Raccolta di atti parlamentari dal 1* al 12 ottobre 2016

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ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14392 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 685 del 04/10/2016 Firmatari

Primo firmatario: FEDRIGA MASSIMILIANO Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI Data firma: 04/10/2016 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma MOLTENI NICOLA LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 04/10/2016

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 04/10/2016 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14392 presentato da FEDRIGA Massimiliano testo di Martedì 4 ottobre 2016, seduta n. 685   FEDRIGA e MOLTENI. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che: la scorsa estate, il Sindacato autonomo di polizia aveva attirato l'attenzione sui problemi di organico della polizia di frontiera di Venezia, presente con tre distaccamenti all'aeroporto Marco Polo di Tessera, al porto passeggeri di Venezia, primo home port crocieristico del Mediterraneo, e al porto commerciale di Marghera; stando ai dati forniti dal Sap, nel 2015 la polizia di frontiera di Venezia aveva ispezionato 6.568 navi, 74.757 voli e 10.788.097 persone; voli e passeggeri in transito erano inoltre stimati in aumento nel corso del 2016; nel frattempo, l'emergenza terroristica determinata dagli attentati in Francia, Belgio e Turchia ha reso più gravosi i controlli di polizia alle frontiere, come prova quanto è accaduto proprio al Marco Polo il 24 settembre 2016, quando una frase in cui un passeggero alludeva ad una grappa di gran qualità che aveva fatto imbarcare — definita improvvidamente come una «vera bomba nella stiva» – ascoltata e fraintesa da un altro viaggiatore in transito, si rivelava sufficiente a determinare lo


sgombero di un jet diretto in Canada con 261 persone a bordo nonché ispezioni accurate; sempre al principio dell'estate scorsa, il Sap aveva lamentato l'assenza di locali d'appoggio per il nucleo della polizia di frontiera distaccato presso il nuovo terminal traghetti di Fusina, inaugurato nel 2014; risultava inoltre carente allo scalo aeroportuale di Tessera il personale dotato della qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria, al punto che appariva impossibile garantire al Marco Polo la presenza continuativa di un capo turno, se non affidandone la mansione impropriamente ad agenti ed assistenti, di sera e di notte; l'insufficienza del personale in possesso della qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria era avvertita anche al porto di Venezia, specialmente in relazione all'esecuzione del piano di sicurezza «Cristoforo Colombo», che prevede una più penetrante attività di vigilanza e controllo; si potrebbero forse risolvere strutturalmente i problemi segnalati all'aeroporto di Tessera, al porto di Venezia ed al porto di Marghera attingendo al bacino dei neo sovrintendenti della polizia di Stato –: se la situazione di insufficienza emersa all'inizio dell'estate nei ranghi della polizia di frontiera di Venezia sia stata in qualche modo almeno parzialmente corretta o meno, con particolare riguardo all'aeroporto Marco Polo di Tessera, e come; se il Governo stia o meno considerando di ovviare strutturalmente alle carenze segnalate in premessa destinando parte dei neo sovrintendenti della polizia di Stato alla polizia di Frontiera di Venezia. (4-14392) Classificazione EUROVOC:

EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): forze paramilitari controllo di polizia professioni del settore doganale

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14393 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 685 del 04/10/2016 Firmatari

Primo firmatario: ALLASIA STEFANO Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI Data firma: 04/10/2016

Destinatari


Ministero destinatario: • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 04/10/2016 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14393 presentato da ALLASIA Stefano testo di Martedì 4 ottobre 2016, seduta n. 685   ALLASIA. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che: come rileva il sindacato di polizia penitenziaria OSAPP (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria), non vi è il regolare approvvigionamento dei viveri destinati alle mense del personale di polizia penitenziaria negli istituti del Piemonte e la Valle d'Aosta; infatti, come segnala il sindacato in parola «... La ditta che gestisce le mense obbligatorie di servizio degli Agenti di Polizia Penitenziaria delle carceri del Piemonte e Valle d'Aosta non avrebbe approvvigionato (in alcuni casi a singhiozzo) le mense degli istituti. Conseguenza: gli Agenti lasciati letteralmente a “pane ed acqua” anzi solo ad acqua visto che la mancanza di derrate alimentari (pasta, carne, verdure, olio) riguarderebbe anche la fornitura del pane. Inevitabili i disagi nelle mense obbligatorie di servizio.(...) Gli agenti, stanchi delle vessazioni di un lavoro sempre più frustrante, hanno “mal digerito” (è il caso di dire) la vicenda e non escludono forme legittime di protesta.» – (stralcio comunicato stampa OSAPP del 30 settembre 2016); tali gravi carenze di continuità nell'approvvigionamento dei viveri destinati alle mense del personale di polizia penitenziaria negli istituti del Piemonte e la Valle d'Aosta ovviamente sono lesive della dignità del lavoratore e creano gravi disagi e disfunzioni compromettendo i compiti affidati a tale personale –: se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative, anche di natura emergenziale, intenda adottare, in particolare per garantire il regolare e necessario approvvigionamento dei viveri destinati alle mense del personale di polizia penitenziaria in servizio negli istituti penitenziari del Piemonte e della Valle d'Aosta. (4-14393) Classificazione EUROVOC:

EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): personale carcerario sicurezza d'approvvigionamento approvvigionamento


ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14396 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 685 del 04/10/2016 Firmatari

Primo firmatario: DADONE FABIANA Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE Data firma: 04/10/2016

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 04/10/2016 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14396 presentato da DADONE Fabiana testo di Martedì 4 ottobre 2016, seduta n. 685   DADONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: si apprende da fonti di stampa che nella casa di reclusione di Alessandria e nella casa di reclusione di Asti vi è una gravissima carenza di personale delle forze di polizia penitenziaria e di personale amministrativo; su richiesta del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) il direttore della casa di reclusione di Alessandria (dottor Domenico Arena) ha fatto pervenire missiva in cui evidenzia che su una pianta organica che prevede 243 persone tra commissari, ispettori, sovrintendenti ed agenti/assistenti sono effettivamente in servizio 193 unità. Se a tale cifra si sottrae il personale amministrato distaccato (12) e quello in CMO (29) la carenza totale rispetto alla pianta organica è di 91 persone; escludendo il personale in forza al nucleo tradizioni cittadino (N.T.C) il personale effettivo in servizio scende a 129 persone di cui 1 commissario, 8 ispettori, 1 sovraintendente e 119 tra agenti e assistenti; di questi ultimi 26 unità sono assegnate alle cariche specialistiche, 6 all'ufficio matricola, 2


all'ufficio comando e 1 al casellario detenuti; risulta pertanto che il personale che svolge in via prioritaria e continuativa i servizi di vigilanza ed osservazione dei detenuti ammonta ad appena 84 unità di polizia penitenziaria; secondo il direttore della casa di reclusione di Alessandria «l'attuale organizzazione del lavoro, in vigore dal 2012, richiede per la copertura dei servizi sul livello minimo di sicurezza nell'ambito del c.d servizio a turno n. 65 unità di polizia penitenziaria. Considerando che sulle 84 unità a disposizione deve rigorosamente applicarsi un'aliquota del 35 per cento per il godimento e la fruizione dei diritti soggettivi in capo a ciascuna unità, le unità che devono ritenersi a priori assenti dal servizio a vario titolo sono 29. È evidente che con le 55 unità rimanenti non è materialmente possibile assicurare la predisposizione sul livello minimo di sicurezza (65 unità) senza compromettere in maniera significativa la fruizione dei diritti soggettivi in capo al personale»; sempre su richiesta del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe) il direttore della casa di reclusione di Asti (Elena Lombardi Vallauri) ha fatto pervenire missiva in cui evidenzia che sebbene vi sia un organico del ruolo agenti/assistenti amministrato adeguato alla pianta organica, l'istituto soffra per 34 lunghe assenze a vario titolo tra le quali 11 missioni al GOM, 13 distacchi vari e 1 missione per la banda del Corpo e per una gravissima carenza di sovrintendenti ed ispettori. A causa della carenza di personale, poi, l'Istituto non ha attivo il servizio di sentinella il che condiziona fortemente la sicurezza; la carenza di personale condiziona anche la possibilità di ampliare le attività all'esterno dei detenuti, attività che potrebbero costituire un'alternativa alla mancanza di spazi interni (vi è un'azienda agricola gestita da cooperative la cui attività potrebbe essere ottimizzata grazie ad una maggiore sicurezza). In altri termini la mancanza di personale non solo incide sulla sicurezza ma impedisce di applicare un diritto costituzionale cioè quello della funzione rieducativa della pena; il direttore sottolinea, inoltre, come le risorse in arrivo dalla casa di reclusione di Alba costituiscano un blando e sporadico aiuto a causa della discontinuità ed incertezza con le quali vengono assicurate; appare quindi evidente come la carenza di organico nelle case di reclusione di Asti e Alessandria sia molto grave e vada a pregiudicare seriamente la sicurezza e la qualità della vita di chi lavora in questi istituti –: se il Ministro sia a conoscenza delle gravissime carenze di organico delle case di reclusione di Alessandria ed Asti e in che modo e in quali tempi si intenda provvedere al dislocamento di agenti, ispettori, sovraintendenti di polizia penitenziaria e di tutto il personale necessario presso gli istituti in questione. (4-14396) Classificazione EUROVOC:

EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): dimensioni dell'impresa penuria di manodopera stabilimento penitenziario


ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14419 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 687 del 06/10/2016 Firmatari

Primo firmatario: CIPRINI TIZIANA Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE Data firma: 06/10/2016 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 06/10/2016 COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 06/10/2016 DALL'OSSO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 06/10/2016 LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 06/10/2016 TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 06/10/2016

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/10/2016 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14419 presentato da CIPRINI Tiziana testo di Giovedì 6 ottobre 2016, seduta n. 687   CIPRINI, CHIMIENTI, COMINARDI, DALL'OSSO, LOMBARDI e TRIPIEDI. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che: nella Gazzetta Ufficiale – 4a Serie speciale – del 29 gennaio 2016 veniva pubblicato il bando del concorso pubblico, per titoli ed esami, per il reclutamento di n. 559 allievi agenti della polizia di Stato, riservato, ai sensi dell'articolo 2199, comma 4, lettera a), del decreto legislativo n. 66 del 2010, ai volontari in ferma prefissata di un anno o quadriennale ovvero in rafferma; il 13 maggio 2016 venivano pubblicati i risultati della prova scritta d'esame del concorso; il 31 maggio 2016 veniva rinviata la pubblicazione del diario degli accertamenti dell'idoneità fisica, psichica ed attitudinale per il giorno 17 giugno 2016; dopo una serie di rinvii, la pubblicazione del diario degli accertamenti dell'idoneità fisica, psichica ed attitudinale veniva fissata per il giorno 14 ottobre 2016;


il motivo dei rinvii sarebbe riconducibile alla presentazione di segnalazioni di presunte anomalie e ricorsi da parte dei concorrenti; come denunciato dai sindacati di polizia, il comparto delle forze dell'ordine soffre di carenze di organico e l'aumento dell'età media del personale in divisa rende sempre più difficile garantire la sicurezza –: quali fatti hanno impedito la regolare prosecuzione dello svolgimento delle prove del concorso e quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato per assicurare la ripresa del regolare e celere svolgimento del concorso di cui in premessa; quali iniziative intenda intraprendere per affrontare e risolvere la carenza di personale delle forze di polizia e quali iniziative intenda adottare per garantire la sicurezza dei cittadini, soprattutto nelle ore notturne che necessitano di un maggiore e capillare presidio dei territori; quali iniziative intenda assumere affinché gli auspicabili nuovi inserimenti nelle forze dell'ordine, atti a colmare le carenze di personale, possano contribuire ad abbassare l'età media degli agenti in servizio. (4-14419) Classificazione EUROVOC:

EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): sicurezza pubblica gara d'appalto

ATTO SENATO INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06436 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 691 del 04/10/2016 Firmatari

Primo firmatario: CENTINAIO GIAN MARCO Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE Data firma: 04/10/2016

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 04/10/2016 Stato iter:

IN CORSO


Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-06436 presentata da GIAN MARCO CENTINAIO martedì 4 ottobre 2016, seduta n.691 CENTINAIO - Al Ministro dell'interno - Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:: in data 19 giugno 2016 è stato eletto sindaco di Nettuno (Roma) il vice questore aggiunto della Polizia di Stato Angelo Casto, inserito nel ruolo dei commissari con la conseguente qualifica di ufficiale di pubblica sicurezza e ufficiale di polizia giudiziaria; l'eletto sindaco ricopre incarichi di grande prestigio presso il commissario straordinario di Governo per le persone scomparse, le cui funzioni, nonché la competenza territoriale del suo ufficio estesa a tutta Italia, lo pone nelle condizioni di ineleggibilità previste dall'art. 53 del decreto del Presidente della Repubblica n. 335 del 1982, e dalla nota di chiarimento emanata dal capo della Polizia il 6 aprile 1995 al protocollo n. 335/9801 G.D.8 e dall'art. 60, commi 1 e 2, del decreto legislativo n. 267 del 2000; il dottor Angelo Casto, nel momento della candidatura, in virtù del suo incarico in Polizia, avrebbe dovuto richiedere di essere trasferito in altra sede non influente con il territorio della circoscrizione elettorale. Inoltre, dopo l'avvenuta elezione, lo stesso ha rinunciato all'aspettativa, rendendo ancor più discutibile il suo doppio ruolo; è necessario valutare se non si ravvisi una turbativa rispetto al regolare svolgimento delle elezioni amministrative, in quanto il vice questore, partecipando alla competizione elettorale senza preventivamente dimettersi, aveva accesso a dati sensibili il cui potenziale utilizzo avrebbe potuto influenzare gli elettori; si ravvisa, inoltre, una serie di atti viziati nella forma e nella sostanza, deliberati dal sindaco al momento della nomina dei membri di Giunta; caso emblematico è la nomina a vicesindaco del dottor Daniele Mancini, altro dipendente della Polizia di Stato con le seguenti mansioni: sottufficiale presso la direzione centrale di polizia di prevenzione, responsabile di sezione e membro operativo del comitato territoriale per la pianificazione, il coordinamento e la gestione di servizi ed eventi nazionali. Il decreto di nomina firmato dal sindaco il 22 giugno 2016 risulta privo, infatti, della formula di rito che attesti l'assenza di cause di incompatibilità; se, in un primo momento, il decreto di nomina sembrava presentare soltanto un vizio di forma, successivamente alla richiesta di una motivazione sollevata dalle opposizioni rappresentate in Consiglio comunale è emerso un fatto che fa ipotizzare che il sindaco abbia deliberatamente evitato di riportare la formula, per evitare, presumibilmente, di commettere un falso in atti pubblici. È stato, infatti, accertato che Daniele Mancini ha un contenzioso aperto con l'amministrazione comunale per un procedimento per abuso edilizio presso la Procura di Velletri; in merito alla questione relativa a tale procedimento, i consiglieri comunali di opposizione hanno presentato atti di sindacato ispettivo per ottenere giustificazioni e chiarimenti da parte


dell'amministrazione comunale e hanno ufficialmente presentato istanza per l'accesso agli atti. Questi ultimi, però, sono stati negati dalla Polizia urbana in quanto secretati, mentre gli stessi consiglieri riscontravano presso l'ufficio tecnico del Comune di Nettuno l'esistenza di una sanatoria ex art. 36 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 a nome di Daniele Mancini, sanatoria ad oggi non concessa; stando quindi a quanto emerso, è ipotizzabile una condotta anomala da parte del sindaco, che molto probabilmente ha avuto, fin dall'inizio, contezza delle cause di incompatibilità che rendevano illegittima la nomina e, fatto più grave, ha concesso a Mancini la delega ai vigili urbani i quali avevano in precedenza avviato gli accertamenti, riscontrato gli abusi ed inviato fascicolo alla Procura di Velletri, una delega ancora in essere, si chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno informare l'Ufficio territoriale del Governo per verificare la fondatezza delle notizie in merito ad un contenzioso a carico del vicesindaco e di permettere l'accesso gli atti ai consiglieri, affinché si possa valutare la consistenza dell'ipotizzata incompatibilità; se, inoltre, relativamente alla presunta ineleggibilità e incandidabilità del sindaco in carica e all'emanazione di atti di nomina viziati, sicuramente nella forma e presumibilmente nella sostanza, non ritenga urgente approfondire i fatti esposti e, qualora emergesse una fattispecie di violazione di legge grave o persistente, avviare le procedure per lo scioglimento del Comune di Nettuno. (4-06436) Classificazione EUROVOC:

EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): prestazione di servizi servizio amministrazione locale

ATTO CAMERA INTERPELLANZA 2/01495 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 687 del 06/10/2016 Firmatari

Primo firmatario: CHIARELLI GIANFRANCO GIOVANNI Gruppo: MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI Data firma: 06/10/2016


Destinatari

Ministero destinatario: • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 06/10/2016 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interpellanza 2-01495 presentato da CHIARELLI Gianfranco Giovanni testo di Giovedì 6 ottobre 2016, seduta n. 687   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che: in data 6 aprile 2016, nella seduta n. 603, l'interpellante depositava interpellanza n. 2-01334 avente ad oggetto l'emergenza del carcere di Taranto, con la quale si denunciavano le molteplici criticità presenti all'interno dell'istituto di pena, correlate essenzialmente al sovrannumero di detenuti e alla significativa carenza di personale penitenziario; alla data odierna tale interpellanza non ha ricevuto risposta; la situazione nel carcere di Taranto, nel frattempo continua ad aggravarsi, con il reiterarsi di numerosi episodi di violenza tra detenuti e nei confronti della polizia penitenziaria; il perdurare dell'attuale stato di cose lascia ipotizzare non solo che quanto accaduto negli ultimi tempi, e anche nei giorni scorsi, possa ripetersi, ma che si possa assistere ad un ulteriore escalation con grave rischio per tutta la popolazione carceraria, detenuti e personale; in data 5 ottobre 2016 l'agenzia ANSA diffondeva la seguente nota: «Una quarantina di poliziotti penitenziari che vivono a Taranto con le loro famiglie, dopo aver girovagato per le carceri della nazione, domani chiederà di andare via dal carcere del capoluogo ionico». Lo annuncia Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sappe (Sindacato autonomo di polizia penitenziaria), precisando che «le motivazioni di tale estremo gesto di protesta sono riconducibili alla impossibilità di lavorare più volte denunciate e rappresentate con manifestazioni di protesta davanti al carcere, con scioperi della fame, con autoconsegna e finanche con incontri dal prefetto e dal sindaco di Taranto». La carenza «di personale di Taranto (oltre 60 unità) – sostiene Pilagatti – è arrivata a livelli così drammatici che costringe i poliziotti a carichi di lavoro sovrumani e non più tollerabili, e con eventi critici (aggressioni, minacce anche di morte) che avvengono ormai con cadenza giornaliera». Soprattutto «nelle ore pomeridiane e notturne – osserva il segretario del Sappe – il carcere di Taranto è pressoché sguarnito nonostante la presenza di circa 500 detenuti, e le poche unità in servizio devono preoccuparsi di più sezioni detentive contemporaneamente (200 detenuti)


in cui sono presenti detenuti con gravi patologie croniche, problemi psichiatrici, di droga, che rendono ancora più problematico un lavoro già tanto difficile». La protesta «dei lavoratori di Taranto – conclude Pilagatti – sarà seguita anche dai poliziotti di Lecce che da settimane sono in stato di agitazione, sempre a causa della grave carenza di organico (quasi 150 unità) che diverrà sempre più pesante con l'imminente apertura di una sezione per detenuti con problemi psichiatrici»; quanto denunciato dal sindacato Sappe, più volte reso pubblico dai mezzi di comunicazione, è confermato sulla base di recenti visite al carcere di Taranto di parlamentari ionici, e dalla verifica quotidiana che l'interpellante ha modo di effettuare nell'ambito dell'attività professionale forense –: se siano a conoscenza delle criticità esposte e delle azioni che il sindacato intende promuovere, con ogni prevedibile conseguenza; se si ritenga di adottare iniziative di urgenza, inviando con immediatezza a Taranto il personale necessario a completare l'organico; se si ritenga di affrontare, in generale, il problema del sovraffollamento delle carceri attraverso iniziative straordinarie, soprattutto in caso di carcerazione cautelare, quali l'impiego del braccialetto elettronico, salva l'adozione di più utili provvedimenti straordinari di clemenza. (2-01495) «Chiarelli». Classificazione EUROVOC:

EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): carcerazione lavoro notturno detenuto

ATTO CAMERA INTERPELLANZA 2/01494 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 686 del 05/10/2016 Firmatari

Primo firmatario: PESCO DANIELE Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE Data firma: 05/10/2016 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 LOREFICE


MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 FANTINATI MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016 GALLO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 05/10/2016

Destinatari

Ministero destinatario: • • • •

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI MINISTERO DELL'INTERNO MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE MINISTERO PER LE RIFORME COSTITUZIONALI E I RAPPORTI CON IL PARLAMENTO

Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 05/10/2016 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interpellanza 2-01494 presentato da PESCO Daniele testo di Mercoledì 5 ottobre 2016, seduta n. 686   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, per sapere – premesso che: il 25 settembre 2016 le vittime del decreto «salva-banche» si sono recate a Laterina (AR) nella cittadina di residenza della Ministra Maria Elena Boschi e di suo padre PierLuigi Boschi, vicepresidente di Banca Etruria dal 2014 al febbraio 2015 e membro del consiglio di amministrazione della stessa banca dal 2011 al 2014, per manifestare pacificamente, come di consueto e come già dimostrato nelle decine di manifestazioni precedenti, con regolare permesso rilasciato dalla questura di Arezzo; questi cittadini, risparmiatori, vittime del «salva-banche», sono stati sottoposti all'ingiustizia dell'azzeramento dei propri risparmi a causa della mala gestio della banca e dei provvedimenti di


risoluzione discutibili del Governo e delle Autorità di vigilanza, tra l'altro divenuti oggetto di esposti già depositati in diverse procure; i più fortunati, tra questi cittadini, nella speranza di recuperare parte del maltolto, dovranno sottoporsi allo stress del giudizio dell'Anac, sempre che il Governo approvi il decreto attuativo per l'arbitrato; altri potranno forse recuperare solo parte dei loro risparmi sottoponendosi ad un rocambolesco invio di documenti al Fitd; ai più sfortunati rimarrà soltanto la possibilità di intraprendere infinite cause legali; i risparmiatori «vittime del salva-banche», ancora scossi dalla violenza subìta e mortificati dalle vane speranze di recupero, il 25 settembre a Laterina sono stati sottoposti ad una ulteriore enorme ingiustizia da parte delle forze dell'ordine che avrebbe potuto anche degenerare se non fossero state tutte persone pacifiche; a quanto risulta agli interroganti i manifestanti prima di raggiungere Laterina sono stati fermati a due posti di blocco, ad uno dei quali è stato vietato l'accesso alla statale che permetteva loro di raggiungere nel più breve tempo possibile il paese ma la cui strada guarda caso costeggiava la villa Boschi; una volta dirottati sulla strada secondaria, per raggiungere il luogo della manifestazione, non hanno potuto utilizzare neanche 4 delle vie secondarie successive, in quanto le stesse erano bloccate da decine di auto, camionette, blindati e agenti delle forze dell'ordine, forse perché quelle strade potevano condurre anche verso la residenza Boschi, obbligando così i manifestanti ad allungare il percorso di circa 10 chilometri; si stima che tra posti di blocco e luogo della manifestazione, fossero presenti circa 150 agenti appartenenti ai reparti della polizia di Stato, dei carabinieri, digos, guardia di finanza, Corpo forestale dello Stato, vigili urbani e, secondo quanto si apprende dal gruppo Facebook «Vittime del salva-banche», sarebbero intervenuti anche fotografi della polizia scientifica e reparti speciali in borghese, muniti di videocamere e macchine fotografiche, utilizzate per registrare video e scattare foto ai manifestanti e alle targhe delle loro auto –: chi e per quali motivazioni abbia deciso un tale eccessivo dispiegamento di forze dell'ordine; perché pacifici cittadini, per la quasi totalità pensionati, siano stati fotografati e probabilmente schedati; dove, chi, come e a quale scopo gestisca questo archivio foto e video, e chi sia il garante dei dati personali acquisiti; a quanto ammonti il costo complessivo sostenuto dallo Stato per questo schieramento di svariati corpi delle forze dell'ordine, in un giorno festivo. (2-01494) «Pesco, Alberti, Villarosa, Brescia, Corda, Brugnerotto, Marzana, Lorefice, Gagnarli, L'Abbate, Dell'Orco, Carinelli, Terzoni, Daga, Sibilia, Manlio Di Stefano, Scagliusi, Nesci, Crippa, Luigi Di Maio, Chimienti, Di Battista, Fantinati, Luigi Gallo». Classificazione EUROVOC:

EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): vittima automobile


risoluzione

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14390 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 685 del 04/10/2016 Firmatari

Primo firmatario: TONINELLI DANILO Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE Data firma: 04/10/2016

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 04/10/2016 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14390 presentato da TONINELLI Danilo testo di Martedì 4 ottobre 2016, seduta n. 685   TONINELLI. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che: nel carcere di Cremona un detenuto ha aggredito un agente di polizia penitenziaria in servizio, che non ha potuto fare affidamento sull'allarme del reparto perché fuori uso (articolo «Cremona, Sappe: “Detenuto aggredisce agente, allarme era fuori uso”» su Il Giorno del 3 ottobre 2016); questo grave episodio si va ad aggiungere ad altri accaduti in tempi recenti in Lombardia, nei quali a causa del malfunzionamento di strutture afferenti al Ministero della giustizia si sono verificati episodi di eccezionale gravità, quali l'aggressione con un coltello ad un magistrato avvenuta a Lodi nel maggio del 2015, a causa della disfunzionalità del macchinario del metal detector, che era fuori uso da almeno sei mesi, o ancora quello ancora più grave della strage nel tribunale di Milano dell'aprile del 2015, costata la vita a tre persone, caso in cui l'omicida, a quel che risulta, dopo essere passato attraverso il metal detector è riuscito a far passare senza problemi la borsa che


conteneva la pistola con la quale ha compiuto la strage attraverso il Fep, lo strumento preposto al controllo degli effetti personali (si veda quanto riportato dall'agenzia ANSA sul suo sito in data 9 marzo 2016, articolo intitolato «Giardiello, chieder perdono è poco»); il mancato funzionamento del sistema anti-aggressione nel carcere di Cremona che ha provocato l'aggressione è quindi solo l'ennesimo episodio da ricondursi all'assenza di condizioni di sicurezza idonee nelle strutture dell'amministrazione della giustizia, la quale è da ricondursi con evidenza alla mancata erogazione di risorse finanziarie necessarie a questo scopo: gli episodi recenti qui ricordati, infatti, sono evidentemente solo quelli più eclatanti, per via della loro eccezionale gravità, in luoghi essenziali per la garanzia della sicurezza dei cittadini, quali i tribunali e i penitenziari –: se il Ministro interrogato sia informato del fatto di cui alla premessa e, in considerazione anche degli altri episodi menzionati tra quelli più eclatanti per via della loro eccezionale gravità, quali iniziative abbia assunto e intenda assumere per garantire adeguati standard di sicurezza nelle strutture afferenti alla gestione del Ministero della giustizia. (4-14390) Classificazione EUROVOC:

EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): sicurezza pubblica

ATTO CAMERA MOZIONE 1/01385 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 689 del 10/10/2016 Firmatari

Primo firmatario: FIANO EMANUELE Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO Data firma: 10/10/2016 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma PIZZOLANTE SERGIO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 10/10/2016 MONCHIERO GIOVANNI SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 10/10/2016 FAUTTILLI FEDERICO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO 10/10/2016 FABBRI MARILENA PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 AGOSTINI ROBERTA PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 BERSANI PIER LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 CARBONE ERNESTO PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 CUPERLO GIOVANNI PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 DE MENECH ROGER PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 DI MAIO MARCO PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 FAMIGLIETTI LUIGI PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 FERRARI ALAN PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 GASPARINI DANIELA MATILDE MARIA PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 GIORGIS ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 LATTUCA ENZO


PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 LAURICELLA GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 MELONI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 NACCARATO ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 NARDI MARTINA PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 PICCIONE TERESA PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 POLLASTRINI BARBARA PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 RICHETTI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 SANNA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2016 MISURACA DORE AREA POPOLARE (NCD-UDC) 10/10/2016 BOSCO ANTONINO AREA POPOLARE (NCD-UDC) 10/10/2016 BINETTI PAOLA AREA POPOLARE (NCD-UDC) 11/10/2016 BRAGANTINI PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 11/10/2016

Stato iter:

IN CORSO Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL Atto Camera Mozione 1-01385 presentato da FIANO Emanuele testo di Lunedì 10 ottobre 2016, seduta n. 689   La Camera, premesso che: la grave crisi economica a livello europeo e internazionale, che ormai da lungo tempo ha investito anche il nostro Paese, ha determinato tra le conseguenze più dolorose sul piano sociale una grande perdita di posti di lavoro nel settore, privato, e una forte contrazione delle dinamiche salariali nel settore pubblico; il Governo, sin dal suo insediamento, ha sempre sostenuto la necessità di tornare, non appena fosse venuta meno la fase più acuta della crisi, ad una normale stagione negoziale per ripristinare anche nel settore pubblico un'ordinaria dinamica salariale; del resto, la stessa Corte Costituzionale, con sentenza n. 178 del 2015, ha avuto occasione di intervenire in materia di regime di sospensione del blocco della contrattazione collettiva e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti, manifestando ben chiara l'esigenza, da un lato, di dover difendere i diritti sociali, oggetto negli ultimi anni di una severissima compressione, ma, dall'altro, la consapevolezza che tale difesa dovesse avvenire nel rispetto dei vincoli di bilancio, condizione questa indispensabile, per garantire la tenuta dello Stato; il Governo ha coerentemente lavorato in una duplice direzione: da un lato, ha già messo in campo con la legge di stabilità per il 2016 risorse aggiuntive per sbloccare la contrattazione collettiva e ha preannunciato, anche nelle competenti sedi parlamentari, in risposta ad atti di indirizzo del Parlamento, lo stanziamento di ulteriori risorse nella legge di bilancio in corso di presentazione; dall'altro lato, il Governo ha operato, a normativa vigente, e in accordo con le parti sociali, la


riduzione dei comparti di contrattazione a quattro, e sono attualmente in corso interlocuzioni tra il Governo, le associazioni sindacali e datoriali al fine di definire in modo concorde l'atto di indirizzo che formalmente riavvierà la stagione della contrattazione nel comparto pubblico; nel quadro del rinnovo della contrattazione collettiva, un'attenzione particolare va certamente riconosciuta al personale dei vigili del fuoco, delle forze armate e delle forze di polizia, in considerazione non solo della particolare delicatezza del lavoro svolto dagli appartenenti al comparto sicurezza, ma anche in considerazione del fatto che il loro lavoro incide direttamente su quei bisogni di sicurezza particolarmente sentiti da una collettività già duramente colpita dal perdurare della crisi economica; in tal senso, appaiono assolutamente opportune le preannunciate risorse finanziarie per dare attuazione alla legge delega n. 124 del 2015 nella parte in cui prevede il riordino delle carriere dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e delle Forze armate; un'occasione, questa, per adeguare e riequilibrare un settore da troppo tempo trascurato, impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa utile, anche attraverso la previsione dello stanziamento di risorse finanziarie nel disegno di legge di bilancio in corso di presentazione, per proseguire e rafforzare le iniziative già messe in campo per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, con specifica attenzione al rinnovo dei contratti nel settore del comparto sicurezza, alla luce della delicatezza e dell'impatto di questo settore sui bisogni dell'intera collettività. (1-01385) «Fiano, Pizzolante, Monchiero, Fauttilli, Fabbri, Roberta Agostini, Bersani, Carbone, Cuperlo, De Menech, Marco Di Maio, Famiglietti, Ferrari, Gasparini, Giachetti, Giorgis, Lattuca, Lauricella, Marco Meloni, Naccarato, Nardi, Piccione, Pollastrini, Richetti, Francesco Sanna, Misuraca, Bosco».

ATTO CAMERA MOZIONE 1/01384 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 689 del 10/10/2016 Firmatari

Primo firmatario: COZZOLINO EMANUELE Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE Data firma: 10/10/2016 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 10/10/2016 CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 10/10/2016 DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 10/10/2016 D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 10/10/2016 NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 10/10/2016 TONINELLI DANILO MOVIMENTO 5 STELLE 10/10/2016 LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 10/10/2016 NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE


10/10/2016 FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 10/10/2016 CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 10/10/2016 DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 10/10/2016

Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Mozione 1-01384 presentato da COZZOLINO Emanuele testo di Lunedì 10 ottobre 2016, seduta n. 689   La Camera, premesso che: la cristallizzazione dei contratti e degli stipendi dei comparti dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e delle forze armate perdura da circa 7 anni; la prima disposizione di «blocco», successivamente e variamente prorogata, fu adottata con il decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122, del 2010, in considerazione, come recita il preambolo, della «straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per il contenimento della spesa pubblica e per il contrasto all'evasione fiscale ai fini della stabilizzazione finanziaria, nonché per il rilancio della competitività economica»; parsa inopportuna ed in «odore» di illegittimità fin da subito, la norma è stata dichiarata «illegittima» nella sede competente, la Corte costituzionale, in quanto, in particolare, il prosieguo ininterrotto della norma di blocco «lo rende strutturale»; con ciò, sostanzialmente viene espresso il principio che eventi o motivazioni, contingenti, quali possono esserlo crisi finanziarie et similia della finanza pubblica, non possono, comunque, torcere né comprimere senza soluzione di continuità diritti fondati; in proposito, preme rammentare che la Corte costituzionale, in occasione di pregresse manovre economiche, recanti deroghe temporanee ai ricordati meccanismi rivalutativi, di adeguamento, disposte, in particolare, in occasione dell'altrettanto grave congiuntura economica dei 1992, aveva già indicato i limiti entro i quali un tale intervento potesse ritenersi rispettoso dei richiamati principi costituzionali, osservando che «norme di tale natura possono ritenersi non lesive del principio di cui all'articolo 3 della Costituzione (sotto il duplice aspetto della non contrarietà sia al principio di uguaglianza sostanziale, sia a quello della, non irragionevolezza), condizione che i suddetti sacrifici siano eccezionali, transeunti, non arbitrari e consentanei allo scopo prefisso»; in quello specifico caso il sacrificio era limitato ad un anno, mentre ora, in presenza di una reiterazione a percussione di misure patrimoniali afflittive, la natura eccezionale e transitoria di una disposizione non può più essere predicata, credibilmente e plausibilmente, anche per la prevedibilità della sua reiterazione nel tempo futuro; questo per sottolineare che l'intervenuta declaratoria di illegittimità non è giunta inaspettata né è da ritenersi tale e, almeno per il futuro, i sottoscrittori del presente atto di indirizzo auspicano un maggiore rispetto ed una maggiore attenzione ai principi ed agli orientamenti ordinamentali


maturati, al fine di scongiurare percorsi, altalenanti e contraddittori che minano la certezza del diritto; preme segnalare, in questa sede, l'articolo 19 della legge n. 183 del 2010, con la quale è stata riconosciuta la specificità del comparto sicurezza e difesa, compreso il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in relazione alle peculiarità delle funzioni svolte dai relativi operatori; le disposizioni di cui al sopra citato articolo 16, comma 1, del decreto-legge n. 98 del 2011 e all'articolo 19 della legge n. 183 del 2010 sono state disapplicate nei confronti del personale dei richiamati comparti (polizia di Stato, polizia penitenziaria, Corpo forestale dello Stato, Corpo nazionale dei vigili del fuoco, Arma dei carabinieri, Guardia di finanza, Esercito italiano, Aeronautica militare, Marina militare); si segnala, altresì, che le disposizioni, di blocco hanno prodotto continuativamente un danno al comparto sicurezza e difesa di gran lunga maggiore rispetto al restante pubblico impiego, in quanto la retribuzione di questa categoria è modulata su ben 18 parametri, con la previsione di meccanismi di adeguamento retributivo «agganciati» a progressioni automatiche di carriera; la successiva scelta normativa di colmare il gap economico, per i comparti indicati, con la previsione degli assegni una tantum prima e con l'estensione del cosiddetto «bonus» di 80 euro poi, oltre che non condivisibile e non pertinente, non ha sanato il penalizzante effetto retributivo derivante dal blocco stipendiale; la Corte costituzionale si è orientata a bocciare solo per il futuro il congelamento dei contratti pubblici, vale a dire a partire dal giorno successivo a quello della pubblicazione della sentenza in Gazzetta Ufficiale, evitando una censura retroattiva; quale bilanciamento di interessi costituzionalmente protetti, ciò consente lo «sblocco» dei contratti pubblici e, al contempo, salva il bilancio pubblico da una moltiplicazione abnorme di costi; ciò non esclude l'opportunità, per il Governo, di sanare il maggiore pregiudizio arrecato ai comparti indicati, per essi disponendo, a titolo di risarcimento, un recupero dei pregresso per lo meno a decorrere dall'anno del pronunciamento di illegittimità della Corte costituzionale; va inoltre considerato che, dall'esplosione della cosiddetta crisi dei debiti sovrani, il risparmio nel settore pubblico procede principalmente su due «gambe»: da una parte, la cristallizzazione dei contratti e degli stipendi e, dall'altro, il blocco del turn over; per questa ragione rischierebbe di essere parziale, nell'ambito di un intervento volto a rimuovere un vincolo che comporta danni diretti ed indiretti al settore sicurezza, non considerare, dall'altra parte, anche le carenze insostenibili prodottesi a seguito dell'applicazione delle stesse misure di contenimento della spesa nelle piante organiche del comparto, tra cui particolarmente grave quella del corpo dei vigili dei fuoco; a fronte di una nuova procedura selettiva per l'immissione di 250 giovani nella qualifica di vigile del fuoco che risulterebbe già autorizzata – e al di là delle valutazioni di merito sull'opportunità di consentire la scadenza delle graduatorie attualmente vigenti nella presenza di un numero tanto consistente di idonei che peraltro risulterebbero rientrare in una media d'età inferiore ai 30 anni – è opportuno segnalare che la fase concorsuale impiega tempistiche rilevanti, a fronte delle quali, senza ulteriori interventi normativi, è prevedibile ipotizzare che, dopo il 31 dicembre 2016, si andrà incontro ad un considerevole periodo di tempo in cui, in attesa di una nuova graduatoria, non sarà possibile attingere alle precedenti; preme quindi al firmatari del presente atto di indirizzo segnalare l'esigenza improrogabile,


maturata in seno al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, di garantire la proroga oltre il 31 dicembre 2016 della graduatoria a 814 posti, di vigile del fuoco indetto con decreto ministeriale n. 5140 del 6 novembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 90 del 18 novembre 2008 e della graduatoria relativa alla procedura selettiva, per titoli ed accertamento della idoneità motoria, indetta con decreto ministeriale n. 3747 del 27 agosto 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 72 dell'11 settembre 2007, impegna il Governo: a porre in essere tutte le iniziative di competenza al fine di pervenire al rinnovo per la parte normativa ed economica del contratto del pubblico impiego, con riferimento al personale dei comparti dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e delle forze armate, reperendo le conseguenti risorse finanziarie, per il triennio 2016-2018; ad adottare le iniziative, anche normative, finalizzate a riconoscere ai comparti indicati anche il recupero del pregresso, con riferimento all'anno 2015; alla luce di quanto sopra esposto e considerato, nonché al fine di riavviare, a fronte delle carenze di personale, in particolare al Sud, una più incisiva ed ordinata politica di assunzioni nel settore dei vigili del fuoco e, più in generale, nel comparto sicurezza, in ordine alla validità delle due graduatorie vigenti, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco indicate in premessa, ad adottare le iniziative idonee alla loro proroga almeno fino alla pubblicazione di una nuova graduatoria derivante dalla prossima selezione per 250 posti di vigili del fuoco. (1-01384) «Cozzolino, Dieni, Cecconi, Dadone, D'Ambrosio, Nuti, Toninelli, Lombardi, Nesci, Frusone, Ciprini, Luigi Di Maio».

ATTO SENATO INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06434 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 691 del 04/10/2016 Firmatari

Primo firmatario: FAZZONE CLAUDIO Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' XVII LEGISLATURA Data firma: 04/10/2016

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA


TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 04/10/2016 Stato iter:

IN CORSO Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-06434 presentata da CLAUDIO FAZZONE martedì 4 ottobre 2016, seduta n.691 FAZZONE - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle politiche agricole alimentari e forestali - Premesso che: numerosi articoli e servizi televisivi sui media nazionali e locali hanno diffuso la notizia che il sindaco di Ponza (Latina), Piero Vigorelli, a fine luglio 2016 avrebbe denunciato per gravi reati ambientali il Corpo forestale dello Stato e il presidente del parco nazionale del Circeo; la denuncia, corredata di ampio servizio fotografico e di una relazione della Polizia locale di Ponza, attesterebbe che sull'isola di Zannone siano presenti diverse discariche illegali con materiali di ogni genere; in un'area alle spalle della prestigiosa villa comunale, dove fino al 2006 il Corpo aveva i suoi alloggi e dove l'ente parco Circeo aveva allestito i suoi uffici, ci sarebbe una discarica con materiali di ogni tipo, da sanitari a reti metalliche, da materiali inerti dell'edilizia a porte e finestre un tempo della villa, eccetera; in un'area contigua al faro di capo Nigro, sede dal 2006 degli alloggi del Corpo, ci sarebbe una discarica con reti da letto, elettrodomestici e sanitari dismessi, inerti dell'edilizia, mobili e scaffalature, nonché addirittura tubi in eternit; all'interno di alcune stanze della villa comunale sarebbero state rinvenute centinaia di scatole nere per la cattura dei roditori e centinaia di esche velenose sparse ovunque; alla base del sentiero che dal mare porta al faro di capo Nigro sarebbe stata rinvenuta una decina di sacchi di immondizia contenenti rifiuti vari; la villa comunale, denominata casa di caccia (che conta 14 stanze distribuite su due piani, con ampie terrazze e balconate, nonché annessi per alloggi della servitù e magazzini) sarebbe oggi ridotta in condizioni pessime, essendo fatiscente e pericolante, in conseguenza della colpevole assenza di interventi manutentori nel corso degli ultimi 3 decenni; considerato che: gli uffici del parco del Circeo sull'isola di Zannone presso la villa comunale sono stati chiusi ormai da diversi anni e il presidio del Corpo forestale è stato soppresso da circa 3 anni; sull'isola di Zannone, pertanto, non insistono più attività di vigilanza o di promozione da parte degli enti legalmente preposti; la "vigilanza" e la "promozione" rispondono ai precipui doveri istituzionali del Corpo e agli alti


doveri per i quali è stato istituito il parco nazionale; risulta che nei 37 anni nei quali l'isola di Zannone è stata inserita in area parco, per la "valorizzazione" dell'isola è stato prodotto solo un dépliant e l'unica iniziativa intrapresa è stata l'eradicazione del ratto nero; solo questo dato è sufficiente per condannare le gestioni che si sono succedute e che, di tutta evidenza, hanno considerato Zannone come un'"escrescenza" all'interno del parco; nonostante tutto ciò, il Corpo continua a ricevere da parte dell'ente parco un contributo annuo complessivo di circa 300.000 euro, che si somma al contributo assegnatogli dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'assolvimento anche delle attività da svolgersi sull'isola di Zannone che, invece, verserebbe in una situazione di assoluto degrado e di totale abbandono da parte dei due enti preposti alla sua preservazione e valorizzazione; tutto ciò, oltre all'evidente degrado dell'habitat naturale che deve essere preservato, sta portando ad una celere distruzione del patrimonio pubblico (villa comunale) e dei resti del monastero medievale benedettino; il sindaco di Ponza, da giugno 2012, invano ha sollecitato soluzioni anche in forza della sua nomina da parte del Ministro dell'ambiente quale componente del consiglio direttivo dell'ente parco; il sindaco ha informato i Ministri in indirizzo dei fatti denunciati; le iniziative di mediazione del Ministro dell'ambiente (da ultima quella del 26 settembre 2016) sono rimaste, inspiegabilmente, prive di effetti; la Corte dei conti, con deliberazione n. 67/2015 nella sua relazione al Parlamento, ha espresso un giudizio fortemente negativo sui bilanci del parco nazionale del Circeo e sull'ammontare dell'emolumento del presidente del parco, si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo, per quanto di competenza, intendano intervenire affinché venga posto in regime commissariale l'ente parco nazionale del Circeo, viste le inadempienze riscontrate nella gestione dell'isola di Zannone, e affinché l'isola stessa venga restituita al proprietario, il Comune di Ponza, con precisi vincoli di area naturale protetta a gestione comunale, per una vera valorizzazione delle risorse naturali e ambientali, nonché per una fruizione turistica regolata e rispettosa della straordinaria bellezza dell'isola. (4-06434) Classificazione EUROVOC:

EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): parco nazionale discarica abusiva isola


ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14387 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 684 del 03/10/2016 Firmatari

Primo firmatario: SPADONI MARIA EDERA Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE Data firma: 03/10/2016

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 03/10/2016 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14387 presentato da SPADONI Maria Edera testo di Lunedì 3 ottobre 2016, seduta n. 684   SPADONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che: il 27 novembre 2015 veniva diffusa la notizia che la Guardia di finanza di Parma aveva effettuato approfondite perquisizioni presso la sede di Parma Gestione Entrate, l'agenzia di riscossione controllata dal comune di Parma; il 21 gennaio 2016, con una conferenza stampa del Movimento Nuovi Consumatori di Parma, prendeva avvio un clamoroso caso relativo alle notifiche delle sanzioni amministrative comminate ai cittadini di Parma dalla società Parma Gestione Entrate; numerose testimonianze venivano portate circa innumerevoli mancate notifiche presso le residenze dei cittadini, mentre altrettante notifiche venivano depositate presso la casa comunale per irreperibilità dei cittadini stessi; tra gli elementi apparsi immediatamente singolari vi è il fatto che alcuni messi notificatori risultavano aver depositato dalle 300 alle 600 notifiche in un solo giorno, un numero difficilmente giustificabile, dal momento che il messo avrebbe dovuto recapitare gli avvisi presso altrettante abitazioni in un sol giorno;


durante la conferenza stampa del 21 gennaio 2016 il presidente di MNC Filippo Greci informava altresì che le informazioni venivano diffuse nel rispetto del «segreto istruttorio e le indagini coordinate dalla dott.ssa Delmonte», rendendo cioè pubblica l'inchiesta scaturita dalla denuncia della stessa associazione MNC; tra le ipotesi di reato formulate c'erano «truffa aggravata, abuso d'ufficio e falso ideologico»; in una successiva conferenza stampa del 2 febbraio 2016 MNC denunciava come «Parma Gestione Entrate, per non fare scadere le multe (che per legge devono essere notificate entro 90 giorni altrimenti diventano nulle), non notifica tutte le multe presso l'abitazione dei cittadini come dovrebbe fare per legge ma direttamente alla Casa Comunale. I cittadini, pertanto, non si ritrovano a casa nessun cartellino di notifica... semplicemente perché il messo non c’è andato e nessuno ha suonato il campanello»; inoltre, si denunciava che «la stessa multa sarebbe stata notificata da due notificatori diversi [...] (che sono due persone diverse, anche se talvolta, tra le tante sigle diverse che assumono, firmano nello stesso modo)»; il 21 marzo 2016 è scattata una vasta operazione di perquisizione della Guardia di finanza e della squadra mobile negli uffici della società di riscossione; l'operazione di polizia, a quanto si è appreso dalla stampa, si è svolta anche nelle abitazioni del presidente di Parma Gestione Entrate, dell'amministratore delegato e del direttore, che hanno ricevuto un avviso di garanzia con l'accusa di usura, peculato e falso ideologico; ulteriori avvisi di garanzia sono stati recapitati anche ad un quarto dirigente, solo per l'ipotesi di reato di falso ideologico, amministratore di una società esterna a cui Parma Gestione Entrate aveva dato in concessione il servizio di notifica di multe e ingiunzioni fiscali; nell'aprile del 2016 si sono registrate le dimissioni del presidente di Parma Gestione Entrate e del direttore della stessa società; è notizia pubblica l'avvio di un'indagine che riguarda atti della società Parma Gestione Entrate, e al contempo le denunce pubbliche su evidenti incongruenze nella notifica delle sanzioni comminate dalla stessa società rimangono senza una spiegazione chiara e definita; i casi potenziali, visto l'elevatissimo numero di notifiche recapitate giornalmente presso la casa municipale, potrebbero essere migliaia e ammontare a milioni di euro di sanzioni che necessitano controllo e approfondimento, stanti le informazioni diffuse dalla stampa; la posizione dei cittadini interessati è quindi ancora sospesa nell'incertezza, ragion per cui si ritiene necessario acquisire elementi circa gli sviluppi dell'indagine, pur nel rispetto delle prerogative proprie del procedimento giudiziario –: se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa, e se non intenda fornire ogni elemento utile in suo possesso per fare chiarezza su suddetto caso; quali iniziative di competenza il Ministro abbia adottato o intenda adottare per ottenere la massima trasparenza nella gestione delle entrate, al fine di scongiurare comportamenti amministrativi che possano arrecare danno alle finanze dei cittadini. (4-14387) Classificazione EUROVOC:

EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): ammenda perquisizione


reato

ATTO CAMERA MOZIONE 1/01386 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 689 del 10/10/2016 Firmatari

Primo firmatario: PIRAS MICHELE Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' Data firma: 10/10/2016 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma DURANTI DONATELLA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/10/2016 GALLI CARLO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/10/2016 SCOTTO ARTURO SINISTRA ITALIANA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/10/2016

Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Mozione 1-01386 presentato da PIRAS Michele testo di Lunedì 10 ottobre 2016, seduta n. 689   La Camera, premesso che: il Governo Berlusconi, con il decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, in considerazione della necessità e dell'urgenza di emanare provvedimenti per il contenimento della spesa pubblica, derivante dallo stato particolarmente preoccupante nel quale versavano i conti dello Stato, dispose – per il triennio 2010-2013 – il blocco della contrattazione e delle retribuzioni, per tutto il comparto della pubblica amministrazione, sia per gli adeguamenti stipendiali che per gli aumenti retributivi collegati all'anzianità di ruolo e alle progressioni di carriera comunque denominate, escludendo ogni possibilità successiva di recupero; nonostante diversi atti parlamentari, presentati già a partire dalla XVI legislatura, che chiedevano la rimozione del blocco, il blocco medesimo è stato prorogato con decreto del Presidente della Repubblica n. 112 del 2013, grazie alla previsione di cui al decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98,


convertito con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 15 luglio 2011, n. 111, che autorizzava la possibilità di estensione del blocco fino al 2014; la vulnerabilità della fonte condusse il legislatore a trasfondere tale disposizione in una fonte di rango primario (legge 27 dicembre 2013, n. 147 – legge di stabilità 2014 –); il predetto decreto del Presidente della Repubblica n. 122/13 escludeva, per il periodo 2013-2014, qualsiasi incremento della «vacanza contrattuale» attribuiva nel 2010. Consentiva, tuttavia, la possibilità, per il periodo 2015-2017, il riconoscimento della vacanza contrattuale «secondo le modalità ed i parametri individuati dai protocolli e dalla normativa vigente»; prima ancora di dare esecuzione a tale possibilità, e nelle more del giudizio pendente innanzi alla Consulta (il tribunale di Roma, in funzione di giudice del lavoro, con ordinanza del 27 novembre 2013, e il tribunale di Ravenna, in funzione di giudice del lavoro, con ordinanza del 1o marzo 2014, variamente motivate, sollevavano la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 9, commi 1, 2-bis, 17, primo periodo e 21 ultimo periodo, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni dall'articolo 1, comma 1, della legge 30 luglio 2010, n. 122 e dell'articolo 16, comma 1, lettere b) e c) del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 15 luglio 2011, n. 111), con l'articolo 1, comma 254, legge 23 dicembre 2014, n. 190 – legge di stabilità 2015 – si disponeva la sospensione delle procedure negoziali, per la parte economica, fino al 31 dicembre 2015 e il «congelamento» (comma 255 dello stesso articolo) dell'indennità di vacanza contrattuale fino al 2018, ancorata ai valori vigenti al 31 dicembre 2013; la Corte costituzionale, con sentenza n. 178 del 2015 sopra citate dichiarava l'illegittimità sopravvenuta dalle ultime disposizioni della legge di stabilità 2015 sopra citate poiché in contrasto con l'articolo 39 della Costituzione; in particolare, nelle motivazioni si è dato rilievo alla notevole importanza che per il pubblico impiego, riveste il contratto: esso riguarda sia l'aspetto economico (nelle sue componenti sia fondamentali che accessorie), che i diritti e gli obblighi pertinenti al rapporto di lavoro, nonché materie relative alle relazioni sindacali; in passato, il trattamento economico del pubblico impiego, godeva di incrementi, correlati al tasso di inflazione programmata, mentre oggi il contratto è bloccato da sette anni, i quali hanno, tra l'altro, coinciso con la fare apicale della crisi economica e sociale più lunga ed intensa che il Paese ricordi e che ha prodotto un impoverimento generalizzato del Paese, del ceto medio e della classe lavoratrice in particolare; il ruolo giocato in questo senso da scelte politiche e normative di carattere depressivo come il blocco contrattuale è di tutta evidenza, così come l'effetto sociale drammatico prodotto dalla stagione dei «tagli lineari» della spending review e dell'austerità in generale; nonostante la decisione della Corte costituzionale, ad oggi, nessun contratto è stato rinnovato. Le politiche depressive adottate in questi anni hanno prodotto il risultato di diffondere una condizione di pesante malessere, inquietudine ed incertezza sul futuro, anche nel settore del pubblico impiego, compreso quello delicatissimo delle Forze armate e di pubblica sicurezza e dei vigili del fuoco, frequentemente caratterizzato da nuclei familiari monoreddito e con figli a carico; la compressione salariale e – dunque – dei consumi e degli stili di vita consolidati delle famiglie di lavoratori ha determinato nelle Forze armate una fenomenologia già da tempo visibile e percepita nel resto del Paese, ovvero che le dinamiche interne al comparto oggi aderiscono in maniera


plastica a quelle del resto della società: alla base vi è una regressione tangibile e grave nelle condizioni materiali di vita, al vertice il consolidamento di una condizione di relativo privilegio; la stessa legge n. 244 del 2012 di riforma e riordino dello strumento militare esplica i suoi effetti in chiave riduttiva – meno 50.000 unità in forza – principalmente sul personale – militare e civile della difesa, in ossequio all'obiettivo dichiarato di liberare risorse per gli investimenti, già sbilanciate ben oltre la quota del 25 per cento, cui sembrerebbe volgere la citata legge ben considerando le risorse complessive allocate per tale esigenze tra il Ministero della difesa e il Ministero dello sviluppo economico, nello sviluppo, nella produzione ed acquisizione di sistemi d'arma. Logica conseguenza anche di una scelta di politica industriale orientata in maniera decisa all'implementazione dell'industria nazionale degli armamenti a discapito del valore umano delle Forze armate e del loro impiego in ambiti di civile necessità; allo stato attuale si assiste per i presentatori del presente atto a uno dei più classici paradossi: da una parte, un eccesso retorico di esaltazione del ruolo e della «specificità» delle Forze armate, delle Forze dell'ordine e dei vigili del fuoco, dall'altra, la diminuita retribuzione in termini reali, la carenza cronica di alloggi per il personale, i veicoli di servizio fermi a causa della carenza di carburante, il sacrificio operato sulle condizioni di sicurezza nelle quali questi lavoratori si trovano ad operare; a questo stato di cose si aggiungano gli effetti della riforma previdenziale del 2012, dunque gli effetti sull'assegno pensionistico derivanti dal passaggio al sistema contributivo; va fatta, inoltre, l'ovvia constatazione che l'inferiore gettito contributivo derivante dal blocco degli adeguamenti stipendiali andrà ulteriormente ad influire sull'entità degli assegni medesimi; occorre perciò ripensare e cambiare, per il comparto difesa-sicurezza e soccorso pubblico e, più in generale, per il pubblico impiego, le politiche fin qui adottate, operando in maniera tale da riconnettere la prospettiva della ripresa economica alla ripresa dei consumi e ad un recupero tangibile sul terreno delle condizioni di vita e economiche dei lavoratori italiani, compresi i dipendenti militari e civili del comparto difesa-sicurezza e soccorso pubblico; per questo appare per i presentatori del presente atto insufficiente quanto previsto dalla legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016), che ha stanziato 510,5 milioni di euro per il 2016 per un contributo straordinario pari a 960 euro su base annua alle forze di polizia, del corpo nazionale dei vigili del fuoco e delle forze armate e per il riconoscimento dell'impegno profuso al fine di fronteggiare le eccezionali esigenze di sicurezza nazionale e soltanto 300 milioni, a partire dal 2016 per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, compreso il comparto difesa e sicurezza; nel Documento di economia e finanza (Def) 2016 non viene fatta nessuna menzione delle risorse da destinare per sbloccare i contratti dei dipendenti pubblici, mentre nella Nota di aggiornamento al Def si legge che «Dopo 6 anni di blocchi resi necessari dalla drammaticità della crisi, si procederà al rinnovo dei contratti nel pubblico impiego con l'obiettivo di valorizzare il merito e favorire l'innalzamento della produttività, in modo da contribuire all'aumento dell'efficienza della pubblica amministrazione», salvo poi non indicare alcuna cifra, impegna il Governo: ad assumere iniziative per ottemperare a quanto previsto nella sentenza della Corte Costituzionale n. 178 del 2015 che sancisce il diritto dei lavoratori pubblici al rinnovo dei contratti collettivi nazionali;


a destinare al rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, in particolare con riferimento ai comparti dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e delle forze armate, una adeguata e congrua dotazione finanziaria tenuto conto che da 8 anni ai lavoratori della pubblica amministrazione è negato l'adeguamento dei contratti. (1-01386) «Piras, Duranti, Carlo Galli, Scotto».

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/09661 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 684 del 03/10/2016 Firmatari

Primo firmatario: BASILIO TATIANA Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE Data firma: 03/10/2016 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 03/10/2016 FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 03/10/2016 RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 03/10/2016 TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 03/10/2016 BERNINI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 03/10/2016

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELLA DIFESA • MINISTERO PER LA SEMPLIFICAZIONE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 03/10/2016 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-09661 presentato da BASILIO Tatiana testo di Lunedì 3 ottobre 2016, seduta n. 684   BASILIO, CORDA, FRUSONE, RIZZO, TOFALO e PAOLO BERNINI. — Al Ministro della


difesa, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione . — Per sapere – premesso che: il 23 settembre 2016 su proposta della Ministra della difesa Roberta Pinotti, il generale di divisione dell'Esercito in ausiliaria Paolo Gerometta, è stato confermato nell'incarico di direttore generale per il personale militare fino al 30 giugno 2017; non si comprende se tale proroga riguarda anche la Presidenza del Cocer Esercito, essendo irrituale e inusuale che un militare in ausiliaria possa rappresentare gli altri militari ancora in servizio; la circolare n. 2/2015 della funzione pubblica – la cosiddetta «circolare Madia», in applicazione ed interpretazione del decreto legge n. 90 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 114 del 2014, con le quali sono divenute operative le misure che abrogano l'istituto, in uso presso le amministrazioni pubbliche, del cosiddetto «trattenimento in servizio», abrogato dalla citata legge n. 114 del 2014, ha fatto entrare a regime la fattispecie del «pensionamento d'ufficio» che, «è volto a favorire il ricambio e il ringiovanimento del personale, nelle Pubbliche Amministrazioni»; il trattenimento in servizio è stato, quindi, abrogato con la sola eccezione del suo mantenimento per quelle casistiche di lavoratori che non raggiungendo il minimo dei contributi previdenziali che danno diritto al trattamento pensionistico, ammontanti, da normativa in essere, ad almeno venti anni, cumulati anche con precedenti rapporti di lavoro e corrispondenti contributi, presso diversi istituti previdenziali. L'amministrazione pubblica, in questi casi, deve permettere al lavoratore di proseguire nel rapporto di lavoro, sino al raggiungimento del «minimo contributivo» ovvero fino all'età massima dei settanta anni, consentiti. Non è il caso del generale di divisione dell'esercito in ausiliaria Paolo Gerometta; la cosiddetta legge «di Paola» (legge n. 244 del 2012) e gli indirizzi del «libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa» considerano la riduzione del personale prioritaria compresa quella dei vertici (che sono i più costosi per l'amministrazione); con la circolare del dipartimento della funzione pubblica n. 2 del 2015, il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ha confermato che dal 1o novembre 2014, secondo quanto stabilito dalla legge n. 114 del 2014, è avvenuta la soppressione dell'istituto del trattenimento in servizio, che consentiva ai dipendenti pubblici di continuare a lavorare, anche dopo il raggiungimento dei requisiti della pensione di vecchiaia; sul sito internet del Ministero della difesa, alla voce «disciplina dei richiami in servizio», si afferma che l'amministrazione della difesa si avvale del personale militare in congedo per ripianare esigenze che non possono essere soddisfatte dal personale in servizio. Esistono, a giudizio degli interroganti, molti ufficiali in grado di ricoprire l'incarico di direttore generale per il personale militare; l'articolo 879 del codice dell'ordinamento militare, stabilisce che.... «2. L'ufficiale, per giustificati motivi dell'amministrazione, può essere trattenuto in servizio oltre la data di decorrenza del provvedimento di cessazione dal servizio permanente. Se il trattenimento in servizio dura più di quindici giorni è necessaria la preventiva autorizzazione del Ministero della difesa; in ogni caso il trattenimento in servizio non può eccedere la durata di giorni sessanta». Il trattenimento in servizio del generale Paolo Gerometta sarà di 9 mesi –: quali siano le ragioni che hanno spinto il Ministro della difesa a prorogare di nove mesi il trattenimento in servizio del generale di divisione dell'esercito in ausiliaria Paolo Gerometta e come questa decisione si concili con le disposizioni del citato comma 2 dell'articolo 879 del codice


dell'ordinamento militare; se si sia provveduto alla sostituzione del generale Gerometta dal Cocer con altro rappresentante non in ausiliaria e, in caso di risposta negativa, in base a quale disposizione dell'ordinamento militare il generale in questione continui a mantenere tale incarico nella rappresentanza militare. (5-09661) Classificazione EUROVOC:

EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): personale militare soppressione di posti di lavoro pensionato

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14411 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 687 del 06/10/2016 Firmatari

Primo firmatario: GRECO MARIA GAETANA Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO Data firma: 06/10/2016

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/10/2016 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-14411 presentato da GRECO Maria Gaetana testo di GiovedĂŹ 6 ottobre 2016, seduta n. 687


GRECO. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che: recentemente a un carabiniere della compagnia di Pietraperzia, residente a Barrafranca, ignoti hanno esploso colpi di fucile contro la sua abitazione; il vile atto non appare come isolato, tenuto conto che il territorio è stato caratterizzato da altri episodi di natura malavitosa, quali l'incendio della macchina del comandante della caserma dei carabinieri di Pietraperzia e successivamente nell'arco di poche settimane il tentativo di ignoti i quali hanno cercato di incendiare l'abitazione del sindaco Antonio Bevilacqua, mentre questi si trovava all'interno con la sua famiglia; in quell'occasione il sindaco Bevilacqua denuncio che una parte del paese mantiene legami con la mafia e all'episodio seguì una partecipata fiaccolata di solidarietà al sindaco; a giugno una vasta operazione antimafia ha portato all'arresto di dieci persone, ritenute appartenenti al locale clan; secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il gruppo criminale aveva ampia disponibilità di armi, che usava in esercitazioni di tiro organizzate nelle campagne di Pietraperzia, e in più si cimentava anche nella regolazione delle controversie tra privati cittadini, godendo di una rete di contatti che consentiva di conoscere i movimenti delle forze dell'ordine a Pietraperzia; recentemente ha suscitato un particolare clamore l'agguato all'avvocato Antonio Giovanni Bonanno, il quale ferito gravemente con colpi di pistola a Pietraperzia davanti al terreno di sua proprietà successivamente è deceduto; l'avvocato Bonanno, che era di Barrafranca (En), si trovava a bordo della propria auto al momento dell'agguato, in compagnia della moglie che è rimasta illesa. Il triste fatto ha suscitato notevole commozione e rilevanza; si precisa che a seguito della tragica notizia relativa alla brutale aggressione subita dell'avvocato Bonanno l'Ordine degli avvocati di Enna ha condannato il grave episodio, deliberando l'astensione dalle udienze, sia civili che penali, nonché «di costituire un presidio permanente per discutere sull'adozione di eventuali successive iniziative, in conseguenza anche degli sviluppi della vicenda»; il brutale episodio ha suscitato notevole preoccupazione tra la società civile; l'asse Barrafranca – Pietraperzia rimane ancora una zona calda dove da qualche tempo, dopo la guerra di mafia che l'ha vista in prima linea negli anni 90, si è tornato nuovamente a sparare; il prefetto di Enna, Maria Rita Leonardi, nel corso di una riunione, convocata recentemente ha stabilito che vengano intensificati i controlli nei due comuni; oggi è necessario creare una sinergia «stabile e duratura» tra le istituzioni locali affinché vengano aumentati i controlli delle forze dell'ordine sul territorio e promuovere una diffusa cultura della legalità per marginare episodi e fatti criminali –: se siano previste iniziative per prevenire e contrastare in maniera più efficace tali atti di criminalità che investono il territorio interessato; quali procedure siano state attivate per assicurare il potenziamento numerico delle forze dell'ordine del comprensorio al fine di garantire una sorveglianza efficace e una maggiore sicurezza al fine di evitare che il perdurare della situazione possa incidere pesantemente sulla percezione dello Stato sul territorio. (4-14411) Classificazione EUROVOC:


EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): udienza giudiziaria ordine professionale organizzazione della professione

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/09711 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 17 Seduta di annuncio: 687 del 06/10/2016 Firmatari

Primo firmatario: IANNUZZI CRISTIAN Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO Data firma: 06/10/2016

Commissione assegnataria

Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI) Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 06/10/2016 Stato iter:

IN CORSO Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 06/10/2016 Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-09711 presentato da IANNUZZI Cristian testo di


Giovedì 6 ottobre 2016, seduta n. 687   CRISTIAN IANNUZZI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che: il 29 settembre 2016 durante la puntata di Piazza Pulita è andata in onda l'aggressione che ha subito la giornalista de La7, Sara Giudice, nel quartiere Magliana di Roma, mentre stava girando, con il suo cameraman, un video in merito a un'inchiesta sul traffico illecito di rifiuti; le immagini ritraggono la giornalista de La7 che pone delle domande al titolare dell'azienda dei rifiuti che opera nel quartiere della Magliana a Roma e che evidenzia: «Un giro illecito di milioni di euro. Mentre documentavamo in via della Magliana, strada piena di impianti di recupero di materiale ferroso, abbiamo notato un camioncino che lasciava rifiuti all'interno di questa azienda. Siamo entrati e abbiamo chiesto conto di tutte le giuste certificazioni, così come richiede la legge, e le nostre domande non sono state particolarmente gradite»; nel video si vede il proprietario dell'impianto che esce dall'azienda per impedire al cameraman di riprendere. Gli animi si scaldano e Sara Giudice decide di salire in auto per ripartire ma prima viene trattenuta. Il padre del proprietario interviene, cominciando a scuotere l'automobile, tentano ripetutamente di aprirla e intimando al figlio di passargli «il ferro». E minaccia Sara Giudice: «Scendi, che ti sfonno e ti spappolo»; la giornalista e il cameraman cominciano a urlare e chiamano i Carabinieri per chiedere aiuto, ma intanto gli aggressori hanno rotto il vetro dell'auto e preso la telecamera, distruggendola e lasciando i pezzi sul ciglio della strada; il giornalismo d'inchiesta rappresenta un valore immenso per la società e l'aggressione subita dalla giornalista Sara Giudice è gravissima sia per la persona, sia per la preziosità del lavoro che andava a svolgere e deve rappresentare un punto definitivo nella guerra che da anni si sta combattendo contro il traffico illecito dei rifiuti di cui il nostro territorio subisce anche gli effetti diretti, per i fumi tossici che i cittadini sono costretti a respirare; secondo il Rapporto Ecomafie 2016 di Legambiente, il business dell'ecomafia, seppur in calo, è di 19,1 miliardi di euro. Nel 2015 sono stati accertati 27.745 reati ambientali, sono cresciuti gli incendi, con un'impennata che sfiora il 49 per cento, che hanno mandato in fumo più di 37.000 ettari di vegetazione. Il Lazio nella classifica regionale degli illeciti è sempre la prima regione del centro Italia; i traffici di rifiuti si propagano oltre i confini nazionali dove i materiali di scarto sono destinati illegalmente al riciclo o a un approssimativo recupero energetico soprattutto per il recupero dei materiali ferrosi, scarti di gomma e/o pneumatici, metalli, plastica e tessili –: se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa; quali iniziative i Ministri interrogati intendano adottare, anche promuovendo una verifica da parte del comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente, per chiarire la provenienza dei materiali ferrosi scaricati nel deposito dell'azienda di raccolta dei rifiuti di cui in premessa; quali iniziative urgenti i Ministri interrogati ritengano opportuno assumere, per quanto di competenza, per contrastare la filiera del malaffare legato ai rifiuti e stroncare i fenomeni conseguenti, legati anche all'inquinamento ambientale; quali iniziative si ritenga opportuno adottare, per quanto di competenza, al fine di tutelare chi è addetto a informare l'opinione pubblica e per garantire la libertà di stampa e di espressione. (509711)


Classificazione EUROVOC:

EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione): rifiuti automobile traffico illecito


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