Io Come Autore

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Gli sconti del 15%

Progetto ‘Pagina UNO’

Copertina di Chiara Boz

Anno 1 N. 12 / luglio 2011 - Periodico settimanale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.

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autore

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Donne 6 a Berlino Verso


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In copertina ‘queen’ di Chiara boz

Illustratrice

freelance

Da sempre amante dell’arte, dall’illustrazione alla fotografia, fino alla moda, ecco perché, dopo essersi diplomata all’Istituto d’Arte intraprende il mestiere dell’illustratrice buttandosi a capofitto nel mondo dell’arte. Chiara ha realizzato varie copertine di libri per le case editrici italiane: “Sogno Edizioni” e “Butterfly Edizioni”. In Inghilterra è rappresentata dall’agenzia “Advocate Art”. Ama viaggiare scoprendo luoghi e città sempre nuovi, per lei uno dei modi migliori per tenere sempre viva la creatività. Chiara unisce l’illustrazione alla moda, senza trascurare l’aspetto artigianale che contraddistingue il “made in Italy”. Ecco perché è nato “Rëve+clothing”, linea di abbigliamento che crea insieme al suo ragazzo Marco, disegnando e stampando t-shirt e felpe. www.bozchiara.com chiara.skate@hotmail.it


in copertina

‘Queen’

Illustrazione “Queen“ di Chiara Boz


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sommario

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autori Sabrina Minetti |

Verso Lampedusa Lorenzo Rulfo |

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Il paladino delle donne

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Maristella Angeli |

Posso sorridere!

Cristiana Bullita |

Voci di donne

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rubriche I love Berlino |

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Femminismo e dintorni Discorsi in corso |

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Sconti sui libri: 15%

Intervista a Lucia Valeriani |

Premio letterario ‘Pagina UNO’ Info letteraria |

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Appuntamenti |

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di Contrappunto

Macchiaioli a Villa Bardini Incontri D’autore 2011 Una torre di libri

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editoriale Vorrei partire da un dato di fatto; non siamo tutti uguali. Tutto ci distingue dal colore degli occhi al colore dei capelli, dalla religione alla lingua che parliamo naturalmente. Non siamo tutti uguali; alcuni di noi sono donne; altri sono uomini, altri scelgono una via differente rispetto a quella assegnatagli da madre natura. Non siamo tutti uguali. Abbiamo intelligenze e conoscenze diverse. Chi studia le scienze naturali sa che la biodiversità è un dono. Condivido questo concetto soprattutto sul piano sociale. La diversità, secondo me, è una ricchezza. Molti mi darebbero della sciocca e la dimostrazione è il persistere di discriminazioni. Fin da quando ero molto piccola, mi rendevo conto che in tutte le lezioni di storia, c’era sempre una differenza di possibilità di vita a seconda se si trattava di un uomo oppure di una donna.

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Amo Oscar Wild ma non sopporto la sua misoginia; lo stesso sentimento lo condivido per tutti gli illuminati di un tempo che relegavano alle donne non solo il ruolo ma anche il valore di un oggetto. Non c’è da stupirsi di ciò, nel diritto romano l’atto di matrimonio è concepito come atto di compravendita di una donna; dal padre al marito. Io non sono un oggetto. Noi non lo siamo. Nelle diverse epoche in qualunque cultura per qualunque genere d’istituzione, siamo state sante o streghe, mai delle donne. Che tu sia italiana, svedese, cattolica, musulmana, protestante o altro, tu sei una donna innanzitutto. A modo nostro, abbiamo voluto dedicare questo numero a tutte le donne, con l’augurio che la dimensione collettiva di Sabrina Minetti, sia per noi una dimensione di sostegno e difesa della nostra persona e dei nostri diritti; perché “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti” *e le donne non sono degli alieni! * Art. 1 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani 1948.

Nel prossimo numero

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I B rlino Femminismo e dintorni

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integrazione multiculturale


di Medea In Germania le donne hanno pari diritti!

Naturalmente non è vero. Tu donna sei pagata in Germania molto meno rispetto ai tuoi colleghi uomini, ma devi lavorare molto

di più, perché devi dimostrare di saper pensare anche sotto l’influsso delle ovaie.

Farai quindi molte ore di lavoro in più, cercando di raggiungere gli obiettivi del mese in una settimana. Anche il tuo collega uomo lavorerà fino a tardi, ma per flirtare con la stagista bona o per raccontare barzellette al capo. Lui riesce a usare il cervello nonostante i suoi testicoli: i due cervelli funzionano infatti a corrente alternata. Nonostante ogni tuo sforzo, non avrai mai posti di prestigio a meno che non si tratti di posizioni tipicamente femminili (head of customer care) o che tu non sia molto brutta. Nel qual caso sembri un uomo ma non cerchi di flirtare con la stagista preferita del capo, quindi puoi superare il “tetto di vetro”. Oltre a questa gentilissima forma di razzismo, si aggiungono anche i cliché legati alle diverse nazionalità.

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Le tedesche non vestiranno mai in modo sexy, usando vestiti scollati o gonne con lo spacco. Se le poverine indossano un vestito più osé e sono stagiste, il loro capo le avvicinerà usando i cervelletti inferiori. Le turche devono necessariamente essere brusche e poco disponibili alla chiacchiera. Inoltre devono parlare in tedesco con un forte accento dell’Anatolia, anche se hanno due lauree, un dottorato e sono nate in Germania.

Altrimenti non trovano lavoro e restano zitelle a vita! Le francesi arrossiscono a ogni complimento e sono sempre oltremodo educate e timide. Sul lavoro dicono sempre di sì e restano a lavorare sempre nella stessa azienda, anche se lì le scudisciano. Non ho mai capito se la Francia fa come Sparta e si libera delle connazionali più “deboli” o se le storie sulle francesi libere e rivoluzionarie siano tutte inventate. Le italiane devono sempre vestire punk e fare le super emancipate altrimenti: sono chiamate “piccola” a vita;

ricevono complimenti pesanti perché avendo Berlusconi sono abituate a questo modo di fare; hanno necessariamente parenti mafiosi!

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Autori

Verso lampedusa Storie collettive: personaggi che ritornano

L’isola dei voli arcobaleno

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Adagiata nel cuore del Mediterraneo, l’isola di Giravento vive i lenti ritmi dell’antica gente di mare, immersa in una natura incontaminata, o meglio, così vivrebbe in una dimensione poetica e a volte trasognata, se non fosse suo malgrado costretta a confrontarsi con l’irruzione della modernità, che prende qui le forme di una ambiziosa regata velica.

La svolta è avvenuta nel 2008: in occasione di un soggiorno a Lampedusa ho cominciato a scrivere il romanzo L’isola dei voli arcobaleno, uscito nel 2011 per Autodafé Edizioni.

Ma Giravento è anche l’isola dei flussi migratori tra l’Africa e l’Europa: quello dei Voli Arcobaleno, eleganti uccelli dalle insolite usanze, e quelli di un’umanità dolente in cerca di un futuro migliore.

Scrivere è per me un’opportunità di condivisione, profonda, ma discreta, con chi mi leggerà. Ugualmente percepisco l’esperienza della lettura, quando a scrivere sono gli altri. Mi piace raccontare le emozioni e le sensazioni, viverle e farle rivivere mentre le descrivo. L’idea di un romanzo, o di un racconto, mi giunge di solito fulmineamente e si sviluppa quasi

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Isbn 978-88-9704-405-5

ono nata nel 1965 a Milano, dove ho sempre vissuto. Sono stata a lungo studente lavoratrice, essendo evidentemente predestinata a una vita stracolma di lavoro –sono progettista e ricercatrice in ambito formativo- e di impegno nel sociale. Ho sempre avuto il desiderio di scrivere: il mio primo racconto risale all’età di dodici anni, poi ne sono venuti molti altri, insieme a tante poesie, ma il troppo poco tempo ha fatto sì che tardassi a buttarmi seriamente nella scrittura.

Pagine 128 • € 13,00


Sabrina Minetti Mi piace raccontare le emozioni e le sensazioni, viverle e farle rivivere mentre le descrivo da sé, sovente stupendomi. Molti sono i temi che mi affascinano: in particolare l’amicizia e l’ineffabile gioco dell’amore, ma anche la magia che pervade l’esperienza del vivere, le coincidenze, il fascino della parola e dei segni. Nello scrivere, come nella vita, sono “sedotta” dalla dimensione collettiva, dalla forza del gruppo; per questo le mie storie sono affollate di personaggi, alcuni dei quali sono ricorrenti, perché mi piace seguirne il destino, dentro le storie che invento: i cinque amici milanesi de L’isola dei voli arcobaleno, ad esempio, torneranno in Una di quelle giornate che ti cambiano la vita, romanzo in frammenti che vorrei terminare durante l’estate; nel racconto La consegna, che è stato finalista nell’ambito di IMA Festival 2011, ho fatto apparire il commissario Erranti, che sarà il protagonista di una serie poliziesca di cui ho già abbozzato tre “puntate”.

a 365 storie cattive, un’antologia noir a scopo benefico, con un horror fantasy; a fine agosto 2011 Happy Hour Edizioni pubblicherà un’antologia su Milano, che include il mio racconto Il Mare della Tranquillità, fortemente autobiografico e di stampo più intimista. Ora sono molto attratta dall’idea di scrivere un romanzo d’azione. Nel cassetto ho un fantasy umoristico, per ora inedito, Le avventure del pianeta Kapak, che parla, cercando il sorriso, delle contraddizioni che il vivere e gli affetti portano con sé, e ho molti lavori in divenire; anche per il futuro i progetti spaziano fra diversi generi narrativi: la storia di un ragazzino migrante, un romanzo d’azione ambientato fra Malaga e Milano, sul potere invincibile e spontaneo dell’amicizia a confronto con le aberrazioni della scienza, una commedia degli equivoci che ironizza sul sostanziale distacco fra la ricerca sociale e gli oggetti del suo studio, un thriller, ambientato fra Milano e la Val Tidone, nel quale le due protagoniste ricostruiscono il mistero di una inquietante setta sino a scoprire la sconcertante verità sulla sua origine e sull’oscuro personaggio che ne è a capo. Sabrina Minetti

Mi attirano tutti i generi: ho sempre creduto che avrei iniziato scrivendo un poliziesco, invece ho esordito con una storia allegorica e pervasa di poesia; nel 2010 ho partecipato

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Ajmarchi Jun 23, 2011

... è un bene o un male? Si difendo le piccole librerie oppure si penalizzano i consumatori? “Tetto allo sconto sui libri: massimo 15%”. La proposta di legge bipartisan torna al Senato. Per tutelare pieccoli e grandi editori MILANO - Via libera della Camera alla proposta di legge bipartisan che pone dei limiti agli sconti nella vendita dei libri. La commissione Cultura di Montecitorio, ha infatti dato il via libera in sede legislativa al testo proposto da Ricardo Levi (Pp), e sottoscritta anche da esponenti degli altri gruppi parlamentari. Ricardo Levi del Pd (Ap) AL SENATO - Per la trasformazione definitiva in legge occorre ora il sì del Senato. La proposta di legge di Levi mira a contemperare gli interessi dei piccoli e dei grandi editori, così come della piccola e della grande distribuzione e del commercio elettronico. Viene stabilito che il prezzo di vendita dei libri è “liberamente fissato dagli editori”. Su tale prezzo è consentito “uno sconto fino a una percentuale massima del 15%”. (fonte: Ansa)

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discorsi in corso

Tetto agli sconti sui libri: 15% Secondo voi... Commenti presi da

un social network dedicato Paranoid, hai centrato la questione secondo me: da un lato ci rimetterei ma dall’altro, se ciò servisse a salvare attività commerciali, mi sembrerebbe una cosa corretta...

Il punto è: serve a salvare attività commerciali? La mia risposta è no. Il mercato (sono secoli che lo sosteniamo) non può essere libero, ma al tempo stesso una sovrattassa Maeco non può salvare un mercato che Jun 24, 2011 ha drammatici problemi strutturali. Le città comunque si riempiranno di nuovo... I centri commerciali passano secondo me, certo, fenomeni come questi possono durare anche trent’anni..

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di la tua Paranoid Android (il quale suggerisce a Silvio di dimettersi) Jun 23, 2011

Mmmhhh... certo che gli acquisti su di amazon al -35% o su Bol con il 3x2 sono appetitosi e più di una volta ne ho approfittato. Tuttavia... sicuramente i librai ne risentono e non vedere più una libreria in giro sarebbe triste... Non so che dire... Da un lato ci rimetterei ma dall’altro, se ciò servisse a salvare attività commerciali, mi sembrerebbe una cosa corretta... Va bene il libero mercato... ma qualche paletto ogni tanto non guasta. Già veder le città sempre più vuote di piccole attività a causa dei grandi centri commerciali è molto triste...

Sono piuttosto ignorante sulle questioni di Isabelle mercato editoriale, mi Jun 24, 2011 limito a un’osservazione da lettrice qualunque... in Francia i libri in edizione economica costano meno (ma perché, poi?). Si trovano ottime edizioni a prezzi così ridotti che non sono mai stata tentata, quando abitavo là, di ordinare su amazon o fnac; il risparmio sarebbe stato minimo, o comunque non tale da farmi rinunciare al giro in libreria. In Italia purtroppo i prezzi sono tali che chi legge e acquista molto non può che cedere di fronte agli sconti della vendita online. E la soglia del 15% non elimina il problema. www.iocome.it

Syssi Jun 24, 2011

Scusate l’ignoranza, ma non era già stata varata quella legge? Mi ricordo che alcuni anni fa negli ipermercati gli sconti erano più alti e a volte facevano promozioni con il 30%. Poi venne fuori una legge per cui non potevano superare il 15%. Forse mi sono persa un passaggio, facile con tutte le leggi che fanno e disfano. Però ancora non esistevano amazon e gli altri siti di acquisti su internet. Ma se amazon ha la sede all’estero, questa legge si può applicare anche a loro? Vale solo per i libri in italiano? Per quello che mi riguarda se un libro mi piace lo compro, cercando ovviamente tutti i modi per risparmiare. Ho notato per esempio che all’estero pubblicano molto in paperbacks mentre noi abbiamo tutti i libri con la copertina rigida e la sopracopertina così costano almeno 10 euro di più. Sinceramente non credo siano gli sconti il problema, ma ovviamente è il modo più comodo di affrontare un problema che, secondo me, è più culturale. Anina e “gambette di pollo” Jun 24, 2011

Non conosco il testo di legge. Mi hanno voluto dire che il tetto riguarda la grande distribuzione, non internet. Vi risulta sia vero?

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Autori

Il paladino

delle donne

Scrivere per salvarle

Non so la ragione per cui si cominci a scrivere, forse per qualche amore di troppo, quando lascia inermi senza più espiazione, o per la puara di restare soli o ancora... Per me andò diversamente. Erano i miei pochi anni a imporsi, l’incapacita di comprendere il mondo attorno, nei momenti peggiori o in quelli migliori, dove i suoi no erano così difficili da capire. Ci fu un momento in particolare, grande fra tutti i momenti sparsi a caso sulle scale, in cui il ventaglio delle mie emozioni esplose non mi permise più di non scrivere. Fu per me, per non dimenticare niente, imprimerlo sul foglio così come avrei voluto che fosse, in modo che divenisse stra-ordinario. Ecco, questo. Il bisogno che non fosse mai accaduto a nessuno e per nessuno, affinchè potessi gridare a tutti, a me stesso e a tutti gli altri, che ero diverso. Questo, per me, scrivere.

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chiamato vita

È primavera, a Praga, quando Margareth, forse per dare un senso a una vita mediocre, si fa disegnare nel ventre l’idea di una figlia. Più lontano, e quarant’anni dopo, Joshua insegue il suo amore, scappato in silenzio per altre mani. È solo un ragazzo eppure, in fretta, dovrà decidere di ciò che sarà del resto della sua vita. Penelope non ha più nulla oltre al niente, la vita le è passata davanti troppo in fretta: nemmeno un istante per poterla fermare, guardare, cambiare. Così, quando incontra quel ragazzo goffo, su un vagone sporco e stanco, decide di seguirlo. In un’orgia di pensieri, attimi, decisioni, errori di ragazzi, giudici troppo giovani della loro stessa esistenza, meravigliosa e spietata insieme scivola la fuga di quel bordello che ha nome vita.

Isbn 978-88-97207-05-4

L

a penna sfiora la carta, è una ferita lieve. Il nero sangue del foglio inizia lento a tracciare pensieri, pagina dopo pagina, il bianco muore e qualcosa nasce.

Cronache di un bordello

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Lorenzo Rulfo Il nero sangue del foglio inizia lento a tracciare pensieri, pagina dopo pagina, il bianco muore e qualcosa nasce. Ma crescendo s’impara che non tutto è così semplice, prendere un’idea e farsi rapire, scaraventarla sul foglio e automaticamente essere “scrittore”. Non è così. Perché scrittori si è, poi, nel momento esatto in cui si scrive o quando si parla di ciò che si è fatto. Ma tutto il resto del tempo conviene inventarsi una professione che permetta di restare vivi. Io scelsi il teatro, comincia a occuparmi di testi da tradurre o da adattare. Insomma fu qualcosa di molto simile, comunque, e che mi insegnò un modo diverso di intendere le parole. Me ne innamorai, il teatro fu per me l’essenza di una vita e ancora lo è. E poi, quella stessa vita. Che intanto, mentre ti professi poeta, continua a scorrerti accanto senza lasciarti il tempo di viverla. E scopri il bivio, profondo, fra essere e scrivere. Mai tutti e due assieme, l’uno esclude l’altro. Quando è nato Cronache di un bordello chiamato vita avevo vent’anni. è stato qualcosa che è uscito dalla mia pelle, come un colpo di tosse. Scritto in una settimana e poi abbandonato su un tavolo, dentro a un quaderno, come a de-

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cantare e prendere tempo. Era qualcosa che avevo bisogno di scrivere, il mio corpo chiedeva di farlo. C’era l’idea di una donna bellissima nell’esatto istante in cui capisce che la sua vita è stata sprecata, gettata via, nel momento in cui le crolla il mondo e comprende di non essere mai stata amata. C’era il desiderio di riscattare questa idea (Margareth), il tentativo di darle un’arma per portarla alla vittoria. C’era bisogno di farla rimanere gravida, brandendo l’idea di una figlia come unico possibile riscatto. Buttato sulla carta in una settimana. Diversi anni dopo ritrovai i fogli e, per caso, mi misi a rileggerli. Si, amavo ancora Margareth ma di lei avevo già capito tutto. Ora avevo un nuovo amore, Joshua, e sentivo il bisogno di tradire, come un’amante infedele, la vecchia idea per quella nuova.

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Lorenzo Rulfo

Autori Così mi misi a scrivere di lui, del suo dolore, della sua forza, della fuga di una donna che amava. C’era bisogno di nutrirlo, fargli conoscere la vita, regalargliela come ci fosse cascato dentro, di colpo, una notte. Quando si parla di bisogno di scrivere è qualcosa di più profondo e infantile della volontà o del desiderio. Anche se non esiste più storia che non sia stata raccontata, come una dichiarazione di poetica, io cerco di scavare in tutto ciò che è ordinario per trovare la chiave che trasformi la storia in straordinaria. Entrare a fondo nell’essenza di ogni gesto, dell’emozione di ogni gesto. Poi ecco Penelope, una donna che ha già vissuto tutto, e che non ha più nulla da scoprire. Fino a quando non incontra Joshua, non guarda un secondo di troppo dentro ai suoi occhi e la vita diventa nuova anche per lei. è un romanzo di “espiazione”, dove c’è una nuova possibilità per tutti. Così quando scrivi, quando parti con l’idea di un personaggio molto definito nella tua mente, poi tutto accade, sono proprio loro a dare una direzione alla storia, a decidere di volersi o non volersi incontrare. Ogni personaggio usa me come strumento per “espiare” la sua vita, come se, dentro me, nulla potesse più essere uguale a prima. è una dolcissima condanna, scrivere, che mi porta ogni giorno, alla fine, prima di addormentarmi, a chiudere gli occhi lasciandomi fiero e pieno di rimpianti. In fondo, Margareth poteva anche farcela. Lorenzo Rulfo

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Quando si parla di bisogno di scrivere è qualcosa di più profondo e infantile della volontà o del desiderio.



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l’intervista

premio letterario ‘pagina uno’ Da dove nasce l’idea del progetto? Perché avete deciso di rendere il lettore giudice piuttosto che scegliere i tradizionali critici letterari?

Pagina UNO è la coerente conseguenza di un desiderio: sentivamo forte la necessità di realizzare qualcosa di nuovo, una boccata d’aria fresca nel campo dell’editoria. Vogliamo distanziarci dalla realtà dei concorsi letterari tradizionali, gestiti e monopolizzati unicamente da critici e intellettuali che si arrogano il diritto di scegliere cosa si debba o meno leggere. Vogliamo essere un luogo di incontro, di condivisione e riflessione, di confronto e creatività. Per questo ci spingiamo oltre le librerie, anche nel mondo virtuale, sui social network. Il concorso, con questo stimolo, ripropone nel web l’azione del lettore quando vuole scegliere un libro. In libreria non leggiamo mai tutto il testo prima di indirizzare concretamente il nostro acquisto, la nostra decisione è invece principalmente influenzata dalla qualità della copertina, dal valore posto nelle poche righe della sinossi e dallo stile che intuiamo dai suoi primi capoversi. Dopo questi, importanti e imprescindi-

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bili, passaggi e dalla curiosità che ne scaturisce individuiamo il libro da prendere e da portare con noi a casa. Ci piace infatti immaginare i nostri lettori davanti allo schermo del proprio computer intenti a sfogliare virtualmente la prima pagina del testo come tra gli scaffali di una libreria. È un gioco, un esperimento divertente dal serio e oneroso obiettivo di restituire al lettore il suo ruolo centrale. Con quali criteri sceglierete gli scrittori da proporre alla giuria? Il concorso è iniziato da poco, ma grazie al passa parola, ai nostri fedeli sostenitori e ai nuovi amici che questa iniziativa ci ha permesso di conoscere, in redazione stanno arrivando molti manoscritti interessanti e c’è davvero l’imbarazzo della scelta.


a Lucia Valeriani Le nostre proposte non seguono criteri fissi e prestabiliti, ma offriamo ai nostri lettori argomenti diversi, opere valide che ci stimolano e dalle differenziate caratteristiche, progetti editoriali, sfide. Tra le nostre principali volontà quella di essere tramite tra autori e lettori, consegnare passione e raccontare storie che aspettano solamente di essere raccontate. Partiamo dalla convinzione che un libro debba prima di tutto emozionare, entrare e fermarsi nel cuore oltre che nella mente di chi lo legge. In che modo gli utenti possono esercitare il loro status di “giuria”? Dai primi di agosto sul sito www.dedaedizioni.com e su altri siti partner, saranno pubblicate le opere finaliste. La giuria, sarà formata da… TUTTI i lettori che desiderano partecipare al concorso. Questa “giuria globale” avrà infatti a disposizione le prime pagine (e qualcosa in più per chi vorrà approfondire la lettura), le sinossi e le biografie degli autori delle opere proposte da DEd’A, ed inoltre – sveliamolo qui ed ora – sarà possibile conoscere in modo più intimo gli scrittori, sulle pagine di IO COME Autore magazine online pubblicata sul portale www.iocome.it, per apprezzare e comprendere ancora di più la persona a cui stiamo dando la nostra preferenza. In questo modo si potrà leggere, scegliere e votare l’opera fino al 30 ottobre 2011. Per l’opera più votata il premio sarà la pubblicazione e la partecipazione alla decima edizione di Più libri più liberi a Roma, presso il Palazzo dei Congressi dell’Eur dal 7 all’11 dicembre 2011.

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Finalità del progetto? Sicuramente la promozione della lettura e la volontà di essere un’occasione per condividere questa passione. Per noi è infatti fondamentale confrontarsi e relazionarsi per scambiare idee, per crescere. È una posizione forse oggi non troppo condivisa, una condizione che ci pone fuori dai soliti circuiti letterari e dai canali prestabiliti. Vogliamo rimboccarci le maniche e creare qualcosa di nuovo, che esca dai binari tracciati dai nostri “fratelli maggiori”. Spingiamo i nostri passi in questa direzione, sicuri che ogni realtà che deve crescere o “riconquistarsi” abbia comunque bisogno di aggregare e avvicinare tutti coloro che vi credono e che vogliono essere fautori del cambiamento. Marica Barbanti


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Autori

Posso sorridere!

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a vita è ricca di momenti significativi, che segnano il proprio vissuto nel dolore, nella profonda sofferenza, nelle scelte obbligate, nei sogni recisi, nelle mete conquistate, nei momenti felici nei sentimenti di amore, di solidarietà e di passione per l’Arte. Nata a Foligno, vivo un clima di ristrettezze economiche. Ricordo mia madre arrabattarsi per arrivare a fine mese: mille attività svolte, le sue ricette speciali, il dolore e i sacrifici. Dal momento che mia madre è impegnata a sbarcare il lunario, mi accudisce Ines, che io chiamo mamma. Mio padre, bravissimo pilota, per motivi di famiglia lascia il suo amato aereo per diventare ragioniere. Trovato finalmente lavoro si trasferisce a Macerata, portandoci tutti con sé. Il distacco da Ines, la mia adorata tata, mi fa ammalare d’asma bronchiale, con crisi violente. A quattro anni rischio di morire per un attacco acuto, e continuo a star male fino ai dieci anni. È doloroso per me non poter correre, non poter giocare come gli altri, e ancor di più soffro per avere i denti in fuori e per essere presa in giro.

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Il mondo sottosopra Queste poesie, scritte negli ultimi due anni, racchiudono momenti felici, ricchi di sogni e di speranze, altri dolorosi, segnati dalla morte di mia madre. Il mondo sottosopra, titolo che indica il desiderio di poter sconvolgere, invertire i canoni, il tempo, il passato e il presente ciò che è razionale in contrapposizione con l’irrazionale: il non tempo, lo spazio infinito, il sogno, l’immaginario, la fantasia. Le personificazioni e le metafore, permettono al poeta di destreggiarsi dipingendo il mondo di colori speciali a tinte forti e colori tenui, come un pittore che crea la sua opera fantastica. Isbn 978-88-6591-028-3

Mi sento finalmente felice e innamorata

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Maristella Angeli Mia madre intanto dipinge con successo ed è un’artista poliedrica. Scrive e pubblica poesie, vincendo numerosi premi, crea racconti, fiabe, romanzi. Proprio lei mi stimola continuamente, incoraggiandomi nella pittura. Così la seguo nei numerosi eventi che la vedono protagonista: mostre, premiazioni, incontri letterari. Sono molto attratta dall’Arte ma anche il teatro mi ammalia. Già da bambina, il mio autore preferito è Shakespeare. Anche la musica mi affascina così come la danza e la lirica. Mio padre mi riempie d’affetto chiamandomi “la mia principessa” capisce il mio amore per la natura e per gli animali e mi accompagna spesso nei boschi o in campagna. In casa ho un piccolo zoo: gatti, cani, canarini, pappagallini, tartarughe, pesciolini, conigli e pulcini, e io curo tutti con affetto.

Mi chiudo spesso in casa e leggo moltissimo, seguo anche programmi impegnati e guardo film storici. Ma mi diverto anche a scrivere fiabe, che arricchisco con la mia infinita fantasia. Chiusa come sono, passo per una bambina triste, timida, insicura e sono spesso assente a scuola. Conosco le mie prime amiche che giocano con me e le convinco di essere Mary Poppins. A dieci anni scrivo il mio primo copione: Cenerentola moderna, che metto in scena con le mie cuginette. Ero già incline a fare l’attrice. Finalmente, a sedici anni, mi sottopongo a un intervento ai denti. Posso sorridere!

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Scrivo poesie sul mio diario e su fogli che tengo chiusi in un cassetto. Ma la scelta del percorso di studi viene fortemente condizionata dall’impellente esigenza di trovare presto un impiego, diventando economicamente autonoma senza più gravare sul magro bilancio familiare. L’impegno che richiede l’ISEF è pesantissimo soprattutto dal punto di vista fisico, e in quei tre anni universitari devo anche svolgere vari lavoretti estivi: commessa, rappresentante di prodotti cosmetici, creatrice di bigiotteria, ripetizioni e quando il tempo me lo permette, pittrice. L’amore? Problematico, perché le persone che incontro non sono affidabili, o mirano a un impegno ancora troppo serio.

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Continuo, in tutti questi anni a scrivere poesie che esprimono le emozioni che vivo, la rabbia per le ingiustizie, le speranze e i sogni, ma tutto resta ancora nel cassetto. Questa “non scelta”, mi porterà ad abbandonare ciò a cui tenevo di più: il teatro. Per un anno svolgo attività di volontariato, svolgendo animazione teatrale a soggetti diversamente abili ed è un’esperienza che mi fa capire quanto ognuno di noi, volendo, possa fare per gli altri. In una notte di luglio muore mio padre. Un ictus che non lascia speranza. Il dolore è forte, straziante e ancora adesso a distanza di tanti anni lo riprovo al ricordo.

Maristella Angeli

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Autori

L’amore, quello vero, si nutre della felicità dell’altro, altrimenti è solo patologico possesso. nano in modo molto severo. La prima conferma viene proprio da un’autrice nota che mi incita a credere in ciò che scrivo. Finalmente un giorno, quando proprio non ci speravo più, la vita mi fa conoscere l’uomo che diventerà il compagno della mia vita.

Un giorno, inaspettatamente, sono convinta di aver incontrato il grande amore e, ormai già trentacinquenne, mi sposo, cercando di fare la perfetta mogliettina e non immaginando certo cosa la vita mi riservi. Mio marito si rivelerà essere molto diverso da quel che pensavo e soprattutto non vuole aver figli. Per me è un dramma che crea una ferita insanabile: da sempre desideravo un giorno cullare tra le mie braccia un bambino mio e ora, in assenza di impedimenti fisici, mi si nega di averlo. Mi sento spenta, né compresa né rispettata, fino a che il distacco si traduce in separazione e in divorzio.

Con lui condivido la passione per la scrittura, perché, pur essendo un medico, scrive anche lui: racconti, poesie, canzoni e romanzi. Condividiamo l’amore per i viaggi, per gli eventi culturali e per la buona cucina, dal momento che è anche un ottimo cuoco. Approfondisco lo studio poetico leggendo molto. Mi ritrovo nelle poesie di Emily Dickinson, mi sento vicina a Ungaretti e Quasimodo, apprezzo molto Leopardi, Hikmet, Garcìa Lorca, Neruda, Shakespeare, Tagore e Gibran. Il mio compagno vive a Roma, quindi frequento molto la capitale, visito le grandi mostre e assisto a spettacoli di elevato livello.

Sono anni di sofferenza continua, di solitudine, di disillusione. L’amore, quello vero, si nutre della felicità dell’altro, altrimenti è solo patologico possesso. Vado ad abitare da sola in una mansardina e tento di ricostruire la mia vita. Scrivo moltissimo e su incoraggiamento di mia madre, comincio a inviare le mie poesie a diversi siti letterari, che selezio-

Mi sento finalmente felice e innamorata, ma ecco che arriva il dolore più grande: la morte di mia madre. Come sempre è la poesia che mi permette di esprimere il profondo dolore, l’accettazione della triste realtà. Grazie ad essa, ancora una volta, riesco a rialzare il capo e a riprendere la mia strada.

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Maristella Angeli



Uk & USA: il prodotto culturale italiano diventa anglosassone Contrappunto Literary Management apre le divisioni di New York e Londra per promuovere gli autori italiani in uno dei mercati culturali più ampi

Dopo quasi un decennio di esperienza maturata al fianco di centinaia fra scrittori ed editori italiani ed europei, l’agenzia letteraria ‘Contrappunto Literary Management’ ha aperto nel mese di maggio 2011 una nuova divisione estera, dedicata al mercato editoriale inglese e americano.

Paese ospite d’onore, quest’anno al BookExpo America di New York, la fiera del libro più importante d’America, è stata l’Italia. Contrappunto ha avuto l’onore di essere l’unica agenzia letteraria italiana presente nello spazio organizzato dall’Italian Trade Commission. Il loro impegno è quello di esportare il modello da loro creato di ‘management letterario’ fuori dai confini finora tracciati: a differenza dell’agenzia letteraria tradizionale, il cui scopo è limitato pressoché unicamente alla mediazione fra autori ed editori, il

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info letteraria

compito del Literary Management, così come l’ha voluto intendere finora Natascia Pane -fondatrice e titolare di Contrappunto- pur includendo il ruolo d’agenzia, è assai più ampio e composito, essendo rivolto allo sviluppo onnicomprensivo delle opportunità degli scrittori, sia sotto il profilo creativo che sotto quello di mercato. Lo scrittore, sia esso al suo esordio o nel pieno della sua carriera, è il punto fermo attorno al quale ruota ogni loro attività tesa a valorizzare le sue opere letterarie. Hanno avuto molte richieste dal mondo editoriale di lingua spagnola nel corso degli ultimi anni, ed ora ‘Contrappunto Agencia Literaria’ è diventata realtà’. Contrappunto rappresenta nel mondo UK&USA gli scrittori italiani dei quali cura gli interessi in patria, e ricerca scrittori di lingua inglese per una pubblicazione in Italia, in Spagna, in America Latina e in Russia, i principali mercati nei quali lo Studio opera. Numerose sono inoltre le case editrici italiane che stanno affidando a Contrappunto la rappresentanza del proprio catalogo verso questi stessi paesi stranieri, così come aumentano gli editori di lingua inglese che desiderano a loro volta affrontare il mercato estero tramite Contrappunto. Maggiori informazioni sono reperibili presso il sito web www.contrappuntoagency.com


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Autori

Voci di donne

“Scrivo di donne, sono la mia passione e la mia ossessione”

Non so se questo sia il giusto ordine delle mie determinazioni esistenziali. Ma mi tornava la solita domanda: cosa potevo essere e non ero stata? Di recente, ho provato a darmi una risposta. Una scrittrice. Ecco, potevo essere una scrittrice. E, ipso facto, ho convertito la potenza in atto. Ho cominciato a scrivere. Può sembrare che io la faccia più semplice di quanto sia stato in realtà. Ma mettermi di fronte alla tastiera e lasciarvi danzare sopra le dita intorpidite, ma improvvisamente lievi ed elastiche, è stato più facile, e sorprendente, ed esaltante di quanto possa dire.

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selvatica

Patrizia ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza tra molteplici difficoltà. Dopo la laurea si è trasferita negli Stati Uniti, lasciandosi alle spalle anche un’intensa ma problematica storia d’amore. Molti anni ritorna a Roma dove affronta un vissuto recondito ma mai rimosso. Riemerge nel presente una sconvolgente rivelazione sulla morte misteriosa e violenta dei genitori. Una storia che ci sorprende con una piccola trafittura nostalgica. Racconta che un amore può durare senza aver mai bruciato e testimonia che l’assenza dei genitori può essere struggente a qualsiasi età. Isbn 978-88-96121-50-4

“N

on è mai troppo tardi per essere quello che potevi essere”. Questa affermazione di George Eliot, categorica, intransigente, assiomatica, mi suscitava da tempo fermenti sovversivi. Cosa potevo essere e non ero stata? Ero una donna che veleggiava con dolorosa consapevolezza verso la boa della piena maturità (patetica perifrasi tesa a evitare lo sconforto della locuzione “di mezza età”...), ero una madre, un’insegnante, una cittadina impegnata nel sociale.

Il sapore della prugna

Pagine 206 • € 15,00


Cristiana Bullita “Non è mai troppo tardi per essere quello che potevi essere” Oggi mi definisco scrittrice senza nemmeno arrossire. Se, come recita la Treccani, scrittore è “chi si dedica all’attività artistica, chi compone e scrive opere con un intento artistico”, allora sì, sono anch’io una scrittrice. Finora ho pubblicato un solo romanzo ma, per aderire alla definizione, non sarebbe stato necessario neppure quello. Bastava l’intento artistico. Non avrei mai pensato di poter essere un’artista, prima d’ora. Dalle descrizioni della maggior parte di quelli che mi conoscono risultavo razionale, logica, metodica, rigorosa. Qualità che escludono estro, imprevedibilità, originalità creativa. Ma non ero soltanto così, evidentemente. “Uno, nessuno, centomila”. Qualcosa di diverso covava sotto l’attitudine alle inferenze. E gli ho dato voce, gli ho dato spazio. Ho iniziato a scrivere esclusivamente per il gusto di farlo. Scrivo soprattutto di donne. Le donne sono la mia passione, e la mia ossessione. In particolare donne mature che guardano al proprio passato con languida nostalgia, accorato rimpianto, lucido disincanto, o con l’incredulità del superstite scampato a un disastro. È il caso di Patrizia, la protagonista de

Il sapore della prugna selvatica, DEd’A, 2011, che condensa nel proprio sguardo quegli stati d’animo contrastanti. Pare che nell’età matura il cervello sia in grado di gestire meglio sentimenti ed emozioni. Forse anche di raccontarli meglio. È quello che mi propongo di fare. E voglio farlo scrivendo. Sono un’emotiva, non mi piace parlare. Credo che scrivere aiuti a tracciare un percorso, a indicare una strada. E leggere significa seguire quel sentiero, che non è sempre agevole, ma che può condurci fin dove è possibile voltare il prisma della nostra vita e vederne tutte le facce. Io sono diventata quello che ero ma che non avrei mai pensato di poter essere, grazie alla lettura e alla scrittura, e forse posso ancora scoprire ulteriori dimensioni inedite della mia soggettività. Questo accade sicuramente a molti di noi: la letteratura, sempre agìta, che si sia autore oppure lettore - può fungere da medium per il sospirato e mai tardivo approdo su una sponda sconosciuta di noi stessi. Grazie George Eliot. Cristiana Bullita

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in corso

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appuntamenti

Macchiaioli a Villa Bardini Una bellissima raccolta quella presentata nelle sale di Villa Bardini. Paesaggi assolati e agresti, marine, ritratti di giovani donne e di fanciulli sono i soggetti delle tele di Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Silvestro Lega, fino ai trionfi di colore di Plinio Nomellini. Un tuffo nelle acque de L’Arno alla Bellariva dipinte da Borrani, le passeggiate lungo i filari di pioppi immortalate da Fattori e Gelati, l’aria terza di Una bella mattina d’inverno di Cecconi, non rappresentano soltanto capolavori di tecnica pittorica, ma vere e proprie espressioni dell’animo che invitano a condividere la bellezza di luoghi incantevoli quali a buon titolo partecipa Villa Bardini con il suo splendido giardino e i suoi scorci emozionanti su Firenze.

Vincenzo Cabianca Figure sul porto, 1861 olio su tela. Per informazioni Villa Bardini - FIRENZE Da martedì a domenica ore 10.00 - 19.00. Tel. +39 055 20066206 www.bardinipeyron.it fonte: http://www.bardinipeyron.it/ab/ cont__0_359.phtml#359

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Oltre alla mostra si potrà passeggiare per lo splendido Giardino di Boboli nonché collegato alla villa e al giardino Bardini. Villa Bardini risale al ’600 costruita su progetto dell’architetto Gherardo Silvani. Il giardino, arricchito da siepi, aiuole e piante scenograficamente disposte, offre una vista panoramica su Firenze di particolare emozione. Il complesso divenne nel 1913 proprietà dall’antiquario Stefano Bardini, dal quale prende il nome.


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Incontri D’autore 2011

La contessa di Castiglione MilanoNera eBook di Patrizia Debicke van der Noot Una leggenda o una realtà? Perché Virginia Oldoini Contessa di Castiglione, fece di se stessa un mostro e un mito. Chi fu veramente? E quanto si sa veramente di lei? Quanto contò e… se contò il suo negligé per l’Unità d’Italia? Gli amori, gli intrighi, le sue debolezze… Ebbe come amanti: imperatori, re, principi, diplomatici e banchieri… Alcuni dei tanti segreti che attraversarono la vita della bella contessa… La presentazione dell’eBook La contessa di Castiglione insieme a L’uomo dagli occhi glauchi avverrà a Lovere “Incontri di Autore Noir” sabato 23 luglio.

Per informazioni Incontri D’autore 2011 - Libreria Mondadori P.zza XIII Martiri,3 - 24065 Lovere, Bergamo Tel: 3474046686 - libreria@mondadorilovere.it

IN CORSO

UNA TORRE DI LIBRI

Fino al 31 luglio 2011 e per il quarto anno consecutivo Torre Pellice torna ad essere punto di riferimento per gli amanti dei libri e della cultura, con la manifestazione Una Torre di Libri. Il titolo e filo conduttore degli eventi è il binomio Nazioni/Narrazioni. Il concetto di nazione è cambiato nel corso della storia dell’umanità. Nella realtà di oggi c’è da chiedersi se abitando uno stato-nazione davvero condividiamo una lingua, una storia, un territorio, una cultura, un’etnia… Tanti incontri e tanti ospiti importanti, tra i quali ricordiamo: Simonetta Agnello Hornby, Gloria Arbib, Daniele Arghittu, Alessandro Barbero, Eugenio Bernardini, Andrea Camilleri, Giancarlo Capozzoli, Eva Carazzolo, Valter Carignano, Roberto Carretta... e molti altri. Per informazioni Una Torre Di Libri Torre Pellice (TO) - fino al 31 luglio 2011 www.unatorredilibri.it

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Io come Autore


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