Io Come Autore

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numero

autore

Copertina

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22 satira politica

San Silvio: Su quel letto

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14 passioni indicibili Ribellarsi 24 è giusto

pag.

Anno 1 N. 06 / giugno 2011 - Periodico settimanale - In attesa di Registrazione

di Andrea Simoncini Gibson


numero

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IN COPERTINA ANDREA SIMONCINI GIBSON. Fotografo. Nato a Roma e si laurea in disegno industriale a Londra. Simoncini insegna all’Università del Progetto di Reggio Emilia e all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Il lavoro sul corpo femminile cominciò con le prime sculture di Venere nel 1999 sviluppandosi attraverso i ritratti fotografici digitali. Arrangia il corpo della modella come se plasmasse della creta fino a intervenire sull’immagine graficamente per mettere in risalto le sue qualità. Tenendo fede alla sua ricerca dell’universo femminile Simoncini prende parte a molte mostre personali e collettive, nonché a svariati concorsi che lo vedono vincitore. Risiede e lavora a Milano. info@arte20group.com


in copertina

Andrea Simoncini Gibson

Ritratto La Pina Di Radio Deejay


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sommario

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autori

Patrizia Debicke van der Noot |

Un incidente: una seconda vita Francesca Bertoldi |

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Dare la vita e la morte Ivo Ragazzini |

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San Silvio e la satira politica

rubriche Focus on |

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Il vortex |

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Blogger per caso Blog letterari, araldi delle muse Appuntamenti |

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Botero Notturno Festival A cena con lo scrittore Estratto |

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Siate anche voi partigiani!

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editoriale Come dice Elena Ossella: “Se scrivi è perché vuoi essere letto”. Sembra a tutti così facile saper comunicare e far arrivare il proprio messaggio; ma è solo apparenza. Scrivere implica ricerca, passione e una sapiente mescolanza tra creatività e praticità; soprattutto sul web dove, riuscire a catturare l’attenzione degli utenti richiede vera maestria. Ecco perché vi proponiamo, non solo i consigli di una professionista, Elena appunto; ma soprattuto 3 storie di scrittori che fanno della ricerca (della verità) il cardine della loro letteratura. Farsi leggere, significa anche saper cercare immagini che sappiano comunicare il messaggio. Noi abbiamo scelto di condividere quello dell’artista contemporaneo Andrea Simoncini Gibson, rendendo omaggio al corpo femminile immortalato come pura opera d’arte. Per questo abbiamo scelto La Pina, di Radio Deejay come simbolo di questa riflessione.

Buona Lettura. Marika Barbanti

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focus on

BLOGGER PER CASO Cos’è un blog? È un piccolo spazio virtuale che ci ritagliamo nel web, dove sono presenti altre centinaia di migliaia di spazi simili. Un blog è un diario personale dove mettiamo i nostri appunti alla mercé voyeuristica di tutti gli utenti che navigano e che incappano per caso o volutamente sul nostro spazio. A cosa serve un blog? Un blog serve a trasmettere nel minor spazio possibile e nel modo più incisivo possibile informazioni a chi legge i nostri post. Le informazioni possono essere di carattere politico, turistico, medico, commerciale e, perché no, emotivo. Le emozioni informative? Esprimo me stessa attraverso i miei post e trasmetto a chi mi legge una piccola porzione del mio ego. La persona che legge il post può essere interessata a ME o può essere interessata al mio stato emotivo, perché magari prova le stesse sensazioni in quel momento, o non le ha mai provate. Come si scrive un blog? Scegli il tuo argomento portante tra i temi su cui non ti stancherai mai di scrivere (o almeno si spera). Sii mono-

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tematico, i calderoni non piacciono quasi a nessuno e se scrivi on-line è perché vuoi essere letto, non prendiamoci in giro. Quando scegli un argomento su cui scrivere, dai un’occhiata allo strumento per le parole chiave di AdWords, vedi quali combinazioni di parole sono utilizzate di più per cercare informazioni su quell’argomento e riutilizzale nel post e una volta nel titolo. Non dividere le parole chiave con preposizioni, articoli o altro. Se la parola chiave non ti convince grammaticalmente, scegline un’altra. Scrivi massimo 500 parole. Chi legge in rete vuole leggere tutto in meno di 2 minuti, per poi poter passare all’articolo o al sito successivo. Se chi naviga volesse approfondire le letture avrebbe davanti un tuo libro, non il tuo blog. Struttura il tuo post visivamente: prepara un elenco di punti, oppure separa i paragrafi tra di loro in modo ben definito, oppure con dei titoli. Chi legge avrà subito un’idea di cosa si parla nel tuo post e potrà decidere se leggerlo.


di Elena Ossella

... se scrivi è perchÊ vuoi essere letto... Elena Ossella, laureata in lingue e

letterature straniere e un dottorato in linguistica. Dopo aver lavorato 1 anno per un sito italiano e stanca della sua vita, piuttosto monotona, fugge a 28 anni in Germania dove da quasi 3 anni vive e lavora nell’ambito della comunicazione on-line.

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Autori UN INCIDENTE: UNA SECONDA VITA “Il fulmine di guerra” racconta la sua ricetta

Come persona: sono curiosa, molto curiosa! Vorrei poter sapere e leggere tutto. Naturalmente è impossibile, ma il mio motto resta: ogni giorno posso imparare qualcosa. Ho le mie idee, ma accetto volentieri suggerimenti e consigli se li ritengo validi. Privilegio il rapporto e il contatto con i giovani, ma ho largamente l’età per essere nonna e prima di cominciare a scrivere ho fatto tante cose diverse. Mi servo di internet dalla sua nascita, per molti anni ho fatto parte di un’equipe di indagini di mercato con anche il compito di relatore, e continuo a considerare i motori di ricerca web indispensabili per qualunque scrittore. Sono sempre attiva, poche cose mi spaventano, ma undici anni fa lo ero molto di più. Allora familiari, amici e colle-

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L’uomo dagli occhi glauchi L’uomo dagli occhi glauchi è una splendida tela di Tiziano, dipinta intorno alla metà del 500. Ritrae un giovane biondo, bello, sicuro di sé, aristocratico. Patrizia Debicke, ha costruito un romanzo attorno a questa figura misteriosa. Fra duelli e veleni, in una Venezia insidiosa e mascherata e in una Roma corrotta e devastata dalla piena del Tevere, Il suo protagonista cercherà di portare a termine la sua missione, senza rinunciare ai piaceri dell’amore e dell’amicizia… In copertina: opera di Tiziano Vecellio. Per concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; © Archivi Alinari, Firenze. Grafica: Elena Leoni / Booh Studio.

Isbn 978-88-6380-039-5

B

uongiorno! Sono Patrizia Debicke van der Noot, dal 1985 naturalizzata lussemburghese e firmo i miei libri con il cognome di mio marito. Solo da due anni infatti le donne in Lussemburgo hanno recuperato il cognome di nascita ma… io scrivevo già. Mi presenterò come persona e come scrittrice.

Pagine 295 • € 18,60


Patrizia Debicke van der Noot

I romanzi sono come le ricette di cucina: servono gli ingredienti giusti. ghi mi chiamavano fulmine di guerra. Poi nel 2000, sopraffatta da un’ernia del disco che per mesi mi ha costretto in poltrona, una specie di pensione anticipata con il passaggio alla scrittura. Avevo qualche idea che tenevo da parte. Ho incominciato quasi per scherzo, per ingannare il tempo e poi scoprire che volevo farlo. E parliamo della scrittrice e di quello che è stato il mio percorso. All’inizio ho privilegiato argomenti che mi stuzzicavano, cercando di mettere a punto uno stile e di adeguarmi a un registro narrativo. Usavo frasi brevi, per riabituarmi all’italiano, trascurato a

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lungo per il francese, poi ho preso maggior confidenza. Ho spaziato tra thriller e saghe familiari per poi approdare con soddisfazione nel 2007 al romanzo storico e ho pubblicato con Corbaccio: L’oro dei Medici, La gemma del cardinale e L’uomo dagli occhi glauchi. Mi piace scrivere di storia d’avventura e di storia, ma non è facile. La documentazione è vitale. Ci vogliono tempo, precisione, pazienza, e impegno di mesi per raccogliere il materiale necessario a un’ambientazione soddisfacente. Materiale che poi, con umiltà e misura bisogna centellinare, facendolo trasparire dalle righe, bene attenti a non appesantire la narrazione. Vorrei paragonare i romanzi a ricette di cucina. Servono gli ingredienti giusti. Che poi sono: frasi scorrevoli, senza inutili eccessi e soprattutto idee e fantasia che portino a una trama coinvolgente. Ma questo potrebbe non bastare perché sul mercato letterario italiano spesso dominano certe mode e non è facile trovare spazio. L’editore è sovrano e il lettore anche. Senza rinnegare il mio spirito, tento di offrire un prodotto giusto. Ho un paio di romanzi pronti nelle mani della mia agente Roberta Oliva e altri in incubazione. Ho scelto di scrivere, perseverò con caparbietà in un confronto giornaliero che si è trasformato in una passione trascinante, quasi una seconda vita! Patrizia Debicke van der Noot

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Blog letterari, araldi delle muse R

ispetto a qualche anno fa (tecnicamente il secolo scorso, ma in pratica l’altro ieri) la separazione tra lettore e scrittore era ben definita ed evidente. Soprattutto per quanto riguarda la letteratura più “letteraria” (passatemi il termine; il dibattito sarebbe a lungo e prima o poi lo faremo, ma non ora) non vi erano eccessivi momenti di scambio tra autori e lettori, se non i canonici eventi quali presentazioni ufficiali e fiere. Solo alcuni generi letterari molto ben definiti godevano della possibilità di avere degli spazi dove autori e lettori

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potevano incontrarsi per discutere, conoscersi e scambiare opinioni, anticipazioni, pettegolezzi (?!?) o in alcuni casi innescare delle vere e proprie “faide” letterarie. Questi spazi si chiamavano fanzine e sono nate sulla carta; dapprima battute a macchina, poi ciclostilate e infine fotocopiate, quasi mai stampate. In Italia, sono comparse a cavallo tra gli anni ’50 e ’60, hanno avuto il loro periodo d’oro tra la fine degli anni ’70 e la metà degli anni ’80, per poi subire una sorta di serena quiescenza negli anni ’90. Una delle caratteristiche peculiari erano i tempi e le dinamiche estremamente dilatate: le fanzine uscivano


di Giorgio Ginelli

Quasi sempre chi scrive è anche chi legge... quando potevano (quando si trovavano soldi e tempo per confezionarle), erano distribuite tramite posta solo a chi ne faceva richiesta, non sempre (quasi mai) erano tempestive sulle uscite delle opere degli autori e raramente potevano permettersi il lusso delle anticipazioni. Erano quasi tutte ponderate. Poi, un bel giorno, come si sa, qualcuno ha messo gli occhi sul filo del telefono e gli è venuta l’idea di usarlo non solo per telefonare alla mamma. Lavoraci oggi, lavoraci domani, siamo arrivati (quasi) al web 4.0; ma già, fin dall’inizio di quest’avventura, la rete ha dato strumenti che hanno in alcuni casi integrato e poi sostituito egregiamente le fanzine. Ma soprattutto il web ha esteso il loro utilizzo in tutti gli ambiti della creatività, dalla letteratura alle arti visive, dalla musica alle peculiarità di tutte le altre muse. Tra gli incontri al Delos Day anche quello con le curatrici di alcuni tra i blog italiani dedicati alla letteratura molto trafficati; un incontro che ha messo l’accento su come sono cambiati negli

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incontri

La scorsa settimana dal 2 al 5 giugno a Milano si è tenuto il Delos Day 2011 (http://www. delosdays2011.it/); un evento organizzato dall’Associazione Delos Book che ha pensato di fare quattro giorni serratissimi di incontri, suddividendo le giornate nei temi capofila del catalogo di Delos: vampiri, fantasy, fantascienza e horror. Folta la presenza di autori internazionali e nostrani, ma soprattutto tanti incontri dedicati alla letteratura, in cui autori e lettori hanno avuto modo di incontrarsi e arricchirsi.

ultimi dieci anni gli equilibri tra scrittore e lettore. I blog possono essere considerati come l’evoluzione di ciò che è iniziato con le fanzine su carta (che tecnicamente comunque rimangono e sono magari divenute delle webzine) e nascono dal famelico bisogno di tempe-

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stività che, nel bene o nel male, la rete impone. Il blog letterario è una struttura che permette a chiunque almeno due generi di attività: essere tempestivamente informato sulle uscite e dire la propria.

SF BLOG Fare una lista dei blog dedicati alla letteratura potrebbe essere un’impresa ardua, ci limitiamo perciò a citare alcuni dei più significativi e completi, molti dei quali presenti attraverso le loro Admin all’incontro al Delos Day della scorsa settimana. Si può iniziare da “Romanticamente Fantasy” (http:// romanticamentefantasy.blogspot. com/) le cui Admin Selly, Nuvolina e Baby sono sempre disponibili a interagire. Il blog è dedicato a diversi generi dall’urban fantasy al paranormal e al romance; al suo interno anticipazioni, recensioni e interviste. Keira87 cura invece il blog “The Book-Lover” (http://thebook-lover.blogspot.com/) molto elegante e curato, dove si possono trovare anticipazioni e quant’altro vi serva su romance e novel di vampiri e streghe. Per chi non ama le emozioni forti c’è sempre “Isn’t it romantic?” (http://romancebooks.

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Giorgio Ginelli

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Il primo aspetto assume a volte proprio la caratteristica di fanatismo, il che ha una sua logica: se sono “fan” di quell’autore sono tendenzialmente portato a cercare di sapere tutto su di lui, il PRIMA possibile e in anticipo sul Resto Del Mondo. Il modo in cui un blog riesce a soddisfare questo tipo di richiesta a volte è semplice e immediato: un collegamento diretto con l’autore. Il quale, spesso, ha una propria pagina web, è presente nei socialnetwork e ha molti altri modi di raggiungere i propri lettori (tra cui es-

splinder.com/) italianissimo blog dedicato al romanzo d’amore di stampo tardo vittoriano, con un’interessante sezione legata all’interazione con i lettori ai quali viene data la possibilità di postare delle situazioni inventate da calare in un romanzo specifico. È nel “Gloria’s Literary Café” (http://glorialiterarycafe.blogspot. com/) che si possono trovare mistero e avventura in un giusto mix sempre fresco proposti e coordinati dalla Admin Glory e da altre quattro collaboratrici, ognuna con un notevole pedigree. Insomma, ce n’è per tutti i gusti. Per maschi e femmine, indistintamente. Tutti i blog hanno una caratteristica comune: sono tempestivi. Il libro esce e compito puntuale delle curatrici è quello di mettere a disposizione informazioni e commenti senza tralasciare nessun aspetto.


... non sempre chi legge si mette anche a scrivere.

sere presente nelle pagine di Io Come Autore, naturalmente) ma che a volte viene anche coinvolto dalle blogger in un confronto diretto all’interno del loro blog. La possibilità di dire la propria, se vogliamo, è poi l’aspetto che soddisfa la necessità più recondita di ognuno di noi; può essere un commento buttato lì nel forum del blog (un po’ l’equivalente di essere al bar e poter dire la propria idea sul modulo 4-4-2 di Trapattoni) oppure può assumere la forma di una recensione costruita con tutti i crismi e le regole. I blog letterari soddisfano dunque diverse esigenze e a ben valutare ce ne sono alcuni che offrono un servizio che le case editrici si sognano. Tutto all’insegna, naturalmente, del no-profit ma non per questo sono da considerare carenti in professionalità e serietà. Quasi sempre gli scrittori sono anche accaniti lettori, ma non è mai stata fissata la regola che il lettore, prima o poi, si mettesse anche a scrivere. Nel blog, invece, questa regola è quasi ferrea e l’invito è quasi sempre esplicito: iscrivetevi e dite la vostra.

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Autori

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er me scrivere è ed è stata sempre una passione e un lavoro di ricerca interiore. Fin da bambina mi sono chiesta quale fosse la ragione della mia presenza nel mondo. Se faccio un passo indietro per cercare di capire quando ho cominciato a scrivere posso affermare con assoluta certezza che è stato all’alba dei miei undici anni. Mi ammalai e la malattia mi costrinse per un mese a letto. Fu una magnifica occasione per me, anche se può sembrare inverosimile, e per svariati motivi. Il primo era catalizzare l’attenzione di mia madre su di me, il secondo rispondere a milioni di domande che da sempre si affollavano nella mia mente. Quest’occasione mi avrebbe lasciato il tempo di pensare, di edificare uno spazio che appagasse l’esigenza di scarnificare la mia realtà di bambina difficile, ombrosa, ribelle. Sarebbe stata la mia fuga costruttiva. La prima cosa che feci durante quelle lunghissime giornate fu

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Forse tu sì Una raccolta di racconti nati da una suggestione diversa, ognuna delle quali mi ha concesso l’opportunità di riuscire nell’analisi dei personaggi, degli eventi, dei limiti temporali, di comunicare con “interlocutori” immaginari e interagire con loro rispondendo a una fascinazione che dovevo consumare in fretta. Non c’è un vero filo conduttore, è un viaggio tra il sogno e la finzione, dove il dubbio e l’enigma si affacciano senza una logica apparente e attraverso imprevisti fotogrammi costruiscono una sequenza narrativa permeata da singolari influssi. I personaggi condividono la necessità, di fare i conti con aspetti oscuri delle proprie vite, mentre il passato e il presente diventano i luoghi privilegiati del loro confronto.

Isbn 978-88-6316-125-0

DARE LA VITA E LA MORTE Passioni e tormenti di una nouvelle Proust

Pagine 168 • € 14,00


Francesca Bertoldi

Su quel letto, posso assicurarlo, si consumarono passioni indicibili... “ritagliare”. Mi facevo portare da mia madre giornali e riviste di moda e ritagliavo figure e articoli, miscelavo parole e immagini, intentavo storie. Non avevo un’apparente ragione di eludere la realtà, ma volevo farlo e fu così che il grande letto matrimoniale dei miei genitori, dove mi era permesso riposare durante il giorno, si trasformò in teatro, testimone unico di avventure incredibili. Attori di carta si muovevano guidati da mani infantili, agitati da ingenui tormenti. Io davo loro voce e anima. Parlavano, urlavano, piangevano, ridevano. Su quel letto, posso assicurarlo, si consumarono passioni indicibili e io insieme alle mie figurine di carta ero il pri-

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mo attore, l’artefice, il semidio, potevo dare la vita e la morte. Forse per questo la memoria è spesso la protagonista dei miei racconti, forse qualcuna di quelle storie animate da ritagli di carta emerge ancora, una protagonista peculiare sia nella sua accezione positiva, del ricordo, che in quella negativa dell’oblio. La memoria può appartenermi o essere universale, può essere il frutto di un sogno o di una vita altra, immaginata o temuta. La mia vita è ricca di suggestioni, sono preda dei magnetismi, delle seduzioni. Osservo con voracità le vite degli altri, inseguo le loro emozioni, mi avventuro e scrivo e non so mai dove andrò, l’unica cosa che so è che il mio raccontare è una continua ricerca di senso e spero che la tensione emotiva che io provo quando scrivo possa passare da me alla storia, dalla storia al lettore.

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Francesca Bertoldi

La mia storia di scrittrice nasce nella prima adolescenza, quando non facevo altro che riempire quaderni di storie fantasiose. Mai avrei pensato di pubblicare prima che la mia strada s’incrociasse con quella della Giulio Perrone Editore che ha editato il mio primo libro. Prima di questo incontro il mio interesse era solo scrivere. Sono un ex allieva dell’Istituto Superiore di Giornalismo e Tecniche Audiovisive del TG2. Nel 2005 ho frequentato il mio primo corso di scrittura creativa condotto da Paola Ducci, scrittrice e sceneggiatrice. In seguito mi sono iscritta ai corsi di scrittura creativa della Giulio Perrone Editore con la partecipazione di autori stimati come Raffaele la Capria, Dacia Maraini, Ugo Riccarelli, Lidia Ravera, Antonio Pascale e il seminario avanzato Fiction/Faction dove si è affrontato il tema della letteratura da più angolature possibili passando per tutti i grandi autori contemporanei impegnati nel corpo a corpo con la realtà. Da Pamuk a Handke, da Auster a Grossman, da Saviano a Chandra con l’intervento di ospiti prestigiosi scrittori e critici e l’opportunità di vivere un’avventura singolare: l’esplorazione della vita in carcere per il progetto di un libro collettivo frutto della collaborazione tra la casa editrice e gli allievi del corso. La mia ultima “fatica” Il libro che non c’è, appena concluso; attualmente sto frequentando lo stage avanzato di scrittura di RaiEri, iniziato lo scorso maggio.

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Attori di carta si muovevano guidati da mani infantili, agitati da ingenui tormenti. Io davo loro voce e anima.

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Scopri la NUOVA rivista il 20 giugno on-line!

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IN CORSO

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appuntamenti

Botero

Mostra dedicata a FERNANDO BOTERO. Opere sulla produzione degli ultimi 15 anni. L’esposizione a cura di Rudy Chiappini e allestita in stretta collaborazione con l’artista, si concentra in particolare sulla produzione artistica degli ultimi quindici anni, offrendo così ai visitatori l’opportunità di conoscere la più recente evoluzione pittorica di Botero. Il maestro colombiano è considerato uno degli artisti più rappresentativi del nostro tempo ed è noto in tutto il mondo per il suo peculiare linguaggio pittorico, caratterizzato da una cifra stilistica riconoscibile a prima vista.

Per informazioni Piazza Sant’Antonio - 6600 Locarno Tel: +41 91 756 31 70 servizi.culturali@locarno.ch www.locarno.ch Quando: dal 20.03.2011 - al 10.07.2011 Fonte: http://www.ticino.ch/it/

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GIUGNO

Notturno Festival

Per i maniaci del mistero, gli appassionati delle ‘scene del crimine’, i fanatici del romanzo giallo, i critici amanti delle inchieste giornalistiche, apre le porte Notturno Festival, gigantesco contenitore di spunti, idee, dibattiti di genere ma soprattutto d’incontri a dir poco entusiasmanti. Il primo Festival del Giallo e del Giornalismo d’Inchiesta del Meridione, organizzato da Majeutica. L’11 e 12 giugno: due giorni concentrati su dibattiti appassionanti, indagini antiche e moderne, casi irrisolti e storie di sangue, ma anche letture recitate, videoproiezioni, mostre di genere, mini-­corsi di giornalismo d’inchiesta, scrittura gialla, indagine poliziesca. L’hotel casertano aprirà le porte a Notturno Festival con un susseguirsi di sessioni irresistibili. La lussemburghese Patrizia Debicke van der Noot accompagnerà il pubblico nelle pieghe del suo famoso giallo storico L’uomo dagli occhi glauchi e questo è solo uno dei tanti argomenti.

Per informazioni 11/12 giugno Crowne Plaza di Caserta. Il programma dell’evento su www.notturnofestival.it L’ingresso al Festival è gratuito.

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L’evento sarà momento per parlare del delicato caso di Angela Celentano, la bimba scomparsa 15 anni fa in circostanze che restano tutt’oggi misteriose. I genitori di Angela, hanno accettato di partecipare come ospiti, e racconteranno, insieme alla giornalista di ‘Quarto Grado’ Filomena Rorro, le tante ombre e nebbie che ancora circondano la loro triste vicenda. Il fitto programma d’incontri, dibattiti e conferenze si svilupperà lungo un network di mostre, dai disegni di Diabolik alle foto in gara per ‘Filtro giallo’, dalle videoproiezioni cinematografiche di grandi classici alle novità del genere giallo, noir e thriller. Un’altra novità proposta è quella della ‘Cena con delitto’, un equilibrio tra teatro, gioco e giallo deduttivo, come in un gigantesco Cluedo, con cui il pubblico del Festival potrà concludere entrambe le serate.

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appuntamenti

A cena con lo scrittore

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A Cena con lo Scrittore presenta il reading di Fabio Rizzoli tratto dal suo libro Almanacco dei giorni migliori – Primavera, Fernandel Editore. L’autore verrà accompagnato da Luca Fattori, musicista esperto di improvvisazione vocale.

GIUGNO

Almanacco dei giorni migliori è uno scrigno traboccante di storie, per l’esattezza novantadue. Un breve racconto per ogni giorno di primavera, accompagnato da consigli di lettura, visione e ascolto, nonché da un suggerimento ad agire. Fabio Rizzoli ha creato una sorta di lunario postmoderno, un almanacco “contro il logorio della vita moderna”. Nato a Bologna nel 1974. È stato tra i creatori della rivista letteraria «Adodo», composta da testi scritti dalla redazione ma attribuiti a credibilissimi autori immaginari. Ha diretto la casa editrice Alessio Roberti Editore (NLP ITALY). Attualmente lavora come consulente creativo. Per informazioni Agriturismo Ca’de’Gatti, Via Roncona 1, San Mamante in Oriolo Faenza. Sabato 11 giugno, ore 20,00.

Pagine 198 • € 14,00 Isbn 978-88-9586-545-4

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Tel: 0546/642202 – 339/2848391 www.cadegatti.it – info@cadegatti.it Prenotazione obbligatoria. Costo della cena: 25,00 euro bevande incluse.


Inbook.tv la nuova piattaforma video

Promuovi il tuo libro in video! RACCONTARE CHI SEI È IMPORTANTE.

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inbook.tv e iocome.it sostengono gli autori

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Autori SAN SILVIO E LA SATIRA POLITICA “Giuro di dire tutta la verità, nient’altro che la verità”

San Silvio e il drago

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San Silvio e il Drago racconta le avventure di un santo che aveva delle reti e dei canali nei quali stava pescando; amava tanto la libertà fino al punto che quando vide che essa era in pericolo, si scalzò e scese in campo per difenderla contro un drago e altri personaggi che provarono di tutto per fermarlo.

scuola ero una frana in storia e letteratura. Poi finita la scuola è scoppiato un interesse per queste materie e ho iniziato a scrivere un po’ alla volta su fogli e pezzetti di carta, mini storie e racconti di vario genere che ora sono sparpagliati e ammucchiati per casa da qualche parte e che prometto un giorno o l’altro di trascriverli su files, ma non lo faccio mai, perché appena mi siedo davanti alla tastiera mi vengono subito in mente nuove storie e trame da fermare su carta.

La parola è qualcosa di magico che gli uomini usano per comunicare tra loro fatti, idee, sensazioni, pensieri, stati d’animo e un’infinità di altre informazioni. Per comunicare bene qualcosa sembra che occorra avere entrambe.

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Isbn 978-88-6354-415-2

Che cos’è la parola? E la conoscenza? Parola e conoscenza sono forse sinonimi? No, non lo sono. La conoscenza è consapevolezza o certezza di qualcosa?

Solo alla fine, dopo parecchie peripezie e miracoli incredibili, ma in qualche modo accaduti veramente, il lettore scoprirà, che “il bene trionfò sul male” e il protagonista verrà eletto santo protettore della libertà. Un misto tra umorismo e satira politica, probabilmente uno dei pochi libri di questa natura.

Pagine 86 • € 10,00


Ivo Ragazzini

... ho deciso di scrivere un racconto il cui scopo era quello di far divertire le persone a leggere... Sono un autore che ama diversi generi letterari che vanno dall’avventura, al mistero e soprattutto al genere storico come San Silvio e il Drago che è il mio primo libro pubblicato, ma ho già in progetto alcuni romanzi storici da sottoporre a pubblicazione. Mi piace questo genere e mi riesce facile farlo. Di base mi basta prendere un evento storico poco chiaro, osservare qualcosa a riguardo e intuire cosa veramente è successo o dove qualcuno ha voluto simbolizzare o non raccontare, per vari motivi, tutta la verità. Naturalmente anche il perché e per quali motivi qualcuno ha dovuto simbolizzare qualcosa, invece di raccontarlo così come era, è possibile intuirlo e capirlo dal contesto storico o dall’ambiente culturale o da cosa si cercava di nasconde-

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re o di mostrare in quel momento. Anche San Silvio e il Drago se lo si legge attentamente, pur essendo umorismo e satira è un libro che assomiglia in qualche modo a una biografia medioevale delle gesta di un santo contro qualcuno, e se vi è mai capitato di leggere la storia di un santo piena di draghi e cose mirabolanti, vedrete che spesso è simbolizzata e raccontata in modo simile per non rivelare direttamente di cosa si stava parlando, usando metafore e doppi sensi per celare il tutto. Così su quella falsariga, in modo simile a parecchi testi medioevali di santi e draghi, ho deciso di scrivere un racconto il cui scopo era quello di far divertire le persone a leggere e scoprire da soli gli episodi camuffati dalla storia, ma in qualche modo veramente accaduti, tra il ventesimo e ventunesimo secolo.

Ivo Ragazzini

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Ribellarsi è giusto

“Noi non ce l’abbiamo fatta, abbiamo fallito, ora tocca a voi”. Un’ammissione di colpa grave e un appello vigoroso quelli di Massimo Ottolenghi, classe 1915, un simbolo della resistenza civile. “Un miracoloso soprassalto”, ecco quello che ci vuole per togliere il potere dalle mani dei più anziani e partecipare in prima persona alle scelte del Paese, diminuendo l’influenza dei partiti. Il pericolo di una deriva antidemocratica è evidente. “Evitiamo una nuova shoah dei diritti” scrive l’autore con riferimento alle vecchie e alle attuali discriminazioni. “Cominciano così le dittature”: Ottolenghi lo sa sulla sua pelle. Bisogna difendere la scuola pubblica (grande palestra di democrazia), gli investimenti alla cultura e la Costituzione. A tutti i costi. Parola di un novantacinquenne con il cuore e la mente rivolti al futuro.

Isbn 978-88-6190-193-3

ari amici, scusate la confidenza, ma il solo fatto che ci si ritrovi in questa importante occasione, affollati in questa nostra amata piazza, per ricordare insieme il 25 aprile e il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, significa una comunanza di sentire e di pensare che ci affratella in un grande abbraccio. Ringrazio le autorità convenute, in particolare il nostro primo cittadino Sergio Chiamparino, per essere qui con noi e soprattutto per aver saputo dare un volto nuovo alla nostra città, per averle restituito un sorriso di speranza in un periodo di triste e penosa decadenza del nostro Paese. Ringrazio per l’onore fattomi nel delegarmi a parlare a voi tutti come testimone e resistente. Spero che chi mi ha designato non abbia a pentirsi d’aver scelto un vecchio testardo rima- sto resistente anche nell’oggi. Un democratico in servizio permanente effettivo fino all’ultimo. Un democratico che crede ancora nella libertà, nella giustizia, nell’uguaglianza, nella continuità e consequenzialità della storia; della storia che va sempre rivisitata e tenuta presente, nella sua perenne attualità, e che va rielaborata nella

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Pagine 144 • € 12,00


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edito da Chiarelettere profondità delle nostre coscienze per salvare un futuro per i giovani. Sento la responsabilità di parlarvi in un momento in cui i cittadini del nostro Paese dovrebbero riprendere in mano la situazione e per questo occorre riandare al passato. Il 25 aprile è il giorno che segna la fine del furore, la fine del peggior incubo della nostra storia. È il giorno della resurrezione. Avrebbe dovuto essere il momento della «Democratizzazione! e Defascistizzazione!», secondo la parola d’ordine, per operai e partigiani insorti, scritta nei primi manifestini diffusi quel giorno per la città. Pur nello svanire dei ricordi, le immagini di quei giorni in me sono vive. Anche se non hanno più la stessa forza delle emozioni, del lezzo di morte, del profumo della vita ritrovata a un tempo, che si respirava allora, dovunque tra le macerie di questa città sofferta. Ricordi indimenticabili: –l’urlo che si alza alto, incontrollato, improvviso nella notte, alle 24 del 24 aprile;– quelle parole «Aldo dice 24x1», pronunciate dalla voce stenta e gracchiata di un vecchio apparecchio radio di fortuna. Il messaggio tanto atteso, in codice, dell’insurrezione generale. Ora toccava a noi. Poi quei brevi flash in punti diversi della nostra città, sullo sfondo di macerie bruciate o di bagliori sinistri nelle ore notturne: –due panzer tedeschi sparavano d’infilata, sferragliando per i viali della Crocetta, distaccandosi dal quadrilatero formato intorno ai Grandi comandi per cercare di forare l’assedio delle fabbriche, or-

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mai saldamente in mano agli operai, alla periferia della città;– un automezzo militare tedesco, sotto un palo divelto e un groviglio di fili dell’Azienda tramviaria con quattro corpi riversi di SS tedesche, in fiamme all’angolo di piazza Solferino con via Santa Teresa; spari di cecchini appiattiti tra le macerie del Teatro Alfieri e sul tetto della casa d’angolo di via Cernaia; –i volti dapprima terrorizzati e poi sbalorditi e timorosi di due militari tedeschi, da noi catturati, ancora intenti a far bottino nella casa di un mio familiare prima di fuggire in automobile;– una motocicletta a fari spenti nella notte, fra gli spari di cecchini, con Giovanni Trovati, futuro vicedirettore de «La Stampa», alla guida per raggiungere la tipografia in via Roma. ***

Discorso tenuto a Torino il 21 aprile 2011 in occasione della Liberazione e del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. 25


Soltanto il 28 mattina, dopo aspri combattimenti al Ponte della Gran Madre e in zona Crimea, fu possibile, alla Brigata Superga «Bruno Balbis» del gruppo Giustizia e Libertà, proveniente da Pino, irrompere in profondità, sino a giungere in questa piazza, occupare il palazzo della Prefettura e infiltrarsi in via Roma. Sotto la Galleria San Federico un grande abbraccio: giovani esultanti, sconvolti e stremati della Brigata mobile di Carlo Mussa. Alla sede del giornale Mario Andreis, Sandro Galante Garrone, Pierdomenico Cosmo, Ettore Sisto e un tumulto di volti amici e sconosciuti. Poi l’odore caldo del piombo liquido delle linotype. Fra le urla e la calca si stampava il messaggio per la città che doveva uscire subito, il n.1 di «GL», il nostro futuro giornale. Solo il n. 2, di domenica 29 aprile, sarebbe stato un vero giornale, se pur ridotto a un solo foglio, con una grande GL al centro e due facciate fitte di notizie di portata storica. Un giornale finalmente libero e di tutti. Da ogni parte correva la gente strappandosi quel foglio dalle mani. Non occorreva una distribuzione. In prima pagina di spalla il titolo dell’articolo di fondo: «Rivoluzione democratica». Mentre fuori si sparava ancora, quel foglio avrebbe portato a tutti parole di speranza. ***

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“QUESTA È L’ORA DELLA MOBILITAZIONE”. Gustavo Zagrebelsky, 2011

“La sfiducia nella libertà, il DESIDERIO di appartarsi, di lasciare la POLITICA ai politicanti. Questo è il PERICOLOSO stato d’animo che ognuno deve sorvegliare e COMBATTERE, prima che negli altri, in se STESSO”. Piero Calamandrei, 19 ottobre 1946


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edito da Chiarelettere Da quel momento tutti tornavamo a essere liberi, uguali, senza angosce, senza padroni. Tutti cittadini, anziché sudditi, titolari di diritti oltre che di doveri. Per molti poi quella Liberazione significava la vita, il diritto a esistere, da cose e da subumani destinati allo sterminio, ridiventare persone, soggetti. Per i trentamila ebrei sopravvissuti significava recuperare vita, affetti, la propria identità, la luce del giorno, una patria. Significava ritrovare un letto sicuro la sera senza il terrore di essere sorpresi nel sonno per venire umiliati, spogliati, stuprati, eliminati o avviati ai campi di Fossoli, di Bolzano, della Riviera di Saba, in attesa dei forni della morte pianificata. Per loro la vita clandestina, la ricerca di gente amica, di un rifugio, di documenti falsi, di salva- condotti era incominciata fin dal 1938, dall’emanazione delle 27 Leggi razziali e delle centinaia di ordinanze e circolari repressive; cinque anni prima del fatidico 8 settembre, quando la guerra si sarebbe estesa a tutti contro tutti. Allora proprio quella rete di rifugi, di persone amiche, di anime belle avrebbe costituito negli ultimi lembi di patria, nelle valli, nelle campagne e nei conventi, la prima struttura pronta ad accogliere ricercati, prigionieri, dispersi, sbandati in fuga dalle carceri politiche e da un esercito in rotta abbandonato e tradito dai capi. Fu la prima trama su cui iniziò la tessitura della Resistenza. Uomini di tutte le provenienze, del Nord e del Sud, diversi per estrazioni sociali, orientamenti, for-

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mazione culturale e ideologica, se pur spesso con dolorosi travagli, si sarebbero uniti nell’azione contro un unico nemico. La miglior gioventù d’Italia, come nel Risorgimento, per amore della libertà e della giustizia avrebbe costituito il nuovo esercito di liberazione. E grazie ancora alla convergenza di consensi dagli estremi opposti, dal cattolicesimo al comunismo, uomini eccezionali di partiti diversi sarebbero poi giunti a varare e a realizzare il grande dono della Costituzione, le tavole istituzionali della nuova ricostruzione. Da un fortunato coagulo di forze in «concorde discordia», come l’ha definito Norberto Bobbio, nacque dialetticamente il patto della nuova convivenza civile. Tutti finalmente sarebbero stati legittimi abitanti di una sola casa comune le cui dimensioni sociali e giuridiche, nazionali e internazionali, finalmente sarebbero state ben definite con una struttura e confini ben precisi, con un volto degno e luminoso per un solo popolo. Gli italiani però, seppur con questo grande dono, non hanno saputo realizzare in concreto quello che alla Liberazione era stato all’ordine del giorno di operai e partigiani: la «Democratizzazione! e Defascistizzazione!» del Paese. La prima fu attuata solo formalmente. Molti, per interesse e assuefazione alla illegalità, troppi per comodo o semplice inerzia e indifferenza hanno infatti progressivamente abdicato alla funzione di cittadino, delegando i propri diritti, lasciando spazio al potere di gruppi e

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persone tanto da tollerare nuove disuguaglianze e limitazioni, con lesione e ingiuria alla giustizia e alla libertà. La seconda, la defascistizzazione, si è limitata alla cancellazione dei vecchi simboli ma non fu attuata, con adeguata epurazione, nei gangli del potere. Mancò soprattutto quella revisione delle coscienze, che ha invece radicalmente innovato la Germania, tanto che alcuni nuovi partiti si sono progressivamente fascistizzati al punto da aspirare a divenire partito unico e padrone del potere, a trasformare il Parlamento in una Camera delle corporazioni costituita da delegati al servizio di capi anziché degli elettori. Della democrazia è mancata la pratica, gli strumenti per ora ci sono ancora, ma restano inutilizzati e quelli di controllo vengono intanto delegittimati, sfiduciati e attaccati in guerra aperta. Della defascistizzazione non vi è più traccia perché ogni relitto fascista è stato recuperato per rafforzare il potere del governo contro la giustizia e lo Stato, a servizio di un potere padronale. Amici e amiche, cittadini, se volete rispettare i nostri martiri e i nostri caduti, guardatevi dal ritorno di un regime che viene spacciato come decisionismo, che presuppone comunque un padrone e ovviamente la disuguaglianza e la prepotenza. Occorre salvare lo Stato, le istituzioni e la Costituzione. Forse questo oggi è rivoluzionario ma occorre un nuovo risorgimento, una nuova liberazione. Siate anche voi partigiani!

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MASSIMO OTTOLENGHI, di famiglia ebrea, torinese, già militante del Partito d’azione con Ada Gobetti, Alessandro Galante Garrone, Giorgio Agosti, è stato magistrato nel dopoguerra, quindi avvocato civilista.


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