IMQ Notizie 94

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Anno XXIX Numero 94 Settembre 2011 IMQ, via Quintiliano 43 - MI

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ZIE NOTI

GENERAZIONE DIGITALE

CONNESSI CON IL MONDO PRIMO PIANO: • Rivoluzione social network • Internet e pubblicità • Proprietà intellettuale online • Social network e crisis management • Il futuro del sito web I L

M A G A Z I N E

STORIE DI QUALITÀ • Il bello dei motori di ricerca • Il punto sull’e-commerce • Internet e religione • La faccia triste della Rete • Il viaggio inizia dal web P E R

U N A

QUALITÀ DELLA VITA

• Fare del bene, ancora meglio. Come Internet può contribuire alla solidarietà

• Insolita Londra • Investigatori per un week end • Sei allergico? • Sport: dalle scale al bouldering COMUNICAZIONE • Beautiful Lab: informazione animata • I baratti consapevoli

V I T A

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Q U A L I T À

E

S I C U R E Z Z A


SOMMARIO

IMQ NOTIZIE

GENERAZIONE DIGITALE

Direttore Responsabile Giancarlo Zappa Capo redattore Roberta Gramatica Progetto grafico Fortarezza & Harvey Impaginazione Joint Design s.a.s. Hanno collaborato Federico Cerrato Luca Conti Eliana De Giacomi Simon Falvo Velia Ivaldi Danilo Marzo Raffaele Mastrolonardo Walter Molino Valerio Scollo Direzione, Redazione, Amministrazione IMQ, Istituto Italiano del Marchio di Qualità Via Quintiliano 43 20138 Milano tel. 0250731 - fax 0250991500 mkt@imq.it - www.imq.it STAMPATO SU CARTA CERTIFICATA

Tutte le informazioni qui pubblicate possono essere liberamente riprese citando la fonte IMQ Notizie, trimestrale d'informazione sui problemi della sicurezza e della certificazione. Via Quintiliano 43 20138 Milano tel. 0250731 Direttore responsabile: Giancarlo Zappa Autor. Tribunale Milano n. 17 del 17/1/1981 Stampa: Mediaprint - Milano In conformità a quanto previsto dal D.lgs. 30 giugno 2003 n. 196 (Codice in materia di protezione dei dati personali), e fatti salvi i diritti dell'interessato ex ate. 7 del suddetto decreto, l'invio di IMQ Notizie autorizza I'Istituto Italiano del Marchio di Qualità stesso al trattamento dei dati personali ai fini della spedizione di questo notiziario.

SCATTA L’ORA DELLA GENERAZIONE FACEBOOK (E NON SOLO) Come Internet e i social network stanno cambiando la nostra vita.

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SOCIAL NETWORK: SÌ MA QUALE? Le carte d’identità di Facebook, Twitter, LinkedIn e Youtube.

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PUBBLICITÀ E SOCIAL NETWORK: UN AMORE TUTTO DA COLTIVARE A discapito di qualche remora persistente, i mezzi pubblicitari offerti dalla Rete sono in continuo aumento.

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PUBBLICITÀ ON LINE: IL TEMPO DEL BRUNCH Presente e futuro della pubblicità on line. Intervista a Fabiano Lazzarini, General Manager di IAB Italia.

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SE TI RUBO IL MARCHIO SUL WEB Come cambia la pubblicità e la proprietà intellettuale nell’era di Internet. Intervista all’avvocato Laura Orlando, Studio Simmons&Simmons.

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COME TI RISOLVO LA CRISI Rischi e vantaggi dei social network in caso di crisis management. Intervista a Patrick Trancu, esperto di gestione e comunicazione di crisi.

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I NETWORK CHE FANNO BENE AL BUSINESS LinkedIn, Viadeo, Xing: i social network dal DNA professionale.

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IL SITO WEB VA IN PENSIONE? I social media stanno spopolando: che fine faranno i vecchi siti aziendali? Intervista a Luca Conti, giornalista, scrittore, blogger e ambientalista.

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IL MOTORE CHE CI DÀ UNA MANO Come utilizzare al meglio il motore di ricerca. Intervista ad Alessandro Antiga, Direttore Marketing di Google Italia.

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CHI È ON LINE? I dati Audiweb.

Pensiamo anche a quanto Internet, dal suo avvento nelle case, stia cambiando le nostre abitudini di vita. E non parlo solo di posta elettronica e di motori di ricerca, ma di tutto ciò che la Rete offre e che sta influendo sulle nostre modalità di relazionarci con il mondo: dalle amicizie alla politica, dalla pratica religiosa alle necessità quotidiane, dalle relazioni professionali e il lavoro in generale al commercio.

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7,30 A.M.: CAFFELATTE, BRIOCHE E GIORNALE ON LINE Come cambia la fruizione dei media con il web mobile.

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CARE VECCHIE BOTTEGHE ADDIO (?) L’andamento dell’e-commerce in Italia. Intervista a Roberto Liscia, Presidente Netcomm.

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L’ACQUISTO ON LINE CHE CONVIENE I gruppi di acquisto. Intervista a Boris Hageney, Co-Founder & CEO Italia, Spagna, Portogallo di Groupon.

Anche i numerosi detrattori, spesso antesignani pentiti dell’era digitale, non possono fare a meno di notare i vantaggi offerti. Ma se tutto sembra evolversi rapidamente è anche importante ricordare che la Rete, i social network, le connessioni digitali, sono solo ed unicamente dei mezzi, perché i contenuti, fortunatamente, sono sempre opera di persone intelligenti, valenti e che anelano alla libertà.

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VATICAN.VA Anche il Cattolicesimo è on line.

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DI SCHERMO IN SCHERMO ED È SUBITO SERA Interconnessioni e sovrapposizioni tra vecchi e nuovi media: TV, PC, Tablet, Smartphone...

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LA FACCIA TRISTE DELLA RETE Un boss per amico: il proliferare su Facebook dei fan club di boss e criminali.

Così come occorre anche sottolineare che Internet, i social network, le connessioni digitali, sono il risultato della tecnologia, il cui utilizzo diventa sempre più semplice e accessibile, grazie ai progressi di questa.

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IL VIAGGIO INIZIA SUL WEB Come Internet e i social media hanno cambiato il volto del turismo.

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FARE DEL BENE, ANCORA MEGLIO Come Internet contribuisce alla solidarietà. Intervista a Paolo Ferrara, coordinatore del Corso Internet per il fundraising della “Fundraising School” e Responsabile Comunicazione e raccolta fondi della fondazione “Terre des Hommes Italia. ROTTA MILANO LONDRA Da Valerio Scollo, istruzioni d’uso per diventare un personal fundraiser, correndo.

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VIAGGI: INSOLITA LONDRA HOBBY: INVESTIGATORI PER UN WEEK END SALUTE: SEI ALLERGICO? SPORT: SCALE, FREE CLIMBING, ARRAMPICATE SPORTIVE, BOULDERING CONSUMO CONSAPEVOLE: GLI SWAP PARTY LIBRI, FILM, VIDEO, MUSICA

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IL SUCCESSO DI BEAUTIFUL LAB, PROGETTO DI INFORMAZIONE ANIMATA

Di Giancarlo Zappa

Numero 94

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IMQ NOTIZIE n.94

Chi avrà per protagonista questo nuovo numero di IMQ Notizie? Vi dico subito che nel 2010 è stato un candidato al Premio Nobel per la Pace. Ma se volete provare a individuare di chi stiamo parlando, non dovrete pensare a una persona, ma a una cosa, anzi, meglio, a uno strumento. È allora molto probabile che vi venga in mente che stiamo parlando di Internet. Che si sia o meno appassionati di tecnologia, è in ogni caso innegabile come effettivamente il web sia in grado di collegare persone ad ogni angolo del pianeta, permettere la circolazione di qualunque tipo di idea e conoscenza, e come, nonostante tutti i suoi difetti, possa essere attualmente considerato l’unico vero strumento di libertà in grado di generare dialogo oltre ogni forma di censura e regime, di permettere alle persone di comunicare e conoscere aspetti del mondo che spesso non trovano spazio negli altri grandi media.

Questo numero di IMQ Notizie parla di tutto ciò, esaminando il web nei diversi ambiti sociali. Ma parla anche di bene, di solidarietà, che proprio grazie a Internet può diventare ancora più efficace, come dimostrano le case history riportate. E poi, come di consueto, parla di viaggi, in questo caso di un’insolita Londra; di salute, con i consigli per chi soffre di allergie; di sport, con le dritte per stare in forma a costo zero; di comunicazione di qualità con la storia di Beautiful Lab, una nuova frontiera per l’informazione animata. E si conclude cercando di stimolare una risposta alla curiosa constatazione che molte delle ultime invenzioni più significative sono state fatte in un garage. Lasciandovi con questa piccola provocazione, auguro a tutti buona lettura.

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RUBRICHE 82 84 88

Panorama News Brevi IMQ Curiosità

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PRIMO PIANO: SCENARIO

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SCATTA L’ORA DELLA

GENERAZIONE

FACEBOOK (E NON SOLO)

STANNO CAMBIANDO IL MODO DI COMUNICARE, DI RELAZIONARSI, DI TROVARE AMICI, DI FARE AFFARI. MA STANNO CAMBIANDO ANCHE IL MODO DI FARE LE RIVOLUZIONI, DI PARLARE DI AMORE E DI PREGARE. SONO LORO, I SOCIAL NETWORK E TUTTI COLORO CHE LI UTILIZZANO COME UN’ESTENSIONE VIRTUALE DELLA VITA REALE. CON GLI STESSI RISCHI CHE, ANCHE LA VITA NORMALE, PUÒ COMPORTARE.

uando anche in Italia, alla fine del 2008, esplose il fenomeno Facebook, in molti si affrettarono a classificarlo come una “moda passeggera”. Nulla di più sbagliato, come i successivi due anni si sono incaricati di dimostrare. Non soltanto il network fondato da Mark Zuckerberg non è affatto tramontato in fretta, ma, assieme a Twitter, You Tube, LinkedIn, Buzz e al-

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tri siti e servizi (che nel loro insieme prendono il nome di social media), ha plasmato e dato il via a mutamenti politici e di costume dagli effetti dirompenti. In Italia e altrove, attraverso le reti sociali ci si informa, si ricevono consigli per gli acquisti, si trova lavoro, si organizzano proteste e rivoluzioni. Tanto che, con riferimento agli utilizzatori più giovani del network, qualcuno ha coniato il termi-

ne “generazione Facebook” a indicare una fascia di persone abituata a confrontarsi in Rete, a discutere di tutto - dai concorrenti del Grande Fratello ai temi di politica e attualità - partendo dalla “bacheca” del proprio profilo. Il rovescio della medaglia è nei fenomeni di dipendenza che cominciano ad apparire anche nel Bel Paese. Persone che non riescono a staccarsi dal

Pc e fare a meno di rendere edotti i propri “amici” anche sulle banalità della propria esistenza nemmeno quando sono in vacanza, complice anche il diffondersi delle connessioni in mobilità, chiavette 3G e simili, che permettono di rimanere sempre in contatto con il resto del mondo. Negli Stati Uniti, l’aggiornamento del proprio “stato” e il controllo dell’email hanno sostituito addirittura il rito mattutino della colazione familiare, uno dei

pochi spazi di confronto faccia a faccia finora sottratti alla vita lavorativa, e in alcuni paesi, fra cui l’Italia, si aprono reparti nelle cliniche per “tecnodipendenza”. Della “generazione Facebook” si è parlato anche molto di recente, quando le rivolte scoppiate in Nord Africa hanno tratto alimento e in qualche caso spunto, dalle possibilità offerte dai social media. E il vento della rivolta portato dalle reti sociali ha contagiato anche il Medio Oriente. Non meno importante è il ruolo giocato in questi frangenti da altre reti sociali, Twitter in primis. Quest’ultimo è un network di micro-

blogging in cui si possono postare soltanto messaggi molto brevi: al massimo 140 caratteri. La sua rinomanza mondiale e l’impatto sui media, sono legati soprattutto ad alcuni fatti legati all’attualità e alla politica. La capillarità del network e il suo essere accessibile sia dal web sia dalla rete mobile lo protegge infatti, almeno in parte, dai tentativi di soffocarne la voce. Il governo iraniano non è riuscito a far passare sotto silenzio la rivolta della popolazione del giugno 2009, contro i risultati delle ultime elezioni politiche, grazie a Internet e a Twitter in particolare. Con i giornalisti professionisti espulsi dal paese e le agenzie di stampa mute, sono stati migliaia di ragazzi muniti di cel-

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PRIMO PIANO: SCENARIO

LE TAPPE FONDAMENTALI DELLA STORIA DI FACEBOOK 4 FEBBRAIO 2004 Mark Zuckerberg, giovane studente di Harvard, mette online la prima versione del sito, che allora si chiamava The Facebook. All’inizio doveva essere un servizio limitato all’Università di Harvard, ma il successo subito riscontrato, induce il suo creatore a espandere il network prima agli otto atenei più prestigiosi, quelli della cosiddetta Ivy League, e poi a tutte le Università statunitensi e canadesi. 11 SETTEMBRE 2006 cadono tutte le barriere: Facebook diventa accessibile a tutte le persone dai tredici anni in su. MAGGIO 2007 viene data possibilità anche a sviluppatori di terze parti di scrivere applicazioni che potessero integrarsi col sito. In breve tempo, nascono così migliaia di ‘programmini’ a cui ogni utente può accedere dal proprio profilo. AGOSTO 2008 FB raggiunge i cento milioni di utenti. AUTUNNO 2008 lancio di Facebook Connect, tecnologia che permette di autenticarsi con il proprio account FB su un sito esterno. 2009 primo bilancio in attivo. LUGLIO 2010 raggiunti i 500 milioni di utenti nel mondo. GIUGNO 2011 gli utenti superano i 700 milioni.

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lulare a informare il mondo di quanto stava accadendo. Ancor prima di Teheran, nell’aprile 2009, erano stati i giovani moldavi a organizzare una protesta contro il governo del loro Paese, usando Facebook e Twitter, creando l’hashtag (il cancelletto, #, è il simbolo con cui vari messaggi postati sul network vengono raggruppati all’interno di un unico filone di discussione), #pman, consultando il quale si poteva seguire tutto quel che accadeva, in diretta. Il network è stato usato anche per raccontare il terremoto di Haiti, quello dell’Aquila, la guerra civile in Libia, rivelandosi sempre uno strumento utilissimo e difficilmente censurabile. I social network però non servono solo nelle emergenze. Possono essere di grande aiuto anche nella ricerca di un lavoro. Più che ai social generalisti, come Facebook o Twitter, conviene in questo caso affidarsi ai loro omologhi “professionali”, come LinkedIn - il più famoso Xing e Viadeo. Lo slogan di LinkedIn è “Relationships matter”, le relazioni contano. È lo stesso principio che sta alla base di Facebook o di My Space. In questo caso, però, gli interessi in comune sono di tipo lavorativo. All’interno dei network professionali si può raccomandare o essere raccomandati, controllare le referenze professionali di un potenziale collega, leggere il suo curriculum e partecipare a discussioni all’interno di gruppi focalizzati su argomenti specifici.

Le reti sociali professionali possono offrire numerosi sbocchi, sia per le aziende, che possono individuare candidati qualificati, sia per chi è in cerca di impiego che può ricercare gli annunci di lavoro pubblicati a pagamento dalle imprese o arrivare a contattare direttamente persone che già lavorano in una certa azienda. E se nella realtà di tutti i giorni, le probabilità che il vostro Cv finisca nel cestino della carta straccia pri-

anche per cose più frivole, per esempio ma ancora di essere letto sono assai elefare shopping basandosi sui vate, se arrivate a proporvi a consigli degli “amici”. chi di dovere dopo esLe reti sociali Varie ricerche hanno dimoservi già fatti conoscere professionali possono strato come le decisioni dei in maniera informale atoffrire numerosi sbocchi, consumatori siano sempre più traverso un social netsia per le aziende, che influenzate dalle reti sociali, in work, le possibilità di fapossono individuare misura forse anche superiore a re centro aumentano in candidati qualificati, quanto prevedibile. La società maniera esponenziale. sia per chi è in cerca di analisi di mercato Gartner, Oppure si possono di impiego. per esempio, ha esaminato di sfruttare i social media

FACEBOOK, IL PIÙ AMATO DAGLI ITALIANI. E NON SOLO GIOVANI Nel nostro Paese, a gennaio 2011 “faccialibro” aveva toccato i 18 milioni di utenti, oggi sono già più di 19. Il tempo speso sui social media mensilmente dall’utente medio italiano è pari a poco più di 7 ore, secondo - a livello mondiale - solo all’utente australiano e davanti agli americani (6 ore al mese) e ai francesi (appena 4 ore e 12 minuti). I dati Nielsen certificano come i 19 milioni di italiani iscritti a Facebook (il numero è monitorato costantemente dall'omonimo Osservatorio) non possano più fare a meno di un social network sul quale all'inizio passavano non più di 15 minuti al mese. Ma com'è composta l'utenza italiana? Premettendo che su Facebook non è possibile verificare la correttezza dei dati con cui ci si registra (in particolare per quanto riguarda l'età!) la maggioranza è di genere maschile (10,2 milioni contro 8,8 di femmine) mentre la fascia d'età più presente è quel-

la 19-24 anni (1,9 milioni di maschi e 1,8 di femmine). Più in generale utilizza il network in blu il 90% dei giovani italiani fino a 24 anni ed il 63% di quelli tra i 25 ed i 30 anni. Ma Facebook non è un fenomeno puramente giovanile visto che nel febbraio 2011, rispetto al febbraio 2010, si è registrato un +30% di over 55 (secondo dati Audiweb) e un + 25% della fascia 4554 a fronte di solo + 10% della fascia 18-24.

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PRIMO PIANO: SCENARIO

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FORSE NON TUTTI SANNO CHE... Facebook conta nel mondo circa 700 milioni di utenti attivi, in pratica un terrestre su 10.

Ogni giorno vengono condivisi 72 milioni di link e 100 milioni di eventi. E ogni giorno sono 194,4 milioni le foto caricate.

LA PULCE E IL PRESIDENTE

Ogni 20 minuti sono accettate 1,9 milioni di richieste di amicizia e vengono aggiornati 1,8 milioni di status.

Quando ci si sveglia il 48% degli utenti tra i 18 e i 34 anni di età per prima cosa controlla Facebook.

Contenuti (link a notizie o blog, album fotografici, video e simili) condivisi ogni mese: più di 30 miliardi.

2-50 milioni circa sono gli utenti che accedono a Facebook attraverso i dispositivi mobili. Al momento, Facebook in termini di traffico è secondo solo a Google.

Facebook ha ormai un valore di circa 80 miliardi dollari.

Facebook fa soldi attraverso la pubblicità e i prodotti virtuali che si vendono attraverso le pagine fan.

recente un campione di 4.000 individui in dieci mercati e ha scoperto che tre quarti di essi, quando si tratta di fare acquisti, seguono i suggerimenti degli “amici” di Facebook o dei contatti Twitter. La questione è abbastanza controversa, altri rapporti sostengono invece che 6

l’impatto dei social network sull’e-commerce sia ancora modesto se paragonato a quello ottenibile grazie ad altri strumenti di marketing. È indubbio però, specie da quando i pulsanti “mi piace” hanno cominciato a comparire in migliaia di pagine web, che alcuni esercizi hanno visto moltiplicare il

numero di accessi al loro sito grazie ai numerosi nuovi visitatori provenienti da Facebook. In tutto ciò, comunque, un fatto è incontestabile: i social network, oltre a non essere una moda passeggera, sono strumenti che, se utilizzati correttamente, possono offrire numerose opportu-

nità. Consentendo anche a realtà più piccole di realizzare quello che fino a pochi anni fa era permesso solo alle più grandi. Non fosse altro perché, ogni tanto è bene ricordarlo, il comun denominatore di tutti questi strumenti è la gratuità e, dunque, di fatto, il poter essere disponibili a tutti. z

“Si Vamos!!! Dios estamos en la final! Vamos Barça!!!! Gracias a todos! Nos vemos todos en Wembley! Acompañarnos!”. Firmato la Pulce, al secolo Leo Messi, il più grande calciatore del mondo e (per alcuni) di tutti i tempi, più forte anche di sua maestà Diego Maradona, addirittura. Il messaggio è comparso sulla bacheca della sua “fanpage” di Facebook la notte che il Barcellona ha fatto fuori il Real Madrid conquistando la finale di Champions league. Ma uno che firma più di 50 gol a stagione pensate che possa essere “normale” giusto sul web? E infatti la sua pagina ufficiale, battezzata con il rituale “Leo Messi è ora su Facebook”, è nata il 6 aprile scorso e in appena 7 ore erano arrivati 7 milioni di “Mi piace”. Naturalmente un record. Mentre scriviamo, circa due mesi dopo, i fan stanno arrivando a quasi 16 milioni. Domanda: un certo Barack Obama, di professione presidente degli Stati Uniti, ha oggi su Facebook poco più di 21 milioni di fan: quanto tempo impiegherà la Pulce a saltargli avanti?

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PRIMO PIANO: SCENARIO

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SOCIAL NETWORK SÌ, MA QUALE?

Facebook. È il social network più famoso del mondo, con circa 700 milioni di profili, e viene utilizzato non solo come passatempo, ma anche per lavoro. Su Facebook, infatti, oltre a creare il proprio profilo personale e restare in contatto con vecchi e nuovi amici, pubblicare album di foto, video, aderire a eventi e iniziative, è possibile aprire una “fanpage” dedicata a un prodotto, a un’associazione o a un’azienda. Facebook consente quindi, praticamente a costo zero, di avere uno spazio in cui promuoversi, dare informazioni sulle proprie attività e sui propri servizi, utilizzare applicazioni originali e divertenti e, soprattutto, interagire direttamente con i propri clienti. z 8

Twitter. Adatto a chi vuole “lanciare” in tempo reale messaggi brevi piuttosto frequenti, consente di aggiornare costantemente i propri contatti (i cosiddetti “followers”: coloro che hanno scelto di “seguirti”) pubblicando “tweet” (messaggi) di 140 caratteri per informarli sulle proprie attività, diffondere link e applicazioni o anche solo per far sapere a tutti cosa si sta facendo in quel momento. Raccoglie 113 milioni di utilizzatori. z

LinkedIn. Rispetto agli altri social network, è quello che esalta più di tutti l’aspetto professionale ed è nato proprio per generare rapporti di lavoro. Su LinkedIn (100 milioni di users) è infatti possibile mettere il curriculum online ed entrare in contatto con persone dello stesso ambito lavorativo. Inoltre, è possibile visualizzare gli annunci di lavoro del proprio settore e aderire ai gruppi di discussione relativi agli argomenti e agli interessi che più ci riguardano. Oltre ai profili personali, anche su LinkedIn è possibile aprire un profilo per la propria azienda e descrivere le proprie attività. z

Youtube rappresenta la community di condivisione video più grande del mondo (591 milioni di users). Chiunque può aprire facilmente un proprio canale, caricare tutti i video delle vacanze, dei party cui ha partecipato o dei concerti cui ha assistito, condividerli e commentarli con tutti gli altri utenti. Su Youtube è presente qualunque tipo di video e anche le aziende vi trovano spazio, pubblicando i propri video promozionali, fornendo agli utenti informazioni di base, scambiando messaggi di posta, pubblicando commenti o rispondendo a quelli degli iscritti al proprio canale. z

IN 60 SECONDI Tutto può accadare in 60 secondi su social network & co. Ecco in numeri una breve sintesi realizzata da Go-Globe.com

694.445 6.600 600

ricerche su Google foto caricate su Flickr

13.000

applicazioni scaricate per Iphone

20.000

nuovi post pubblicati su Tumblr (piattaforma per micro blog)

510.040

video caricati su Youtube, corrispondenti a 25 ore di contenuti commenti su Facebook (FB)

695.000

aggiornamenti di stato su FB

79.364

messaggi in bacheca su FB

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download di plugin per Wordpress

nuovi domini registrati

100

nuovi account su Linkedin

70 168 mio 320 98.000

e-mail inviate nuovi account su Twitter tweet (messaggi) su Twitter

1.700 50

40 100

download da Firefox (browser) download per Wordpress (piattafoma per creare blog)

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1 12.000 370.000

nuovo articolo pubblicato su Associated Content (più grande piattaforma per la pubblicazione di articoli giornalistici) nuova definizione su Urban-Dictionary.com annunci su Craigslist (sito di annunci on line) minuti di telefonate da Skype

13.000

ore di musica streaming su Pandora

1.600

letture fatte su Scribd (il più grande sito per la condivisione di documenti)

1.500 60

messaggi su blog

nuove domande su YahooAnswers.com nuove domande su Answers.com

nuovi blog 9


PRIMO PIANO: SOCIAL NETWORK E PUBBLICITÀ

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PUBBLICITÀ E SOCIAL NETWORK: UN AMORE TUTTO DA COLTIVARE

A.A.A. AMICI IN VENDITA OFFRESI PER LE AZIENDE, AVERE UN MIGLIAIO O PIÙ DI AMICI SU FACEBOOK È UN OTTIMO BIGLIETTO DA VISITA. ED ECCO CHE FIORISCONO I MERCATINI DEI “CONTATTI”.

PUBBLICITÀ MIRATE E LOCALIZZATE, COMMUNITY, OFFERTE DAVVERO SPECIALI: LE POSSIBILITÀ DI PROMOZIONE DI UN'AZIENDA SUI SOCIAL NETWORK SONO ORMAI MOLTEPLICI ED EFFICACI. ANCHE SE QUALCHE REMORA PERSISTE ANCORA.

acebook in particolare, e i social network in generale, sono considerati sempre più la nuova frontiera della pubblicità. Lo dicono i dati, lo dicono i fatti. Ma è anche vero che la loro adozione come strumento di marketing è ancora un po’ frenata dall’eco di alcuni aspetti che, in questi anni, ne hanno condizionato la rapida diffusione. Ci riferiamo in particolare al timore che, un’eccessiva presenza pubblicitaria on line così come sulle piattaforme dedicate in primis alle relazioni di amicizia, possa rappresentare un impatto potenzialmente fastidioso per l’utente; alla delicatezza del tema della tutela dei dati privati degli utenti, nonché alla diffidenza degli investitori nei confronti di ambienti in cui i contenuti non sono controllabili perché generati dagli utenti. Una ricerca realizzata a fine 2010 dagli allievi del master in Social Media Marketing, dell’Università Iulm di Milano, condotta su 720 realtà appartenenti a

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cinque settori merceologici, confermava questa relativa “freddezza”: solo il 32% delle società esaminate dichiarava di utilizzare i social network per diffondere la conoscenza del proprio brand e dei propri prodotti. Tra queste, le più grandi e strutturate erano risultate essere anche le più attive, con un buon 57,9% che presidiava almeno un social media, cifra che scendeva a un misero 10% nel caso delle aziende più piccole. Ma si sa, nell’era digitale i dati cambiano a grande velocità, e anche nelle aziende le cose si stanno muovendo. Tra i social media tenuti sotto controllo, Facebook si sta dimostrando essere lo strumento di gran lunga più appetibile. Un dato spiegato dal fatto che Mark Zuckerberg (il fondatore) e soci sono ormai in possesso di un database di 700 milioni di utenti segmentati per demografia, professione, gusti ed interessi. Fino a qualche tempo fa, i mo-

di in cui le aziende potevano usare questa miniera di potenziali consumatori, per promuoversi attraverso Facebook, erano principalmente due: i “Facebook Ads” e le “Pagine” di Facebook. Gli Ads sono degli annunci a pagamento, estremamente mirati, che vengono visualizzati in parti ben esposte del sito, e associati alle azioni svolte dagli amici. Se, ad esempio, un contatto ha appena visualizzato la pagina di una certa azienda, e cliccato su “mi piace” tale notizia verrà visualizzata dai suoi amici con gusti simili. Attorno alle Pagine vere e proprie, le aziende cercavano invece di creare una community di fan e coinvolgerla con promozioni, anteprime, offerte speciali e immagini esclusive, in modo da generare un ritorno in termini di passaparola favorevole che doveva tradursi in un incremento negli acquisti o nel prestigio del brand. A fine aprile 2010, c’è stata una piccola rivoluzione: l’appeal promozionale del network si è espanso al di là dei

confini della piattaforma, grazie ai “social plugin”, pulsanti e riquadri in grado di replicare su qualsiasi sito esterno alcune delle funzioni di “faccialibro”, come l’apprezzamento per un commento o la raccomandazione agli amici. Il plugin più noto è il pulsante “like” che può essere collocato in qualsiasi sito esterno alla rete sociale. Come accade per il gradimento espresso per le Pagine aziendali, situate all’interno del network, ogni qualvolta l’utente clicca sul pulsante “mi piace” su un sito partner, tale azione viene riportato nel suo flusso di aggiornamenti su Facebook, divenendo così visibile a tutti i suoi “amici”. A gennaio di quest’anno, è sbarcato inoltre in Europa il nuovo servizio “Deals”: sconti e offerte speciali a cui si può accedere condividendo la propria posizione geografica attraverso il telefonino. I negozi che offrono qualche “deal” sono localizzabili grazie all’applicazione “Luoghi” di Facebook. Col-

legandosi ad essa con uno smartphone dotato di Gps, un quadrato giallo segnala gli esercizi commerciali che hanno qualche promozione in corso: effettuando il check-in, sullo schermo del cellulare appare un voucher che è sufficiente mostrare al personale del negozio per poter usufruire degli sconti. Gli “affari” possono essere di vario tipo: offerte “individuali” valide per un tempo limitato, “per gli amici” se sono da condividere con uno o più dei propri contatti; legati alla “fedeltà” quando a essere premiata è la frequente presenza in una certa attività commerciale; o di “solidarietà” nel caso in cui i commercianti si impegnino a versare soldi in beneficenza in cambio di un check-in. Un sistema davvero interessante con cui un’azienda può lanciare offerte speciali geolocalizzate, anche in maniera estemporanea, portando a nuovi livelli il cosiddetto “proximity marketing”. z

Gli “amici” su Facebook e sugli altri social network, raramente, si sa, sono davvero tali. Per le aziende, soprattutto, sono più che altro un utile indicatore di popolarità, affidabilità e buona reputazione, da sfoggiare per far bella figura nei confronti dei concorrenti e per attirare nuovi potenziali clienti. Ed ecco che follower (i “seguaci” di Twitter) e fan finiscono venduti e scambiati sul mercato con offerte, come insegna il manuale del perfetto venditore, davvero per tutti i gusti e tutti i prezzi. Ci sono società specializzate che vendono pacchetti di amici su Facebook e Twitter, alla faccia della trasparenza del marketing online. Girando per i supermarket della rete si incontra, per esempio, uSocial (http://usocial.net) che chiede, per procurare 1000 seguaci su Twitter, solo 87 dollari. Per chi ha deciso di pensare in grande e desidera (in 18 mesi di tempo) portarsi a casa la bellezza di 100 mila aficionados, c’è SocialKik (http://www.socialkik.com), che si accontenta di 900 euro, mentre i rivali di uSocial arrivano fino a 3.479 (in un anno). E siccome non si vive di soli messaggi da 140 caratteri, nel mercato dei falsi sentimenti digitali c'è spazio anche per chi vende profili su Facebook e rimpolpa così di fan le pagine, spesso scarne, di aziende e istituzioni di ogni genere. Un migliaio di “amici” sul social network più popolare del pianeta, si vendono da un minimo di 55 a un massimo di 197 dollari. Anche in questo caso, però, dipende dalle esigenze. Le offerte di operatori come RajPromotions (http://www.rajpromotions.com), infatti, garantiscono, per soli 195 dollari, fan della nazionalità o della localizzazione desiderata. Il tutto con la formula, assicurano i gestori del sito, soddisfatti o rimborsati. 11


PRIMO PIANO: INTERNET E PUBBLICITÀ

PUBBLICITÀ ONLINE:

IL TEMPO DEL BRUNCH

QUATTRO ANNI FA LA PUBBLICITÀ ON LINE INIZIAVA A MUOVERSI TRA TENTATIVI ED ERRORI. SI PENSAVA DI ESSERE ALL’ORA DELL’APERITIVO, COME DICEVANO QUELLI DI IAB, MA CHE BEN PRESTO SAREBBE ARRIVATO IL TEMPO PER UN GRAN BEL PASTO COMPLETO. INVECE SI È PASSATI SOLO A UN BRUNCH, A UN APERITIVO RINFORZATO. Ma le cose si stanno muovendo: i dati Nielsen dei primi mesi dell’anno, dimostrano un’evidente crescita di Internet come mezzo pubblicitario, a discapito invece della gran parte dei mezzi tradizionali, che mostrano segnali scoraggianti. Ciò non toglie che molto ci sia ancora da fare e da inventare. Anzi, quasi tutto, stando alle parole di Fabiano Lazzarini, General Manager di IAB Italia* 12

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*COS’È IAB ITALIA? Fondata nel 1998, è l’Associazione dedicata allo sviluppo della pubblicità interattiva che nasce per contribuire a diffondere la comunicazione digitale e Internet, illustrandone i vantaggi che se ne possono trarre a tutti i livelli. IAB fornisce anche informazioni e dati sull’industria della pubblicità interattiva e sugli investimenti, promuove momenti di incontro e condivisione tra gli specialisti del settore. Tra questi, impossibile non citare IAB Forum Milano, da anni luogo privilegiato di discussione intorno alla comunicazione digitale, che vede la partecipazione di importanti professionisti e di migliaia persone. IAB collabora con IAB Europe, allo scopo di conoscere e anticipare anche nel nostro paese le tendenze straniere del mercato pubblicitario online.

Internet ha rivoluzionato il modo di fare pubblicità? Internet non solo ha cambiato il modo di fare pubblicità, ma l’intero processo di comunicazione con il proprio target e i propri clienti. Questo perché siamo passati da un sistema tradizionale di broadcasting, in cui qualcuno trasmetteva un messaggio e qualcun altro lo riceveva, a un sistema in cui anche al consumatore è data la possibilità di esprimersi. Inoltre, il fatto che Internet non sia uno strumento limitato nello spazio e nel tempo, come nel caso dei palinsesti televisivi, e che quindi sia disponibile 24 ore su 24 senza limiti di capienza, complica lo scenario. Di conseguenza, sono cambiati sia gli stili, sia i contenuti dei messaggi pubblicitari che le aziende producono. Prima si realizzava uno spot televisivo, ora l’azienda deve invece aprire un sito web, riempirlo di tutte le informazioni possibili, creare contenuti accattivanti che coinvolgano il cliente. Tutto è più complicato: le aziende devono diventare dei piccoli produttori di contenuti e devono imparare a farlo molto bene visto l’influenza che Internet ha sui consumatori. Quali sono le tendenze della pubblicità interattiva in Italia? L’Italia, dopo la forte crisi, offre un terreno più fertile e forti margini di crescita per il web. Cresciamo, troppo lentamente, ma cresciamo. Per quanto riguarda i trend emergenti dei consumatori, certamente dobbiamo citare i social network, strumenti dirompenti che non solo hanno aumentato il tempo di permanenza online degli utenti, ma hanno anche convinto intere fasce di popolazione, che finora non avevano ancora approcciato Internet, a provarlo. È sotto gli occhi di tutti: i social network stanno entrando sempre più prepotentemente nelle nostre vite. Quanto investono oggi le aziende italiane nella pubblicità online? Ancora troppo poco, sebbene le cose stiano cambiando: nell’ultimo anno,

le aziende hanno iniziato seriamente a interrogarsi su come trarre i massimi vantaggi da Internet. E i cambiamenti iniziano a vedersi visto che nei primi mesi del 2011, stando ai dati Nielsen e rispetto al 2010, sono stati registrati tassi d’aumento a due cifre per quanto riguarda l’investimento nella pubblicità Internet e nel direct mail. Come contribuisce e come ha contribuito la comunicazione digitale allo sviluppo del Paese? Ha contribuito parecchio: pensiamo solo ai nativi digitali, che sono nati avendo già a disposizione Internet. Come la nostra generazione aveva sempre a disposizione la televisione e la utilizzava senza riserve, così oggi i bambini, già da piccolissimi, accedono regolarmente alla Rete e considerano il Pc un elettrodomestico come gli altri. Pensiamo ancora al nostro modo di lavorare: dieci anni fa, sulle nostre scrivanie si accumulavano centinaia di fogli e appunti. Adesso è tutto diverso: possiamo trovare tutte le informazioni che ci servono in temporeale grazie al Pc. Pensiamo anche al tessuto industriale che caratterizza l’economia italiana, per lo più composto da piccole e medie imprese i cui prodotti sono sempre stati venduti anche all’estero, ma che non sono mai riuscite a trasformare il loro business in un business internazionale. Ora, grazie a Internet, stanno potenziando il commercio con l’estero (non solo per l’e-commerce) e entrando in contatto con clienti stranieri. E infine pensiamo a come Internet abbia influito sulla vita privata, semplificando molte attività e consentendoci di entrare in contatto con culture lontane e diverse, rimanendo seduti sulla nostra sedia. Però dobbiamo anche pensare che le cose non avvengono da sole e benché “la rivoluzione Internet” si muova velocemente con le proprie gambe, c’è sempre bisogno della collaborazione di tutti affinché i miglioramenti avvengano rapidamente. Secondo lei scopriremo altre e 13


PRIMO PIANO: INTERNET E PUBBLICITÀ

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nuove potenzialità della Rete che ancora non conosciamo? Assolutamente sì, soprattutto se consideriamo che in Italia siamo pressoché all’anno zero. Da quando lavoro in questo campo, ogni giorno ho visto emergere delle novità in grado di stravolgere l’intero scenario; per questo motivo penso che ci sia ancora tutto da fare!

GLI INVESTIMENTI PUBBLICITARI SU INTERNET NEL 2010 IN ITALIA E I PRIMI DATI DEL 2011 Il 2010 si era concluso con una raccolta pubblicitaria di circa un miliardo di euro, sebbene, in generale, solo il 15,8% dei clienti avesse pianificato anche online e solamente l’8% del 15,8% facesse l’80% degli investimenti pubblicitari su Internet. Nei primi mesi del 2011, rispetto al 2010, sono stati registrati tassi d’aumento a due cifre per quanto riguarda l’investimento nella pubblicità Internet e nel direct mail, e il numero di aziende inserzioniste è aumentato dell’8,6%. Internet è risultato essere il mezzo più dinamico e in evoluzione, con un +15,5% di variazione, data soprattutto dall’aumento di investimenti nei settori automobilistico (+13,5%), media/editoria (+15,6%), distribuzione (+211,8%) e tempo libero, a discapito dei mezzi pubblicitari tradizionali, che mostrano invece segnali scoraggianti.

(fonte: Nielsen) 14

Oggi grazie a Google e agli altri motori di ricerca, l’informazione è alla portata di tutti. Di contro non vi sono limiti alla presenza sul web. Come possono i navigatori classificare le diverse fonti e capirne l’attendibilità? Ricorrendo ai metodi tradizionali. Internet, in molti casi, non fa che ripetere, seppur in maniera più abbondante, quello che succede nell’offline. Quando andiamo in edicola, possiamo scegliere tra diversi quotidiani, ne compriamo un paio e ci fidiamo di quelli. Su Internet, gli utenti non fanno che ricorrere alle stesse fonti che hanno anche offline: ad esempio, i maggiori quotidiani cartacei sono anche quelli più spesso fruiti sul web. Un modo per giudicare l’attendibilità delle fonti è affidarsi al brand, al nome famoso. È anche vero che, poiché su Internet non ci sono barriere in entrata, si corre il rischio di accedere a informazioni sbagliate; qui deve essere l’utente a possedere la sensibilità e la capacità di capire e selezionare. Anche in questo caso, però, a mio avviso, il rischio di non saper giudicare le fonti esiste perché siamo ancora in una fase iniziale dello sviluppo del fenomeno Internet. Tempestività, correttezza e completezza delle informazioni: chi vince nella sfida tra Internet e i media classici? In termini di tempestività sicuramente Internet. In termini di correttezza e completezza dell’informazione è complesso capirlo e generalizzarlo. Sicuramente dipende sempre da chi fornisce l’informazione. Inoltre, bisogna anche considerare le

risorse: qualità e abbondanza delle informazioni sono legate di solito alla presenza di forti investimenti. Ma anche questo non sempre è vero: esistono, infatti, blog di alta qualità che dispongono di pochissime risorse rispetto alle testate più note. Ma forse possiamo dirlo: vince e vincerà il web! I lettori online sono molto più numerosi dell’offline. Ecco perché ormai si è diffusa la prassi di anticipare un comunicato al sito web di una testata che non alla sua redazione tradizionale, per fare in modo che la notizia esca prima e abbia anche più visibilità. Quali consigli dare per orientare il navigatore nell’oceano di informazioni di Internet? Intanto affidarsi ai punti di riferimento che si hanno nella quotidianità: se un brand è affidabile offline, lo sarà di sicuro anche online. Poi, per cercare di gestire l’abbondante flusso di informazioni, direi di ricorrere ai motori di ricerca, magari cercando prima (anche su Internet) delle linee guida per utilizzarli, visto che spesso si usano in maniera rudimentale e poco esperta. Poi, ultimo consiglio, cercare di essere saggi e consapevoli, per non ricadere nelle facili truffe. z

I DOLORI DELLA GIOVANE PUBBLICITÀ ON LINE SECONDO STRATA eMarketer ha pubblicato la sintesi di un’indagine svolta da Strata, una delle principali agenzie degli Stati Uniti specializzata in media buying, relativamente agli ostacoli che le imprese avvertono tutt’oggi al momento di effettuare i loro investimenti pubblicitari online. Nonostante il crescente interesse per la realizzazione di campagne che utilizzino social media e smartphones, secondo quanto riportato,

esistono ancora barriere importanti nell’allocazione dei budget pubblicitari sul web e nel mondo digitale in generale, che viene tuttora considerato mezzo di integrazione, di supporto alle campagne pubblicitarie sui media tradizionali, televisione in primis. Colpisce in particolare il 26% di rispondenti che segnala una carenza di efficacia della comunicazione pubblicitaria online, seguito dal 23% che

non registra domanda di spazi sul web da parte delle imprese. Il paradigma della sfida dei media nell’ambiente digitale potrebbe essere sintetizzato nel passaggio dalla visibilità. È un cambiamento trasversale al mondo dei media e della comunicazione pubblicitaria che impatta con rilevanza su entrambi. Fonte: il Giornalaio 15


PRIMO PIANO: INTERNET E PROPRIETÀ INTELLETTUALE

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word” appunto o, per ome è emerso nelquanto riguarda Google, l’intervista a IAB “adword”. Google AdItalia riportata nelll problema è che words è oggi lo strumenle pagine precedenti, il spesso le parole coinvolgimento delchiave scelte dagli to di keyword advertising più utilizzato al mondo. l’utente, l’interattività e la inserzionisti Quando un utente esemulticanalità sono le nuocorrispondono a gue una ricerca su Goove tendenze della pubblimarchi registrati gle con una delle parole cità online. chiave specificate, l’anInfatti, come afferma anche, in teoria, che l’avvocato Laura Ordovrebbero essere nuncio dell’inserzionista può essere pubblicato in lando, specializzata in Inutilizzati solo dai corrispondenza dei risultellectual Property, “Intertitolari. tati di ricerca. Il problema net è un mezzo rivoluzioè che spesso le parole nario per il marketing delle aziende. L’utente web non è solo un chiave scelte dagli inserzionisti corritarget passivo, sollecitato da messag- spondono a marchi registrati che, in gi che giungono dall'esterno, ma un teoria, dovrebbero essere utilizzati sosoggetto attivo, che ne va in cerca e lo dai rispettivi titolari. Tuttavia non è contribuisce alla divulgazione del previsto l’obbligo, per il motore di ricerca, di verificare se le keyword scelmessaggio pubblicitario”. te dagli inserzionisti violino marchi alIn che modo la rivoluzione di In- trui. Google, ad esempio, nelle conditernet passa anche dalle novità zioni dei contratti che stipula con gli inserzionisti, specifica che l’inserzioniapportate dalla pubblicità online? Tra i sistemi più sofisticati di pubblici- sta si assume tutta la responsabilità tà on-line vi è una nuova forma di in- nel caso di uso indebito di marchi altrui come adword.Google si limita a ternet marketing noto come Search Engine Marketing (SEM), che si estrin- mettere a disposizione una “proceduseca attraverso l'ottimizzazione dei si- ra di reclamo” e dichiara di essere diti per motori di ricerca (Search Engine sponibile - a titolo di “cortesia” nei Optimization - SEO) e il cosiddetto confronti dei titolari dei marchi - a svolgere “limitate” indagini nel caso “keyword advertising”. Attraverso un posizionamento tra i pri- in cui riceva una segnalazione “ragiomi risultati del motore di ricerca (SEO), nevole”. l'azienda può orientare le scelte del Quindi le keyword usate nei moconsumatore a proprio vantaggio. La stessa cosa succede ricorrendo a tori di ricerca possono rappresenun'opportuna scelta delle parole chia- tare delle violazioni di marchio; la ve del sito che vengono "riconosciu- legge come si comporta di fronte a te” dal motore di ricerca. In questo queste? modo, portali e motori di ricerca rie- La questione se la responsabilità per scono a mostrare e suggerire all'uten- violazione di marchio sia davvero solo dell’inserzionista e non anche degli Inte link diversi a seconda delle parole ternet Service Provider è stata portata chiave digitate. davanti ai tribunali di mezzo mondo, Qual è il meccanismo che si na- con esiti diversi. Un esempio è rappresconde dietro la pubblicità presen- sentato dall’ormai celebre battaglia legale tra Google e Louis Vuitton, che te sui motori di ricerca? Quasi l’80% del traffico sul web è ge- ha dato origine alla sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità Eunerato dai motori di ricerca, quindi non possiamo trascurare l’importanza ropee del 23 marzo 2010 (cause riunidel business delle “keyword”. Google te C 236/08, C 237/08 e C 238/08). e Yahoo!, per citare i più noti, offrono Secondo la Corte di Giustizia, l’utente agli inserzionisti la possibilità di acqui- medio di Google non sarebbe tratto in stare parole con funzioni di “key- inganno dai cosiddetti “sponsored

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SE TI RUBO

IL MARCHIO SUL WEB! COME CAMBIA LA PUBBLICITÀ E LA PROPRIETÀ INTELLETTUALE NELL’ERA DI INTERNET. PASSANDO ATTRAVERSO UNA BATTAGLIA LEGALE D’ECCELLENZA: LOUIS VUITTON CONTRO GOOGLE. Intervista all’avvocato Laura Orlando, legale dello studio Simmons&Simmons, specializzata in Proprietà Intellettuale.

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PRIMO PIANO: INTERNET E PROPRIETÀ INTELLETTUALE

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saggio pubblicitario, ma dalla curiosità degli altri iscritti. D’altro canto, l’utente del social network fornisce informazioni che consentono di individuarne gusti e interessi, così che i banner pubblicitari che appaiono sulle pagine dell’utente sono “personalizzati” attraverso meccanismi simili a quelli usati nel “keyword advertising”.

link”. Il motore di ricerca altro non è che uno strumento: i link che si creano tra keyword corrispondenti a marchi e risultati della ricerca - a maggior ragione se si tratta di siti Internet noti - non bastano a trarre in inganno il consumatore medio che, se interessato a un certo prodotto, dopo aver svolto la ricerca in Google va direttamente sul sito specifico. Vi è pertanto da ritenere che anche gli advertisement (gli sponsored link che 18

Secondo la Corte

zione, non vi sarebbe compaiono a lato dei ridi Giustizia, l’utente una specifica responsabisultati della ricerca) venmedio di Google, lità di Google per violagano trattati dall’utente non sarebbe tratto zione di marchio in relaallo stesso modo dei risulzione all’uso di adword e tati della ricerca e, anche in inganno sponsored link. nell’ipotesi in cui il consudai cosiddetti Di certo questa interprematore usi Google pro“sponsored links”. tazione presuppone una prio per ricercare il sito concezione del diritto di specifico del titolare di un marchio, non vi è rischio che sia tratto marchio limitata essenzialmente alla sua funzione - pur fondamentale - di in inganno dagli sponsored link. In sostanza, secondo questa imposta- individuazione della origine o prove-

nienza del prodotto. Sembra invece trascurare che - come insegna la stessa giurisprudenza della Corte di Giustizia (si pensi ad esempio alla decisione nel caso L’Oreal/Bellure) - il contenuto economico del marchio comprende funzioni anche diverse da quella di identificazione del prodotto, tra cui in primo luogo proprio la funzione “pubblicitaria” (nonché, soprattutto, di protezione degli investimenti pubblicitari). Come si diffonde il messaggio pubblicitario nei social network? Una pagina dedicata a un determinato prodotto creata su uno dei principali social network - come Facebook, MySpace, Flickr, Netlog o addirittura

Su Facebook tutti possono generare contenuti senza alcun controllo. Come viene gestita in questo caso la proprietà intellettuale? Il materiale caricato sul web dall’utente privato e non dal titolare del sito è davvero poco controllabile. Anche in questo caso, ogni sito mette a disposizione un meccanismo di denuncia delle violazioni. Ad esempio, nel caso di violazione di diritti di proprietà intellettuale, è possibile inviare una notifica a Facebook attraverso un certo modulo. Se c’è violazione, Facebook dovrebbe rimuovere il materiale contraffattorio. Se è vero che gli Internet Service Provider sono esonerati da un Nei social media la obbligo generale di diffusione dei messaggi sorveglianza sulle inavviene tramite un formazioni sui conteincontrollato nuti generati dagli passaporola informatico utenti e di ricerca attiva che non dipende più di eventuali illeciti (e riesce difficile immagidall’utente, primo nare in pratica come Second Life - crea un efdestinatario del potrebbe essere altrifetto "virale", così che messaggio pubblimenti), vi è da auspicaè lo stesso consumatore citario, ma dalla re che i più importanti a coinvolgere altri utencuriosità degli iscritti. social network si attiviti/consumatori nella difno per rendere i propri fusione del messaggio meccanismi di segnalazione più effipubblicitario. Di per sé il social netcienti possibile. working rappresenta una nuova fronQuesto, se non per obbligo di legge, tiera dei sistemi "virali" di prima gein nome della cosiddetta 'Netiquetnerazione (si pensi per esempio ai te' che raccoglie le norme di etica e concorsi "invita un amico e avrai una buon uso dei servizi della Rete. Un settimana di abbonamento gratuiesempio virtuoso sembra quello di to"), nei quali la diffusione del meseBay - il maggior sito di aste on line saggio ad altri utenti avviene di norma - che ha creato per la segnalazione in modo deliberato e cosciente. Nei delle inserzioni contraffattorie un social network, la diffusione avviene programma relativamente sofisticatramite un incontrollato passaparola to (VeRO: Programma di verifica dei informatico, che non dipende più daldiritti di proprietà intellettuale). z l'utente, primo destinatario del mes19


PRIMO PIANO: INTERNET E CRISIS MANAGEMENT

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COME TI RISOLVO LA CRISI COME OGNI NUOVA PIATTAFORMA TECNOLOGICA, I SOCIAL MEDIA POSSONO RAPPRESENTARE SIA UNA FONTE DI RISCHIO, SIA UNO STRAORDINARIO AUSILIO ALLA COMUNICAZIONE IN SITUAZIONI CRITICHE. Intervista a Patrick Trancu*

ramite Twitter, un passeggero della popolazione e fungono spesso del volo Continental, ammarato anche da fonte di informazione per i nel fiume Hudson, ha potuto media tradizionali. In questo senso condividere in tempo reale con i suoi rappresentano quindi un importante amici la propria esperienza corredata veicolo attraverso il quale diffondere da foto, il tutto attraverso un sempli- informazioni, evitando il processo di ce smartphone. La notizia dell’ucci- “mediazione” caratteristico dei mesione di Osama Bin Laden non solo è dia tradizionali. E in situazioni di crisi, cocircolata su Twitter 30 mime operano i social netnuti prima che la CNN work? Possono rappredesse la notizia, ma SoCRISIS sentare uno strumento a haib Athar (@ReallyVirMANAGEMENT supporto delle aziende? tual su Twitter) ha twitLa capacità di gestire Lo abbiamo chiesto a Patato in tempo reale da una crisi non dipende trick Trancu, da anni Abbottabad in Pakistan senza sapere quello che dall’uso di una specifica esperto nella gestione e piattaforma, nella comunicazione di stava realmente accama piuttosto crisi. dendo. dalla preparazione I media sociali permettoalla sua gestione. Quale dei diversi sono di raggiungere rapicial network permette damente ampi segmenti

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*Patrick Trancu, amministratore delegato di TT&A (www.tta.it ), è esperto di gestione e comunicazione di crisi e vanta oltre 25 anni di esperienza nella comunicazione d’impresa. È possibile seguire il suo blog qui: http:// patricktrancu.wordpress.com

di gestire meglio una crisi? La capacità di gestire una crisi non dipende dall’uso di una specifica piattaforma, ma piuttosto dalla preparazione alla sua gestione. L’ampia diffusione della tecnologia - in particolare degli smartphone e delle reti cellulari e WiFi - l’istantaneità e la viralità dell’informazione rendono, infatti, quasi impossibile gestire con successo una situazione problematica se prima non si è dedicato ampio tempo a simularla. È infatti in questa fase che si identificano le piattaforme di interesse, si studia la presenza dell’azienda su di esse e ci si prepara al loro eventuale utilizzo. Oggi ad esempio, i nostri clienti sono preparati per avviare processi di comunicazione di crisi su un minimo di 12 piattaforme sociali, oltre a quelle tradizionali. Perché un'azienda non può più ignorare la forza di diffusione delle notizie di Internet e dei social network? In un mondo nel quale i media sociali hanno di fatto soppiantato i media tradizionali, in termini di velocità di diffusione delle notizie, focalizzare la propria attenzione solo su agenzie di stampa, televisioni e carta stampata rappresenta un grave errore di impostazione della propria comunicazione di crisi. Oggi, ciascuno di noi ha la possibilità di condividere gli avvenimenti ai quali assiste trasformandosi in un “giornalista” sul campo. Non sorprende quindi trovare su Twitter, Facebook e su altre piattaforme, i principali media internazionali, intenti non solo a diffondere informazioni quanto a cercare comuni cittadini “testimoni”, in presa diretta, di eventi e situazioni critiche. Spesso, infatti, l’impossibilità da un lato di far giungere in tempi rapidi una troupe televisiva o un giornalista sul luogo di un disastro e dall’altro l’esigenza di trasmettere notizie velocemente e in un flusso continuo, porta i media tradizionali a “cercare” quanti, sul campo e grazie ad uno smartphone, condividono in Rete le proprie testimonianze. 21


PRIMO PIANO: INTERNET E CRISIS MANAGEMENT

I social network si prestano a gestire una situazione di crisi? Se sì, perché? Oltre che nella rapidità, la forza dei social network sta anche nella capacità di instaurare un dialogo diretto con i consumatori. Mentre, infatti, la comunicazione verso i media tradizionali è principalmente unidirezionale, i social media permettono di informare e di dialogare in tempo reale con i propri consumatori e stakeholder. Si tratta di persone motivate dalla passione per un prodotto o per un’azienda che, in possesso di informazioni oneste e tempestive, hanno il potenziale di diffonderle in maniera virale. I social network rappresentano quindi una risorsa nella comunicazione pro attiva, ma allo stesso modo devono essere costantemente monitorati strategicamente per evitare l’insorgere di potenziali crisi e per evitare che da utili strumenti diventino armi pericolose. Quali sono le principali regole da 22

In cosa sbagliano le osservare per l’utilizzo aziende italiane quandei social network in Oltre do si trovano a dover fase di crisi? che nella rapidità, gestire una crisi di coSono poche ma fondamunicazione? mentali: ascoltare quello la forza dei social Il primo errore che le che viene detto in Rete; network sta anche azi en d e co mp iono è aprirsi tenendo un comnella capacità di quello di non prepararsi portamento onesto e trasparente; agire av- instaurare un dialogo alla gestione di crisi. Quanti imprenditori ogviando il dialogo e spiediretto con i gi si sognerebbero di gando cosa si sta facenconsumatori. non assicurare i propri do; coinvolgere possibili stabilimenti o sottoscrievangelisti o detrattori vere polizze di responsaper spiegare le azioni intraprese; mantenere una coerenza in bilità civile? tutta la comunicazione; imparare e Investire in un programma di prepaprepararsi per la prossima gestione razione alla gestione e comunicazione di crisi è come sottoscrivere una di crisi. polizza di assicurazione. Di fatto la gestione di crisi attraverso i social media segue le regole fon- Significa limitare i danni nel caso in damentali della gestione di crisi tra- cui si verifichino avvenimenti nefasti. Il secondo errore sta nella scarsa dizionale. Cambia la complessità dell’ascolto, comprensione dei meccanismi che regolano le relazioni in Rete e la sotla velocità con la quale è necessario tovalutazione dell’importanza delle agire, la molteplicità delle piattaforme da attivare e gestire e la multi- piattaforme sociali. medialità del messaggio da diffon- Il terzo, frutto della cultura del nostro paese, è quello di non riconoscere dere.

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pubblicamente gli errori commessi assumendosene la responsabilità. Un esempio positivo e uno negativo di gestione della situazione di crisi sui social network? Vi sono diversi esempi di buona gestione e di cattiva gestione di crisi in Rete. Nestlé è spesso citata come un esempio di cattiva gestione. Mi riferisco in particolare alle accuse ricevute da Greenpeace per aver acquistato l’olio di palma, utilizzato in prodotti come il Kit Kat, da una società indonesiana a sua volta accusata di distruggere illegalmente le foreste pluviali dove vivono gli orangutan. Una catena di errori di gestione dei principali media sociali, come YouTube, Twitter e Facebook da parte di Nestlé, ha portato l’azienda a subire violentissimi attacchi che ne hanno seriamente compromesso la reputazione. Esempi più recenti di cattiva gestione includono Toyota, BP, Sony e, per restare in Italia, Patrizia Pepe. Quest’ultima, una marca di abbigliamento accusata dai consumatori di

aver utilizzato per la campagna pubblicitaria modelle eccessivamente magre, ha reagito attaccando a sua volta i consumatori, accusandoli di essere offensivi nei confronti di chi per DNA ha costituzione esile e catalogando le osservazioni ricevute come degne di “un forum sui disturbi alimentari”. Un buon esempio di gestione è invece stato quello di Domino Pizza che ha dovuto rispondere a un video nel quale alcuni dipendenti di un negozio della sua famosa catena, preparavano il cibo in maniera piuttosto disgustosa. L’azienda è riuscita a elaborare un buon piano di risposta grazie anche al fatto che la stessa stava lavorando da mesi alla propria strategia sui social media. In conclusione non vi è dubbio che i media sociali possano rappresentare un rischio. Tuttavia, grazie ad un adeguato programma di formazione alla gestione e comunicazione di crisi, rappresentano, prima di tutto, una z grande opportunità.

CRISIS MANAGEMENT “MIRACOLOSE” Il 30 agosto 2007, un ragazzo, mentre giocava alla sua Xbox al “Tiger Woods PGA Tour 08”, scoprì un glitch, una sorta di errore del programma, che permetteva al personaggio di giocare sull’acqua. Il ragazzo riprese con una videocamera il “miracolo” del Tiger digitale e, ribattezzandolo “Jesus Shot”, lo pubblicò in un video su Youtube. La casa produttrice del videogioco, la EA Sports, pensò bene di rispondere all’errore con ironia, utilizzando gli stessi strumenti scelti da chi lo aveva segnalato. Così produsse un video, che caricò su Youtube. In esso, dopo un breve frame del filmato realizzato dal ragazzo, si vedeva il vero Tiger Woods che camminava sull’acqua per prepararsi a un “Jesus shot” e, in conclusione, la scritta: “It’s not a glich. He’s just that good”. http://www.youtube.com/watch?v=FZ1st1 Vw2kY&feature=player_embedded 23


PRIMO PIANO: INTERNET E LAVORO

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I NETWORK CHE FANNO BENE

AL BUSINESS SE FACEBOOK STA CONQUISTANDO ANCHE LE AZIENDE, COME STANNO INVECE EVOLVENDO LINKEDIN, VIADEO, XING, I SOCIAL MEDIA DAL DNA PROFESSIONALE?

ocial network e business. A una Italia si contano 1,7 milioni di profili visione superficiale del fenome- LinkedIn e quasi circa mezzo milione no potrebbe sembrare una con- su Viadeo, contro gli oltre 19 milioni di traddizione in termini, in realtà questi Facebook. due mondi hanno molto più in comu- Perché investire tempo in un business ne di quanto si possa immaginare. social network e quale vantaggio conMentre si sta sfatando il falso mito per creto può dare la presenza attiva in il quale Facebook è solo divertimento, questi ambienti? Le ragioni sono nudisimpegno, intrattenimento - grazie merose, quante le diverse figure proad oltre 3 milioni di soggetti business fessionali che potrebbero trarne un che lo stanno integrando all'interno beneficio. Le professioni intellettuali e della propria strategia di marketing e quelle legate all'information technolodi comunicazione - è il momento di fa- gy sono quelle investite in prima battuta, ma vanno considerate tutte le alre un ulteriore passo avanti. tre che ne sono già investite. Il social network, così come avviene nella vita di tutti i giorni - da non di- Fare networking è un bene per chi cermenticare come ormai online e offline ca una prima occupazione, per chi siano due mondi già convergenti - può vuole trovarne una migliore, per chi cerca collaboratori qualiavere una dimensione legata ficati da assumere o analla propria sfera profesIN ITALIA che soltanto partner per sionale. Lo sanno bene SI CONTANO la propria attività da libeLinkedIn, Viadeo, Xing, ro professionista. tre business social net1,7 MILIONI DI Aprire un profilo è solo un work nei quali continuare PROFILI LINKEDIN primo passo, al quale è a tessere la propria rete di necessario aggiungere la contatti professionali. Dai MEZZO MILIONE rete di contatti già esi100 milioni di profili in SU VIADEO stente - un controllo dei LinkedIn ai 35 milioni in OLTRE 19 MILIONI contatti già attivi conViadeo, il fenomeno non DI FACEBOOK frontando la rubrica degli è ancora di massa ma ci si indirizzi di posta elettroniavvicina molto. Solo in

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PRIMO PIANO: INTERNET E LAVORO

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rafforzare il personal branding e afferca può dare risultati sorprendenti - e tutto quanto integrabile dalle attività marsi come unici e qualificati. Con quaquotidiane di relazione. Inserire nel le strumento sarebbe possibile raggiungere gli stessi obiettivi restando nel proprio network i contatti relativi ai bifresco della propria casa, connessi dal glietti da visita collezionati al termine di terrazzo o dal divano menun evento o di una fiera può tre si costruiscono le basi essere molto utile per del business di domani? mantenere caldo un rapPARTECIPARE Chi cerca e chi offre lavoporto nuovo e non pernegli spazi di discussione, ro qualificato oggi usa la dere di vista il contatto. dove far emergere le Rete per trovare il candiCiò che conta per coglieproprie competenze e la dato giusto, sapere tutto re al massimo le opportupropria professionalità, su di lui e decidere o quanità che il business social aiuta concretamente a si l'assunzione prima annetworking mette a dirafforzare il personal cora del colloquio. L'uso sposizione è entrare nella branding e affermarsi intelligente di LinkedIn o forma mentis di condivicome unici e qualificati. Viadeo aiuta a stare al dere, gratis nella maggior passo con la concorrenza parte dei casi, per acquie valorizzare al meglio le sire autorevolezza, crediproprie capacità. Non è mai troppo bilità, fiducia all'interno del proprio tardi per cominciare, consapevoli che i mercato di riferimento. Partecipare neprimi a muoversi sono destinati a gogli spazi di discussione, dove far emerdere di un vantaggio competitivo rigere le proprie competenze e la propria professionalità aiuta concretamente a spetto alla concorrenza. z

LINKEDIN OVVERO QUANDO IL SOCIAL NETWORK DIVENTA STRUMENTO DI MARKETING Diversamente da altri social network molto più conosciuti che si basano prevalentemente sulle relazioni sociali, LinkedIn è focalizzato su aspetti legati al business. I Gruppi di discussione, peculiarità del social in questione, sono i “luoghi” dove incontrare altre persone (cosiddetti contatti) per discorrere su tematiche di comune interesse . Trattasi, comunemente, di argomenti di un certo livello, dove il tono della conversazione tende a rimanere elevato grazie alla partecipazione di esperti nelle varie materie rendendo LinkedIn strumento per eccellenza che incentiva lo “sharing delle competenze”. Strumento di ricerca/offerta di risorse umane che, attraverso la visibilità del curriculum personale dei par-

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tecipanti, evidenzia le capacità relazionali dei singoli, grazie alla possibilità di “raccomandare” i colleghi o gli individui con cui si è semplicemente collaborato. Vero e proprio strumento di marketing grazie alla possibilità di “clusterizzare” i vari contatti attraverso l’utilizzo di tag. La creazione di categorie, in base al settore di appartenenza dell’azienda nella quale il nostro contatto lavora, permette di creare dei cluster che potranno poi essere utilizzati per l’invio di comunicazioni mirate o per la scelta dei contatti a cui proporre un gruppo di discussione (ad esempio su un nuovo servizio). La possibilità di effettuare benchmarking della concorrenza grazie all’aggiornamento continuo sullo stato delle aziende che si decide di “seguire”.

BNI.COM: LA RACCOMANDAZIONE ORA SI FA ON LINE La sua filosofia è: “Givers Gain” - se io porto nuovi clienti a te tu sarai motivato a portare nuovi clienti a me. Si chiama BNI e sta per Business International Netowrk. È presente in tutto il mondo con 135 mila iscritti, di cui 600 in Italia. Obiettivo principale? Aumentare il giro d'affari di professionisti e imprenditori grazie allo scambio di referenze e di contatti. Per entrare si paga un’iscrizione di poco superiore ai 1.000 euro annuali, si viene strutturati in uno dei 5.900 gruppi (capitoli) e gli incontri si svolgono, di persone, seduti a un bar per la colazione, alla mattina dalle 7.30 alle 9.00. Ognuno dei partecipanti parla per 60 secondi, spiega cosa sta facendo e che tipo di clienti cerca. Poi si analizza un caso particolare e infine ci si scambiano le referenze. Poi? Tutti al lavoro, cercando di far parte di quel 98% di aziende che hanno trovato nuove opportunità di lavoro, grazie a queste referenze. http://www.bni-italia.com Ecco un elenco parziale delle professioni attualmente presenti in BNI: Consulenza: commercialista, consulente del lavoro, assicurazioni, avvocato, notaio, credito al consumo, diritto d’impresa, consulente d’azienda, gestione/selezione del personale, agenzia di lavoro temporaneo, consulente per privacy/sicurezza, formazione aziendale, promotore finanziario. Information & Communication Technology: formazione ICT, supporto e manutenzione ICT, software applicativi/gestionali, sistemi di telecomunicazioni, stampanti e fotocopiatrici, sistemi web, forniture per l’informatica. Salute e Benessere: dentista, dietologo/nutrizionista, farmacista, omeopata, chiropratico/fisioterapista, dermatologo, psicologo, oculista/ottico, veterinario, centro servizi medico, centro estetico, centro fitness. Edilizia & Immobiliare: agente immobiliare, agente mutui, climatizzazione, impianti di sicurezza, giardiniere, traslochi, architetto, tappeti e tendaggi, progettista/geometra, impresa di costruzione, manutenzione edile, arredamenti, impresa di pulizie. Marketing e Comunicazione: coordinatore di eventi, grafico/web designer, consulente marketing, pubbliche relazioni, pubblicità, agenzia di comunicazione, tipografia/stampatore. Altre attività: targhe e incisioni, attrezzature per ufficio, trasporti/corrieri, fotografo, formazione linguistica/traduzioni, coordinatore di matrimoni, agenzie di viaggio, servizi di ristorazione/catering, vendita e riparazione autovetture, gioielliere, fiorista, artista. 27


PRIMO PIANO: INTERNET E SITI WEB

IL SITO WEB VA IN

PENSIONE? SE LE AZIENDE SI STANNO LASCIANDO TRASCINARE DALL’ONDATA FACEBOOK, SCEGLIENDO DI INVESTIRE SEMPRE PIÙ NELLA RETE, CREANDO PROFILI, FANPAGE E CANALI, IL CARO VECCHIO SITO WEB AZIENDALE, CHE FINE FARÀ? LO ABBIAMO CHIESTO A LUCA CONTI*

*Luca Conti, giornalista, scrittore, blogger e ambientalista.

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IMQ NOTIZIE n.94

nche in Italia, sta aumentando il Che cosa ha in più il sito web numero di aziende che hanno aziendale rispetto alla fanpage o capito l’importanza di “incon- al profilo della stessa sui social trare” il loro pubblico sui social net- network? work. Parallelamente, continuano a re- Informazioni presentate in forma analitica, contatti ufficiali, info di referenstare in vita i “vecchi” siti web istituzionali, corredati e aggiornati con qua- ce. Il social network non sostituisce tutto ciò ma apre una finestra allunque tipo di informazione riguardante l’azienda. Ma se i vecchi siti web pre- l'ascolto e alla conversazione con i diligono l’aspetto informativo, i nume- clienti e non solo. rosi profili e le fanpage presenti sui social network preferiscono invece la di- È un bene per le aziende essere sui vulgazione, il passaparola e l’interazio- social network? ne con il proprio target di riferimento. Lo è nel momento in cui questi vengono percepiti e utilizzati come spazi Ovviamente, per essere su Facebook di relazione, non completamente con&Co, l’azienda deve imparare un nuovo trollabili, in cui mettersi in gioco in modo di comunicare. Nell’intervista che maniera trasparente e aperta, spesso segue, Luca Conti ci spiega quali sono senza rete di protezione. Vanno usati le differenze di stile che esistono tra il seguendo dinamiche, linguaggi e mo“vecchio” sito web aziendale e la fandalità proprie di ognuno di page su Facebook, illustrandoquesti, senza improvvisaci quale sia il modo più corre. Per funzionare, necesretto, per un’azienda, di IL SOCIAL sitano quindi di relazione affrontare l’agguerrito NETWORK pubblico del web. NON SOSTITUISCE IL e non di pubblicità maWEB MA APRE UNA scherata. Con queste premesse, il social network È vero che il sito web FINESTRA può arrivare a migliorare aziendale è ormai anALL'ASCOLTO radicalmente la perceziodato fuori moda? E ALLA ne dell'azienda con beneIl sito web istituzionale CONVERSAZIONE fici ad ampio spettro su non è passato di moda CON I CLIENTI. tutto il business. ma ha cambiato il suo E NON SOLO. ruolo all'interno della Spesso le fanpage FB strategia aziendale. Infatufficiali sono gestite ti, non è più il punto di partenza o l’unica presenza dell’azienda sempre dall’azienda; ma quali sul web, ma un sito hub che raccoglie differenze devono esserci, a licontenuti che a loro volta puntano alle vello stilistico e di contenuto, conversazioni che avvengono sui sa- tra il sito web di un’azienda e la telliti costituiti dai profili sui social net- sua pagina Facebook? work e i social media. Un ecosistema Facebook può essere personalizzato che assomiglia sempre più a un piane- con alcune schede in cui inserire grata con tanti satelliti intorno, sempre fica, contenuti, multimedia su misura, ma non si può andare oltre. Lo stipiù grandi e importanti. le deve essere informale, personale, Quando cerco delle informazioni volto alla conversazione. Il contenuto deve essere orientato a offrire valore, su un’azienda guardo il suo sito sotto forma di informazione, intratteweb o la cerco su Facebook? Dipende da chi sei. È probabile che il nimenti e offerte speciali per gli utenti più fedeli. pubblico attivo della Rete cominci le navigazioni dai social network, quindi, in questo senso, direi Facebook. Il Tra i diversi social network quali sito resta probabilmente la porta di sono i primi tre sui quali un’azienda non dovrebbe mai mancare? accesso privilegiata per media, partner, azionisti, e lo sarà anche in futu- Dipende da azienda ad azienda, anche rispetto ai contenuti che produce ro, perché ufficiale e più completo.

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PRIMO PIANO: INTERNET E SITI WEB

con maggiore originalità e valore aggiunti. Di sicuro, in Italia non si può prescindere da Facebook; Twitter è invece affermato nella conversazione in tempo reale. Un blog, magari con Tumblr, può aiutare a comunicare meglio sul web social.

Cosa accadrà nei prossimi 10-15 anni ai siti web delle aziende? Come si evolveranno? Scompariranno? Difficile dirlo, il web è così giovane. A mio avviso resteranno, ma saranno sempre più integrati con le con-

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versazioni che avvengono fuori dal sito, negli spazi social. Non dimentichiamo poi il mobile, una variabile destinata in pochi anni a rivoluzionare il modo in cui concepiamo internet. Ci divertiremo, senza dubbio, di questo sono certo! z

GLOSSARIO COOL 2.0 Linkare è roba da primitivi. Ora devi essere un fan, devi twittare , puoi googlare e anche soffrire di discomgoogolation, se vuoi essere “in”. Ecco allora le principali parole da conoscere per navigare alla velocità di Internet. Account È lo spazio fisico concesso su un sito a un utente. Applicazione Software che aggiunge funzioni a quelle in dotazione sulla piattaforma (giochi, mappe etc). Bacheca Su Facebook è lo spazio in cui compaiono i messaggi, le foto o gli aggiornamenti di stato. Bannare Espellere chi si comporta in modo scorretto da un gioco online, da una chat o da un forum. Chat Luogo d’incontro in Rete tra utenti per comunicazione e trasferimento dati in tempo reale. Chattare Prendere parte a una chat. Community Comunità virtuale in cui gli utenti interagiscono per motivi professionali o di svago. Download Scaricare sul proprio computer programmi, immagini, musica. Emoticon Sono le icone che esprimono emozioni con una riproduzione stilizzata delle principali espressioni del volto umano.

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File sharing Condivisione di file. Forum Area di discussione su argomenti di interesse comune. Gruppo Insieme di utenti che si riuniscono per uno specifico interesse (fans, tifosi, appassionati). Instant messaging (IM) Messaggeria istantanea per conversazioni digitali in tempo reale (Skype, Msn e Icq). Netiquette Termine formato dalle parole net (inglese, “rete”) e étiquette (francese, “buona educazione”) per indicare le norme di comportamento condivise. Nickname Pseudonimo scelto per identificarsi all’interno di un social network. Phishing Frode informatica per sottrarre illecitamente i dati personali di un utente tramite il web.

motori di ricerca e sono gestiti attraverso dinamiche di Pay per Click (a pagamento). SEM - Search Engine Marketing È l’insieme delle attività di marketing che hanno come obiettivo l’accrescimento della visibilità di un sito Internet, attraverso il canale web. SEO - Search Engine Optimization Comprende tutte le attività volte a rinforzare il posizionamento (e quindi la visibilità) di un sito Internet sui motori di ricerca, tra i risultati naturali (detti anche organici, e cioè non a pagamento). Tali attività comprendono l'ottimizzazione sia del codice sorgente della pagina, sia dei contenuti. SMO - Social Media Optimization E’ l’ottimizzazione dei profili sui social network e comprende tutte le attività studiate per migliorare la visibilità di un’azienda attraverso gli account social.

Profilo Informazioni, foto, video: la nostra identità sui social network.

Tag Termine associato a un contenuto digitale per facilitarne l'indicizzazione nei motori di ricerca.

SEA - Search Engine Advertising È la pubblicità nei motori di ricerca, l’acquisto dei cosiddetti “annunci sponsorizzati, che compaiono sui

Twittare Storpiatura del verbo inglese to tweet, significa lanciare messaggi su Twitter.

ITALIANI (SEMPRE PIÙ) DIGITALI (MA TANTO LENTI E TROPPO PIRATI) In Italia sono più di 30 milioni gli internauti. Il nostro Paese è sempre più digitale, ma fortemente limitato da infrastrutture informatiche non all'altezza. Lo conferma anche una recentissima ricerca di Akamai (www.akamai.com): l’Italia sulla velocità del web è penultima in Europa (insieme alla Grecia e davanti solo alla Spagna), con 3,4 Mb per secondo. Al polo opposto, e con una velocità quadrupla (13,7), si piazza la Corea del Sud. L'indagine di Akamai si riferisce al quarto trimestre del 2010 e riserva qualche sorpresa. Ad esempio la città più veloce d'Europa, che non è Londra o Parigi, ma Costanza, in Romania (al 56° posto nella classifica mondiale). La città con il web più veloce del mondo è Taegu (18,36 Mb in media) in Corea del Sud. E sono del paese asiatico le città fino all'undicesimo posto (la capitale Seul). Molto bene si comporta anche il Giappone, che ha 60 città tra le prime 100. Se è vero che non c'è nemmeno una città italiana tra le prime cento, va detto che se ne contano poche anche tra le europee: due romene, quattro olandesi, una spagnola (Valencia), una portoghese (Porto), una ceca (Brno), un'austriaca (Salisburgo). Ma se sulla velocità l'Italia insegue, la classifica si ribalta se si guarda al traffico legato agli attacchi informatici: il 3,6% del totale mondiale proviene infatti dal nostro Paese, che si piazza in settima posizione dietro a Russia (10%), Taiwan, Brasile, Cina, Usa ed Egitto. E l'Italia è anche la prima fonte al mondo di traffico legato agli attacchi da reti mobili (30%).

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PRIMO PIANO: INTERNET E RICERCA

IMQ NOTIZIE n.94

IL MOTORE CHE CI DÀ UNA MANO

IL MONDO DELLA RETE PUÒ SEMBRARE PIUTTOSTO INTRICATO, A CAUSA DELLA GRAN QUANTITÀ DI INFORMAZIONI IN ESSO CONTENUTE. MA A DARCI UNA MANO CI SOLO LORO (O FORSE DOVREMMO DIRE “LUI” VISTO CHE, UNO IN PARTICOLARE, LA FA DA PADRONE): I MOTORI DI RICERCA. Intervista ad Alessandro Antiga, Direttore Marketing di

u Google si fa ricerca, su Google ci si fa vedere, su Google si consultano le mappe, si cercano le immagini, si creano dei gruppi di discussione, si leggono le news, si traduce, si vende e si offre, si fa pubblicità. Su Google si fa tutto (o quasi). Non per niente è il motore di ricerca più utilizzato nel mondo (il 70% di tutte le ricerche mondiali si fanno tramite il motore “multicolor”) e naturalmente anche in Italia. Un successo più che meritato visto la qualità dei servizi offerti, sempre in continua crescita, e vista anche la qualità delle selezioni fatte dai

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Italia

suoi algoritmi in fase di ricerca. Google rappresenta insomma una galassia di notizie e servizi, che potrebbero anche disorientare un navigatore per la loro quantità. Ma, niente paura! A salvarci dalla giungla delle informazioni, c’è sempre lui, il nostro motore preferito che, attraverso evolute tecnologie, riesce a indicarci la strada e a selezionare per noi solo le fonti migliori. Ma vediamo come, intervistando Alessandro Antiga, Direttore Marketing di Google Italia. Oggi tutti vanno su Internet e pos-

sono anche alimentarlo; ma come si possono riconoscere le fonti attendibili? L’attendibilità delle fonti è un problema che si è sempre posto anche nell’era predigitale. Forse uno degli aspetti che caratterizza le fonti che si trovano in Internet è quello della loro rilevanza, e questa varia da persona a persona e da contesto a contesto. Ci sono diverse strade tramite le quali il motore di ricerca guida l’utente: ad esempio, se un utente compie una ricerca mentre è loggato con il suo account Google, i risultati avranno

una rilevanza maggiore. Se l’utente lo desidera, infatti, il motore tiene traccia della storia delle ricerche già compiute dallo stesso utente e può quindi fornirgli risultati più pertinenti ogni volta che fa una ricerca nuova. Google è in continua innovazione: basti pensare che lanciamo circa 500 innovazioni ogni anno. Alcune sono molto dirompenti, è il caso di Instant (la funzione che consente al motore di effettuare la ricerca già mentre digitiamo la parola), altre sono dei miglioramenti tecnologici che magari non vengono percepiti dagli

utenti, ma aumentano l’efficacia del motore di ricerca, altri ancora sono in fase di sperimentazione e giungeranno in Italia nei prossimi anni. Tra questi per esempio il pulsante +1, che abbiamo lanciato di recente negli Stati Uniti: se faccio una ricerca mentre sono loggato, il motore mi suggerisce quello che le persone che appartengono al mio network di relazioni hanno giudicato rilevante in merito al tema della mia ricerca. In altri casi, l’affidabilità e la pertinenza della fonte dipende dal mio livello di competenza su un determinato tema. Mettiamo il caso che

voglia fare una ricerca scientifica: bene, Google mi permette di scegliere il livello di difficoltà dei risultati forniti, a seconda che io sia uno studente al primo anno di liceo oppure un docente universitario. Come può l’utente gestire la mole di informazioni contenute in Rete? L’utente non deve solo limitarsi a digitare una parola e vedere quali risultati ottiene, ma deve imparare a usare il motore di ricerca in maniera più sofisticata. Quando cerchiamo delle informazioni, abbiamo a disposizione diverse opzioni: 33


PRIMO PIANO: INTERNET E RICERCA

possiamo scegliere di cercare qualcosa solo tra le news, oppure solo all’interno dei blog o, ancora, limitare la ricerca a un arco temporale definito. Un uso più sofisticato del motore di ricerca aiuta sicuramente a orientarsi e a reperire i dati di cui abbiamo bisogno in minor tempo. Per esempio, se si stanno cercando informazioni su un tema di cui non si conosce nulla, Google offre la funzione Wonder Wheel, che consente di esplorare i risultati in forma ‘grafica’ e suddivisi per aree tematiche. Google non è solo il motore di ricerca, ma un portale di servizi per i navigatori della Rete. Ci sono in programma delle novità? Cerchiamo di offrire agli utenti sempre più novità, a partire dalle soluzioni per il mobile, attraverso la nostra piattaforma Android. Vogliamo facilitare l’accesso alla Rete e, dato che l’utente è sempre più mobile e l’uso degli smartphone è sempre più diffuso, stiamo lanciando dei nuovi servizi per compiere le proprie ricerche sul telefonino che, a differenza del Pc, è sempre con noi a portata di mano. Ci sono alcune innovazioni interessanti: ad esempio, la ricerca “vocale” (Voice Search), che permette di utilizzare la propria voce per compiere ricerche mentre siamo in movimento, senza aver

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bisogno di digitare nulla sulla tastiera. Oppure, un’altra novità è Goggles, che permette di utilizzare la fotocamera del telefonino per effettuare una ricerca per immagini. Se sono di fronte a un luogo, a un’opera d’arte o a un monumento posso fotografarlo e ricevere dal motore di ricerca le informazioni che lo riguardano. Oltre al mobile, stiamo proponendo diverse soluzioni anche per il cloud (n.d.r.: tutto quell’insieme di tecnologie che mettono a disposizione risorse hardware - archiviazione soprattutto, ma anche altro - così come servizi software, via remoto). Si tratta di offrire servizi già all’interno della Rete: un esempio sono i documenti, ai quali si può accedere online. La nostra strategia si basa sull’utilizzo di Chrome, il browser che abbiamo lanciato da qualche anno. A giugno, inoltre, verranno lanciati i Chromebook, dei Pc con sistema operativo Google Chrome OS e basati interamente sulla Rete. Cosa offre Google alle aziende?

GLI ITALIANI SI COLLEGANO DA… MARZO 2010

MARZO 2011

Fonte: Audiweb Trends, maggio 2011 – Audiweb powered by Nielsen 66,8%

DA QUALSIASI POSTAZIONE:

71,5% 67,3%

DA CASA:

60,6% 38,0%

DAL LAVORO:

DA SCUOLA O UNIVESITÀ: DA ALTRI LUOGHI COME BIBLIOTECHE E INTERNET POINT: DA ALTRI LUOGHI COME BIBLIOTECHE E INTERNET POINT:

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40,9% 6,8%

-4,4%

6,5% 4,3% 4,0%

-7,0% 10,1% 15,2%

+50,5%

+7,6%

+ 7,0%

+11,1%

CHI È

ONLINE? Google offre alle aziende due cose in particolare: la visibilità e le apps. Per quanto riguarda la visibilità, le aziende hanno a disposizione sia AdWords, lo strumento che permette di farsi pubblicità in Rete e dunque di farsi trovare mentre l’utente compie delle ricerche legate all’attività dell’azienda, sia il display network, ossia le migliaia di siti che fanno parte del network di Google e che possono essere sfruttati dagli inserzionisti per farsi pubblicità. Infine, c’è anche YouTube, che è una property di Google e che ha un’audience molto elevata. Le aziende possono utilizzare YouTube per mettere online video, spot, per aprire dei canali e fornire così le informazioni sui propri prodotti a un grande pubblico. Su Google chiunque può farsi pubblicità a poco prezzo: come può l’utente distinguere ciò che è più meritevole di attenzione da ciò che è meno valido? Anche in questo caso, la tecnologia ci viene in aiuto. Innanzitutto, non è possibile modificare, nemmeno pagando, il proprio posizionamento nei risultati organici della ricerca. Ma anche per quanto riguarda la pubblicità, ossia i link sponsorizzati, non vengono accettate pubblicità che non siano pertinenti con la ricerca effettuata dall’utente. Inoltre, non basta pagare di più per ottenere una posizione migliore nei link sponsorizzati, perché il motore di ricerca tiene conto anche della qualità di quello che stiamo pubblicizzando, della qualità del sito di destinazione, del numero di utenti che hanno cliccato su quel link. Quindi, anche nel caso dell’advertising, così come nella ricerca organica, il motore di ricerca ci dà una mano a orientarci. z

Audiweb è un Joint Industry Committee al quale partecipano le associazioni di categoria di tutti gli operatori del mercato: Fedoweb, la federazione degli operatori del web, l’UPA, (Utenti Pubblicità Associati) che rappresenta le aziende nazionali e multinazionali che investono in pubblicità e Assap Servizi s.r.l., l'azienda servizi di AssoComunicazione, l’associazione delle agenzie e centri media operanti in Italia. Grazie alla realizzazione di un nuovo sistema integrato per la rilevazione dei dati, e grazie al supporto metodologico dei propri partner di ricerche di organizzazioni internazionali come IAB, Audiweb realizza e fornisce al mercato una fotografia dettagliata sulla fruizione dei media online (Online Audience Measurement Service). La nuova piattaforma, introdotta nel 2008, consente ad Audiweb l’accesso ai dati sulla diffusione e sull’utilizzo del web, allargando la rilevazione degli accessi oltre che da casa e da luogo di lavoro anche a biblioteche, luoghi pubblici, Internet point e mobile e integrando i dati del panel di navigatori ai dati censuari rilevati dai siti editoriali. Audiweb utilizza diverse fonti per le sue rilevazioni: la Ricerca di Base sulla diffusione dell'online in Italia, una ricerca quantitativa realizzata in collaborazione con DOXA, che permette di individuare i profili socio-demografici degli utenti Internet italiani basandosi su un campione di 10.000 interviste face to face; il Pa-

CHI SONO GLI UTENTI CHE FREQUENTANO LA RETE PIÙ ASSIDUAMENTE? QUANTE SONO LE FAMIGLIE CHE VI ACCEDONO OGNI GIORNO? A queste e altre domande risponde Audiweb, la società che si occupa di raccogliere i dati sull’audience online che, utilizzando strumenti all’avanguardia, fornisce dati precisi, di carattere quantitativo e qualitativo.

nel, una rilevazione oggettiva realizzata attraverso un software meter che garantisce l'automatizzazione della rilevazione dei comportamenti del campione Internet ed evita la necessità di affidarsi alle dichiarazioni di navigazione da parte degli utenti; il sistema censuario, una rilevazione oggettiva e completa di tutta l'attività compiuta sui siti censiti da Audiweb; il Catalogo, costituito da informazioni su tutta l'offerta editoriale disponibile su Internet. Sulla base di queste fonti, Audiweb realizza diverse tipologie di report: Audiweb Trends, il report trimestrale basato sui dati della ricerca realizzata in collaborazione con l'istituto di ricerca DOXA; Audiweb Database, che grazie al ricorso a software applicativi molto sofisticati, fornisce dati importanti per la costruzione, valutazione e ottimizzazione di piani per la pianificazione pubblicitaria online, risultando quindi uno strumento indispensabile per centri media ed editori; Audiweb View, servizio che consente di visualizzare report sui dati di navigazione dell'intera offerta editoriale presente su Internet, aggregati per mese; Audiweb Report, il report sintetico quotidiano distribuito online nella giornata successiva alla rilevazione e che contiene tutti i dati principali di audience degli editori iscritti ad Audiweb derivati dal sistema censuario Audiweb Census (browser unici, pagine viste, visite, tempo medio per pagi-

na, durata della visita). A chi giova tutto questo? Indubbiamente, la raccolta di dati e informazioni imparziali e attendibili che riguardano gli accessi ai principali siti e portali, il profilo degli internauti e il tipo di uso che fanno della Rete rappresenta un fondamentale strumento di marketing che consente a editori, centri media, agenzie e aziende di avere un quadro completo del loro mercato di riferimento, utile per la pianificazione e la gestione delle campagne di comunicazione e l’ottimizzazione di tutte le z azioni pianificate online.

GLI ULTIMI DATI DI AUDIWEB TRENDS: DA DOVE SI COLLEGANO GLI ITALIANI? Dal report di Audiweb Trends, relativo al primo trimestre del 2011 e basato su un campione di 10.000 interviste a persone di età compresa tra gli 11 e i 74 anni, emerge che sono ben 34,4 milioni (il 71,5% della popolazione di riferimento) gli italiani che dispongono di un collegamento a Internet e il 60,5% delle famiglie italiane si collega alla Rete da casa. Inoltre, il 66% delle famiglie che si collegano da casa possiede un collegamento veloce tramite ADSL e senza limiti di tempo. Un altro dato interessante è l’aumento, in un anno, del 50,5% dei collegamenti a Internet da telefono cellulare, che riguarda ben 7,3 milioni di persone, ossia il 15,2% della popolazione di riferimento.

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PRIMO PIANO: INTERNET, INFORMAZIONE E MOBILE

IMQ NOTIZIE n.94

7,30 A.M.: CAFFELATTE, BRIOCHE E GIORNALE ONLINE COME CAMBIA LA FRUIZIONE DEI MEDIA CON L'EVOLUZIONE DEL WEB MOBILE.

empre più persone utilizzano i loro smartphone (i cellulari “intelligenti”, in grado di collegarsi a Internet) e tablet (i computer a “tavolet,ta”, come l’iPad) per leggere notizie e contenuti informativi online. La tendenza è particolarmente evidente negli Usa, da sempre antesignani di qualsiasi mutazione e riguarda prevalentemente le notizie locali.

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Una recente (febbraio 2011) ricerca del Pew Research Center, un’organizzazione specializzata nello studio dei mutamenti nel settore editoriale, nell’ambito del suo “Project for Excellence in Journalism” ha messo in evidenza come il 47% degli americani consulti in mobilità le news, gli articoli sportivi, le previsioni del tempo, banche dati di imprese presenti nella zona

di riferimento o sui migliori ristoranti del circondario. La ricerca è stata condotta in inglese e spagnolo dal 12 al 25 gennaio 2011 su 2.251 adulti sopra i diciotto anni, e fornisce diversi altri dati degni di nota. Il primo è che la consumazione delle notizie non è, di solito, mediata dalle applicazioni; solo il 13 % dei possessori di dispositivi mobili afferma di usa-

pagamento. Piuttosto, se devono spendere, preferiscono ancora acquistare la versione cartacea di un giornale. Sembrano perciò, per il momento, infondate le speranze degli editori che vedono nella fruizione di contenuti attraverso tablet e telefonini una via di uscita dalla crisi finanziaria del settore. Questo non ha impedito loro di ingaggiare una competizione sfrenata per il lancio della migliore edizione elettronica del loro giornale, una corsa che ha coinvolto le grandi testate giornalistiche di tutto il mondo, comprese quelle italiane; tutti i maggiori quotidiani e periodici, dalla Stampa all’Espresso, da Repubblica al Corriere hanno sviluppato le loro versioni per smartphone e tablet; il progetto più innovativo è forse quello del Sole 24 Ore che per il suo inserto del giovedì dedicato alla tecnologia ha creato un’applicazione per iPad assai sofisticata e ricca di contenuti originali, “La Vita Nova”. Sul piano internazionale, l’esperimento più coraggioso di pubblicazione su tablet è invece quello di Rubert Murdoch: il magnate australiano ha lanciato infatti qualche mese fa il suo Daily, un quotidiano pensato solo per la tavoletta della Mela e consultabile per soli 99 centesimi di dollaro alla settimana. Un altro miliardario, l’inglese IZZA IL T U O Richard Branson, patron dell’impero DECIM TO. SOLO UN N E M A Virgin, ha lanciato anch’esso una G A PA il r UN’APP e p , iò rc pubblicazione inedita per iPad, il pe Sembrano ate le speranze mensile di cultura, lifestyle e spet, infond momento ri che vedono nella tacolo Project. degli edito ontenuti attraverso Se non altro, i nuovi supporti per di c fruizione lefonini una via la lettura in mobilità stanno duntablet e te crisi finanziaria que aiutando la nascita di nuovi proalla di uscita d l settore. dotti, creando anche nuove opportude nità di impiego per una folla di redattori e giornalisti costretti, dalle vicissitudini del settore, a restare in panchina. Altro effetto collaterale positivo è la possibilità, per i lettori, di creare al vore un programma che li aiuti a ricevelo dei propri collage delle loro fonti re e leggere le news e soltanto uno su giornalistiche preferite. dieci di coloro che spulciano i conteQuesto è fattibile soprattutto su tablet, nuti informativi via smartphone affergrazie a una serie di applicazioni che ma di farlo attraverso una “app”, ovfungono da “aggregatori” di news. vero un piccolo software pensato per La più celebre è Flipboard, un proessere utilizzato sul telefonino. gramma gratuito per iPad che mescola Scendendo sempre più nel dettaglio, materiale provenienti dalle fonti più disi scopre inoltre che, di quest’ultimo sparate, presentandolo poi in maniera 10%, solo un decimo utilizza un’app a

assai elegante e funzionale alla lettura. Il suo principale concorrente si chiama Pulse; in questo caso però si tratta di un’app a pagamento (1,99 dollari), che a differenza del rivale non consente di aggiungere fonti personalizzate come blog e social network. Dulcis in fundo, segnaliamo la presenza di un terzo incomodo, fra cellulari e tavolette, per la fruizione di notizie in mobilità: il lettore di libri elettronici “Kindle” della multinazionale Amazon, che offre contenuti meno accattivanti dal punto di vista estetico, ma senz’altro più riposanti per gli occhi. Non a caso, fra i primi venti titoli più venduti nell’immenso store Kindle, figura da parecchio tempo il quotidiano più prestigioso d’America, il New York Times. z

MOBILE IN ITALIA

28%

di italiani è interessato a leggere giornali/riviste su tablet (Fonte: Nielsen HomeScan Osservatorio Multiucanalità 2010)

12,5 milioni (+ 28,3% rispetto all’anno precedente) sono gli utilizzatori di Internet da mobile (Fonte: Aegis Media elaborazione dati ComScore) La navigazione via mobile evidenzia l’esigenza di accedere velocemente a informazioni essenziali e tramite siti ottimizzati: infatti ci si collega per lo più a portali, poi a motori di ricerca, quindi per consultare le e-mail. (Fonte: Nielsen Mobile Media Q3 2010)

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PRIMO PIANO: INTERNET E E-COMMERCE

IMQ NOTIZIE n.94

CARE, VECCHIE BOTTEGHE

L’Italia è partita in ritardo nell’e-commerce rispetto ad altri paesi. Ma sta guadagnando terreno? In Italia ci sono 25 milioni di internauti, pari a circa la metà della popolazione. Di questi, 8,8 milioni comprano. Apparentemente un buon numero, smentito però dai dati provenienti dagli altri Paesi europei nei quali la media di chi compra online è di circa il 40%, mentre da noi è di solo il 12%. La crisi economica ha influito sugli acquisti online rispetto all’offline? L’online ha dato la possibilità ai consumatori di informarsi meglio. A ricercare i prodotti più accessibili, a prezzi più convenienti. Non per niente è aumentato il numero di coloro che si informano su Internet, anche se poi procedono all’acquisto offline, nei metodi tradizionali.

ADDIO (?)

E-COMMERCE IN CIFRE NONOSTANTE ANCHE IN ITALIA SIANO SEMPRE PIÙ NUMEROSE LE AZIENDE CHE PUNTANO SUL WEB PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DEI LORO PRODOTTI, IL DIVARIO CON GLI ALTRI PAESI EUROPEI È PIUTTOSTO AMPIO. LE COSE CAMBIERANNO? LO ABBIAMO CHIESTO A CHI, SULL’E-COMMERCE ITALIANO, VEGLIA: IL CONSORZIO NETCOMM. Intervista a Roberto Liscia, Presidente di Netcomm*

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Secondo dati forniti da Netcomm e aggiornati ad aprile 2011, negli ultimi tre mesi hanno acquistato online ben 8,8 milioni di utenti, ossia il 35,4% dell’intero universo di internauti del nostro paese (25 milioni di individui tra i 18 e i 64 anni). In Italia, nel 2010, il fatturato dell’e-commerce è cresciuto del 14% e ha totalizzato 6,6 milioni. Sempre secondo i dati forniti da Netcomm (fonte Fevad), il nostro paese è ancora indietro rispetto al Regno Unito (il cui fatturato online ha registrato una crescita del 18% ed è di 69, 4 milioni), alla Francia (31 milioni, +24%), alla Germania (25,3 milioni, +17%), all’Olanda (8,2 milioni, +11%) e alla Spagna (7,3 milioni, + 27%) ma poco per volta sta andando avanti. Uno sviluppo che secondo gli esperti è stato determinato anche dall'ingresso di nuovi player mondiali come Groupon e Amazon che hanno replicato nel nostro paese un modello già consolidato in Europa, caratterizzato da un’aggressiva politica di posizionamento. Al contrario delle aziende italiane che non sono riuscite a espandersi verso l'estero, salvo la nota eccezione di Yoox. Groupon in particolare è probabilmente il primo operatore e-commerce a essere sbarcato in Italia con uno staff di 180 persone. Il sito già oggi vanta 5,5 milioni di visitatori al mese. Amazon ha invece attuato una politica di prezzi ribassati (offrendo sconti su tutti i libri italiani del 35%) su tutta la propria offerta e una campagna di acquisizione clienti e di fidelizzazione con il pagamento anticipato delle spedizioni di tutto l'anno. Inoltre, per migliorare anche logistica e spedizioni, ha programmato per i prossimi mesi l’apertura del primo centro italiano di distribuzione e logistica. L’immediato vantaggio del centro (che verrà aperto nel Nord Italia) sarà quello di garantire agli acquirenti di tutta la penisola un servizio di consegna ancora più veloce, affidabile e puntuale.

Le aziende italiane hanno compreso l’importanza dell’e-commerce? Abbiamo un dato abbastanza significativo: nel nostro Paese si comprano online molte più merci dall’estero di quante se ne esportino. Il saldo è di circa un miliardo di euro ed è cresciuto nell’ultimo anno del 18%. Una percentuale che indica come la presenza online delle aziende estere sia più strutturata rispetto alla nostra. Sebbene, anche nel nostro Paese, gli imprenditori abbiano iniziato a muoversi pianificando una maggiore attività online. Ma occorre fare ancora molta strada prima di poter competere sui mercati internazionali e soprattutto occorre ancora metabolizzare l’idea che oggi, non essere anche on line, significa non esistere. Quali sono, secondo lei, i principali ostacoli alla diffusione dell’e-commerce in Italia? Ce ne sono diversi. Sul lato della domanda, siamo una popolazione anagraficamente, socialmente e alfabeticamente non preparata al mondo digitale, mentre ci sono altri Paesi europei, più giovani e più istruiti, alcuni anche entrati da poco nell’Unione Europea, che hanno dei tassi di utilizzo dell’online ben superiori a quelli italiani. Sul lato dell’offerta abbiamo lo stesso problema: molti imprenditori hanno difficoltà a pensare secondo le nuove tecnologie. Per un problema di alfabetizzazione, ma anche perché hanno temuto che una presenza on line potesse creare interferenze controproducenti sui loro canali tradizionali. Prova ne siano alcune compagnie di assicurazioni che, addirittura, hanno creato per il canale online, un marchio diverso da quello della compagnia d’origine. Comprare online è rischioso? Ci sono alcuni fatti che vanno sconfessati: è più sicuro inserire il numero della propria carta di credito sul server di un merchand che non dare la propria carta di credito al benzinaio. Il 90% dei furti di carte di credito che sono avvenuti online derivano da numeri di carte di credito trafugate nel mondo fisico. Inoltre, tutti i numeri inseriti online sono crittografati a 128 bit, quindi è pressoché impossibile decodi39


PRIMO PIANO: INTERNET E E-COMMERCE

ficarli. Poi c’è da dire che ormai gran parte delle carte di credito hanno creato un codice che serve proprio per l’utilizzo online e che non è esplicitato sulla carta. Un ultimo elemento da considerare è che se una carta di credito viene trafugata online, chi ne risponde non è il consumatore ma il merchand.

“Fonte IAB Italia”

ARRIVA L’INFOCOMMERCE: OVVERO INFORMARSI (ONLINE) PRIMA DI ACQUISTARE (ONLINE E OFFLINE).

Per il

44%

degli italiani Internet è il mezzo principale per trovare informazioni utili agli acquisti.

L'

80%

dei navigatori si informa online prima di comprare offline.

Il

39%

dei navigatori durante la formazione del processo di acquisto cerca sul web informazioni dagli altri consumatori e cresce (dal 35% del 2010 al 41% del 2011) la percentuale di chi considera blog, forum e community come i canali più affidabili mentre i siti istituzionali sono ritenuti il mezzo più affidabile solo dal 30% degli utenti (dati il Terzo Osservatorio Italiano sull’e-Business).

Il

31%

dichiara che, senza Internet a far da guida, non si sarebbe recato ad acquistare.

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La nascita e lo sviluppo dei social network hanno favorito l’e-commerce? E se sì, come? Ci sono state tre fasi del commercio elettronico. La prima era costituita da compratori molto tecnologici e aziende nate su Internet. La seconda fase, invece, ha visto compratori più consapevoli che cercavano prodotti con caratteristiche specifiche o a prezzi più convenienti, e l’offerta era diventata multicanale, quindi molti operatori vendevano sia sul canale online sia nel negozio fisico. La terza fase, quella odierna, è quella del social networking: per fare un esempio, in Italia l’80% di chi deve organizzare un viaggio si informa online sui vari blog, forum e social network prima di acquistarlo. E la novità principale consiste nel fatto che il 60% di questi utenti, al rientro dal viaggio, utilizzano i social network per raccontare l’esperienza di viaggio e quel racconto diventa parte dell’emozionalità del prodotto acquistato. Quindi, il social networking sta diventando molto importante sia nella fase di pre acquisto, sia durante e sia dopo l’acquisto quando il compratore torna online per discutere con gli altri utenti gli eventuali problemi legati all’acquisto stesso. Come si integrano le nuove piattaforme della tv digitale e la telefonia mobile nello sviluppo del commercio elettronico? La telefonia mobile ha un ruolo molto importante, al punto che si prevede, nei prossimi 2-3 anni, che l’uso di Internet avvenga prevalentemente utilizzando un telefonino portatile. A questo proposito, l’Italia detiene ben due record mondiali: è il paese con la più elevata concentrazione di tempo

IMQ NOTIZIE n.94

impiegato sui social network (sui quali si trascorre 1/4 del tempo passato su Internet) ed è il paese che, in proporzione, possiede più smartphone. Quindi, l’uso congiunto dei social network e degli smartphone diventerà una componente fondamentale, più che in altri paesi, per informarsi prima di un acquisto o per procedere con un acquisto. La tv digitale diventerà importante, più che altro, per fare del browsing. Il suo ruolo sarà per lo più legato alle promozioni e alle vendite come nel caso dei vecchi canali di shopping televisivo, ma credo che passerà ancora del tempo prima che diventi una piattaforma importante per gli acquisti.

ne: turismo (50%), elettrodomestici (12%), libri (12%) e poi assicurazioni e abbigliamento (un settore, quest’ultimo cresciuto del 43% nell’ultimo anno). Quanto i consumatori sono influenzati dal web (blog compresi)? A secondo dei settori, i consumatori sono influenzati dal web in maniera rilevantissima. E lo sono sempre di più, tant’è che secondo una ricerca sul Consumer Behaviour (n.d.r.: vedi box nella pagina) che realizziamo ogni anno con ContactLab, il web è diventato il terzo canale di informazione per tutti coloro che navigano in Rete. Per settori come l’informatica e gli elettrodomestici, il web è addirittura diventato il primo canale di informazione.

*CHI È NETCOMM? IL CONSORZIO NETCOMM, MEMBRO DI ASSINFORM E PARTE DI CONFINDUSTRIA SERVIZI INNOVATIVI E TECNOLOGICI, NASCE PER RISPONDERE AGLI OPERATORI DELL’E-COMMERCE CHE SI SCONTRANO SPESSO CON ALCUNE CRITICITÀ IN AMBITO NORMATIVO/FISCALE, COMUNICATIVO/PROMOZIONALE, LOGISTICO/FORMATIVO. DIVERSE LE ATTIVITÀ SVOLTE: INNANZITUTTO, CURA IL RAPPORTO TRA LE IMPRESE E LE ISTITUZIONI E INTERVIENE AFFINCHÉ SI ATTUINO POLITICHE DI SVILUPPO E SOSTEGNO DEL SETTORE DEL COMMERCIO ELETTRONICO, CREANDO UN QUADRO LEGISLATIVO E NORMATIVO ADEGUATO ALLO SVILUPPO ARMONICO DI QUESTO SETTORE. INOLTRE, S’IMPEGNA A FACILITARE LO SVILUPPO DI UN MERCATO DIGITALE PARTENDO DALLO SVILUPPO E DAL MONITORAG-

OSSERVATORIO SUL COMMERCIO ELETTRONICO IN ITALIA. ANCORA, CONTRIBUISCE A DIFFONDERE LA CONOSCENZA DEI SER-

GIO DI UN ESAUSTIVO

VIZI E DELLE TECNOLOGIE CONNESSE AL COMMERCIO ELETTRONICO E FA IN MODO CHE I MEDIA COMUNICHINO CORRETTAMENTE I TEMI DELL’ECOMMERCE FAVORENDONE COSÌ LA CORRETTA CONOSCENZA DA PARTE DEI CONSUMATORI. LE AZIENDE CHE ADERISCONO AL CONSORZIO POSSONO USUFRUIRE DEL

SIGILLO NETCOMM: CHI LO ESPONE, SI IMPEGNA AD

OFFRIRE UN SERVIZIO FACILE, CONVENIENTE E SICURO E DIMOSTRA DI ADERIRE A UN CODICE DI COMPORTAMENTO E UNA NUOVA FILOSOFIA DI SHOPPING ONLINE. CHE RIPORTA IL

I CONSUMATORI CHE COMPRANO DA UN INDIRIZZO SIGILLO NETCOMM, HANNO LA GARANZIA DI TROVARSI

IN UN SITO CHE CONDIVIDE LE LOGICHE E LO SPIRITO DI UN CONSORZIO

In Italia ci sono realtà che possono tenere testa ai colossi stranieri dell’e-commerce? Non mi aspetto che in Italia nascano dei colossi, dato che l’imprenditoria italiana, almeno nel mondo fisico, ha dimostrato di essere composta da diverse piccole eccellenze e da prodotti di qualità locali. Quello che sta avvenendo nel nostro paese è l’aggregazione consortile di queste piccole eccellenze, che stanno mettendo a fattor comune i loro prodotti per affrontare insieme i nuovi canali digitali. Ad esempio abbiamo creato da poco tempo una società che si chiama Netcomm Services che ha proprio il compito di unire le migliori competenze per aiutare le imprese ad affrontare il passaggio al mondo digitale, assistendole in diversi settori: dal legale, alla comunicazione, al marketing digitale. Come l’e-commerce ha cambiato il processo di acquisto? Internet ha sicuramente cambiato il modo di informarsi prima di un acquisto. Per fare un esempio: Internet è il primo canale che indirizza il processo di acquisto di un utente per quanto riguarda i prodotti tecnologici e gli elettrodomestici. Cosa si compra maggiormente online? Gli italiani comprano diverse cose onli-

NATO PER PROMUOVERE L'E-COMMERCE DI QUALITÀ.

CONSUMER BEHAVIOUR Netcomm e ContactLab hanno indagato assieme i comportamenti degli acquirenti italiani online basandosi su un campione di 62.000 utenti tra clienti e prospect, navigatori e acquirenti, presenti nei database di alcuni importanti Merchant che possiedono un canale e-commerce. Dal report dell’e-Commerce Consumer Behaviour 2011 è emerso che: • Aumenta del 3% rispetto al 2010 la quota degli acquirenti fra gli utenti online (90%). La fascia più popolosa di acquirenti ha tra i 40 e i 49 anni d’età (29%); il 30% di chi compra online ha più di 50 anni. • Rispetto al 2010 è cresciuto del 10% la percentuale di chi ha acquistato più di 20 prodotti (26%); tra questi, il 23% ha acquistato online per la prima volta meno di un anno fa. • Gli utenti scelgono di comprare online soprattutto per merito della praticità del mezzo Internet. La disponibilità 24 h/24 (85%), il vantaggio economico (83%) e il risparmio di tempo (80%) sono i primi fattori che spingono ad acquistare online. • Quello che l’utente online desidera è: informarsi nel dettaglio del prodotto/servizio (74%), navigare per cercare nuovi prodotti/servizi (54%), comunicare con l’azienda (42%), condividere l’esperienza dell’acquisto su blog e forum (26%), condividere con altri utenti le informazioni sul prodotto/servizio (22%) e condividere l’esperienza d’acquisto sui social network (14%). • In generale, sono aumentati: la frequenza d’acquisto (40% nel 2011 contro 23% nel 2010), la spesa totale degli acquisti (38% del 2011 contro il 29% del 2010) e la varietà degli acquisti (38% del 2011 contro il 31% del 2010). Fonte: www.contactlab.com 41


PRIMO PIANO: INTERNET E GRUPPI DI ACQUISTO

L’ACQUISTO ON LINE

CHE CONVIENE

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LI CHIAMANO GRUPPI DI ACQUISTO ON LINE E RAPIDAMENTE STANNO PRENDENDO PIEDE ANCHE IN ITALIA. TRA I PIÙ NOTI, C’È GROUPON, MA NON È L’UNICO E TANTOMENO L’ULTIMO. Intervista a Boris Hageney, Co-Founder & CEO Italia, Spagna, Portogallo di Groupon

l concetto è molto semplice: mettere insieme un gruppo di persone on line, interessate a comprare un massaggio rilassante o un week end in un borgo antico, e poi procedere all’acquisto a prezzi scontatissimi, puntando sulla possibilità di poter assicurare al fornitore un numero minimo di partecipanti. Una sorta di economia di scala - se si fanno gli acquisti in tanti si riesce ad ottenere dei servizi o dei prodotti a condizioni altrimenti irraggiungibili ben rappresentata, nel mondo off line, dai vantaggi offerti dalle grandi catene di acquisto rispetto alla piccola boutique, che ben sembra funzionare anche on line, visto il numero di iscritti ai vari siti e agli sconti offerti che possono arrivare anche fino al 90%. A “con-

I

trattare” lo sconto con i ristoranti, i centri benessere o le palestre, ben contenti di farsi conoscere per conquistare nuovi clienti, sono proprio i gruppi di acquisto. Tra questi impossibile non citare Groupon. Nato a Chicago nel 2008, nel 2010 è sbarcato anche in Italia, con uno staff di 180 persone a suo seguito e in soli 8 mesi ha raggiunto la quota di un milione di iscritti e di 5,5 milioni di visitatori al mese. Un successo che ha incuriosito anche Google, che non essendo riuscito ad acquistarlo ha deciso di realizzare un gruppo di acquisto tutto suo, Google Offers, di Amazon che ha creato Living Social e di Microsoft che, con il suo Bing Deals, offrirà a breve una sorta di aggregatore on line delle migliori offerte provenienti dai siti di gruppo di acquisto.

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PRIMO PIANO: INTERNET E GRUPPI DI ACQUISTO

OLTRE GROUPON GROUPALIA Gruppo d’acquisto che propone ogni giorno, per tantissime città italiane, un’offerta per il tempo libero con sconti fino al 90%. Da segnalare, in particolare, la sezione “Speciale Viaggi” che presenta tante diverse proposte per vacanze per tutti i gusti, dal mare alla montagna. GLAMOO Nato nel marzo 2010 per mano di un gruppo di manager internazionali, Glamoo si propone come il primo Smart Buying Club, la cui particolarità consiste nel fornire agli iscritti servizi e prodotti nazionali e locali scontati, offrendo un valore aggiunto di esperienza emozionale. TUANGON Il sito di “affari quotidiani” che, solo nel caso in cui questi vengano acquistati da un numero minimo di persone, propone ogni giorno il meglio del tempo libero di 7 città. LETSBONUS Sito web in cui ogni giorno è possibile trovare proposte interessanti scontate fino al 70%. E chi raccomanda Letsbonus riceve in regalo 10 euro da condividere con l’amico. PREZZO FELICE Il sito che, per diverse città italiane, ogni giorno alle 12 propone offerte diverse (dai pacchetti vacanza all'abbigliamento, dalla pay tv al concerto, dalla palestra al ristorante) scontate almeno del 50%. JUMPIN Servizio web di social shopping italiano, nato per iniziativa del gruppo Digital Magics in collaborazione con Matrix, che permette di visualizzare immediatamente l’offerta della propria città attraverso la Mappa delle Offerte presente sul sito. GETBAZZA Piattaforma di social buying ideata da 2night e specializzata nelle “bazze” (occasioni) del mondo del divertimento e del tempo libero. SOCIAL DEAL Gruppo di acquisto che presenta due tipologie di offerte. Accanto a quella standard, si trova anche l’offerta “Power Bonus” che non richiede un numero minimo di partecipanti e che prevede che ogni acquisto incrementi il valore del coupon di tutti gli acquirenti.

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e pernottamenti a prezzi Come funziona incredibili. Groupon? GROUPON Groupon è leader mon- RIESCE AD OTTENERE La potenzialità di Groupon è però immensa; seguendiale nel settore degli acFORTI SCONTI do le offerte si possono quisti geolocalizzati onliSU TUTTE LE scoprire interessanti possine. Ogni giorno propone agli utenti sconti esclusivi ATTIVITÀ PROPOSTE, bilità per divertirsi a piccoCON CHIARO li prezzi. sulle migliori cose da fare, vedere, mangiare e comBENEFICIO Perché comprare su prare in moltissime città DEI CLIENTI in tutto il mondo. Il sucE DEGLI ESERCENTI. Groupon? Che vantaggi comporta? cesso del Gruppo si basa I vantaggi per i nostri utensul concetto del potere di ti sono molteplici; innanzitutto il prezacquisto collettivo. Garantendo un numero minimo di zo imbattibile delle nostre offerte, inclienti ai partner commerciali, Groupon trovabili altrove. L’utente può fare acriesce ad ottenere forti sconti su tutte quisti in qualsiasi momento della giorle attività proposte, con chiaro benefi- nata, comodamente da casa o dall’ufcio dei clienti e degli esercenti. Con una ficio e per di più in qualunque città in semplice iscrizione al sito, è possibile ri- cui Groupon è presente. Comprare sul cevere ogni giorno gratuitamente la nostro sito significa scegliere non solo migliore offerta del giorno, che rimane convenienza ma anche qualità; tutte le valida per un breve periodo di tempo. offerte che vengono segnalate ai nostri Al raggiungimento del numero neces- utenti sono infatti sottoposte a verifiche finalizzate a testare e garantire la sario, l’acquirente riceve un coupon necessario per usufruire dell’offerta se- validità del servizio. Groupon non offre solo sconti, ma un nuovo modo di vilezionata. vere e di conoscere le nostre città. Qualche dato su Groupon in Italia e Gli italiani utilizzano ogni giorno la Rete per informarsi, comunicare, sceglienel mondo? Groupon nasce nel 2008 a Chicago, re- re servizi ed acquistare beni, consapegistrando fin da subito un grandissimo voli del fatto che solo online possono trovare le migliori offerte a prezzi comsuccesso fra clienti e partner commerciali. Andrew Mason, giovane fondato- petitivi. Groupon è stata infatti definita re del sito, colse le potenzialità degli ac- dal noto magazine Forbes “la società quisti collettivi e nel 2010 esportò in con il più rapido tasso di crescita registrato nella storia”. Europa il suo modello di business. z Oggi Groupon è presente in Italia nelle principali città come Milano, Roma, Torino, Napoli, Bologna e Firenze. Cosa comprano gli italiani su Groupon? La ristorazione è sicuramente la categoria che registra il maggiore successo sia fra gli utenti sia fra i nostri partner commerciali, seguita a ruota dal settore wellness e beauty. Sicuramente più recente l’introduzione del canale travel che riscuote grande consenso e ci permette di offrire viaggi 45


PRIMO PIANO: INTERNET E RELIGIONE

VATICAN.VA: ANCHE IL CATTOLICESIMO È ON LINE

IMQ NOTIZIE n.94

ANCHE LA SANTA SEDE HA CAPITOLATO. ALLA TECNOLOGIA, ALLA RETE, AI SOCIAL NETWORK. E NON POTEVA ESSERE ALTRIMENTI VISTO LA POTENZA COMUNICATIVA CHE QUESTI MEZZI HANNO. TRA I PRIMI A CAPIRLO? IL BEATO GIOVANNI PAOLO II.

-Perché la Santa Sede non è ancora lì? - Santo Padre, perché si aspetta che venga deciso - E chi deve decidere questo? - Lei - Si faccia!

el breve dialogo qui sopra riportato il “lì” era riferito a Internet. La persona che si domandava come la Sacra Sede non vi avesse ancora un sito, era Papa Giovanni Paolo II. Il suo interlocutore, Joaquin Navarro Valls. Il dialogo venne riportato dallo stesso Navarro in un’intervista rilasciato alla Rai l’ 8 aprile 1997, la cui trascrizione potete trovare a questo link.

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http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/n/navarro.html Quattordici anni dopo, il successore di Papa Wojtyla, Papa Benedetto XVI, per la 45° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali ha scelto come tema: “Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”. Il discorso pronunciato alla sua presentazione ha rappresentato una sorta di

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PRIMO PIANO: INTERNET E RELIGIONE

benedizione della Rete e dei mezzi, quali i social network, che essa mette a disposizione. Potenti strumenti di comunicazione e di avvicinamento tra le persone che, se utilizzati con giudizio e senza eccessiva esposizione virtuale, possono essere considerati estremamente utili anche per la testimonianza del Vangelo. “II web sta contribuendo allo sviluppo di nuove e più complesse forme di coscienza intellettuale e spirituale, di consapevolezza condivisa. Anche in questo campo siamo chiamati ad annunciare la nostra fede che Cristo è Dio” ha affermato Papa Ratzinger. “La presenza in questi spazi virtuali può essere il segno di una ricerca autentica di

incontro personale con l’altro se si fa attenzione ad evitarne i pericoli, quali il rifugiarsi in una sorta di mondo parallelo, o l’eccessiva esposizione al mondo virtuale. Nella ricerca di condivisione, di ‘amicizie’, ci si trova di fronte alla sfida dell’essere autentici, fedeli a se stessi, senza cedere all’illusione di costruire artificialmente il proprio ‘profilo’ pubblico”. Prima di questo discorso, alla Santa Sede si era già discusso parecchio delle nuove possibilità evangeliche aperte dal web: se ne era parlato al Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee del 2008; al Sinodo per la parola di Dio lo stesso argomento era ritornato più vol-

IMQ NOTIZIE n.94

te; la 43° Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali era intitolata "Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia"; la stessa Chiesa, con la Cei, nel 2009 aveva lanciato il progetto «Chiesa 2.0» invitando i cattolici a rendersi riconoscibili sul web in un momento in cui Google e YouTube, iniziavano una stretta collaborazione con la Chiesa. (Per il messaggio completo di Bendetto XVI: http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/communications/documents/hf_benxvi_mes_20110124_45th-world-communications-day_it.html)

VATICANIT E POPE2YOU: LA SANTA SEDE È ON LINE Il Vaticano ha il suo canale ufficiale su YouTube, “VaticanIt” ed è presente sui social network col progetto “Pope2you”, in sostanza un’applicazione per Facebook e iPhone che permette di ricevere e diffondere i messaggi papali sui nuovi supporti come smartphone e tablet, grazie alle applicazioni realizzate dal sacerdote don Paolo Padrini e dalla società americana LittleiApps. I nomi di questi software sono autoesplicativi: “iBreviary” che porta il messale romano su iPhone e iPad; “Confession” per farsi un esame di coscienza preliminare alla visita vera e propria in sacrestia. Ma accanto alle applicazioni, anche il numero di sacerdoti presenti su Facebook con un profilo, sta crescendo in maniera esponenziale.

DISCRIMINAZIONI VISTE DALL’ALTO A Manama, capitale del Barhain, galeotto fu Google Earth, il programma che diffonde le immagini satellitari di quasi ogni angolo del pianeta. Attraverso esso negli scorsi mesi sono iniziate a circolare immagini che documentavano come gli sciiti fossero costretti a vivere ammassati in piccole aree, mentre i sunniti la facevano da padrone. Dal satellite alla protesta in piazza è stato sufficiente il tempo di un click. 48

La tradizione mediatica della Santa Sede Benedetto XVI si concede alle domande in Tv, nel solco di una (sorprendente) tradizione mediatica della Chiesa. Venerdì Santo, un giorno solenne per la cristianità che quest’anno passa alla storia per una ragione mediatica: per la prima volta un pontefice si concede alle telecamere e risponde alle domande dei fedeli. È accaduto lo scorso 22 aprile nel programma “A sua immagine”, trasmesso da Rai Uno, in cui Benedetto XVI si è confrontato a viso aperto con dubbi e richieste di adulti e bambini di tutto il mondo. Quesiti teologici ma anche argomenti molto concreti, dagli effetti della recente tragedia giapponese ai rapporti con l’Islam, fino alle grandi questioni etiche del fine vita. L’evento ha suscitato qualche interessante riflessione negli ambienti culturali cattolici, a partire dal fatto se “alla salvezza delle anime” - principio gui-

da della Chiesa - giovi davvero l’impiego della tecnologia. Eppure, abituati come siamo ad associare la Chiesa cattolica al conservatorismo e alla tradizione, talvolta ci lasciamo sorprendere dalla storia. Quella recente, per esempio, ci ricorda che nel 1984 fu proprio l’allora cardinale Joseph Ratzinger a rompere il secolare riserbo dei “prefetti della fede” e a concedere in quella veste una lunga intervista al giornalista Vittorio Messori, da cui scaturì un libro molto discusso: “Rapporto sulla fede”. E in tempi molto più lontani è bene ricordare che fu nell’abbazia benedettina di Subiaco che iniziò a funzionare la prima tipografia in Italia o che il papa Pio IX fu il primo a farsi riprodurre in migliaia di fotografie che diffusero la sua effige in tutto il

mondo. O ancora che Pio XII trasmetteva i suoi messaggi più importanti via radio o che papa Wojtyla è considerato in assoluto il pontefice più mediatico della storia. E però la televisione non è uno strumento come gli altri. Rispondere a un’intervista significa fornire pareri e non dogmi, ovvero “scendere” nell’agone informativo alla stregua di un’opinionista, sia pur autorevole. Questo spiegò lo stesso Messori a papa Wojtyla alla fine degli anni ’90, pochi minuti prima di registrare la sua prima intervista televisiva. Una considerazione capace di colpire l’immaginario del papa. E dopo qualche minuto di riflessione Wojtyla fece smontare il set allestito dal regista Pupi Avati e rinunciò al progetto. z

IL WEB E LE ALTRE RELIGIONI Messali su iPhone e siti per soli fedeli. La Rete si rivela uno straordinario veicolo di proselitismo. Il rapporto fra religione e Internet è alquanto ambivalente. Da una parte ci sono i governi fondamentalisti come quelli di Pakistan, Bangladesh e Arabia Saudita che hanno bloccato più volte temporaneamente i principali social network in quanto “veicolo di lussuria” o di blasfemia, dall’altro pullulano le reti sociali “tematiche”, dedicate a un particolare culto come Xianz (http://beta.xianz.com/), che si autodefinisce il “MySpace dei Cristiani”, Socialgakkai per i seguaci del buddismo o Muxlim, che si rivolge ai fedeli musulmani. Ci sono persino dei motori di ricerca “religiosamente corretti”, come CathGoogle, SeekFind, I'mHalal, Jewogle.

BEATO GIOVANNI PAOLO II: UN PIENO DI AFFETTO ANCHE SU FACEBOOK Il primo maggio è diventato beato, e la gioiosa invasione di fedeli a piazza San Pietro e al Circo Massimo ha dimostrato una volta di più quanto Giovanni Paolo II continui ad essere amato dal popolo mondiale dei cattolici e non solo. Primo pontefice veramente globale, Wojtyla fa il pieno di affetto anche sul Facebook con una pagina ufficiale (www.facebook.com/vatican.johnpaul2) curata da Radio Vaticana e dal Centro Televisivo Vaticano. Anche se gli iscritti sono”solo” circa 57 mila, la Santa Sede ha contato nel primo mese di attività oltre 6 milioni di contatti. La pagina contiene foto, video, contatti online, podcast e altri contenuti multimediali sul lungo pontificato di Karol Wojtyla (1978-2005).

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PRIMO PIANO: INTERNET E STILI DI VITA

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DI SCHERMO IN SCHERMO… ED È SUBITO SERA

FINO A QUALCHE TEMPO FA CI ACCONTENTAVAMO DI PASSARE DA SCHERMO A SCHERMO, A SECONDA DEI MOMENTI DELLA GIORNATA. DA QUELLO DELLO SMARTPHONE A QUELLO DEL TELEVISORE, PASSANDO PER IL MONITOR DEL COMPUTER. ORA INVECE ABBIAMO DECISO DI FARE DI PIÙ. NON SOLO METTENDO IN COLLEGAMENTO I DIVERSI SCHERMI TRA DI LORO, MA SCAMBIANDONE LE FUNZIONALITÀ, FINO AL PUNTO DI GUARDARE LA TELEVISIONE DA PC E CONSULTARE INTERNET DAL TELEVISORE.

e ne sono di diverso tipo: Lcd, al plasma, touch, e-ink, che si accompagnano a qualche vecchio superstite dell’era catodica. Parliamo, ovviamente dei vari generi di schermi, le interfacce con cui usufruiamo di molti dei nostri dispositivi elettronici, che si tratti di televisori, cellulari, tablet, lettori di ebook oppure del monitor del nostro computer. Un noto politologo italiano, Giovanni Sartori, ha classificato l’essere umano odierno come “homo videns”, a indicare appunto come gran parte degli stimoli ci giungano oggi attraverso la fruizione visiva, in maniera passiva nel caso della televisione, più attiva e partecipe per chi

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è seduto davanti a un Pc. L’abitudine alla consultazione degli schermi spesso inizia già la mattina presto, con una prima consultazione della posta elettronica e dei quotidiani online attraverso l’iPad o lo smartphone. Usciti di casa, per chi svolge lavori di ufficio, è il momento di dialogare con un altro monitor, questa volta quello del computer, indispensabile ormai per tenere la contabilità, scrivere un articolo o collegarsi in videoconferenza con un cliente via Skype. Pausa pranzo: fra una chiacchierata coi colleghi e l’altra, si leggono e scrivono Sms o si gioca con l’ultima applicazione

ludica per iPhone. Di nuovo sulla breccia per una riunione… questa volta si respira, niente schermi; anzi no, il capo ha deciso di illustrare le nuove strategie con una presentazione Power Point, tutti con gli occhi fissi alla parete. E, tornati a casa, cosa c’è di meglio, per rilassarsi, di buttarsi sul divano a fare incetta di immagini provenienti dal piccolo schermo? Non è ancora l’incubo orwelliano di 1984, in cui lo schermo serviva a spiare gli spettatori, ma di certo la diffusione dei monitor di ogni genere e dimensione

Una ricerca condotta da Yahoo dimostra come il 34% di chi visita un homepage da Pc, prosegue poi la consultazione sul mobile e il 59% di chi la consulta dal mobile prosegue poi su Pc. nella nostra vita quotidiana ha qualcosa di onnipervasivo che diventa meno inquietante se si pensa all’interattività che rapidamente si sta venendo a creare tra i vari mezzi di comunicazione, identificati dai diversi tipi di schermo sopra elencati. Facciamo un esempio. Durante la puntata di Report dello scorso 10 aprile, dedicata ai social network, Twitter e Facebook hanno fatto il pieno di tweet e di post, scritti in diretta da internauti imbufaliti che dal monitor della loro televisione stavano seguendo il programma, trovandolo superficiale, qualunquista e interessato solo a fare e alimentare terrorismo psicologico. In occasione del 61° Festival di Sanremo, lo scorso febbraio, in molti hanno voluto addurre il successo degli ascolti della prima serata, al ruolo che i social network, hanno

avuto. Commenti provenienti soprattutto da Twitter, hanno spinto, anche solo per curiosità, migliaia di giovani a sintonizzarsi su Rai 1 e a seguire e commentare il Festival, anche per prendere in giro l’abito dell’artista di turno oppure un inglese non proprio perfetto di Gianni Morandi “Andy Watch!” (rivolgendosi a Andy Garcia per invitarlo a guardare i giornalisti!). O, ancora, per esemplificare un’altra commistione tra i vari schermi, possiamo citare quella tra Pc e smartphone. Una ricerca condotta da Yahoo dimostra come il 34% di chi visita un’homepage da Pc, prosegue poi la consultazione sul mobile e il 59% di chi la consulta dal mobile prosegue poi su Pc. Multitasking anche per quanto riguarda gli utilizzi. Pensiamo solo a chi guarda la TV, ascolta la radio o legge i giornali su Internet o da tablet, o, al contrario, a chi naviga su Internet utilizzando lo schermo della TV o ascolta la radio dal televisore. Insomma, se da una parte la presenza di tanti schermi nella nostra vita può essere inquietante, dall’altra può anche consentirci di condividere emozioni, musica e sensazioni, commentarle e rendere il tutto res pubblica, in tempo reale e senza filtri. z 51


PRIMO PIANO: INTERNET E MALAVITA

LA FACCIA TRISTE DELLA RETE

IMQ NOTIZIE n.94

Sul social network più famoso del mondo imperversano i fan dei criminali di mafia, camorra, ‘ndrangheta e sacra corona unita.

arà anche una provocazione eppure non è solo per gioco che sul social network più famoso del mondo imperversano i fan dei peggiori criminali di mafia, camorra, 'ndrangheta e sacra corona unita. Per verificarlo è sufficiente partire per un breve viaggio tra pagine, gruppi e giochi di società on line che hanno per protagonisti boss e criminali. Il più gettonato può vantare quasi un centinaio di gruppi che lo riguardano, tra ammiratori e detrattori. Fra questi ce ne sono addirittura 22 che lo propongono per il Nobel per la

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pace. A fare da contrasto, fortunatamente, ci sono oltre 40 mila utenti che minacciano di lasciare Facebook se le pagine favorevoli ai boss non saranno cancellate d’autorità. Una trentina di gruppi risultano alla voce “ndrangheta” e una cinquantina quelli battezzati semplicemente “camorra”. Risalendo la penisola criminale ci si imbatte anche in un centinaio di membri del gruppo "sacra corona unita", ma volendo estendere la ricerca anche oltre i larghi confini della criminalità organizzata, purtroppo non si rimane delusi. z

IL PROLIFERARE SU FACEBOOK DEI FAN CLUB DI BOSS E CRIMINALI.

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PRIMO PIANO: INTERNET E TURISMO

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IL VIAGGIO INIZIA SUL WEB COME INTERNET E I SOCIAL MEDIA HANNO CAMBIATO IL VOLTO DEL TURISMO. na volta si sfogliavano cataloghi, ammiranGI G IA V I do foto meravigliose D L'AGENZIA SOLAMENTE TA TA I. di luoghi vicini o lontani, talN EN NTA È DIV DI TEMPI LO O D R O IC volta misteriosi. Ancora soR UN SPESSO, IÙ P E R gnanti, si entrava in P SEM NO ORI CERCA un'agenzia di viaggi per inI VIAGGIAZT IONI DA ALTRI INFORMA GIATORI, formarsi, capire e poi deciVIAG ANO FONTI ER ID S N dere se trasformare il soO C CHE BILI. PIÙ AFFIDA gno in realtà. Con l'avvento di Internet si sono moltiplicate le fonti di informazione ed è iniziata l'era della disintermediazione. Prenotare online alberghi, voli, treni, persino pacchetti vacanze è diventato così semplice che per molti l'agenzia di viaggi è diventata solamente un ricordo di tempi lontani. Tuttavia, il vero punto di svolta è arrivato con il web 2.0, che ha aperto la strada all'interattività e ai social network, rapidamente trasformati nella principale fonte di informazioni, consigli e scambi. La Rete ha scardinato i paradigmi della comunicazione e generato nuovi comportamenti nei consumi. Sempre più spesso, i viaggiatori cercano informazioni da altri viaggiatori, che considerano fonti più affidabili. Basti pensare al successo di Tripadvisor e ai 13 milioni di visitatori unici nel solo mese di marzo 2011, che consultano il sito per leggere recensioni su alberghi e ristoranti, da cui spesso prendono le loro decisioni. I risultati di una recente indagine condotta da Travelport in collaborazione con The Futures Company su un campione di oltre 12.000 persone in 12 paesi, offrono un’interessante panoramica di come sono cambiati i comportamenti e i consumi nel settore del turismo con l’avvento del web. I dati confermano la crescente importanza di Internet: il 52% dei viaggiatori, per diletto cerca notizie e prenota il viaggio online, il 23% utilizza il web per la raccolta di informazioni

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ma prenota attraverso l’agenzia di viaggi e solamente il 17% dichiara di fare tutto offline e di continuare a rivolgersi all’agenzia di viaggi. Nella programmazione di un viaggio, forum, blog e soprattutto i social network hanno acquisito un ruolo di primo piano. L’indagine di Travelport ha evidenziato che oltre il 60% degli intervistati ha cercato informazioni, consigli e idee attraverso Facebook, Twitter e YouTube. Un numero sempre maggiore di viaggiatori vuole notizie di prima mano e da fonti indipendenti. Nel mondo di oggi, non bastano più i cataloghi con immagini accattivanti e slogan che promettono il paradiso: i principali influenzatori sono amici, parenti, altri turisti, e le scelte sono frequentemente legate al passaparola e alle valutazioni - positive o negative - di persone con le quali si hanno interessi in comune e ci si identifica. È cambiato il concetto di fiducia, diventato più personale. Il consumatore di oggi è scarsamente sensibile a messaggi e informazioni generici e chiede una comunicazione personalizzata. L'ultima 'rivoluzione' è legata alla diffusione degli smart phone il cui numero, secondo un recente studio di Gartner, sarà superiore a quello dei Pc entro il 2013. Ogni giorno vengono lanciate nuove applicazioni collegate ai viaggi: mappe, sistemi di prenotazione di alberghi, voli, ristoranti, teatri, musei. Tutto a portata di pochi 'click', e sempre (o quasi) accessibile. Non sembrano esserci dubbi: la comunicazione mobile e le applicazioni sono uno dei terreni su cui si giocherà l’evoluzione del turismo. Insieme alla centralità del cliente-viaggiatore, sempre più alla ricerca di informazioni e servizi che possano facilitare un’esperienza di viaggio fortemente personalizzata. z 55


STORIE DI QUALITÀ: SOLIDARIETÀ ONLINE

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FARE DEL BENE,

ANCORA MEGLIO COME INTERNET CONTRIBUISCE ALLA SOLIDARIETÀ.

SONO SEMPRE DI PIÙ LE ASSOCIAZIONI NON-PROFIT CHE SFRUTTANO IL CANALE WEB PER ORGANIZZARE LE CAMPAGNE DI RACCOLTA FONDI E, GRAZIE AL WEB E AI SOCIAL NETWORK, SONO SEMPRE PIÙ NUMEROSE ANCHE LE INIZIATIVE SPONTANEE DI PERSONAL FUNDRAISING. PER CAPIRE IN CHE MODO LA RETE PUÒ DIVENTARE ANCHE STRUMENTO BENEFICO, ABBIAMO INTERVISTATO IL DOTT. PAOLO FERRARA.* *Paolo Ferrara è coordinatore del Corso Internet per il fundraising della “Fundraising School” e Responsabile Comunicazione e raccolta fondi della fondazione “Terre des Hommes Italia” e autore del libro Fundraising Online.

e reti sociali esistono prima di In- zionare le associazioni benefiche in grado di gestire con effiternet e la loro forza risiede cienza la raccolta fondi nei legami fiduciari tra i online; e il rischio di membri della rete. Legami creare contatti, ma senche già coinvolgevano Negli ultimi za la possibilità di tracun’organizzazione e i suoi mesi c’è stata ciare un profilo preciso uomini, in quanto radicati una vera e propria del loro utente di riferiin una comunità, e che in mento. passato si sono dimostrati esplosione Un elemento per il quamolto efficaci nelle attività dell’uso le dovrebbero mettersi di raccolta fondi a scopo di Internet da in guardia anche le asbenefico. Poi è arrivato Inparte delle sociazioni non-profit, ternet, la Rete per eccellenche hanno iniziato a faza, che ha incrementato in organizzazioni re uso dei social netmaniera esponenziale le solidali. work, ma troppo spesopportunità di diffusione so, come segnala Paolo delle iniziative benefiche, offrendo strumenti di versamento e Ferrara, senza una strategia di base in raccolta molto più rapidi (negli ultimi merito agli obiettivi dello strumento, tre anni Internet è diventata una delle alle richieste degli utenti, alle modaliprincipali aree di investimento delle tà di interazione, con il conseguente grosse organizzazioni online), e modi- rischio di creare fan page morte, senficando il rapporto con i donatori. Il tut- za commenti e senza interazione, e to, però, a fronte di due elementi criti- dunque senza efficacia alcuna. Ma vediamo ora gli altri consigli del Dr. ci: un abbassamento dei livelli di ingresso (su Internet tutti possono avere Ferrara per orientarsi nel mondo della accesso a costo quasi zero) e dunque la solidarietà online. necessità, da parte dell’utente, di sele-

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Attualmente, in Italia, quante sono, le campagne di fundraising online? In realtà non esistono delle statistiche sul numero delle campagne online. Anche se è certo che, negli ultimi mesi, c’è stata una vera e propria esplosione dell’uso di Internet da parte delle organizzazioni solidali, che si sono organizzate sia con campagne di email marketing, sia con campagne legate al posizionamento sui motori di ricerca. Un fenomeno al quale va affiancata anche la presenza di migliaia di organizzazioni sui social network. Per quanto riguarda il fundraising professionale, direi invece che non sono più di un centinaio le organizzazioni che investono fondi e risorse in maniera continuativa su Internet. Gli italiani partecipano attivamente alle attività di fundraising online o sono ancora piuttosto scettici perché sospettano che dietro la richiesta di soldi si nasconda un imbroglio? Molto dipende da cosa intendiamo per campagne di raccolta fondi. Ad esem-

ETWOO: LA BENEFICENZA “DA VIP”! Tra pochi mesi sarà in Rete la nostra Rivoluzione per il mondo del sociale! È questa una delle poche affermazioni presenti nell’accattivante home page del sito Etwoo.com, che andrà online a breve, e che si propone come un unico grande store di beneficenza. L’obiettivo del sito è quello di riunire associazioni, personaggi famosi,

artisti e utenti che insieme collaborino per "migliorare il mondo” sostenendo chi si occupa di beneficenza, di volontariato e, più in generale, del sociale. Etwoo.com sarà un sito di aste di oggetti appartenuti a personaggi celebri ed emergenti del mondo dello spettacolo, il cui ricavato sarà devoluto all’associazione scelta in precedenza dall’aggiudicatario dell’asta. Partecipare sarà molto semplice: basterà scegliere l’oggetto “vip” per il quale concorrere e l’associazione alla quale donarne il ricavato. 57


STORIE DI QUALITÀ: SOLIDARIETÀ ON LINE

DIVENTARE UN PERSONAL FUNDRAISER? OGGI È POSSIBILE CON IODONO.COM! Da un’idea di Direct Channel, società leader nel database management nel settore editoriale e del non-profit, è nato Iodono.com, il primo sito italiano di personal fundraising. Il sito permette a chiunque di diventare un personal fundraiser, ossia di organizzare delle vere e proprie campagne di raccolta fondi per le ONP iscritte e inserite nel database. La procedura è molto semplice: basta aprire la propria pagina personale all’interno del sito, scegliere una ONP da sostenere, e diffondere la propria campagna inviando il link della pagina creata a tutti i conoscenti. Oppure, è possibile rintracciare il progetto di un amico e versare una semplice donazione sulla sua pagina personale in maniera rapida e sicura. Iodono.com permette, infatti, di sostenere i propri progetti personali o le cause che più stanno a cuore. L’obiettivo del sito è offrire anche alle ONP più piccole, che non possono permettersi di destinare delle risorse alla pubblicità sul web, uno spazio di visibilità all’interno della Rete e uno strumento di raccolta fondi economico, semplice e sicuro.

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ma differenza sostanziale è che in Italia pio, Terre des Hommes, l’organizzazione alla quale appartengo, raccoglie on- dona circa il 50% di persone ogni anno, line oltre il 90% delle richieste per il so- negli USA o in Gran Bretagna dona fino stegno a distanza (quello basato sull’im- all’80 - 90% delle persone. pegno morale da parte del donatore a Però in Italia c’è un forte aumento delle inviare un contributo economico stabile associazioni che investono anche profese continuativo a un bambino). Lo stesso sionalmente; bisogna capire se questa dato l’ha comunicato anche Save The tendenza si strutturerà moltiplicando le Children lo scorso anno. Il motivo è sem- organizzazioni con divisioni specifiche che si occupano di marketing online opplice: i costi informativi e di divulgaziopure se si investirà in maniera episodica ne consentiti della Rete sono sicurae quindi poco efficiente. mente più bassi che con altri mezzi. In più Internet offre al donatore la possibilità di Quali sono i passi prinI costi poter approfondire la cocipali per organizzare informativi e di noscenza dell’organizzauna campagna di racdivulgazione zione stessa, prima di provconsentiti della Rete colta fondi online di vedere al versamento nelle successo? sono sicuramente modalità a lui più consone Innanzitutto, come accadpiù bassi che (quindi anche non online), de anche nella raccolta con altri mezzi. e di creare con essa un rapIn più Internet offre fondi offline, bisogna defiporto di fiducia, anche tranire quali sono le proprie fial donatore la mite mail informative o tenalità, sia nel breve sia nel possibilità di poter lefonate dirette. lungo periodo. Occorre inapprofondire la Per quanto riguarda la racdividuare i propri obiettivi conoscenza colta fondi immediata, l’Itadell’organizzazione in termini economici lia non ha ancora dei dati. (quanti fondi vogliamo stessa. Negli Usa sappiamo che il raccogliere?), stabilire il 7,6% delle somme raccolte budget da investire e, infine, lo scorso anno è passato attraverso la Redefinire gli strumenti e i mezzi più adatte. Una percentuale decisamente importi. La presenza online richiede poi la catante se si considera la grossa bolla fi- pacità di poter offrire una risposta punnanziaria che aveva coinvolto i possessotuale e immediata: chi richiede delle inri di carte di credito americani, creando formazioni su un’organizzazione compievidenti diffidenze per l’utilizzo delle carlando un form in Rete vuole essere inforte online. Ma è un dato che in nessun mato e ricontattato velocemente, vuole modo potrebbe venire paragonato con poter accedere alle informazioni persoquello del nostro Paese, se fosse disponinalizzate presenti sul sito Internet anche bile. Anzitutto per un motivo culturale, con frequenza. In caso contrario si rischia che vede gli Italiani ancora molto diffidi perdere di credibilità e di vanificare tutdenti sui pagamenti online, e le organizti gli investimenti fatti. zazioni non-profit ancora poco avvezze a utilizzare i classici strumenti di markePuò segnalarci qualche esempio di ting - offline e online - per la promozioraccolta fondi online di successo? ne, la raccolta fondi e la profilazione deAl di là delle emergenze, che sono le ocgli utenti. Un esempio per tutti: in Italia i casioni in cui si raccolgono soldi più fadatabase di utenti sono ancora piccoli e cilmente, e al di là dei casi eclatanti di non abituati a ricevere messaggi di raccampagne per le adozioni a distanza, ci colta fondi con continuità. Le newsletter, sono degli strumenti come i regali virtuali sia cartacee sia online, sono inviate una che funzionano sempre di più. Ad esemvolta al mese e hanno l’aspetto di un mapio: la Lista dei Desideri di Save the Chilgazine, o sono un estratto del sito web dren, i Regali per la Vita di Unicef, i Redell’associazione, mentre negli USA gali per la Vista di CBM, che ormai costihanno uno periodicità settimanale e tuiscono una valida alternativa ai vecchi quasi sempre contengono esclusivabigliettini di Natale e alla donazione clasmente messaggi di raccolta fondi. L’ultisica. Organizzazioni come Save the Chil-

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dren raccolgono in questo modo qualche centinaia di migliaia di euro ogni anno e, nel suo piccolo, anche Terre des Hommes l’anno scorso ha visto raddoppiare le entrate provenienti da questo tipo di strumento. Altri ottimi esempi di organizzazioni che riescono a costruire messaggi efficaci online, sono Emergency e Airc che hanno un rapporto fiduciario con i loro donatori davvero molto sviluppato. E ovviamente Greenpeace, che ha un target di donatori molto propenso a donare online e particolarmente coinvolto nelle varie iniziative di advocacy. Tutto questo ci fa capire che lo strumento di raccolta fondi online, sebbene ancora lontano dai risultati delle raccolte offline o di piazza, è in continua crescita. L’avvento dei social network può spingere anche i singoli utenti a prendere l’iniziativa di organizzare delle campagne di raccolta fondi online: cosa ne pensa? Penso che siano il sale della Rete! Negli Stati Uniti, il grande successo delle raccolte online non è solo il frutto delle attività di comunicazione push delle realtà non-profit, ma è anche dovuto al proliferare di strumenti che permettono alle organizzazioni di delegare e decentralizzare la raccolta, tramite il personal fundraising (o crowdfunding). Esistono almeno 50 network americani (ad esempio Network for Good) che permettono al singolo di utilizzare il proprio blog o la propria pagina Facebook per la raccolta di denaro. Il più famoso, al momento, è probabilmente Causes di Facebook, che raccoglie milioni di dollari l’anno, anche grazie alla presenza di numerose micro campagne. Purtroppo non è ancora utilizzabile dalle organizzazioni non-profit italiane, essendo vincolato all’iscrizione al registro delle strutture non-profit canadesi e americane. A questo ampio processo di decentralizzazione stanno contribuendo anche strutture come la Croce Rossa Americana, che si è data delle vere e proprie policy incoraggiando i sostenitori privati a utilizzare le pagine su Facebook, o altri strumenti online, per supportare le proprie attività. In Italia un buon esempio è rappresentato da Emergency: moltissi59


STORIE DI QUALITÀ: SOLIDARIETÀ ON LINE

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CUORI BENEFICI me delle iniziative che avvengono in Italia su Facebook a favore di Emergency non sono organizzate dalla sede dell’organizzazione, ma sono dovute all’intraprendenza di volontari e sostenitori. Nel nostro Paese siamo ancora agli inizi, ma piano piano ci stiamo muovendo. Grazie anche a iniziative come Iodono.com (n.d.r: vedi box a pag. 58), una piattaforma di personal fundraising italiana. Ad essa si deve il merito di essere stata la prima del nostro Paese in grado di dare visibilità al proprio operato. In Italia, infatti, prima di questo caso, molte iniziative che nascevano, magari anche con il contributo delle banche, non venivano comunicate, e quindi restavano nell’ombra. Iodono.com ha cambiato il trend. Ha intuito l’importanza di avere visibilità, si è legata a una manifestazione sportiva come la Milano City Marathon e ha portato a risultati davvero inaspettati. Nell’edizione 2011 le organizzazioni benefiche coinvolte sono passate da 11 a 76, raddoppiando il numero degli staffettisti iscritti a fini solidali. Parlando di numero, l’Abbraccio, che si occupa di disabilità, ha raccolto ben 26.000 euro, l’Acra Milano (Associazione di Cooperazione Rurale in Africa e America Latina) 25.000. E il tutto grazie alla collaborazione tra sport, donatori, associazioni benefiche e Iodono.com. In effetti, lo sport si sta legando sempre di più a iniziative di raccolta fondi. Cosa ne pensa? Credo sia un bel modo per fare solidarietà, anche se siamo ancora agli albori. In molti casi, infatti, l’adesione alla causa benefica è rappresentata semplicemente dall’iscrizione all’evento sportivo, sapendo che parte del ricavato andrà all’organizzazione. In realtà, secondo il meccanismo di raccolta fondi di matrice anglosassone, bisognerebbe parlare di challenge fundraising. Ovvero cogliere l’opportunità del momento sportivo per farsi sponsorizzare e raccogliere ulteriori fondi da destinare alla causa, che non siano solo il frutto della ripartizione della quota di iscrizione, ma dipendano da altre iniziative solidali organizzate. In Italia, per il momento siamo ancora solo donatori e non personal fundraiser. Il prossimo passo dovrebbe 60

Che lo sport sia salutare, divertente e socializzante, è cosa risaputa. Spesso invece ci si dimentica di come l’attività sportiva sia anche uno strumento in grado di abbattere le barriere e di fare del bene. Gli esempi di grandi società sportive che hanno abbinato il loro nome a qualche azione benefica, a onlus, a progetti solidali, sono numerosissimi. In questo ambito noi ne vorremmo citare una forse meno noto, decisamente più piccolo, ma non per questo inferiore in quanto a bontà di cuore. Si tratta di Cuori Nero Azzurri, una libera Associazione senza fini di lucro, nata nel 2006 per promuovere la cultura dello sport, dell’eticità e della trasparenza, ma anche per finanziare opere di solidarietà. Tra le ultime sostenute, segnaliamo “La tana dell’orso”, un progetto avviato dall’ospedale Gaslini di Genova per il miglioramento dell’accoglienza dei piccoli ospiti. http://www.cuorineroazzurri.it - http://www.gaslinibandband.it/

essere quello di stimolare i donatori a diventare loro stessi degli entusiasti fundraiser, dando in cambio trasparenza, valide ragioni, possibilità di partecipare e fornendo le basi per creare un solido rapporto di fiducia. L’esempio dello sport è molto bello perché permette di fare solidarietà divertendosi e socializzando, e la molla che spesso ci spinge a donare è anche quella di entrare in contatto con persone che condividono i nostri stessi interessi. Oltre alle associazioni e agli operatori del terzo settore ci sono anche aziende che organizzano campagne di raccolta fondi online. Lo fanno perché ci credono o è una scelta strumentale mirata a migliorare la propria immagine? Credo che le iniziative delle aziende siano spesso poco strutturate, poco metodiche e un po’ troppo strumentali. È normale che l’azienda abbia interesse per un proprio tornaconto personale, ma nel momento in cui decide di ottenerlo appoggiando un’iniziativa benefica, deve anche essere disposta a investire. Investire denaro, ma soprattutto tempo. Non si può pensare di cavarsela con 5.000 euro senza fare nient’altro per l’organizzazione, se non sfruttarla solo per farsi pubblicità. L’azienda deve credere nel progetto, e deve essere disposta ad essere molto trasparente con i propri utenti. Ricordo il recente caso di un profumo prodotto da un famoso stilista italiano, per il quale, da un progetto nato su Facebook a sfondo benefico, era poi partita una grande campagna

pubblicitaria. Ebbene, nonostante i grossi investimenti economici, i risultati furono deludenti, perché i consumatori percepirono, nonostante la notorietà del marchio, una mancata trasparenza delle informazioni fornite e l’impegno reale dell’azienda. A questo punto, posso immaginare che una campagna di raccolta fondi abbia più successo se organizzata da una onlus piuttosto che da un’azienda, è corretto? Le onlus hanno forse una maggiore capacità di attirare la fiducia degli utenti. C’è da dire, però, che spesso le onlus non hanno né gli strumenti né gli investimenti, né la visibilità necessari per avere successo. Le aziende invece, spesso, hanno tutte queste cose. Quel che però devono fare è imparare a comunicare la solidarietà in maniera diversa da come spesso fanno. Un bell’esempio tutto online è rappresentato dalla collaborazione tra Terre des Hommes di Losanna e la Coop svizzera in occasione della vendita delle arance: quest’anno per la prima volta il meccanismo è stato virtualizzato e dalla pagina Facebook di Terre des Hommes si potevano inviare arance virtuali. Al raggiungimento di 10.000 invii di arance virtuali, la Coop svizzera metteva a disposizione 5.000 franchi svizzeri. L’iniziativa ha avuto grande successo e in due giorni gli obiettivi sono stati raggiunti: grazie a una grande trasparenza da parte della Coop, a una comunicazione piuttosto efficace e simpatica e a un meccanismo di utilizzo piuttosto semplice. z 61


STORIE DI QUALITÀ: SOLIDARIETÀ ON LINE

ROTTA

MILANO LONDRA* di Valerio Scollo

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DA UN ITALIANO, ISTRUZIONI D’USO PER DIVENTARE UN VERO PERSONAL FUNDRAISER. DIVERTENDOSI, MANTENENDOSI IN FORMA E FACENDO DEL BENE. ALL’OMBRA DEL BIG BEN.

on avevo mai visto qualcuno commuoversi per una maratona. Non parlo di uno che ha corso una maratona, ma di uno che l'ha guardata. E non parlo di uno qualsiasi, ma di un avvocato d'affari inglese. Un corporate lawyer. Uno di quelli che nei libri di Grisham assistono le multinazionali cattive cattive. Era lui che doveva decidere se prendermi o no per due mesi in uno studio legale di Londra. Per convincerlo gli ho parlato della mia passione per la corsa. Quando siamo passati alla maratona ho visto gli occhi lucidi. Mi ha raccontato che era stato tra il pubblico a incitare i runners. E si era commosso. Ho trattenuto lo stupore e me ne sono uscito con un colpo da maestro: «La maratona di Londra deve essere fantastica, John. Il prossimo anno la correrò di certo. Ci sarai a fare il tifo? Will you be there?». Era giugno 2010. Due settimane dopo quel colloquio mi è arrivata la conferma: ero stato preso e a marzo 2011, dopo l'esame da avvocato in Italia, avrei lavorato per loro a Londra. A quel punto restava solo una cosa da fare: iscriversi alla Virgin London Marathon 2011. Forse la cosa più difficile.

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L'iscrizione: not so easy Non è così facile, infatti. Non basta pagare per correre. A giugno 2010, l'unico modo per essere a Londra il 17 aprile 2011 era convincere una delle Charities, le Onlus inglesi partner della maratona, a darti un pettorale. Come la si convince? Con l'impegno a raccogliere una certa cifra (da 1.000 a 2.000 sterline a seconda della Charity), e presentando un progetto di fundraising (sì, di raccolta fondi). Ero e sono un Podista da Marte, uno di quei bricconi che una volta al mese corrono a Milano per promuovere le Onlus e la corsa. Iscritto al Gazzetta Run62

ners Club. Lettore di Runner's World. Avrei dovuto sapere che cosa fare. Sono rimasto spiazzato. Come raccolgo 1.200 euro per una Charity inglese? Perché qualcuno dovrebbe aiutarmi a raggiungere questo obiettivo? E soprattutto, come convinco gli inglesi che sono in grado di raccogliere 1.200 euro? Perché loro il pettorale me lo darebbero subito, ma io i soldi potrei anche non raccoglierli. È un sistema che si basa sul mio impegno e sulla loro fiducia. Gli inglesi, è noto, non si fidano degli italiani. La prima Charity che contatto mi scrive che è sorry, che ci sono state tante application e che purtroppo la mia richiesta non è stata approved. La seconda mi accetta. E solo perché vengo "raccomandato" da Stefano Perego, un italiano di cui hanno imparato a fidarsi. Stefano vive a Londra da dieci anni. Da cinque corre per la EEIBA (Electrical and Electronics Industries Benevolent Association), una Charity che assiste i lavoratori dell'industria elettrica ed elettronica in difficoltà. L'anno scorso, da solo, ha raccolto 3.000 sterline (3.600 euro) correndo la maratona di Londra. L'idea di Stefano è di creare una squadra di sette persone che raccolga 10.000 sterline per l'EEIBA. Vengo accettato nella squadra e mi viene dato l'obiettivo di raccogliere 1.000 sterline. Non posso deluderli. Microdonazioni Correre solo a Londra non ha senso. Vengo da Milazzo e vivo a Milano da 63


STORIE DI QUALITÀ: SOLIDARIETÀ ON LINE

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CHARITY PROGRAM:

A MILANO SI CORRE ANCHE PER BENEFICENZA Chi ha corso alla Milano City Marathon 2011, sa che non è stato facile Gli iscritti erano più di 10.000, di cui La sta ffetta 1.000 hanno riIMQ nunciato a partire, a causa di un caldo eccezionale che ricordava il 10 agosto, più che il 10 aprile. Chi ha corso, sa che non è stato facile, ma sa anche che la soddisfazione di poter correre per una buona causa poteva far dimenticare il termometro e l’arsura. E infatti ci hanno creduto in molti, sia tra i maratoneti sia tra gli staffettisti, che hanno corso per una delle 76 associazione non-profit presenti, diventandone ambasciatori e aiutandole a raccogliere donazioni. La squadra alla partenza A destra: souvenir della maratona

due anni e mezzo. È qui che ho comin- beneficenza. In Italia, salvo eccezioni, pensano che sei scemo. E forse hanno ciato a essere un runner. È qui che si corre la Milano City Marathon, il primo ragione. Milano-Londra mi serve per raccontare gli allenamenti. evento in Italia con un ChaAneddoti sulle gare. Esperity Program in stile anrienze e sensazioni. Cerco di glosassone. Decido di Come creare un legame empatico aprire un blog, Milanoraccolgo con chi legge. E invito a doLondra (http://milano1.200 euro per l'EEIBA. All'inizio londra.blogspot.com). per una Charity nare venivo preso per scemo. Ma Attorno a questo spazio inglese? a poco a poco le donazioni virtuale si muove la racPerché sono arrivate. E posso assicolta fondi. Milano perché corro la staffetta qualcuno dovrebbe curare che quando un amico ti sostiene, anche con podella Milano City Maraaiutarmi a co, si provano emozioni che thon. Londra perché raggiungere una maratona può corro la maratona di questo obiettivo? neanche dare. Londra. In Inghilterra basta inviare un’e-mail a un amico con la richiesta e bam!, ecco 10, 20, 100 sterline per la Alla ricerca di uno sponsor Charity. La corsa non è un'esperienza Con Stefano, come squadra, abbiamo individuale e solitaria. Sei seguito. Ti degli sponsor che apporranno il loro lochiedono dei tuoi progressi. Sono en- go sulla nostra maglietta. L'unico spazio tusiasti perché corri e perché corri per a mia personale disposizione è il blog. 64

Uno sponsor non è facile da trovare. Ok che è per beneficenza, ma un minimo di visibilità devi darla. Milano-Londra è nato a fine dicembre e sarà aggiornato fino ad aprile. Per quattro mesi di visibilità chi posso trovare? E per che cifre? Consumo 2-3 paia di scarpe l'anno. Ho chiesto al mio fornitore di fiducia, il negozio di Milano Born to Run, di regalarmene un paio. In cambio avrei versato il valore all'EEIBA. Ha accettato e ha avuto un post dedicato, un banner fisso con link, e tanta gratitudine. Con Runner’s World mi sono tuffato. Da abbonato avevo ricevuto il bollettino per il rinnovo. Ho fatto la stessa proposta anche a loro: un anno di abbonamento e avrei donato il relativo valore all'EEIBA. Hanno accettato (e puoi vedere la donazione effettuata, come quella di tutti gli altri amici, miei e del mio team, su http://www.justgiving.com/Rexel-UKGreen-Team). Peraltro a loro rischio e pericolo, perché

ora chissà quanti altri fundraiser di Italia chiederanno 50 euro per la loro causa… E poi mi sono affidato a “OK il tempo è giusto!”, un'iniziativa legata al blog. All'inizio ne avevo in mente anche altre, ma il successo dei tre canali di finanziamento citati mi ha fatto desistere, così le conservo per la prossima volta. Il gioco è molto semplice: chi ha fatto una donazione di almeno 5 sterline può scommettere sul tempo in cui concluderò una delle tre gare legate al blog (la terza è stata la Giulietta & Romeo Half Marathon del 20 febbraio scorso). Chi indovina, o si avvicina di più, vince un libro autografato dall'autore. Il primo libro in palio era Il pugno invisibile, la biografia del mitico pugile Giovanni Parisi, edito da Add Editore. Ad autografarlo è stato uno degli autori, Roberto Torti, giornalista, blogger e maratoneta. A vincerlo è stato proprio un lettore del blog di Roberto. Con grande disappunto, tra gli altri, di Zia Carmela, che

pure aveva scommesso. Gli altri due libri in palio erano Studio illegale e La gente che sta bene di Federico Baccomo, editi dalla Marsilio. Parlano entrambi del mio mondo, gli avvocati d'affari milanesi. Anche se io ho la fortuna di non lavorare per uno studio illegale.

Effetti collaterali Tutto è nato per raccogliere 1.000 sterline per l'EEIBA. E per cercare di spiegare ai miei amici il motivo per cui alcuni sabato sera non posso andare a bere con loro. Gli effetti collaterali sono stati del tutto imprevedibili. Uno è che da una squadra per la staffetta se ne sono fatte due, legate a Milano-Londra e che poi hanno corso la Milano City Marathon per la Fondazione de Marchi. Un altro è che sono diventato un runner migliore. E non mi riferisco alla be-

neficenza. Per un anno il mio personale sulla mezza maratona è stato di un’ora e 29 minuti, corso a Verona nel febbraio 2010. Mai riuscito a scendere sotto. Lo scorso febbraio ho chiuso la stessa gara in un’ora e 23. Per la prima volta da quando corro, ci sono amici che seguono i miei allenamenti. E che hanno messo mano al portafogli per le mie folli corse. Devo ringraziarli in qualche modo.

* Testo pubblicato per gentile concessione della rivista Runner’s World e di Valerio Scollo, autore dell’articolo nonché collaboratore del dipartimento Corporate dello studio legale Nunziante Magrone. z 65


QUALITÀ DELLA VITA: VIAGGI

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INSOLITA LONDRA ITINERARI E IDEE PER UN SOGGIORNO FUORI DAI SENTIERI BATTUTI

Città multietnica e in perenne fermento, culla di nuove tendenze e luogo di grandi contrasti, Londra è una delle capitali europee più affascinanti, di cui è difficile non innamorarsi. Grazie allo straordinario dinamismo che la contraddistingue, è un luogo che non smette mai di cambiare, vi si può ritornare innumerevoli volte, scoprendo qualcosa di nuovo e rimanendo stupiti. E non è solo una città da visitare, ma un luogo da vivere, esplorare, scoprire. In queste pagine siamo andati alla ricerca di itinerari insoliti e di modi diversi per assaporare la splendida capitale del Regno Unito, che offre sorprese ed esperienze inaspettate.

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QUALITÀ DELLA VITA: VIAGGI

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Un tuffo nel passato, nella ‘Swinging London’ degli anni ’60

Beatles, Mary Quant e la minigonna, Twiggy, Carnaby Street; icone della ‘Swinging London’ degli anni ’60, simboli di una vera e propria rivoluzione culturale. Un decennio all’insegna dell’ottimismo e della ‘joie de vivre’, della creatività e di un profondo desiderio di anticonformismo. Anni felici e spensierati, che hanno caratterizzato il secolo scorso e da allora sono rimasti profondamente impressi nell’immaginario collettivo. Un modo inconsueto e divertente per

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visitare Londra e rivivere un po’ della magica atmosfera della ‘Swinging London’ è un ‘tour rétro’ della città in Mini Coopers originali degli anni ’60. Si può scegliere tra 6 itinerari a tema e di durata diversa, proposte stagionali e persino affittare una delle tre mini rossa, bianca e verde - per un tour personalizzato. L’itinerario di maggiore successo è ‘The Italian Job’, ispirato all’omonimo film. Una volta indossate le tute blu e i berretti di tweed, si parte alla scoperta di Londra con tanto di (finti) lingotti

d’oro nel bagagliaio! Il ‘Great Escape Tour’ vi farà esplorare il meglio di Londra, dalle principali attrazioni ai parchi fino alla visita dei famosi studi di registrazione di Abbey Road, dove i Beatles hanno inciso la maggior parte dei loro dischi e che ha dato il nome all’ultimo album (escludendo Let it Be), poco prima dello scioglimento del gruppo nel 1970. E con il sottofondo musicale dei principali successi degli anni ’60, l’autistaguida vi farà scoprire aneddoti interessanti e spesso poco conosciuti.

A piedi o in bicicletta lungo il Tamigi er una giornata all’insegna del relax non c’è nulla di meglio di una passeggiata lungo il Tamigi, a piedi o in bicicletta. Richmond upon Thames, uno dei 33 borghi amministrativi in cui è suddivisa la metropoli di Londra (Greater London), è incantevole. Facilmente raggiungibile con la metropolitana - o ‘the tube’, come la chiamano i londinesi - Richmond colpisce per la sua vitalità. I pub che costeggiano il Tamigi brulicano di gente che chiacchiera sorseggiando una birra e invitano a una sosta. In una bella giornata, dalle terrazze si può osservare la

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vita dei londinesi: le canoe che solcano il fiume, le barche che nel fine settimana collegano i borghi adiacenti, il viavai di persone che tranquillamente passeggiano. Richmond è un ottimo punto di partenza per una lunga camminata o una biciclettata fino alle chiuse di Teddington per poi raggiungere Hampton Court e visitare il magnifico palazzo reale, residenza preferita da Enrico VIII. Diverse sono le opzioni per ritornare al punto di partenza o nella City: uno dei classici bus rossi, così tipici di Londra, il treno e, in estate, una incantevole gita in barca risalendo il Tamigi.

Borough Market, il più famoso mercato alimentare di Londra

Un porticciolo nel cuore di una metropoli poca distanza da Tower Bridge e dalla Torre di Londra scoprirete una inaspettata sorpresa: un porticciolo nel cuore della città storica. È la St Katherine Marina, piccola oasi di pace dove fare una sosta in uno dei pub, ammirare le barche ormeggiate e curiosare nelle eleganti boutiques. Nel passato, i St Katherine Docks erano una delle aree commerciali dell’antico Porto di Londra, progressivamente spostato a valle a partire dagli anni ’60. A causa della limitata capacità e dell’impossibilità di accogliere le moderne grandi navi da carico, i St Katherine Docks sono stati una delle prime aree portuali ad essere chiuse, nel 1968. Venduti alla Municipalità della Grande Londra, i docks vengono spesso citati come un modello di riqualificazione urbana di successo. Il Dickens Inn, i cui balconi fioriti sovrastano il porticciolo, è perfetto per un drink o un boccone. Il pub, in origine un deposito di spezie, è stato ricostruito all’inizio degli anni ’70 nello stile delle locande a tre piani del XVIII secolo, riutilizzando le travi originali e le suppellettili in ferro battuto.

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er gli amanti del buon cibo il Borough Market, a breve distanza da Tower Bridge, è un vero piacere dei sensi. Unico mercato indipendente, controllato da un’associazione senza fini di lucro il cui scopo principale è garantire prodotti alimentari di grande qualità, il Borough Market è diventato il punto di ritrovo di chef, appassionati di cucina e gourmet. Quello che rende il Borough Market speciale è la passione condivisa per ali-

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menti naturali e di primissima qualità, spesso prodotti dagli stessi commercianti, e l’incontro di culture diverse, così tipico di Londra. Il modo migliore per apprezzare il mercato è curiosare tra le bancarelle, lasciarsi trasportare dalle sensazioni visive e olfattive, assaggiare i prodotti, assaporare l’atmosfera e l’esplosione di colori, lasciarsi divertire e ispirare dagli ‘show cooking’ dimostrazioni dal vivo per scoprire nuove ricette.

INFORMAZIONI PRATICHE TOUR RÉTRO Smallcar Bigcity info@smallcarBIGCITY.com www.smallcarbigcity.com/index RICHMOND UPON THAMES Richmond dista circa 25 chilometri a sudovest di Londra ed è facilmente raggiungibile con in metropolitana (District line, circa 45-60 minuti, o in treno dalla stazione Waterloo in 15 minuti con il treno veloce). www.visitrichmond.co.uk/ ST KATHERINE DOCKS Sono molte le opzioni per arrivare a St Ka-

therine Docks: la più piacevole, in una bella giornata, è il ‘River Bus’, il servizio di trasporto fluviale, fino a St Katherine’s Pier. In alternativa, la Marina può essere raggiunta in pochi minuti a piedi dalla stazione della metropolitana Tower Hill (Circle e District Lines) o dalla stazione Aldgate (Circle e Metropolitan). BOROUGH MARKET Il mercato è facilmente raggiungibile con la metropolitana (Northern e Jubilee Lines fino a London Brige), in autobus o a piedi, lungo il ‘Thames Path’ sulla sponda meridionale del Tamigi. 69


QUALITÀ DELLA VITA: HOBBY

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INVESTIGATORI PER UN WEEK END

UN WEEK END INDIMENTICABILE PER GLI AMANTI DEL GIALLO E PER CHI VUOLE PASSARE UN FINE SETTIMANA DIVERSO DAL SOLITO A CACCIA DI UN ASSASSINO, VESTENDO I PANNI DI SHERLOCK HOLMES.

n week end di relax, magari in un castello o un antico borgo, è già di per sé un’ottima idea: si possono visitare cittadine bellissime e dalle numerose lusinghe, si riposa immersi in una natura rigogliosa, ci si rimette in forma. Ma l’occasione è ancora più ghiotta se oltre al relax, il fine settimana significa anche emozioni forti, intense e

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intriganti. Se poi vi sentite Sherlock Holmes o volete mettere alla prova la vostra abilità di investigatori allora non c’è dubbio: “week end con delitto” fa proprio per voi. È una formula indicata per coppie, single, timidi, esuberanti, giovani anziani, ma che sta prendendo sempre più piede anche come formula di team building aziendale.

In cosa consiste? Chi sceglie week end con delitto si troverà immerso in una particolarissima ambientazione, ospiti di un castello medievale, una torre antica, un agriturismo. Aperitivo, cibo, relax, tutto condiviso con altri partecipanti. Durante il week end però, all’interno della location, verrà commesso un delitto: chi sarà il colpevole? Perché

è stato ucciso? Quali misteri si nascondono dietro l’omicidio? A scoprirlo dovranno essere proprio gli ospiti, che verranno divisi in squadre. Ovviamente l’obiettivo è trovare per primo il colpevole attraverso gli indizi che dovrete raccogliere, interrogatori, magari travestimenti, sospetti, fino al gran finale dove ogni squadra dovrà esporre le sue

deduzioni come i più provetti investigatori. Sono molte le località in cui si svolgono questi appassionanti fine settimana. Dai borghi medioevali dell’Umbria, alle colline tosco emiliane ma anche in Lombardia, in Campania, un po’ in tutta Italia, e i prezzi variano a seconda della durata (può essere anche un

brunch o una cena) e della location. Su Internet potrete trovare molti siti che si occupano di questi week end e tutti gli indirizzi. Un fine settimana indimenticabile per gli amanti del giallo: un’iniziativa gustosa e suggestiva con un po’ di adrenalina. E ricordate: il colpevole non è sempre il maggiordomo! z 71


QUALITÀ DELLA VITA: SALUTE

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SEI ALLERGICO? A PRIMAVERA SI SCATENANO, MA ANCHE DURANTE LE ALTRE 3 STAGIONI VAGANO INSIDIOSE: PARLIAMO DELLE ALLERGIE, UNA PATOLOGIA CHE RIGUARDA IL 35% DEGLI ITALIANI E CHE ENTRO IL 2015 POTREBBERO COLPIRE FINO AL 45% DELLA POPOLAZIONE. Intervista al Dott. Angelo Pierini, allergologo e pneumologo.

asi rossi, starnuti continui, pruriti, occhi gonfi e lacrimosi: brutta stagione la primavera per gli allergici costretti a rinchiudersi in casa o a muoversi con scorte ciclopiche di kleenex. È proprio con l’arrivo della bella stagione, con le temperature miti e soprattutto con lo sbocciare dei fiori che appaiono i primi sintomi di allergie, un fenomeno in espansione che colpisce sempre più adulti e bambini: sono infatti milioni gli italiani che soffrono tra marzo e maggio di allergie ai pollini. I pollini sono in grado di originare reazioni allergiche perché, a contatto con la mucosa respiratoria, liberano delle proteine che in soggetti sensibili causano a loro volta la produzione di anticorpi specifici. I principali pollini implicati nelle allergie, spiega Angelo Pierini, allergologo e pneumologo, sono in primo luogo le graminacee (orzo, segale, gramigna,

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granoturco), gli alberi di olivo, platano, betulle, salice, pioppo e le piante erbacee, in particolare la parietaria. Gli alberi producono polline da gennaio a maggio, le graminacee da aprile a fine luglio e le erbacee da luglio ad ottobre. Praticamente, l’allergia ha 4 stagioni e si può dire che non c’è pace per gli allergici. “La fioritura delle piante” continua Pierini “segue sempre cicli precisi in gran parte indipendenti dalle temperature. A queste allergie stagionali bisogna aggiungere quelle perenni legate alle inalazioni di peli, forfore animali e soprattutto agli acari della polvere. Un capitolo a parte riguarda infine l’allergia alimentare ma è tutto un altro discorso. Allergia o raffreddore, entrambi mali di stagione, come riconoscerli? Impossibile confondere i sintomi di un raffreddamento da una reazione allergica. Il primo è preceduto da infiamma-

zione della gola e presenta una tipica evoluzione, con una fase acquosa seguita da una fase catarrale nel giro di qualche giorno. Il raffreddore allergico da pollini invece compare all’improvviso e altrettanto all’improvviso può scomparire. I sintomi dell’allergia sono congestione al naso, prurito e lacrimazione degli occhi e la tosse. Ce ne possono essere altri più gravi come quelli dell’asma per non parlare addirittura di shock anafilattico, ma sono casi rari con persone afflitte da gravi patologie. C’è un modo per capire a cosa si è allergici? Il prick test è il più usato per la diagnosi delle allergie. Consiste nel deporre una goccia di estratti allergenici sulla cute interna del braccio e poi scalfirla leggermente. Se dopo pochi minuti in quella zona si verifica un arrossamento, un ponfo rosso, allora significa che il sog-

getto è allergico a quella sostanza. Un nuovo test in grado di provare contemporaneamente più allergeni è stato messo a punto da un centro romano all’avanguardia in questo settore, l’Istituto dermopatico dell’Immacolata. Il nuovo test diagnostico si basa su una piastrina contenente i 76 allergeni più comuni. Su di essa viene messa una goccia di sangue del paziente. Attraverso dei macchinari altamente tecnologici si ottiene il risultato relativo al livello di sensibilità verso tutti gli allergeni sul chip. Un bel risparmio di tempo e denaro!

contatto con il polline e gli acari è quasi disagio e il fastidio. impossibile. Si possono usare alcuni ac- L’unica terapia in grado di eliminare il corgimenti: non aprire i finestrini quan- problema alla radice consiste nell'indurre uno stato di tolleranza do si va in automobile, non nei confronti del polline andare in campagna e nei L’ALLERGIA con un vaccino. luoghi dove è stata appeHA 4 STAGIONI Esistono inoltre terapie dena tagliata l’erba. La notsensibilizzanti per via orale te, il mattino e prima di un E SI PUÒ DIRE ma si è visto che i migliori ritemporale sono i momenCHE NON C’È PACE sultati si ottengono con teti in cui c’è maggior conPER GLI ALLERGICI. rapie sottocute quando efcentrazione pollinica: evifettuate per lunghi periodi. tare in queste ore di stare all’aperto, farsi sempre una doccia ap- Oggi, in centri altamente specializzati si pena rientrati in casa. Ma, come detto, effettuano anche terapie con anticorpi bloccanti. sono tutti palliativi.

Voi medici dite sempre meglio prevenire che curare. Vale anche per l’allergia? È evidente che la miglior lotta all’allergia è evitare il contatto con la sostanza a cui si è allergici. Facile a dirsi per quanto attiene agli animali, ma evitare qualunque

Veniamo ai rimedi: solo terapie sintomatiche o anche vaccino? I soggetti allergici possono ricorrere a terapie farmacologiche sintomatiche con l’assunzione di farmaci decongestionanti, antistaminici, corticosteroidi per via locale e generale per diminuire il

Le allergie con gli anni possono scomparire? Si può migliorare ma non guarire, anzi è più facile diventare allergici in qualunque momento della vita. Diciamo che alcune forme allergiche possono diminuire ma non scomparire. z 73


QUALITÀ DELLA VITA: SPORT

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E PER CHI OSASSE DI PIÙ, FREE CLIMBING, ARRAMPICATA SPORTIVA E BOULDERING.

LO SPORT

PER DIMAGRIRE

A COSTO ZERO?

SALIRE E SCENDERE LE SCALE UN’ATTIVITÀ FISICA ADATTA A TUTTI, MOLTO UTILE PER MANTENERSI IN FORMA, EVITANDO ESTENUANTI SEDUTE IN PALESTRA CON RETTE MENSILI COSTOSE O DIETE PESANTI E DEMORALIZZANTI. iamo alle solite: l’ossessione della prova costume, non più limitata all’estate visto che anche durante l’inverno le mete nei paesi caldi sono sempre di più, spinge a guardarsi allo specchio con la stessa severità di un istruttore dei marines. Vi vedete troppo grassi, troppo flaccidi, poco tonici. Il primo impulso è sottoporsi a una dieta da fame, ma non basta, bisogna fare attività fisica. Ma quale? Eliminare calorie, tenersi in forma senza spendere un euro: è possibile con lo star climbing o vertical running, la moda targata New York. In cosa consiste? Nel salire e scendere le scale: un movimento facile, naturale e molto sano: tutti i medici sono concordi nell’affermare che salire le scale fa bene,

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è un eccellente allenamento cardio-vascolare, migliora la concentrazione del colesterolo buono nel sangue, diminuisce i disturbi collegati alla vita sedentaria e all’alimentazione troppo ricca, riduce il rischio dell’osteoporosi. La lotta all’obesità, insomma, passa per le scale. Oltre alla salute sono molti i benefici per la persona perché il vertical running tonifica le cosce, i glutei e l’addome. Da un punto di vista pratico non richiede né particolari equipaggiamenti né attrezzature se non un paio di scarpe da ginnastica. Ideali sono quelle da corsa e devono soprattutto sostenere il piede e la caviglia durante il movimento. Per il resto, qualsiasi tipo di abbigliamento va bene, basta che sia comodo e pratico.

Gli allenamenti sono vari e modulabili a seconda delle esigenze, le disponibilità e gli obbiettivi personali. In ogni caso ricordate che bastano 15 minuti quotidiani per ottenere ottimi risultati e bastano due rampe di scale al giorno per bruciare 10 calorie al minuto. Lo star climbing è dunque economico, evita estenuanti sedute in palestra, lo si può praticare in qualsiasi momento della giornata ed è ideale per mantenersi in forma anche per chi ha poco tempo a disposizione. Utilizzare le rampe di scale al posto dell’ascensore è un ottimo modo per eseguire un minimo di esercizio (e anche risparmiare energia). Quindi via la pigrizia, niente scuse e buon vertical running a tutti!

Per chi vuole sentirsi libero, per chi ama la solitudine a contatto con la natura più vera e ha molta esperienza di montagna, ecco il free climbing, l’arrampicata libera. Si tratta di uno sport estremo molto difficile e pericoloso. Bisogna essere dei veri e propri “scoiattoli”. Nessuna corda, nessun moschettone, nessuna imbragatura: l’arrampicatore affronta la scalata con il solo utilizzo delle mani e dei piedi, affidandosi ai propri muscoli e alla forza delle braccia, cercando di aggrapparsi agli appigli naturali che si incontrano sulla roccia. È consigliato molto allenamento e molta padronanza dell’arrampicare. Un’evoluzione del concetto di free climbing, meno d’elite e più accessibile a tutti, è l’arrampicata sportiva. Anche qui non c’è alcun aiuto di mezzi artificiali: corde e chiodi servono solo per proteggere l’arrampicatore in caso di caduta. Questa disciplina sportiva viene svolta su rocce naturali o in strutture artificiali “indoor” che riproducono le caratteristiche delle pareti rocciose. Ci sono molti palazzetti dello sport, palestre o centri sportivi attrezzati per questa attività ed essendo indoor è praticabile in tutti i periodi dell’anno, consentendo così un allenamento continuo. Anche per questa disciplina è necessaria una rigorosa preparazione atletica. Due le categorie per l’attività sportiva: promozionale e agonistica. Nella prima i giovanissimi “C”: 6- 8 anni, giovanissimi “B”: 9-10 e “A”: 11-13. Per quanto riguarda l’agonistica: i ragnetti 1415, allievi 16-17, juniores 18-19 e seniores oltre i 19 anni. Un altro sport in cui ricorre la stessa tecnica del free climbing è il bouldering, arrampicata su grandi massi ma non molto alti. In Italia viene comunemente definito “sassismo”. Anche se le altezze non sono particolarmente elevate, sotto il masso va collocato un materassino specifico chiamato Crash Pad in modo da attutire eventuali cadute. È una disciplina che vede molti adepti e le gare si svolgono spesso in strutture artificiali. Per quanto riguarda l’attrezzatura, spiega Giuliano Crechici tecnico di abbigliamento sportivo, importantissime

sono le scarpette, che devono essere in gomma con alta aderenza. “Le scarpette” spiega Crechici “sono fondamentali per avere sensibilità sugli appoggi, devono fasciare bene il piede e non lasciare spazi all’interno. Un pantaloncino corto o lungo e una maglietta completano l’abbigliamento. Da non dimenticare infine la magnesite, una polvere che si stende sulle mani per avere più aderenza”. Per chi vuole conoscere tutto sull’arrampicata sportiva può rivolgersi alla F.A.S.I., Federazione Arrampicata Sportiva Italiana, fondata nel 1987 e associata al Coni. z

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QUALITÀ DELLA VITA: CONSUMO CONSAPEVOLE

SWAP PARTY: IL BARATTO DIVENTA CHIC! DARE IL VIA A UNO SHOPPING RILASSANTE, DIVERTENTE E GREEN? ADESSO SI PUÒ!

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gliono scambiare (ricordandosi di chiedere alle amiche che parteciperanno di fare lo stesso), improvvisare un paio di camerini isolandoli con una tenda, un lenzuolo o un paravento, predisporre un paio di specchi per le “prove abiti”. La tendenza a condividere i propri armadi non poteva non invadere anche la Rete e le community online. Un esempio è rappresentato dal sito www.swapclub.it in cui ognuno può creare un proprio profilo, postare e condividere con gli altri utenti le foto degli abiti e ZA

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degli oggetti che vuole scambiare e organizzare uno swap party personale. Si possono inoltre trovare informazioni sugli Swap Party Ufficiali organizzati in giro per l’Italia. Ufficiali perché presidiati da una giuria di esperte di moda con il compito di assegnare un valore ai capi presentati, il numero massimo di capi e accessori che si possono scambiare e con l’autorità di poter decidere di donare in beneficienza i capi non presi in considerazione dalle partecipanti al party. Risparmio, riutilizzo, charity: siete pronte anche voi per il vostro baratto chic? z

er chi ogni volta sbuffa davanti all’armadio troppo pieno di capi inutilizzati, per chi non ama affrontare il consueto appuntamento con il cambio di stagione o per chi ha voglia di un po’ di shopping economico senza stress, ma immerso in un’atmosfera di relax e allegria, segnaliamo una delle ultime tendenze del settore fashion: lo swap party! Già divenuto un’abitudine negli Stati Uniti, ma in progressiva diffusione anche nel nostro paese, lo swap (in inglese “scambiare”) party non è altro che una sorta di mercatino del baratto, organizzato anche all’interno delle mura domestiche, con l’ospitalità tipica famigliare di una tazza di tè o di qualche tramezzino da offrire alle amiche-clienti. A venire scambiati possono essere vestiti o accessori, nuovi o mai utilizzati, ma anche di seconda mano, a patto che siano in ottimo stato. Il tutto all’insegna del gratuito (vale la formula scambio) e del rispetto ambientale. Sì, perché in questo modo non si butta via niente. Chiunque può organizzare uno swap party: è sufficiente mandare una mail alle proprie amiche o, cosa ancora più efficace, creare un evento su Facebook per diffondere le foto degli abiti che si vorrebbero scambiare, informare più persone possibili e mettersi d’accordo su luogo e la data del party. Una volta diffuso il passaparola basta poco per attrezzare la propria casa (o il posto che si è scelto per l’evento): preparare un rinfresco (meglio se con prodotti bio), pulire e stirare tutti i capi che si vo-

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QUALITÀ DELLA VITA: LIBRI, FILM, VIDEO

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LIBRI LA SCIMMIA CHE VINSE IL PULITZER

TU NON SEI UN GADGET

INTERNET CI RENDE STUPIDI

Bruno Nicola e Raffaele Mastrolonardo Mondadori Bruno, 2011

Jaron Lanier Mondadori, 2010

Nicholas Carr Cortina Raffaello, 2011

Jaron Lanier analizza la storia della società digitale e spiega come, secondo il suo punto di vista, il presunto egualitarismo del web stia diventando ormai una sorta di dittatura della massa. Tra gli esempi più eclatanti, l’enciclopedia on line Wikipedia, in cui cento ignoranti possono aver la meglio su un esperto in materia; Google, che renderà accessibili tutti i libri del mondo ma in un magma indistinto, in cui saranno irriconoscibili l’identità degli autori e il contesto storico.

Mentre usiamo a piene mani i vantaggi della Rete, stiamo forse sacrificando la nostra capacità di pensare in modo approfondito? Il lettore troverà qui spiegazioni delle conseguenze intellettuali di Internet che siano mai state pubblicate. Il nostro cervello cambia in risposta alle nostre esperienze: mentre un libro incoraggia il pensiero profondo e creativo, Internet favorisce l'assaggio rapido e distratto di piccoli frammenti di informazione tratti dalle fonti più disparate. La Rete ci sta riprogrammando a sua immagine e somiglianza?

Scrive la cronaca di una partita di baseball in un inglese migliore di quello di un essere umano. E lo fa molto più in fretta: meno di un paio di secondi. È una scimmia anche se non è fatta di carne ed ossa ma di righe di codice di programmazione. Si tratta, infatti, di un software - nome in codice Stats Monkey (“scimmia della statistiche” in inglese) - specializzato nella scrittura di articoli. È questa una delle avvincenti storie raccontate da Nicola Bruno e Raffaele Mastrolonardo in “La Scimmia che vinse il pulitzer”. Personaggi, avventure e (buone) notizie dal futuro dell'informazione, un libro fresco di stampa che indaga il futuro del giornalismo. E laddove molti profetizzano un avvenire nero per chi vuole fare la professione del reporter, i due autori scorgono invece un mare di opportunità rese possibili dalle nuove tecnologie. E per dimostrarlo si sono presi la briga di girare un po' il mondo per incontrare persone che, in barba alle previsioni più cupe, hanno lanciato progetti e iniziative innovative per informare la gente. C'è il ragazzino ventenne che ha fondato un'agenzia di stampa che batte in velocità l'Ansa, c'è il reporter americano che si è messo in testa di sbugiardare online i politici che facciano dichiarazioni false, e c’è pure l'architetto mancato che disegna giornali così belli che tutti li vogliono comprare. E infine c'è Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, che i due autori hanno incontrato poco prima che diventasse una celebrità globale e che porta avanti la sua contraddittoria e affascinante utopia di trasparenza. Lette tutte insieme e tutte di un fiato, queste storie raccontano che un altro futuro per il giornalismo è possibile. Basta solo avere voglia di scriverlo e sognarlo. Magari usando le nuove tecnologie.

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FILM

ALONE TOGHETER Sherry Turkle - Basic Books, 2011 Anziché fare una telefonata mandiamo un sms, al posto di una lettera aggiorniamo lo status su Facebook, invece di parlare ci scusiamo perché non ne abbiamo più tempo e facciamo qualche altra cosa, magari un tweet, rinviando il momento del dialogo a voce. Internet si è trasformata in una forza alienante che spinge i giovani ad allontanarsi dai rapporti umani, rifugiandosi sulle tastiere. Gli adolescenti si lamentano di telefoni, sms, email e Skype ma nessuno vuole staccarsi da un punto di accesso alla realtà digitale.

HACKERS

MATRIX

S.Y.N.A.P.S.E.

THE SOCIAL NETWORK

Regia di Iain Softley. Con Jonny Lee Miller, Angelina Jolie, Jesse Bradford, Canada 1995

Regia di Andy Wachowski, Larry Wachowski. Con Keanu Reeves e Laurence Fishburn, Usa 1999

Pericolo in rete (Antitrust) Regia di Peter Howitt. Con Ryan Phillippe, Rachael leigh Cook, Claire Forlani, Tim Robbins, USA 2001

Regia di David Fincher. Con Jesse Eisenberg, Andrew Garfield, Justin Timberlake, Usa 2010

Nel 1988 l'11enne Dade Murphy manda in tilt 1507 computer di Wall Street, provocando un caos finanziario mondiale. Sette anni dopo si unisce a quattro hackers coetanei dediti a provocatorie scorribande in rete. Un ex pirata informatico cerca di coinvolgerli in intrighi fraudolenti. Scritto da Rafael Moreu, il film dell'inglese Softley usa la pirateria informatica come pretesto per raccontare la cultura giovanile della “differenza” come lotta anarchica ed eversiva ai poteri e alle mode dominanti.

Nel XXII secolo il Grande Fratello ha trasformato il mondo in un universo virtuale, cioè simulato, grazie al gigantesco computer Matrix, collegato con i cervelli degli esseri umani. Morpheus (Laurence Fishburn) chiede l'aiuto di Neo (Keanu Reeves) per liberare l'umanità dall'influsso della vita artificiale.

Milo, programmatore esperto di tecnologie digitali, trova il lavoro dei suoi sogni in un'importante società di software di Portland, che gli permetterebbe di realizzare i suoi progetti innovativi, lasciando così un segno nella storia. Ma presto il sogno si traforma in incubo, dopo aver scoperto che il suo capo aggira segretamente l'AntiTrust e che dietro la società si nasconde un gruppo di persone che ha intessuto una trama subdola.

La storia di Facebook. Dalla sua fondazione nel 2004 fino alla causa da 600 milioni di dollari indetta contro uno dei suoi fondatori, Mark Zuckerberg. Una di quelle storie che vanno conosciute per capire meglio il mondo in cui viviamo, uno di quei film in grado di parlare della nostra epoca con tutte le sue contraddizioni e Mark Zuckerberg è il perfetto simbolo di come si possa essere una superstar di Internet ma avere zero richieste d’amicizia nella vita reale.

WHAT DIGITAL NATIVES WANT FROM THEIR LIBRARY

COSA CERCHI OGGI?

L’IPAD NON È UN QUOTIDIANO

YOU TUBE Se siete genitori di nativi digitali, forse è meglio che vi prepariate a ciò che vi aspetta. http://www.youtube.com/w atch?v=7_zzPBbXjWs

Video promozionale di Google, il motore di ricerca (e non solo) più utilizzato al mondo. Non così lontano dalla realtà. http://www.youtube.com/wat ch?v=noRY0qseO2c

Non appartenente alla generazione dei nativi digitali? E allora attenzione alle vecchie abitudini. http://www.youtube.com/wat ch?v=jeVyOKq-KXU 79


COMUNICAZIONE DI QUALITÀ

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LA POLITICA

È COME BEAUTIFUL O

più difficile raccontare in 6 minuti amori e tradimenti di quasi 6 mila puntate della soap opera Beautiful o gli intrecci della politica italiana, dalla quasi ventennale relazione Fini-Berlusconi all'affollata saga del centro-sinistra? La risposta è che è egualmente facile: basta metterci rigore nella ricerca, brillantezza nella scrittura e un pizzico di follia nella visualizzazione del risultato. Per informazioni chiedere al gruppo di Beautiful Lab, fortunato progetto giornalistico in cui, attraverso esilaranti animazioni video si narrano sul web in pochi minuti storie complesse senza perdere in precisione

ITALIANA? VICEVERSA?

IL SUCCESSO DI BEAUTIFUL LAB, PROGETTO DI INFORMAZIONE ANIMATA REALIZZATO DA SKY E DUE GIOVANI AZIENDE ITALIANE.

È

e guadagnandoci in divertimento. Realizzato da SKY.it, effecinque, agenzia giornalistica specializzata in formati innovativi, e Tiwi, start-up di Reggio Emilia il cui business sono i video animati, Beautiful Lab sta velocemente rivoluzionando in canoni dell’ingessato giornalismo online italiano. Le realizzazioni del progetto - che contano, finora, anche una ricostru-

zione dei derby Milan-Inter e della carriera di Antonio Cassano - hanno registrato numeri da capogiro. “Il primo video, quello sulla telenovela Beautiful, è stato visto 2 milioni di volte su YouTube”, spiega Gabriele De Palma co-fondatore di effecinque. “E anche le altre clip sono state viste da centinaia di migliaia di persone”. Ma qual è il segreto di Beautiful Lab? “La voglia di

andare oltre gli schemi consolidati per raccontare in modo semplice, rigoroso e coinvolgente vicende e problemi complessi: il web lo permette, basta non fermarsi a quello che abbiamo già visto”, aggiunge Federico Riboldazzi di Tiwi (www.tiwi.it). Al resto ci ha pensato lo sguardo lungimirante di SKY che ha deciso di

coinvolgere due giovani realtà imprenditoriali in un progetto che aiuterà il colosso di Ruper Murdoch a posizionare il proprio sito di news come leader nell'innovazione. z

Link:http://tg24.sky.it/tg24/speciali_tg24/beautiful_lab.html

EFFECINQUE, LA SCOMMESSA DELL’INNOVAZIONE Il giornalismo mondiale non si sente tanto bene, quello italiano men che meno. Eppure, a Genova, lontano dai grandi circuiti mediatici, c’è chi è convinto che il futuro sia rosa. Basta scommettere sull’innovazione invece che averne paura. Sono i fondatori di effecinque (www.effecinque.org), giovane cooperativa giornalistica (ha da poco compiuto un anno), che produce servizi giornalistici per testate come il Corriere della Sera, SKY.it, l’Espresso, Il Manifesto. “Realizziamo prodotti tradizionali, come news e interviste – spiega Carola Frediani, una delle socie – ma anche formati innovativi come Beautiful Lab (n.d.r. vedi articolo sopra) che possono essere la chiave per conquistare nuovi lettori al tempo della Rete. Il giornalismo non sta morendo, come dice qualcuno, sta solo cambiando pelle”.

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PANORAMA NEWS

ANIE ECONOMIA DIGITALE: PROMUOVERE L’INTEGRAZIONE DEI MERCATI E QUELLA NORMATIVA Le imprese europee dell’ICT invitano i Leader del G8 a sfruttare appieno il potenziale del mondo digitale, in termini di crescita economica e creazione di nuovi posti di lavoro DIGITALEUROPE, la principale organizzazione europea delle imprese dell’ICT e dell’elettronica di consumo, rappresentata in Italia da ANITEC-ANIE ha indirizzato una Lettera Aperta ai leader del G8 affinché pongano al centro delle priorità dei loro lavori la cosiddetta Economia Digitale, il cui sviluppo potrà fornire un contributo decisivo sia in termini di crescita economica sia di creazione di posti di lavoro a livello mondiale. Per DIGITALEUROPE è di vitale importanza che le istituzioni comprendano come gli investimenti in infrastrutture digitali, l’adozione sempre più diffusa di servizi basati su Internet e, più in generale, una trasformazione in chiave digitale di tutti i settori dell’economia siano diventati i driver più potenti per la crescita e l’innovazione. Numerosi sono gli esempi da citare in quest’ottica. Basti pensare che alcune ricerche condotte sull’Europa a 27 Stati mostrano come, eliminando gli ostacoli all’espansione dell’economia digitale basata sulla libera circolazione delle informazioni e della conoscenza, si potrebbe generare una crescita del PIL del 4% da qui al 2020. Nel 2010, solo in Italia, il contributo dato da Internet alla crescita del PIL è stato di 31,5 miliardi di euro, pari al 2% del prodotto interno lordo complessivo, con prospettive di ulteriore crescita a un tasso annuo del 18%. Per sfruttare appieno il potenziale di sviluppo complessivo dell’Economia Digitale, i Leader politici mondiali dovranno prima di tutto evitare di limitare le comunità, le imprese e i mercati operanti nel mondo digitale con un’ulteriore frammentazione normativa, promuovendo al contrario il più possibile l’integrazione a livello nazionale e mondiale. Per DIGITALEUROPE le priorità della cosiddetta Agenda Digitale possono essere riassunte in 4 punti: Le politiche economiche dovranno trarre vantaggio dalla “rivoluzione digitale” per potenziare la relazione con l’Amministrazione Pubblica di tutti i soggetti, siano essi intesi come individui, come attori economici o come cittadini. La “rivoluzione digitale” è generazionale: il 73% dei cittadini europei di età compresa tra i 16 e i 24 anni sono “nativi digitali”. Essi saranno i principali beneficiari di politiche virtuose volte ad accelerare la trasformazione in chiave digitale delle nostre eco-

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nomie. L’Economia Digitale produce nuovi modelli di business, i quali a loro volta generano nuovi lavori. A fronte di ciò la disoccupazione giovanile è passata a livello mondiale dall’11,9% del 2007 al 13% del 2009. Ciò significa che la leva della creazione di nuovi posti di lavoro insita nella tecnologia digitale sinora è stata sfruttata male. Gli Stati dovranno pertanto supportare maggiormente la rapida diffusione del cosiddetto business web, per quanto dirompente essa possa essere. Ogni area del Mondo dovrà implementare la propria Agenda Digitale coerentemente con le proprie specificità. Tali diversità richiederanno però un impegno comune volto alla costituzione di un substrato normativo il più possibile trasparente, tecnologicamente neutro e compatibile con ogni specificità. Altrimenti il rischio è quello della frammentazione del mercato che ci priverebbe di tutti i benefici generati dalla globalizzazione. “Tutte le imprese operanti in Italia nell’ICT – ha dichiarato Cristiano Radaelli, Presidente di ANITEC-ANIE – “sono e saranno sempre più attivamente impegnate a promuovere politiche che sfruttino le opportunità di crescita insite nell’Economia Digitale e parallelamente a superare gli ostacoli che ne stanno ritardando l’avvento. Nel nostro Paese non possiamo non auspicare che le Istituzioni operino con consapevolezza, stabilendo regole certe e investendo in quelle infrastrutture, prima fra tutte la Banda Ultra Larga, che costituiscono l’asse portante per lo sviluppo economico e sociale”. “L’attuale situazione congiunturale – ha proseguito Radaelli – indebolisce la fiducia delle imprese e rischia di avere conseguenze molto negative sulla capacità di mantenimento in Italia del knowhow esistente nel settore dell’ICT”. “Siamo pronti a collaborare con il Governo – ha concluso Radaelli – affinché si definiscano e si mettano in pratica al più presto interventi efficaci e di ampio respiro per lo sviluppo dell’economia digitale”. Per informazioni: comunicazione@anie.it

ANIE SERVIZI INTEGRATI BANDI DI GARA IN UN CLICK Continua la convenzione ANIE Servizi Integrati e IMQ per la promozione del servizio di segnalazione delle gare d’appalto

Ogni giorno, in un’unica e-mail, la segnalazione di tutte le

gare di appalto pubblicate sugli organi ufficiali nazionali, comunitari e internazionali, per lavori, forniture e servizi. Questo il “servizio di segnalazione gare” di Anie Servizi Integrati, proposto ai clienti IMQ a condizioni agevolate. Grazie ad un’approfondita conoscenza dei settori elettronico e high-tech, il servizio è in grado di fornire un’informazione specifica e soprattutto mirata. Un sistema sofisticato di profilazione dell’utente consente infatti di segnalare i soli bandi di interesse. L’abbonamento comprende, oltre all’invio quotidiano dei bandi, una serie di servizi gratuiti, quali: - Sportello Appalti: risposta via e-mail a quesiti sulla partecipazione alla gara - Newsletter “Appalti Oggi”: bollettino mensile di informazione e aggiornamento - Segnalazione dei vincitori di gara Il 2011 ha visto un potenziamento del Servizio con la segnalazione dei verbali di aggiudicazione pubblicati sulle fonti pubbliche. ANIE Servizi Integrati offre, a chiunque sia interessato, un periodo di prova assolutamente gratuito della durata di un mese, al termine del quale potrà decidere se sottoscrivere l’abbonamento. Per informazioni: gare.commerciale@anie.it

CEI LA TV DEL FUTURO È DIGITALE. ALTA DEFINIZIONE E 3D

Questo è lo scopo della Guida, curata dal CEI attraverso il suo Comitato Tecnico (CT 100) competente in materia di Sistemi e apparecchiature audio, video e multimediali e che, con linguaggio semplice e chiarezza espositiva (nella prima parte), approfondimenti per gli utenti più esperti (nella seconda parte) e numerose appendici e schede pratiche, fornisce tutte le informazioni sulla tecnologia della TV digitale, i servizi, gli apparati e gli schemi di collegamento, nonché le indicazioni e le prescrizioni per una corretta installazione di un nuovo impianto di ricezione o per l’adeguamento di un impianto già esistente. La Guida riporta infine i rimandi alle leggi e alle norme di settore, le domande più frequenti poste dagli utenti e un utile vocabolario dei termini in uso nella tecnologia digitale, per un completo e valido documento di utilità pratica per tutti. Paolo Romani, Ministro dello Sviluppo Economico, afferma nella prefazione che la Guida CEI “si inserisce in modo organico nella strategia di questa Amministrazione volta a traghettare i cittadini ed il Sistema Italia nell’era Digitale valorizzandone tutte le opportunità di crescita e di sviluppo economico e culturale”. Luigi Rocchi, Presidente del CEI/CT 100 sottolinea che “l’obiettivo di questa Guida divulgativa è di accompagnare l’utente televisivo attraverso un percorso che lo conduca a godere a pieno della nuova esperienza della “TV digitale”. La Guida è stata pubblicata in collaborazione con CNA, Confartigianato Imprese, CNA–Associazione Provinciale di Torino, RAI-Strategie Tecnologiche, e Sisvel Technology. La guida divulgativa, comprensiva di occhialini 3D, è disponibile presso tutti i punti vendita CEI e CEI WebStore Per informazioni: vendite@ceiweb.it

Nuova Guida divulgativa CEI per utenti italiani.

La televisione digitale rappresenta l’ultimo passo dell’evoluzione della tecnologia televisiva. Con il passaggio del sistema televisivo italiano al Digitale, sta avvenendo una vera e propria rivoluzione che renderà il nostro Paese più moderno e consentirà ai cittadini di fruire di una più ampia offerta di programmi e di servizi. Rispetto alla televisione analogica, infatti, la piattaforma digitale non solo permette la fruizione nel salotto domestico di contenuti in alta Definizione e in 3D, ma è in grado di veicolare applicazioni innovative nell’area dei servizi alle imprese e dell’interazione tra cittadini e Amministrazioni Pubbliche. Occorre quindi aiutare gli utenti, sia i cittadini sia le imprese, a cogliere a pieno le opportunità offerte da questi nuovi media.

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BREVI IMQ

IMQ QUANTIFICA I RISPARMI ENERGETICI PER UNIEURO

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pire con facilità il risparmio effettivo (in kWh e in €) facendo riferimento a una vita media dei prodotti di 7 anni.

FOTOVOLTAICO: I VANTAGGI DELLE VISITE ISPETTIVE IMQ ORGANISMO DI ISPEZIONE DI TIPO A, RICONOSCIUTO DA ACCREDIA SECONDO LA NORMA UNI CEI EN ISO/IEC 17020:2005

Ci ha pensato IMQ a quantificare i risparmi energetici ottenibili sostituendo vecchi elettrodomestici con i nuovi prodotti promossi da Unieuro nella prima edizione dell’“Operazione Energy Back”. Per offrire ai propri clienti garanzie sui benefici energetici degli apparecchi messi in vendita nei propri punti vendita, dal 26 maggio al 23 giugno, Unieuro ha promosso i grandi elettrodomestici ad elevata efficienza. E per farlo si è voluta affidare alla competenza e al rigore di IMQ nella quantificazione dei consumi e dei risparmi energetici. La promozione Energy Back, studiata insieme all’agenzia di comunicazione Greensense, si è basata su un’importante partnership con Enel Energia che, a fronte del nuovo acquisto in classe superiore, ha riservato al cliente la possibilità di godere di uno sconto in bolletta fino a 160 euro, corrispondente a numerosi mesi di energia del nuovo elettrodomestico acquistato. I volantini di presentazione dei prodotti, rigorosamente stampati su carta certificata FSC Riciclato, sono stati corredati anche di tabelle relative ai consumi in kWh per classe energetica e sezioni “didattiche” che consentano al cliente di ca-

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Avere la certezza che i propri installatori operino nel pieno rispetto delle specifiche tecniche concordate e che gli impianti fotovoltaici realizzati corrispondano ai livelli di performance attesi. Sono questi in concreto i principali obiettivi dell’attività di ispezione su impianti fotovoltaici offerta da IMQ. Riconosciuto da Accredia quale Organismo di Ispezione su impianti fotovoltaici, con questo servizio IMQ offre agli operatori del settore la possibilità di usufruire di un ulteriore strumento di controllo qualità e di verifica di terza parte dei propri dealers.

www.imqeco.it Per saperne di più sui servizi offerti da IMQ in ambito di energie e ambiente, è ora possibile linkarsi al sito www.imqeco.it

IMQ GREEN BRAND

C’è anche IMQ tra i Green Brand 2011. La pubblicazione, alla sua quarta edizione, raccoglie le case history e le buone prassi di brand che operano sul mercato italiano e che hanno influito su prodotti, servizi, innovazione e stili di vita, affrontando la questione “green” nel modo opportuno. In particolare, l’edizione 2011 racconta come nascano i green brand. Accanto a IMQ, le altre Green Brand 2011 sono state: Aran Cucine, Barilla, Ben & Jerry's, Bmw, Coca-Cola Hbc, Costa Crociere, Sanypet Forza10, Gruppo Polo Le Ville Plus, Sanpellegrino, Philips, Simply Sma, Telecom Italia. Green Brand è stato distribuito anche in allegato al settimanale Panorama Economy.

NUOVA CAMPAGNA STAMPA IMQ Sta uscendo sulle finestrelle di prima pagina de Il Sole 24 Ore, la nuova campagna stampa IMQ che, nell’anno, verrà poi declinata in diversi soggetti per promuovere i principali servizi offerti da IMQ. L'ambientazione suggerisce un commissariato di polizia; sotto interrogazione si trovano i prodotti, i sistemi, gli impianti... "Giuri di dire la verità tutta la verità nient’altro che la verità". Gli unici imputati a non tremare sotto il fascio di luce indagatore, saranno quelli certificati. Perché la qualità certificata non mente. I primi soggetti pubblicati sono visibili anche a questo link: http://www.imq.it/it/news_media/pu bblicita.html

La qualità, tutta la qualità, nient’altro che la qualità.

La qualità certificata non mente. www.imq.it

Giuri di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità?

IMQ certifica la qualità e la sicurezza dei materiali elettrici.

La qualità certificata non mente. www.imq.it

Giuri di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità?

SOCIAL IMQ IMQ non poteva non essere presente su quelli che sono considerati i nuovi strumenti di comunicazione: i social network. Qui ci trovate su facebook (cerca: IMQualitAction) e su Linkedin (cerca: imqimq).

IMQ quantifica le emissioni e le riduzioni di CO2.

La qualità certificata non mente. www.imq.it

Giuri di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità?

IMQ certifica le prestazioni e la sicurezza degli apparecchi per l’illuminazione pubblica.

La qualità certificata non mente. www.imq.it

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BREVI IMQ

CAPITAN SOSTENIBILE CERCA AIUTANTI Proseguendo nella sua attività di sensibilizzazioni sulle tematiche legate alla sicurezza, alla qualità e all’ambiente, IMQ ha realizzato SOS Pianeta Verde: Capitan Sostenibile e gli ecoconsigli per salvare l’ambiente, un minibook rivolto ai ragazzi dai 7 ai 14 anni. Attraverso le avventure dei due protagonisti, il severo studioso Professor Green e il supereroe pasticcione Capitan Sostenibile, ai ragazzi vengono spiegate le cause che hanno portato all’inquinamento delle nostre città, all’abuso delle risorse idriche e dell’elettricità, agli sprechi alimentari, al consumismo e alla raccolta dei rifiuti. Accanto a queste sono poi illustrati i rimedi possibili, nonché i risultati concreti che si otterrebbero anche con le nostre semplici azioni quotidiane. Il libretto è disponibile gratuitamente a chiunque ne faccia richiesta all’indirizzo sos.pianetaverde@imq.it o al tel 025073281.

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I VINCITORI DEL CONCORSO SOS PIANETA VERDE Hanno partecipato in tanti, e con molto entusiasmo. Ed è stato molto difficile per la Giuria individuare i vincitori, data l’alta qualità dei lavori ricevuti. Di ognuno sono state apprezzate le peculiarità distintive: originalità, creatività, bontà dell’esecuzione, metodologia di lavoro, approfondimenti e analisi, innovazione. Ma alla fine una decisione hanno dovuto prenderla e così, basandosi sulla qualità delle riflessioni svolte e il modo di rappresentarle, anche i vincitori sono stati scelti: • Primo classificato: Classe I°A - Scuola Media Statale Galilei-Morante - Garbagnate Milanese - Prof.ssa Olympia Franco Sessione "Se io fossi il sindaco"

LA CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO PREMIA IMQ A IMQ il premio “Milano Produttiva” edizione 2011 per la sezione “miglior video aziendale”. Si chiama Premio Youimpresa e, per il secondo anno, è stato assegnato nell’ambito del Premio Milano Produttiva, prestigioso riconoscimento dell’Istituzione a lavoratori e imprese, distintisi per l’impegno personale e la dedizione professionale, la continuità e la capacità di intraprendere, la correttezza imprenditoriale e il rispetto delle regole del mercato.

La manifestazione, giunta quest’anno alla sua 22° edizione, testimonia l’attenzione dell’Istituzione camerale per le imprese milanesi propulsatrici di un’area dalla forte vocazione internazionale, dinamica e innovativa. Da otti anni la Camera di Commercio milanese ha affiancato, al tradizionale Premio, anche il Premio Piazza Mercanti, destinato agli imprenditori di cui l’Istituzione camerale intende riconoscere il contributo di idee all’affermazione di valori imprenditoriali. Infine, per il secondo anno, è stato poi confermato il Premio Youimpresa, riconoscimento assegnato nell’edizione 2011 a IMQ, con l’obiettivo di valorizzare il video come nuovo elemento di comunicazione aziendale, leva strategica per affrontare i mercati in un mondo in rapida evoluzione. Guarda il video: http://www.youimpresa.it/community/te cnologia/imq-il-piu-importante-ente-dicertificazione-italiano o sul sito IMQ: http://www.imq.it/it/chi_siamo/video_IM Q.html

• Secondo classificato: Classe II° - Scuola Fratelli Maristi - Cesano Maderno - Prof.ssa Sara Muraro e Teresa Carnielli - Sessione "Archimede Jr" • Terzo classificato: Scuola Primaria Giovanni Agnelli Riolo - Lodi - Prof.ssa Patrizia Molinari - Sessione "Se io fossi il sindaco" • Menzione speciale per l’ideazione e la realizzazione del FORNO SOLARE alla Classe III°A - IC Pirandello - Mombaroccio (PU) - Prof.ssa Silvia Guerra - Sessione "Archimede Jr" • Menzione speciale per la qualità esecutiva dello SPOT “IL FANTASMA DEL CARTELLO” di sensibilizzazione ai temi ambientali alla classe II°E - Scuola Carducci Correnti - Abbiategrasso - Prof.ssa Marzia Bregoli - Sessione "Questo l'ho fatto io" Le motivazioni e la documentazione sui progetti ricevuti, sono pubblicati all’indirizzo: http://www.imq.it/sos_pianetaverde/pro getti_vincitoridex.html

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CURIOSITÀ

CURIOSITÀ

IL LUOGO DELLE

INVENZIONI (e pensare che noi lo usiamo come ripostiglio o solo per parcheggiare l’auto)

più famosi sono sicuramente Steve Wozniak e Steve Jobs che negli anni ’70 inventarono il primo personal computer nel garage di casa. In soli sei mesi idearono e realizzarono il primo prototipo di quello che sarebbe diventato un elemento indispensabile della nostra vita. Ma se ai due inventori va riconosciuto il merito di aver portato un computer in ogni abitazione, aforisma poi utilizzato da Bill Gates per promuovere il suo software, non possono invece essere considerati pionieri del “Garage Invention”. Era infatti il 1939 quando, in un garage di Valle Santa Clara, ora meglio conosciuta, guarda caso, come Silicon Valley, Bill Hewlett e David Packard fondarono quella che negli anni sarebbe diventato un colosso dell’informatica la Hewlett-Packard, o HP. In tempi più recenti, Larry Page e Sergey Brin, nomi ai più sconosciuti se non associati alla loro creatura, Google, hanno addirittura acquistato il garage dove, negli anni ’90, svilupparono l’idea da cui è nato il più potente motore di ricerca su Internet. Per gli americani il garage è infatti un luogo sacro, che diventa, a seconda delle esigenze, un deposito, una camera aggiuntiva, un pub dove bere birra con gli amici o un laboratorio dove far nascere l’invenzione del secolo. L’America è anche questo, il sogno della scoperta che rivoluzionerà il mondo e farà diventare ricco e famoso il suo creatore, il paese delle mille opportunità dove tutto può succedere. Non a caso ogni anno vengono de-

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positati in USA quasi 500.000 brevetti e il US Patent Office pubblica costantemente statistiche e classifiche degli inventori più prolifici, con Kia Silverbrook, anonimo signore australiano, che guida la classifica con oltre 11.200 brevetti depositati negli Stati Uniti. Occorre però scendere alla terza posizione per trovare un nome famoso, Thomas Edison, inventore, tra l'altro, del fonografo, della macchina da presa e della lampadina. Ma torniamo ai garage, e ai giorni nostri, per scoprire che il termine “Inventori da Garage” viene ormai comunemente utilizzato per descrivere inventori indipendenti che, nel tempo libero, con mezzi propri e solitamente nel garage di casa, si sbizzarriscono in invenzioni di tutti i tipi. Popular Science, autorevole rivista americana, ogni anno premia le migliori all’interno del suo “Garage Invention Award”. Si va dai dispositivi medici a basso costo ad amplificatori di vibrazioni per videogiochi, fino a un’incubatrice per piante in grado di raccogliere l’acqua di condensa anche in zone torride e facilitare così la crescita delle piante. Insomma, senza saperlo, molte delle cose che utilizziamo ogni giorno potrebbero essere nate in un garage, dalla fervida mente di un inventore pazzo, o dal genio di un ricercatore che spende il tempo libero alla ricerca del successo o, molto più semplicemente, di qualcosa utile per aiutare il prossimo... E noi che il garage lo usiamo solo per l’automobile! z


Anno XXIX Numero 94 Settembre 2011 IMQ, via Quintiliano 43 - MI

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ZIE NOTI

GENERAZIONE DIGITALE

CONNESSI CON IL MONDO PRIMO PIANO: • Rivoluzione social network • Internet e pubblicità • Proprietà intellettuale online • Social network e crisis management • Il futuro del sito web I L

M A G A Z I N E

STORIE DI QUALITÀ • Il bello dei motori di ricerca • Il punto sull’e-commerce • Internet e religione • La faccia triste della Rete • Il viaggio inizia dal web P E R

U N A

QUALITÀ DELLA VITA

• Fare del bene, ancora meglio. Come Internet può contribuire alla solidarietà

• Insolita Londra • Investigatori per un week end • Sei allergico? • Sport: dalle scale al bouldering COMUNICAZIONE • Beautiful Lab: informazione animata • I baratti consapevoli

V I T A

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Q U A L I T À

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S I C U R E Z Z A


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