Il reporter-Rignano-Marzo 2012

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FIGLINE • INCISA • REGGELLO • RIGNANO

Reggello. È quanto serve per poter assicurare il livello attuale di servizi agli utenti

Tpl, dal Comune 23mila euro al mese Tagli dappertutto e cinghie

Andrea Tani

tirate: fino a settembre

P

di quest’anno sarà l’amministrazione a elargire contributi per garantire il trasporto pubblico ai tanti pendolari. Dall’autunno in poi si apriranno nuovi (e ancora poco chiari) scenari

iù di 23mila euro (pubblici) al mese per garantire il trasporto pubblico su gomma: è quanto il Comune di Reggello dovrà continuare a versare nelle casse della Provincia di Firenze fino al prossimo settembre per mantenere il livello attuale del servizio di autotrasporti. Il contratto tra Provincia e Autolinee Chianti-Valdarno, la società consortile che dal 1 aprile 2005 si occupa del trasporto pubblico locale nel territorio (ne fanno parte la fiorentina Sita, la reggellese Fratelli Alterini, la Cap di Prato, l’Ala di Pian di Scò e la Autolinee Toscane di Borgo San Lorenzo), è scaduto il 31 marzo 2010, quasi due anni fa. L’accordo venne poi prolungato fino al 30 settembre successivo, mentre si procedeva alla formulazione della nuova gara d’affidamento. I forti tagli ai trasferimenti Stato-Regioni contenuti nella manovra finanziaria del luglio 2010 aprirono però una fase di incertezza assoluta a livello regionale e provinciale che portò alla revoca della procedura di gara. Con una serie di provvedimenti d’emergenza, la Provincia impose ai consorzi di continuare a garantire il servizio di trasporto pubblico fino alla fine dell’anno, fintanto che bastavano i fondi regionali. Poi toccò chiedere aiuto ai Comuni. Già nel 2011 quello di Reggello aveva speso 272mila euro come previsto dal protocollo d’intesa che disponeva l’obbligo del servizio, tuttora valido e destinato a rimanerlo fino alla fine dell’anno. L’obbligo però non può protrarsi oltre i due anni dalla prima imposizione, vale a dire fino al prossimo 30 settembre. Per i primi nove mesi del 2012 il Comune spenderà 207.113 euro, un euro e mezzo a cittadino, contribuente o meno. Somma già approvata da una delibera di Giunta dello scorso gennaio. Intanto la Provincia dovrà procedere con la nuova gara di affidamento. La sensazione però è che si proceda a tentoni, e l’unica soluzione trovata finora è quella di far tappare alle amministrazioni locali i buchi lasciati dai tagli governativi. A rimetterci insomma sembrano essere di nuovo i cittadini. Tempi duri per tutti, ancor più per i pendolari.

Ambulanti sul piede di guerra

Se il mercato (non) trasloca

C

he il futuro del mercato settimanale sia quello di tornare nelle piazze e lungo le vie del centro storico è cosa certa. O quasi. Già, perché se da pochissimi giorni è stato completato il lungo (e lento) iter burocratico necessario per il trasloco, resta da superare un ultimo ostacolo non da poco: la resistenza degli ambulanti, pronti a dare battaglia per mantenere l’attuale collocazione nella pur vicina piazza Aldo Moro. La questione si riproponeva di tanto in tanto dal 1993, anno in cui il mercato del sabato venne spostato – allora si disse “temporaneamente” – dalla centrale piazza Potente, occupata dai lavori di pavimentazione. Nel luglio 2007 l’opposizione chiede in consiglio comunale di procedere in fretta con l’acquisizione di pareri tecnici. Lo studio viene commissionato alla ‘Servizi & promozioni srl’ di Scandicci che decreta la piena fattibilità dell’operazione. Non se ne riparla però fino al luglio 2009, quando l’amministrazione si impegna a risolvere la questione entro l’anno. Ne passano invece altri due, poi, il 18 novembre scorso, al termine di un consiglio piuttosto animato, si dà mandato alla commissione permanente delle Attività produttive di coordinare il trasferimento. Commissione che si è riunita il 28 febbraio.

Traguardo raggiunto? Sì e no. Il piano propedeutico c’è ed è condiviso, c’è il progetto per l’abbattimento delle barriere architettoniche e la sistemazione della segnaletica, sono arrivati i via libera di Asl e vigili del fuoco. A opporsi sono però gli ambulanti, proprietari della trentina di banchi del mercato reggellese. Il motivo si intuisce: evitare la concorrenza del commercio “fisso”. La legge regionale concede loro di chiedere una moratoria di un anno. Lo faranno, e già annunciano battaglia. Le carte sono in regola, insomma, ma il confronto sarà serratissimo. Per ora il /A.T. mercato resta dov’è.

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sulle sorti di chi viaggia

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