Io Come Autore 30

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Voci dall’America Latina

Un arcobaleno da scoprire

Copertina di Tony Hassler numero

100% free

Mare a Milano

Apaches

è già o

Anno 1 N. 30 / novembre 2011 - Periodico settimanale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.

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Il soc ialnet per la w cultu ork ra raggi

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ora!


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copertina di Tony Hassler

Fotografo.

Tony è nato nel 1962 a Milano. Le sue immagini sono state pubblicate in molte riviste italiane e internazionali. http://www.tonyhassler.com/ info@tonyhassler.com Definirlo un “fotografo” è riduttivo: spirito libero in un’anima cosmopolita Antonio Acciarino è nato a Milano 49 anni fa ma ha saputo coniugare il gusto della scoperta con uno stile prettamente metropolitano. è a suo agio nelle foreste amazzoniche come sugli altipiani tibetani ma riesce a mettere a nudo le personalità dei suoi soggetti anche in un primo piano fatto in studio. Fanatico della forma fisica, sportivo a tutto tondo, dotato di spiccatissimo senso estetico, trasmette nei suoi scatti emozioni dinamiche frutto della sua ricerca per il gusto della vita a un’altra velocità. Prima di diventare un professionista ha svolto i lavori più disparati: queste esperienze “alternative” gli permettono di cogliere prospettive inusuali e di approcciare i suoi soggetti con una naturale empatia risultato di una filosofia vissuta prima ancora che pensata. Provate a farvi raccontare di quando in India ha realizzato un servizio sul “tempio dei topi”: non riuscirà neanche a iniziare la narrazione... la sua autoironia vi contagerà... Carlo Percuoco (Filosofo e giornalista)


in copertina

Tony Hassler

Reportage fotografico di Tony Hassler


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sommario

Luca Giuman |

Un grido di vita

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autori 12

Sabrina Minetti |

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Il mare l’ho trovato... a Milano Salvatrice Giugno |

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Le imprese di una indomita eroina

rubriche Offerte Medeo |

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Consigli di lettura |

Alberto Asero

10

Libri con la D maiuscola |

Patrizia Bellinelli

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Pollicino di Pina Varriale |

Un arcobaleno da scoprire

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Book to movie di Giorgio Ginelli |

Tutti per uno...

Appuntamenti |

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L’elettricista approda a Milano

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editoriale

Marika Barbanti

Se per stile di vita in senso stretto intendiamo le abitudini, ovvero le azioni ripetute che svolgiamo durante la nostra vita, non possiamo che collegarle al posto in cui viviamo. In fondo viviamo, acquistiamo, facciamo azioni in base agli stimoli dell’ambiente nel quale siamo inclusi. Ecco perché gli usi e costumi diventano una parte fondamentale ma non preponderante di ciò che siamo. La nostra cultura intesa come approfondimento del concetto di usi e costumi, arriva fino a indicare valori e credenze anch’esse necessariamente legate a un luogo specifico. è attraverso le opere di questi 3 scrittori: Luca Giuman, Salvatrice Giugno e Sa-

brina Minetti, che desideriamo porvi la questione. Grazie a loro infatti possiamo ragionare sulle storie di vite di culture differenti che abbracciano le vicende più difficili e crude dell’America Latina come nel caso di Giuman, oppure di popoli che non conoscono il “nostro modo” di vivere come nel caso degli Apaches fino ad arrivare alla nostrana Milano. Quanto è stato il loro ambiente a influenzarli e quanto hanno vissuto prendendo le proprie decisioni nonostante il contesto? Noi, quanto agiamo e quanto invece siamo agiti dal contesto? Facciamo una piccola riflessione...

Buona Lettura! M. B.

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Offerte Medeo

Scrittura e motivazione: Coaching in campo editoriale http://medeo.it/

Cosa Seminari di Talent Coaching, organizzati, per la prima volta in Italia, dall’agenzia letteraria Contrappunto Literary Management con la collaborazione di Elisabetta Garbarini di Comunicazione Circolare: 4 appuntamenti da 18 ore ciascuno nei qual la parola e la persona sono i protagonisti assoluti. i seminari di Talent Coaching applicano le tecniche motivazionali alla sfera artistica, per una formazione integrata della persona come scrittore, e dello scrittore come persona, intersecando le frontiere della comunicazione a quelle della motivazione, al servizio della scrittura, in una visione olistica di ciò che l’uomo sa creare attorno a sé.

Elisabetta Garbarini

Dove e quando Dal 25 al 27 novembre 2011, presso la sede dell’agenzia letteraria in via Bertolotti 7 a Torino, avrà luogo il primo seminario di Talent Coaching dal titolo ‘Il talento e i suoi inganni e abilità: il potere della scrittura e la parola che crea’. Per informazioni sui seminari: www.agenziacontrappunto.com

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Isbn 978-88-4254-427-2

“Se tu fossi

Pagine 224 • € 17,00

Il Borgo D’Oltremare di Francesco Amato

Le gesta dei personaggi storici, e in Fra tutti i possibili, il viaggio in se stessi ha fama d’essere il più impervio. Di certo, è l’unico dal quale non c’è ritorno. Sarà per questo che esso è sempre, insieme, anche fuga? Impervio e senza ritorno è il viaggio dell’anonimo protagonista de Il Borgo d’Oltremare di Francesco Amato (Mursia), fuggito da casa sua una sera come tante, quando, rientrando dal lavoro prima del previsto, sorprende sua moglie con un altro uomo. La scoperta del tradimento coincide con la caduta (miserrima) dell’edificio di una vita intera e finanche delle sue fondamenta (“Non esiste l’anima gemella. O forse, semplicemente non è eterna”, riflette quando già è lontano da casa) e con la riduzione

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consigli di lettura

cieco dove andresti? Non andresti, forse, dove ci sono altre voci?” mi dice Zeno, trascinandomi via.


di Alberto Asero improvvisa e traumatica in esule di un uomo inconsapevolmente fiaccato dal peso delle sue stesse certezze. Da quel momento – che segna una frattura assoluta – nulla potrà mai più essere come prima. Inizia così un viaggio doloroso e disarmante che non è un muovere verso una meta, bensì, all’inverso, è un abbandonare (un fuggire da, appunto) quella che, con quel tanto di tramontata illusione di definitivo che recava, era parsa essere la meta di una vita. Un viaggio in cui la stessa realtà, fino all’attimo avanti così apparentemente ordinata e univoca, rivelerà la sua natura di teatro d’ombre fino a liquefarsi in una nebbia di apparizioni ora seducenti, ora inquietanti, sempre però evanescenti e inafferrabili, a tratti persino inintelligibili. Tanto che gli occhi del protagonista non riusciranno mai a orientarsi appieno nei luoghi stranianti che gli appariranno intorno, né riusciranno a decifrare i volti delle persone che incrocerà lungo il cammino, e delle quali sin da subito coglierà il mistero, senza tuttavia riuscire, fino all’ultimo, a decifrarlo. A quel punto troverà (inaspettatamente) il sé più profondo, sì, ma l’auto-rivelazione sarà più lancinante del tradimento da cui originò il viaggio; e allora l’istinto imporrà nuovamente di fuggire, se non che da se stessi non c’è possibilità di fuga. Perennemente sospeso, al pari del protagonista, in una amniotica compresenza spazio-temporale, il lettore non arri-

verà mai a comprendere appieno dove la visione segna il margine alla percezione lucida della realtà. Al contrario, finirà esso stesso gettato nello stagno delle illusioni (presenti, ma soprattutto passate) dove una polifonia di voci sempre più fitta e insistente lo condurrà oltremare, e da lì fino alla perdizione del peccato capitale – che, come voleva Platone, coincide con la schiavitù della cecità. Fino al punto in cui persino quell’evento devastante che indusse il protagonista alla fuga, il tradimento della moglie, rivelerà la propria consistenza di ombra e, con essa, la propria tragica verità. Autentica (e, a nostro avviso, indiscutibile) rivelazione letteraria, con Il Borgo d’Oltremare Francesco Amato dà prova, insieme, di una grande profondità di pensiero coniugata a un gusto sorprendentemente raffinato per l’architettura narrativa. Alberto Asero

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Autori

Un grido di vita

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o lasciato Venezia dopo la maturità, su un interregionale diretto a Roma. Volevo essere poeta. Non fare il poeta, esserlo. Scrivere per se aveva meno importanza. Squattai qualche settimana in un seminterrato con immigrati libanesi che smerciavano dadi profumati. Mi trasferii poi a Madrid con una valigia di libri in un quartiere operaio a sud. Cercavo le orme di uno scrittore e trovai l’amore a pochi metri dal Museo di Arte Contemporanea. Non ho scritto nemmeno un verso a Madrid, nemmeno uno. Il primo dovere del poeta è vivere, mi dicevo. E ci provavo. Ero un adolescente kamikaze. Non avevo tempo da perdere. Leggevo, fumavo, bevevo e mettevo il naso lì dove la vita mi sembrava avere un odore più intenso. Darmi arie da scrittore e fare il lavapiatti assorbiva tutto il mio tempo. Avrei scritto in seguito. A volte bisognerebbe fare attenzione a cosa si desidera. Volevo vita e ho trovato vita. Studiavo ancora a Madrid quando l’11-M i treni sono saltati in aria. Vivevo a Parigi l’autunno in cui le banlieux han-

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Ho imparato a

uccidere a vent’anni Il conflitto in Colombia è il più lungo e antico dell’America Latina. Ancora vivo e intricato. Un tributo ai contadini sfollati dalla violenza, quasi 4 milioni, che hanno dovuto abbandonare le proprie terre e diventare esiliati nella paura. Ho imparato a uccidere a venta’anni parla di guerra, di un amore perduto e di un mondo travolto dalle contraddizioni della violenza. Il mondo è quello di un giovane pescatore. La sua storia è un grido di vita, la revendicazione di un’esistenza e un’invocazione a non dimenticare.

Isbn 978-88-7351-426-8

Scrivere come atto di resistenza

Pagine 440 • € 14,50


Luca Giuman Ho scritto per tredici anni in cerca di uno stile che mi assomigliasse. Nonostante il mio primo romanzo sia stato pubblicato dalla Città del Sole, provo ancora tutte le incertezze di quando ero un ragazzo, aggravate ora dalla presenza in me di un giudice più severo. Lo stile è una questione di identità. Scrivere è, in fondo, un dilemma identitario. La prima versione di Ho imparato a uccidere a vent’anni l’ho elaborata mescolando spagnolo e italiano, così come mi sorgevano spontaneamente le parole. Mi sono afferrato al romanzo come ci si avvinghia alla vita nei momenti difficili.

no preso fuoco e stormi di ragazzi incappucciati venivano a fare gli sberleffi contro le vetrine dei fastfood. Lavoravo in Colombia quando venne ucciso per la quinta volta Tirofijo e collaboravo con le Nazioni Unite in Honduras durante i mesi del colpo di stato. Non mi sono mai fermato: Equador, Marocco, Cile, Guatemala, El Salvador, Cuba, Trinidad. A scattare fotografie. A raccogliere storie. A ridere con i contadini e con i soldati. A fare l’amore con un altro corpo e un altro nome. Ora alcune storielle da raccontare penso di portarle nelle mie tasche. Ma come farlo? In che modo?

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Luca Giuman

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Autori

Scrivere è un problema identitario

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Per me scrivere era un atto di resistenza. Dopo nove anni all’estero, avevo deciso di recuperare la mia identità e ricostruirla attraverso il linguaggio. Scrivere esige di superare i propri limiti, forse. E quando si raggiungono, chi scrive li muove nuovamente per spingersi più in là. Probabilmente è questo che mi ha stregato, un mestiere in cui i confini sono mobili e si allontanano in consonanza con il tuo talento. Non lo so. Non so molto su questa vocazione da cesellatori. Non sono mai stato paziente. Penso non lo sarò mai. Vorrei avere più talento. Mi ripeto che è solo una questione di costanza e che prima o poi troverò un ritmo che mi appartiene e con quello la mia identità. Mi mento e continuo a scrivere perché a volte le menzogne le impacchetto così bene che io stesso finisco per crederci. Luca Giuman



Patrizia Bellinelli Nata a Torino nel 1976, Laureata in Giurisprudenza all’Università di Torino, dopo quasi 10 anni come praticante avvocato in studi legali, grazie ad un uomo speciale, ha deciso di ascoltare il richiamo di alcune sue grandi passioni: la lettura e la scrittura. Ha fondato il blog Open AR.S.-A spasso tra i libri, in cui le emozioni della parola si fondono con quelle della fotografia: perchÊ i libri si leggono, si recensiscono, si ascoltano e si osservano con profondo rispetto. Organizza e cura eventi culturali ed un canale web tematico dedicato a libri e lettori. Approfondimento e recensione sul blog: http://www.openars.it/?p=118 sezione Osservato speciale. www.aspassotrailibri.it

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libri con la D maiuscola.

Il segnalibro rosa di Open AR.S.


di Patrizia Bellinelli Nelle nebbie del Gambero d’Oro di Gianna Baltaro Così s’inaugura la serie delle diciannove indagini del commissario Martini. Siamo nell’autunno del 1933, fine ottobre. Siamo nella Contrada del Gambero d’Oro, la zona delimitata da Via XX Settembre, Via S. F. D’Assisi, Via P. Micca, Via Garibaldi. Un quadrilatero di vie e la sua gente, le dicerie di quartiere, gli scenari ovattati dalla nebbia in una Torino ‘in costruzione’: festante per l’inaugurazione della neonata Via Roma, con i suoi pavimenti di marmo, e in fibrillazione per il nuovo passaggio che collega Via Siccardi e Via Santa Maria. In apertura del romanzo, Via San Tommaso e la sua Chiesa. è la prima indagine scritta dalla penna di Gianna Baltaro e condotta dalla sapiente arguzia del commissario Martini, affiancato al suo amico Piperno, Capo della Squadra Mobile. Da subito facciamo la conoscenza anche della figura femminile cara e vicina al commissario, la sorella Teresa, che si prende amabilmente cura di lui come di un figlio. Tante le figure che si aggirano fra le pagine e le vie di Torino: il pastaio che attende l’arrivo settimanale del carro della farina che rifornisce il suo forno; la ragazza di quartiere, additata di ‘facili costumi’ perché in casa possiede una radio (all’epoca bene di lusso); il lattaio che all’alba di ogni nuovo giorno versa il latte nei contenitori posti davanti agli usci di casa; gli uomini e la domenica mattina dedicata alle cure dal barbiere. Nelle nebbie del Gambero d’Oro, il primo di una lunga serie di successi letterari, ristampato dai tipi della casa editrice in formato Grandi Caratteri.

Incipit

Erano quasi le otto e il selciato appariva ancora lucido, dopo il passaggio della macchina che provvedeva al lavaggio delle strade. Benché fosse già novembre, la temperatura era mite, il cielo sereno. Il sole, ancora tiepido, illuminava di sbieco un lato della chiesa di San Tommaso, aureolando le beghine che andavano a prendere la seconda o la terza messa. Le donne, quasi tutte vestite di nero, con la testa coperta da un velo e il libro delle preghiere tra le mani, entravano nel tempio alla spicciolata, scostando le pesanti cortine di velluto che pendevano dietro ai portali scolpiti. Avvolte in quei panni scuri, apparivano tutte vecchie e, mentre si dileguavano nel silenzio della navata odorosa di incenso, sembravano avviate verso un rito sacrificale senza ritorno.

Isbn 978-88-6204-040-2 Pagine 256 • € 14,00

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Autori

il mare, l’ho trovato… A Milano.

Milano

Camminando, pedalando, correndo per le vie Milano: questo il tema scelto dall’editore per ispirare i dodici racconti, “movimentati” tra il centro e le periferie, tra i parchi e i marciapiedi, tra incanto e disincanto. Il risultato è un libro che descrive il fascino di una città emblematica e singolare, narrato in storie appassionate, romantiche, ironiche e intriganti da autori milanesi di nascita e d’adozione. La scelta tematica per la raccolta (l’editore ha in progetto di realizzarne altre, variando sugli spunti narrativi, ma con Milano sempre protagonista) non è occasionale: i mille volti della vita nelle grandi e piccole città sono infatti il filo

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Isbn 978-88-9694-105-8

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opo L’isola dei voli arcobaleno, uscito a febbraio per Autodafe’ Edizioni, torno in libreria da settembre 2011, insieme ad altri dieci autori, uniti in MILANO FORTE E PIANO, una raccolta a cura di Giovanni Bernuzzi edita da Happy Hour edizioni.

forte e piano. Storie camminando, pedalando, correndo per Milano.

Pagine 132 • € 12,50


Sabrina Minetti conduttore dei libri di Happy Hour edizioni, che propone testi di narrativa e di vita vissuta, romanzi e autobiografie: storie vere che sembrano inventate e storie inventate che sembrano vere. Il racconto con cui ho partecipato a Milano forte e piano, Il Mare della Tranquillità, è proprio un mix fra episodi autobiografici e finzione narrativa, in un viaggio lungo cinquant’anni di vita familiare e... largo come tutta la città! Ho saputo dell’opportunità da un’amica, poi “finita” anche lei nella raccolta, e ho scritto il racconto di getto, e mentre traducevo in parole scritte i ricordi e le emozioni, mie e di altri, mi sono molto commossa, anche perché nel racconto appaiono in versione “romanzata” persone a me care, e io stessa, in alcune circostanze “miliari” della vita. Appena uscito il libro, è stata una vera soddisfazione per tutti noi (con me Jessica Ravera, Giovanni Bernuzzi, Massimo Milone, Giulia Di Liberti, Paolo Luciani, Giulia Mandrioli, Valeria Merlini, Dario Crapanzano, Elisabetta Spanu, Carlotta Pistone) leggere una bella recensione su Varese Noir: “Una raccolta di stile – e di stili – dove le storie di oggi si disegnano in quelle di ieri. Un coro di voci diverse, ma ben diretto. Un lungo percorso, insomma, con la propria mano affidata a quella dei tanti autori coinvolti, fra le strade, i vicoli e le piazze di Milano. E fra i tram e le tangenziali, anche, dove la vita più vera sembra correre soltanto…

Un omaggio a Milano e ai milanesi, ma non solo.” (Paolo Franchini). E adesso? L’avventura continua con tante iniziative di promozione ed eventi letterari: il 28 settembre, ad esempio, è partita una rassegna di serate all’insegna del connubio fra buon cibo e buoni libri presso Cacio e Pepe, un rinomato locale di Milano. Ho avuto l’onore di organizzarla e il primo ospite è stato Carlo A. Martigli, uno scrittore che con il suo 999 L’ULTIMO CUSTODE ha venduto 150.000 copie! Presenteremo anche MILANO FORTE E PIANO e altre opere i cui autori vorranno cimentarsi con la cucina o la proposta di degustazioni a tema. E naturalmente avanti tutta, combattendo con il tempo, per ritagliare anche gli spazi per scrivere cose nuove, in particolare una storia in frammenti che ha per protagonista una donna attorno alla quale ruota un gruppo di variegati personaggi e un romanzo d’azione. Spesso in giro per l’Italia, per presentare i miei libri, ma con Milano nel cuore. E con il fido smartphone sempre alla mano, per creare e tenere contatti, conversare col mondo, esplorare la rete, scrivere. Sabrina Minetti

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Pollicino per non perdersi tra i libri

Un arcobaleno da scoprire http://medeo.it/ Ci sono storie che non hanno bisogno di presentazioni, perché appartengono al patrimonio culturale dell’umanità. Storie che hanno fatto sognare generazioni di lettori e che, ancora oggi, hanno un fascino innegabile. Capolavori senza tempo che, anche da adulti, rileggiamo con piacere. Libri che hanno contribuito a stimolare la fantasia e ad arricchire di contenuti, di immagini e di valori la vita di molti. Uno di questi libri è, senz’altro, Il Mago di Oz. Chi non ha, almeno una volta, sentito parlare della piccola e coraggiosa Dorothy, del suo cagnolino, dello spaventapasseri spagliato e del leone codardo? Alla indiscussa notorietà del testo scritto da Frank Baum nel lontano 1900, ha contribuito senza dubbio anche il cinema. Ricorderete, senz’altro, il film del 1939 di Victor Fleming, interpretato da Judy Garland. Le immagini della perfida strega dell’Est o dell’uomo di latta che chiede a Dorothy di oliargli le giunture, hanno ancora oggi, nonostante tutto, un forte impatto emotivo sullo spettatore. Immaginate adesso quale può essere

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l’emozione suscitata dalla lettura di questo bellissimo testo se, a illustrarne i momenti più significativi, c’è un artista del calibro di Simone Frasca.


di Pina Varriale è un piacere per gli occhi e per la mente lasciarsi catturare da queste illustrazioni dove il garbo e la sottile ironia di Frasca trapelano in ogni tratto. é una gioia sfogliare le pagine di questo “Mago di Oz” e lasciarsi conquistare da una magia del tutto speciale, quella che riesce a coniugare la potenza del testo con l’efficacia delle immagini. Un libro davvero ben riuscito, questo “Mago di Oz” edito da Principi & Principi, da gustare come si fa con le cose preziose e rare. Un convincente esem-

pio, caso mai ce ne fosse bisogno, che non esistono confini nel mondo dell’immaginazione e della creatività. La parola diventa immagine e l’immagine suggerisce parole nuove e coloratissime. Proprio come quelle di un arcobaleno. Buona lettura a chi si accosterà a questo bel libro col piacere di una riscoperta, ma soprattutto buona lettura (e buona visione!) a tutti quelli che -e lo diciamo con una punta di invidia!- lo leggeranno per la prima volta.

In uscita a ottobre Frank Baum Il mago di Oz Disegni di Simone Frasca Pagine 156 - Prezzo 16,00 ISBN 978-88-96827-26-0

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Autori

Le imprese di una indomita eroina

Così mi sono documentata sulla storia e la cultura degli Indiani, soprattutto sugli Apaches. A poco a poco è nato questo romanzo. L’ho ripreso e modificato diverse volte, perché la storia della protagonista è intrecciata a degli avvenimenti storici e io volevo rispettare il più possibile la realtà storica. Ci ho lavorato su finché non sono stata soddisfatta e allora l’ho messo da parte…

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Soffio di Vento Hayry è una mezzosangue. Nata e cresciuta fra gli Apaches, nel periodo delle guerre indiane. La morte della madre e l’odio verso i bianchi, l’amore per Mescal e lo scontro con un bandito messicano segnano profondamente la sua vita. Caparbia e decisa, sempre tesa ad affermare la propria libertà, compie le sue scelte senza curarsi del padre, che vorrebbe condurla con sé a Washington; ma, quando perde l’uomo che ama, sarà proprio l’amore per suo padre che le darà una nuova ragione di vivere.

Isbn 978-88-5673-932-9

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ivo nella provincia di Catania. Diplomata all’istituto magistrale. Sono una persona tranquilla, che ama la tranquillità ma sogna l’avventura. Coltivo una grande passione per la scrittura e per la cultura degli Indiani d’America. Sin da ragazzina leggevo Salgari; mi piacevano i racconti e i film d’avventura. Prediligevo le storie sugli Indiani. Ho creato il personaggio di Hayry, una mezzosangue che vive fra gli Apaches dell’Arizona. Ho cominciato a fantasticarci su, a inventare storie e avventure. Ho iniziato a scriverle. L’ambientazione e la storia richiedevano la conoscenza della storia degli Indiani e delle guerre contro i soldati statunitensi.

Pagine 280 • € 16,50


Salvatrice Giugno

Scrivere e leggere, per me, hanno lo stesso scopo: evadere dalla realtà quotidiana... Perché l’avevo scritto principalmente per soddisfare la mia passione... Per poter leggere una storia che mi piacesse, scritta nel modo che piaceva a me.

pria vita, che lotta per affermare la propria indipendenza, per soddisfare la propria sete di conoscenza e di nuove esperienze.

Scrivere e leggere, per me, hanno lo stesso scopo: evadere dalla realtà quotidiana e immergersi, almeno per un po’, in un mondo immaginario e fantastico, sognare a occhi aperti e “vivere” la storia che si sta leggendo.

Hayry è un personaggio affascinante, un’indomita eroina, per metà indiana e per metà bianca, protagonista di ardue imprese contro le ingiustizie, ma anche contro i pregiudizi che condannano queste popolazioni relegando la donna a un ruolo di secondo piano.

Con il romanzo “Soffio di Vento” vi regalerò tantissime emozioni mentre seguirete le sue avventure e le vicende che segnano la sua vita. Un romanzo per chi ama l’avventura e sogna d’immergersi negli spettacolari paesaggi dell’Arizona: il Grand Canyon, i monti, i deserti... Soffio di Vento racconta la storia di una ragazza che vive in tempi e in luoghi difficili, che combatte per la pro-

Hayry vive il suo amore per Mescal e si aggira instancabilmente tra deserti selvaggi, montagne scoscese e fiumi rapinosi, pronta a ingaggiare dure battaglie per i suoi ideali. è stato estremamente piacevole scrivere questa storia e mi auguro che sia altrettanto piacevole per voi leggerla. Salvatrice Giugno

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book to movie di Giorgio Ginelli . . . o n u r e p i t t Tu …e uno per tutti; a cominciare dai numeri, la storia scritta da Alexandre Dumas nel 1844 (I tre moschettieri, Les trois mousquetaires) è ingarbugliata. I moschettieri saranno anche tre, ma il protagonista principali della storia è uno, che moschettiere non è e che, anzi, passa quasi tutto il tempo della storia a cercare di diventarlo e a rincorrere i tre che, invece. moschettieri lo sono già da un pezzo e ne sono perfino stufi. Forse è per questo che il primo romanzo della trilogia ha questo titolo, o forse perché Dumas aveva capito che “I quattro moschettieri” non sarebbe filato per niente bene. Alexandre Dumas (padre) la sapeva lunga; magari non sarà stato un fine letterato – le sue storie sono zeppe di periodi troppo lunghi e con frequenti ripetizioni, al limite della ridondanza – ma nelle sue opere hanno preso vita personaggi che ancor oggi hanno la capacità di penetrare e fissarsi nell’immaginario popolare: dal Conte di Montecristo ai tre moschettieri, con D’Artagnan in testa per l’appunto.

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La filmografia dei tre famosi soldati della Guardia creata di Luigi XIII romanzata da Dumas, è abbastanza lunga, ma praticamente nessuno – tranne uno – degli autori dei vari adattamenti cinematografici se l’è sentita di riprodurre fedelmente la trama del famoso feuilleton francese. Troppo lunga, troppo complessa, troppi personaggi intrecciati per poter rinchiudere tutto nel centinaio di minuti di un lungometraggio. Nel romanzo – che in realtà è il primo volume di una trilogia – si possono riconoscere almeno tre blocchi distinti: la vicenda della collana, la ricerca dei moschettieri dispersi inframmezzata dagli intrighi di Milady e lo scoppio della guerra con l’Inghilterra con tutte le altre vicende che coinvolgono ancora Milady fino alla nomina di D’Artagnan luogotenente dei moschettieri. Questo solo nel primo romanzo; tra il 1845 e il 1850 Dumas scrive anche i due seguiti: Vent’anni dopo e Il visconte di Brangelonne. Una corposa trilogia, non tanto per il numero di pagine, ma in quanto dense di avventura e colpi di scena.

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La maggior parte dei film che prendono ispirazione dal primo romanzo, dunque, non si spingono oltre la prima parte, quella della collana di diamanti donata dalla regina a lord Buckingham. Il primo adattamento che vale la pena di essere ricordato – perché in verità in precedenza ve ne furono altri due, nel 1909 e nel 1916 – è senza dubbio quello del 1921 di Fred Niblo con Douglas Fairbanks nel ruolo del guascone D’Artagnan; 120 muniti di film muto, che vederlo adesso sarebbe una vera prova d’amore nei confronti della settima arte. Arriva poi il sonoro e di film se ne fanno almeno un altro paio, ma bisogna arrivare fino al 1948 per vedere finalmente la storia completa in una pellicola di 125 minuti: il film è diretto da George Sidney ed è interpretato da Lana Turner, Gene Kelly, Angela Lansbury, Vincent Price. Ma ci si perde nell’intreccio di protagonisti stellari e nella velocità con la quale tutta la storia viene trasferita sulla celluloide. Per i successivi vent’anni la storia di Dumas sembra infatti spaventare al punto che nel pieno splendore della diffusione televisiva non se ne fanno nemmeno in forma di sceneggiati; è sì che la storia si presta bene, essendo un romanzo d’appendice, cioè pubblicato a puntate. Il più coraggiosos sembra essere Richard Lester che nel 1973 firma la regia di un film tagliato sulla solita prima parte, ma che negli anni successivi

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book to movie di Giorgio Ginelli

mette il seguito in altre due pellicole. Per certi versi è forse il film più bello fatto fino ad oggi, con uno strepitoso Oliver Reed nel ruolo di Athos e un cast di tutto rispetto per gli altri protagonisti. E qui la storia potrebbe essere finita, perché nei quarant’anni che seguono il romanzo di Dumas è stato usato come base per delle pellicole che quasi nulla hanno a che fare con la storia: da un cardinale Richelieu che trama per impossessarsi del trono di Francia fino ai moschettieri in puro stile steampunk del nuovissimo film di Paul Anderson. A onor del vero, forse quest’ultimo, sarebbe anche piaciuto ad Alexandre Dumas (padre), nato nel 1802 e morto nel 1870, maestro del romanzo storico, amico di Garibaldi, instancabile viaggiatore e prototipo del romanziere moderno. Giorgio Ginelli

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Isbn 978-88-5674-168-1

26 novembre

Pagine 133 € 13,90

Dove: Andrea Fiore e L’elettricista suona sempre 220 volt. Il prossimo 26 novembre, ore 18,00, MDD Bookshop di via Ascanio Sforza 37 (MILANO)

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appuntamenti

L’elettricista approda a Milano!!! Urla di gioia Andrea Fiore, lo scrittore siciliano al suo secondo libro semi-serial thriller, che giunge a due anni esatti dal successo di Storia di morte, ricotta e mascarpone. Da sempre sperava che il capoluogo lombardo si accorgesse di lui e, alla fine, come in una bella favola che si avvera, eccolo, il prossimo 26 novembre alle ore 18:00, carico come un candelotto di tritolo, pronto a far esplodere la platea dell’MDD Bookshop di via Ascanio Sforza 37 con le sue frasi matte e le letture sconvolgenti del suo nuovo libro L’elettricista suona sempre 220 volt, edito da Albatros Il Filo. L’elettricista suona sempre 220 volt, un libro adorato demenzial-grottesco semi-serial thriller, i racconti e le frasi folli, che pubblica quotidianamente sul social network Facebook, dice Andrea, nascon da soli, sono come i sogni, e a noi non resta che scrivere in fretta, perché poi svaniscono e non si trovano più. E quando gli facciamo notare che ha plagiato Vasco, lui ci risponde lesto e con occhio furbetto ‘così’, divento rossi!

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Io come Autore


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