Infermeria psicologia (1)

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Comando Interregionale Carabinieri “ Pastrengo” Consiglio Intermedio di Rappresentanza

Delibera n. 226

( Verbale n.106/XI del 11 settembre 2015 )

OGGETTO: Attività del “Gruppo di lavoro” sul servizio di psicologia.

IL

CO. I. R.

LETTO

Il documento prodotto dal “Gruppo di lavoro” in oggetto specificato;

ATTESO CHE

il contenuto è condiviso dal Consiglio

DELIBERA di trasmettere il documento al Sig. Comandante dell’Unità Intermedia per le valutazioni nella competenza ed al CoCeR CC come spunto per eventuali elaborazioni al livello centrale. • trasmette la presente a stralcio verbale; Per la risposta, la presente delibera viene inviata, per quanto di competenza: al CUI ed al COCER. • Ai sensi dell’Articolo 908 del DPR 15 marzo 2010 n. 90, venga data tempestiva diffusione della delibera attraverso la pubblicazione sul portale intranet; • Ai sensi dell’art. 931 del DPR DPR 15 marzo 2010 n. 90 venga esposta agli albi della Sede e dei Comandi dipendenti • venga inviata la delibera per mezzo di mailin-list a tutti i delegati; • venga inviata la risposta per mezzo di mailin-list a tutti i delegati; • che la risposta contenga la motivazione ad ogni eventuale mancato accoglimento o accoglimento parziale; • Ai sensi dell’art. 924 del DPR DPR 15 marzo 2010 n. 90 dovrà rimanere esposta sino alla formulazione della risposta e, quindi, per un ulteriore periodo di 30 (trenta) giorni

Il Consiglio approva la Delibera in data 11 / 09 / 2015

PRESENTI 8

FAVOREVOLI 8

CONTRARI 0

Il Segretario (Brg.Ca. Francesco Giannusa)

ASTENUTI 0

Il Presidente (Ten. Col. Bernardino Vagnoni)

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Comando Interregionale Carabinieri Pastrengo Consiglio Intermedio della Rappresentanza Militare Co.I.R.

attivitĂ del Gruppo di lavoro conclusioni a seguito delle audizioni sul “servizio di psicologiaâ€?

Milano 11 settembre 2015

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PREMESSA

Il CoIR desidera anzitutto ringraziare il Sig. Comandante Interregionale, che ha autorizzato l’importante audizione dei seguenti ufficiali/militari psicologi: -

Cap. psc. Marina Abbruzzese; Cap. psc Alessandra Mannarelli; Mar. Ca. psc-psicoterapeuta Carmelo Dambone.

Questo Co.I.R. documentandosi sul “servizio di psicologia”, tra i vari documenti ha letto è commentato quanto riportato sul sito http://www.studiopsicologiapsicoterapia.it/psicologia-dell-emergenza-e-psicotraumatologia, ove viene richiamata la pubblicazione sulla G.U. n.200 del 2006 dei “CRITERI DI MASSIMA SUGLI INTERVENTI PSICOSOCIALI DA ATTUARE NELLE CATASTROFI”, con i quali è stata normativamente disposta l’istituzione di specifiche equipe psico-sociali che si occupino, durante le situazioni di emergenza, degli interventi tanto sulle vittime e sui loro parenti quanto sui soccorritori. Infatti, già nella parte introduttiva della seguente normativa, nel primo capoverso, è specificato quanto segue: “Nel contesto degli eventi a sostegno delle vittime di eventi catastrofici è necessario prestare la massima attenzione ai problemi di ordine psicologico che possono manifestarsi sulle popolazioni colpite e sui loro soccorritori. Essi possono palesarsi in fase acuta o evolvere in modo subdolo, con ripercussioni, anche nel lungo periodo”. Pertanto, come la norma vuole, gli interventi vengono fatti sia nelle fasi immediate e successive all’emergenza, sia attraverso programmi di formazione e di prevenzione rivolti alle comunità, ai volontari e ai professionisti che operano in tali contesti.

Una normativa che presta particolare attenzione alla tutela psico-fisica del soccorritore, al fine di prevenirne i disagi e le alterazioni della qualità di vita. Infatti, nelle “Premesse e Finalità” viene specificato quanto segue: "Nel corso degli interventi a sostegno delle vittime di eventi catastrofici è necessario prestare la massima attenzione ai problemi di ordine psicologico che possono manifestarsi sulle popolazioni colpite e sui loro soccorritori". A tal fine, la normativa, per garantire la tutela dell'equilibrio e della salute psichica del soccorritore, considera questi un destinatario dell'intervento "a prescindere dalla tipologia dell'evento catastrofico, è opportuno valutare a priori i fattori di rischio di un contesto emergenziale per poter prevenire i disagi di natura psico-fisica dei soccorritori. Una volta che gli operatori sanitari (i soccorritori) si troveranno ad intervenire sul luogo della catastrofe dovrà essere garantito il loro lavoro attraverso una azione di monitoraggio volta ad individuare i segni e/o sintomi di possibili condizioni di stress e/o di disturbi psichici".

A tale riguardo, la normativa pone particolare attenzione alla formazione quale strategia di prevenzione. Infatti: “le ricerche dimostrano che una parte degli stress individuali e collettivi che si sviluppano a seguito di disastri possono essere ridotti da un'adeguata preparazione di tutti gli attori coinvolti, sia a livello individuale che collettivo. Finalità generale di ogni azione formativa in questo campo è quella di diffondere e consolidare strategie efficaci a fronteggiare dei pericoli, attivando rapidamente processi di selezione percettiva e processi cognitivi complessi, a fronte di emozioni intense e processi comunicativi ordinari. In questo senso, ogni azione di formazione deve necessariamente includere modi efficaci di comunicare, decidere, valutare, gestire le emozioni e far conoscere procedure comuni all'interno dei differenti scenari ipotizzati".

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Tra le reazioni che possono palesarsi a seguito di un evento traumatico, è possibile menzionare

Disturbi d’ansia e continua allerta Disturbi del sonno Iperattivazione Difficoltà di concentrazione Difficoltà nel prendere decisioni Incremento nell’uso di tabacco, alcol, farmaci Iperalimentazione o calo dell’appetito Ricordi, sogni, pensieri ed immagini che rievono l’evento traumatico Eccessiva reattività fisica Evitamento di pensieri, situazioni, conversazioni, luoghi, attività, persone che rievocano l’evento traumatico Sensazione di distacco ed estraneità dagli altri Incapacità di ricordare qualche o diversi aspetti del trauma Irritabilità, rabbia, collera Senso di impotenza Preoccupazioni per la propria o altrui sicurezza Risposte esagerate di allarme Difficoltà ad allontanarsi da casa o dalle persone che la persona colpita considera “sicure” o difficoltà a stare da solo. Dolori muscolari e cefalee Problemi gastrointestinali Ritiro sociale Aumento dei conflitti nelle relazioni familiari e sociali Aumento dei conflitti sul lavoro Difficoltà scolastiche.

LA PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA INTERVIENE SU • • • •

Le vittime direttamente colpite dall’evento I parenti delle vittime I soccorritori che abitualmente intervengono sui luoghi di disastro. Le comunità coinvolte dall’evento. LA PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA

comprende due ampie categorie:

Psicologia dell’emergenza individuale Psicologia dell’emergenza collettiva

LA PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA INDIVIDUALE si occupa degli effetti di eventi estremi che colpiscono direttamente la persona che assiste o viene a conoscenza di un evento traumatico che riguarda se stesso o una persona cara. Sono da considerarsi, pertanto, a rischio di trauma quelle situazioni che riguardano:

Venire a conoscenza della diagnosi di un male incurabile proprio o di una persona cara; Venire a conoscenza della morte di una persona cara; Lutto; Subire gravi danni fisici; Subire incidenti sul lavoro; Subire incidenti della strada; Essere vittima di aggressioni, violenze e stupri; Essere vittima di un furto o di una rapina; Essere vittima di errori giudiziari; Essere vittima di sequestri di persona; Assistenza ad un malato; Ecc…

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LA PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA COLLETTIVA

si occupa, invece, di quegli eventi che colpiscono intere comunità, come ad esempio:

Calamità naturali: terremoti, alluvioni, eruzioni, uragani, frane, valanghe, ecc… Disastri: incendi, cadute di aerei, crolli, naufragi, incidenti ferroviari, ecc… Gravi situazioni socio-politiche: azioni belliche, attentati terroristici, ecc… Eventi socio-sanitari: epidemie Eventi socio-economici: carestie

CONSIDERAZIONI Sin dall’inizio del mandato i delegati del Co.I.R. Pastrengo, insieme al Comandante affiancato, hanno analizzato e ricercato nelle attività quotidianamente svolte dai Carabinieri, i fattori di rischio e i problemi psicosociali che aumentano lo stress legato al lavoro e si sono posti il problema di come ridurre, magari adottando, o meglio incorporando, una “politica” (anche di prevenzione) per la gestione dello stress per il personale rappresentato. Una politica di gestione dello stress il cui obiettivo è quello di: -

aiutare anche tutti Carabinieri ad affrontare difficili situazioni psicosociali come la depressione (Disturbo dell'umore caratterizzato da sentimenti di malinconia, colpa, indegnità e disperazione) e le tendenze suicide; Istituire dei servizi di formazione per la gestione dello stress; conoscere ed analizzare meglio i fattori di stress istituzionali e organizzativi nonché i suoi effetti al fine di fornire le risposte adeguate.

L’introduzione di questa dimensione psicosociale in un sistema caratterizzato da una tradizione militare richiede un cambiamento di mentalità da parte del personale. A tal fine, Il Comando Generale ha già attuato iniziative per una costante promozione della consapevolezza e azioni di informazione, che sono ancora in corso, nell’ambito dell’istituzione al fine di sostenere un adeguato programma di azione. Il Co.I.R., analizzato l’atteggiamento di taluni comandanti, proiettato nel tempo, ritiene che sia giunto il momento di iniziare una politica per la gestione dello stress da anteporre alla politica dei risultati operativi. Una politica che aiuti a cambiare migliorando la mentalità del personale tutto ma, soprattutto, di chi ha la responsabilità nella gestione del Comando e, come ci ha ricordato anche il nostro Comandante Generale, “non dimenticando mai che dietro ogni Carabiniere c’è prima di tutto un uomo”.

PUNTO DI SITUAZIONE

Giova premettere che, durante le audizioni del: -

13 marzo 2015 Cap. (psc.) Marina Abbruzzese; 20 aprile 2015 Cap. (psc.) Alessandra Mannarelli; 19 giugno 2015 Mar. Ca. (psc-psicoterapeuta) Carmelo Dambone;

si è avuto modo di capire che la missione e lo scopo del Servizio di Psicologia Medica è la prevenzione e cura del disagio psicologico dei militari dell’Arma in servizio, in quiescenza e dei loro familiari. Nella circostanza si è, altresì, potuto apprezzare la particolare apertura e disponibilità al confronto ed al dialogo di tutte le persone audite, che hanno sommariamente illustrato, ai delegati, la missione del servizio psicologia le cui attività sono coordinate e controllate dall’Infermeria Presidiaria.

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Sono stati illustrati gli obiettivi ovvero le attività di prevenzione primaria, secondaria e terziaria del servizio di psicologia. Sono state illustrate anche il tipo di attività, l’organizzazione del servizio, l’accesso e le prestazioni erogate dal “servizio di psicologia”. Questa prima audizione, molto utile, ha consentito al Consiglio di acquisire notizie e formulare osservazioni, proprio perché è stato possibile mettere a confronto, paragonare e raffrontare le informazioni ottenute durante le tre distinte audizioni. In particolare, è stato affrontato il tema del coordinamento e controllato dalle Infermerie Presidiarie, la missione del servizio di psicologia e gli obiettivi ovvero quali attività di prevenzione primaria, secondaria e terziaria sono state attuate dal servizio di psicologia. Infine, in merito al tipo di attività è stato possibile confrontare il tipo di organizzazione del servizio; l’accesso e le prestazioni erogate dal “servizio di psicologia”. Per i suddetti motivi, al termine di queste indispensabili audizioni, dello stesso tenore, è stato possibile trarre, seppur sommarie, delle conclusioni che di seguito si prospettano al CUI per le eventuali valutazioni nella competenza.

ATTIVITÀ DI PREVENZIONE PRIMARIA, SECONDARIA E TERZIARIA Gli obiettivi Prevenzione primaria Prevenzione secondaria Prevenzione terziaria

(attività divulgativa/informativa e monitoraggio nel tempo); (controllo e supporto in situazioni acute); (monitoraggio e limitazione delle eventuali complicanze).

L’accesso L’accesso è volontario e risponde a rigidi requisiti di riservatezza, di rigoroso rispetto del segreto professionale e dell’assoluta tutela della privacy. I militari accedono volontariamente: -

ogni volta che ne sentano la necessità ; in occasione di eventi psicotraumatici o stressanti verificatisi sia in servizio (malattie o infortuni gravi, conflitti a fuoco, interventi in caso di pubbliche calamità, qualsiasi evento con rilevante impatto psichico) che fuori servizio.

I familiari dei militari accedono: -

quando ne possa derivare maggior beneficio al militare; in occasione di eventi psicotraumatici stressanti.

Le prestazioni Le prestazioni erogate dal Servizio sono da intendersi in senso esclusivamente medico-assistenziale e non rivestono dunque finalità medico-legali o comunque attinenti al servizio d’istituto. Tali prestazioni sono a titolo gratuito per i militari ed i loro familiari.

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L’Infermeria Presidiaria Partecipa attivamente, coordina e controlla le attività del Servizio di Psicologia Medica. Al Direttore dell’Infermeria Presidiaria compete, in via esclusiva, ogni eventuale, ma necessario, adempimento medico-legale.

Organizzazione del Servizio presso il Comando Legione Carabinieri Lombardia Il Servizio è: - composto da 2 consulenti, di cui un medico specialista in psichiatria (civile) e uno psicologo (militare); - garantito dal lunedì al venerdì (08,00/14,00) dallo Psicologo e, normalmente, il Martedì anche dallo Psichiatra A Milano si è da poco concluso un primo ciclo di “seminari” con scopo “conoscitivo” che si è svolto nelle Sedi dei Comandi Compagnia mediante l’incontro del personale presente. Tale attività (divulgativa/informativa) che appartiene alla fase di “Prevenzione primaria” non può essere considerato concluso anche perché non tutto il personale è stato ancora raggiunto ed informato sul servizio di Psicologia Medica. Nella “brochure” che è stata inizialmente distribuita al personale vi erano alcune indicazioni che spiegavano sommariamente lo scopo del Servizio di Psicologia Medica e le modalità di accesso, anche diretto, del personale contattando il numero 02/62765648. Nell’attesa che sia “autorizzata” la distribuzione, con carattere di ufficialità, di una “brochure” che riguarda il Servizio di Psicologia Medica in Lombardia, sarebbe auspicabile un interessamento del Comando Generale per rendere uniforme e più spedito l’iter autorizzativo e raggiungere, quindi, tutto il personale.

Organizzazione del Servizio presso il Comando Legione Carabinieri Piemonte V.A. Il Servizio è: - composto da 2 consulenti, di cui un medico specialista in psichiatria (civile) e uno psicologo (militare); - garantito dal lunedì al venerdì (08,00/14,00) dallo Psicologo (Vi sarebbe la disponibilità anche nei giorni di Martedì e Giovedì dalle14,00/17,30) e, normalmente, il Martedì anche dallo Psichiatra (08,00/11,00); A Torino si è da poco concluso un primo ciclo di “seminari” con scopo “conoscitivo” che si è svolto nelle Sedi dei Comandi Compagnia mediante l’incontro del personale presente. Tale attività (divulgativa/informativa) che appartiene alla fase di “Prevenzione primaria” non può essere considerato concluso anche perché non tutto il personale è stato ancora raggiunto ed informato sul servizio di Psicologia Medica. Nella “brochure” che è stata distribuita al personale, con carattere di ufficialità, vi sono alcune indicazioni che spiegavano sommariamente lo scopo del Servizio di Psicologia Medica e le modalità di accesso - anche diretto - del personale, il quale può contattare l’utenza telefonica 011/6888546, oppure il numero di cell. 366/6392193. (in uso al suddetto Ufficiale psc)

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Audizione del Mar. Ca. psc-psicoterapeuta Carmelo Dambone Anche l’audizione del il Maresciallo Capo (psicologo-psicoterapeuta) Carmelo Dambone è ritenuta di fondamentale importanza, in quanto è stato possibile chiarire meglio il quadro di riferimento ed alcuni ulteriori aspetti fondamentali che riguardano la psicotraumatologia, che è considerata, la “clinica del trauma psicologico”, intesa sia nel versante psichiatrico che psicoterapeutico, ed anche apprendere l’esistenza di altri metodi/tecniche per il trattamento dei “psicotraumi”. In ambito psicologico-clinico, la psicotraumatologia è spesso indebitamente confusa con la psicologia dell'emergenza, di cui però la psicotraumatologia rappresenta solo una delle declinazioni operative, nelle (del resto non frequenti) situazioni in cui le reazioni ad un evento acuto si cristallizzino e strutturino sino a costituire un vero e proprio trauma psicologico.

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La psicotraumatologia si occupa quindi delle forme di disturbo acuto da stress (ASD) e di disturbo post traumatico da stress (PSTD), demandando invece alla più vasta psicologia dell'emergenza tutti gli aspetti comunicativi, sociali, organizzativi, di "pronto soccorso psicologico" (psychological first aid) e di "supporto sulla scena" degli eventi critici e delle situazioni di crisi.

E.M.D.R. (l’acronimo può essere tradotto con “desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari”)

il metodo o tecnica nota come EMDR per il trattamento dei “psicotraumi” si può definire

“una terapia breve”, per curare in poche sedute i disturbi legati ai traumi. Questa cura non viene applicata soltanto dopo un evento grave, ma può essere utilizzata per piccoli traumi, come nel caso di esperienze spiacevoli che lasciano nella mente un ricordo carico di sofferenza. La Marina militare ma anche la polizia di Stato avrebbe già fatto contratti dall’anno 2002 per l’utilizzo di questa tecnica di analisi che risulta la più accreditata a livello scientifico. Che cos’è l’EMDR? L’EMDR è una tecnica nata negli anni ’80 in America, originariamente per curare il trauma, ma successivamente allargata anche al trattamento di problematiche diverse , come i disturbi d’ansia, la depressione, o gli attacchi di panico. Questa nuova terapia, che è stata l’oggetto di numerose ricerche, per verificarne l’efficacia, consente di ottenere una maggiore integrazione di eventi di vita difficili. L’O.M.S. ha recentemente riconosciuto ufficialmente l’EMDR come un trattamento particolarmente efficace per il trattamento di traumi psicologici e del disturbo post traumatico da stress. A chi serve l’EMDR ? La terapia EMDR è indicata per qualsiasi persona che soffre a seguito di un’ esperienza traumatica di diverso genere. Può trattarsi di un trauma “evidente”, con la T maiuscola, come aver assistito ad un incidente, avere subito abusi o un lutto, essere colpito da una catastrofe naturale come un incendio, un terremoto. Ma è anche indicata per chi ha avuto eventi di vita difficili o traumi con la t minuscola, i quali possono passare inosservati ed essere fonte di emozioni o comportamenti eccessivi (carenze affettive di cui si è sofferto da piccoli, propri comportamenti per cui ci si sente in colpa, aborto spontaneo, insuccessi scolastici o lavorativi, delusioni amorose). Queste difficoltà si esprimono con forme diverse ad esempio irritabilità, ansia, incubi, tendenza all’isolamento, stato depressivo, dolori somatici. Altri disturbi psicologici dipendono anche, in alcuni casi, da traumi più o meno recenti, a volte inconsci: depressione, dipendenze, disturbo del comportamento alimentare, attacchi di panico, fobie. Questi disturbi compaiono quando il nostro cervello è stravolto da un choc traumatico e non riesce a trattare ed elaborare le informazioni come lo fa normalmente. Il ricordo dell’evento è in qualche modo congelato e non può di conseguenza integrarsi con le altre esperienze e conoscenze di cui la persona potrebbe servirsi, mantenendo quindi intatta la loro carica emotiva negativa. Come funziona la terapia breve EMDR ? Dopo alcuni colloqui preparatori, il terapeuta chiede al paziente di concentrarsi su un’ emozione o su un ricordo sgradevole. Successivamente inizia un protocollo di intervento che prevede una stimolazione bilaterale che può consistere in un tamburellamento sulle ginocchia del paziente (tapping) o un movimento delle dita da seguire con gli occhi. Tra ogni serie di stimolazione, il paziente è invitato a notare i cambiamenti emozionali all’opera nel suo corpo e le immagini che sorgono. Sembra che queste stimolazioni bilaterali permettono di collegare i due emisferi del cervello. Attraverso la stimolazione bilaterale, i circuiti della memoria vengono riconfigurati in modo che il ricordo traumatico non sia più doloroso, e che la sua evocazione non scateni più emozioni negative. Le stimolazioni bilaterali consentono una riduzione immediata della carica emozionale legata alla situazione sgradevole.

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CONCLUSIONI

Leggendo le risposte del Ministro della Difesa alle numerose interrogazioni parlamentari presentate negli ultimi anni in merito agli episodi di suicidio tra gli appartenenti all'Arma dei carabinieri emerge, a fattor comune, che sono presenti e riscontrati specifici fattori di rischio che possono incidere sull'evento, e che circa il 50 % dei casi è riconducibile a: -

difficoltà nelle relazioni interpersonali; i motivi di salute propri e dei familiari; ricorrenti situazioni di stress psicofisico e il carico di responsabilità che discende dalle elevate aspettative che la società ripone nel ruolo istituzionale ricoperto.

A maggior ragione sembra indispensabile, quindi, concentrare l’attenzione ed eventualmente intervenire tempestivamente attraverso l’anzidetta valida opportunità (EMDR) per cura rapida dei disturbi traumatici con particolare riferimento alle relazioni interpersonali quando possono essere compromesse a causa di “motivi di salute” anche dei familiari che sono spesso distanti dalla Sede di servizio. Il Comando Generale, inoltre, ha predisposto un “Monitoraggio SIGAP” sulla posizione dei militari in particolari condizioni di disagio a causa di gravissime patologie sofferte dai congiunti. Sarebbe auspicabile che dette informazioni fossero partecipate ed accessibili “direttamente” anche da un “servizio di psicologia strutturato, con maggiore autonomia ed integrato con possibilità di trattamenti terapici di psicotraumatologia” in modo da potersi attivare ed eventualmente organizzare, rapidamente e meglio nel tempo, gli interventi ritenuti necessari. Un’altro aspetto ritenuto importante è la formazione del personale, attraverso specifici corsi, per trattare problematiche relative ad “affaticamento e stress da lavoro correlato”. I delegati del Co.I.R. Pastrengo, nel ringraziare il Comandante Interregionale Gen. C.A. Vincenzo Coppola per l’opportunità offertagli con gli incontri autorizzati, all’unanimità: - condividono l’utilità di poter distribuire ed analizzare, nel tempo, i risultati ponderati di un “Questionario anonimo” in linea a quello già distribuito al personale del Reggimento Piemonte, a Torino, la cui somministrazione dei Test, avvenuta con misuratissime assegnazioni economiche, potrebbe fornire quegli elementi di intervento certamente utili per chi ha la responsabilità nel governo del personale. - Concordano sul fatto che sia necessario realizzare: a) progetti formativi del personale sanitario in materia di gestione delle problematiche psichiche dei Carabinieri di ogni ordine e grado attraverso l’inserimento, all’interno di un percorso terapeutico tradizionale, come ulteriore risorsa, della tecnica nota con l’acronimo EMDR. Questa potrebbe rappresentare una valida opportunità “per cura rapida dei disturbi traumatici”.; b) progetti di formazione del personale in materia di gestione dello stress; c) progetti di attivazione, mediante apposite convenzioni con i vari ordini regionali degli psicologi, di una capillare rete di assistenza attraverso la quale i carabinieri, in forma completamente autonoma rispetto all'Amministrazione, possano ricevere l'eventuale necessario supporto.

Infine, in ordine alle finalità terapeutiche più che allo scopo diagnositico, esprimono qualche perplessità in merito all’uso dell’uniforme, da parte del medico psicologo, durante le visite.

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