina successiva. Parlando del Golden Rice ritirato dal mercato in quanto la vitamina A era insufficiente, non si capisce perché si dovrebbe ricorrere a un unico alimento anziché mangiare frutta e verdura. Non mi risulta che le multinazionali siano dei benefattori e che regalino i prodotti: chi muore di fame non ha disponibilità economiche. La storiella che gli Ogm salveranno il mondo dalla fame, non regge da nessun punto di vista”.

Con Andrea Pitton, vicepresidente dell’Aiab Fvg, associazione italiana per l’agricoltura biologica parliamo di biologico. Partiamo dai contributi. “Sia il tradizionale che il biologico ricevono contributi: io li toglierei in entrambi i settori. Chi lavora bene, ce la può fare”. Il biologico costa di più? “Bisogna fare bene i conti. Chi può calcolare i danni ambientali e alla salute provocati da diserbanti e insetticidi da sintesi chimica? Inoltre la natura si adatta, dunque bisogna utilizzare principi attivi sempre nuovi o aumentare le dosi. Il problema dei costi sta anche nella filiera e nel sistema di vendita. L’ideale sarebbe acquistare i prodotti biologici secondo la stagionalità direttamente dall’azienda o tramite i Gas (Gruppi solidali di acquisto). Io sono convinto

che il biologico sia il futuro, l’agricoltura convenzionale è insostenibile, non possiamo spargere concimi chimici e pesticidi (insetticidi, erbicidi, fungicidi) ad oltranza”. Parliamo di rese e controlli. “Le rese in agricoltura convenzionale sono maggiori, ma in compenso sono aumentate intolleranze e allergie. L’agricoltura biologica è l’unica ad avere un regolamento e i controlli sono rigorosi. Per 50 anni abbiamo rapinato dalla terra, il biologico lavora per recuperare l’equilibrio: usiamo concimi organici, selezioniamo le qualità più adatte a climi e terreni, valorizziamo semi autoctoni, ripristiniamo siepi per favorire uccelli e insetti alleati. La piralide è un problema è vero, però 50 anni fa era meno diffusa: perché non si è lavorato sulla selezione?”

“Mangiamo Ogm da vent’anni ma non lo si vuol capire. La soia prodotta in Italia non è infatti assolutamente sufficiente al fabbisogno nazionale e la importiamo da paesi che producono soia Ogm”. “C’è l’errata convinzione che l’Ogm provochi chissà quali scompensi e malattie. Ma non è vero! In Europa sono state fatte ricerche scientifiche approfondite nel corso degli ultimi due decenni e si è visto che non vi è alcun collegamento. Philippe Buscain, allora Commissario Europeo per la ricerca scientifica lo ha autorevolmente confermato: i problemi risiedono nei cibi tradizionali. È falso pensare che i cibi naturali non siano tossici perché la maggior parte delle piante produce sostanze tossiche per difendersi da agenti esterni”. “Il vero business sono i pesticidi non gli Ogm! Tutti i contadini fanno uso dei pesticidi ma è matematico che il pesticida è molto più tossico dell’Ogm”. “L’agricoltura biologica è un bluff. Il biologico è poco controllato e non si può considerare senz’altro un’agricoltura sostenibile, in quanto troppo costosa e con scarsi, se ne esistono, benefici sulla salute”.

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