il Cittadino n. 200

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foto Marica Santoro

n째 200 anno XIII - 22 Aprile 2015

il Cittadino

Messina: migranti oltre la ringhiera

Sopravvissuti


Asterisco di Lillo Zaffino

“il Cittadino” a q

E

siamo giunti a duecento nume le generalista fu per accettare

Le poche risorse economiche a nostr prima di ogni valutazione quantitativ costo-pubblicità, hanno aderito al pro ce dell’omonimo quotidiano on line d sportivo. Oggi, lungi anni luce dalla nostra filo primo bilancio della nostra attività dell’Associazione, senza scopo di luc

per contribuire alla loro formaz

In questi quasi tredici anni di attività s teticamente un nostro slogan, l’info La rivista, accessibile anche dal nostro quotidiano on line e dalla pi raggiunge attualmente una mailing list di circa trentamila indir

Un’ampia distribuzione che si espande sul terri

A tutt’oggi rimaniamo fedeli all’interpretazione originale del nostro i virtuale dove democraticamente si confrontano opinioni diverse, zioni scevre da ogni condizionamento. Nello stesso tempo, “il Cittadino”, in tutte le sue espressioni, ha rapp confrontarsi e per valutare la loro reale propensione a intraprender simi aspiranti pubblicisti, un ristrettissimo gruppo ha compiuto per inte raggiunto risultati importanti e oggi ricoprono interessanti inca Noi, molto più modestamente, abbiamo deciso di mantenere, rimoder invece che rifluire nel privato, intendono partecipare alla crescita cul

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quota duecento

eri. Quando il 10 giugno 2010 pubblicammo il primo magazine digitae una sfida, soprattutto con noi stessi.

ra disposizione, dovute comunque alla generosità degli sponsor, che va sull’investimento, comunque positiva e conveniente nel rapporto getto socio-culturale dell’Associazione “il Cittadino di Messina” editrial 2002 e dei settimanali collegati, come questo e per ultimo quello

osofia di vita la voglia di autocelebrarsi, desideriamo riflettere su un che sottolineiamo muove nella logica posta a base dei principii cro, alla quale aderiamo: offrire un servizio ai cittadini siciliani

ione e informazione, così come recita l’art. 4 dello Statuto.

siamo rimasti fedeli agli impegni assunti fornendo, come ricorda sin-

ormazione libera e gratuita.

attaforma ISSUU, attraverso un sistema di trasmissione automatica rizzi, con la possibilità di diffonderla ad altri potenziali lettori.

itorio siciliano.

mpegno nel mondo della comunicazione: immaginare un’agorà si esprimono liberamente le proprie idee e si acquisiscono informa-

presentato per moltissimi giovani una preziosa palestra per e il difficile ed entusiasmante mestiere di giornalista. Dei numerosisero il percorso, quasi il novanta per cento ha rinunciato, alcuni hanno richi come professionisti della comunicazione. rnandolo, uno strumento di informazione aperto a tutti coloro che, turale della propria comunità.

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Primo Piano

foto Marica Santoro

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uando sta per esserci uno sbarco di migranti lo scenario che si mostra agli occhi dei passanti lungo la cortina del porto, è sempre lo stesso. Si vedono: i volontari della protezione civile che montano le tende blu, gli uomini delle forze dell’ordine sono pronti con tanto di guanti e mascherine, i medici del pronto soccorso preparano le barelle, i volontari della croce rossa vanno avanti ed indietro con le loro divise rosse ed i fotografi in posizione con l’occhio nel mirino fanno a gara a chi scatterà la foto più toccante o al bimbo più carino. Quando la nave arriva, i medici dell’ASP con l’aiuto degli interpreti controllano la condizioni sanitarie di uomini, donne e bambini, che per giorni sono stati in mare ed ancora prima in accampamenti disumani in Libia.

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La testimonianza di Marica Santoro, mediatrice culturale che vive minuto per minuto, i continui sbarchi di migranti 22 Aprile 2015


Vicini e lontani Finiti i primi controlli i migranti scendono ad uno ad uno: prima chi ha bisogno di cure, poi le donne e bambini ed infine gli uomini, padri, mariti o fratelli, che hanno come unico obiettivo quello di ritrovare le figlie, le mogli o le sorelle. Ognuno con il proprio braccialetto che riporta un numero identificativo, di cui: qualcuno è senza scarpe, qualche altro stremato si siede a terra e qualcun altro quella stessa terra la bacia, mentre qualche bimbo finalmente scorrazza felice per il molo in attesa di salire su un pullman che li porterà al centro di prima accoglienza. Dall’altra parte della ringhiera i commenti di chi vede, erroneamente, dietro quella gente stremata solo un posto di lavoro in meno o una bocca da sfamare in più, specchio di una società cinica che del fenomeno migratorio conosce poco. Per fortuna, però, c’è anche chi dietro quei volti vede gente che, se ha deciso di mettere a rischio la propria vita e quella dei propri cari, doveva necessariamente esser mossa da una paura e da un’esigenza molto più grande. C’è chi immagina e spera in una società multietnica dove ognuno, soprattutto chi scappa da guerre e dittatori, è libero di rifugiarsi dove preferisce.

foto Marica Santoro 22 Aprile 2015

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foto Peppe Saya

Bandiera a mezz'asta in ricordo delle centinaia di vittime nel Canale di Sicilia

Palazzo Zanca, il sindaco Accorinti dichiara il lutto cittadino 6

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Il sindaco, Renato Accorinti, nell´apprendere della nuova tragedia del ribaltamento di un peschereccio naufragato a largo del canale di Sicilia e della drammatica notizia di circa mille vittime, ha disposto per lunedì 20, il lutto cittadino. La bandiera della Città di Messina, sul pennone di Palazzo Zanca, è stata issata stamani a mezz´asta in segno di lutto. Il sindaco Accorinti ha espresso: “dolore e sconcerto per la più grave tragedia di migranti dal dopoguerra ad oggi e per l´intollerabile situazione a cui questa povera gente è costretta senza dimenticare le responsabilità istituzionali di chi dovrebbe mettere al primo posto il rispetto per la vita umana e la sua dignità”. 22 Aprile 2015

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Immigrazione clandestina

453 persone soccorse in ma Arrestato dalla Polizia un eg

Cortina del Porto di Messina foto Peppe Saya

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are giziano

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ono arrivati sabato 18 aprile presso il molo Marconi dell’area portuale di Messina i 453 migranti soccorsi in mare dalla motonave militare Driade. Due barconi differenti, entrambi sovraffollati e con a bordo gente di età, sesso e nazionalità differenti. Le immediate indagini della Squadra Mobile hanno permesso di individuare ed arrestare RAMZY Mohamed Mohamed Badawy, nato in Egitto il 18.09.1966, responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, peraltro in passato già espulso dal territorio nazionale. Sottoposto ai rilievi dattiloscopici e al successivo riscontro AFIS, l’uomo è infatti risultato essere la stessa persona sottoposta a fotosegnalamento presso la Questura di Agrigento nell’aprile di un anno fa ed in pari data destinatario di un decreto di espulsione emesso dal Prefetto di Agrigento, notificato all’interessato, con accompagnamento alla frontiera e contestuale esecuzione. Tante le testimonianze di chi lo ha riconosciuto alla guida del barcone e con un ruolo attivo durante le differenti fasi del viaggio. Un’altra persona è indagata per lo stesso reato.

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Un vecchio Yacht di lusso per trasportare ricchi migranti

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n vecchio yacht di lusso per trasportare ricchi migranti, che possono permettersi di pagare 8.500 euro a passeggero, nel tentativo di farli passare come turisti. E' una delle nuove tecniche di trafficanti scoperta dalla polizia di Stato che ha fermato tre scafisti siriani. Erano alla guida del natante, con a bordo 99 extracomunitari, compresi 23 bambini forniti di salvagente, che si è bloccato in mare per un'avaria al motore. Soccorsi da un mercantile, i migranti sono sbarcati a Pozzallo. I siriani fermati sono Ahmmed Sabaji, di 25 anni, Almotassem Billah Harroum, di 31, e Moustafa Haj Slima, di 29. Sono stati identificati grazie alle testimonianze dei passeggeri, ma anche a dei selfie e delle foto scattati durante il viaggio sull'imbarcazione. Lo yacht era partito dalla Turchia con l'obiettivo di passare inosservato con dei turisti a bordo da fare poi sbarcare nottetempo sulla costa italiana. Ma un'avaria al motore lo ha fatto andare alla deriva nel Canale di Sicilia. Un guasto che ha fatto saltare il piano. Soccorsi dalla nave mercantile 'Sagittarius' sono stati soccorsi e portati a Pozzallo. Lo yacht è stato lasciato alla deriva. "Per non morire - ha dichiarato un migrante - abbiano pagato tanto, ma siamo arrivati". "Avevo paura di vivere in Siria - ha raccontato un altro passeggero - e sono fuggito con la mia famiglia. Ho preso tutti i miei risparmi in banca e li ho investiti per compiere una traversata in sicurezza per me, mia moglie e i nostri figli". E viaggiare comodi: "L'imbarcazione - hanno ricostruito i testimoni era dotata di dispensa e acqua, il cibo era preconfezionato e abbondante". I tre presunti scafisti sono stati condotti in carcere, i passeggeri dello yacht nel centro di accoglienza di Pozzallo. di Dario Buonfiglio

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Migranti

Prima accoglienza foto Marica Santoro

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Sommario

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numero 200 anno XIII 22 Aprile 2015

Attualità Legalità come stile di vita La cultura del gruppo in ogni tempo “Anch’io pasticciere”

68-79 Cultura Lezioni di vita SAE e comunità ortodossa rumena di Messina

38-39 Dietro le quinte 96-97 Mangiare Sano 44

Settegiorni Cronaca della settimana

52-53 Città Cronache urbane

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Provincia Viabilità provinciale

Le rubriche 40-41 In&Out 90-91 La corazzata Potemkin

92-93 Da Beethoven 58-59 Sicilia Spesa alla Regione

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a Kurt Cobain

94-95 Parole in blu 22 Aprile 2015


il Cittadino Direttore editoriale: Lillo Zaffino Direttore responsabile: Carmelo Arena Vicedirettori: Tiziana Zaffino, Gabriella Giannetto Coordinamento Maria Cristina Rocchetti, Giuseppe Zaffino Redazione Enza Di Vita, Marilena Faranda, Francesco Certo, Giuseppe Micali Collaboratori Cristina D’Arrigo, Dario Buonfiglio, Gino Morabito, Antonio Grasso, Marina Pagano, Alessia Vanaria Rubriche Enzo Caruso, Michele Giunta, Ignazio Rao, Mimmo Saccà Art Director Salvatore Forestieri Ricerca fotografica Peppe Saya, Orazio D'Arrigo, Antonio De Felice, Gianmarco Vetrano Pubblicità contatti: 3473640274 e-mail: info@ilcittadinodimessina.it Amministrazione Mario De Marco, Giuseppe Pagano e Franco Rossellini Web master sito Fabio Lombardo Il Cittadino digitale sarà pubblicato sul giornale on line e inviato gratuitamente ai lettori direttamente nella posta elettronica e sarà condiviso in rete attraverso Facebook

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Per info e per sostenere l’iniziativa rivolgersi al M.C.L (Movimento Cristiano Lavoratori) via Romagnosi n.2 Messina tel.09046535 e-mail:segreteria@mcl.messina.it


immagine

di Michele Giunta

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Annunci utili a cura di Pippo Previti

NUOVE OPPORTUNITÀ PER I GIOVANI E IL LAVORO Concorso Bidelli e ATA: usciti i Bandi regionali e le Scadenze. Fai Domanda Il MIUR ha autorizzato gli USR, Uffici Scolastici Regionali, alla pubblicazione dei bandi e dei modelli di domanda relativi agli inserimenti del personale ATA per l’anno 2015 e 2016. Le figure interessate sono: Assistenti Amministrativi e Tecnici, Cuochi, Guardarobieri, Infermieri, Collaboratori Scolastici. Assunzioni Unicredit: lavoro in tutta Italia riservato a Candidati Laureati Nuova opportunità di lavoro in banca con Unicredit che è alla ricerca di consulenti di agenzia in tutta Italia. Inizialmente Unicredit offre alle risorse selezionate un contratto di lavoro a tempo determinato della durata di 3/4 mesi (la data di inizio del contratto è prevista per giugno 2015). Concorso Polizia Locale: Assunzione di Agenti a tempo indeterminato e Parziale Indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, per la selezione di Agenti di Polizia Locale con contratto a tempo indeterminato e parziale (12 ore la settimana). La scadenza per l’invio delle candidature è fissata per il giorno 13 aprile. Concorso RIPAM: lavoro per 120 Funzionari Amministrativi e Tecnici La Commissione per l’attuazione del Progetto RIPAM (Consorzio per la riqualificazione delle Pubbliche Amministrazioni) ha indetto unconcorso pubblico per l’assunzione di 120 Funzionari esperti di politiche di coesione. La domanda di partecipazione va presentata entro il giorno 15 aprile 2015.

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22 Aprile 2015 Borsa Italiana: pubblicate le opportunità di Lavoro e Stage 2015, 20 Posti Vacanti Borsa Italiana SPA è alla ricerca di una serie di profili professionali da integrare nel proprio organico. Le ricerche si rivolgono a tutto il territorio italiano e i profili ricercati riguardano sia giovani. Lavora in Hertz: arrivano le Assunzioni in tutta Italia. Nessun limite di età Nuove opportunità di lavoro nel settore dell’autonoleggio. La nota società statunitense Hertz, ha avviato le selezioni per l’assunzione di Addetti all’accoglienza clienti (Temporary CSR) da inserire nelle agenzie di tutta Italia. Assunzioni OVS: lavoro per Commessi, Magazzinieri, Social Media Manager, ecc Appartenente al Gruppo Coin, OVS è una delle catene di abbigliamento per uomo, donna e bambino di maggior successo in Italia e nel mondo con oltre 700 negozi presenti in 27 paesi tra Europa, Africa e Asia. OVS è alla ricerca di nuovo personale da inserire nei suoi store italiani, vediamo quali sono le figure. Lavoro Stagione Estiva: comincia la Selezione di personale, ecco chi si cerca StarSwiss, società svizzera che si occupa di servizi di animazione nei villaggi del gruppo Alpitour, sta cercando animatori, istruttori sportivi, chef, e tante altre figure da inserire in villaggi turistici situati in località da sogno come Zanzibar, Grecia, Egitto, Caraibi, Maldive, Spagna, Tunisia e altro. Corsi online per Disoccupati, Lavoratori e Studenti Formalia, gruppo composto da professionisti, offre un modo innovativo ed efficace di apprendere a distanza. IMQ lo ha riconosciuto ufficialmente come Ente Certificato.

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Attualità

Conferenza dei giovani dell’Azione Cattolica al Liceo “La Farina”

Legalità come stile di vita

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giovani dell’Azione Cattolica dell’Arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela sono i fautori del progetto “Legalità e Bene Comune: Costruiamo l’isola che non c’è”, rivolto agli studenti degli Istituti secondari di secondo grado del territorio della Diocesi. Il percorso che prevede una prima fase di incontri di formazione nelle scuole sul tema della legalità ha visto stamattina coprotagonisti alcuni alunni del Liceo classico “La Farina”. La conferenza, realizzata con l’intervento dell’Ufficio diocesano per i Problemi Sociali e il Lavoro, di “Libera” e di alcuni docenti del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Messina, nasce con l’intento di focalizzare l’attenzione dei piccoli ascoltatori non sul mondo di “cosa nostra” ma sulla legalità come concreto stile di vita dei cittadini. Non a caso si è dato inizio alla riflessione odierna con la proiezione di un video che raccontava la storia del Giudice Rosario Livatino, assassinato dalla mafia nel 1990. In pochi minuti si è rievocata, così, la vicenda di un uomo semplice, di un professionista che continuò a svolgere il suo lavoro pur sapendo di stare andando progressivamente incontro alla morte. Nel 2011 è stato avviato il processo di beatificazione di colui che Papa Giovanni Paolo II definì “Martire della giustizia e indirettamente della fede”. Nessuna espressione meglio di questa può sintetizzare l’esperienza di vita di un uomo come Livatino che ha sempre vissuto nella legalità, conformandosi agli ideali di giustizia e rifiutando ogni forma di compromesso. Il suo operato è emblematico per comprendere a pieno la finalità del progetto dei giovani dell’Azione Cattolica: imparare ad essere corresponsabili della creazione del Bene comune nella quotidianità.

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Come si raggiunge questa meta? Educando alla Legalità. Sembrano essere solo belle parole senza alcun riscontro nel concreto, ma i giovani dell’Azione Cattolica hanno aiutato oggi gli studenti del Liceo “La Farina” a riflettere sull’argomento, a comprendere come ciò che sembra distante anni luce in realtà fa parte di noi e del nostro essere. Prima guida di questo cammino alla scoperta del valore della legalità è stato Salvatore Rizzo di “Libera”, l’associazione di cittadini e organizzazioni sociali nata venti anni fa, per iniziativa di Don Luigi Ciotti, al fine di contrastare il potere della mafia. “Libera” si occupa di mantenere alta l’attenzione su diverse problematiche, di mantenere viva la memoria di tutti coloro che uccisi dalla mafia molti anni addietro rischiano di diventare per i posteri volti senza nome e senza storia. Per tale ragione il primo giorno di primavera di ogni anno l’Associazione organizza “La festa della Memoria”, durante la quale viene letto l’elenco purtroppo interminabile delle vittime della mafia. Per contrastare “cosa nostra”, per avere contezza di ciò che è giusto e lecito fare non si può non conoscere la nostra Costituzione. A presentare agli studenti del “La Farina” questa “donna anziana ma sempre di grande bellezza” è stato Alberto Randazzo, ricercatore del Dipartimento di Scienze giuridiche e storia delle istituzioni. Quest’ultimo, dopo aver ripercorso la storia che ha portato alla nascita della Costituzione, dalla caduta del Fascismo all’Assemblea Costituente, ne ha messo in evidenza i caratteri fondamentali. Si tratta di una Costituzione scritta, lunga in quanto composta da 139 articoli, rigida, votata, convenzionale poiché nata dall’accordo tra forze diverse e personalista vale a dire incentrata sulla persona. Dopo una lettura attenta del testo ci si rende conto subito di come emergano alcuni valori fondamentali come la Libertà, l’Uguaglianza e la Dignità. Quest’ultima è una sorta di meta-valore, una bilancia su cui si pongono tutti gli altri elementi. Al di là della struttura, il dott. Randazzo ha mirato a far comprendere ai giovani ascoltatori come la Costituzione non sia altro da noi, ma qualcosa che possiamo conoscere anche attraverso la Tv e i telegiornali quotidiani. È un testo di enorme rilevanza che ci è stato consegnato e che sta a noi far continuare a vivere. Pietro Calamandrei diceva ai giovani “La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. … Quindi, voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come cosa vostra, metterci dentro il senso civico, la coscienza civica, rendersi conto- questa è una delle gioie della vita- rendersi conto che ognuno di noi nel mondo non è solo, che siamo in più, che siamo parte di un tutto, nei limiti dell’Italia e nel mondo”. In virtù di tutto ciò dobbiamo, giorno dopo giorno, amare sempre più la nostra Costituzione. Non sarà perfetta ma è ancora “attuale” e quindi dobbiamo imparare ad “attuarla” nel nostro quotidiano, a meno che non vogliamo diventare “orfani di una legge che assomiglia all’uguaglianza, orfani di un’Italia che è sparita”. Facciamo tesoro di sacrifici come quello del giudice Livatino che dovrebbero spingere noi Siciliani a sognare una realtà diversa, a costruire “un’isola che non c’è”. Alessia Vanaria 22 Aprile 2015

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Questo anniversario è la conclusione e l’inizio di un percorso. È un onore per noi poterlo celebrare con la speranza che in futuro ci possano essere altri cento anni di scoutismo”. Queste le parole di Maria Teresa Cristani, Coordinatrice Senior Sezione CNGEI Messina, a commento di una giornata storica come quella odierna che ha visto radunati tantissimi scout nel Salone delle Bandiere del Comune di Messina per festeggiare i cento anni dello scoutismo. Una ricorrenza che i piccoli e grandi esploratori sentivano l’esigenza, come ha sottolineato il Presidente Sezione di Messina Carlo De Leo, di celebrare degnamente anche se inizialmente non appena si pensava a cosa organizzare per l’occasione, affioravano numerosi dubbi e perplessità. Giorno dopo giorno, però, si è raggiunto l’obiettivo perché come dice Robert Baden-Powell, fondatore del movimento, “Nulla è impossibile”. E così in attesa del il campo regionale che si terrà in fiera il prossimo week end, si è arrivati alla conferenza di oggi, durante la quale i diversi relatori hanno focalizzato l’attenzione su cosa significhi essere scout e dunque “Educare ed Istruire all’Aperto”. A dare inizio ai lavori è stato Roberto Marcialis, Presidente Scout Nazionale del Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani, che ha sottolineato come quella dello scoutismo sia oggi una realtà in netta crescita. Su tutto il territorio nazionale, infatti, risultano iscritti al CNGEI 12351 persone. Un grande risultato che è esito di una lunga storia iniziata cento anni fa per volontà di Baden-Powell che ha deciso di creare un movimento utile ad abbattere le differenze, le specificità delle famiglie. Esso col passare del tempo è cambiato così come il testo della promessa fino alla codificazione definitiva del concetto di Laicità nel 2004. Lo scoutismo è diventato presto, come ha messo in evidenza Carmelo Carabetta, Professore del Dipartimento di Scienze

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Conferenza per il Cente

La “cultura d

foto Ilda Grimaldi 22 Aprile 2015


enario dello Scoutismo al Salone delle Bandiere

del gruppo� in ogni tempo

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Umane e Sociali dell’Università di Messina e autore di diversi testi sull’argomento, un movimento educativo formativo unico al mondo. Powell andrebbe considerato, dunque, il protettore della gioventù mondiale, colui che ha insegnato agli uomini ad alimentarsi della “cultura del gruppo”. Uno scout, infatti, non può non vivere in gruppo perché fa parte, come ha evidenziato Santi Smiroldo, Vice Commissario Sezione CNGEI Messina e Incaricato Regionale Branca L, di una “rete sociale”. Quest’ultima è composta da una serie di punti che simboleggiano le associazioni, gli enti che interagiscono tra loro per la valutazione dell’individuo. Chi è lo “scout” e che significato ha questo termine che siamo abituati ad usare quotidianamente? Esso significa “esploratore” ma Powell gli diede un’accezione in più, indicando anche colui che varca gli orizzonti che ha dinnanzi. All’interno di questo mondo, infatti, si impara da piccoli a diventare grandi, si “impara facendo” attraverso programmi educativi stimolanti. Il ragazzino nel momento in cui pronuncia la promessa sceglie liberamente e volontariamente di

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entrare a far parte di un’associazione di “pari” che lo renderà diverso, farà di lui un cittadino attivo e responsabile del domani. Ecco quale è il fine dello scoutismo, realtà che assume un ruolo non di poco conto nell’educazione dei cittadini del domani. Con l’aiuto di tanti scout, come ha sottolineato oggi il sindaco Renato Accorinti, è possibile sperare in un mondo migliore, è possibile, addirittura, sconfiggere la malavita. Se il movimento è vissuto per cento anni vuol dire che qualcuno ci ha creduto, ha perseguito con tenacia e determinazione gli obiettivi di Powell. Oggi si celebra con grande gioia ed entusiasmo, come è giusto che sia, un così importante anniversario ma l’augurio è quello che in futuro altri giovani scelgano di aderire all’associazione, prendano il “testimone” per scrivere altre belle pagine di storia e lo portino avanti per un altro tratto “verso l’orizzonte della vita”. Alessia Vanaria

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Investigazioni e scena criminis: es

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i è svolto nell’Aula Magna della Corte d’Appello del Tribunale di Messina l’incontro su : “Investigazioni e scena criminis” promosso dall’Associazione forense Nuova Camera Penale di Messina presieduta dall’avv. Filippo Mangiapane. L’evento è stato presieduto e coordinato dall’avv. Silvana Paratore del foro di Messina che in apertura, ha invitato i presenti, a rispettare un minuto di silenzio per ricordare e commemorare le vittime della strage del Tribunale di Milano aggiungendo come la morte sia giunta perché si stava rendendo un servizio, il servizio giustizia per la collettività; perché si voleva celebrare un processo in nome del popolo italiano, come la costituzione e le leggi volute dalla collettività impongono di fare. Incisivo l’intervento della Paratore che si è soffermata sulla consapevolezza dell'alta dignità della professione forense e dell'elevata sua missione sociale e del ruolo dei magistrati nei quali va risposta la fiducia della collettività. Numerose le Autorità presenti all’evento: il Capitano Emanuela Rocca Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Messina Centro; il Tenente Colonnello Antonino Donato in rappresentanza del Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza di Messina; il Dott. De Vincenzo Carmelo Comandante del Corpo Forestale di Messina; il prof. Avv. Maurizio Ballistreri, delegato del Rettore e docente di diritto del lavoro presso l’Università degli Studi di Messina e presso la LUISS di Roma. Dopo i saluti dell’avv. Filippo Mangiapane Presidente della Nuova Camera Penale di Messina, hanno

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sperti a confronto preso la parola gli avv.ti Saverio Arena, Alessandro Pruiti che ha posto anche l’accento sulla necessità del rispetto delle regole processuali e sull’onorabilità della professione forense e Daniela Chillè che ha relazionato sulle investigazioni difensive affermando come le statistiche dimostrino un crescente incremento delle investigazioni difensive nella pratica quotidiana dell’avvocato penalista, con evidenti risvolti sulla riservatezza e sulla circolazione delle informazioni acquisite. La conoscenza approfondita e il rispetto delle norme vigenti in materia di circolazione delle informazioni, oltre ad avere un effetto giudiziario significativo in costante aumento, si caratterizza per le rilevanti ricadute deontologiche. L’utilizzo delle investigazioni difensive, è stato affermato, inoltre, 22 Aprile 2015

produce effetti nei confronti dei terzi soggetti coinvolti nell’attività di ricerca e acquisizione delle fonti di prova, che esalta il ruolo pubblicistico dell’avvocato e la sua responsabilità sociale. Ha suscitato curiosità l’intervento del Maggiore Aldo Mattei Vice-comandante del Ris Carabinieri di Messina che si è soffermato sulle attività di sopralluogo e le indagini di laboratorio condotte dal Ris. affermando come le investigazioni scientifiche si sforzino di rispondere attraverso un complesso organico di attività tecnico-specialistiche, a due esigenze fondamentali per l’azione di contrasto alla criminalità: l’identificazione dei soggetti e la ricostruzione delle azioni delittuose. Ha altresì sottolineato i compiti facendo riferimento all’espletamento delle attività tecnico-scientifiche connesse con le indagini di P.G. su tutto il territorio nazionale, a richiesta dei Reparti territoriali dell’Arma ovvero direttamente dell’A.G. e degli Enti autorizzati; all’addestramento e concorso nell’attività formativa; ricerca e sviluppo di nuove tecnologie e metodiche per le ricerche tecnico-scientifiche. Ha altresì sottolineato le attività del Ris come le analisi di laboratorio; l’archiviazione Banche dati e intervento sulla scena del crimine. A seguire l’intervento della dott.ssa Giusy Irrera che ha relazionato sul sopralluogo giudiziario e le indagini della P.G. sulla scena del crimine; su quanto il codice di rito consente e quanto cognitivamente è possibile operare, nella ricerca della prova scientifica; sulle Contingenti prescrizioni normative che disciplinano ruoli, mansioni e funzioni dei soggetti legittimati ai vari passaggi operativi di cui si compone il sopraluogo giudiziario; e infine sul Ruolo dell'investigatore privato quale ausiliario dell'avv.to nelle indagini difensive e nella scena del crimine. Infine il testimone è passato alla prof.ssa Daniela Sapienza Aggregato di Medicina Legale all’Università di Messina che si è soffermata sulla patologia medico-legale da lesività traumatica: identificazione, accertamento e valutazione circostanziale delle ferite da arma bianca, da arma da sparo, le asfisse meccaniche violente. A conclusione dell’evento un ringraziamento a tutti i presenti, alle Autorità intervenute, al coordinamento donne dell’Ass. forense Nuova Camera Penale di Messina composto dagli avv.ti Gabriella Vaccaro, Francesca Misiti, Rosanna Chillè , ai Corsisti della III edizione del Master in Med. Legale Università di WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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Messina e Medici in formazione specialistica in Med. Legale; ai relatori dell’incontro coordinato, a titolo gratuito, dall’avv. Paratore che ha tirato le somme dell’incontro affermando come la scena del crimine è un termine che per gli investigatori e i criminologi possiede un significato ben preciso. Non richiama alla mente una bella vista sul mare o un tramonto spettacolare, ha aggiunto il moderatore dell’evento; al contrario si riferisce all’immagine di una tragedia, di angoscia e tristezza. In ogni attività investigativa condotta su delitti gioca un ruolo importante l’esame della scena del crimine, la cui osservazione consente agli analisti del crimine di effettuare una valutazione globale dell’evento criminis.

Silvana Paratore

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“Anch’io pasticciere” a Messina A cura dell’Associazione “Anch’io Sindrome di Down”

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Anch’io pasticciere”: un nuovo progetto dell’Associazione Onlus “Anch’io Sindrome di Down” di Messina. Un’associazione di volontariato, presieduta dal dottor Francesco Venuti, che si dedica da anni ai giovani con Trisomia 21 e con altre disabilità. Elena e Giovanni, due persone con la Sindrome di Down, sono rispettivamente una bravissima pasticciera e un ottimo barman, nell’ambito di un progetto diretto a favorirne l’autonomia. “Si tratta due ragazzi eccezionali – rileva Francesco Venuti – che si cimentano in mestieri non facili. L’iniziativa si è potuta realizzare grazie alla sensibilità di Gaetano Camarda, titolare dell’omonima pasticceria e gelateria, il quale ha messo ha disposizione il suo prestigioso locale. Elena e Giovanni, per tre volte alla settimana, il lunedì, giovedì e venerdì mattina, da veri professionisti, si dedicano a questa attività lavorativa. Elena, nel laboratorio di pasticceria, affianca i pasticcieri, trafficando tra creme, pasticcini e torte, mentre Giovanni affianca un barista, impegnato a preparare e servire ai clienti caffè e cappuccini”. Il presidente dell’associazione “Anch’io Sindrome di Down” sottolinea l’importanza di un progetto diretto a “integrare nella società questi ragazzi. Occorre semplicemente trasmettere loro affetto e fiducia per scoprire le loro grandissime potenzialità e poter così intraprendere percorsi di crescita”, spiega Venuti. 22 Aprile 2015



dietro le quinte di Francesco Certo

Storie di ponti, patrimoni e Unesco

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erimonia a sindaci riuniti, richiesta partita e attesa di una risposta positiva; così lo Stretto di Messina spera di divenire patrimonio dell’Unesco per la sua unicità e bellezza. Speranza che per Renato Accorinti vuol dire anche altro, significa chiudere vittoriosamente la battaglia di una vita, quella di non vedere mai un ponte unire le due coste dirimpettaie. Infatti, se l’Unesco dovesse accettare la richiesta il territorio dello Stretto non potrebbe subire variazioni infrastrutturali, dovendo mantenere la sua forma peculiare e chiudendo, definitivamente, il discorso ponte. Insomma, due piccioni con una fava o fine che foto Peppe Saya giustifica il mezzo per tirare la linea conclusiva sul dibattito che da decenni divide Messina. Divide e continua a dividere; sull’onda di queste settimane, nelle quali il ponte è tornato di moda, non mancano i colpi di coda dei nostalgici che vedono nella mossa di Accorinti la fine del loro “sogno”. Ed eccoci al punto, il sogno di un’infrastruttura dall’utilità dubbia da cosa nasce? Chiaro che non siamo noi a dover decidere delle scelte altrui, ma chiederci il motivo di tale insistenza pare lecito. Rimane attaccati al falso mito del ponte come volano lavorativo, come panacea dei mali di questa terra è cieco, o peggio presuntuoso, la modernità non passa da una mega opera che collegherebbe velocemente due pagine strappate del libro Italia. Nessuno vuol negare il processo di modernizzazione, il territorio non va stuprato ma neanche lasciato vergine (nei limiti del rispetto) per questo non possiamo non ammettere che investire ed operare sia necessario, ma farlo sullo Stretto non è una priorità e continuare nel disco rotto del ponte pare più una guerra ideologica e personale che il reale interesse per il futuro.

Manca qualcosa

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he cosa? Cos’è che manca scusate? Ah si, vabbè una robetta di poco conto, manca la segnaletica stradale che consente di recarsi al porto di Tremestieri riaperto. Classico messinese, le cose fatte bene non ci piacciono; così, mentre il dragaggio (l’ennesimo) si concludeva rendendo di nuovo fruibile il porto, nel frattempo, non veniva ripristinata la segnaletica sulla tangenziale deviando ancora il traffico dei mezzi pesanti nel centro città. Un ritardo di qualche giorno, un ritardo sintomo di un’approssimazione gestionale amministrativa che non è tollerabile, soprattutto, in casi come questo. La segnaletica, comunque, è arrivata e il traffico torna (si spera definitivamente) al porto di Tremestieri accompagnato da una nota ufficiale del sindaco Accorinti che nega qualsiasi tipo di deroga per gli armatori. Contemporaneamente, torna la tolleranza zero verso i trasgressori, refrain già sentito ma che stavolta sembra poter essere attuato con la giusta forza per frenare chi di ordinanze e regole se ne frega bellamente da anni.

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Mettete la colla nei vostri lucchetti

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l video del commissario della polizia municipale, Biagio Santagati, nel momento in cui sigilla i lucchetti dell’ex scuola Foscolo, riqualificata dal Teatro Pinelli, con della colla è diventato virale. Un atto che ha la matrice della pura battaglia personale, a quanto pare, tanto da aver riunito CMDB e i fuoriusciti Lo Presti e Sturniolo non solo nel difendere l’operato dei ragazzi del Pinelli, ma anche, nel chiedere all’amministrazione ed al comandante Ferlisi di indagare ed agire di conseguenza nei confronti del commissario Santagati. In questo momento, però, è importante analizzare la vicenda senza attribuire colpe o mettere bersagli sulla schiena; ridurre il tutto ad una guerra personale tra Santagati e il Pinelli sarebbe errato e svierebbe l’attenzione da un problema ben maggiore. Premessa, credere che Santagati abbia potuto agire in piena libertà, senza che nessuno fosse a conoscenza di nulla, è poco credibile; chiaro che l’uso della colla non era previsto nell’ortodossia dell’intervento ma che tra politica e occupanti sia in atto una partita a scacchi di mosse e contromosse è un’evidenza scontata. Adesso, quindi, tocca alla politica fare il passo decisivo; sanzionare Santagati sarebbe una mossa ipocrita e giustificazionista (oltre che facilmente giustizialista). La situazione va risolta politicamente, con scelte nette e non cerchiobottiste; accontentare tutti non è possibile e prendere una decisione definitiva è essenziale. Abusivi, occupanti o illegali non sono parole utili; il Pinelli agisce tra le maglie della legalità ma risveglia e pone attenzione sugli angoli bui di questa città. Nessuna retorica sul loro operato e chi non li apprezza non li apprezzerà mai; inutile negare, però, che di scuola Foscolo, teatro in Fiera e ex Casa del Portuale in troppi non ne avevano mai sentito parlare.

La mossa di Cucinotta

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icola Cucinotta, esponente di spicco del PD in consiglio comunale cerca la scossa; la politica vive di situazioni e terremoti interni e Cucinotta, da navigato qual è, decide di agitare le acque. Presidente della Commissione consiliare al Bilancio e Rapporti con le Società partecipate, ecco la carica alla quale decide di rinunciare come atto formale di protesta verso la politica di palazzo, un clima nel quale non riesce più ad agire in serenità, schiacciato tra lotte intestine e orticelli da coltivare. Questi, in estrema sintesi, i motivi delle dimissioni da presidente di Cucinotta; che tutto ciò arrivi da un uomo del PD non può essere una coincidenza, il Partito Democratico a Palazzo Zanca vive una situazione paradossale e aggrovigliata nella quale un caso come quello di Cucinotta è la naturale conseguenza di un fallimento politico nato nel giugno 2013 con la sconfitta alle elezioni, prima, e la perdita di un riferimento e una linea dopo l’arresto di Genovese. Un partito messinese che, perso il padrone del vapore, ha perso solidità e sopravvive attraverso piccole lotte che offuscano il futuro prossimo.

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Un patrimonio da difendere

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uesta settimana non potevamo non dedicare questo spazio allo storico accordo siglato sabato mattina, a bordo della nave RFI “Messina”, per avanzare la candidatura dello Stretto di Messina come patrimonio dell’umanità Unesco. Il nostro Stretto ha tutte le carte in regola per accedere alla rinomata lista, ma il cammino si preannuncia lungo e difficile. L’iter per far parte dell’elenco, infatti, dura anni ed il primo passaggio è quello dell’inserimento nella cosiddetta “tentative list” redatta da ogni Stato, prima della preparazione delle annuali liste di nomina. Solo da quelle liste il Comitato dell’Unesco, nel corso degli incontri annuali, prende in considerazione i nuovi inserimenti. Risulta chiaro, dunque, che quello compiuto sabato non è altro che un piccolo step, un accordo propedeutico ad una richiesta formale alla quale dovranno seguire nel tempo diversi sopralluoghi di valutazione e la preparazione di un dossier. La giornata, però, ha dato l’opportunità di far festa, di sancire ulteriormente il legame tra le due sponde. Presenti i sindaci di diversi comuni siciliani e calabresi che hanno sottolineato l’importanza del momento che si stava vivendo. “Qui non c’è un ponte d’acciaio ma un ponte umano ed è per questo che questo giorno segna l’inizio di una sincera unione tra le due sponde”. Ad allietare le ore precedenti al taglio della torta sono state le note del “duo Zanca”, composto dai dipendenti comunali Orazio Scandurra e Mariagrazia Marullo, le poesie della grande poetessa messinese Maria Costa ed il coro Cilea, che si è esibito con l’inno degli studenti calabro-siculi di Messina, il cui testo fu scritto da Giovanni Pascoli nel 1900 e ora musicato dal compositore reggino Andrea Calabrese e altri canti tradizionali. Un corredo eccezionale per una giornata storica che ha visto insieme Reggini e Siciliani a dimostrazione di come non esista alcuna separazione tra le due sponde se non quella geografica. Una separazione creata da quel patrimonio di storia e di leggende che entrambi adesso si impegnano a difendere. Quel braccio di mare che ci ha visti nascere, che è stato approdo per le navi di Ulisse, dimora di Colapesce, fonte di ispirazione di D’Arrigo come di tantissimi altri poeti e scrittori, può diventare ciò che è giusto che sia: Patrimonio dell’Umanità. Non consideriamo la battaglia perduta in partenza, ma battiamoci perché il sogno diventi realtà.

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di Alessia Vanaria

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di Francesco Certo

Il nazismo europeo

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giri di parole, come il falso buonismo, hanno ampiamente stancato; il razzismo da borghesucci ormai non fa più neanche scandalo, è l’ultima grande tragedia del mare serve solo per fare la conta di chi conserva un briciolo di umanità e chi ha scavalcato il recinto della bestialità. 700, 850 o forse 1000 morti annegati in fuga dalla disperazione, un numero che non finiremmo mai di contare e che poco cambia per le responsabilità che tutti noi abbiamo. Siamo i primi colpevoli, siamo gli autori dell’olocausto moderno e abbiamo scelto il mare come arma di distruzione di massa. Lui silenzioso inghiotte vite senza fare una grinza, ci costa zero e funziona al meglio, distruggendo le vite di chi scappa da guerre e morte, di chi vede nell’Europa una terra in cui rinascere ma inconsapevole che questa Europa ha deciso di parlarsi addosso e lasciare morire questi fastidiosi imbarazzi. Perché prendersi in giro ha stancato, delle loro guerre non ci interessa, ci siamo chiusi nel nostro piccolo mondo in cui accogliere ci fa schifo; parliamo di civiltà occidentale ed Europa unita che di consolidato ha solo il processo economico ma quando si parla di vita scarica responsabilità su altri. Noi come Italia ci sentiamo sfigati, perché geograficamente vicini e politicamente costretti a tenerci i migranti; in realtà siamo come tutti gli altri Paesi, stiamo a guardare e poi strumentalizziamo morti e presenze, come se tutto fosse politica, come se le vite non contino nulla se non consenso. Messina, in questo, non si è distanziata dal Paese; da quando Accorinti ha aperto le porte dell’ospitalità è partita una caccia alle streghe ridicola, con la paura verso ragazzi di una docilità figlia della stanchezza che la vita gli ha regalato, umiliati dagli sguardi schifati di persone brave a parole e chiesofoli assidui. Tratto distintivo, di chi, la mattina della scorsa domenica avrà tirato un sospiro di sollievo nello scoprire che un migliaio di migranti in meno non giungerà nel loro piccolo orticello.

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Messina - 18 Aprile 2015

A bordo della nave RFI “Messina” siglato l’a

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accordo per un ponte umano, non d’acciaio foto Peppe Saya

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settegiorni a cura di Cristina D’Arrigo

mercoledì

giovedì

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Un’altra difesa è possibile Tante le iniziative organizzate per la presenza a Messina di Mao Valpiana, presidente nazionale del Movimento nonviolento, per la raccolta firme relative alla proposta di legge di iniziativa popolare, promossa dalla campagna “Un’altra difesa è possibile”.

Illustrato il progetto “Bibliobus” Il progetto “Bibliobus”, ha l´obiettivo di mettere a disposizione dei bambini una biblioteca, con libri selezionati per i piccoli lettori appartenenti alla fascia di età 0-6 anni, che sarà trasportata nelle periferie della città con lo storico autobus n. 5 dell’ATM.

Valorizzazione del territorio L´assessore all’agricoltura e alla promozione dei prodotti tipici secondo principi di sostenibilità, Patrizia Panarello, ha preso parte, al convegno “EnoAgriArt Italia – FloraFirenze. Le Eccellenze Agroalimentari e Florovivaistiche Identitarie per la Valorizzazione del Territorio”.

Accordo tra le due sponde dello Stretto A plaudire la firma dello Storico accordo la fra le due sponde dello Stretto, 565 persone circa. Entrambe le delegazioni hanno firmato un accordo ufficiale per avviare la richiesta di riconoscimento dello Stretto di Messina, da parte dell´UNESCO, come patrimonio dell´Umanità.

“Lei e lei” al Vittorio Emanuele Ha debuttato in prima nazionale al Teatro Vittorio Emanuele lo spettacolo teatrale “Lei e lei”. Un atto unico, due soli protagonisti capaci di riempiere al meglio la scena. Un mondo triste che ruota attorno alla Stazione Centrale di Messina. Una Messina sconosciuta ai più.

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Lutto cittadino

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“Una vita da social”

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Il sindaco, Renato Accorinti, ha espresso dolore e sconcerto per la nuova tragedia di migranti dopo il ribaltamento di un peschereccio naufragato a largo del canale di Sicilia. Circa mille le vittime. È stato disposto il lutto cittadino e la bandiera della Città, a Palazzo Zanca, è stata issata a mezz'asta.

Conclusa la tappa di “Una Vita da Social”. Gli agenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni, a bordo del truck firmato Polizia di Stato allestito con un’aula didattica multimediale, hanno incontrato studenti e insegnanti per fare prevenzione sui rischi e pericoli della rete. 22 Aprile 2015



Messina - 18 Aprile 2015 - Via Cesare Battisti

Rifiuti in libertĂ : lezzi di primavera

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foto Peppe Saya 22 Aprile 2015

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Circoscrizioni a cura di Alessia Vanaria

IV CIRCOSCRIZIONE

Sicurezza Stradale Boccetta e Torrente Trapani

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i è tenuto qualche giorno fa il tavolo tecnico con argomento in oggetto, convocato dall'Assessore G. Cacciola presso l'Assessorato alla Mobilità e richiesto dal Consiglio della IV Circoscrizione su proposta del vicepresidente Maurizio Guanta. Presenti il Dirigente alla Mobilità Ing. M.Pizzino, il Dirigente ai LL.PP. l'ing. A.Amato e il Mobility Manager l'Ing.S. Mondello. L'incontro è servito a stabilire alcuni interventi prioritari che potranno essere realizzati nell'immediato per la sicurezza stradale e dei pedoni nelle due arterie citate. In sintesi, a stretto giro, si interverrà al Boccetta per: 1) Moderazione della velocità 2) presenza costante posto di blocco VV.UU. 3) valutare di ripristinare le fasce orarie per il passaggio dei TIR nelle ore di punta Sul Torrente Trapani: 1) moderazione della velocità per mezzo di attraversamenti pedonali rialzati e/o restringimento della carreggiata; 2) archetti dissuasori per percorso pedonale ove i marciapiedi sono di larghezza insufficiente al passaggio; 3) progettazione definitiva delle opere mancanti di urbanizzazione.

VI CIRCOSCRIZIONE

Biancuzzo chiede l´eliminazione immondezzaio località Ponte Gallo

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l consigliere della VI Circoscrizione Mario Biancuzzo comunica che sulla strada statale 113 ad alta densità di traffico accanto ai cassonetti ormai vetusti, logorati, puzzolenti, ammaccati ed aperti, rotti sono accatastati rifiuti di vario tipo. Premesso ciò, Biancuzzo chiede al Commissario della società MessinAmbiente che venga attuato, immediatamente, un pronto intervento di bonifica a salvaguardia della salute dei cittadini e dell’ambiente. La disinfestazione dei luoghi con relativa derattizzazione, visto che nella spazzatura si annidano topi, ed insetti di vario tipo che proliferano indisturbati nei sacchetti accatastati e sparpagliati per oltre 30 metri. La sostituzione dei cassonetti e aumentare almeno di 8 unità i contenitori. Predisporre telecamere di videosorveglianza per scoraggiare gli incivili che continuano indisturbati a creare discariche a cielo aperto, utilizzando il territorio come una grande pattumiera. Al Commissario liquidatore della MessinAmbiente dott. Ciacci si chiede di sapere, che fine hanno fatto i cassonetti nuovi che dovevano essere integrati in tutto il territorio della riviera nord, da Acqualdrone a Ponte Gallo?

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V CIRCOSCRIZIONE

Impianto di illuminazione via Bosurgi non funzionante

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a mesi l'impianto di illuminazione di via Bosurgi, in Contrada conca D'Oro, non è funzionante a causa del furto del rame della rete elettrica ed il Consiglio della V circoscrizione ha sollecitato più volte al competente Dipartimento Comunale la risoluzione del problema che da troppo tempo crea disagi e pericolo alle 220 famiglie residenti ed a tutti i cittadini, pedoni o automobilistici, che quotidianamente percorrono Via Bosurgi. L'Energy Manager del Comune di Messina, prendendo parte alla seduta del suddetto Consiglio Circoscrizionale del 3 dicembre 2014, sollecitato sul problema oggetto della presente interrogazione, comunicava che l'Ufficio Comunale da Lui diretto non avrebbe disposto l'intervento richiesto in quanto la strada denominata Via Bosurgi non rientra nel demanio stradale Comunale e, pertanto, non può essere oggetto di interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria da parte dell'Amministrazione comunale. Considerato la grave condizione di disagio con la quale convivono da oltre un anno i cittadini residenti in Via Bosurgi; che numerose giungono, presso gli uffici circoscrizionali, le proteste dei cittadini e le lettere degli Amministratori di Condominio che, sempre più insistentemente, sollecitano un intervento risolutivo da parte del Comune; che per diciannove anni l'Amministrazione comunale ha garantito l'illuminazione della via Bosurgi; che lungo la detta Via Bosurgi l'Amministrazione Comunale continua ad eseguire interventi di manutenzione ordinaria in ordine ai servizi di pulizia, scerbatura, ricolmatura buche nella sede stradale, riparazione delle rete fognaria, etc.; che la strada denominata Via Bosurgi funge da strada di collegamento tra la Via Fiore e la Via Salita Militare Campo Italia e, lungi dal servire esclusivamente i proprietari degli alloggi o dei fondi ivi ubicati, soddisfa una esigenza comune della collettività; Il consiglio di V circoscrizione interroga l’Assessore all’Energia Ing. Gaetano Cacciola e l’Assessore ai Lavori Pubblici Ing. 22 Aprile 2015

Sergio De Cola per conoscere: 1. Se risponda al vero che la strada denominata Via Bosurgi non ricade nel demanio stradale comunale; 2. se, qualora fosse confermata la natura privata della Via Bosurgi, anche in considerazione di quanto stabilito dalla Cassazione Civile, Sez. II, con sentenza n. 6924 del 21 maggio 2001 e n.03075 del 13 febbraio 2005, Le SS.LL. non ritengano evidente l'uti cives della predetta via in quanto assoggettata ad uso pubblico di passaggio e, pertanto, meritevole di interventi di manutenzione da parte della pubblica amministrazione. 3. Nel caso in cui l'Amministrazione Comunale non dovesse riconoscere l'uso della strada ad opera di una collettività indeterminata ma vi riscontrasse le caratteristiche di uti singuli , se le SS.LL. non ritengano che la Giunta Municipale debba attivarsi per l'individuazione delle responsabilità in capo ai Dirigenti e Funzionari comunali che, per un ventennio, hanno consentito 'indebita erogazione di energia elettrica ad un'area di natura privata, causando un grave e continuato nocumento alle casse comunali ed, eventualmente avviare le procedure per il risarcimento del danno WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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città a cura di Marilena Faranda

Verde Pubblico

La risposta di Ialacqua

Verde Pubblico

Critiche dei DR all’Assessore Ialacqua foto Peppe Saya

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ulle critiche mosse dai DR rispetto all’intervento per risolvere la fuoriuscita delle radici degli alberi dal manto autostradale nella circonvallazione, l’ass. al verde pubblico, Daniele Ialacqua, commenta: intanto, non si possono legare le mie dimissioni ad un fenomeno naturale, che io non posso controllare. Detto ciò, tale intervento interessa due dipartimenti, per i duecento metri della panoramica di cui ci stiamo occupando noi, insieme a MessinAmbiente, stiamo allargando la base degli alberi, creando aiuole, per dare maggiore spazio di crescita alle radici e non credo che riaffioreranno al di sopra del manto. Ci sembra logico che si vogliano salvaguardare le vite umane, ma non siamo nemmeno per la soluzione “am-attila”, di eliminare una gran parte degli alberi. E poi, trovare una soluzione dopo che noi già stavamo intervenendo, perché non proporla prima? Io, comunque, sono sereno ironizza l’assessore, se le radici, malauguratamente, dovessero riaffiorare succederà fra cinque anni e per allora io non ci sarò più.

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ogliamo ribadire a gran voce, afferma Il Capogruppo dei Dr al Consiglio Comunale, Elvira Amata, che l’Assessore all'Ambiente, Daniele Ialacqua, ha solo messo dei cartelli in viale Italia, viale Principe Umberto e Panoramica, sprecando, in sperimentazioni inutili, una parte delle somme previste per la risoluzione del problema delle radici degli alberi che emergendo ,creano avvallamenti nell'asfalto. Noi, invece, abbiamo contattato un tecnico, facendoci fare un computo metrico. Da ciò è emerso che ci sono degli alberi che non si possono salvare, ovvero quelli a rischio schianto e quelli con le radici troppo fuoriuscite, ma dall’analisi fatta si evince che un milione di euro, basterebbe per togliere tutti i 565 alberi in pericolo, ricostruire il manto stradale e ripiantarne altri. L’Amministrazione ha speso 200 Mila euro nella zona di Cristo Re e per 200 metri sulla Panoramica. Gli alberi interessati a Cristo Re

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erano circa 21 e sono state create delle aiuole attorno alle radici. Anche noi vorremmo salvare gli alberi, ma la nostra priorità è pensare a salvare vite umane. La Presidente della Commissione Ambiente, Rita La Paglia, si chiede se sia stato fatto un tavolo tecnico, come da loro suggerito, perché in quella sede si potevano dare suggerimenti. Si rende noto, Inoltre, che circa 200 alberi sono ad alta criticità imminente, in ogni caso solo 20 possono salvarsi, e l'Amministrazione cosa sta facendo. Una sperimentazione. Anche togliendo parte della chioma, spiega il Consigliere Carlo Abate, gli alberi riaffioreranno, quindi, è solo un mettere la toppa, che creerà un dispendio di denaro e non aiuterà nessuno. Mi chiedo, continua Abate, cosa farà la Giunta ,quando le radici riaffioreranno. Con la stessa cifra che, secondo noi hanno sprecato, si potevano espiantare gli alberi che ci sono ora e reimpiantarne di nuovi. 22 Aprile 2015


Viabilità

Consiglio comunale

Tavolo tecnico sull’isola pedonale nel Centro storico

Approvati debiti fuori bilancio

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i è tenuto un tavolo tecnico fra l’Ass. alla mobilità Cacciola e le associazioni di categoria, dei tassisti, bus turistici, commercianti, Soprintendenza, i consiglieri Interdonato, Contestabile, Adamo e Amadeo ed al presidente della IV circoscrizione, Palano Quero, per dare vita all’isola pedonale nel Centro storico, che interessa piazza Duomo e via I settembre lungo il passaggio da corso Cavour a via C. Battisti, rimanendo aperto solo a taxi e bus turistici, e dall’altro lato via Loggia dei Mercanti e via C. Colombo e un tratto di via

foto Peppe Saya

Argentieri. Si punta ad un percorso condiviso, fra l’Amministrazione, i Consiglieri e Confcommercio, con qualche mal di pancia. La Confcommercio, vuole che si facciano investimenti, ma qualche esercente vorrebbe che si riconsiderasse anche il quadrilatero di piazza Cairoli.

Commissione Bilancio

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l Consiglio comunale, tornato a riunirsi per proseguire l'attività deliberativa, ha approvato sei delibere di riconoscimento di debiti fuori bilancio. A conclusione dei lavori d'Aula, il Consiglio è stato infine aggiornato a giovedì 23, alle ore 14.

Mobilità urbana

Lettera di dimissioni del Pres. Cucinotta Divieto di sosta

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on vivo rammarico e dispiacere che rendo noto le mie dismissioni quale Presidente della I Commissione Consiliare. Le motivazioni sono specificate, con un pizzico di sentimento e con molta semplicità nella nota allegata alla presente, che formalmente depositerò lunedì mattina presso l'ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale. Il mio percorso quale Presidente della più importante commissione permanente, che mi onoro aver presieduto, obtorto collo, fini-

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iovedì 23 e venerdì 24 vigerà il divieto di sosta, 0-24, sul lato nord di via Tommaso Cannizzaro, per un tratto di 20 metri a valle dell'intersezione con il viale Principe Umberto. La limitazione è stata disposta per consentire i lavori di manutenzione della pavimentazione nel corrispondente tratto di marciapiede.

foto Peppe Saya

sce qui! Una decisione dolorosa, sofferta ma meditata, che i fatti degli ultimi tempi interni ed esterni al Palazzo, hanno contribuito a determinare ed accelerare. WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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Foto Provincia notizia a curadidiPeppe Marilena Saya Faranda

Messina - 21 Aprile 2015 La campagna educativa itinerante sui temi dei social network,

“Una vita da social” a Messina il truck firmato Polizia di Stato Si è conclusa la tappa dedicata a Messina di “Una Vita da Social”, la campagna educativa realizzata in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza. Gli agenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni, a bordo del truck firmato Polizia di Stato allestito con un’aula didattica multimediale e postazioni internet, hanno incontrato, nella splendida cornice di piazza Duomo, studenti, insegnanti e tutti coloro interessati all’utilizzo sicuro, consapevole, responsabile e critico della rete internet.

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Provincia a cura di Marilena Faranda

Viabilità provinciale

Interventi su tre strade ricadenti nei Comuni di Rometta, Antillo e Gallodoro

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a IV Direzione “Servizi Tecnici di Viabilità 1° Distretto” ha avviato le procedure relative ad interventi su tre arterie stradali di competenza della Provincia Regionale di Messina. Ad annunciarlo è stato il dirigente, ing. Giuseppe Celi, che ha sottolineato l’importanza degli interventi che Palazzo dei Leoni andrà ad effettuare. Nel territorio del Comune di Rometta, sulla strada provinciale 56, tra il km. 8+000 ed il km. 9+000, in località Palostrico - Pizzo Motta, si realizzeranno opere finanziate con fondi Presidenza del Dipartimento della Protezione Civile e finalizzate alla mitigazione del rischio geomorfologico, connesso alla frana di crollo

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massi del 29 gennaio 2015, per un importo complessivo di 65.000 euro. Ad Antillo si interverrà a monte della strada provinciale 19, nei pressi del cimitero del centro jonico, per il consolidamento del piano viabile, il ripristino, la canalizzazione e la regimentazione delle acque meteoriche e la realizzazione delle opere di contenimento e stabilizzazione delle scarpate per un importo complessivo dei lavori di 2.500.000 euro. A Gallodoro, infine, si opererà sulla strada provinciale 13, al km. 1+200 in contrada Fiurella, per il consolidamento ed il contenimento del versante attualmente a rischio caduta massi. L’importo complessivo di quest’ultimo appalto è di 1.459.941,49 euro. 22 Aprile 2015


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Sicila a cura di Dario Buonfiglio

Serve una legge dello Stato per sbloccare 300 milioni di spesa alla Regione

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er scongelare 300 milioni di spesa, in standby in attesa della formalizzazione dell'accordo sul trasferimento alla Regione di quote di Irpef potrebbe essere necessaria una legge ad hoc del governo Renzi. A spiegarlo in commissione Bilancio all'Ars, dove è in corso l'esame del bilancio 2015, è stato il ragioniere generale della Regione Salvatore Sammartano rispondendo ai dubbi espressi soprattutto dai deputati M5s Giorgio Ciaccio e Giuseppe Milazzo di Forza Italia. I 300 mln come i 150 mln della moratoria con la Cassa depositi e prestiti (c'è l'ok del Cda di Cdp ma non l'intesa formale) sono stati iscritti in bilancio dal governo Crocetta e per le opposizioni si tratta di entrate incerte. Ma poiché lo Stato ha già approvato il proprio bilancio, la Ragioneria ipotizza che non basti un atto amministrativo.

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Economia

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Dati illustrati nel corso generale della FILCA CISL di Messina

Settore edile in lenta ripresa

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iccoli segnali di ripresa nei primi mesi del 2015 per il settore edile negli appalti di opere pubbliche. A registrarli la Filca Cisl di Messina che nel corso del Consiglio Generale, alla presenza del segretario regionale Santino Barbera e del segretario generale della Cisl Messina Tonino Genovese, ha diffuso i dati sulle gare aggiudicate. “Nel primo trimestre 2014 sono state 46, mentre nel primo trimestre 2015 sono state 52 – ha detto Giuseppe Famiano, segretario provinciale della Filca - Confrontando gli importi delle stesse gare sempre per gli stessi periodi risulta un aumento, dai 14 milioni del 2014 ai 96 milioni del 2015. Molte sono le opere già finanziate ma ancora ferme per motivi burocratici. Il nostro augurio è che tutte le gare aggiudicate non rimangono sulla carta, ma diventino cantieri operativi”. La crisi del settore, però, è sempre evidente e per il sindacato testimonia il fallimento della Programmazione comunitaria 2007-2013. La Filca ha ricordato come siano stati ritirati dal Governo nazionale i fondi PAC non spesi in tempo, in tutto 39 gli appalti bloccati in Sicilia. Il Consiglio Generale ha approfondito le tematiche che hanno portato alla recente manifestazione a Palazzo Zanca, con l’innalzamento di una parete simbolica di mattoni, “il muro contro la burocrazia che uccide il lavoro”, con gli importi delle opere già finanziate e appaltate, ma bloccate dalla burocrazia. “Per Messina e provincia – ha detto Tonino Genovese - sono stati stanziati circa 83 milioni di euro per lavori di realizzazione di depuratori, che ancora non sono stati spesi. Oggi, esistono tante opere finanziate e cantierabili per le quali ‘bisogna abbattere il muro della burocrazia’ per fare in modo che si avviino i lavori, si dia occupazione e si qualifichi il territorio. Ciò che manca – ha concluso Genovese – è un coerente progetto di sviluppo infrastrutturale che permetta di superare l’isolamento nei confronti del Mezzogiorno e dell’Italia. Si rimetta in agenda la realizzazione del Ponte, unica vera infrastruttura che può consentire il riequilibro tra Nord e Sud”.

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Il Ponte nel futuro

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’Europa vede nella rete infrastrutturale l’ossatura essenziale per il movimento e lo scambio di persone e di merci: quella ferroviaria rappresenta quella comprimaria insieme a quella stradale, portuale e aeronavale. Oggi gli scambi commerciali e di persone progrediscono in modo esponenziale perché sempre nuovi continenti si inseriscono nella produzione ed offerta di merci in quantità e qualità inimmaginabili, grazie anche alle tecnologie sempre più avanzate che agevolano i collegamenti. Poiché le infrastrutture costituiscono l’anello essenziale senza il quale non è possibile alcuna forma di vita associata e organizzata, la loro assenza, invece, fa si che aree geografiche, come il Mezzogiorno d’Italia, pur con millenni di storia alle spalle e colme di beni artistici, architettonici e bellezze paesaggistiche incommensurabili, verranno escluse rigorosamente e impietosamente dall’attenzione e dall’interesse dei paesi più dinamicamente caratterizzati. Analizzando i dati relativi al contesto socio-economico del meridione, e della Sicilia in particolare, disgregandone e comparandone alcuni come, per esempio, i dati relativi al Pil ed alla disoccupazione, non si può non elevare un grido di forte dolore nel momento in cui si avverte che la caduta nel precipizio è ormai rovinosamente avviata e sono tutti presenti gli elementi di un dramma annunciato che si manifesterà in fatti, effetti e conseguenze, di cui la dirigenza politica del paese, centrale, regionale e locale, non potrà non assumersene la responsabilità. Mentre si accennano timidi segni di miglioramento per una sola una parte del Paese, per quasi tutte le altre regioni la realtà peggiora gravemente. Per esempio, è previsto un incremento del Pil nazionale per l’anno 2015 dell’0,5%, mentre per la Sicilia si calcola un decremento dell’1,8% con un ulteriore perdita di occupazione, sempre per la Sicilia, di circa 20.000 posti di lavoro ed una crescita della disoccupazione giovanile che si attesta intorno al 55%. La popolazione che invecchia, senza ricambio generazionale, diventa progressivamente più conservatrice e meno propensa a interessarsi del presente e del futuro; La corruzione pubblica trova nelle macerie amministrative ampi spazi di coltura; La dispersione scolastica ha raggiunto livelli mai raggiunti nel corso degli ultimi quarant’anni. Così, di seguito si possono elencare, ancora, tanti e tanti aspetti della società che l’arretramento economico, così sensibile, determina.

Cosa c’è da fare? Quali Infrastrutture bisogna primariamente attenzionare? Quelle che oggi incrementano l’economia in tutto il mondo in un contesto in cui lo scambio delle merci è crescente. Abbiamo visto in pochi anni come nuovi continenti si sono affacciati prepotentemente nella nuova economia ed altri si stanno affacciando. L’apporto di ricchezza riscontrata e quantificata in centinaia di miliardi di euro e la creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro produttivi è la naturale conseguenza connessa alla infrastrutturazione dei paesi che della logistica hanno fatto perno per l’intera struttura produttiva del paese. Su questi importanti argomenti si svilupperà il Convegno che avrà per tema “LE INFRASTRUT-

TURE DEL SUD”, presupposto indispensabile per un’Italia economicamente forte e socialmente coesa”, oganizzato dai Distretti Sicilia dei Clubs Service Rotary International, Lions International e Kiwanis, che si svolgerà Domenica 26 aprile alle ore 9 al Palacultura Antonello, Viale Boccetta, Messina. A cura di Rosario Terranova

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Galleria d’arte di Vittoria Arena

Intervista

Cuore in ombra di Fortunata Cafiero Doddis Cuore in ombra è l’ultima preziosa silloge di Fortunata Cafiero Doddis, presentata il 19 aprile nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca. Nel volume, l’autrice sottolinea in modo efficace il nuovo atteggiamento di urlo sofferto nei confronti di questa realtà fittizia, provocando radicali modificazioni nel suo linguaggio poetico. Ad aprire la serata, la pittrice dott. Titti Crisafulli, responsabile dell’Associazione Culturale l’Etoile, che ha porto i saluti agli intervenuti. ‘’ Ho voluto consegnare una targa ‘Premio alla Carriera’ alla poetessa- spiega la Crisafulli per l’importanza che ella sa dare agli artisti e allo stesso tempo ne vivifica l’arte a livello locale. Presenti alla silloge poetica, la prof. Ella Imbalzano Amoroso, il dott. Lillo Alessandro, responsabile Centro Studi Canterini Peloritani,la pittrice Francesca Guglielmo, l’attore Pippo Pagano, l’addetto stampa, dott. Domenico Interdonato ed infine il compositore e chitarrista Gianluca Rando che con i suoi eccelsi brani ha catalizzato l’attenzione degli spettatori. Le straordinarie doti della poetessa spaziano dai lavori letterari, quali commedie brillanti e prosa a quelle di compositrice di testi musicali, rispondendo così alla semplice esigenza della onesta Arte, e da questo connubio la Cafiero Doddis ne esce ravvivata e commossa.

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Pensi che la poesia scritta da donne trovi più accoglienza e favore? E’ soltanto una moda o realmente è cambiato qualcosa nel mondo femminile? Penso che ci sia un distinguo fra la poesia al femminile e quella maschile, innanzitutto dipende molto dal soggetto, dall’individuo e dalla propria sensibilità con la quale vengono affrontate le tematiche della vita. Con l’avvento imperante di Facebook ha ancora senso scrivere di poesia? Ti urta questa omologazione di linguaggio? Per mio pensiero non sono su facebook, la mia moderna comunicazione è l’email con la quale interagisco inviando messaggi agli amici, non amo questa piattaforma virtuale. Da cosa nasce l’ultima silloge “Cuore in Ombra”? Nasce da una sorta di chiusura, mi sono trovata in un periodo della mia vita quasi all’ epilogo della mia esistenza, e con questa silloge è nato il bisogno graffiante di parlare con qualcuno. Un messaggio da dare a chi ha letto o leggerà il tuo libro? Credete nella verità e credete che non sempre la società è come si propone nel nostro tempo, ad essere se stessi non si sbaglia mai, la poesia è l’anima e non una maschera che indossi per andare in società. 22 Aprile 2015


Il tuo rapporto con i classici italiani, qual è stato? Risale a quando avevo sette anni, a dire il vero non mi sono mai sentita dentro l’ottica di qualcuno. Che differenza c’è tra scrivere poesia e commedie brillanti? La poesia è il moto dell’anima, scrivendo commedie brillanti ho trovato puro divertimento dai personaggi svariati che ne son venuti fuori. Hai mai compiuto azioni o scelte che ti hanno danneggiato? No, ho fatto sempre delle scelte oculate, mai avventate. Lirica o poesia? Da adolescente studiavo a Palermo lirica, che poi ho abbandonato, nel’87 il primo concerto con Carletto Scuderi e l’incontro con il maestro Serio che mi hanno arricchita. La musica mi emoziona, senza dubbio è prioritaria. Parole o espressioni che odi? Odio l’arroganza e l’arrivismo che abbrutiscono le persone. L’ambizione fa muovere le cose del mondo. Il senso più importante? Erano i caffè letterari al Ritrovo Doddis, stimolavano l’apertura degli artisti e si creava un afflato umano con le persone. Una cosa bella nell’essere di te? Preferisco dare che ricevere, amo la gente. foto di Antonio De Felice

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Cultura

A “lezione”di vita con il prof. D’Avenia

I libri sono fatti per essere scritti, non per essere raccontati”. Queste le parole con cui Alessandro D’Avenia ha dato inizio venerdì all’incontro nell’Auditorium del Palacultura con gli studenti del Liceo Archimede, La Farina-Basile, Ainis, Galilei di Spadafora e Don Bosco. Si è compreso sin dai primi minuti che sarebbe stato un semplice dialogo tra le parti denso, però, di insegnamenti. Una vera e propria “lezione di vita” impartita da un grande scrittore che prima di essere tale è un docente, abituato a stare in classe e a rapportarsi quotidianamente con i ragazzi. Non sorprende, quindi, che sia stato capace di coinvolgerli al meglio, spingendoli a riflettere sul comportamento “strano” che spesso gli adolescenti assumono ed a pensare al proprio presente ma soprattutto al proprio futuro. Quest’ultimo non va lasciato al caso, ma ogni ragazzo deve sapere già bene cosa intende fare da grande, quale “progetto di vita” ha intenzione di realizzare. Insegnamenti che è possibile trarre anche dalla lettura dell’ultimo romanzo di D’Avenia “Ciò che Inferno non è”, al centro del suddetto incontro con le scuole. Qui si racconta una storia ambientata nel 1993 a Palermo, in particolare nel quartiere Brancaccio. Una zona molto diversa dalla Palermo “bene”, una zona in cui i bambini diventano schiavi di Cosa Nostra, le ragazzi madri si prostituiscono e si esulta per l’uccisione di Falcone e Borsellino. Eppure la vita scorre tranquilla, tutti vedono tutto ma nessuno denuncia nulla, nessuno reagisce perché non è permesso farlo. Si delinea così una realtà che si può definire con un solo termine: Inferno. Cos’è davvero l’Inferno? D’Avenia in una delle pagine più belle del romanzo chiarisce come esso esista, e non sia per nulla vuoto o inesistente come molti pensano o vogliono pensare. “L’inferno è Maria madre a sedici anni, prostituta a ventidue. Inferno è Salvatore che ha poco pane per i

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Alessandro D’Avenia incontra gli studenti di alcune scuole cittadine 22 Aprile 2015


figli e per la vergogna quel poco se lo beve. Inferno sono strade da cui non si vedono le stelle, perché non è concesso alzare gli occhi. L’inferno esiste. Ed è qui.” In queste strade feroci dove i lupi fanno la tana, e gli agnelli insanguinati stanno in silenzio perché hanno cara la vita più di qualsiasi cosa, un solo uomo, Don Pino, prete del quartiere, cerca di creare le premesse per un futuro migliore. Ad aiutarlo in questa missione impossibile c’è Federico, figlio della Palermo “in”, che si avvicina ad una parte della città che non conosceva per nulla. Don Pino e Federico lottano per il bene, ma il male, ancora una volta, ha il sopravvento. Padre Puglisi morirà per mano di Cosa Nostra il 15 settembre 1993. Se ne è andato con il sorriso sulle labbra, quel sorriso che l’ha sempre contraddistinto. L’uccisore Grigoli interrogato sulle ragioni dell’omicidio, ha detto semplicemente “Si puttava 22 Aprile 2015

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i picciriddi cui iddu”. Don Pino, infatti, strappava i ragazzi dalla strada per garantire loro un futuro, svolgendo nel centro “Padre Nostro” il ruolo che avrebbe dovuto svolgere la scuola che solo adesso c’è. Don Pino non sapeva, però, che la volontà non basta per cambiare un territorio. Alcuni luoghi per crescere e cambiare devono essere irrorati con il sangue. “Il sangue è il marchio della vita, perché se la parola non salva lo dovrà fare il sangue”. Ed ecco, allora, che l’Inferno esiste, indipendentemente dal credo religioso, se si sia cristiani o meno. Don Pino cerca, però, con tutte le sue forze di mutare il destino dei ragazzi di Brancaccio che sembra essere già scritto. Il suo esempio dimostra che ’inferno si può combattere con l’amore. Amare, infatti, è il vero Paradiso e “Inferno è perdere anche la libertà di amare”. Un messaggio importante colto da tutti i ragazzi che hanno avuto l’occasione di confrontarsi con l’autore, un messaggio che i giovani studenti del Liceo artistico “Ernesto Basile” hanno espresso attraverso la pittura e la scultura. Hanno riprodotto la Chiesa dello Spasimo, hanno progettato una nuova Piazza del Popolo con la Chiesa al centro rivolta verso la gente, così come Don Pino desiderava. Un incontro di grande impatto emotivo al pari del romanzo che ci racconta una realtà che tutti noi conosciamo, in cui Cosa Nostra dominava e amministrava ogni cosa. In quell’Inferno Don Pino non ha desistito, ha continuato a credere nei propri valori, a perseguire con coraggio i propri ideali. Egli ci insegna a guardare la vita con gli occhi innocenti dei bambini, a cercare una via d’uscita da una realtà che sembra essere senza speranze, a riconoscere anche in mezzo alla polvere ciò che Inferno non è.

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ll’interno delle iniziative per il 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri, eccellenza italiana, sarà presentato nel Salone delle Bandiere di palazzo Zanca, giovedì 7 maggio alle 18:00, il libro «Dante e la Bibbia. L’ispirazione scritturistica del viaggio ultraterreno del “Divin Poeta”» del prof. don Vincenzo Massimo Majuri. All’evento, moderato dal Prof. Santi Calderone, Docente di Filosofia, interverranno l’autore, la Prof.ssa Francesca Frazzica, Docente di Lettere e il Rev. Prof. don Michele Viviano, Docente di Sacra Scrittura. Il testo presenta e illustra l’ispirazione biblica della poesia dantesca per far «comprendere ai lettori come la comunicazione della fede nelle verità rivelate da Dio serva sempre, anche quando il credente si esprime ricorrendo all’espressione poetica, a guidare la coscienza di tutti nel difficile cammino della propria vita, in vista della meta che l’amore di Dio creatore e redentore ha fissato per ognuno di noi» (dalla Presentazione di Antonio Livi). Tale lavoro editoriale, che rende ragione della formazione biblica dell’Alighieri, dopo un profilo biografico del Poeta e un quadro storico del suo secolo, presenta i cento canti, nella parte sinistra della pagina, nelle loro terzine che svelano riferimenti biblici, resi nella parte destra della stessa pagina. A conclusione di ciascuna Cantica, poi, si troveranno per esteso quei passi biblici citati o allusi, canto per canto. All’interno del testo sono presenti delle schede e delle tavole a colori in 3D, relative a ciascun regno dantesco ultraterreno, mentre, in appendice, sono riportati i testi dei papi Benedetto XV e Paolo VI dedicati a Dante Alighieri. Il libro in esame costituisce il primo lavoro di una Trilogia Dantesca che verrà sviluppata e completata durante l’anno corrente. L’Autore augura a tutti coloro che vorranno fare questo e altri cammini con lui, di essere guidati dall’Alighieri che se da Virgilio, Beatrice e Bernardo di Chiaravalle fu condotto nel suo viaggio immaginario ultraterreno, può ora condurre o continuare a ben condurre noi nel nostro viaggio reale terreno. Dante, dunque, da intendere non come un “brutto” ricordo della scuola, piuttosto come un grande uomo, vicinissimo all’uomo del nostro tempo.

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Il SAE e la comunita’ ortodossa rumena di Messina

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omenica 19 aprile 2015 soci e amici dell’Associazione ecumenica SAE di Messina hanno condiviso con la comunità ortodossa rumena la Divina Liturgia secondo il canone di San Giovanni Crisostomo. Ha celebrato Padre Pietro Bogdan Voicu nella chiesetta di Santa Maria delle Contemplazioni, situata accanto all’Hotel Paradis nel rione di Contemplazione. I fedeli arrivano alla spicciolata, anche a rito cominciato, perché il capolinea del tram è distante dalla chiesa e loro non sono forniti di mezzi di trasporto privati. Tuttavia, la loro è una partecipazione attiva, nel senso che entrano, prendono una o più candeline e un pane azzimo e si mettono in processione in attesa che il loro sacerdote si affacci dalla iconòstasi, benedica ciascuno imponendo la mano sul capo, e rientri poi con i loro doni (candeline e pane) per proseguire il rito. Domenica di Pasqua (per loro il 12 aprile scorso) c’erano fedeli per tutta la stradina che porta fin dentro la chiesa. Ma oggi, in albis, la comunità radunatasi non è numerosa. Ma lo stesso si instaura un processo dinamico nel quale tutti offrono e si offrono al Signore passando dal celebrante e tutti tramite il sacerdote ricevono benedizione, luce, la Parola dell’Apostolo e del Vangelo, il pane e il vino consacrato. Anche noi che abbiamo partecipato per la prima volta non ci siamo sentiti spettatori curiosi, anzi siamo stati coinvolti nella contemplazione del mistero divino, nell’orazione di lode a Dio per i benefici ricevuti, nella formulazione di preghiere per tutta l’ecumene, il mondo intero e le sue necessità, anche le più comuni. La Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo, ricca di intenzioni di preghiera, non trascura nessuna categoria di persone e nessun tema per il quale pregare. L’uomo

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chiede a Dio e Dio con la sua Parola non smentisce nessuna richiesta fatta con il cuore. Questa esperienza di autentica preghiera cristiana, ci entrava nel cuore attraverso il canto continuo, dolce, melismatico, melodioso, simile all’antico gregoriano, soffuso, corale di un gruppetto di donne che faceva eco alle preghiere del ministro del culto. Un’alternanza che consentiva alla Parola di Dio di trasformarsi in invocazioni, suppliche e lodi per Dio tre volte Santo, immortale, che è Padre Figlio e Santo Spirito. La comunione viene partecipata dall’unico calice ai presenti, prima ai bambini e poi agli adulti. I bambini presenti sono tutti in tenerissima età, ma tutti attenti con rispetto, quasi coscienti del mistero al quale stavano partecipando. Avevamo già notato come anche loro, insieme al genitore che li accompagnava, partecipavano all’offerta, baciavano le icone, si segnavano alla maniera ortodossa col segno della croce. L’iconostasi è come una grande balaustra lignea che separa il popolo dal luogo dove il sacerdote compie i riti, in parte “nascosti” e in parte in mezzo ai fedeli. Questa separazione stranamente non separa, anzi avvicina i fedeli alla misteriosa relazione di Dio con l’uomo, perché è tutta tappezzata e impreziosita da una teoria di icone di santi testimoni e suggello dell’incontro del tre volte Santo con l’umanità nella bellezza e nello splendore. Alla fine pane benedetto per tutti, come segno di condivisione con i fratelli cattolici presenti, ed anche uova sode col guscio colorato e decorato (segno di una vita che risorge), e poi anche caramelle, merendine, fragole e altri dolci e il sorriso sincero dell’accoglienza e della piena fraternità. Dalla condivisione di una così ricca liturgia, fatta di gesti umani e di gesta divine, il gruppo SAE che vi ha partecipato si sente incoraggiato a continuare nella testimonianza di fraternità e di comunione, consapevole che la preghiera di Gesù dell’“Ut unum sint” si può realizzare anche tramite gesti semplici di attenzione all’altro, di attenzione e rispetto alla diversità di confessione. Ma il gruppo si auspica anche che le autorità competenti, religiose e civili, trovino e diano loro luoghi di culto più dignitosi, più adatti e più centrali, luoghi nei quali sorelle e fratelli delle diverse comunità ortodosse presenti in Messina (rumena, greca, russa, ecc.) possano nutrire la loro fede e sostenersi reciprocamente nell’affrontare i loro problemi. 22 Aprile 2015

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artedì 28 Aprile 2015 ore 17.30, presentazione del libro “La Scuola di Antonello da Messina”, di Biagio Cardia. Palazzo Zanca Salone delle Bandiere Comune di Messina. Cinque anni di studi su Antonello e non solo, infatti, all’interno del libro Cardia ha riportato tutto quello che bisogna sapere di Antonello da Messina, includendo brevi biografie di artisti che direttamente o indirettamente hanno avuto contatti con il grande maestro messinese nel periodo rinascimentale del Quattrocento e del Cinquecento, a partire dal suo maestro il napoletano Colantonio del Fiore, Giovanni Bellini, Piero della Francesca, Alvise Vivarini e tanti altri; per arrivare ai suoi allievi dal figlio Jacobello ai suoi nipoti Antonio e Pietro de Saliba, ed ancora molti artisti Fiamminghi come Jan van Eyck, Robert Campin e Roger van der Weyden. L’autore, Biagio Cardia, ha voluto dare molto spazio a quei pittori che hanno contribuito alla nascita del Rinascimento insieme ad Antonello da Messina. Non potevano mancare alcuni storici dell’arte che hanno scritto del nostro pittore, da Giorgio Vasari a Gaetano la Corte Cailler e mons. Gioacchino di Marzo; storici che più di tutti hanno fatto conoscere, in tutto il mondo, la storia e la vita di Antonello. Inoltre, troviamo brevi accenni sulla storia del tardo Gotico e del Quattrocento rinascimentale. Interverranno il Preside emerito Prof. Claudio Sergio Stazzone, la Prof.ssa Agata Midiri e l’Avvocato Giuseppe Santalco. Durante la presentazione del libro sarà inaugurata una mostra di alcune riproduzione delle opere di Antonello da Messina, offerte da Francesco Vento e la moglia Anna Sorrenti. L’esposizione, con ingresso libero, dal 28 Aprile al 3 Maggio, festivi inclusi, sarà visitabile dalle ore 9.30/12.30 e dalle 16.30/19.30 . La manifestazione gode del patrocinio del Sindaco Renato Accorinti e dell’Assessore alla Cultura Tonino Perna del Comune di Messina.

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Messina - 20 Aprile 2015 Presentata la manifestazione “Nella città dell’orca”

Iniziative per il 40° della pubblicazione di Horcynus Horca E’ stata illustrata, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Zanca, “Nella città dell´orca”, una serie di eventi, fino al 5 maggio, dedicati al quarantesimo anno dalla pubblicazione dell’opera “Horcynus Horca” di Stefano D’Arrigo, presenti l´Assessore alla Cultura, Tonino Perna, ed il progettista e ideatore del circuito multimediale “Le scalinate dell´arte”, Giovanni Lucentini e Katia Pastura, membro del comitato scientifico del Parco Horcynus Orca.

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foto Peppe Saya 22 Aprile 2015

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Spettacoli

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na Messina by night, una Messina sconosciuta ai più fa da sfondo allo spettacolo teatrale “Lei e lei” che ha debuttato in questi giorni in prima nazionale al Teatro Vittorio Emanuele. Un atto unico, due soli protagonisti capaci di riempiere al meglio la scena, coinvolgendo il pubblico con battute spiritose ma spingendolo al contempo a riflettere su quel mondo degradato che molto spesso si ignora volutamente. Un mondo triste che ruota attorno alla Stazione Centrale di Messina, ad una Piazza Cavallotti che di “Felice” ha solo il nome. Un mondo che torna a vivere ogni sera tra tossicodipendenti, prostitute, transessuali e clienti. Alcune sere, però, come quella in cui è ambientata la nostra storia sono diverse dalle altre. È la notte di Natale e i clienti non vanno a cercare una “dama di compagnia” ma stanno a casa con i propri familiari. Questa inconsueta stasi porta le due protagoniste, una drag singer fallita

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Debutta “Lei e lei” al Teatro Vittorio Emanuele

Tristezza e speranza in uno squallido marciapiede di città

Un mondo triste che ruota attorno alla Stazione Centrale di Messina, ad una Piazza Cavallotti che di “Felice” ha solo il nome 22 Aprile 2015

rappresentata da Giampiero Cicciò ed una ragazza ombrosa e litigiosa che svende il suo corpo dopo aver tentato una carriera teatrale interpretata da Federica De Cola, a parlare tra loro, a confidarsi nel tentativo disperato di trovare un senso alla propria esistenza. Le due “donne” che amano continuamente cambiare nome e parrucca al fine di dimenticare chi sono realmente, si fanno compagnia sera dopo sera, si confrontano tra aspre schermaglie e slanci d’affetto. La drag singer insegna alla scontrosa amica a sognare, ad immaginare che davanti a sé su quello squallido marciapiede di Piazza Cavallotti ci sia un pubblico tutto per lei, desideroso di ascoltarla. Nonostante quel luogo sia popolato solo da scarafaggi è possibile ancora sognare, credere in futuro diverso. “Il tuo futuro?” Chiede stupita la prostituta appena arrivata alla drag singer sentendola parlare speranzosa del domani. Può esserci un futuro migliore per chi vive nei bassifondi della città, ai margini e vendendo il suo corpo ad ore? Ebbene sì. Lo spettacolo “Lei e lei” prodotto dal Teatro di Messina e con una cast interamente “autoctono” lascia intravedere una luce, una speranza per chi abita un mondo le cui dinamiche non differiscono poi molto da quelle del “mondo del giorno”. Nello squallore di Piazza Cavallotti, tra scarafaggi e repentine fughe per evitare la polizia, è possibile ancora credere nel domani, è possibile “uscire e ritornare a vedere le stelle” che illuminano il fantastico scenario dello Stretto di Messina. Alessia Vanaria WWW.ILCITTADINODIMESSINA.IT

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i è conclusa, accompagnata da uno straordinario entusiasmo e successo, la rassegna UNIVERSITEATRALI “The Decade”. L’iniziativa, che ha avuto il patrocinio dell’Università di Messina, è frutto dell’intervento decisivo dell’ERSU di Messina, da sempre sensibile alle attività formative e socializzanti degli studenti universitari, e dell’Ente Teatro di Messina che ha fortemente creduto in questa azione culturale per il territorio. Organizzatori dell’evento sono poi Gigi Spedale per Latitudini - Rete siciliana di drammaturgia contemporanea, Daniela Ursino per D’aRteventi, Daf - Teatro dell’Esatta Fantasia, Actorgym e il Castello di Sancio Panza. La parte organizzativa è stata curata anche grazie al contributo di Stefania Catalfamo, Roberto Bonaventura e Luciano Fiorino. Le foto dell’evento sono di Stefania Mazzara. L’inaugurazione è avvenuta il 2 marzo 2015 alla presenza del Maestro oprante-puparo e cuntista Mimmo Cuticchio, intervenuto per raccontare l’affascinante viaggio del proprio teatro a una platea attentissima e numerosa di studenti dell’Ateneo messinese. Cuticchio, testimone artistico della rassegna ha così aperto le lezioni del corso di "Teoria e tecniche dell'attore", tenuto da Vincenza Di Vita, che ha curato la parte didattica di "The Decade". Il corso si è chiuso il 25 marzo con l’ultima lezione a cui hanno preso parte Roberto Latini e Gianluca Misiti di Fortebraccio Teatro, la loro poetica è stata infatti oggetto delle lezioni di Di Vita, che attraverso il coordinamento con il

Universiteatrali

“The decade” La rassegna si è conclusa accompagnata da uno straordinario entusiasmo e successo

Generazione disagio foto Stefania Mazzara

Mimmo Cuticchio Maestro oprante-puparo e cuntista foto Stefania Mazzara

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decennale ha trattato il tema della metafora contemporanea nella ricerca teatrale, da intendersi come viaggio. Il primo appuntamento teatrale è stato poi scandito, l’11 marzo 2015, dalla Compagnia milanese Generazione Disagio. Dopo due giorni, caratterizzati da un Laboratorio di rara intensità, la serata alla Sala Laudamo si è trasformata in un happening eversivo e divertentissimo in cui lo spettacolo, un irridente apologo sulla precarietà delle nuove generazioni, è stato preceduto da una dimostrazione di lavoro capace di coinvolgere appieno la città, con la presenza di studenti, di giovani e meno giovani. Il 12 marzo Paolo Puppa ha presentato il reading "Follie ieri e oggi" alla Sala Laudamo. La 22 Aprile 2015

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Roberto Latini

Paolo Puppa

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mattina seguente il Professore-performer e autore di testi drammaturgici premiati e rappresentati in tutto il mondo, ha incontrato, presso l’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Cognitive, gli studenti universitari messinesi per regalare una generosa lettura dal suo ultimo romanzo Ca’ Foscari dei dolori (Titivillus 2014), presentato da Rossella Mazzaglia, docente di Storia dello Spettacolo e introdotto da Dario Tomasello, coordinatore scientifico di UniversiTeatrali. Il 18 marzo i Maniaci D'Amore hanno presentato in anteprima regionale "Morsi a vuoto", spettacolo prodotto dal Festival delle Colline di Torino. Il giorno seguente nel pomeriggio la coppia di artisti ha incontrato studenti e curiosi nella sede di ActorGym (Via Macello Vecchio, Messina) per presentare il libro Trilogia del gioco (Editoria & Spettacolo 2015) che raccoglie i loro primi testi e svolgere un laboratorio sull'improvvisazione teatrale, con la supervisione di Vincenzo Tripodo. Il 23 marzo, presso la Sala Laudamo, si è svolta la festa di Universiteatrali “Partytime” con la presenza di numerosi artisti che, durante questo decennio, hanno accompagnato la programmazione di laboratori e spettacoli. La serata è stata preceduta da una conversazione con Gerardo Guccini, responsabile scientifico del Cimes (Centro di musica e spettacolo dell’Università di Bologna), partner di molti progetti condivisi dal Centro Studi, alla presenza di Ninni Pennisi, direttore di UniversiTeatrali. Il 24 marzo, presso i locali di Villa Pace, si è svolto il Seminario dal titolo "Fare e insegnare teatro a Messina", in cui gli insegnanti delle numerose scuole teatrali messinesi hanno dialogato su metodi e progetti di lavoro. Il 25 marzo la rassegna si è chiusa con la prima volta di Roberto Latini a Messina. L’artista, insignito recentemente del Premio Ubu, ha messo in scena I Giganti della montagna, dopo avere dedicato la mattinata agli studenti del DAMS di Messina, come già 22 Aprile 2015


descritto in apertura nel seguente comunicato. Il 30 marzo nell’aula magna di Via Concezione del dipartimento di Scienze Cognitive, si è tenuto un incontro curato da Rossella Mazzaglia con Giuseppe Venuto, attore della Compagnia della Fortezza di Volterra, diretta da Armando Punzo, sono intervenuti Dario Tomasello, Rossella Mazzaglia e Vincenza Di Vita dell’Università di Messina. Nel pomeriggio, alla sala Laudamo, si è poi tenuto un focus sui lavori della Compagnia della Fortezza, con gli attori Giuseppe Venuto e Dino Calogero, l'assistente regista Daniela Mangiacavallo. La proiezione di brani video di repertorio è stata arricchita da brevi interventi performativi degli attori presenti. Maniaci d’amore foto Stefania Mazzara

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Messina - 21 Aprile 2015 - Piazza Duomo

Folklore peloritano per i turisti

foto Peppe Saya 22 Aprile 2015

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Musica

GO!ZILLA Da Firenze con rumore

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ono tre, i Go!zilla, nativi del popolo di Santa Maria Novella: portano in viso l'espressione del bravo ragazzo, quello della porta accanto, che passa in uno scantinato gran parte del pomeriggio e della sera, insieme a giovani dai capelli scomposti come i suoi, che non obbediscono alle leggi della compostezza, e sembrano sempre gonfi di vento. Anche l'abito ricorda la loro gioventù: shirt semplici, cappelli monocolore. Pantaloni jeansati fasciano le gambe, e negli occhi hanno una luce ombrosa, sparsa tra i ciuffi di capelli. Salgono sul palco del Retronouveau senza fare rumore: basta un attimo, però, e il silenzio non c'è più. Prende con prepotenza il suo posto un suono grosso, spesso, sporco, alto, forte. Un suono grezzo che esce dalle mani senza mediazione di alcun tipo. L'effettistica delle due chitarre ha toni graffianti, penetranti, che sprangano i timpani. Il tutto è condito da una percussione dai modi gorilleschi, primitivi, che ricordano la rozzezza d'approccio dei nostri antenati alle madri dell'umanità. La musica che esce dai corpi scattosi ha radici nel rock meno limpido, nel punk mediamente cupo, in quella digressione di riff tosti che tanto son piaciuti e piacciono ad una certa fascia di giovani. Ed il fuzz, che non manca mai, corona di spine la voce graffiata, monocorde e sfilacciata. Di psichedelico vi è qualcosa, se corretta può definirsi questa visione: la ripetitività ed epigrammaticità dei loro brani trasporta in un mood di ciclicità che blocca e incanta. Lo spazio del

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Nelle arcate sopracciliari di Luca Landi, Mattia Biagiotti e Fabio Ricciolo si configura la personalità di tre ragazzi che hanno il suono del garage cucito addosso. 22 Aprile 2015


loro suono è bidimensionale: va in un lungo e in largo, ma non ha il carattere di profondità che scava, che semina nell'orecchio di chi ascolta per attecchire nella fertilità del suo humus mentale. Scalfisce, colpisce, si scaraventa: ma dopo l'impatto, quando resta la quiete, il colpo non risuona, ed è secco. Nell'aria gentile, silenziosa, di grande rispetto per chi ascolta che aleggia nelle arcate sopracciliari di Luca Landi, Mattia Biagiotti e Fabio Ricciolo si configura la personalità di tre ragazzi che hanno il suono del garage cucito addosso: fuori dalla saracinesca, però, il mondo è diverso, e di quella pienezza e diversità non hanno (ancora) del tutto contezza. Ma la strada c'è, il selciato pure: con la volontà, il tempo maturerà. Marina Pagano 22 Aprile 2015

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La corazzata Potemkin a cura di Francesco Certo

Quentin Tarantino Forse l’ultimo vero genio del cinema mondiale: maniacale, surreale, preparato ed innovativo; Quentin Tarantino influenza ed influenzerà per sempre il mondo del cinema con il suo stile unico basato su una conoscenza enciclopedica del settore e sulla visione oltre del progetto stilistico, amante dei B-movie e degli spaghetti western è possibile trovare nelle sue opere diversi omaggi e citazioni, riferimenti particolareggiati da innamorato ispirato. I suoi film sono puro eccesso, stilistico di regia e di sceneggiatura; l’inaspettato è dietro ogni singola scena messa su pellicola, sua fissazione irrinunciabile da difendere per sempre in barba al passaggio al digitale. Uno dei fattori unici delle opere di Tarantino è l’uso del tempo, che viene rimescolato e allungato o accorciato a secondo del soggetto e diventa un elemento pregnante della sceneggiatura; ma sono i dialoghi la cifra che fa fare il salto di qualità all’opera tarantiniana. Sin dall’esordio con “Le Iene” la violenza non manca, ma sempre accompagnata da un arzigogolo di dialoghi tra il surreale e il logorroico che rendono cult scene che nella sua fisicità direbbero ben poco. Tarantino crea veri personaggi mitici, all’interno del film sono proprio i dialoghi a rendere unico il personaggio, che trova un’unicità singolare e strepitosamente inimitabile; macchiette volontarie per look e stile che diventano modelli amati dagli appassionati del genere. Vincent Vega, Aldo Raine, Jules Winnfield o Django; tutti eccentrici numeri zero, prototipi che sfondano per il loro essere irripetibili. Interprete Hitchkockiano delle sue opere, presente in piccole parti che lo rendono attore cult e atteso nello svolgere del film; Tarantino non rinuncia mai ad alcuni piccoli vizi di stile come i lunghi piani sequenza che seguono l’attore per lunghi momenti e rendono una tensione particolare nello spettatore. Altro vizio l’uso dello “stallo alla messicana”, ovvero triello armato che si tiene sotto tiro l’un l’altro, tipico dei film di Sergio Leone e passione pure di Tarantino. Entrare nel dettaglio delle opere è complicato, fare un puzzle iconografico interessa quasi zero; solo un piccolo assaggio per lo sviluppo che proveremo a fare entrando nelle maglie dei suoi film, dal suo esordio fino al premiato “Django Unchained”, scoprendo che oltre allo scritto surreale c’è una scoperta di talenti unici come la Uma Thurman di “Pulp Fiction” o il più volte strepitoso Christoph Waltz.

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da Beethoven a Kurt Cobain a cura di Francesco Certo

CURIOSITà “La Cantantessa”, così la chiamano i fan più accaniti e fedeli, un modo per rendere unica l’artista catanese che con la sua voce narrante naturale e delicata, il tutto inserito all’interno di una composizione cantautorale particolare e ricercata. La sua avventura musicale parte molto presto, già adolescente si esibisce nei club della sua città con ottimi risultati, stile rock e ballate non mancano nelle sue performance e presto sente il bisogno di lasciare casa per sviluppare questo suo talento. Il successo, quello vero, arriva grazie a Sanremo ed al pezzo “Amore di plastica”, brano da innamorata delusa ma mai piagnucolante che la distanziano da uno stile melodico classico e noioso facendola subito entrare nelle corde della musica italiana come artista profonda. Cresce Carmela, lo fa di anno in anno e di brano in brano, l’amore è presente all’interno delle sue canzoni ma è raccontato con un aspetto tutto nuovo, senza parlare un linguaggio retoricamente struggente ma ricercando una visione femminile della vita. Sono banditi i banali passaggi testuali, ci si trova davanti ad una romanziera biografica che sa raccontare con musica e parole la vita e la morte di sentimenti, vite e situazioni; Carmen Consoli è tra le autrici più originali della sua generazione per la sua capacità di non sentirsi mai arrivata, pur rimanendo l’acerba chitarrista con voce soffiata degli esordi non si è mai seduta su un personaggio, ma si è spesa per creare un percorso musicale coerente e ricercato; nelle sua musica ci trovi la quotidianità del vissuto e non sogni pindarici intrisi di magia, tanta realtà e narrazione studiata con termini ricercati che si incastrano in una musicalità semplice ma non scontata. Una produzione che negli anni ha saputo prendersi il proprio tempo, passando dalla molteplicità degli esordi fino alla riflessione dei giorni nostri, non dovendo scrivere per non essere dimenticata ma tenendo in attesa trepidante l’ascoltare che, felice, ritrova nel lavoro di Carmen il suo piccolo spaccato musicale. Artista totale, sfacciate e solare, senza mai tradire le sue origini catanesi ammicca al suo pubblico non dimenticando il proprio dialetto e il proprio retroterra, portando sul palco la sua Sicilia con la sua musica tradizionale che fa sposare con la modernità. Grande animale da palcoscenico, padrona assoluta della scena live coinvolge il pubblico facendo scorrere il tempo senza limitazioni; porta sul palco tutta la sua storia e non stanca o si ripete.

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Carmen Consoli 22 Aprile 2015

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parole in blu a cura di Alessia Vanaria

CURIOSITà

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ünter Grass nacque a Danzica nel 1927 e prese parte nel dopoguerra al Gruppo 47, che riuniva scrittori tedeschi e austriaci di orientamento sperimentale e al tempo stesso impegnati politicamente. Ottenne vasto successo internazionale con il romanzo Il tamburo di latta, che vede protagonista Oskar Matzerath, un nano che, rinchiuso in un manicomio, rievoca la propria vita e la storia della propria famiglia. La vicenda si svolge a Danzica, città che, prima di passare alla Polonia dopo la Seconda guerra mondiale, era a popolazione prevalentemente tedesca. A tre anni, per odio della famiglia e del mondo degli adulti, per rompere ogni connivenza con le regole stabilite e soffocanti e per rifiutare ogni integrazione nella società, Oskar decide di non crescere più. A tal fine cade volontariamente dalla botola della cantina. L’anormalità, voluta da lui con determinazione, è per lui la condizione indispensabile per la conoscenza autentica del mondo. Essendo di regola scambiato per un bambino, tutti credono che non capisca, perciò egli è in grado di vedere e di non essere visto, quindi di cogliere i lati più nascosti della realtà. La sua condizione di “diverso”, inoltre, gli consente di prendere le distanze dalle convenzioni e dai valori correnti; di conseguenza, nel racconto, l’assunzione del suo punto di vista assume una forte funzione straniante: attraverso il filtro della sua prospettiva diviene evidente quali valori possano resistere e quali invece si dissolvano, o almeno vadano ridimensionati, quali feticci fasulli delle convenzioni correnti vadano distrutti. Oskar ne distrugge molti, a cominciare da quelli creati dal nazismo: il suo sguardo implacabile smonta e ridicolizza tutta la retorica nazionalsocialista e il suo apparato propagandistico e mette a fuoco con lucidità i primi crimini del movimento, come l’inizio della caccia agli ebrei. La distanza di Oskar dal mondo adulto si proietta anche in simboli materiali, come quello che dà il titolo al libro, l’infantile tamburo di latta che il nano batte furiosamente: un simbolo in cui si concreta il suo rifiuto e la sua funzione di filtro estraniante del reale. Al romanzo in questione seguirono i racconti Gatto e topo, Anni da cani, intesi anch’essi a denunciare in chiave caricaturale le miserie della vita piccolo borghese di Danzica. Con il dramma i plebei provano la rivolta, dedicato alla rivolta operaia di Berlino del 1954, Grass, in polemica con l’atteggiamento di Brecht, attenua le proprie posizioni di sinistra, avvicinandosi al Partito Socialdemocratico Tedesco. Tra le altre opere di Grass ricordiamo Anestesia locale; Il rombo e La ratta, una profezia apocalittica dell’autodistruzione dell’umanità, pervasa da un cupo pessimismo. Analogo pessimismo ritorna nel Richiamo dell’ululone, romanzo autobiografico dedicato alla propria infanzia. Del 2002 è Il passo del gambero, storia di una nave tedesca carica di feriti, affondata da un sottomarino sovietico nel 1945. Nel 2006 è uscita un’autobiografia, Sfogliando la cipolla, che ha suscitato molte polemiche perché l’autore vi confessa la propria militanza nelle SS durante le guerra, quando era ancora adolescente. La linea centrale dell’opera di Grass è la polemica corrosiva contro il filisteismo della piccola borghesia tedesca, dagli anni del nazismo a quelli della riunificazione. Premio Nobel per la Letteratura nel 1999 è morto a Lubecca il 13 Aprile 2015.

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Non lo nego: sono ricoverato in un manicomio; il mio infermiere mi osserva di continuo, quasi non mi toglie gli occhi di dosso perché nella porta c'è uno spioncino, e lo sguardo del mio infermiere non può penetrarmi poiché lui ha gli occhi bruni, mentre i miei sono celesti… non può essermi dunque nemico. Non sono un pacifista. A chi mi desse uno schiaffo sulla guancia non porgerei mai l'altra, ma mi difenderei a denti stretti. La guerra è per metà fatta di paura e per metà di noie. I giovani del mio paese non sono per la guerra. Non sono nemmeno per il servizio militare. Gli orfani di guerra, poi, la considerano il peggiore dei mali

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Günter

Danzica, 16 ottobre 1927 Lubecca, 13 aprile 2015

Grass

Lo scrittore è un uomo la cui intelligenza non basta per smettere di scrivere.

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RE sano

Mangia

a cura di Mimmo SaccĂ

Dai broccoli "chemio verde"

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'estratto di germogli di broccolo potrebbe offrire protezione contro il cancro della testa e del collo. Almeno questo quanto emerso da uno studio condotto sui topi da un gruppo di ricercatori dell'University of Pittsburgh Cancer Institute, presentato in occasione del meeting annuale dell'American Association for Cancer Research a Philadelphia. "Le persone guarite dal cancro della testa e del collo hanno ancora un rischio molto elevato di sviluppare un secondo tumore nella bocca o nella gola, e, purtroppo, questi secondi tumori sono generalmente fatali", ha detto Julie Bauman, che ha coordinato lo studio. "Quindi stiamo sviluppando - ha continuato - una molecola naturale che si trova nelle verdure crocifere per proteggere il rivestimento orale in cui si formano questi tumori. Studi precedenti, molti dei quali condotti su larga scala in Cina, hanno dimostrato che le verdure crocifere (broccoli, cavolo e crescione) hanno un'alta concentrazione di sulforafano, una molecola naturale che contribuisce a

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ridurre gli effetti dei cancerogeni ambientali. I ricercatori hanno cosÏ testato il sulforafano in laboratorio. Per diversi mesi, gli studiosi hanno somministrato la sostanza a topi predisposti al cancro orale e hanno scoperto che ha ridotto significativamente l'incidenza e il numero di tumori. Successivamente gli scienziati hanno trattato 10 volontari sani con un succo di frutta miscelato con estratto di germogli di broccolo, ricco di sulforafano. I volontari non hanno riportato effetti negativi e sono state rilevate modifiche benefiche nel rivestimento della bocca, il che significa che la sostanza è stata assorbita direttamente dal tessuto a rischio. "Noi la chiamiamo 'chemioprevenzione verde', in cui vengono preparati semplici semi o estratti di piante per prevenire la malattia", ha detto Bauman. Secondo i ricercatori, questi risultati sono abbastanza convincenti da richiedere una sperimentazione clinica in cui verranno reclutati 40 volontari curati dal cancro della testa e del collo. 22 Aprile 2015


Mangia

RE sano

La ricetta Risotto al pesce persico Ingredienti per 4 persone • • • • • • • • • • • • • • • •

250 gr. di Pesce Persico il filetto 320 gr. di Riso carnaroli 30 gr. di Carote 30 gr. di Sedano 30 gr. di Cipolle rosse 1 lt. di Fumetto di pesce realizzato con gli scarti del pesce persico 60 gr. di Vino bianco 0,5 gr. di Salvia 0,5 gr. di Rosmarino 0,5 gr. di Timo 45 gr. di Olio di oliva extravergine 1 spicchio di Aglio 15 gr. di Burro 0,5 gr. di Pepe bianco macinato la scorza grattugiata di 1 Limone Sale q.b.

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PREPARAZIONE Iniziate con il fumetto, utilizzando gli scarti del pesce persico. Una volta pronto, procedete con la preparazione del soffritto. Lavate e pelate le carote, la cipolla e il sedano, quindi tritateli finemente con un coltello. Fate scaldare in una padella abbastanza capiente l'olio con lo spicchio d'aglio e, non appena sarà rosolato, toglietelo con l’aiuto di una forchetta. Quindi aggiungete le verdure tritate finemente, mescolate e lasciatele stufare per qualche minuto aggiungendo un mestolo di fumetto. Una volta evaporato, aggiungete le erbe aromatiche tritate finemente. Unite il riso e fatelo tostare per un paio di minuti, poi sfumate con il vino bianco e continuate la cottura aggiungendo a poco a poco il fumetto. Nel frattempo tagliate il pesce persico a tocchetti di 0,5 cm. A metà cottura aggiungete nel riso metà dose di pesce; continuate la cottura con il fumetto, salando e pepando leggermente. Quasi al termine della cottura (circa 5 minuti prima), aggiungete i tocchetti di pesce persico tenuti da parte e aggiungete la scorza di mezzo limone grattugiata. A cottura terminata mantecate con il burro a dadini e servite il vostro risotto con pesce persico ben caldo!

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Amarcord Messina - Viale della LibertĂ . Anni '50



Numero 107 - Anno XIII - 20 Aprile 2015 foto Peppe Saya

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