Io Come Artista 17

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Massimo Balestrini Rober to Basciu Giuseppe alella Mendolia C no li o z z o C io d u Cla llo

Foto by Dina Nerino

Anno 2 N.17 Marzo 2012 - Periodico quindicinale - Editore e Proprietario: eBookservice srl C.F./P.I. : 07193470965-REA: MI-1942227. Iscr. Tribunale di Milano n. 324 del 10.6.2011.

alias Pornobe

numero 17

www.iocome.it


sommario Artisti

Massimo Balestrini Il disegno come espressione.

pag. 4

Le Civette

di Daniela Canali Tiziano e la nascita del Paesaggio moderno pag. 22

in copertina

Opera di Massimo Balestrini “No News”

Designer

Roberto Basciu

Uno stilista prestato all’interior design.

pag. 28

Boudoir

pag. 40

Eventi del ½ mese

Torino - Firenze - Berlino un viaggio nell’arte

pag. 44 Artista Visivo

Giuseppe Mendolia Calella Conservazione e gli objet trouvè pag. 50

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17 numero

di Indira Fassioni intervistando Claudio Cozzolino


editoriale Facciamo come quelli che corrono: testa bassa, passo svelto, concentrati sull’orizzonte. Un orizzonte che non vediamo nemmeno, a dire il vero, e che inoltre non è neanche troppo lontano. Mai che nella giornata ci sia l’occasione di gettare uno sguardo alla realtà. Ciò che vediamo è in funzione del cammino che dobbiamo percorrere; non abbiamo tempo per altro. Usare gli occhi e lo sguardo per vedere, invece che per controllare la realtà: se trovassimo il coraggio di guardarci intorno, chissà cosa potremmo vedere! L’arte è un po’ il segreto di guardare le cose non con gli occhi di chi corre, ma di chi vuole scoprire. Amare l’arte significa, per un attimo, entrare in questo ritmo, in questo delicato equilibrio fra necessità e bisogno. E per essere artista non bisogna per forza trovare l’originalità estrema: a volte è sufficiente porgere l’idea di una differente profondità, un colore, una luce, un ombra. Altre volte è l’intuizione dell’uso di una tecnica a far acquistare all’opera un’attenzione maggiore. In ogni caso l’arte è ciò che l’occhio dell’artista propone alla nostra attenzione, sperando che noi non si sia sempre impegnati a correre a testa bassa. Giorgio Ginelli

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Artista

Massimo Balestrini

Massimo Balestrini è presente presso la Galleria Dam Arte, Magenta - Via Manzoni, 48 - Milano 4


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Artista

Massimo Balestrini Fin da bambino coltivavo una grande passione per il disegno, riuscivo a riprodurre ciò che vedevo senza fatica. Esprimevo quello che volevo con le immagini anziché con le parole; era il mio linguaggio personale, una valvola di sfogo. Da “grande” mi sono laureato in Scienze dell’Informazione e mi sono poi diplomato in Pittura all’Accademia di Brera. Parallelamente

all’attività artistica si è poi affiancato l’insegnamento, all’Accademia Cignaroli di Verona. Adoro raccontare e condividere la mia esperienza con i ragazzi e penso che anche loro avvertano con quanta passione mi dedico a questa attività. La passione per la computer grafica è nata invece nel 1982. Il film Tron (allora


M. Balestrini People Before Profit 80x120 cm mixed media on canvas


Artista

Massimo Balestrini d’avanguardia nel digitale) mi affascinò per la novità dei suoi effetti speciali. Era probabilmente una delle prime sperimentazioni di quella che poi sarebbe diventata la moderna computer graphic. Utilizzare uno strumento come il computer per poter amplificare le mie potenzialità creative mi è sembrato da subito una cosa naturale, una specie di estensione delle mie mani. Nel mio lavoro artistico cerco però di dissimulare gli aspetti troppo tecnicisti per non esaltare l’aspetto formale a discapito di quello semantico. Volontariamente rendo poco comprensibile nelle immagini la differenza tra le parti dipinte dalle parti realizzate con l’ausilio informatico. Nella realizzazione di ogni opera la fase creativa è sicuramente la più interessante, e naturalmente la più introspettiva. Nel momento in cui progetto una nuova serie di quadri per prima cosa appronto uno storyboard preliminare di tutti gli argomenti che voglio trattare. Segue l’approfondimento: cerco libri, film, musica, fumetti, immagini e ogni altra cosa che mostri un’attinenza diretta o indiretta all’argomento. La fase di approfondimento mi permette di conoscere e preparare una linea di lavoro inerente ad una logica e una scelta tematica precisa. Solo a quel punto mi è possibile ricucire tutti i frammenti del mio grande puzzle mentale e finalmente cominciare ad elaborare in modo visuale le idee: realizzo bozzetti a matita con appunti e note; a volte mi serve preparare dei modellini in scala, che 8


M. Balestrini Growing Up 80x120 cm mixed media on canvas

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Artista

Massimo Balestrini poi fotografo o disegno. La fase finale è la trasposizione su tela, dove si compie la fusione delle tecniche mediali classiche con quelle tecnologiche. Il risultato è quello che Valerio Dehò – curatore della prossima mostra che inaugura alla GalleriaDAMarte di Magenta giovedì 29 marzo – ha sintetizzato come “superimmagini”, “veri contenitori come se in un linguaggio html si formassero dei messaggi complessi, plurimi, pieni di richiami vicendevoli o extra artistici. Balestrini ha realizzato un proprio mondo in cui trovano collocazione i suoi desideri, le passioni, le letture, la conoscenza dell’arte e delle arti. Le sue sono opere che contengono”. E ancora, nel testo a catalogo,

Valerio Dehò scrive: “Massimo Balestrini parte sempre da immagini-contenitore, strade, città, paesaggi, che hanno ampia 10

M. Balestrin Junkyard 60x140 cm mixed media on canvas


M. Balestrini No News 165x140 cm mixed media on canvas 11


Artista

Massimo Balestrini riconoscibilità: dentro accade di tutto, le superimmagini si cibano di tutto, sono dei black holes che assorbono la luce attorno e la luce è fatta di tutto quello che conosciamo come comunicazione e come arte”.

Mi piace raccontare delle storie tramite le mie opere; per scelta utilizzo un linguaggio facile per parlare di argomenti anche difficili. Credo che il cervello umano per sua natura si orienti ad una logica associativa nella visione, anche quando la logica non si vede o non c’è. Sfruttando questa capacità associativa mi piace nascondere nelle mie creazioni artistiche messaggi scritti, immagini, forme che possano aiutare l’osservatore a leggere la 12


M. Balestrini People need heroes 160x100 cm mixed media on canvas

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Artista

Massimo Balestrini storia che voglio narrare. Tra gli argomenti che mi stanno più a cuore c’è l’eterno contrasto tra il vero e il falso, che ho affrontato a più riprese nelle serie prodotte, da Information War a Cospiracy. La dicotomia tra il vero ed il falso mi affascina. Anche nell’ultima serie di opere, “The Magic Door”, realizzate per la Galleria DAMarte di Magenta e in mostra dal 29 marzo al 5 maggio, racconto queste due unità scomposte, all’apparenza molto ben distinte, ed inevitabilmente complementari, e che, ad una approfondita analisi, risultano non sempre necessariamente esclusive. Il libero arbitrio è immaginabile come una porta magica, un pensiero etico che sta alla base della responsabilità dell’individuo sulle proprie azioni. Le nostre scelte, da quelle più profonde e consapevoli a quelle più fugaci ed effimere, si proiettano come ombre cinesi nel presente e nel futuro della nostra esistenza. La porta magica rappresenta una soglia di passaggio, atta sia alla trasformazione (come nella visione alchemica), sia all’apertura di un percorso troppo spesso solo utopico. Con il mio lavoro artistico non ho la presunzione di poter cambiare le cose, ma spero di poter aiutare a riflettere o perlomeno invitare a farlo.

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M. Balestrini PerfectTown 160x100 cm mixed media on canvas


M. Balestrini TheShield 160x100 cm mixed media on canvas

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Artista

Massimo Balestrini

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M. Balestrini Silence 140x140 cm mixed media on canvas


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Artista

Massimo Balestrini

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M. Balestrini Tonight is the night 80x180 cm mixed media on canvas

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le civette TIZIANO e la NASCITA del PAESAGGIO MODERNO da “paese” a “paesaggio” Al Palazzo Reale di Milano dal 16 febbraio al artisti dell’area nordica rendono prevalente il 20 maggio 2012 sono esposte 50 opere dei contesto naturale rispetto alle figure che lo più grandi maestri veneti del Cinquecento animano. Nella lingua italiana la parola, ed initaliano, provenienti da importanti musei sieme ad essa, il concetto di “paesaggio” americani ed europei. La mostra non si snocompaiono, invece, per la prima volta, nella da secondo un filone cronologico ma attralettera indirizzata da Tiziano Vecellio a Filippo verso nove percorsi tematici che si articolad’Asburgo, futuro re di Spagna, l’11 ottobre no in altrettante sezioni che trattano la 1552: nascita del paesaggio moderno. La pittura di “paesi”, ovvero di visioni di am“Molto alto et molto poderoso Signor, pie porzioni d’ambiente naturale, è uno dei Essendomi novamente pervenuto alle mani generi artistici di più lunga tradizione. Deuna Regina di Persia de la maniera et qualità scrizioni ed esempi di com’è, l’ho immediate pitture paesistiche, sogiudicata degna di prattutto d’invenzione comparere al’alta prema anche con riferisenza di Vostra Altezmenti precisi a luoghi za: Et così subito l’ho reali, si hanno già inviata a lei con comnell’antichità ellenistimissione sino che cerco-romana. te mie altre opere si Considerato solo pura asciugano, che rivescena convenzionale rentemente in nome tra il tardo antico e il mio faccia alcune amMedioevo, è alla fine basciate all’Altezza Vodel Quattrocento e sostra, accompagnando prattutto nel Cinqueil paesaggio…” cento che il paesaggio Ed è proprio a Tiziano diviene genere autoche, in questa mostra, nomo, quando cioè gli viene affidato il ruolo Previtali madonna - Tiziano di protagonista di 22


Nascita di Adone - Tiziano quella che possiamo chiamare una vera e propria “rivoluzione poetica” della visione della natura. Nel Cinquecento, infatti, si verifica una svolta fondamentale nell’interpretazione del paesaggio che ora perde attinenza con la realtà, si trasforma, si idealizza e diventa di volta in volta espressione, colore, poesia. Compaiono così per la prima volta panorami inventati, fenomeni atmosferici impetuosi, vegetazioni surreali, tramonti fiammeggianti e persino eventi drammatici, come gli incendi, che paiono anticipare di ben tre secoli il tema del “sublime”. La mostra si apre con due opere di notevole importanza: “Il Crocifisso con cimitero ebraico” di Giovanni Bellini e “La prova del fuoco di Mosè” di Giorgione, accompagnate alla “Madonna col Bambino tra i santi Caterina e Domenico e il donatore” di Tiziano al quale appartiene anche un’opera di suggestiva bellezza, “Nascita di Adone”, che troviamo nella seconda sezione dedicata all’ Arcadia, libro simbolo della fine del ‘400, pubblicato da Jacopo Sannazaro nel 1502. La 4° sezione, che porta il titolo di un verso di Dante “L’ora del tempo e la dolce stagione”, celebra la rappresentazione del tramonto con due opere di Tiziano: “Tobiolo e l’angelo”, pervaso da una dolcissima luce e “L’adorazione dei pastori” che interpreta in modo sensibile un passo del V canto dell’Arcadia: “Era già per lo tramontar del sole tutto l’occidente sparso di mille varietà di nuvoli, quali violati, quali cerulei, alcuni sanguigni, altri tra giallo e nero”. E da non perdere è nella stessa sala la bellis-

sima “Madonna col Bambino leggente” di Andrea Previtali, artista innamorato della magia dell’ora e delle stagioni. Gli “sconvolgimenti del mondo” sono il soggetto della 5° sezione che, tra gli altri, raccoglie due dipinti molto interessanti, dallo stesso titolo “Loth e le figlie”; gli autori sono Giovanni Cariani e Bonifacio Veronese che con abili pennellate rendono al meglio la descrizione di incendi che sembrano precorrere le atmosfere romantiche di Turner. Trattando di paesaggio “moderno” non si può non citare il Vasari che nel 1568 scrive: “Molte sono le espressioni della maniera moderna” e Giorgione mosè alla prova del fuoco

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le civette

Sustris Baptism of Christ - Tiziano la 6° sezione è proprio dedicata all’espressività delle opere di Lambert Sustris, pittore di origini olandesi formatosi nell’atelier di Tiziano. Gli altri artisti importanti presenti in mostra sono: Palma il Vecchio con una prorompente “Ninfa alla fonte”, Cima da Conegliano che nelle sue “Madonne col Bambino” inserisce

paesaggi descritti con precisione orografica e urbanistica, Lorenzo Lotto che in “Susanna e i vecchioni” riproduce una fortezza ricostruita sulle basi delle descrizioni presenti nella “Storia d’Italia” del Guicciardini e ancora, Brueghel il Vecchio con un bellissimo disegno in penna di un “pezzo di natura” boschiva, Jacopo Bassano con un dipinto molto interessante dal titolo “Pastorale (il cavallo bianco)”, Tintoretto con “Narciso”, un’opera particolarissima dall’atmosfera vagamente surreale e Veronese con “Rebecca al pozzo”. La mostra si chiude con il dipinto “Il primo quadro di Tiziano”, eseguito dal pittore inglese William Dyce nel 1856 e raffigurante l’artista veneto, ancora fanciullo, circondato da fiori e foglie dai quali si narra spremesse il succo per formare i propri colori. Dyce, legato ai Nazareni e prediletto dalla Regina Vittoria descrive, con precisione accurata, ogni particolare del giardino presente nell’opera, come a celebrare la grande passione di Tiziano per il “paesaggio”. Daniela Canali

TIZIANO E LA NASCITA DEL PAESAGGIO MODERNO

Milano, Palazzo Reale 16 febbraio – 20 maggio

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William Dyce - Tiziano

Infoline: www.mostratiziano.it


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Designer Roberto Basciu

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Foto by ph bricta.com

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Designer Roberto Basciu

Architetto d’interni e Designer, Roberto Basciu; formatosi allo IED, dipartimento di Interio design. Nomade per vocazione e fervente assertore della contaminazione tra stili e culture. Le sue passioni, moda, cinema, teatro, fotografia e arte contemporanea, entrano costantemente nei suoi progetti, siano essi dedicati alle abitazioni private, come agli spazi commerciali. I suoi lavori si possono considerare abiti di alta sartoria, dove tutto è tagliato e cucito in base alle esigenze di una clientela con la quale opera in piena complicità. Grande attenzione al dettaglio; cura maniacale dei sistemi di illuminazione e dell’uso del colore, selezione accurata dei materiali. Organizzatore di eventi legati al design e alla moda, sua grandissima passione; infatti ama definirsi, uno stilista prestato all’interior design.

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Interior Architect and Designer, Roberto Basciu; formed the IED, department of Interior design. Nomad for vocation and fervent supporter of contamination between styles and cultures. Passions; fashion, cinema, theater, photography and contemporary art, enter constantly in his projects, whether they are dedicated to private dwellings, as well as commercial spaces. His work can be considered clothes of haute couture, where everything is cut and sewn on the basis of the needs of customers with which operates in full complicity. Great attention to detail; obsessive care for lighting systems and the use of color, careful selection of materials. Organizer of events related to the design and fashion , his great passion; in fact likes to define, a stylist rendered to interior design.


Foto by ph bricta.com Installazione di istant fashion designer Roberto Basciu

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Designer Roberto Basciu


Foto by ph bricta.com Alcuni dei designer che hanno esposto e partecipato alla mostra istant fashion


Designer Roberto Basciu

Foto by ph bricta.com Figurino dello studente del liceo artistico di Iglesia Maurizio Carta

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Foto by ph bricta.com Abito del fashion designer Carlo Petromilli

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Designer Roberto Basciu 36


Foto by ph bricta.com Disegno esecutivo e scarpe di Calvin Klein, del designer Francesco Vitiello 37


Designer Roberto Basciu

Foto by ph bricta.com Figurino del fashion designer Maurizio Andreuccetti 38


Foto by ph bricta.com Installazione dello street artist Vespino (Andrea Pinna) Pubblico in visita alla mostra

istant fashion

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mia di Belle Arti di Bari. Il lavoro di Pornobello si nutre della lunga tradizione dell’arte pop che dagli anni ’60 impatta nel mondo dell’arte contemporanea, una ricerca sulle fantasie sessuali scaricate di ogni volgarità da masse di colore piatto e ricca di citazioni della cultura neo pop. Le donne di Pornobello nel loro mondo di fantasie erotiche ricordano i playmobil, i mitici pupazzetti da costruzioni, giocano con le piste polistill, fino ad arrivare all’idea della donna robot, flash back della prima icona legata alla y10 o la Caterina, domestica asservita, del film con Alberto Sordi. Il mondo di Pornobello rimette in scena la cultura neo pop della generazione dei ”nipoti dei fiori” con un uso eccellente dell’ironia, in alcuni casi assolutamente dissacrante e irriverente.

Le Violon

Nato nel 1976 Claudio Cozzolino alias Pornobello lavora fin da giovanissimo in ambito pubblicitario come illustratore e art director fondando una sua agenzia di comunicazione. Dopo aver conseguito la laurea in scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Bari si trasferisce a Milano dove vive e lavora come pubblicitario, insegna inoltre presso l’Accademia di Brera a Milano e all’Accade-

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Boudoir

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Indira Fa ssi

Indira Fassioni


intervistando Claudio Cozzolino

Matrioska

Che cos’è per te l’erotismo, cosa significa? Che relazioni dirette o perverse assume con l’amore nella tua esperienza? L’erotismo è quando l’immaginazione fa l’amore con il corpo. In rapporto anche alle tue attività artistiche, qual’è il senso, tra i cinque, che utilizzi maggiormente per ricevere vibrazioni erotiche? Il sesto. É sempre un’intuizione che mette in moto la mia immaginazione in arte come nell’erotismo.

Quanto e quali tipo di pulsioni erotiche sublimi nelle tue attività artistiche? Ovvio l’esibizionismo! Che cosa accende la tua fantasia erotica? Quale particolare ti colpisce di più, eroticamente, in una persona del tuo stesso sesso, e in una del sesso opposto? Oppure si tratta di situazioni particolari? La voce. Parte da dentro, e prima di arrivarmi all’orecchio rimbalza da una cavità a

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intervistando Claudio Cozzolino

Crazy Horse

all’altra modellandosi e modulandosi nel suono che il mio timpano percepisce... così ho un po’ l’idea di come sia una persona dentro, anche se al contrario simile al funzionamento di un sonar, una specie almeno. Hai mai messo in pratica alcune delle tue fantasie più inconfessabili? E come è stato? Stancante! L’immaginazione non ha gravità e non sente fatica. Qual è, secondo te, il rapporto tra ero- Di solito preferisco eccitare, ma stavolta tismo, più cerebrale, e sensualità, più mi tocca citare Bataille: carnale? “la sessualità fisica sta all’erotismo come il cervello al pensiero”. Carousel

Ogni artista è un voyeur: cosa ne pensi? Dipende, io mi sento più “amateur”. Quali sono secondo te, le “vere” perversioni erotiche? Di quali subisci il fascino, artisticamente parlando? Mi eccitano le virgolette. Amo essere “frainteso”. In quale atmosfera trovi più fecondo creare dal punto di vista artistico e in quale preferisci fare l’amore? Ci sono punti di contatto tra le due o le pulsioni richiedono stimoli differenti? Quando sono affascinato da una donna creo un quadro e quando mi affascina un opera d’arte cerco una donna.

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Kit

Seconde te esiste la volgarità nell’erotismo? Si, quello senza fantasia. Usare clichè per esempio come la biancheria sexy; erotismo per “poveri”. Il senso del peccato o, all’opposto estremo, il libertinaggio più sfrenato, rendono la vita erotica e creativa migliori? Il peccato mi fa senso e il libertinaggio mi frena, all’espiazione preferisco l’ispirazione è questa che rende tutto migliore. 43


1 Strangers Tra Informale e Pop dalle collezioni GAM Torino - GAM, Via Magenta, 31

Dal 15 marzo al 10 giugno 2012 La volontà della GAM di Torino di valorizzare le proprie collezioni, concretizzata negli ultimi due anni con l’esposizione del patrimonio secondo un ordine tematico a rotazione, prosegue idealmente con la mostra temporanea dal titolo Strangers, ordinata da Riccardo Passoni negli spazi dell’Exhibition Area del primo piano del museo. Oltre ad offrire ai visitatori l’opportunità di scoprire un importante segmento per lo più sconosciuto della ricca collezione del museo, la rassegna permette di approfondire la storia della politica di acquisizioni, in questo caso di arte “straniera”, che negli anni ha permesso di annoverare la GAM tra i primi musei d’arte moderna e contemporanea in Italia e tra i più conosciuti in Europa. Il museo, che mantenne una natura fortemente radicata al territorio almeno fino agli anni Venti del Novecento, solo nel secondo dopoguerra si aprì ad una visione internazionale, grazie all’intensificarsi di una campagna di acquisizioni rivolta non solo all’arte nazionale. Ed è proprio da questo periodo che parte l’analisi per la 44


evento del ½ mese nazionale scelta delle 60 opere in mostra, perché da quel momento ha inizio un vero e proprio svecchiamento delle collezioni GAM. Tra il 1951 e il 1961 vengono organizzate a Torino 7 mostre dal titolo Pittori d’Oggi. Francia Italia, e da queste rassegne confluiscono in collezione importanti lavori di artisti internazionali. Con la fine della guerra riprende inoltre la consuetudine di acquisire opere alle Biennali di Venezia, e da importanti gallerie e collezionisti privati, che in quegli stessi anni si inseriscono in un tessuto culturale in continuo fermento. Artisti in mostra: Josef Albers, Karel Appel, Hans Jean Arp, Anna Eva Bergman, Roger Bissiere Norman Bluhm, Lynn Chadwyck, Eduardo Chillida, Allan D’arcangelo, Jim Dine, Isao Domoto, Jean Fautrier, Hans Glattfelder, Hans Hartung, Auguste Herbin, Allen Jones, Asger Jorn, Gerald Laing, Roy Lichtenstein, Walther Linck, Alfred Manessier, André Masson, Louise Nevelson, Irving Penn, Beverly Pepper, Peter Phillips, Pablo Picasso, Mel Ramos, Alain Resnais, James Rosenquist, Gerard Schneider, William Scott, Pierre Soulages, Pierre Tal Coat, Rufino Tamayo, Sofû Teshigahara, Joe Tilson, Marc Tobey, Cy Twombly, Maria Helena Vieira Da Silva, Andy Warhol, John Wesley, Tom Wesselmann, Fritz Winter, Wols.

Sede: GAM-galleria civica d’arte moderna e contemporanea, Via Magenta, 31 – Torino Orari: Da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00, lunedì chiuso Informazioni al pubblico: Tel +39 011 4429518 gam@fondazionetorinomusei.it | www.gamtorino.it Ufficio stampa: Fondazione Torino Musei Curatore: Riccardo Passoni Fonte: exibart.com 45


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Rob Johannesma Firenze, Museo Marino Marini

dal 3 febbraio al 12 aprile 2012 Rob Johannesma (Amsterdam, 1970) presenta nella cripta dell’ex chiesa medievale di San Pancrazio a Firenze, dove ha sede la Fondazione del Museo Marino Marini, una contenuta scelta di opere che testimoniano un arco di ricerca che va dal 1997 al 2012. Le opere in mostra più indietro nel tempo, sono proiezioni video di immagini fotografiche tradotte in termini dinamici, in cui il simbolo chiave è la natura. Avvalendosi di software specifici, l’artista attua un sottile gioco di sovrapposizione di scatti, avviando una sorta di indagine sull’immagine, come se nelle trame della superficie fotografica agisse un meccanismo che talvolta occulta, talvolta disvela. Negli ultimi lavori la fotografia permane come medium privilegiato, narrando l’iconografia storico-culturale del mondo occidentale e le icone mediali globalizzate del nostro tempo. Lo spazio di relazione tra esse, che al tempo stesso ne motiva l’esser-ci, è l’immagine come pretesto narrativo, come significante nel contesto dell’informazione.

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evento del ½ mese nazionale Rob Johannesma, World-Wielding, 2012 “World-Wielding” è cronologicamente l’ultimo lavoro dell’artista (lo si vede installato sul fondo della cripta dello spazio espositivo) ed è il risultato dell’elaborazione di un’immagine (trovata sulle pagine di un quotidiano olandese) che denuncia la barbarie della guerra a Sebrenica durante il periodo del conflitto serbo-bosniaco. Lo scatto del reporter racconta una vicenda vera per mezzo di un profilo iconico di forte impatto emotivo. Rob Johannesma se ne appropria, ri-fotografando più volte il risultato dell’ultimo scatto fino a raggiungere il grado minimo di percezione visiva. La grande riproduzione fotografica testimonia, oggettualmente e concettualmente, una volontà che elabora per poi sintetizzare, per andare oltre il vero dell’immagine giornalistica e per ri-scrivere il messaggio attraverso ciò che è rimasto imprigionato nel tessuto della superficie: un racconto ri-scritto “sull’essenza immateriale della carta fotografica”, dimostrando che l’essenziale iconico traccia una storia e fa emergere un significante che attiene al sempre visibile. Aprendo così la strada al significato in termini simbolici e proprio per questo di universale lettura.

Sede: Museo Marino Marini - Palazzo del Tau Piazza Di San Pancrazio (50123) Firenze Orari: Ma-Ve 10 – 13, 15 – 19 Sa 10 – 13 Informazioni al pubblico: Tel +39 055219432 museomarinomarini@tiscali.it, www.museomarinomarini.it Ufficio stampa: DAVIS&FRANCESCHINI Curatori: Alberto Salvadori e Luigi Fassi Fonte: exibart.com 47


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GALERIE GOTLAND BERLIN KÜNSTLERBÜCHER AUS ITALIEN LIBRI D’ARTISTA DALL’ITALIA

Un progetto di Anna Guillot, Accademia Belle Arti Catania Italia

Inaugurazione 21 marzo ore 18:00

Sede: GALERIE GOTLAND Gotlandstraẞe 5 10439 Berlin German Informazioni al pubblico: Tel +49 3060956160 +49 15773266401 gotland5@yahoo.com | www.galeriegotland.jimdo.com S / U-Bahn Schönhauser Allee – Tram M 13-M1 (Bornholmer Str.) 48


evento del ½ mese internazionale Libri d’artista dall’Italia Quando si parla di Libri d’Artista, in Italia si rimanda subito alle Avanguardie artistiche del ‘900, in particolare al Futurismo. Libri d’artista ante litteram sono stati l’ “Anguria Lirica” di Tullio d’Albisola e Bruno Munari e il “Libro imbullonato” di Fortunato Depero. Allora si parlava di ‘libri oggetto’, terminologia usata per designare il concetto di unicum riferito al manufatto – il libro fatto interamente a mano – mentre di libro d’artista vero e proprio – realizzato su larga scala in tiratura di copie stampate –, si è detto più tardi, a iniziare dai primi anni ’60. Fu soprattutto Fluxus a determinare la svolta di tale libro in senso concettuale e ideologico. Anche in riferimento alla distribuzione informale dello stesso, tutta a favore della conoscenza di una simile tipologia. Artisti come Ed Ruscha, La Monte Young, Dick Higgins, John Baldessari, Dieter Roth sono stati particolarmente attivi in questo senso. Oggi il libro d’artista nasce da un layout digitale stampabile in proprio con comuni plotter, ed è altrettanto in proprio distribuibile. Soltanto in alcuni casi i prototipi vengono rilevati da editori specializzati, realizzati in tipografia in tirature relativamente alte e fatti circuitare attraverso giri di settore. Si tratta come è noto di un particolare genere di libro che non ha nulla a che vedere con quello tradizionale. Dove è il mondo dell’artista a mostrarsi, pur sempre espresso attraverso immagini e parole. La differenza rispetto al libro canonico consiste nel fatto che l’artista lo ‘vive’, in assoluta libertà, dal punto di vista spaziotemporale (la sua fisicità, la pagina, la sequenza, i materiali), cioè nella sua dimensione assolutamente concreta. I lavori dei 10 giovani italiani Daniela Calcaterra, Laura Cantale, Angelo Carmisciano, Irene Catania, Alessandra Fazio, Claudia Gambina, Giuseppe Mendolia Calella, Marco Santuccio, Yole Villaggio e Teresa Zingale, sono il risultato di un progetto didattico del corso di Progettazione del Libro d’Artista collegato con quello di Installazioni Multimediali, tenuti da Anna Guillot presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Sono ‘opere libro’ che oltre a stimolare l’occhio e il tatto, in alcuni casi integrano piccole tecnologie come comuni mp3 o lettori video che rendono fruibile la loro estensione all’orecchio e amplificano la visione, poiché le immagini, i colori, i testi, in alcuni casi in movimento, possono relazionarsi col suono, oltre che con i materiali, naturalmente. Mondi minimi e massimi sistemi animano il contenuto di tali libri. In molti casi né più né meno di installazioni multimediali dalle dimensioni piuttosto contenute. 49


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Artista Visivo Giuseppe Mendolia Calel a Ho studiato Arti Visive e Discipline dello spettacolo (Scenografia - I livello; Progettazione artistica per l’impresa - II livello) presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Ho avuto modo di confrontarmi con artisti di fama internazionale: Marinella Senatore, Grzegorz Kowalski e Paolo Parisi. Sono stato stager presso la Fondazione Brodbeck Arte Contemporanea di Catania e collaboro con la rivista free press Tribeart. Attualmente sono tra gli studenti del master in Product Design “out [of the] door” presso l’Accademia Abadir di Sant’Agata Li Battiati (CT). Lavoro con la fotografia, la grafica, il video e l’installazione, con particolare attenzione per il libro d’artista. La mia ricerca recente concerne la tematica della conservazione: conservazione in senso lato, estrapolata da forme linguistiche e meccanismi semantici legati all’azione stessa del conservare.

Altrove, servendomi di objet trouvè e di fotografie di interni non più abitati, indago le coordinate degli spazi dove le necessità della vita (o del tempo) non combaciano più. Luoghi ancora ingombri di cose, eppure già sequenze di vuoti. Residui di un’intimità familiare che mostrano un’unica e incondizionata realtà: l’assenza. C’è tuttavia nel mio lavoro una certa consapevolezza delle forme del presente, dalla trasmissione del sapere all’utilizzo di linguaggi che derivano dalle tecnologie informatiche.

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I studied Visual Art and Performing Arts (Scenography – 1st level; Artistic Design for the Enterprise – 2nd level) at the Academy of Fine Arts in Catania. I had comparisons to artists of international renown: Marinella Senatore, Grzegorz Kowalski and Paolo Parisi. I was stager at Fondazione Brodbeck Arte Contemporanea in Catania and I’m collaborating with the magazine free press Tribeart. I’m attending the master in Product Design “out [of the] door” at Abadir Academy in Sant’Agata Li Battiati (CT). I’m working with photography, graphics, video and installation, with particular attention to the artist’s book. life (or time) don’t fit anymore. Places still cluttered with things, but already My recent research concerns the the- empty sequences. me of conservation, that comes from Residues of a family intimacy that linguistic forms and semantic mecha- show an unconditional reality: the nisms associated to the action of the absence. store. However, in my works there is a certain Elsewhere, by using objet trouvè and awarness of the forms of the present, photographs of interiors that are longer from the transmission of knowledge inhabited, I investigate the coordinates to the use of language that derives of the spaces, where the necessities of from informatic technologies.

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Hortus sconclusus stampa laser su carta 14x19,5 cm dimensioni variabili | 2011 Nonostante gli studi ed i sacrifici che molti giovani d’oggi compiono, restano inconclusi e privi di un risvolto profes­ sionale adeguato e che ricambi in merito lo sforzo fatto. Questo libro d’artista intende indagare proprio questa tematica attraverso immagini e testo. Troviamo al suo interno numerose fotografie, che hanno per soggetto piante grasse e scatti su terreno arido: la pianta grassa infatti si nutre di tanta acqua, ma nonostante ciò, non muta il suo aspetto in bellezza. Solo alcune di queste piante producono un fiore, il quale però non ha alcun valore estetico o formale, come invece la rosa o qualsivo­glia fiore. Si allude così alla nostra formazione, a cui talvolta non è dato il giusto riconoscimento. Despite the studies and the sacrifices that many young people do, they remain unfinished and without an appropriate pro­fessional flap, that repays the effort. The artist’s book aims to explore this theme through images and text. In it we can find lots of photographs, whose subject are succulent plants and shots on dry land: the cactus plant feeds on so much water, but despite that, it doesn’t change its appearance in beauty. Only some of these plants produce a flower, but it doesn’t have any aesthetic or formal value, as is the rose or any flower. It alludes to our training, which sometimes isn’t recognized correctly. 54

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Emoticon family stampa laser su carta d’epoca 10x10 cm dimensioni variabili | 2011 Filtrare ogni nostro contenuto interiore mediante i mezzi informatici che trasformano i ricordi in paratesto, in al­ goritmo. Le fotografie anni ‘30 di una qualunque famiglia, da analogiche diventano digitali. Ha spazio cosĂŹ anche la famiglia dei new media tecnologici. Filtering each our internal content through computer resources, that transform memories in algorithm. The 30s pictures of each family, becoming digital from analogic. So the new media family has its space.

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CARTA | materiali vari | 2011


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Platform | materiali vari | dimensioni variabili | 2011


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Porzione | stampa laser su carta | dimensioni variabili | 2012


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Lacuna | carta, elastici di gomma | 21x30x16 cm | 2011 Il sapere di un individuo è quasi sempre settoriale: infatti, si può essere preparati su un argomento e ignorarne to­talmente un altro. L’uomo non sarà mai in grado di conoscere tutto lo scibile umano ed in fin dei conti c’è ancora molto di non conosciuto non ancora scoperto, che non può essere annoverato tra i saperi e le scienze. Questa installazione è una riflessione su ciò che si conosce già e su ciò in cui avremo sempre delle lacune nel nostro sapere. Il libro, simbolo per antonomasia della conoscenza, presenta delle mancanze, delle lacune.

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The knowledge of an individual is almost always sectorial: in fact, you can be prepared on a topic and totally ignore another one. Man will never be able to know all human knowledge and after all there is still much unknown yet undiscovered, that can’be counted among the knoledgwde and science. My work is an installation which is a reflection on what you already know and on what we will always have gaps in our knowledge. The book, the quintessential symbol of knoledge, has some shortcomings, weakness.


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URL per un Don Giovanni | carta, legno, chiodi a spillo | 21x30x4 cm | 2011 “Uniform Resource Locator o URL è una sequenza di caratteri che identifica univocamente l’indirizzo mnemonico di una risorsa in Internet, come un documento o un’immagine.” La pratica del linkaggio, molto in voga in alcuni social network, e lo scambio d’informazioni si realizzano attraverso la copiatura e la successiva condivisione di un indirizzo o di un codice alfanumerico detto appunto URL. Attraverso una rappresentazione meramente analogica, il lavoro in questione indaga proprio su questa attualissima pra­ tica della cultura digitale. L’ossessione che don Giovanni aveva per le donne è la stessa che nutre la società media­ tica nei confronti della rete che in certi casi pare assorbire l’individuo alla “ricerca” di dati. L’intellighenzia artificiale ci rende compiacenti amanti di alternative forme di comunicazione.

Through a purely analog representation, this work investigates precisely on this current practice of digital culture.The obsession that Don Giovanni had for women is the same that society that feeds for the network media that sometimes seems to absorb the individual to “research” data.The artificial intelligentsia makes us complacent lovers of alternati­ve forms of communication.

“Uniform Resource Locator or URL is a sequence of characters that uniquely identifies the address of a mnemonic resource on the Internet, as a document or image”. The practice of linking, in vogue in social networks, and the exchange of informations are realized through the copying and subsequent sharing of an address or of an alphanumeric code, called URL. 73


Ăˆ una rivista di Ebookservice Srl Redazione Direttore Responsabile: Giorgio Ginelli Approfondimenti eventi: Lena Guizzi Ufficio stampa: Comunicarsi Art Director: L@simo Rubriche: Cool Hunter: Indira Fassioni Le Civette: Daniela Canali The Waves: Dina Nerino

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