Il Periodico News - AGOSTO 2016

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Pizzale - La Minoranza: "Il Sindaco non sa nulla di amministrazione"

Anno 10 - N° 108 Agosto 2016

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"A Pizzale? Vincono improvvisazione e incompetenza" - non usa mezzi termini il capogruppo di minoranza Vincenzo Faiello ... Servizio a pag. 19

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VOGHERA - BOTTAZZI: "Non ho appoggiato alcun candidato alle ultime elezioni"

Servizio a pag. 6

Varzi - Alberti: "Il sottoscritto non potrà più ricandidarsi"

Godiasco Salice Terme: E se fossero ancora Berogno e Somensini i candidati più adeguati?

"Secondo la normativa il sottoscritto non potrà più ricandidarsi. Penso sia prematuro oggi parlare di nomi... Servizio a pagina 32

Voghera - Marfi: "Credo sia da migliorare la relazione tra amministrazioni 5 stelle e Servizio a pag. 10 direttorio"

Casteggio - Comitato Valle Coppa: "Purtroppo finisce sempre tutto in niente"

Servizio a pagina 37

Agosto dovrebbe essere un mese di vacanza e relax, la calura estiva consiglia di non agitarsi per non sudare, ma a Godiasco - Salice Terme il fermento politico bagna diverse camicie e non solo le camice... di diverse persone. La caduta della giunta Barbieri e l’arrivo del commissario ha scatenato l’appetito e la voglia politica di molti. In un paese di circa tre mila persone, si vocifera che le liste potrebbero essere addirittura quattro o cinque, per tanto i candidati sindaci in pectore potrebbero essere cinque. Pensiamo che tutti si presentino, più o meno, come portatori di novità e che tutti, più o meno, diranno che lo stanno facendo per il loro paese ... Servizio a pagina 32

Rivanazzano Terme: Per gioco, per sport e per passione... I Carrettini!

"Rivanazzano storicamente ha sempre fatto da capofila, organizzando gare a San Francesco, Nazzano e Buscofà fino ai primi anni ’80... Servizio a pagina 26 e 27


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Commento di Antonio La Trippa La situazione delle Terme di Salice è sempre più disperata: stipendi che non arrivano alcuni dipendenti se ne vanno altri che forse senza alternativa restano, lampadari che cadono rischiano di ferire gravemente le persone, fatture da pagare, contratti con i fornitori di energia elettrica e con i fornitori del gas che sembrano impagati, annunci di chiusura per un giorno o due per ristrutturazioni dovute a cause tecniche… La situazione delle Terme di Salice mi ricorda la situazione del Pavia Calcio che dopo l’uscita dalla società della famiglia Calisti è stato venduto prima a una società milanese e poi ai cinesi, i quali hanno promesso mari e monti per poi accorgersi che vincere i campionati non è facile. Scoperta l’acqua calda hanno venduto la società ad un imprenditore romano il quale ha portato il Pavia al fallimento. Per le Terme di Salice mi sembra che la situazione negli anni abbia avuto lo stesso sviluppo, ma se Pavia può fare a meno di una squadra che competa a livello professionistico, Salice Terme, la Valle Staffora e tutto l’Oltrepo più difficilmente può fare a meno di quella che è stata per anni il suo principale motore turistico. Perché la storia del Pavia Calcio è simile a quella delle Terme di Salice? Molto semplicemente: così come il Pavia Calcio con l’uscita dalla società della famiglia Calisti ha iniziato il suo declino, allo stesso modo, anche le Terme di Salice nel 2004 hanno visto l’estromissione per motivi di "bottega", di Somensini e di una parte del management di allora, anche per le Terme di Salice è iniziato il declino. Le Terme vennero vendute o svendute ad nuova proprietà con capofila il Gruppo Garilli fallito pochi anni dopo aver acquisito le Terme e successivamente furono rilevate della famiglia Fabiani, che dopo alcuni anni di bilanci in rovinosa perdita ha tentato di cedere le Terme, tentato perché non è mai stato pagato il pattuito, ad un imprenditore vogherese di nome Elio Rosada, il qual dopo un anno e mezzo di gestione delle Terme, anche lui, ha dovuto ritornare la società ai Fabiani anche perché, alcune sue aziende erano inquisite e/o in stato fallimentare. I Fabiani evidentemente stanchi di rimetterci hanno ceduto le Terme di Salice a un gruppo romano che dopo aver nominato un dirigente, il quale ha preferito dimettersi proprio perché su questo giornale sono emerse notizie sul suo passato, ha ipotizzato la cessione delle attività delle Terme a due separate società: una si dovrebbe occupare dell’attività termale vera e propria, la seconda società si dovrebbe occupare delle altre attività delle Terme, principalmente del parco e riscuotere gli affitti dei vari locali: la Piscina Lido, La Buca, il Club House, Il Boccio, il Minigollf...etc etc Questa seconda società dovrebbe anche e forse gestire il Caffe Bagni e fare qualcosa, sembra una casa di riposo al Nuovo Hotel Terme. La strategia anche se non ancora del tutto chiara è abbastanza delineata e sarebbe trasformare l’attuale società proprietaria delle Terme in una "bad company", in sostanza in questa società rimarrebbe tutta la spazzatura, debiti e contenziosi con lo Stato, con Equitalia, con i dipendenti e con fornitori vari, mentre le due nuove società prenderebbero in gestione i

due rami d’attività e ripartirebbero da zero senza debiti. Strategia non nuova e già sperimentata in molti casi, ad esempio Alitalia, ma questa strategia ha due problemi di base: il primo è che nella vecchia società termale rimarrebbero molti debiti e si dovrebbe concordare con i vari creditori, tra i quali anche lo stato ed in questo caso la cosa più difficile, una transazione, in buona sostanza, si va dai vari fornitori e si dice: "Ho mille euro di debito con te, se falliamo non prendi più una lira, se te ne do trecento accetti la transazione?". Se tutti e ripeto tutti accettano, si fa un concordato preventivo e la società non fallisce. Chiaro che se si fa un concordato preventivo, nella quale si promette di pagare il 30% o il 40% o quello che sarà, poi l’importo concordato va pagato. Si parla comunque di qualche milione di euro da pagare, altrimenti si torna punto a capo e risulta al momento non facilmente capibile come i nuovi proprietari possono saldare questo importante importo, alla luce del fatto che ad oggi hanno difficoltà nel pagare poche migliaia di euro di stipendi ai dipendenti... Però tutto è possibile! Il secondo problema inerente alle nuove società che ripartirebbero da zero è che la nuova società che dovrebbe occuparsi delle Terme avrebbe come ricavi gli incassi derivanti dalle terapie e dai trattamenti termali ma per fare questo ci vogliono i clienti. Mentre nel 2004 si contavano oltre 24 mila clienti termali oggi invece sono circa 6/7 mila. È molto dura con questi numeri far sopravvivere la struttura termale ed è molto più dura riuscire ad incrementare i clienti, ma non si sa mai, i miracoli ogni tanto avvengono! L’altra nuova società dovrebbe, pensiamo, occuparsi del parco, di rimettere in funzione o come casa di riposo o altro il Nuovo Hotel, di gestire il Caffè Bagni e riscuotere gli affitti di tutti i locali di proprietà all’interno del parco. Qui c’è un piccolo problema… Perché una parte degli affitti è appannaggio del Comune di Godiasco-Salice Terme e deve essere versata al comune, in base all’accordo stipulato quando l’amministrazione comunale ha ceduto l’ultima parte delle Terme di Salice, con il rimanente degli affitti e con la gestione del Caffe Bagni e magari in futuro dell’ex Nuovo Hotel, dovrebbe mantenere il parco delle Terme in uno stato decoroso e come tutte le società anche guadagnarci. Impresa non facile, perché per mantenere in uno stato decoroso il parco sono necessari dai 100 ai 200 mila euro all’anno, dipende come lo si vuol mantenere… Insomma anche in questo caso diciamo che tutto può essere, i miracoli… Ogni tanto avvengono. La realtà però forse è un’altra: le Terme di Salice, così come si presentano oggi, si possono dividere in due, tre o addirittura in venticinque società, ma dopo aver perso quasi tutti i clienti ed essere state gestite negli ultimi 10-12 anni in un modo indegno, alla luce dei fatti, ora si trova nel baratro.Per uscirne ci vorrebbe quello che nell’ambito finanziario si chiama il "cavaliere bianco", cioè uno che arriva e dice: "Pago tutto io!". Debiti pregressi, si intende, ed immetta nella società soldi per fare un piano industriale e commerciale serio per recuperare nuova clientela. Ad occhio e croce ci vogliono 10 milioni di euro. Secondo voi c’è qualcuno, pur essendo i

TERZA PAGINA

TERME DI SALICE: MOLTI PARLANO SENZA SAPERE QUELLO CHE DICONO

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manicomi ormai chiusi, che viene a Salice e mette dieci milioni di euro "dentro" le Terme? Secondo me no! I vari politici locali passati, presenti e anche quelli che sperano di diventarlo in futuro cercano di dire la loro sulla situazione attuale delle Terme, molti di questi sono anche i responsabili della situazione attuale delle Terme, ed ad oggi non ho sentito neanche un politico o pseudo tale e neanche un imprenditore oltrepadano che parlando delle Terme abbia dato la ricetta per uscire da questa situazione, anzi a dire il vero qualcosa ho sentito: sciocchezze! La più grossa detta da alcuni politici che hanno governato o che governano a Godiasco e a Rivanazzano, val la pena ricordare che Salice Terme è divisa in due, pertanto questi politici dovrebbero sapere di che cosa si sta parlando, ecco secondo questi "fenomeni da paese" le Terme sono andate in crisi da quando lo Stato non paga più le terapie termali ai cittadini che ne fanno richiesta, da quando non c'è più la "mutua".... . Questa è una grandissima "castroneria" ed è cosa assolutamente non vera, perché questi nostri dirigenti, politici locali, molti del piffero, non sanno cosa dicono e confondono le terapie a carico del SSN, che anche attualmente vengono erogate, con i mutuati dell’INPS. Peccato che la convenzione dell'INPS sia stata cancellata dallo stato italiano nel 1993 e quella dell’INAIL sia stata drasticamente ridotta nel 1992, infatti allora le Terme subirono un'importante ridimensionamento avendo perso una buona fetta della loro clientela, tant'è che in quegli anni le Terme misero del personale in cassa integrazione, senza mai però rischiare di fallire come oggi... Dal 1996 impiegando una diversa strategia commerciale fino ad arrivare al 2004 le Terme hanno raggiunto il loro record di clienti, oltre ventiquattro mila, un numero ben superiore anche rispetto agli anni dell'INPS e dell'INAIL, ebbene di questi 24mila clienti la stragrande maggioranza erano con cure a carico del Servizio Sanitario Nazionale, e solo una piccolissima parte, poche centinaia era con cure a carico di INPS e INAIL, e dal 2004 ad oggi non è cambiato pressochè nulla a livello di rapporti con il Servizio Sanitario Nazionale, i clienti possono sempre effettuare le terapie a carico della cosiddetta "mutua", ma ancora oggi qualche mal informato, afferma che la crisi delle Terme è dovuta al fatto che lo stato non paga più le cure, quando lo stato paga tranquillamente ancora oggi le cure ed il record di clienti è stato ottenuto nel 2004 con una situazione sostanzialmente uguale a quella odierna. Queste affermazioni senza senso la dice lunga sul grado di preparazione relativo alle Terme di Salice da parte di alcuni, non tutti, politici e imprenditori locali. Sarebbe anche opportuno che quei politici che hanno dal 2004 ad oggi portato a questo sconquasso le Terme, lascino perdere la politica e almeno per vergogna alla luce del fatto che di dignità ne vedo poca, non si candidino alle prossime elezioni salicesi e godiaschesi. Per vergogna non per dignità che molti non hanno. Salice Terme e Godiasco hanno già dato a questi POLITICOTTI... Fin troppo!


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PRIMO PIANO

"iL mILLELUCI... 13 lunghi, bellissimi anni"

"Pensavo di smettere di vivere di notte..."

Di Lele Baiardi

Serafino Fracchioni

Continuiamo il nostro viaggio alla conoscenza di importanti, indimenticabili, storiche figure imprenditoriali del mondo della notte oltrepadana. Incontriamo un personaggio davvero unico: Serafino Fracchioni. Classe 1957, Serafino da 4 anni si divide tra la sua Zavattarello e la splendida Dubai, dove vive almeno 6 mesi l'anno, lavorando da lì, come base, nel resto del mondo come trader/consulente di aziende del settore petrolifero. Serafino vorrei con lei ripercorrere i tratti più salienti della sua attività imprenditoriale nel mondo della notte. Cominciamo? "Allora... Partiamo proprio dal principio. Nasco a Borgonovo Val Tidone, studio e mi diplomo a Milano. Nel 1981 comincio subito con il primo locale, il meraviglioso Mille Luci della mia stupenda Zavattarello. I miei amici e soci Peppino e Mauro Comaschi mi danno fiducia, apprezzano le mie idee ed iniziamo una collaborazione fortunatissima, che porterà il Mille Luci, rifatto una sola volta nel 1984, ad un'attività senza sosta, estate ed inverno, 12 mesi l'anno, per 13 lunghi, bellissimi anni". Ricordo che in zona era diventato famosissimo con il successo del Mille Luci... "Si, davvero strabiliante, inaspettato. Nel 1986, con Peppino e Mauro, avvertiamo la necessità, come dire, di espansione, proprio di più spazio. Individuo un bellissimo vecchio mulino nel piacentino, ma dopo alcune trattative a singhiozzo niente da fare, non riesco a metterci le mani sopra. Non mi ero sbagliato, comunque: a breve, altri imprenditori creeranno in quella struttura l'Avila, altro locale che ha fatto la storia. Individuo comunque, sempre nel piacentino, per l'esattezza a Pecorara, un'altra splendida location da riattare: si chiamava 'La Mesa Verde', ed io la trasformai in Carisma. La sera dell'Inaugurazione, i 12 km che separano Pianello da Pecorara erano pattugliati dai carabinieri!!! La coda di clienti era infinita!!! E non ci hanno mai abbandonato, aprivamo, costantemente sold out, mercoledì, venerdì, sabato e domenica". Ricordo anche ospiti importantissimi... "Al Carisma abbiamo fatto esibire Jovanotti, un giovane esordiente Luciano Ligabue, e poi ancora gli Africa Bambata, Beppe Grillo...Pensi che Beppe, dopo la serata, non ha fatto ritorno a casa, ma ha soggiornato a casa di un mio conoscente per un paio di giorni, attratto dalla cordialità dimostratagli. Se non ricordo male, era la sera del suo compleanno". Andiamo avanti a ruota libera... "Purtroppo, nel 1993 scompare Peppino Comaschi e con lui, profondamente in me stesso, sento affievolirsi un po' la passione per questa professione, che volente o nolente ti assicuro è difficile, stressante a livello mentale e fisico... responsabilità, attese infinite, orari

selvaggi... Decido infatti allora di abbandonare tutto ciò che insieme avevamo costruito. Dopo qualche mese di pausa, riflessione e riposizionamento personale, mi viene offerto un locale all'apparenza, come posso dire, non quel granché, senza presunzione: il Cecil in Stradella. Si discostava di parecchio dal mio standard lavorativo, diciamo che non era così glamour e modaiolo... Però decido di impegnarmi li, anche un po' per mettere il primo mattone di una nuova condizione di lavoro, senza Peppino... Cambio il nome, lo chiamo La Cave, anzi, mi invento due nomi: La Cave per il venerdì sera e Oliver per il sabato sera. Due serate completamente opposte per target di clientela, scelta musicale, scelta di gestione, ospiti, addirittura il personale era completamente cambiato nelle due serate". Però anche qui l'idea paga... "Sì, devo proprio dire sì. Sei inverni di successo e soddisfazioni, divertimento, coinvolgimento di una clientela fantastica. La Cave/Oliver era solo invernale, però, ed io, dopo quei primi 6 anni, comincio ad avere voglia di gestire un estivo". E s'inventa... "No, o meglio, non creo un locale nuovo, ma coinvolgo amici ed operatori di altri locali in gestioni di serate all'interno di programmazioni di altri locali. Meno responsabilità, meno impegnativo dal punto di vista burocratico/amministrativo, insomma, una situazione più leggera, spensierata... Anche perchè poi d'inverno avevo sempre il mio locale". E dove si colloca con questo esperimento estivo? "A memoria, anche perchè queste iniziative le ho perpetrate anche nel decennio successivo... Club House di Salice Terme, La Foresta di Pozzol Groppo, il Sonnambula a Rivergaro... E poi il Fontanile a Redavalle, e nel 2008 il Golf in Salice Terme con la serata Caramelle... Ma qui era già un altro periodo della mia vita e professione". Perchè cosa succede agli inizi dei 2000? "Nel 2001, per l'esattezza, un caro amico di Milano, e prestigioso Avvocato, Niccolò Schemberg, suggerisce, a mia insaputa, il mio nome a Gianmario Longoni, erede della famiglia proprietaria di storici teatri milanesi tra i quali il Teatro Smeraldo, dove ora sorge Eataly in Piazza XXV Aprile, e la discoteca al piano inferiore del teatro, il mitico Shocking". Un'occasione pazzesca! Immagino non abbia esitato... "In verità, i primi incontri sono stati un po' inficiati dalla proposta di assunzione da parte di Gianmario, ma io dipendente non lo sono mai stato, e la mia controproposta di partecipazione agli utili e gestione totale dell'attività. Grazie ai vari interventi amicali e professionali dell'Avv. Schemberg, alla fine riesco ad ottenere il desiderato. Ed a quel punto... panico puro ! I miei concorrenti, alcuni nell'arco di mezzo chilometro quadrato, erano Hollywood, Casablanca, che ora non esiste più, Tocqueville, e, più lontani come distanza chilometrica ma colossi come fama, l'Old Fashion, Rolling Stone, il Plastic... Insomma, da quel momento realizzo che sono in gara, ma stavolta nel centro storico di Milano, una delle capitali europee del divertimento". Panico e poi adrenalina? "Bravo, le devo dire che la fortuna, oltre alle scelte fatte sul campo, mi ha dato una bella mano. Ad esempio, il mio compianto amico e fantastico gestore Poldo, insieme all'allora compagno di Ambra Orfei, aveva lanciato il martedì sera Fidelio presso il Rol-

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ling Stone, serata di enorme richiamo e successo; dopo pochi mesi che stavo operando alla gestione dello Shocking, mi arriva, una domenica pomeriggio, una chiamata del caro Poldo che mi chiede cosa organizzavo il martedì sera... Sorpreso, risposi 'Nulla al momento', che era la pura verità... Mi chiese se mi faceva piacere avere la serata Fidelio. Incredulo, riposi che non c'era neppure da pensarci. E Poldo mi disse: 'Bene! Dopodomani cominciamo da te, ho lasciato il Rolling". E da lì decollò l'enorme successo dello Shocking? "Non solo. Avevo contattato e coinvolto già personaggi top delle notti milanesi. Il Mercoledì sera facevo 'Le fleur du male' con Danilo Visconti, la serata più trasgressiva d'Italia con il locale che esplodeva e code infinite all'esterno. Un'altra serata era in collaborazione con un altro mito del divertimento, Chicco Como, che organizzava la serata Billionaire al giovedì sera. Pensi che addirittura facevo 1.000 ragazzi tra i 15 ed i 18 anni il sabato pomeriggio, poi alle 20.00 si puliva tutto e si preparava la serata, che terminava alle 5.00 del mattino successivo, in pieno delirio". Lo Shocking quante sere lavorava? "6 su 7. La domenica sera, nel 2003, abbiamo ospitato un must milanese: la serata Chandelier, organizzata dal grande Antonio Coppola, una notte abbiamo avuto in consolle addirittura Frankie Knuckles, il mitico D.J. e produttore americano padre della musica House. E sempre nel 2003 abbiamo dato vita, una volta al mese, all'afterhour più famoso d'Italia, La Messa. Mi ricordo che era la sera di Halloween, organizzata da Poldo con il gruppo Fidelio. Finiamo Halloween alle 5.00 del mattino, facciamo pulizia e remise en forme del locale ed alle 5.30 riapriamo per la Messa, fino a mezzogiorno... C'era tutta Milano quella mattina allo Shocking! Per non parlare dell'estate 2004, dove ho trasportato tutto lo staff Shocking al mare in Sicilia, sulla costa messinese, strutturando confidenzialmente un locale estivo ai bordi di un laghetto che divideva due ville padronali all'interno del parco di questa proprietà di un amico, che d'inverno viveva a Milano e mi aveva convinto a fare quella pazzia. Avevamo chiamato la location 'I Giardini di Giano'; sempre pieni, tutte le sere, con code di auto che si spostavano da Taormina, Messina, Catania". Beh, che dire... Era riuscito a creare una storia importantissima... "Ritengo che quel tipo di glamour vada e venga, dipende dalle stagioni, dalle mode, da tanti fattori superficiali. Di sicuro, ero riuscito a creare un'azienda che viaggiava come non mai. Gli amici di Longoni mi ripetevano più volte che ero stato l'unico associato in compartecipazione che non lavorava sugli omaggi, ma tutti pagavano in cassa prima di accedere al locale. E' stata un'impresa eccitante ed indimenticabile, sino al 2005". Anno nel quale lascia? "Sì. Per svariati motivi, non ultimo l'affaticamento fisico, decido di chiudere il mio sodalizio con lo Shocking. Avvertivo che si era chiuso un ciclo, non avevo più nulla da dare né ricevere. Pensavo di smettere definitivamente di vivere di notte. Ho fatto un ultimo ritorno nelle stagioni 2007/2008 aprendo a Campospinoso, Stradella il Segreta, un altro locale molto bello, che però non ha riacceso in me la fiamma della passione". Ed oggi non ha mai un desiderio di ripresa nel settore? "Oggi sono focalizzato sulle mie attività all'estero. Mio figlio Gianmarco gestisce una location estiva incantevole nell'originaria, sempre splendida Zavattarello. Quando sono a casa, mi diverto con lui, in spensieratezza, e passo giornate e serate bellissime con i giovani e meno giovani, e tantissimi amici, della mia terra! E son felice e sereno. Del domani non v'è certezza, però... non si sa mai... ".


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Lidia Mingrone, LIDIA LAUDER... "MERAVIGLIOSA CREATURA"

Di Lele Baiardi

Mi è stato richiesto dalla redazione un ricordo di te... Ma come faccio? E' un gran casino! Il nostro archivio, lungo 35 anni, è un database gigantesco, e continua ad inviarmi suoni ed immagini a rotazione infinita... Mi butto: inverno 1981, Tennis Club Voghera. Io al pianoforte alterno Beethoven, Chopin, Liszt con la mia compagnia di amici che canta con me Venditti, Baglioni, Zero, Springsteen, Vecchioni, quella "Luci a S.Siro" che insieme alla tua "Pensiero Stupendo" della Patty nazionale diventerà un po' la nostra colonna sonora di quegli anni, e dei nostri primi passi insieme. Mi alzo dal pianoforte, i miei amici applaudono, ridono, scherzano, ma tra loro, in leggera disparte, io vedo il tuo volto, bellissimo, i tuoi capelli, lunghissimi e brillanti, ma soprattutto i tuoi occhi, due smeraldi che dicono tutto, in quel momento quasi mi imbarazzano, e mi invitano ad attraversare la sala e conoscerti, parlarti, scoprirti. Scoprirti, si, perchè non è la prima volta che ti vedo: era già successo altre due volte nelle settimane precedenti, sempre al Tennis Club. Comparivi all'improvviso, da sola. E sola lasciavi il Club, senza mai rivolgere un sguardo ad alcuno. Ed io ti trovavo affascinante, forse misteriosa o forse solo riservata, ma certamente ti trovavo bellissima! Ricordo, in quel momento della nostra reciproca presentazione, la lunghissima stretta di mano, che durò forse 5 minuti! "Ciao, io sono Lele...". "Ed io sono Lidia. Piacere. Suoni benissimo! Ti ascolterei sempre! Sai che anch'io suono? Flauto traverso! Mi piace da matti! Anche il pianoforte ed un pochino la chitarra, ma la mia vera grande passione è il canto. Canto sempre, tutto il giorno. Magari un giorno proviamo a cantare qualcosa insieme?". Stavi già dicendo tutto, avevi già previsto tutto, senza volerlo... Parlammo a mani strette fino a quando ci rendemmo conto che erano sudate, per il calore e per l'emozione. Con lo scambio dei numeri telefonici, quel tardo pomeriggio, iniziò l'avventura più bella delle nostre vite, legate insieme a doppia mandata, inscindibili, tra slanci d'amore altissimi e fragorose liti, affetto e complicità infiniti e dolorosi distacchi velocemente recuperati da una comune energia troppo forte per permetterci di vivere l'uno senza l'altra... Anche ora, probabilmente soprattutto ora, il pensiero fisso di te non mi abbandona mai, neppure nel sonno. Hai portato con te una parte gigantesca di me, ma mi hai lasciato in cambio questo nostro archivio che riempirà le mie giornate, trattenendoti al mio fianco, per sempre. Grazie di avermi scelto, amore mio.

Lele Baiardi

Ivan Cattaneo ricorda Lidia come una "Meravigliosa Creatura". Marzo 1986, ci riuniamo al teatro Smeraldo in Milano, nel pomeriggio, per scegliere il cast cori del Tour "Vietato ai Minori", titolo anche dell’Album di quell’anno. Sono seduto fra le poltrone vuote della platea quando mi vedo arrivare questa ragazzina di 22 anni, con una chioma foltissima e chiara; sicura di sè, sicurissima e piena di energia, tanto che appena la vedo un po' mi indispone per cosi tanta sicurezza, con quel suo sguardo penetrante, quasi a sfidarti. Le altre coriste al confronto erano delle mummie egizie già cotte ed imbalsamate! Sale sul palco e le chiedo cosa mi canta: lei invece estrae il suo flauto e incomincia a suonare una melodia fantastica, arricchendola con vocalizzi ad espressione libera. Insomma una vera rivelazione, ed io ero un po’ come sono oggi quei giudici di X Factor, tutto con gli occhi sgranati davanti a un vero talento strabiliante! Diventa subito mia corista ma anzi qualcosa di più, sostiene infatti tutta la prima parte dello spettacolo che girerà tutta l'Italia da nord a sud, isole comprese. Ed insieme con lei ed una Band fantastica, realizzo il Tour 1986 che ancora ricordo con estrema nostalgia. Da allora Lidia ha lavorato spesso con me. Non solo: qualche anno dopo lei fece un bellissimo disco da cantautrice, "Sitting in the Sun", e mi chiese un parere per focalizzare il suo personaggio, visti i miei precedenti con l'invenzione Anna Oxa. Ed io allora non solo le diedi qualche consiglio sul look, ma proprio come alla Oxa, le cambiai il nome in Lidia Lauder, come fosse appunto un profumo prezioso della Estee Lauder. Ho continuato a vederla, anche se più raramente. Qualche volta andavo ad assistere alle sue esibizioni, sempre più belle, e la vedevo circondata da un pubblico sempre più entusiasta e complice. Tutti la amavano! Amavano la sua musica, la sua voce bellissima ed espressiva, il suo volto sfrontato, coraggioso, sino alla fine. Lidia era davvero arte & vita mescolate e rimescolate in un'unica amalgama di esperienze e gioiosa partecipazione alla vita. Lidia Mingrone...

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In ricordo di Lidia... Lele Baiardi, Ivan Cattaneo, Sabrina Salerno

Lidia Lauder. Una ragazza meravigliosa, atipica, e molto amata. Del resto, come sarebbe stato possibile il contrario? Ciao Lidia, ti ho voluto e ti voglio per sempre un mondo, anzi un universo di bene!

Ivan Cattaneo Nella sua "momentanea assenza", Lidia e' una donna intelligente, coraggiosa, intraprendente e profonda. 4 aggettivi che riassumono solo una parte del suo essere tuttora in continua evoluzione e discussione, senza lasciare mai nulla al caso. Una vera guerriera !!! Mi regalò un fumetto durante una tourneè, fumetto sulla cui copertina sono rappresentati Topolino e Minni, dal titrolo "Noi due". Io l'ho a mia volta regalato a mio figlio, che gelosamente lo conserva. Sabrina Salerno

Sabrina Salerno


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"targa al Castello... polemica di un'infima minoranza di cittadini"

Bottazzi: "Non ho appoggiato alcun candidato alle ultime elezioni" di

Lorenzo Cafarchio

"Ma io ho il cuore nero e me ne frego e sputo in faccia al mondo intero!", cantano i 270bis, attraverso la voce di Marcello de Angelis, nella canzone Claretta e Ben. Queste parole ci portano alla libreria di Giovanni Bottazzi un universo fatto di cultura e libri, del passato e del presente. Con taccuino e penna ci siamo affacciati al suo laboratorio di idee e di esperienze per farci raccontare la nascita e l'evoluzione del Circolo Culturale Salvatore Frisina, sodalizio che da oltre quindici anni propone cultura alternativa a Voghera e di cui Bottazzi è presidente. Bottazzi ci dica come nasce il Circolo Culturale Salvatore Frisina? "Il Circolo Frisina si è costituito in Voghera nel luglio 2000. E' forse il sodalizio culturale, ad oggi, più vecchio della città. Pensammo subito di intitolarlo all'avvocato Salvatore Frisina, per decenni esponente di spicco del Movimento Sociale vogherese, di cui fu anche, per breve periodo, consigliere comunale. Frisina fu un personaggio di elevata caratura culturale e di cristallina onestà e per tale stimato in modo unanime anche dagli stessi avversari politici. Il sodalizio fu fondato da un gruppo di frequentatori della mia libreria tra i quali Augusto Tassara, insegnante di lettere, Pierluigi Piccinini, allora studente universitario oggi anch'egli insegnante, Bruno Della Torre, libero professionista, Giulia Frisina, farmacista, quest'ultima figlia dell'avvocato Salvatore Frisina, ed altri". Da dove arriva l'esigenza di creare questo spazio per fare cultura? "Per proporre alla città un'alternativa culturale al conformismo del pensiero unico. Non a caso il primo libro presentato fu l'opera di Mario Di Giovanni 'Indagine sul mondialismo. Il Diavolo, probabilmente'. Eravamo nell'ormai lontano ottobre 2000. Altro scopo, come recita lo stesso statuto, 'ridiscutere gli eventi chiave del XX secolo secondo un'ottica di obbiettività storica e non di faziosità politica'". Gli argomenti trattati? "Nella sua ultra decennale attività il circolo ha proposto conferenze sui temi via via più attuali, dalla politica interna a quella internazionale, ospitando anche relatori di buona notorietà quali Mario Spataro, Carlo Terracciano, Maurizio Blondet, Gianfranco De Turris, Paolo Pisanò, Mario Consoli, Gianantonio Valli e Enzo Caprioli. Si è parlato, ad esempio, della guerra afghana, della questione palestinese, del problema dell'immigrazione, della crisi Ucraina, di sovranità monetaria, della violenza politica negli anni '70, di dittatura della banche. Altre serate hanno avuto per oggetto argomenti storico-militari, quali la conquista italiana dell'Etiopia, la Decima Mas, i mercenari italiani in Congo, la battaglia di El Alamein, le stragi partigiane di Barostro e Cencerate, etc.". A quale pubblico vi rivolgete? "Il Circolo Frisina si rivolge indistintamente a tutti coloro i quali diffidano dalla cultura dominante e del politicamente corretto, a prescindere dalla loro collocazione politica. Purtroppo la congiura del silenzio e la censura preventiva operate ai nostri danni dalla stampa locale non sempre ci permettono di far conoscere alla città le nostre iniziative. Disponiamo, sotto

Giovanni Bottazzi i portici del Municipio, di una bacheca, regolarmente autorizzata, sulla quale affiggiamo i nostri inviti e i nostri comunicati, spesso e volentieri danneggiati o disaffissi da ignoti avversari politici. Altro purtroppo non possiamo fare. L'utilizzo di questa bacheca, va detto, ci fu contestato anni fa da esponenti di Rifondazione Comunista che contestarono anche il modesto contributo assegnatoci, per un paio d'anni, così come ad altre realtà associative locali, dal comune di Voghera". Che rapporto avete con la città? "La cittadinanza mostra interesse per le nostre iniziative, nella misura in cui riesce ad esserne informata. Mediamente alle nostre conferenze partecipano, devo dire con grande attenzione, 50-60 persone. Sottolineo, scherzosamente, che alle riunione che facciamo non segue mai l'accattivante rinfresco di rito: chi partecipa, partecipa per puro interesse intellettuale". Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di fare cultura in un piccolo centro di provincia? "A Voghera è relativamente più facile farsi conoscere e far conoscere le proprie iniziative. Fermo restando la critica che ho rivolto in precedenza agli organi di stampa locali, per il loro sistematico boicottaggio alle nostre iniziative". Che rapporti avete con i partiti politici che operano nell'Oltrepò? "Il Circolo Culturale Salvatore Frisina non si riconosce in alcuna delle forze politiche presenti in consiglio comunale prima del commissariamento della città. In quest'ottica non ha appoggiato alcun candidato in occasione delle ultime elezioni, ma ha il piacere di ospitare, spesso e volentieri, consiglieri di diversi partiti politici interessati alle tematiche trattate nelle singole conferenze". A chi vi considera fascisti cosa rispondete? "Non ci sentiamo squalificati da questa 'etichettatura'. Del resto ci troviamo in buona compagnia. Qualche nome? Luigi Pirandello, Giovanni Gentile, Julius Evola, Louis Ferdinand Céline, Robert Brasillach, Ezra Pound, Adriano Romualdi, Giano Accame, Piero Buscaroli, Domenique Venner, Giorgio Almirante, Pino Rauti...devo continuare? Saremmo aperti ad un civile confronto anche con gli avversari politici, qualora ritenessero di partecipare criticamente alle nostre riunioni. Respingiamo però con disprezzo l'antifascismo fanatico di taluni gruppi e di qualche personaggio, sentimento peraltro assai poco diffuso in

una città di tradizione moderata quale è Voghera". Cosa ne pensa dell'antifascismo? "Penso che l'antifascismo dogmatico costituisca una forma di razzismo tra italiani ed impedisca una vera unità nazionale facendo il gioco del totalitarismo culturale di marca liberal-capitalista imposta dagli imperialisti americani. L'antifascismo radicale è un mito criminogeno. Storicamente ha originato il terrorismo della Brigate Rosse ed è responsabile dell'assassinio di tanti militanti missini negli anni '70 ed '80. La polemica antifascista è la foglia di fico per coprire le vergogne della distruzione progressiva e sistematica della nostra patria. Distruzione in merito alla quale nessuna responsabilità può essere contestata al nostro mondo. Gli antifascisti mi ricordano il governo milanese del '600 che additava all'odio popolare i cosiddetti untori per farne un capro espiatorio della peste che non sapevano come contrastare". Vi rivolgete ai giovani? "Certamente, sperando che recepiscano i nostri orientamenti culturali ed esistenziali, quelli che guidarono, nella sua vicenda politica ed umana, il nostro indimenticato maestro Salvatore Frisina. Del resto noi rappresentiamo l'unica proposta culturale autenticamente libera e non conformista, contro le tossine inoculate dalla scuola, dalla stampa e dalla tv". Come si pone il Circolo sulla questione targa posta davanti al Castello, per commemorare i sei fascisti fucilati a secondo conflitto mondiale concluso? "Il Circolo Frisina si mobilitò a suo tempo organizzando un'affollata conferenza che ebbe per relatore l'illustre storico locale Fabrizio Bernini. In quell'occasione portò un commovente ricordo del padre la figlia di una delle vittime. Consideriamo la polemica contro la targa assolutamente pretestuosa. E' una polemica sollevata da un'infima minoranza di cittadini, mentre la stragrande maggioranza della città o si disinteressa della cosa, essendo angustiata da ben altri problemi, o la considera una tappa importante sulla via di una definitiva pacificazione nazionale. La targa non dà fastidio a nessuno: rimuoverla o semplicemente spostarla dal luogo dell'eccidio, costituirebbe un'offesa gravissima ai Caduti, alle loro famiglie e alla comunità militante che li sostiene. Personalmente mi vergognerei di contestare o di oppormi alla posa di un analogo ricordo per un caduto partigiano". Non pensate di essere anacronistici? "Assolutamente no, perché proponiamo, oltre ad approfondimenti relativi a periodi storici passati, anche e più spesso temi di stretta attualità. A questo proposito rammento le magistrali conferenze tenute dal dottor Roberto Pecchioli, di Genova, intellettuale d'area attivo anche sul sito ereticamente.net e sul blog di Maurizio Blondet. Pecchioli ci ha parlato, per limitarci ai suoi ultimi interventi, di tirannia del politicamente corretto, di immigrazione, di totalitarismo del pensiero unico, di azzeramento della sovranità nazionale, etc." Che proposte avete per il futuro? "Per il futuro vogliamo procedere nel nostro lavoro di alternativa culturale con la medesima cadenza degli anni scorsi, vale a dire organizzando non più di 5-6 eventi all'anno. Questo per focalizzare l'attenzione dei nostri simpatizzanti su poche, ma importanti tematiche. Come già in passato non mancheremo di segnalare al nostro pubblico le iniziative provenienti da altre associazioni politico-culturali, invitandolo a presenziare, purché affini ai nostri orientamenti di fondo".


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"Il commissario sta lavorando bene"

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Serena Simula

Ufficialmente il suo ruolo è quello di responsabile del Progetto Quartieri, ufficiosamente però Matteo Zanellati è l'homo novus del Partito Democratico di Voghera, quello su cui in maniera più o meno tacita puntano le loro carte Pier Ezio Ghezzi e Antonella Bazardi. Giovane, presente, preparato, Zanellati è il volto di un PD che cerca di ritrovare il contatto con i vogheresi, da sempre un po' diffidenti nei confronti del centro sinistra. Lo abbiamo intervistato per sapere che atmosfera si respira in via Depretis, quali sono i progetti e le aspettative del partito e soprattutto come si sta preparando il gruppo a una possibile nuova campagna elettorale. Per settimane è sembrato che a fine luglio sarebbe arrivata la sentenza definitiva con cui si sarebbero decise le sorti della città. Lo pensavate anche voi? "In tutta sincerità sì, lo pensavamo. La tensione è palpabile, questi ultimi mesi sono stati un viaggio continuo sulle montagne russe e speravamo che si giungesse presto a una decisione. Quando questa arriverà, infatti, non avremo più tempo e dovremo metterci immediatamente al lavoro per la campagna elettorale. Che sia solo il ballottaggio o che si vada a nuove elezioni, infatti, dovremo comunque essere pronti a correre di nuovo. Nel frattempo (non solo da quando è cominciato il commissariamento ma anche da prima) non abbiamo smesso un attimo di scaldarci, portando avanti tutta una serie di progetti e lavorando senza sosta per il bene della città. Una lunga rincorsa prima del salto".

Questa lunga attesa finirà per danneggiare qualcuno? "Se danneggerà qualcuno, sicuramente non sarà il PD. Anzi, in questi mesi credo che Pier Ezio si sia dimostrato sempre molto presente, che la gente lo abbia conosciuto come non era riuscita a fare in campagna elettorale. Al contrario di qualcun altro che è sparito dalla circolazione, lui non ha abbandonato la città ed è sempre stato in mezzo alle persone". Una frecciatina a Barbieri & co? "Più che una frecciatina direi un'osservazione: sono settimane che il centro destra non si vede più in giro. Non dico che siano spariti tutti ma quasi". Torniamo all'attesa di cui parlavamo prima, attesa che a suo dire potrebbe favorire Ghezzi. Eppure alle ultime elezioni non aveva avuto un risultato brillante... "Lo so bene. Quando ha corso per la carica di sindaco speravamo che oltre al programma fosse anche la novità a colpire gli elettori. Abbiamo sopravvalutato questo fattore e l'effetto Ghezzi non si è verificato. Adesso però non è più una novità, è una presenza con cui le persone hanno potuto familiarizzare. Lo hanno conosciuto, ci hanno parlato, lo hanno incontrato per strada. Hanno visto l'impegno con cui è rimasto sul territorio nonostante un risultato elettorale un po' deludente. E questo, credo, verrà ripagato". State lavorando per la campagna elettorale? "Stiamo lavorando su diversi fronti, in particolare su quello della comunicazione e dei quartieri. Mi spiego meglio: il risultato poco incoraggiante delle ultime elezioni credo sia stato dovuto anche alla poca comu-

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"Il centro destra non si vede più in giro"

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nicazione delle nostre attività. Spesso i cittadini non sono stati informati di ciò che facevamo ma da quando Matteo Zanellati abbiamo eletto segretario Alessandra Bazardi questo aspetto è decisamente migliorato. Per quanto riguarda i quartieri, invece, me ne sto occupando personalmente ed è un progetto volto a capire quali sono le esigenze dei cittadini nelle diverse aree della città. Per ora abbiamo portato a termine una petizione dei residenti di strada Grippina per ridurre la velocità e a breve verranno presi dei provvedimenti (probabilmente dei dissuasori) da parte del comune. Passato il mese di agosto, poi, organizzeremo un incontro a Campoferro e partendo da lì andremo a toccare uno ad uno tutti i quartieri. Ci tengo a sottolineare che questi non sono progetti che abbiamo messo in piedi apposta per la futura campagna elettorale, sono iniziative che avremmo promosso comunque perchè finalizzate al miglioramento della città". Cosa ne pensate della gestione commissariale? "Pensiamo che il commissario stia lavorando bene, che gestisca le risorse in maniera equa e intelligente e che stia prendendo il suo lavoro con grande serietà. Non crediamo insomma che Voghera stia risentendo troppo di questo periodo di gestione tecnica: certo un ritorno alla politica prima o dopo è necessario, ma penso che non subiremo danni dalla presenza del commissario".


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"ho notato un livello organizzativo e partecipativo ridotto"

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Pierre Maxim

A Voghera dopo la polemica relativa alla "Sensia" andata in scena, per molti, in formato "ridotto" rispetto al passato, in questi mesi estivi l'interesse di molti vogheresi è concentrato sulle attività ludiche e ricreative che l'amministrazione commissariata del comune ha messo in cantiere. Uno dei cardini dell'amministrazione precedente, nell'ambito delle attività culturaliludico-ricreative è stato il Castello, "motore" di queste attività e del Castello negli anni scorsi ne è stata promotrice l'assessore alla cultura Marina Azzaretti. In attesa della sentenza che dirà quando andare nuovamente a votare per il ballottaggio, abbiamo voluto incontrare Marina Azzaretti per bere un caffè insieme e rivolgerle alcune domande su questa estate vogherese. Buongiorno Azzaretti, e grazie di aver accettato l'invito... "Grazie a lei, e buongiorno". Abbiamo saputo che nel prossimo mese di Settembre il Castello di Voghera verrà riaperto. Lei sa qualcosa a riguardo? "Ne ho ricevuto notizia da alcuni soggetti operativi, già al mio fianco in passato, che stanno organizzando la partecipazione alla riapertura. Non le so dire molto... A sensazione, per il poco che mi è stato detto, potrebbero essere aperture “stand alone”, non continuative, ma non ne sono certa. La cosa che comunque mi fa piacere, con un certo orgoglio anche, glielo devo dire, è che si sta dando seguito alle iniziative da noi promosse e realizzate in questi ultimi anni". Mi scusi se la interrompo: a tal proposito, sono stati realizzati alcuni appuntamenti in città di giovedì sera nel mese di Luglio. Anche questo è un segnale di continuità, mi pare... "Ho partecipato agli appuntamenti che lei cita, ma devo dire, ahimè, che mi hanno provocato una nostalgica memoria di quei 'Giovedì sotto le Stelle' degli anni passati, da me creati ed accuditi con perfezionismo maniacale". Mi sembra di intuire che la nuova versione non le sia piaciuta... "Beh, se da un lato sono stata contenta che in Città, nonostante l'assenza dell'amministrazione eletta, comunque si sia fatto qualcosa per la comunità, d'altro canto ho notato un livello organizzativo e partecipativo sensibilmente ridotto rispetto al lavoro svolto nei precedenti 5 anni di nostro governo. Direi che è tornato un terzo della popolazione, in confronto agli anni precedenti, ad animare le vie cittadine in questi giovedì sera appena conclusi: è sufficiente confrontare le fotografie, apparse anche sui social networks oltre che sulla stampa locale, per capire che nemmeno usando un grandangolo fotografico si sarebbe raggiunto il risultato degli anni precedenti! Sono mancate, ad esempio, tutta quella serie di iniziative collaterali che io ed il mio assessorato, in comunione d'intenti con la giunta ed il Sindaco Barbieri, abbiamo messo in campo a supporto dei nostri 'Giovedì sotto le Stelle' del passato. E' mancato sensibilmente il collante culturale, come la creazione di Mostre d'Arte, da me sempre volute. Nulla è stato organizzato nelle vie cittadine per i bambini, ad esempio, così come sono state utilizzate solo le aree pedonali, senza estendere la possibilità d'incontro in altre zone con la chiusura temporanea

Marina Azzaretti delle strade, come io ho sempre fatto per dare anche più opportunità alle attività commerciali. Ad esempio Via Verdi, Via XX Settembre, il tratto di Via Emilia angolo Piazza S.Bovo... Insomma, una manifestazione sensibilmente ridimensionata". Ed ha questa sensazione anche per le prossime manifestazioni presso il Castello Visconteo? "Guardi, non mi faccia dire cose che non penso, non dico e non conosco...Io le posso dire, con sincerità, oggettività ed un pizzico d'orgoglio, che il Castello, senza tutto quel gigantesco lavoro di progettazione e realizzazione da me promosso in questi ultimi sei anni, difficilmente avrebbe visto la luce. A volte, quando mi arrogo i 'diritti sull'Opera', diciamo così, mi rendo conto di alcune occhiate … come di reazione a sorpresa. Ma la realtà è questa. Lo ricordo come fosse ora! Sei anni fa, appena eletta ed appena nominata assessore con la sola delega alla Cultura, ed alcune sotto-deleghe, scendendo le scale della vecchia sede dell'assessorato, avevo questo pensiero fisso nella mente. Dicevo a me stessa che riuscire ad aprire il Castello avrebbe significato dare un motore alla Città, offrire la possibilità alle associazioni di categoria, agli artigiani, ai commercianti, agli artisti, agli studenti, ai pensionati, alla comunità con desiderio di partecipazione e condivisione di avere una sede straordinaria per incontrarsi, conoscersi, scambiarsi esperienze, progetti ed opere in divenire. Ho richiesto le chiavi ed ho effettuato un primo sopralluogo... Se lei avesse visto lo scenario che mi si è aperto davanti agli occhi... Beh, forse avrebbe richiuso tutto ed archiviato ogni velleità! Distruzione ed abbandono ovunque, sporcizia a non finire, un bosco triste... Era la casa di piccioni e pipistrelli, non il Castello Visconteo! Da li son partita: pulizia, valutazione e realizzazione progetto! Ricordo che il primo pensiero fu l'indipendenza dalle condizioni climatiche e l'assoluta necessità di una copertura, comunque assolutamente tra-

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"Il Castello: senza tutto il lavoro da me promosso non avrebbe visto la luce"

sparente, che proteggesse gli eventi. Lo vedevo già realizzato nella mia fantasia, polivalente a livello artistico ed animato da Mostre d'Arte nell'inaugurazione! E poi, volevo un Castello parte integrante della città, volevo diventasse una bella consuetudine frequentarlo. Ed in quella direzione cominciai ad impegnarmi, con tutta me stessa". E' davvero coinvolgente ed affascinante sentirle raccontare di quest'Opera. "Mi sembra che il tutto sia andato a buon fine, anzi, molto più che buon fine... Il primo anno aprimmo con una '3 giorni', ed una bellissima Rievocazione Storica d'inaugurazione, per arrivare, l'anno scorso, ad una Manifestazione mensile bellissima sia in primavera sia in autunno, doppio appuntamento da alcune malelingue additato come campagna elettorale per le elezioni amministrative, mentre il vero ed unico intento è stato dare una voce partecipativa della città all'interno dell'Expo nazionale". Il Comune e la Giunta sono state ovviamente al suo fianco in questa impresa gigantesca. Economicamente il tutto è costato molto alla Città? "Assolutamente no. Anche qui ho dovuto fronteggiare alcune 'accuse' di pura invenzione. Ricordo che mi era stato imputato, ad un certo punto, di aver speso centinaia di migliaia di euro comunali …! L'intervento delle casse del Comune è stato, davvero, una minima parte, anche perchè, con la Legge di Stabilità, era davvero impossibile utilizzare fondi cittadini; ma, al di là della Legge di Stabilità, non servivano! Siamo stati molto bravi, mi perdoni la presunzione, a preparare progetti finanziabili da fondi esterni al Comune. Pensarli, scriverli e presentarli nei modi corretti, pratiche che le assicuro essere, talvolta, estremamente complesse. A tal proposito le posso dire, ad esempio, che la Fondazione Cariplo, alla quale va un grazie enorme, ha camminato spesso al nostro fianco nella realizzazione dell'Opera". Mi permetta ancora una domanda: si potrebbe verificare l'eventualità che prima della fine dell'anno, lei e la Giunta della quale fa parte vincendo il ballottaggio, riprendereste i vostri posti amministrativi. In quel caso come si comporterà? "Sarò al fianco delle associazioni e di tutti i soggetti partecipanti per ottimizzare al meglio la riuscita delle singole iniziative e della globalità della manifestazione. Premerò l'acceleratore sulla Cultura, ma anche sulla giovialità delle feste e spettacoli. Farò incontrare, emozionare, divertire e ballare tutta la Città! Non solo! Come sostenuto da tempo anche da Carlo Barbieri, metterò in campo l'iniziativa di gemellaggio con i paesi limitrofi, e 'farò sistema' costruendo una rete culturale dei Castelli, una valorizzazione turistica anche di tutto il territorio Oltrepadano". Mi sembra che abbia già alcuni assi nella manica... "Le rispondo con una battuta, davanti a questo buon caffè, perchè sono una passionaria, una persona che crede profondamente in quello che fa, ma il tutto alla luce del sole: è estate, fa caldo, e come vede … non ho maniche!". Grazie anche dell'ironia molto apprezzata, Signora Azzaretti... "Grazie a lei! E sempre.... Viva Voghera!".


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"le scorse elezioni sono state una disputa a suon di liste civiche"

"Credo sia da migliorare la relazione tra amministrazioni 5 stelle e direttorio" di

Serena Simula

Non sarà più consigliere comunale da oltre un anno ma Antonio Marfi rimane comunque l'attivista Cinque Stelle più conosciuto di Voghera. Il suo seggio in consiglio, passato al termine delle scorse elezioni alla candidata sindaco Caterina Grimaldi, è ormai vuoto a causa del commissariamento della città ma nè lui nè il gruppo dei pentastellati ha smesso di lavorare in attesa di un ritorno della politica a palazzo Gounela. Sempre in prima fila contro il progetto Pirolisi ma anche molto attenti ad informare gli elettori sul prossimo referendum, gli attivisti stanno cercando di coniugare l'attenzione per il locale con quella per il nazionale, confermandosi come una cellula vitale e propositiva di un organismo molto più ampio reduce dai successi delle ultime elezioni. Cominciamo proprio parlando di voi. Siamo abituati a vedere spesso lei e la Signora Grimaldi, ma il gruppo è in realtà molto più ampio... "Assolutamente sì, siamo un gruppo discretamente numeroso, di cui fanno parte non solo gli attivisti veri e propri (quelli, per intenderci, che erano candidati alle scorse elezioni) ma anche tanti simpatizzanti che ci sostengono e partecipano ai nostri incontri pur senza essere formalmente parte della squadra. Tanti di loro ci offrono spazi in cui incontrarci, ci aiutano in mille modi diversi". A proposito di dove vi incontrate, ultimamente vi state spostando parecchio... "Stiamo portando avanti un progetto nuovo, in effetti, che consiste nel portare la politica fuori dalle sedi istituzionali. È un modo per avvicinarci alle persone, incontrandole in luoghi pubblici che frequentano ogni giorno. Quindi ci trovate nei bar o nei locali a discutere di politica e cittadinanza attiva, a parlare degli argomenti che abbiamo all'ordine del giorno: per il mese di agosto siamo in pausa ma da settembre ricominceremo regolarmente ad incontrarci ogni due martedì e siete tutti invitati a venirci a trovare". A proposito di argomenti all'ordine del giorno: di cosa vi state occupando? "Il nostro impegno principale, in questo periodo, è l'informazione relativa al referendum costituzionale e alla modifica della legge elettorale. Ci siamo accorti, infatti, di quanta poca attenzione i mezzi di comunicazione stiano riservando a questo importante appuntamento elettorale e insieme all'Anpi abbiamo deciso di impegnarci per spiegare agli elettori su cosa saranno chiamati a decidere. Sarà un passo importante per l'Italia perché potrebbe modificare la carta fondamentale su cui è stato costruito il nostro Paese e il modo con cui viene formato il nostro Parlamento, dunque chiunque dovrebbe essere consapevole dell'importanza del suo voto. Credo non ci sia nemmeno bisogno di dire che il Movimento voterà NO al Referendum sulla Riforma della Costituzione e SI all'abrogazione delle norme sull'Italicum". Il Movimento ha ottenuto dei buoni risultati alle elezioni di quest'anno: credete che il successo a livello nazionale si ripercuoterà anche a livello locale? "Personalmente mi sono fatto un'idea abbastanza precisa degli elettori vogheresi. Sono piuttosto diffidenti, nel senso che non gli basta vedere il successo del

Antonio Marfi movimento nel resto d'Italia per decidere di votarlo a casa loro. Vogliono giustamente sapere che cosa gli proponiamo qui, ma soprattutto vogliono vedere che facce abbiamo, vogliono fidarsi di noi. Se a Voghera il Movimento è ancora un fenomeno 'di nicchia' è per lo più colpa di noi attivisti: sono pochi quelli di noi che hanno già conquistato la fiducia della gente. Per gli altri ci vorrà ancora un po' di tempo". Insomma, non siete ancora abbastanza... "Non la metterei così. A differenza di altre forze politiche noi non basiamo il nostro progetto sul numero di partecipanti ma sulla forza delle loro idee. Anche in consiglio, per esempio, pur avendo sempre avuto un solo seggio abbiamo sempre fatto un'opposizione molto seria, basata su numeri e fatti. Troppo spesso le altre forze politiche si limitano alla retorica, noi pur essendo in pochi facciamo sempre sentire una voce molto decisa". Lo scorso aprile è scomparso Casaleggio. Aveva mai avuto modo di conoscerlo? Spesso si è accusato il suo gruppo di dettare legge all'interno del movimento... "Casaleggio ho avuto modo di conoscerlo nel 2010, e quella che ho conosciuto io era una persona dagli ideali molto alti. Nei miei cinque anni di attività in consiglio comunale, comunque, non ho mai avuto nessuna interferenza né sulle votazioni e né sulle linee programmatiche della città: nessuno mi ha mai imposto niente, abbiamo sempre preso le decisioni confrontandoci all'interno del gruppo". A volte però il Movimento e i suoi leader non sembrano così aperti alla partecipazione e al dialogo... "Tutto è migliorabile, non dico che il Movimento sia perfetto: personalmente, per esempio, credo che ci sia da migliorare la relazione tra amministrazioni locali targate 5 stelle e direttorio. Pur con le sue de-

bolezze, però, sono convinto che il Movimento abbia margini di miglioramento superiori a quelli di altri partiti e con la piattaforma Rousseau (che consiglio di visitare) ci sarà ancora maggiore partecipazione dei cittadini". E del commissario cosa ne pensate? "Che sta facendo il suo lavoro, che agisce prendendo le decisioni basandosi per lo più sull'economia e che è normale che di tanto in tanto qualcuna delle sue scelte si scontri con le idee politiche di questo o quel gruppo. Nonostante il suo buon lavoro, però, personalmente credo che la città abbia bisogno di tornare a fare politica, a confrontarsi e a parlare dei suoi problemi". Avreste preferenze? "Le opinioni su questo punto sono diverse all'interno del movimento ma io forse preferirei che si rifacessero del tutto le elezioni. In un anno, infatti, sono cambiate davvero molte cose e il quadro elettorale potrebbe uscirne stravolto. Proprio per questo, però, il ballottaggio è un'opzione soddisfacente: in questo modo non si svaluterebbe il lavoro di Caterina, che comunque ha dimostrato più di una volta di essere un ottimo consigliere comunale. In ogni caso, vorrei chiedere una cosa agli elettori: quando sarete chiamati ad esprimere un'opinione, ricordatevi perchè siamo arrivati a questo punto". Cioè? "Cioè che il risultato elettorale è stato invalidato da un errore causato anche e soprattutto da una strategia elettorale basata esclusivamente sui numeri. Le scorse elezioni sono state una lotta intestina, una disputa combattuta a suon di liste civiche che ci ha portato a questa situazione. Spero che tutti se ne ricordino la prossima volta".


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"aziende hanno perpetrato nel tempo danni e disastri ambientali"

Di Nilo Combi

Il Mister X di questo mese, è vogherese, manager di un’importante società che opera sia a Voghera che in Oltrepo Pavese. A lui che conosce bene l’emergenza ambientale di Medassino abbiamo posto alcune domande. Della nascita di un comitato cittadino, pare molto agguerrito ed attento, a difesa del quartiere Medassino ne ha sentito parlare? "Sì. C'è una proposta spontanea in atto in città, ma che sta per evolvere in altro soggetto: si chiama Comitato Spontaneo Medassino, quartiere vogherese, ma sta per diventare, a detta degli stessi interessati, un vero Comitato di Lotta!!!". Cosa intende? "La pretesa, talvolta dai toni accesi e minacciosi, è decidere autonomamente sull'utilizzo del territorio e derivante qualità della vita". Lei ha voce in capitolo? "No, ma conosco alcuni partecipanti al Comitato...". Chi accusa chi e di cosa? "L'accusa principale è mossa ai politici/amministratori: si parla dell'incaponimento di politici nel non riconoscere errori del passato ed amministratori con deleghe che 'non funzionano più', ed anzi, che son diventati un vero e proprio comitato d'affari... Il Comitato ha dichiarato tramite un volantino recentemente stampato e distribuito, che il Bene Comune è la sola priorità, la sola legalità, il solo interesse legittimo della popolazione. Il tono della dichiarazione non suona però pacifico, ma anzi, direi collerico...". In che senso "comitato d'affari"? "Il comitato denuncia che alcune aziende hanno effettuato insediamenti produttivi, commerciali e/o artigianali che invece di tutelare la qualità della vita di operatori ed abitanti, hanno perpetrato nel tempo danni e disastri ambientali al solo scopo di incassare denaro, con il bene placet di politici miopi e/o, a loro detta, addirittura fin troppo lungimiranti per propri interessi privati!". Effettivamente, non è un'accusa leggera ed indolore... Ma quali sarebbero questi insediamenti? Ne è al corrente? "Ho sentito parlare di 2 strutture: la prima è il capannone della ditta Recology per stoccaggio rifiuti, posto in Via Lomellina angolo Via Bussolino. Pare che la Provincia di Pavia dovrebbe escutere una fideussione di € 230.000,00 (duecentotrentamila/00 euro) con obbligo d'intervento perché i titolari della suddetta ditta sono scomparsi, alla macchia, abbandonando il

capannone pieno di rifiuti probabilmente tossici, indi pericolosi. La seconda struttura sarebbe il capannone Gibiemme 2000, vicino al carcere vogherese, ma qui non ho sentito alcuna specifica della denuncia, non ne conosco i termini". Ha sentito altre lamentele e/o denunce? "C'è sempre un'alta attenzione al caso del Cavo Lagozzo, ove, ad ogni forte perturbazione temporalesca, i liquami fognari esondano dal depuratore, invadendo proprietà private, fino al ponte di Cervesina. I partecipanti al comitato sono convinti, anche qui, che gli interventi ad oggi effettuati siano stati solo occasioni perse e spese inutili dovute al totale disinteresse della politica locale". In buona sostanza, come agiranno questi cittadini? "A sensazione, mi pare che il Comitato Spontaneo Medassino pretenda risposte ed interventi immediati, con attenzione a spese congrue ed opere realmente utili alla collettività. Ed a tal proposito, sembra sia disposto a mettere in campo ogni e qualsiasi forma di contestazione". Questa "insurrezione", secondo lei, è già arrivata all'orecchio degli amministratori e delle forze politiche cittadine? "Penso proprio di si... Lo si capirà se nel futuro a breve o medio termine comincerà a definirsi una so-

Johnny Rosa

L'INTERVISTA X

"Politici e amministratori son diventati un vero e proprio comitato d'affari "

luzione a questi temi. O quantomeno, se tra le parti si instaurerà un dialogo...". LA RUBRICA “MISTER X” È UN’INIZIATIVA EDITORIALE DI ALCUNI DEI PRINCIPALI GIORNALI ANGLOSASSONI, IN PARTICOLARE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA, ED È STATA CONCEPITA DA QUESTI GIORNALI COME SPAZIO SUI PIÙ DIVERSI TEMI DELLA VITA SOCIO-ECONOMICO E POLITICA, INTERVISTANDO PERSONAGGI DI PRIMO PIANO DELLA VITA DEI RIPETTIVI PAESI O DELLE RISPETTIVE ZONE DI DIFFUSIONE DEI GIORNALI CHE LA PROPONGONO. L’INIZIATIVA EDITORIALE INTENDE DAR SPAZIO ALL’IDEA CHE I CONCETTI ESPRESSI SIANO PREPONDERANTI RISPETTO ALLA PERSONA CHE LI ESPRIME, CHIUNQUE ESSA SIA. IL PERIODICO NEWS HA RITENUTO DI RIPROPORRE ANCHE IN OLTREPÒ PAVESE QUESTA INIZIATIVA. LE PERSONE INTERVISTATE DAL NOSTRO GIORNALE VIVONO O SONO LEGATE ALL’OLTREPÒ PAVESE E RISPONDONO A DOMANDE SUI TEMI CHE LA NOSTRA REDAZIONE RITIENE D’ATTUALITÀ PER L’OLTREPÒ. LE PERSONE INTERVISTATE HANNO DATO L’ASSENSO ALLA COMUNICAZIONE DEL LORO NOME E COGNOME ALLE AUTORITÀ COMPETENTI IN CASO DI DENUNCE PER FRASI O CONCETTI ESPRESSI IN FORMA DIFFAMATORIA NELL'AMBITO DELL'INTERVISTA, ASSUMENDOSI QUINDI LA PATERNITA' DELLE PAROLE E DEI CONCETTI DA LORO ESPRESSI E DA NOI PUBBLICATI.

di Giancarlo "Lallo" Rosa

Luglio 1967, 17 anni ed il dilemma della vacanze estive. Io voglio andare in campeggio con gli amici, mamma e papà mi costringono ad andare in Costa Azzurra dalla Zia, dove tutto è magnifico, ma mancano i ragazzi della compagnia, che in campeggio ci vanno senza di me. La sera del quarto giorno, in villa a Cap Ferrat, si materializza una divinità: JANE FONDA ! Sarà ospite della zia per alcuni giorni ! Tutti rimaniamo estasiati, imbarazzati ed un po' intimoriti dalla sua bellezza e dalla classe infinita! Veronica e Raffaella De Laurentiis, figlie del re mida della produzione cinematografica Dino, amiche di qualche anno più giovani di me ma già poliglotte (a differenza mia che parlo solo un italiano quasi corretto), mi rassicurano, in verità ovviamente progettando di gettarmi nelle braccia del pubblico ludibrio, suggerendomi di continuare più e più volte a ripetere alla Diva "very, very, very good!!!" con grande enfasi! Il risultato è a dir poco da Oscar! Jane continua a ridere di gusto, divertita, illustrandomi alla zia, che da terrorizzata diventa orgogliosissima, come il più carino e simpatico degli astanti, e trascorrendo in mia compagnia, lei che non è giocatrice di casinò, tante serate di balli al Maona!!! Al termine delle vacanze, rientrando con la compagnia vogherese nella routine pomeridiana, ricordo questo amico che si vantava di aver conquistato Ulla, una ragazza tedesca molto bella; vi risparmio gli epiteti quando ribattei con un serafico "io ho solo ballato 10 giorni con Jane Fonda"...! Temo che alcuni non mi abbiano mai creduto... Ma cosa volete … C'est la vie!


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COMMERCIANTI VOGHERESI: "I giovani non si approcciano più ai negozi"

"Nelle istituzioni non ci crede più nessuno, dunque faccio per conto mio" Di Lorenzo Cafarchio

Crisi. Una parola che ha invaso le nostre orecchie che ci accompagna ogni giorno lungo il nostro cammino. Per capire a Voghera come i commercianti affrontano questo periodo nero, siamo andati in alcuni dei più antichi negozi presenti in città per fare una fotografia sulla situazione attuale. Da via Emilia a viale della Repubblica spostandoci per il centro storico abbiamo chiamato in causa sei negozianti, ognuno specialista nel suo campo, ognuno parte integrante della storia vogherese dal novecento ad oggi. Ad ogni esercente abbiamo posto tre domande, eccole: 1) Com'è cambiato il commercio a Voghera dalla vostra apertura ad oggi? 2) L'hinterland vogherese ha una concentrazione di centri commerciali altissima. Quanto ne risentite di questo aspetto? 3) La vostra ricetta contro la crisi qual è? Il primo punto vendita al quale ci siamo rivolti è Vecchi, rivenditore di articoli per la casa sorto nel 1926, scambiando quattro chiacchiere con il titolare Claudio Vecchi. 1) "Dal giorno alla notte. I volumi che faceva mio nonno sono irraggiungibili, vorrei fare in un anno quello che lui faceva in un mese. La gente nel dopoguerra non aveva nulla e col tempo si è costruita un avvenire. Siamo sempre stati legati a via Scarabelli, prima davanti alla stazione, poi più vicini a via Emila ed ora qui. Dal 2002 abbiamo ridimensionato la struttura concentrandoci sugli articoli per la casa. Gli anni d'oro sono finiti, anche perché il lavoro lo fa il portafoglio ed è sempre più vuoto. Quello che ci porta avanti è la grande passione per la nostra mansione. Inoltre siamo controllati a vista, mentre gli asiatici no. Come al solito due pesi e due misure". 2) "Nel mio settore la grande distribuzione non mi sfiora. Quest'ultimi soffrono più di noi, basta osservare i carrelli nei centri commerciali per vederli vuoti e negli ipermercati tanti negozi chiudono. Il commerciante si deve specializzare sempre di più, per esempio all'interno del mio negozio si trova solo materiale europeo ed italiano. Ma quello che fa la differenza è l'assistenza post-vendita, la ricerca del dettaglio. Da settembre offriremo alla nostra clientela, ogni sabato, eventi di show cooking - una performance dal vivo da parte di un cuoco, ndr - per coinvolgerli maggiormente nelle nostre attività". 3) "La serietà che contraddistingue il professionista dall'avventuriero. Insieme alla serietà, che è l'aspetto primario, ci vuole tanta passione". Per l'abbigliamento abbiamo chiamato in causa Giovanni Troielli della Boutique Paradiso, esercizio in attività in dal 1944. 1) "Ultimamente tutto è in calando. Prima Voghera era punto di riferimento per il commercio in Lombardia e persone da Pavia e da Milano venivano in città per fare acquisti. La sommatoria della situazione in generale è sotto i nostri occhi. Le attività chiudono e c'è scarsità d'iniziativa, i giovedì sera all'inizio hanno portato un certo afflusso di gente che è scemato via via. Non ti viene più voglia di aprire in queste condizioni. Anche la chiusura del tribunale ha peg-

Claudio Vecchi giorato la situazione". 2) "In questi tempi di globalizzazione è impensabile non fare i conti con loro. Questa zona ha dimostrato di avere scarsità di progetti, i pochi sono a breve termine, e non si è pensato di occupare gli spazi in maniera intelligente. I centri commerciali portano la clientela fuori dal centro città in vere e proprie cittadelle, anch'esse in crisi. Oggi il commercio non ha più regole, nella grande distribuzione non esistono orari, le promozioni sono fatte tutto l'anno e le assunzioni danno zero prospettive ai giovani". 3) "Purtroppo bisogna ragionare individualmente, ognuno deve guardare al suo orto. Nelle istituzioni non ci crede più nessuno, dunque faccio per conto mio senza sperare nell'aiuto altrui. Si fanno poche manifestazioni, tutte concentrate in Duomo e di conseguenza ti senti tagliato fuori. Ma sopratutto quello che ci colpisce è la mancanza di regole. Più fai, più ti tartassano, dunque mi chiedo chi ce lo fa fare? Sopravviviamo restando sulla linea di galleggiamento". I fratelli Ceci, Massimiliano e Danilo, gestiscono l'alimentari Ceci - Gusto Italiano presente in via Cavour dal 1973. 1) "Sempre peggiorando. Rispetto ai tempi dell'apertura tutto è stato stravolto. Le abitudini dei clienti completamente rivoluzionate. Ci sono tante problematiche, una di queste è quella legata ai parcheggi in centro a Voghera. Inoltre i giovani non si approcciano più ai negozi". 2) "Ne risentiamo in maniera massima. Loro sotto tutti i punti di vista hanno buon gioco. Per fare la spesa in città devi girare in tre, quattro negozi, mentre nel centro commerciale trovi tutto a portata di mano ed hanno vantaggi come parcheggi e carrelli che noi non abbiamo. La pigrizia delle persone viene coccolata in questi casi. Per non parlare dell'appiattimento della qualità. La grande distribuzione diversifica un range di prodotti che va bene per tutti, portando un abbassamento del livello e dei prezzi. Qui da noi vengono prettamente i 'gastronauti'. Oggi si evita di rinunciare al proprio stile di vita, ma si risparmia sulla spesa. Si compra un pacco di pasta a 0.50€, con in tasca un Iphone da 700€". 3) "Non la conosciamo e se la conoscessimo la metteremmo in pratica. Serve tanta professionalità, ma se non c'è la volontà di indirizzare la gente nelle botteghe nulla si può fare. Ci vuole l'impegno da parte dei cittadini di premiare i negozi di vicinato. Ma se

Giovanni Troielli qualcuno ha la ricetta ce lo dica, noi siamo pronti a collaborare". Il Forno Barbieri è a Voghera dal 1952, ma dal 2015 ha una nuova titolare Katia Mussinelli. 1) "Abbiamo continuato la tradizione di Barbieri, mantenendone anche il nome, riforniamo i Gulliver in città introducendo nuovi prodotti, tra i quali alcuni articoli siciliani, lavorati da mio suocero. C'è stata una rigenerazione dei frequentatori, tanti clienti sono andati, ma nuovi si sono affacciati alla nostra attività. Devo dire che in controtendenza con quello che si vede in giro c'è stato un aumento di compratori. Con otto supermercati da rifornire non ci possiamo lamentare, ma da parte si riesce a mettere via poco o nulla. Ci vuole passione e sacrificio, è da quando ho 17 anni che faccio questo lavoro e come dico sempre morirò panettiere". 2) "I clienti vogliono il pane fresco ed artigianale, fortunatamente. Il pane congelato, detto anche pane dorato, dei centri commerciali, che tra le altre cose costa di più, lo si compra con il paraocchi. In questa zona reggiamo e la nuova 'tendenza' qui non attecchisce. I nostri avventori vengono dai palazzi delle vicinanze e dalle scuole, con un nuovo approccio nei

Massimiliano e Danilo Ceci loro confronti risentiamo meno della concorrenza della grande distribuzione". 3) "Innanzitutto la qualità del prodotto, che parla da solo. Poi come ti comporti con il pubblico, ma il creato che vendiamo è il nostro biglietto da visita. Pane, focaccia, pizza e prodotti siciliani dicono molto. Facciamo fatica e lo Stato cerca di tagliaci le gambe, ma imitando la formica si riesce a restare in piedi".


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Katia Mussinelli Si ha traccia del Bar Ristorante Teatro fin dal 1585, ma dal 1996 è gestito da Sandra Negrini. 1) "Molta meno gente in centro storico e sono cambiate le abitudini, prima trovarsi al bar era consuetudine. Noi lavoriamo in giornata, solo un anno siamo rimasti aperti anche la sera, e puntiamo su di una clientela fissa che da tanti anni è fedele alla nostra attività. Possiamo definirci un locale di tradizione e dato il tempo nel quale ci troviamo, vedendo quello che ci circonda, possiamo dirci abbastanza soddisfatti a fronte della crisi che ci attanaglia". 2) "Il commercio ne ha risentito. I giovani non si trovano più in centro, come dicevo prima, preferiscono incontrarsi all'Iper e così la grande distribuzione ha calamitato, oltre alle nuove generazioni, anche le famiglie. Ora una donna fa tutto direttamente nei centri commerciali, dalla parrucchiera alla lavanderia, per questo motivo tante botteghe in città hanno chiuso. Cerchiamo sempre di fare qualcosa per differenziarci, ma non è facile scontrarsi con i giganti. Sono anni

Sandra Negrini che si punta all'orientamento verso gli ipermercati ed in quest'ottica cerchiamo la luce in fondo al tunnel". 3) "Portiamo avanti la tradizione, quello che siamo, per il resto vedremo. Sicuramente, ad oggi, bisogna guardare l'insieme delle cose ed iniziare a collaborare, tutti insieme, per riemergere". Siamo entrati nel mondo di Moroni - Casa della musica, in via Emilia dal 1927, parlando con la proprietaria Silvia Moroni. 1) "E' cambiato tutto. Una volta il municipio era più vivo, ora tra le tante cose abbiamo anche un problema parcheggi in centro città. La situazione ha portato un decentramento del commercio, il cittadino medio non è invogliato ad acquistare a Voghera. C'è stata qualche apertura serale, ma sull'amministrazione comunale non mi sento di dire nulla. Bisogna incentivare il ripopolamento delle vie centrali, evitando di dare a pioggia permessi per costruire ovunque centri commerciali".

Silvia Moroni 2) "Abbiamo la nostra clientela, anche nuova, che ci è fedele. Diamo molta attenzione al cliente e cerchiamo di essere sempre competitivi. La concentrazione di ipermercati in questa zona è sproporzionata rispetto al bacino d'utenza al quale si rivolge. Gli avventori così si disperdono, anche se rimane una differenza sostanziale, in termini di qualità, tra grande distribuzione e negozi". 3) "Una formula magica non c'è. Bisogna tenere alti gli standard di cortesia rispetto ai colossi del mercato. Seguiamo sia nel post-vendita che durante l'assistenza il consumatore e cerchiamo di essere allineati coi costi. Ci vuole una mano da parte della politica che non si limiti all'intrattenimento, per esempio, adeguando la tassazione e allentando il cappio che ci opprime come commercianti. Diciamo un aiuto più concreto e meno concessioni ai giganti della distribuzione. Ma in tutto questo continuiamo a mettercela tutta".


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ser.t voghera: "ultimamente stiamo riscontrando un ritorno all'eroina"

"Il fenomeno del gioco d'azzardo sta registrando aumenti importanti" Di Valentina Villani

Quello delle dipendenze è un fenomeno preoccupante, purtroppo da moltissimi anni presente e ben radicato in ogni realtà, piccola o grande che sia. Ciò che osserviamo oggi è che le persone sono sempre più tentate nel far uso di sostanze che alterino lo stato di coscienza; una quota fissa del bilancio individuale di ogni soggetto viene così stanziata in maniera stabile e sempre più crescente per questa tipologia di "piacere”, tra cui compaiono appunto le dipendenze. Un fattore molto allarmante poi è che questo "consumo" oggi non è più qualcosa di extra rispetto all’ordinario, ma tende ad integrarsi sempre più nella vita di tutti i giorni. Anche in Oltrepò Pavese i dati registrati dell'anno appena trascorso non sono propriamente positivi. Nel 2015 il Ser.T pavese d'Oltrepò (servizio per le tossicodipendenze) con sede in Voghera, ha avuto in carico globalmente 403 pazienti (la maggior parte di essi tutti lavoratori), con varie dipendenze tra alcool, gioco d'azzardo e sostanze stupefacenti in genere. Per quanto riguarda il primo semestre dell'anno in corso si sono registrati numeri più o meno uguali rispetto a quello passato, ad esempio gli eroinomani che erano 225, oggi sono 229. Cifre così considerevoli ci dimostrano come questa sostanza sia "tornata in voga" rispetto agli anni '90, in cui si evidenziava un calo piuttosto notevole. In concomitanza al ritorno dell'eroina si sta inoltre assistendo al suo uso in vena, come ci spiegano Cinzia Priora, responsabile medico Ser.T pavese d'Oltrepò e Francesca Fuschi, assistente sociale per la sede di Voghera. "Ultimamente stiamo riscontrando un ritorno all'eroina, cosa che non vedevamo da almeno vent'anni . Negli anni passati avevamo evidenziato un importante calo degli eroinomani, inoltre l'utilizzo dell'eroina avveniva in maniera diversa. La siringa sembrava quasi scomparsa, infatti i pochi utilizzatori prediligevano fumare o sniffare: questo ritorno all'uso in vena comporterà anche tutta un'allerta di malattie infettive causate proprio dallo scambio delle siringhe, inoltre iniettare l'eroina direttamente in vena significa diventare dipendenti della sostanza quasi immediatamente. Un altro fattore non trascurabile è l'età dei consumatori, un dato molto preoccupante riguarda gli ingressi di pazienti dipendenti da eroina che varia dai 18 ai 22 anni". Anche per quel che riguarda cocaina e cannabis i numeri dei pazienti registrati rispetto allo scorso anno sono stazionari: "diciamo che per quel che riguarda le sostanze specifiche il trend è più o meno sempre costante - proseguono Priora e Fuschi - di conseguenza non vi sono diminuzioni o aumenti sostanziali, fatta eccezione per la dipendenza del gioco d'azzardo". Il gioco d'azzardo è senza ombra di dubbio un fenomeno che sta prendendo sempre più piede all'interno della nostra società: presso il Ser.T pavese d'Oltrepò quanti ingressi si contano? "Il fenomeno del gioco d'azzardo patologico sta registrando aumenti sempre più importanti. Attualmente abbiamo in carico una decina di giocatori e per una realtà come Voghera è senz'altro un numero considerevole. Purtroppo le dipendenze da gioco d'azzardo vanno sempre più in crescendo, inoltre quello del gioco è una patologia che spesso, rispetto ad altre, si

Cinzia Priora fatica più a riconoscere: ecco perché nella maggior parte dei casi i giocatori si rivolgono a noi quando sono già oltre il limite". Qual è la fascia d'età più colpita nel gioco d'azzardo? "Solitamente per il gioco d'azzardo l'età dei colpiti è alta e varia. Diciamo che si parte dai 30 fino ad arrivare ai 50 anni, ma abbiamo avuto anche pazienti over 60". Tornando ai pazienti in carico per l'anno appena trascorso, il totale registrato è di 403: quanti di questi uomini e quante donne? "Il fenomeno delle dipendenze è sempre maggiore negli uomini rispetto alle donne, questo è un dato che non è mai cambiato rispetto al passato. Nell'anno appena trascorso abbiamo registrato 331 ingressi maschili, contro 72 femminili per un totale, come già accennato prima, di 403 soggetti. Per le sostanze stupefacenti il totale ingressi è di 337, di cui 280 uomini e 57 donne; per il gioco patologico solo uomini e infine per l'alcool il totale registrato è di 75 soggetti: 56 uomini e 19 donne. Rispetto al numero degli utenti, il bacino di Voghera è quello che tratta il maggior numero di alcolisti". La cannabis viene classificata come "droga leggera", voi cosa pensate a riguardo? "Nell'immaginario collettivo si pensa che usare cannabis sia molto meno pericoloso che usare altre sostanze, ma in realtà non è così. Quella quella di oggi non è più la cannabis degli anni passati, arriva da paesi dell'est dove viene modificata geneticamente e tagliata con sostanze chimiche, provocando effetti dieci volte più potenti dal punto di vista dei recettori che, in modo particolare, influiscono in maniera psicotica provocando scompensi importanti nei ragazzini. In alcuni casi le sostanze cannabinoidi hanno portato diversi accessi in psichiatria di ragazzi dai 18 ai 20 anni con gravi scompensi: i soggetti colpiti alcune volte riescono a rientrare, altre volte no, arrivando alla schizofrenia, nonostante avvenga comunque un interruzione dell'utilizzo della sostanza. Questo è un fattore da non sottovalutare, purtroppo solitamente si pensa che il ragazzino che fuma non si danneggi poi così tanto, ma non è così: all'interno di un cervel-

lo in evoluzione, in cui c'è ancora questa plasticità neuronale e l'uso di questa cannabis tagliata è pericolosissimo". Passiamo alle cosiddette "droghe moderne", meglio conosciute come smart drug "Al momento, per quanto riguarda il Ser.T, gli ingressi per questa tipologia di droga sono limitati, tuttavia la tossicologia conosce molto bene il fenomeno. Sono parecchi i ragazzini, spesso minorenni, che hanno accesso in pronto soccorso o addirittura in rianimazione. Queste sostanze sono ancor più preoccupanti, poiché vengono acquistate attraverso il web in modalità particolari, di conseguenza è anche difficile capire ciò che hanno preso i ragazzi ricoverati. Spesso si tratta di molecole talmente varie e nuove che non si riesce nemmeno a testarle tutte". Cosa pensate sia importante per cercare di sconfiggere o quanto meno diminuire il fenomeno delle dipendenze? "Fondamentale è la prevenzione. Rispetto ad un tempo, oggi all'interno della nostra società la prevenzione è senz'altro attiva, soprattutto nelle scuole, ma non ancora a livello sufficiente per riuscire ad arginare questo grande problema". Come operano i Ser.T per il recupero di un soggetto? "La grande ricchezza dei Ser.T sta nel lavoro di equipe. Presso le nostre strutture non esistono programmi standard, ma personalizzati e condivisi prima di tutto con il soggetto che necessita il nostro intervento. Forniamo un aiuto alla persona che non vuole essere solo farmacologico, ma un percorso specifico e mirato a 360 gradi, proponendo un programma variegato, in cui collaborano tutte le figure professionali presenti all'interno del nostro centro. La parte più difficile della tossicodipendenza non è il percorso della cura da un punto di vista farmacologico o psicologico, ma il riuscire ad evitare la ricaduta: è qui che sta il lavoro più grosso, la nostra sfida è il dopo". Concludono Priora e Foschi: "la nostra missione è spesso difficile, ma anche carica di emozioni sotto ogni punto di vista. Se in ognuno di noi non fosse presente una grande passione, unita alla professionalità, non potremmo svolgere un lavoro come questo".


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PAOLA FOSSATI: "LE BUONE IDEE SI SCONTRANO CON UN MARE DI DIFFICOLTà"

Di Serena Simula

Fare rete, sostenersi a vicenda, collaborare per il bene del territorio e dei suoi cittadini: è questo lo scopo della Consulta del Volontariato del comune di Voghera, un organo poco conosciuto ma molto attivo con lo scopo di coordinare le oltre sessanta associazioni di volontariato presenti a Voghera e dintorni. A presiedere la consulta dal 2014 è Paola Fossati, ormai al suo terzo mandato, che abbiamo intervistato per capire non solo come si muove la consulta ma anche quali sono gli obbiettivi che si pone, i progetti che intende portare a termine e le difficoltà che si trova ad affrontare. Cominciamo dall'inizio: cos'è esattamente la Consulta del Volontariato? "La consulta è un organo comunale che riunisce i rappresentanti di tutte le associazioni di volontariato del territorio. Per semplificare il lavoro le abbiamo divise in cinque aree di pertinenza: disabilità, disagio sociale, famiglia, dipendenza e generazioni. All'interno di queste macrocategorie rientra davvero di tutto, dagli scout alle associazioni animaliste, dalle grandi organizzazioni come la Protezione Civile, la Croce Rossa o l'Anffas fino ai gruppi sportivi. Ogni settore ha a sua volta un rappresentante incaricato di raccogliere proposte e problemi". Che arrivano poi sulla sua scrivania... "Arrivano in assemblea, più che altro, e se ne discute insieme. La consulta serve infatti sia a fare da tramite con il comune e l'assessorato di riferimento (anche se adesso possiamo rivolgerci solo al commissario), che a integrare le attività delle varie associazioni in modo da fornire assistenza ad ampio raggio al cittadino. Per esempio: se ho problemi economici e mi rivolgo a un'associazione che si occupa di disagio sociale, quest'ultima può, proprio grazie alla consulta e ai legami che instaura, rivolgersi a un'altra associazione che possa assistermi anche in caso io abbia un parente disabile. Sarà quindi la prima associazione a contattarne un'altra e così via, creando

Paola Fossati una vera e propria catena di solidarietà". Diceva prima che vi riunite in assemblea. Da poco, però, non avete più uno spazio a disposizione. "Infatti, questo è uno dei nostri problemi più urgenti. Fino a prima del commissariamento utilizzavamo gli spazi comunali, e in particolare la sala giunta, ma negli ultimi tempi è diventato più complicato a causa del commissariamento. Così abbiamo fatto qualche incontro alla Casa del Pane adiacente alla parrocchia dei Barnabiti, nella sala che da progetto sarebbe dovuta diventare proprio un punto di riferimento per l'associazionismo. Purtroppo così non è, e don Michele Chiappuzzi ci ha espressamente invitato a riunirci altrove". Non è un mondo facile, quello del volontariato. "No, perchè spesso le buone idee si scontrano con un mare di difficoltà di diverso genere. Per esempio, da anni lavoriamo al progetto di creare un centro diurno in cui svolgere corsi e attività e in cui ospitare in maniera produttiva non solo un'utenza di strada ma anche pensionati con reddito minimo, badanti e persone a vario titolo in difficoltà. Uno spazio che, a questo

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"Don Chiappuzzi ci ha espressamente invitato a riunirci altrove"

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punto, potesse diventare anche una sede per la consulta. Purtroppo dopo un iniziale interessamento da parte del comune (nella persona dell'allora assessore Carbone) la richiesta si è persa nei meandri delle perizie dell'ufficio tecnico, e ad oggi stiamo ancora aspettando di sapere qualcosa". Sembra che sia soprattutto un problema di spazi, quindi. "Sì, gli spazi su Voghera sono uno dei nostri crucci più grandi. Sono difficili da ottenere e quando ci si riesce non sempre finiscono in mano a persone serie capaci di gestirli: quasi tre anni fa, per dirne una, l'assessore Baggini riuscì a farsi concedere tre appartamenti dall'Aler con l'idea di riqualificarli e di utilizzarli per le emergenze. Furono affidati alla cooperativa Agape, che a sua volta ne diede uno all'associazione Chiara. Ecco, quest'ultimo ospita quotidianamente donne vittime di violenza, mentre i primi due sono ancora in attesa di ristrutturazione, e tra pochi mesi torneranno in mano all'Aler. Eppure ci sono tante associazioni che sarebbero disposte a prendersene cura e a farli funzionare, anche perché la necessità su Voghera è davvero impellente". Diceva all'inizio che ci sono circa sessanta associazioni iscritte alla consulta. Un bel numero. "Un bel numero, sì, anche se non è questo che mi interessa. Io ammetto le associazioni all'interno della consulta quando hanno almeno un anno di attività sul territorio e pretendo serietà e impegno. Il mondo del volontariato vogherese, devo dire la verità, è molto attivo e pieno di iniziative, non c'è area che non riesca a coprire. Quello che serve, forse, è un po' più di promozione del volontariato, più conoscenza da parte di un cittadino che andrebbe coinvolto sempre di più. È anche questo il senso del Festivol, il festival del volontariato che da qualche tempo si svolge ad ottobre e che anche quest'anno tornerà in piazza Duomo per avvicinarsi alle persone".


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Fabio tordi: "SONO UN FOLLE SANO A PIEDE LIBERO"

di

Christian Draghi

Commerciante, comico, rapper del web. Fabio Tordi è un vogherese certamente poliedrico e portatore sano di una buona dose di follia. "Basta con ‘sto teatro sociale, costruiremo un parcheggio a più piani". "Voghexit: Voghera uscirà dall’Oltrepò…per entrare in Monferrato". O ancora, "Asfaltare piazza Duomo? Si può fare: mai più quei fastidiosi ciotoli!". Se vi fosse capitato di imbattervi su facebook nei proclami della lista "Asfalto Che Ride" sarà difficile che riusciate a trattenere una risata. Il faccione sui manifesti fake, con dietro l’autoporto di Voghera che campeggia stile Colosseo, è proprio quello del 42enne commerciante vogherese con l’hobby della satira politica. Allo stesso tempo, se su youtube vi fosse capitato di seguire le imprese canore del rapper "Bob Loser", sappiate che si tratta di un’altra maschera dello stesso Tordi. "Asfalto Che Ride" paga un tributo al personaggio di Carcarlo Pravettoni, l’imprenditorepolitico inventato del comico toscano Paolo Hendel che spopolava a Mai Dire Gol anni fa. "Asfalto Che Ride era il nome della finta lista creata da Pravettoni quando decise di candidarsi alle elezioni" racconta Tordi. "Un personaggio che ho amato alla follia". Ed è sempre con un bel pugno di (sana) follia che il commerciante vogherese, titolare di un negozio d’abbigliamento in via Cavour, ha deciso di crearsi il "suo" di personaggio, il rapper "sfigato" Bob Loser. Ma andiamo per ordine. Tordi, come le è venuta l’idea di "Asfalto Che Ride"? "L’idea vera e propria è venuta per caso, durante le scorse elezione comunali quando il numero dei candidati era così alto che era impossibile non conoscerne qualcuno personalmente. Qui si candidano tutti, mi sono detto, per cui devo candidarmi anch’io. E l’ho fatto, solo che per finta. All’inizio mi era venuta l’idea di realizzare qualche vignetta per prenderli un po’ in giro e a quel punto ho pensato a Hendel e al suo Pravettoni, che aveva deciso di candidarsi proprio con la lista Asfalto Che Ride. Diciamo che ho allargato il suo partito! Insieme all’amico Michele Orione abbiamo deciso di iniziare questa finta campagna elettorale parallela e di bacchettare un po’ la politica locale con una vignetta al giorno fino alle elezioni". Poi? "Poi abbiamo notato che la cosa stava avendo successo sul web, e gli amici chiedevano di più, per cui abbiamo proseguito. Dalle vignette siamo passati ai video con Asfalto tv, sketch alla Mai Dire Gol, con finte interviste e altre stupidate per cui abbiamo una naturale propensione". La vostra comicità prende direttamente spunto dall’attualità vogherese ed è piuttosto diretta. Come la definireste? "Una comicità da bar direi. Nel senso che la formula che abbiamo scelto dall’inizio è basata sulla mia foto con la fascia tricolore, l’autoporto come sfondo e slogan con proposte assurde. Cose che magari potresti dire da semi serio al bar, tipo: ma basta con sto teatro sociale, fateci un parcheggio, oppure, asfaltate piazza duomo. Cose assurde, ma non troppo". Nel senso che qualche proposta del genere potrebbe anche essere presa sul serio?

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"La politica? Qui a Voghera ci si prende un po' troppo sul serio"

Fabio Tordi "Sono battute, ma io come commerciante devo ammettere di essere favorevole all’asfalto e ai parcheggi! Il vogherese è super pigro, va nei negozi se può posteggiare praticamente all’ingresso altrimenti preferisce il centro commerciale!". Qual è il suo rapporto con la politica? Anche se solo per prenderla in giro, bisogna comunque conoscerla e seguirla…mai pensato di candidarsi sul serio? "La politica mi ha sempre interessato e da giovane avevo anche militato in Forza Italia. Però credo che sia una cosa seria e che vada fatta da persone serie, anche se prenderle un po’ in giro ci sta perché, soprattutto qui a Voghera, ci si prende un po’ troppo sul serio. Si litiga per qualsiasi cosa. Non mi candiderò davvero, anche se mi piacerebbe scoprire in quanti alla prossima tornata scriveranno Asfalto Che Ride sulla scheda". Dai falsi amici d’infanzia dei politici al "commissario Plutonio", colpite in modo piuttosto bipartizan con i vostri personaggi. Qualcuno si è arrabbiato? "Su oltre 160 vignette solo una volta qualcuno non l’ha presa tanto bene, per cui va molto bene". Come nascono i vostri sketch? "In modo molto estemporaneo e quasi del tutto improvvisato. Io e il mio socio Michele Orione ci sentiamo magari la mattina e ci incontriamo poi il pomeriggio per realizzarli". Sviluppi futuri? "Ci avevano proposto di fare una specie di Striscia la Notizia locale, con inchieste e tutto il resto, ma è troppo impegnativo e rischiamo di perdere la freschezza e l’estemporaneità della cosa. Ci limitiamo a seguire le notizie e colpire quando siamo ispirati". Del rapper Bob Loser invece cosa ci dice? "Bob Loser è il mio alter ego rapper. Fin da ragazzo ho sempre amato quel tipo di musica, solo che ero

troppo timido. Ora le cose sono cambiate, crescendo sono diventato l’opposto e non mi vergogno più di nulla. Anzi, diciamo che con Bob Loser ho realizzato un mio sogno". Il nome, Bob Loser, in inglese "Bob il perdente", non è proprio da figo… "Mi piace il personaggio del rapper emarginato all’americana, considerato ‘fuori’ o semplicemente ‘sfigato’, come il titolo dell’ultimo video che ho realizzato per la rete. Eppure il messaggio che voglio mandare è che, nonostante tutto, tanto sfigati Bob e io non lo siamo. Abbiamo semplicemente valori diversi da quelli dei cosiddetti ‘fighi’". Quanto di Fabio c’è in Bob? "Molto più di quanto non si possa pensare. Nei testi parlo di quello che vedo e vivo, in particolare il tema delle finte amicizie ritorna spesso. Ma anche in questo caso, come per Asfalto Che Ride, si tratta di un gioco. Mi piace usare facebook per quello che è, ovvero un grande inganno, un posto dove chiunque può fare, dire o essere ciò che vuole. Per me è una specie di esperimento sociale, mi piace fare cose e vedere la reazione della gente". Con tutti i suoi personaggi rischia la schizofrenia. Chi è Fabio Tordi? "Direi che si potrebbe definire un folle sano a piede libero! A scuola non avevo voglia di studiare, poi senza l’obbligo di studiare ho preso due lauree, ingegneria informatica ed economia. Per un certo periodo della vita ho avuto quattro lavori. Gestivo un pub d’estate, ero consulente di una società di sviluppo siti a Voghera ed ero sviluppatore software a Milano e allo stesso tempo avevo il negozio a Voghera. Per un anno, nel 2006, avevo anche cercato fortuna a Londra, facendo il lavapiatti. Diciamo che sono cose che ti segnano, forse tutto è partito da lì, anche se sono passati molti anni".


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"il grosso debito con l'Unione dei Comuni pari a 700 mila euro"

Di Valentina Villani

"A Pizzale? Vincono improvvisazione e incompetenza" - non usa mezzi termini il capogruppo di minoranza Vincenzo Faiello parlando dell'amministrazione comunale capitanata dall'attuale primo cittadino Sonia Grazioli, neo eletta lo scorso anno l'indomani del commissariamento del comune di Pizzale. Nel mirino della minoranza l'uscita dall'unione dei comuni ma anche problematiche legate al bilancio. Il tutto riassunto in una sola frase: "il sindaco non sa nulla di amministrazione". Faiello, che problemi ci sono stati con il bilancio? "Il bilancio è stato presentato in ritardo, chiaramente poichè hanno avuto grandi difficoltà nel prepararlo a causa della grande incapacità della giunta in materia. Questo ritardo ovviamente ha comportato una diffida da parte del prefetto verso il sindaco e tutti i consiglieri, insieme con l'obbligo perentorio di presentare il documento entro e non oltre 20 giorni dalla diffida inviata. Così, finalmente pronto il bilancio, ci accorgiamo che questo presenta a nostro avviso diversi brogli: per questo motivo ci siamo rivolti alla Corte dei Conti, dove abbiamo presentato un dossier a riguardo ed ora attendiamo loro comunicazioni" Perchè secondo voi è stato presentato in ritardo? "La verità è che c'è un' incompetenza totale in ambito amministrativo all'interno dell'amministrazione Grazioli. Si pensi che alla mia domanda di chi fosse l'assessore al bilancio, nessuno di loro ha saputo dirmi di chi è quest'incarico e anzi, addirittura si è presentato un consigliere dicendo di essere il titolare della delega, cosa non vera e che gli ho fatto prontamente notare in quella sede: credo che solo questo basti già per spiegare tante cose di quest'amministrazione. Anche lo scorso anno il bilancio fu presentato in ritardo, tanto che per legge, ora devono restituire una parte di IMU, evento che si verificherà anche per il nuovo bilancio così come prevede la legge, poichè quando non vengono rispettati i tempi di consegna del documento, le tariffe in aumento non possono essere applicate poichè si commetterebbe un abuso". Uscita dall'Unione dei Comuni: può spiegarci cosa è accaduto? "Lo scorso 30 giugno, poco dopo terminate le elezioni e quindi il suo ingresso in comune, il sindaco decide di uscire dall'Unione dei Comuni con Cervesina e Pancarana. Chiaramente noi ci siamo messi subito di traverso, perchè non eravamo assolutamente d'accordo, ma a nulla è servito. Il danno eventuale da pagare per l'uscita, nonostante l'avessimo richiesto, non ci è mai stato comunicato e anzi, si sono arrampicati sugli specchi senza rispondere. Poco tempo dopo però, scopriamo finalmente il grosso debito con l'Unione dei Comuni pari a 700 mila euro". Perchè l'amministrazione ha scelto di uscire dall'Unione? "La maggioranza dice che il motivo è la mancanza di un valido corpo dei vigili all'interno dell'Unione, fatto che avrebbe scatenato l'uscita, preferendo forse una convenzione con un corpo di polizia, poichè all'interno dell'Unione c'era solo un vigile che faticava a coprire Cervesina, Pizzale e Pancarana. Così l'amministrazione si è mossa per attivare una convenzione con Agorà (Unione dei Comuni di Lungavilla e Verretto), per avere finalmente un valido corpo dei vi-

PIZZALE

La minoranza: "Il Sindaco non sa nulla di amministrazione"

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Vincenzo Faiello gili che potesse presidiare la nostra cittadina. Peccato che dopo qualche mese Agorà si è sciolta, peccato che poco tempo dopo si è scoperto che la convenzione era stata firmata sì, ma solo per un accordo con la polizia amministrativa e non per il pattugliamento: oggi la convenzione in sostanza non esiste poichè è stata fatta solo parzialmente". Che idea vi siete fatti per questo episodio? "Sono convinto che il sindaco Grazioli non abbia capito molto di questa convenzione, purtroppo non comprende quale sia il significato di amministrare, questa maggioranza va avanti in modo scellerato, non sono neanche stati in grado di mostrarmi i documenti di questa convenzione". Perchè hanno fatto una convenzione con Agorà qualche mese prima del suo scioglimento? "Non lo sappiamo, non si capisce ancora il motivo di questa scelta, a tal proposito le abbiamo posto diverse domande in consiglio ma non ci sono state fornite spiegazioni esaustive". Pensate che il servizio di vigilanza sia stato un pretesto per uscire dall'Unione? Avete un'idea precisa di quali siano le motivazioni reali di quest'uscita? "Maurizio Fusi, sindaco di Pancarana e Daniele Tramaschi, sindaco di Cervesina (gli altri due comuni facenti parte dell'Unione ndr) sono veri politici e persone capaci nel loro lavoro. Il sindaco Grazioli probabilmente ha avuto paura di un confronto diretto con due persone come loro, poichè avrebbero scoperto la sua incapacità amministrativa. Poi è anche vero che c'erano situazioni di gravi debiti all'interno dell'Unione ma sono convinto che il motivo principale sia stato dovuto alla consapevolezza che ha il sindaco Grazioli della sua incapacità". Prima parlava di incapacità di amministrare:

all'interno di questa gestione comunale i componenti sono tutti alla prima esperienza? "No, non sono tutti alla prima esperienza. La loro incapacità nasce dal fatto che il sindaco non ha alcuna esperienza, non avendo mai espletato politica. E' vero che all'interno della passata amministrazione era assessore, ma non ha mai fatto politica e non sa nulla di come va amministrato un comune. Un sindaco deve sapere e poter dare delle risposte alla cittadinanza e chi non è in grado di svolgere questa mansione di fatto è incompetente. C'è un fatto poi che, al solo pensiero, fa rabbrividire: il sindaco Grazioli ha firmato un documento in cui era l'autorità delegata dirigenziale, ma il sindaco non può essere autorità delegata dirigenziale, così i giudici del TAR, verificata la situazione, hanno condannato il sindaco perchè il dirigente può essere solo il commissario comunale". Come ha rimediato il Sindaco a questo "impiccio"? "Vuole sapere cosa ha fatto? Ovviamente nomina il vice sindaco come autorità delegata dirigenziale: altro grave errore perchè, se non era competente il sindaco come possono pensare che lo sia il vice sindaco?". Un altro problema grave mai risolto è il PGT - conclude Faiello - abbiamo più volte chiesto al sindaco di pubblicare il PGT, perchè in questo modo avremmo dato la possibilità alla nostra cittadina di poter costruire e realizzare diverse cose, che al momento non si possono fare e mancano da ormai 4/5 anni. Ma anche questa mozione non è mai stata portata in discussione all'interno del consiglio, dicendo che l'argomento era già stato discusso: cosa assolutamente non vera".


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"immettiamo nei laghi solo specie autoctone"

Di Giacomo Braghieri

Intervista a Luigi Moroni presidente dell'associazione no profit Associazione Sportiva Dilettantistica Pescatori Lungavilla. La pesca al pari della caccia conta migliaia di appassionati in tutto l'Oltrepò. Pescatori e cacciatori condividono l'amore per la natura e una profonda conoscenza dei problemi ambientali. La pesca in più della caccia ha il fatto che la si pratica sin da bambini, e il pescato può essere sempre rilasciato. La situazione dei corsi d'acqua in Oltrepò è critica sia per politiche di prelievo di materiale ghiaioso effettuato senza nessuna logica ecologica sia per l'immissione di specie ittiche aliene come il siluro che hanno devastato il già precario equilibrio ittico dei nostri fiumi. Alcuni pescatori di Lungavilla capirono lo stato di degrado già decine di anni fa e da una associazione di appassionati è stato gestito il parco palustre in modo tale che oggi ha ottenuto lo status di riserva naturale. Quando è nata questa realtà? "È nata nel 1977, sono ormai 40 anni che esistiamo grazie al gradimento dei pescatori di tutto l'Oltrepo, e non solo, che consideriamo amici e compagni di pesca". Come è nata? "La società di pesca è nata dalla volontà di alcuni amici che condividevano la stessa passione per la pesca e il desiderio di preservare questa attività venatoria. Erano meno di dieci e fondarono l'associazione di pescatori a Lungavilla". Anche se avete un buon sito web che vi racconta, ci descrive in breve come è strutturato il parco palustre? "Il sito non è dell’ASDPL ma del comune di Lungavilla, e noi come associazione sportiva dilettantistica, come società no profit, gestiamo le acque dell’ex Parco Palustre. La riserva naturale ha una biodiversità dovuta alle differenti caratteristiche dei laghi e all'immissione in questi di diverse specie di pesci. Non andiamo a caso nelle immissioni, seguiamo le regole dovute al nostro status di riserva naturale, immettiamo nei laghi solo specie autoctone". La biodiversità comporta diverse tecniche di pesca e l'osservazione diretta di una grande varietà di fauna migratoria e stanziale. Da dove prendete gli avannotti? "Abbiamo una convenzione sia con pescatori di professione del Po e del Ticino che con allevamenti, ci riforniamo solo di specie autoctone, a parte qualche immissione di trote nella cava n. 1". Ci parla dei vantaggi e degli svantaggi, anche in termini amministrativi, della riserva naturale? "Pochi fino ad ora gli svantaggi, siamo consapevoli che essere Riserva Naturale è un onore ed un premio alla passione di tutti i nostri soci. Il Parco Palustre aveva già regole amministrative ed ecologiche di standard elevato". Chi frequenta le cave? "I nostri soci, che con il tempo aumentano, e di questo siamo loro grati e allo stesso tempo orgogliosi, tanti appassionati di pesca che, partendo da una tessera associativa principianti, consente loro di pescare in cinque cave con diverse tecniche per la buona presenza di specie ittiche differenti, dall’ alba al tramonto". Chi sono i vostri soci? "Sono rappresentate tutte le generazioni. Siamo felici di avere come iscritti bambini, ragazzi e ragazze,

LUNGAVILLA

"Inquinamento delle acque e incuria, due vecchi problemi dei nostri affluenti"

Luigi Moroni, Giancarlo De Paoli, Bruno Contin, Valerio Montini famiglie. I bambini e i pensionati hanno tessere associative a tariffa agevolata". Ragazze? Ma non vanno solo alla stadio? "Sembra strano ma la presenza femminile è in crescita. Vengono a pescare o semplicemente insieme alla famiglia o agli amici per passare una giornata all'aperto. È vero che siamo dei laghi di pesca ma siamo anche una riserva naturale di pregio". Fate attività agonistica? "Sì, qualche gara sociale, una gara a carattere provinciale settore Master, ed una settore Seniores". Quali prede si pescano nelle gare? "Ciprinidi, carpe autoctone e carpe a specchi". Ci sono altre specie pescabili? "Un lago è dedicato alle trote iridee e predatori in genere, negli altri ci sono lucci, black bass, persici ed i ciprinidi della valle del Po. Il lago 6 è dedicato alla pesca no kill mentre altri due sono zone di riserva, in tutto ci sono sei cave con caratteristiche morfologiche differenti, dove è consentito trattenere il pescato nel limite consentito". Come vi sostenete? "Con le entrate delle tessere associative e grazie alle agevolazioni del comune di Lungavilla che ci permette la gestione di parte delle acque all’interno della Riserva Naturale, prima Parco Palustre". Qual è il periodo migliore per frequentare il parco? "Per quanto riguarda la pesca sportiva, per le caratteristiche della nostra fauna ittica, il periodo da luglio a fine settembre. Per visitare la Riserva Naturale e scoprirne la flora e la fauna sicuramente primavera ed autunno". Cosa pensa della situazione ittica ed ecologica del bacino del Po e dei suoi affluenti oltrepadani? "Purtroppo i nostri affluenti ed i fiumi risentono pesantemente dell’inquinamento delle acque e dell’incuria per la mancata pulizia delle sponde e dei letti. A questi due vecchi problemi si è aggiunta la presenza di un’enorme quantità di cormorani e di siluri. Tutto ciò sta rendendo impossibile la preservazione di tantissime specie di pesci autoctoni". I cormorani per voi sono un problema? "Sì, abbiamo una colonia stanziale di circa ottanta esemplari, sono animali infestanti molto voraci. Per noi sono un problema soprattutto per l'immissione degli avannotti selvatici". Infestanti? "Sono comparsi negli ultimi 20 anni, nidificano e si alimentano esclusivamente di pesce. I gabbiani sono arrivati con le discariche, i cormorani per la penuria di pesce in generale. Per noi il problema è che non riusciamo ad immettere pesci come le alborelle, i triotti o gli avannotti in genere perchè vengono su-

bito decimati da questi uccelli. Li consideriamo più dannosi dei siluri". Cosa ne pensa del siluro? "I siluri non sono i soli pesci alieni, sono comparsi di recente, sicuramente sono i più dannosi vista la stazza che raggiungono e le abitudini alimentari carnivore. Io pratico pesca no kill ormai da decenni ma se dovessi catturare un siluro lo sacrificherei. Gattili e canili penso saprebbero cosa farne delle carni". Che tipo di pesca pratica? "Io personalmente pratico la pesca con roubaisienne, la canna fissa, e la bolognese. Pratico da almeno 30 anni solo pesca no kill". Ha avuto dei maestri? "Principalmente io individuo come tali quelli di vita, uomini che mi hanno insegnato ad apprezzare questo sport, a rispettare e tutelare la natura, con la speranza che anche i nostri figli possano godere di quanto di bello abbiamo nel nostro territorio che va dal Po al Trebbia. Il primo fra tutti è stato mio padre, poi chi mi ha preceduto come presidente dell’associazione e cari amici, alcuni non ci sono più. Mi hanno tramandato i loro valori insieme alle tecniche di pesca". Da pescatore cosa direbbe a un politico? "Principalmente di riflettere sul degrado crescente della qualità delle nostre acque, di battersi per abbassare l’inquinamento e lo stato di incuria in cui versano fiumi e torrenti. Tutti comunque ci dovremmo impegnare a fare il possibile per migliorare la situazione. Noi siamo pronti a parlare della nostra esperienza, noi e molti altri pescatori, cacciatori, naturalisti o semplici amanti della natura. Tutti dovremmo ricordarci al momento giusto di chi ci vuole divisi, di chi fa qualche cosa e di chi fa solo promesse. Aggiungo che i cacciatori e i pescatori sono appassionati soprattutto della natura. Spesso hanno avuto questa passione tramandata. Non tutti pescano o cacciano solo per uccidere il pesce pescato o l’animale avvistato. Io pratico da almeno 30 anni solo pesca no kill. Conosco cacciatori che privilegiano una buona passeggiata con i loro cani che abbattere le prede". Collaborate con altre realtà sociali? "Organizziamo un corso di pesca per i ragazzi del grest della parrocchia di Lungavilla, ospitiamo giornate di visita alla riserva organizzate da istituzioni ed associazioni locali che operano nel settore sociale". Tre consigli a un giovane pescatore "Spero che la pesca lo aiuti ad apprezzare e rispettare la natura. Quello che oggi è una giornata di pesca divertente con un parente o con amici fra molti anni sarà un ricordo prezioso. Bisogna portare tanta pazienza e rispetto per apprendere tutta l'esperienza, i segreti dei maestri”.


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SILVANO PIETRA

"non abbiamo la presenza di un Parroco fisso, figura fondamentale"

Calderini: "Le nostre attività commerciali sono in forte calo rispetto al passato" Di Pierfilippo Saviotti

Luciano Antonio Calderini, eletto sindaco di Silvano Pietra alle scorse elezioni comunali del 2015 ci parla della situazione generale del suo comune e i rapporti con le realtà limitrofe. Sindaco Calderini, la situazione attuale del comune di Silvano Pietra rispecchia quella dei piccoli comuni del nostro Paese? "Purtroppo sì, non è una bella situazione. I finanziamenti che lo Stato eroga ai comuni sono in diminuzione, quindi le piccole realtà come la nostra sono in grossa difficoltà. Riusciamo a stento a svolgere i servizi necessari e obbligatori, cioè la spesa corrente necessaria al funzionamento del comune e qualche altro minimo intervento". Le attività commerciali del suo comune hanno risentito di questa situazione? "In parte sì, purtroppo anche le nostre attività commerciali sono in forte calo rispetto al passato. Era presente un negozio di alimentari con la licenza tabacchi che purtroppo ha chiuso. Abbiamo però l’edicola, che provvisoriamente è collocata nello stabile del Municipio, che verrò spostata nel locale dell’ex negozio di alimentari, da cui erediterà la licenza tabacchi. È gestita da un ragazzo giovane e volenteroso, quindi speriamo di riuscire ad incrementare l’attività e a portare più gente, contando sul fatto che è l’unica edicola rimasta tra il nostro comune e quelli di Casei Gerola e Corana. Come altre attività presenti, abbiamo i capannoni nella strada verso Corana, si tratta di una ditta metalmeccanica e di una di logistica e trasporti. Per ora stanno bene, con la speranza che riescano a resistere anche in futuro. Da ultimo abbiamo la fonderia Imic che è qui da molti anni e fa parte di un gruppo tedesco. E poi contiamo sulla riapertura della Diaspa e dell’ex Italiana Pellet di Corana, per le quali speriamo vengano riassunti tutti i dipendenti residenti nel nostro comune". Silvano Pietra è un comune fortunato dal punto di vista logistico, essendo vicino all’autostrada per Milano ed essendo al centro di due importanti strade provinciali di collegamento. Questo può essere un vantaggio dal punto di vista commerciale, turistico e culturale? "Io credo proprio di sì, anche perché il nostro comune è ricco di luoghi di interesse. Abbiamo la chiesa principale che ospita affreschi e quadri di pregio, poi c’è l’oratorio presente in un’altra piccola chiesa che è molto interessante dal punto di vista storico e artistico. Inoltre abbiamo due quadri di Lucrezia Quistelli, una delle migliori ritrattiste del XVI secolo a detta di Giorgio Vasari e un dipinto del Procaccini che ritrae San Carlo Borromeo, presente sopra la porta d’ingresso della chiesa e restaurato di recente. Noi cerchiamo di valorizzare costantemente le nostre bellezze anche con l’organizzazione di eventi per cercare di portare più gente possibile. Recentemente abbiamo avuto contatti con il Touring Club di Pavia che si è offerta di mandare propri volontari per organizzare eventi legati alla promozione di questi nostri beni". A proposito di organizzazione di eventi, per i giovani avete pensato a qualche attività in particolare? "Per i giovani noi disponiamo di un centro polifunzionale con un campo da calcio, una palestra e un

Luciano Antonio Calderini campetto. Bisogna in ogni caso tener presente che siamo una realtà di 700 abitanti, con pochi giovani. Purtroppo non abbiamo la presenza di un Parroco fisso, figura che nei piccoli comuni come il nostro è fondamentale per l’aggregazione e l’organizzazione di attività legate ai giovani. Il comune purtroppo non ha personale qualificato da dedicare a queste attività". Qual è il vostro rapporto con i comuni limitrofi? "Noi siamo in Unione con i comuni di Corana e di Cornale – Bastida. L’unione con Corana va avanti già da parecchio tempo, con Cornale – Bastida da quando è avvenuta la fusione dei due comuni. In ogni caso l’Unione stiamo cercando di avviarla, e ciò non è facile. Abbiamo alcuni servizi in comune, tra cui una parte di personale. Insieme stiamo pensando ad un provvedimento per la Protezione Civile perché la legge ce lo impone. Stiamo quindi approntando un regolamento dell’Unione e stiamo cercando appoggi da entità e Comuni esterni, come quello di Sannazzaro, la cui Protezione Civile è un gruppo consistente oltre che vicino a noi. Però è ancora tutto in fase preliminare". Secondo lei, l’Unione fra comuni può portare dei vantaggi? "Credo proprio di sì, perché il rinnovamento dei servizi che attueremo sarà possibile grazie a maggiori forze a disposizione e a minori costi da affrontare". Parliamo di sicurezza. A Silvano ci sono stati diversi episodi negativi da questo punto di vista, so-

luzioni? "La sicurezza è un grosso problema. Da noi ci sono stati episodi negativi, da ultimo un furto di cavi elettrici che per fortuna non ha portato grossi danni a noi come comune. Per ovviare a questa problematica, come Unione abbiamo partecipato a un bando regionale per ottenere dei finanziamenti che speriamo ci vengano riconosciuti per incrementare il sistema di sorveglianza. Attualmente siamo dotati di un impianto di videosorveglianza soltanto qui in comune, ma si tratta di un impianto vecchio. Aspettiamo quindi di poterlo rinnovare e di incrementare il numero di installazioni, il cui posizionamento verrà deciso prossimamente con l’aiuto del parere di tecnici. Poi, sempre come Unione, abbiamo avviato un progetto di pattugliamento periodico dei tre agenti di Polizia Municipale dei tre rispettivi comuni, con l’aiuto dei Carabinieri di Casei Gerola. Questo potrebbe essere da deterrente". Quali sono le iniziative che ritiene più urgente attuare per il suo comune? "In programma abbiamo il potenziamento dell’illuminazione pubblica nella via Circonvallazione che è parzialmente scoperta. Poi rifaremo tutta la segnaletica stradale, sia delle strade comunali, sia delle due strade provinciali. Inoltre, se le risorse ce lo permetteranno, abbiamo in mente la messa in sicurezza dei marciapiedi, con l’installazione di paletti di ferro che separano il marciapiede dalla strada, che è molto trafficata".


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Valentina Pupillo e Sabrina Sestiere si contendono il primato, Elena Pisani è terza

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243 VOTI Pupillo Valentina - Riva. T.

241 VOTI Sestiere Sabrina - Salice T.

240 VOTI Elena Pisani - Ruino

234 VOTI Maccari Valentina - Godiasco

226 VOTI Marongiu Sonia - Voghera

221 VOTI Tropiano Francesca - Voghera

220 VOTI Minniti Martina - Voghera

217 VOTI Cavalleri Federica - Zavattarello

214 VOTI

211 VOTI Roddi Federica - Voghera

210 VOTI Oldoni Rachele - Bressana

208 VOTI Prasciolu Giorgia - Voghera

Massariello Lucrezia -T. Coste


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Vota su www.ilperiodiconews.it: hai tempo fino al 4 settembre per votare la prima Miss Oltrepò

208 VOTI Comaschi Laura- Montù

206 VOTI Crapanzano Grecia - Voghera

202 VOTI Pandolfi Patrizia - Voghera

196 VOTI Ismake Hanane - Retorbido

194 VOTI Baretton Martina - Stradella

192 VOTI Sidoranka Alina - Rivan. T.

191 VOTI Bocskor Andra - Voghera

186 VOTI Teodorescu Alexandra - Varzi

183 VOTI Torti Irene - Salice Terme

180 VOTI Maruntelu Andreea - Retorbido

176 VOTI Jury Sandra - Torr. verzate

172 VOTI Merli Desiree - Voghera

168 VOTI Yulianna Nayda - Voghera


RIVANAZZANO TERME

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"ci piacerebbe abbinare il campionato ad un marchio tipico dell'Oltrepo"

Per gioco, per sport e per passione... I Carrettini!

Di Vittoria Pacci

Angelamaria Scupelli

Per gioco, per sport... e per passione, una corsa d'altri tempi che rievoca un antico gioco di strada degli anni '70, quando era consuetudine costruire dei rudimentali carretti di legno con cuscinetti a sfera come ruote e scendere lungo le strade delle nostre colline alla ricerca di una competizione. Un evento che caratterizza la tradizione di Rivanazzano Terme e di molti paesi dell'Oltrepò, un vero e proprio spettacolo per il pubblico che, sempre numeroso partecipa agli eventi, evento della tradizione, intramontabile e in continua crescita sotto tutti i punti di vista..... è la "corsa dei carretti". La corsa consiste in discese effettuate con veicoli costruiti in proprio simili a go-kart, che si muovono sfruttando l'energia gravitazionale della pendenza del pendio della strada senza l'ausilio del motore. Si tratta della riscoperta della tradizione delle corse dei carretti delle passate generazioni, supportato da un po' di nuova tecnologia e dalle nuove tendenze. Nel 2014 Angelamaria Scupelli insieme ad alcuni amici rivanazzanesi ha riscoperto questa bella tradizione, a Lei, uno dei cuori pulsanti del campionato ASSCAR 2016, abbiamo voluto porre alcune domande per cercare di capire il nuovo "boom" di questi eventi che richiamano sempre più pubblico e partecipanti. In Oltrepo quando hanno iniziato a disputarsi le prime gare con i carrettini? "I carrettini sono nati negli Stati Uniti all’inizio del secolo scorso: un industriale di detersivi suggerì ai propri clienti di trasformare le scatole di legno utilizzate per l’imballaggio dei prodotti in carretti, grazie all’applicazione di ruote. L’idea dagli USA si è trasferita poco alla volta in Italia: il boom si è verificato negli anni ’70, in concomitanza con il periodo storico dell’Auterity questi mezzi privi di motore si sono moltiplicati in diverse regioni italiane con fogge e nomi diversi a seconda delle regioni. Mono o biposto, con ruote di legno, gommate o, come da noi, sono stati utilizzati i cuscinetti a sfera. In Oltrepo i carrettini sono arrivati per primi a Rivanazzano: come ricorda la vedova, Romana Bertolo, fu il maestro elementare Stefano a riproporli dopo averli visti a Genova dove aveva studiato. Romana e Stefano avevano tre figli in età adolescenziale e la voglia dei carrettini contagiò i coetanei di Fabio, Giulio e Valeria". Come si è sviluppata ed evoluta questa idea? "Sulle prime, era il 1973, cominciammo a scendere dalle frazioni Migliavacca e Nazzano, riportando in cima i nostri mezzi con l’aiuto di motorini, biciclette o anche a piedi. Ma di tanto in tanto arrivavano i carabinieri della locale stazione, chiamati dai residenti della zona che mal tolleravano il rumore e soprattut-

to il fatto che bloccavamo la strada ad auto e trattori per poter scendere in sicurezza. Qualcuno venne "catturato" e portato in caserma, ma se la cavò con una lavata di capo dei genitori. Anche perché frenando con i piedi e rotolando sull’asfalto, pantaloncini e scarpe facevano una brutta fine. Nel 1976, per porre fine alle contestazioni, a Rivanazzano venne organizzato il "1° Ass Car Bar Roma Grand Prix” grazie allo spirito di iniziativa dei ragazzi locali coordinati da Gian Franco Gazzaniga, Enrico Spalla e Simone Vertua". In quale parte dell'Oltrepo queste gare hanno avuto maggior successo e maggior seguito? "Rivanazzano storicamente ha sempre fatto da capofila, organizzando gare a San Francesco, Nazzano e Buscofà fino ai primi anni ’80, nel frattempo nacquero gare in alta collina anche sul versante alessandrino che si sono protratte fino a metà anni ‘90: Poggio Ferrato, Bagnaria, Cignolo, Retorbido, Codevilla, Valverde, Val di Nizza, Romagnese, Montegioco, Brignano Frascata". Quando e da chi è venuta l'idea di riproporre queste gare in Oltrepo? "Siamo stati ancora noi rivanazzanesi a far ripartire il movimento, un po’ per caso e un po’ per convincimento. A febbraio 2014 ho pubblicato una foto nostalgica sul mio profilo Facebook che mi ritraeva con Daniela Goggi durante una discesa a Buscofà nel 1979: diversi miei amici a loro volta hanno caricato splendide foto in loro possesso e così ho deciso di creare il gruppo Facebook "Quelli dei Carrettini di Rivanazzano Terme". E’ stato un successo immediato che si protrae ancora oggi: pur essendo un gruppo aperto e quindi accessibile a chiunque, contiamo quasi 500 membri simpatizzanti e altrettante foto che alternano preziose immagini di quarant’anni fa ad altre delle gare attuali. Visto il successo, ad aprile 2014 ci siamo trovati tra amici che correvano negli anni d’oro, in primis Loris Bossi, per valutare l’opportunità di organizzare una gara. Tramite Stefano Leoni, altro appassionato di asscar, abbiamo trovato l’appoggio di Leo Santinoli che ha sposato la nostra idea sponsorizzandoci con il marchio Discoteca Club House e così, nel primo week-end del settembre 2014, è rinato il GP Asscar Rivanazzano Terme con una mostra fotografica ospitata sotto i portici del Municipio. Devo dire che anche il sindaco Romano Ferrari, l’assessore Marco Poggi, il presidente della Proloco Maurizio Villa e le Terme di Rivanazzano ci hanno dato pieno appoggio, così come i commercianti: è stato un successo di gruppo". Oggi quante sono le gare e chi sono le persone che le rendono possibili? "Il Campionato Asscar 2016 della Valle Staffora conta attualmente quattro prove: Poggio Ferrato (organizzato dall’Associazione Culturale Amici di Poggio), Bagnaria (Pro Loco Bagnaria), Ruino (Proloco Giovani Ruino) e Rivanazzano Terme (Gruppo Facebook Quelli dei Carrettini di Rivanazzano Terme in collaborazione con la Pro Loco). A coordinare il Campionato sono Davide Castelli e Marco Rocca (Poggio Ferrato), Chicco Gallotti (Bagnaria) ed il nutrito gruppo rivanazzanese composto da Max Fiorentini, Giampiero Piva, Angelamaria Scupelli, Gian Piero Maini, Loris Bossi, Francesco e Daniela Goggi, Fabio Vigo,

Alessandra Albasini, Marina Rizzotti, Mattia Piazzardi, Mario Cigliutti e Beppe Camozzi". Delle gare oltrepadane dei tempi passati ci sono personaggi che per le loro doti sportive o carismatiche sono oggi ricordati dagli appassionati? "Tantissimi: chi non se la sente più di correre partecipa comunque a vario titolo, dai direttori di corsa Gianluigi Orezzi, Pier Luigi Torlaschi e Roberto Pissini, ai motociclisti che fanno la staffetta alla nostra gara e sono coordinati da Aldo Gazzaniga, a chi ci aiuta fornendoci i premi per i concorrenti e vorrei citare su tutti Giuliano Barberis e Leonardo Rizzotti. E poi ci sono due componenti insostituibili del nostro comitato organizzatore: Gian Piero Maini, che nel 2014 si è costruito il carretto e ottiene ancora buoni risultati e Giampiero Piva, il nostro "Eta Beta" che dalla tasca dei blue jeans estrae ad ogni occorrenza uno strumento con cui ripara in pochi secondi i carretti di tutti gli equipaggi in gara, pur appartenendo ai suoi avversari. Piva ha ottenuto due successi nel 2015 a Riva e Poggio Ferrato in coppia con Fabio Vigo". CARATTERISTICHE DEI VEICOLI I veicoli, denominati carrettini o asscars, completamente privi di propulsione artificiale (discesa per forza di gravità) devono avere le seguenti caratteristiche: a)Equipaggio composto da due persone; b)Cuscinetti a sfera metallici privi di qualsiasi ricopertura, diametro massimo mm. 120 che sulla superficie di appoggio non devono essere rigati; c)Peso massimo del veicolo a vuoto Kg. 75; d)Lunghezza compresa tra ml. 2 – 2,60; e)Larghezza compresa tra ml. 0,75 – 1,10; f)I veicoli devono essere dotati di apposito spazio per la collocazione dei numeri di gara, uno anteriore ed uno posteriore; g)I veicoli non devono presentare carenature o protuberanze acuminate in materiale ferroso tali da arrecare danno durante il trasporto e lo svolgimento delle discese; h)Freni efficienti che verranno verificati al momento delle verifiche tecniche. Il commissario di gara ha facoltà di non consentire la partenza ai mezzi con freni non adeguati; i)Per tutto quanto non contemplato, la Commissione Verifiche Tecniche si riserva la facoltà di escludere dalla corsa gli asscars o di richiedere l’eliminazione di componenti non ritenuti idonei per motivi di sicurezza.

Antonio Leidi alla guida con Giulio Bertolo


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Quante sono le categorie che corrono nel Campionato ASSCAR 2016 e quali le differenze tra una categoria e l'altra? "Esiste una sola categoria a cui sono ammessi concorrenti di ogni età: si va dagli otto anni di Enrico e Giovanni (che corrono con i rispettivi papà) al più anziano che è Osvaldo Buscone: per rispetto non rivelo i suoi anni, ma ne dimostra tranquillamente 10 o 15 in meno. E poi ci sono le donne: alcune corrono in coppia tra loro, altre con il fidanzato come Alessandra (in coppia con Mattia) e Valentina che insieme a Pietro ha già vinto alcune competizioni. La fantasia nel progettare un carrettino ha grande spazio o ci sono limiti regolamentari? "Abbiamo un regolamento che ricalca fedelmente quello originario con misure minime e massime di lunghezza e larghezza, peso, e altri aspetti. I cuscinetti a sfera possono avere un diametro massimo di 120 millimetri". Ci sono carrettini particolarmente originali che competono nel campionato ASSCAR 2016? "A Bagnaria ha partecipato l’emiliano Settimo Crimi, un autentico personaggio: partecipa alle gare

di campionato italiano Speed-down guidando un carretto di gelati di una nota marca, ci ha promesso di essere presente anche a Rivanazzano Terme il prossimo 28 agosto". I carrettini sono "tutti fatti in casa" oppure c'è anche qualche ditta specializzata che li costruisce? "Per opinione comune, Giampiero Piva rappresenta il nostro Enzo Ferrari e i suoi carretti sono tecnologicamente mezzi da Formula 1. Ma anche gli altri non scherzano: Luciano Feltri e Sergio Malacalza ad esempio. Poi ci sono diversi concorrenti che scelgono di costruirsi il loro carretto in maniera più semplice e ad ogni stagione apportano modifiche migliorando le loro performance, sono davvero ammirevoli e sono la spinta per farci continuare". Qual è il range di costo di un carrettino? "La situazione è cambiata rispetto agli anni ’70 quando ci si costruiva un mezzo con materiali di recupero, dall’asse portante di legno ai cuscinetti scartati dalle officine. E’ difficile quantificare, indicativamente si va dai 300 ai 1000 euro, con punte di 2000 euro". Molti sono gli equipaggi oltrepadani che gareggiano nel Campionato ASSCAR, in Italia esistono altri campionati o trofei simili? "Esiste una Federazione Speed-Down, la FICS, presieduta dal bolognese Daniele Fini che abbiamo avuto modo di conoscere perché apprezza la nostra attività e che ci ha proposto di entrare nel loro circuito, noi per il momento preferiamo rimanere a livello locale e più avanti si vedrà se fare il grande salto. La FICS raggruppa una decina di categorie molto diverse tra loro: gommati, ruote di legno, gommati e cuscinetti a sfera, tutti nella soluzione sia mono che biposto. La difficoltà sta nel far convivere queste di-

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versità. Lo scorso anno cinque nostri equipaggi hanno partecipato a due prove del campionato italiano, a Gropparello (Piacenza) e Cornia di Moconesi (Genova) ma in una categoria appositamente creata per noi perché in altre parti d’Italia le caratteristiche dei carrettini con cuscinetti a sfera sono diversi: o monoposto come nel veronese, o a spinta come nel genovese (guida il componente anteriore, mentre il posteriore resta in piedi e mette il piede a terra per dare velocità) o ancora con cuscinetti di diametro superiore che aumentano le prestazioni, come in Emilia". Il numero dei partecipanti è in aumento in Oltrepo? "Pare proprio sia così, ogni anno si aggiungono a sorpresa nuovi equipaggi. A Rivanazzano nel 2014 erano 26, nel 2015 sono saliti a 29 e quest’anno alle prime prove stagionali abbiamo visto nuovi concorrenti, come ad esempio i casteggiani Gattoni-Maggi". Qual è il "sogno nel cassetto" degli organizzatori del campionato Asscar della Valle Staffora? "Prima di tutto portare ad almeno cinque il numero delle prove e ci siamo vicini: attualmente sono Poggio Ferrato, Bagnaria, Ruino e Rivanazzano Terme ma abbiamo contatti con altri centri dell’alta Valle Staffora per valutare nuovi percorsi da trasformare in una gara conclusiva a settembre. In secondo luogo ci piacerebbe abbinare al nostro campionato un marchio prestigioso di qualche prodotto tipico del nostro Oltrepo: abbiamo vini, salumi e formaggi e tra l’altro siamo impegnati sul fronte No Pirolisi che contrasta la nostra vocazione territoriale".

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Thomas Matteoli con Cristiano Salvadeo

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"L’apertura di un nuovo supermercato si poteva evitare... " Di Pierfilippo Saviotti

A Rivanazzano Terme ha da poco aperto un nuovo supermercato della catena Gulliver. Solitamente l'apertura di un supermercato in un piccolo comune se da una parte suscita "la felicità" di casalinghe, mamme e dei cittadini in genere, dall'altra i piccoli negozi che resistono alla crisi si sentono minati e vedono vanificati i loro sforzi di resistere. Ci si lamenta per i parcheggi, ci si lamenta per la concorrenza della grande distribuzione, ci si lamenta

Anna Maria Piovani Anna Maria Piovani - Titolare di una tabaccheria "Dove adesso c’è il nuovo Gulliver, prima c’era un’altra attività del genere, che da tempo aveva chiuso. Penso che almeno un supermercato in paese ci voglia, è un servizio per i cittadini. Per quanto riguarda la mia attività, credo possa portare dei vantaggi, perché le persone che vengono qui a fare la spesa, è più facile che si fermino nel mio negozio. Ho già riscontrato un leggero aumento di clientela, e credo che le cose andranno sempre meglio". Antonio Le Caldare - Titolare di un panificio "Il nuovo Gulliver ha aperto da poco, quindi non ho ancora riscontrato alcuna differenza. Penso che, per quanto riguarda la mia attività, non porti né vantaggi né svantaggi per due motivi: perché è comunque distante dal mio negozio ma soprattutto perché io punto da sempre sulla qualità del prodotto che vendo. I miei clienti sanno che se vogliono mangiare un pane

Antonio Le Caldare

dell'amministrazione comunale che non aiuta o della minoranza che non fa nulla... Ci si lamenta, di solito... Ma non è quel che accade a Rivanazzano Terme, qui non ci sono polemiche, qui sono per la maggior parte soddisfatti del paese in cui vivono, qui vigono buoni rapporti "di vicinato" e la politica che sia la maggioranza o la minoranza non "incattivisce" gli animi di chi abita e lavora a Rivanazzano Terme. Qui l'apertura di un nuovo supermercato in paese non desta particolare preoccupazione. I piccoli negozianti infatti se pur con qualche piccolo dubbio non sembrano affatto preoccupati. di un certo tipo, qualitativamente parlando, lo trovano solo da me". Davide Mantoan - Titolare di una macelleria "Ci sono, secondo me, due livelli di valutazione. Dal punto di vista del paese e dei cittadini, l’apertura di un supermercato la ritengo positiva. Socialmente utile, è un servizio in piu' che si mette a disposizione del cittadino. Dal mio punto di vista, è normale che potrà portare degli svantaggi, perché in un paese con pochi abitanti, un supermercato fa per forza perdere clientela a un’attività come la mia. Da macellaio dico che, essendoci già un grosso supermercato sulla strada tra Voghera e Rivanazzano, forse l’apertura di uno nuovo si poteva evitare, anche se, ripeto, nell’ottica di un paese e dei suoi cittadini, ci può stare".

Il loro segreto? Fidelizzazione del cliente e qualità dei prodotti. Sentiamo il commento di alcuni commercianti circa l'apertura di quello che dovrebbe essere un loro "nemico" ma che così non è. C'è chi lo vede come un vantaggio o chi in un'ottica sociale come un contributo a migliorare la vita delle persone. Rivanazzano Terme sembra davvero un paese d'altri tempi.

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"è stato detto che il Sindaco non ci ha aiutati, ma non è così"

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Garavello Fausta e Bevilacqua Elisabetta

Davide Mantoan

sempre di più a offrire prodotti di qualità, un motivo per fare sempre meglio e sempre di più". Garavello Fausta e Bevilacqua Elisabetta Titolari di un frutta e verdura e di un panificio "Crediamo che attività come la nostra risentiranno sicuramente dell’apertura del nuovo Gulliver. Intanto per la comodità delle persone, che essendo già sul posto tenderanno ad acquistare i diversi prodotti in una sola volta, e poi perché il marchio Gulliver offre comunque prodotti di buona qualità, e quindi le persone non avranno nemmeno questa preoccupazione. Ci è stato detto che il Sindaco in questo caso non ci ha aiutati, ma non è così. Il Sindaco Ferrari ha sempre avuto un occhio di riguardo per noi commercianti, e in questo caso non poteva fare altrimenti".

Giampaolo Monastero Titolare di una gastronomia "Io sono parte in causa sia come negoziante, sia come consigliere comunale, quindi sono doverose alcune precisazioni. Prima di tutto il nuovo Gulliver piccolo risulta essere un piccolo supermercato, per metratura ed è registrato come negozio di vicinato e non come supermercato, com’è invece l'Ins che si trova sulla strada tra Voghera e Rivanazzano. Non credo possa portare né grandi vantaggi né grandi svantaggi, innanzitutto perché offre prodotti diversi rispetto ai negozi del paese, come detersivi, prodotti per la casa e simili, e poi perché le attività come la mia godono di una clientela affezionata che difficilmente cambia le proprie abitudini. Diciamo che l’apertura di una nuova attività può essere un incentivo per i negozianti per impegnarsi

Gianpaolo Monastero


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"i nomi che circolano non mi sembrano una grande novità"

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"Può andar bene l'asfaltatura dei vialetti ma con l'asfalto si è esagerato"

Graziella Zelaschi

Di Valentina Villani Manca ormai un anno al rinnovo del consiglio comunale di Rivanazzano Terme ed è giunto il momento di analizzare risultati e iniziative della maggioranza. Graziella Zelaschi, consigliere di minoranza ci dà il suo punto di vista sull'operato del primo cittadino Romano Ferrari, dai discussissimi interventi al Parco Brugnatelli fino al futuro politico e amministrativo della Valle Staffora. Partiamo dal Parco Brugnatelli... Tante polemiche soprattutto sui social... Asfalto sì, asfalto no, lei cosa ne pensa? "Il parco si presta sicuramente a molte funzioni compresa l'organizzazione di manifestazioni, eventi, feste, ma attenzione a non snaturarlo e a farlo diventare solo un parco divertimenti. Mi sembra che si stia trascurando la sua vera essenza, dimenticando le sue stesse origini storiche. Può andar bene l'asfaltatura dei vialetti, che favoriscono l'accesso anche alle persone disabili, ma con l'asfaltatura si è esagerato". Manutenzione del verde: si è parlato di piante tagliate e mai ripiantate... "La manutenzione e la cura delle piante sono indispensabili e prioritarie rispetto a tutto il resto così come lo è il prato, anche se purtroppo è all'occhio di tutti la sua trascuratezza, così come lo sono le piante, molte delle quali nel corso degli anni non sono state sostituite; inoltre, cespugli e rose non esistono quasi più. In sostanza credo che si sia pensato più a creare uno spazio idoneo alle manifestazioni estive, anzichè tutelare la vera natura del parco; ci sono poi alcune manifestazioni ed eventi che provocano inevitabilmente degrado. Credo che bisognerebbe pensare ad altre aree più idonee per questo genere di feste". Crede che il parco Brugnatelli non sia luogo adatto per "fare festa"? "Esistono aree più consone a Rivanazzano, in questo modo si concilierebbero anche le diverse esigenze di cittadini, che non sempre gradiscono l'eccessivo rumore e gli schiamazzi notturni. Anche il collegamento, tra l'altro assolutamente necessario, con lo spazio della biblioteca confinante doveva essere pensato diversamente. Si sarebbe potuto farlo diventare il naturale prolungamento, un contesto unico dove poter sostare, leggere, passeggiare per il benessere di rivanazzanesi e ospiti e non sicuramente con una spianata di cemento". Alcuni cittadini rivanazzanesi si sono lamentati del troppo rumore nelle ore serali, infastiditi da feste e baldorie .... "Ovviamente ritengo si debba tener conto delle esigenze dei cittadini residenti, che giustamente si lamentano del rumore e del disordine causato da un clima un po' troppo festaiolo. E' giusto che si or-

ganizzino feste e divertimenti, ma vanno gestiti con saggezza e nell'ambito di regolamenti da far rispettare. Tenere conto delle diverse esigenze dei cittadini è compito di un'amministrazione comunale attenta e sensibile: un paese vive bene e si sviluppa se si tiene conto dei diversi bisogni dei suoi cittadini". In vista delle prossime elezioni intende ricandidarsi e se sì con quale squadra di lavoro? "Credo sia presto per dirlo. Certamente Rivanazzano merita un gruppo di lavoro che prima di tutto elabori e condivida un progetto serio per il futuro del paese. Occuparsi del bene pubblico, secondo i principi di una buona amministrazione, richiede una chiara visione etico-sociale e a Rivanazzano conosco molte persone che potrebbero con generosità mettere a disposizione parte del loro tempo per la comunità. C'è assoluto bisogno di un progetto ben delineato che tenga in considerazione le esigenze dei cittadini e la vocazione turistico-termale. Bisogna pensare in direzione di uno sviluppo economico importante, che tenga conto dell'identità plurima del territorio del comune di Rivanazzano, che comprende aree residenziali, Nazzano, le aree agricole, l'attività termale e commerciale. Inoltre sono convinta che alla vita pubblica dovrebbero avvicinarsi soprattutto i giovani, perchè ne va del loro futuro e sono il nostro futuro. Ripeto, è ancora presto per dire cosa farò in futuro: ora ho anche un nipotino che impegna felicemente le mie giornate, ma non sono ancora una nonna a tempo pieno". In questi anni ritiene che si sia tenuto conto dei molteplici aspetti del territorio comunale? "Non mi è parso che si sia tenuto contro degli aspetti del nostro territorio piuttosto credo si sia fatta della semplice ed ordinaria amministrazione. Sono presenti sicuramente molti problemi, ad esempio quelli relativi alla manutenzione del reticolo idrico, sollevati dalla sottoscritta e da Marco Bertelegni, unici due rappresentanti della minoranza. Una visione d'insieme e prospettive di lunga durata richiedono uno sguardo lungo, soprattutto di questi tempi". Romano Ferrari non potrà più ricandidarsi come Sindaco alle prossime elezioni comunali, secondo lei chi sarà il candidato sindaco della compagine che oggi fa capo a Ferrari? "Sulle intenzioni di Romano Ferrari non so proprio nulla. Tuttavia

credo che i nomi che circolano non mi sembrano una grande novità". Cosa pensa del futuro dei comuni della Valle Staffora? "Ritengo che vada fatto uno studio importante sulle ragioni e sulle necessità di creare un'unione di comuni, che potrà essere fatta solo su presupposti oggettivi e non sui personalismi. Alcuni servizi sono già consorziati, ma questo è un dato burocratico che gli stessi funzionari dei vari comuni possono attivare senza problemi. Ritengo invece che sia fondamentale impostare un ragionamento politico-amministrativo. So perfettamente che non è facile, ma bisogna pur cominciare. Iniziare in primis dai cittadini e non dai piccoli 'capetti' che sognano di diventare piccoli podestà. Un buon inizio potrebbe essere ad esempio quello della politica culturale del nostro territorio, che merita di essere valorizzato mettendo in campo tutte le forze presenti in sinergia. Inoltre, si potrebbe predisporre un calendario di manifestazioni ed eventi, da concordare insieme, fra enti e soggetti diversi a cui dare ampia diffusione. Una rete che cresce per far crescere: con questo obiettivo sono stati creati rapporti molto positivi anche fra comuni e frazioni, che tradizionalmente agivano separatamente. Partire da cose concrete, con il coinvolgimento dei cittadini che possono dare contributi preziosi dove risorse di umanità, cultura, imprenditorialità non mancano, soprattutto fra i giovani".


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E se fossero ancora Berogno e Somensini i candidati più adeguati? di

Nilo Combi

Agosto dovrebbe essere un mese di vacanza e relax, la calura estiva consiglia di non agitarsi per non sudare, ma a Godiasco - Salice Terme il fermento politico bagna diverse camicie e non solo le camice... di diverse persone. La caduta della giunta Barbieri e l’arrivo del commissario ha scatenato l’appetito e la voglia politica di molti. In un paese di circa tre mila persone, si vocifera che le liste potrebbero essere addirittura quattro o cinque, per tanto i candidati sindaci in pectore potrebbero essere cinque. Pensiamo che tutti si presentino, più o meno, come portatori di novità e che tutti, più o meno, diranno che lo stanno facendo per il loro paese e che tutti, più o meno, diranno di essere stati sollecitati a scendere in campo da numerosi cittadini e che tutti, più o meno, abbiano... più o meno... la loro ricetta per salvare lo stato di salute del comune di Godiasco - Salice Terme e di migliorare la situazione di quasi tutto ciò che la mente umana possa pensare. Difficile credere a tutte queste cose ed è difficile credere che in un comune così piccolo ci sia la voglia e anche il coraggio di presentare cinque liste, perché cinque liste vorrebbero dire 65 persone che tra Salice e Godiasco hanno voglia e soprattutto tempo da dedicare alle attività comunali. Gli imprenditori più importanti o i pochi politici di spicco di Godiasco - Salice Terme sono in tutt’altre faccende affaccendati o non hanno più voglia né tempo da dedicare al comune, pertanto rimangono "alcuni" che per i più svariati motivi, la maggior parte dei quali futili, non tutti chiaramente, ma molti, vorrebbero partecipare alla corsa per vincere e sedersi sull’agognata poltrona di primo cittadino. Molti già si vedono con la fascia tricolore a fare il discorso il 4 Novembre durante la giornata dedicata alla commemorazione dei caduti di tutte le guerre, molti forse si vedono pronti a dar la roboante notizia che

sono state cambiate le lampadine bruciate dei lampioni comunali, molti già si vedono seduti al tavolo d’onore della sagra della salamella e magari qualcuno spera anche di mangiarla gratis visto il ruolo ricoperto. Molti si vedono già in grado di indirizzare secondo le loro voglie o secondo i loro desideri economici, delibere con le quali avvantaggiare parenti e amici, molti si vedono già in grado di "farla pagare" ai nemici politici ed ai nemici "economici" della propria attività, ai nemici familiari o semplicemente farla pagare a chi, tanto per sdrammatizzare e per sorridere, ha avuto rapporti più o meno ravvicinati con la moglie o con l’ex fidanzata. Storie di ordinaria umanità da paese. La realtà dei fatti è che i pezzi da novanta, che relativamente alle dimensioni di ogni piccolo paese esistono, sia a livello economico sia a livello politico, in corsa per la fascia tricolore di primo cittadino di Godiasco, mica pizza e fichi... non si mettono. Rimangono gli "altri" e trovare 65 persone tra gli "altri" che siano in grado di governare quel poco che c’è da governare a Godiasco - Salice Terme, a dire il vero, risulta difficile individuarli. Forse due liste sarebbero la misura giusta per le dimensioni del nostro comune e anche con solo due liste trovare 26 persone che abbiano la capacità politico-amministrativa necessaria... non è facile. Al di là di ogni simpatia o antipatia personale, per raggiunti limiti di età o molto più semplicemente perché non hanno più voglia di mettersi direttamente in gioco, i candidati forse tra i più adeguati, e sono certo che molti penseranno che questa è un’eresia, potrebbero essere ancora una volta due politici "storici", sto parlando di Elio Berogno e Maurizio Somensini per decenni sindaco e vicesindaco e che hanno governato per tanti anni Godiasco – Salice Terme con risultati soddisfacenti, soprattutto se si compara la situazione di allora alla situazione in cui ci troviamo oggi. Mi auguro che Berogno e Somensini si candidino,

GODIASCO SALICE TERME

il fermento politico bagna diverse camicie e non solo le camicie...

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anche se dubito moltissimo che questo avvenga, ma se ciò non avvenisse spero non ripetano l’errore delle ultime tornate elettorali, dove hanno preferito fare, in modo diverso e più o meno palese, i consulenti esterni, indicando e appoggiando una lista piuttosto che un’altra, perché la storia di questi ultimi 12-13 anni ha dimostrato che dopo pochi mesi gli eletti sindaci e assessori divenuti tali anche grazie all’appoggio di Berogno o di Somensini, una volta indossata la fascia tricolore o assunto vesti di assessore etc etc, non hanno più voluto seguire alcuni loro consigli, molti certamente anche opinabili, ma alcuni certamente saggi e dettati dall’esperienza per aver governato Godiasco – Salice Terme per tanti anni. Speriamo che chiunque venga eletto non sia uno che abbia già fatto "sconquassi" con le cariche di sindaco, vicesindaco e assessore negli ultimi dieci anni. Speriamo che chi indosserà l’agognata fascia governi il poco che c’è da governare di Godiasco-Salice Terme, non in nome di vendette personali o di interessi particolari. Sarebbe bello che il prossimo sindaco di Godiasco – Salice Terme fosse una persona "normale" senza interessi economici o professionali da difendere né palesemente né occultamente.

nessuno si pone delle domande sulle terme di salice, noi sì

Terme di Salice: forse il Commissario Prefettizio dovrebbe indagare

Di Nilo Combi

Nessuno si pone delle domande sulle Terme di Salice, domande che forse sarebbe il caso che il commissario prefettizio che governa oggi Godiasco dovrebbe a sua volta porsi, ad esempio: • Il bilancio disastroso del 2004, rispetto all’anno precedente, presentato dal nuovo amministratore delegato delle Terme era corretto? • Con quali criteri è stato redatto quel bilancio ? • La valutazione fatta delle terme dallo studio incaricato dal Comune di Godiasco nel 2003 era corretta? • La società incaricata che ha effettuato la valutazione delle Terme aveva tutti i requisiti d’imparzialità necessari ? • L’importo per cui è stata venduta una percentuale delle terme al gruppo Garilli e compagnia cantando era corretta? • I vari aumenti di capitale fatti non con immissione

di denaro, ma facendo dei “lavori” all’interno delle terme fino al punto che la famiglia Garilli e la famiglia Fabiani ottennero la maggioranza assoluta delle terme, erano corretti? • Nei consigli d’amministrazione che dal 2004 si sono susseguiti, dove sedevano anche alcuni politici locali, hanno fatto il loro lavoro e soprattutto hanno capito dove stavano andando le terme ? • I vari politici locali nelle loro varie vesti comunali e nel consiglio d’amministrazione delle terme hanno salvaguardato gl’interessi delle terme e del comune di Godiasco allora azionista? • L’ultima cessione delle quote delle terme fatta dal comune di Godiasco a imprenditori, che poi sono scappati a gambe levate, è stata fatta secondo scienza e coscienza? E soprattutto si sapeva a chi si vendeva e cosa e come si stava vendendo? • Lo sciagurato accordo, alla luce di come è tenuto il parco oggi, di gestione e manutenzione del parco stipulato tra il comune e le terme è stato redatto metten-

do dei paletti ben precisi stabilendo esattamente come doveva essere tenuto il parco e chi doveva controllare che il parco fosse tenuto secondo gli accordi? È stata richiesta una garanzia economica certa e riscuotibile, come ad esempio una fideiussione bancaria, nel caso le terme, cosa puntualmente avvenuta, non avessero mantenuto il parco secondo gli accordi ? • Le allegre gestioni delle terme degli ultimi anni dove la proprietà forse non conoscendo bene il territorio ha permesso ad alcuni dipendenti che venissero trovati i posti di lavoro all’interno delle Terme per parenti, amici, fidanzati, amanti ed affini è stata una gestione corretta? Sarebbe forse opportuno che il Commissario Prefettizio del Comune di Godiasco – Salice Terme, essendo certamente super partes e non avendo interessi passati e presenti sulla vicenda terme, controllasse ed indagasse perché alle Terme di Salice è stato fatto uno… Scempio.


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nessuna risposta alle nostre domande sui sentieri...

Gianfranco Alberti: "Il sottoscritto non potrà più ricandidarsi" di

Vittoria Pacci

Gianfranco Alberti è al suo secondo mandato come Sindaco di Varzi. Uomo di poche parole, riservato, non ama apparire sui giornali, insegnante, ciclista per passione e attuale Presidente della Comunità Montana dell'Oltrepo Pavese. Lo incontriamo dopo tanto tempo in una calda mattinata d'agosto. Alberti, Varzi è da sempre considerato la capitale dell'alta Valle Staffora. Le associazioni presenti sul territorio comunale sono molte e tutte molto attive e attente, qualcuno però si lamenta della scarsa partecipazione dei varzesi alle varie iniziative promosse. A suo giudizio se questo è vero, cosa può fare l'amministrazione comunale per aumentare e sensibilizzare la partecipazione alle varie iniziative promosse? "Come ha detto giustamente Lei, le Associazioni che operano sul territorio del Comune di Varzi sono numerose. Sono composte da persone che svolgono il loro lavoro a titolo di volontariato, dimostrando e ci tengo a sottolinearlo, un attaccamento davvero unico al proprio paese. Non le cito testualmente perché correrei il rischio di dimenticarne qualcuna. Tutte svolgono un lavoro impegnativo e importante e le iniziative promosse coprono tutti i periodi dell’anno. Nel limite del possibile, soprattutto anche in base alle disponibilità di bilancio, l’Amministrazione Comunale è vicina a queste fondamentali realtà che contribuiscono, in modo determinante con le loro iniziative, a tenere vivo il nostro paese e la nostra comunità. A tutte loro va il nostro plauso con l’auspicio che tutte le realtà varzesi possano continuare a collaborare". In tutti questi anni in cui lei è stato sindaco a Varzi, qual è l’iniziativa o l’ "opera" di cui va più fiero, quale indicherebbe e perché? "La riqualificazione della Piazza Umberto I (Piazza del Municipio) ha sicuramente dato lustro ad un’area di centro nevralgico del paese inserita in un contesto storico di notevole importanza. Proseguire poi il cantiere dell’ex Mercato Coperto in Piazza della Fiera con la realizzazione della Casa dei Servizi, all’interno della quale si trova una sala polifunzionale è un’altra opera che il nostro paese attendeva da anni. Sono queste le opere più significative, oltre alla ristrutturazione della Scuola Elementare, opera avviata dalla precedente Amministrazione e conclusa nel mio mandato". In ogni comune il rapporto minoranza e maggioranza è sempre molto schietto, al limite a volte del burrascoso. Come sono i rapporti con la vostra minoranza? "Credo che il rapporto con la minoranza debba essere improntato sulla correttezza e sul reciproco rispetto. A loro spetta il ruolo di controllare l’operato di chi amministra ma allo stesso tempo anche il compito di essere propositiva nell’interesse generale del nostro paese". Alle prossime elezioni lei non potrà più candidarsi a Sindaco. Circolano già dei nomi? "Secondo la normativa il sottoscritto non potrà più ricandidarsi. Penso sia prematuro oggi parlare di nomi. Detto ciò mi auguro che qualche giovane possa in futuro aggregare nuovi soggetti e costruire una

Gianfranco Alberti squadra rappresentativa di tutte le realtà varzesi al fine di proseguire e migliorare con impegno e serietà quanto in questi anni, tra mille difficoltà, si è cercato di portare avanti". Che comune lascerà a livello di bilancio? "Il nostro Comune ha oggi un bilancio sano. Purtroppo la rigidità delle recenti disposizioni legislative

in materia di accesso a nuovi finanziamenti tramite mutui limita notevolmente l’agire di chi amministra precludendo la realizzazione di importanti opere di cui il paese necessiterebbe". Lei è anche presidente della Comunità Montana, ente che periodicamente la politica romana vuole sciogliere o cancellare in Oltrepo come in tutta Italia, ritenendole inutili. Qual è il suo giudizio in merito? Perché le comunità montane dovrebbero rimanere in vita? "Ad oggi lo Stato ha cancellato di fatto le Comunità montane azzerando i trasferimenti finanziari. La Regione Lombardia ha garantito in questi anni le risorse necessarie al funzionamento delle stesse, delegando la gestione di importanti funzioni e soprattutto la salvaguardia e lo sviluppo dell’intero territorio montano. Auspico che, anche in seguito al riordino della funzioni attribuite agli Enti sovra territoriali, queste importanti realtà possano proseguire nella loro attività che in questi anni ha dato la possibilità a Enti locali e soggetti privati di attingere ad importanti risorse economiche provenienti sia da Regione Lombardia che da Fondi comunitari". A Gianfranco Alberti come Presidente della Comunità Montana, abbiamo esposto anche una serie di domande sulla questione "sentieri", domande alle quali il Presidente ha preferito non rispondere. Padronissimo di farlo ovviamente e lungi da noi il voler mettere "in croce" qualcuno, ma i cittadini sanno che su questo argomento qualche cosa non torna, perché spendere 500 mila euro, un miliardo delle vecchie lire, per un faraonico progetto fino ad oggi mal realizzato e che ora si sta cercando di rattoppare, non è una bella cosa. I cittadini sui sentieri si pongono molte domande. Attendiamo fiduciosi.


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"NECESSARI CONTROLLI dalle autorità per la difesa del consumatore"

di

Giacomo Braghieri

La produzione di miele in Oltrepò è una realtà in crescita. La domanda di cibo di elevata qualità sta aumentando in tutto l'occidente. Il consumo di miele è diffuso in tutto il mondo da sempre. L'ottima qualità del prodotto nostrano è dovuto alla bassa intensità di coltivazioni agricole e a una flora selvatica rigogliosa. Cercheremo con una serie d'interviste di esplorare questo mondo per capire da chi sta sul campo lo stato delle cose e le prospettive future. Lo facciamo perchè in tempi di crisi diffusa è utile capire le ragioni di chi sta sul mercato con buone soddisfazioni. Alle eccellenze nella produzione di vini e di salumi si potrebbe aggiungere il miele? Iniziamo il dolce viaggio dall'alta valle Staffora. Dove siamo e con chi parliamo? "Siamo a Canova sulle pendici del monte Penice nel comune di Menconico e io sono Cristiano Nobile". Da quanto tempo produce miele? "Ho iniziato ne '97 e dal 2006 sono in proprio". Che dimensioni ha la sua azienda? "Gestisco circa 300 alveari, in Oltrepò ci sono realtà che vanno da migliaia di cassette fino al centinaio, in tutto qui in zona saremo una trentina d'aziende. Si sta diffondendo anche l'apicultura amatoriale. Un tempo molte famiglie contadine avevano qualche sciame d'api tenuti nei bugni villici e nelle cavità naturali degli alberi". Quanti apicoltori ci sono nella zona montana della valle Staffora ? "Qui nella zona di Varzi ci sono Daniele Indolenti, Mirco Banfi, Sergio Ricci, Gianni Siepe e poi ci sono ottime aziende sparse per tutti i comuni della valle e delle valli limitrofe". Avete avuto dei maestri? "Da quando è iniziata la diffusione della arnia razionale degli apripista ricordo il Cav. Giovanni Draghi, Luigi Fiocchi a Varzi, Mario Saggi a Bagnaria. Qui in zona abbiamo imparato quasi tutti da loro". Quante arnie gestite nella zona montana? "Il dato preciso lo sa Apilombardia che è l'organizzazione regionale che controlla e censisce tutti gli allevamenti, compresi quelli amatoriali. Penso più di diecimila". Chi vi controlla? "I tecnici di Apilombardia e l'ASL. Controllano sia la qualità che lo stato di salute degli apiari, l'ASL controlla anche i laboratori di smielatura". Ci illustra i sapori del miele seguendo le fioriture di stagione in valle Staffora? "I primi raccolti importanti sono di miele d'acacia che fiorisce fra aprile e maggio fino a 400-500m di altitudine. In realtà per primo fiorisce il tarassaco ma non tutti gli anni sono buoni per via delle basse temperature primaverili. A fine maggio inizio giugno produciamo miele di trifoglio e di rovo, more. Da fine giugno a metà luglio c'è la fioritura del castagno dopodichè ci sono varie produzioni, io ho scelto di produrre millefiori e quando possibile la melata. Al millefiori dò il nome del paese di montagna dove viene prodotto, è un modo per indicarne l'origine e far conoscere borghi sperduti". Come si produce la melata? "Un insetto, la metcalfa, rilascia sui tronchi degli alberi un liquido zuccherino di cui le api sono ghiotte". Fate altri tipi di miele? "Io ho una collaborazione con un'azienda agricola

in Oltrepò che coltiva lavanda e mi permette di tenere in zona gli alveari, ogni azienda produce mieli di nicchia". Oltre al miele le api cosa producono? "Diversi prodotti: polline e cera sono i più richiesti. La cera viene usata per trattare le corde degli strumenti musicali ad arco oltre all'uso tradizionale in ebanisteria, sta aumentando la richiesta per la produzione galenica di prodotti dermatologici. Il polline è un ottimo nutriente, viene richiesto per lo più da sportivi. Producono pappa reale e propoli. La prima per forza di cose in quantità minime invece per la propoli siamo costretti dalla legge a cederla per la trasformazione e la commercializzazione ad officine autorizzate". Ci riassume in breve il ciclo di vita di un' operaia? "Sul web ci sono molte notizie a riguardo, ciò che di un' ape mi ha sempre impressionato è che durante il suo ciclo di vita da insetto adulto, circa trenta giorni, ha per ogni fase un lavoro da svolgere, un compito che la sua natura gli ha assegnato. Nei primi giorni da adulta, non sa ancora volare e si dedica al lavoro in alveare, nutre le larve, chiude le celle e così via. Appena inizia a volare rimane di guardia all'alveare, poi diventa bottinatrice ed infine esploratrice. Queste ultime sono quelle che comunicano alle bottinatrici la posizione di una fioritura attraverso una danza detta del sole" Tutti conoscono la frase di Albert Einstein: "quando l'ultima ape morirà all'umanità resteranno quattro anni di vita" come stanno le api in genere? "Dalle nostre parti grazie a una bassa intensità di coltivazione agricola, l'ape ligustica, ceppo autoctono italiano, sta benissimo. Abbiamo avuto problemi fino a quando i fitofarmaci a base di sostanze neonicotinoidi sono stati usati in modo indiscriminato. Ora non è più così". Oltre agli avvelenamenti da agenti chimici sono soggette a malattie o parassitosi? "Il parassita principale è la varroa che è un acaro che si nutre dell'emolinfa delle api e se non controllato porta alla morte dell'apiario. È comparsa all'inizio del secolo scorso a causa del commercio non controllato di regine. È un infestante alieno che noi teniamo sotto controllo con trattamenti naturali di acido ossalico. Ora si sta diffondendo la vespa vellutina, c'è un focolaio nella zona d'Imperia relativamente vicina a noi. In Calabria e in Sicilia è comparsa l'aethina tumida, un coleottero che rovina la produzione del miele, è un infezione pericolosa che

VALLE STAFFORA

Cristiano Nobile: "Ho scelto la vendita diretta e il legame con il territorio"

Cristiano Nobile le autorità sanitarie nazionali cercano di eradicare distruggendo con il fuoco migliaia di arnie. Sono gli effetti della globalizzazione". Queste parassitosi in pratica cosa comportano? "È calata la resa degli alveari. Più di cinquanta anni fa rendevano quasi cento kg di miele all'anno, oggi si arriva a 40kg se la stagione è buona". Quanto pesa la burocrazia per la vostra attività? "Non è semplice rispondere, il miele è un cibo e va controllato dalle autorità preposte per la difesa del consumatore e di chi lo produce seriamente. Ad esempio ottenere le certificazioni bio costa ma dà buone soddisfazioni commerciali. Pesa il fatto che non possiamo commercializzare direttamente la tintura alcolica di propoli, e poi abbiamo i vincoli simili a tutte le piccole e medie aziende del settore agricolo". Esiste solo la vendita diretta o ci sono altri tipi di commercializzazione? "Ci sono grandi aziende che comprano il miele e lo vendono nella grande distribuzione. Io come molti altri ho scelto la vendita diretta, il rapporto di fiducia con il cliente, il legame con il territorio". C'è spazio per la crescita di questo settore? "In Italia si producono trentadue varietà di miele, siamo unici al mondo grazie alla biodiversità della nostra flora e la differenziazione delle coltivazioni. C'è spazio per la crescita del settore".


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MENCONICO

"UN chilometro DAI RESTI DI UN' antica FORNACE ROMANICA..."

AGOSTO 2016

"Manca un'organizzazione che promuova le attività di montagna" di

Giacomo Braghieri

Intervista a Barbara Toti, avvocato e imprenditrice nel settore ricezione e ristorazione in Oltrepò. Proviene dalla provincia di Bergamo, è uno dei pochi casi in valle Staffora in cui un imprenditore apre un attività "de novo" ovvero non continua una tradizione di famiglia. Mentre la montagna si sta spopolando, le attività commerciali chiudono i battenti, e da ogni dove si alzano lamentele a volte piagnistei, una donna dell'operosa provincia bergamasca ha deciso di scommettere sulle nostre bellezze naturali, ed un piccolo comune di montagna fa da apripista nella collaborazione pubblico-privato tanto invocata nei venti anni passati. Insomma si può fare! Dove siamo e con chi parliamo? "Siamo a Menconico, località Roncassi 1100m di altitudine, un chilometro dal passo della Scaparina, un chilometro da Massinigo, sulla strada che porta al passo del Brallo. Io mi chiamo Barbara Toti e gestisco dal 2003 questa struttura che appartiene al comune di Menconico, noi abbiamo un diritto di gestione trentennale". Che tipo di clienti avete? "Come albergo ho clienti che vengono soprattutto da Milano e Pavia, coppie e famiglie con bambini che amano stare in mezzo alla natura. Come ristorante lavoriamo con clienti che vengono dalla zona di Voghera e Piacenza. Avendo a disposizione spazi lavoriamo con gruppi di persone appassionate allo yoga, al "thai chi" e grazie al basso inquinamento luminoso con gruppi di astrofili". Ci sono solo questo tipo di turisti? "No, ci sono gruppi che arrivano a cavallo, noi offriamo riparo acqua e fieno gratuiti. Poi ci sono turisti che qui possono portare gli animali di casa come i cani e gatti. Abbiamo chalet che costano come stanze dove chi ha cani anche di grossa taglia può passare qualche giorno nella natura.

Stranieri ne vedete? "Si, molti tedeschi, amano questa parte di appennino ed il fatto che siamo pet friendly". Cosa ha in più l'Oltrepò? "Questa parte di appennino risente dell'aria marina. Offre una biodiversità unica. Noi siamo in una conca naturale a un km c'è il passo della Scaparina da dove si vede la pianura padana da Piacenza ad Alessandria fino alle Alpi. Sulle vette più alte nelle giornate terse si riesce a vedere il mare. Non esistono industrie e l'agricoltura non è intensiva. Potrei andare avanti". Come ci si trova un imprenditrice bergamasca in questo "paradiso"? "Il posto come le ho detto è meraviglioso, manca un'organizzazione, una rete istituzionale che alleggerisca e promuova le attività di montagna. Ci sarebbero buone motivazioni di fondo: si combatte lo spopolamento di queste valli, si promuovono attività ricettive, si asseconda un turismo in crescita. Vorrei essere pratica, nei pressi di Massinigo, un km da qui, verso la strada che porta al passo del Brallo, ci sono i resti di una fornace romanica in completo abbandono. Arrivarci è davvero difficoltoso per via della strada dissestata, il sito in pratica è chiuso. Non penso che un piccolo comune, di questi tempi, possa farsi carico della conservazione di una tale rarità carica di storia. Sistemarlo sarebbe un'attrattiva, nessuno ci pensa. Noi esercenti in montagna creiamo reti che portano alla promozione dei sapori e dei prodotti locali, semplicemente con rapporti di buon vicinato. La promozione e la salvaguardia della natura e della storia del luogo da parte degli enti preposti ci porterebbe benefici economici gratificando le nostre imprese". Quanto dura la vostra stagione? "Il numero di turisti che ospitiamo è molto influenzato dal clima della pianura. Da giugno a fine agosto, tempo permettendo, abbiamo i periodi migliori, la stagione si prolunga fino all'autunno. In inverno siamo chiusi". Cosa spera per il futuro della sua attività? "Non solo per la mia attività ma per tutto il settore

Barbara Toti ricettivo alberghiero della zona mi auguro che l'onda turistica che da pochi anni è in lieve crescita continui nella sua corsa. Siamo consapevoli di dover dare il massimo in termini di professionalità ma ripeto come offerta di qualità enogastronomica ed ecologica le "terre alte" non sono seconde a nessuno. C'entrate qualcosa con "I racconti della pernice"? "Il comune di Menconico organizza da tre anni il centro estivo, simile ai grest, dal nome "vivere la montagna". È frequentato dai ragazzi e dai bambini dei comuni limitrofi, compreso Varzi. L'offerta formativa è molto buona. Da queste esperienze sono nati "I racconti della pernice", che è una raccolta di racconti ideati e scritti dai ragazzi sotto la supervisione degli educatori. Vengono i gruppi dello Studio Emys con ragazzi e bambini per fare vivere e scoprire la flora e la fauna di questi posti". Cos'è lo Studio Emys? "È uno studio associato di naturalisti professionisti che si occupano sia di educazione ambientale che di turismo sostenibile. Parte del loro lavoro è rivolto alla valorizzazione e alla diffussione presso il grande pubblico ed in particolare modo ai più giovani delle bellezze naturalistiche della provincia di Pavia. Qui organizzano campi di una settimana dove insegnano ai ragazzi ed ai bambini a riconoscere la flora e la fauna delle terre alte dell'Oltrepò".


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"il contributo? So per certo che tanta gente lo stava aspettando"

Anna Raffinetti di

Valentina Villani

La crisi economica che sta attanagliando la nostra nazione a quanto pare non ha intenzione di placarsi e anzi, ogni anno peggiora sempre di più. Le famiglie vivono in grandi difficoltà, alle prese con spese giornaliere, mutui, affitti e chi più ne ha più ne metta; come se non bastasse, vengono divorati dalle tasse, molto spesso davvero insostenibili da pagare. Dall'altra parte anche gli enti non se la passano bene, complici i tagli statali, il patto di stabilità e le spese in uscita che invece restano sempre le stesse o in alcuni casi sono addirittura in aumento. Un progetto interessante dalla duplice funzione è il tanto ultimamente chiacchierato "baratto amministrativo". Attualmente sono molti i comuni che lo stanno adottando, tra questi Casteggio l'ha da poco approvato. "Abbiamo deciso di aderire a questo progetto perché ci stiamo accorgendo che sempre più persone hanno bisogno di aiuto - spiega Anna Raffinetti, assessore al welfare presso il comune di Casteggio In cosa consiste esattamente? "Si tratta di uno strumento introdotto dal decreto Sblocca Italia, che offre la possibilità ai cittadini in difficoltà di poter saldare i propri debiti, mettendosi a disposizione dell'amministrazione comunale per eseguire lavori socialmente utili. La situazione è nera e ogni anno peggiora sempre di più: una condizione simile davvero non l'ho mi vista. Nei tempi passati davamo una mano a chi ne aveva bisogno laddove riuscivamo ad arrivare, ma più passa il tempo e più facciamo fatica ad aiutare, vuoi perché le famiglie bisognose aumentano a vista d'occhio, vuoi perché anche noi abbiamo meno possibilità. Quella del baratto amministrativo mi sembra un'ottima soluzione, sia per i cittadini che per l'amministrazione comunale". Qual è la tassa che i cittadini faticano di più a pagare? "Sicuramente la tassa rifiuti". Come avete organizzato il baratto amministrativo? "Per il baratto amministrativo il comune metterà a bilancio una cifra durante l'anno, questa cifra verrà stanziata per garantire l'esenzione di IMU, TASI e TARI ai cittadini che presteranno i loro servizi per la pubblica utilità. Chiaramente sarà indetta un graduatoria e, in base a questa e alle disponibilità del comune, si deciderà in che modo operare. La graduatoria verrà redatta in base all'ISEE del cittadino

che ne farà richiesta, dove verranno valutate anche altre situazioni come ad esempio lo stato di occupazione, il nucleo familiare e requisiti particolari. Il baratto amministrativo resterà attivo presso il nostro comune a titolo provvisorio di sperimentazione fino al 31.12.2017". Chi può presentarsi? "Possono fare richiesta i cittadini residenti in Casteggio che abbiano compiuto la maggiore età, abbiano una idoneità psicofisica e siano in assenza di condanne penali. Inoltre, se una persona si candida per il baratto, ma poi per vari motivi non ha la possibilità di prestare la sua attività, al suo posto potrà subentrare un familiare fino al terzo grado di parentela. Resta inteso che ogni prestatore di servizio sarà coperto da assicurazione di cui si occuperà personalmente l'amministrazione". Quali saranno le mansioni di prestatori d'opera? "I prestatori d'opera verranno impiegati per lavori di manutenzione in genere come pulizia di aree verdi di strade e di piazze, pulizia dei locali di proprietà comunale, abbellimento e manutenzione delle aree gioco dei parchi e decoro urbano in genere. Inizialmente saranno seguiti da un tutor che illustrerà loro le mansioni, inoltre il comune fornirà loro tutta l'attrezzatura necessaria". Il comune di Casteggio però sono già diversi anni che opera in un certo senso nella direzione del baratto amministrativo, esatto? "Esattamente. Da circa 6 anni abbiamo una convenzione in essere con l'associazione anziani locale, i quali ci forniscono undici volontari. Questi volontari si occupano di accompagnare i bambini sul pulmino scolastico, dell'assistenza durante il pre scuola e inoltre accompagnano anziani e disabili per esami e visite in genere. In cambio l'amministrazione comunale interviene per loro al pagamento delle utenze".

CASTEGGIO

"La situazione è nera e ogni anno peggiora sempre di più"

AGOSTO 2016

Quest'anno a quanto pare Regione Lombardia toglierà il fondo affitti ai comuni, lei cose ne pensa? "Sicuramente questa sarà un'azione gravissima che comporterà non pochi disagi. Buona parte delle persone che richiedevano il fondo affitti aveva già morosità con il proprietario di casa, di conseguenza, grazie proprio a questo contributo, riuscivano ad integrare queste morosità. Potrebbe non sembrare moltissimo, poiché parliamo del contributo di 1.200 euro per ogni famiglia, ma posso garantire che per chi ne ha bisogno erano un valido strumento di aiuto. So per certo che tanta gente lo stava aspettando, avevamo già diverse richieste, ma a quanto pare non verrà stanziato". Anche a Casteggio, dopo i vari "chiacchiericci" dei mesi passati, sono stati collocati una ventina di profughi. Pensate di occupare anche loro in lavori socialmente utili per la vostra comunità? "I profughi sono arrivati da ormai qualche settimana e sono ospiti di una struttura in Via Marconi. E' nostra idea tenerli occupati, magari dando loro l'incarico di svolgere qualche lavoretto per il comune. Valuteremo come affrontare la cosa, anche perché ci saranno sicuramente delle prassi particolari da seguire".


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CASTEGGIO

"sto portando avanti ciò che avevo promesSO"

"Credo si possa fare molto di più"

Giuliana La Cognata di

Valentina Villani

Dall’approvazione del nuovo regolamento del consiglio comunale, avvenuta nei mesi passati a Casteggio, abbiamo assistito ad alcuni cambiamenti, uno tra i quali la nuova riforma dei gruppi consiliari. E così, ora che il regolamento recita che gruppi possono essere composti da una sola persona, è avvenuto ciò che già si sentiva volteggiare nell'aria: infatti, la consigliera Giuliana La Cognata, che già da tempo portava avanti le "battaglie" in nome del suo "popolo", si è sganciata definitivamente dai compagni di minoranza, Giulio Giovanetti e Ettore Albani, creando il suo gruppo indipendente marchiato PD. La sua avventura da sola è avviata ormai da qualche mese, com'è il lavoro da consigliera indipendente? "Bellissimo. Ancora più emozionante di prima in

quanto sempre più cittadini si rivolgono a me per esporre le problematiche che riscontrano all'interno della nostra cittadina. Le interpellanze da me presentate a livello pubblico non vogliono essere solo per una persona specifica, ma in virtù di tutto il popolo che rappresento". La consigliera La Cognata è considerata dalla cittadinanza, ma anche dall'amministrazione Callegari, un'opposizione costruttiva. Come la fa sentire questo? "Felice. Sostanzialmente è quello a cui ambivo, la scelta a cui mi ero indirizzata fin da subito: in poche parole sto semplicemente portando avanti ciò che avevo promesso in campagna elettorale e che ho sempre sostenuto, anche quando ero in lista con gli altri membri del consiglio". Lei adesso è l'unica rappresentante comunale del Partito Democratico. Come sente questa responsabilità? "Sinceramente non la vedo come una responsabilità, bensì più come un punto di riferimento per il popolo, sapendo che il PD è sempre stato il partito del popolo. Sto solo portando avanti un progetto che hanno fatto tante persone prima di me, una tra queste persone mio padre, Ludovico La Cognata, che per venticinque anni fu consigliere per il nostro partito: in un certo senso è come se portassi avanti una tradizione di famiglia". Durante l'ultimo consiglio comunale c'è stato un diverbio molto acceso con il consigliere di minoranza Giovanetti. Cosa è accaduto?

AGOSTO 2016

"Si, c'è stato un diverbio con il consigliere in quanto è risaputo che, quando si fa un' interpellanza è di prassi che parli solo l'interpellante, in questo caso io, di conseguenza gli altri consiglieri, sia di minoranza che di maggioranza, ad esclusione dell'assessore interpellato e del sindaco, non possono in alcun modo subentrare nel discorso. Il consigliere Giovanetti ha sbagliato nel parlare della mia interpellanza, non doveva e non poteva intromettersi, in questo caso ha commesso non uno, ma due errori: il suo intervento non è stato assolutamente regolare e credo sia stato mio dovere farglielo notare". Il suo distacco da tutti i membri dell'opposizione sta a significare che i rapporti con l'altra parte della minoranza sono definitivamente rotti? "Assolutamente no. Questa mia scelta di staccarmi, creando così un gruppo indipendente, è stata dettata dalla necessità di seguire una linea, la mia linea, purtroppo diversa da quella degli altri consiglieri. C'è stato solo quest'episodio dell'interpellanza che spiegavo poco fa, per il quale mi sono chiarita in sede di consiglio e da lì è tornato tutto alla normalità. Sono una persona che porta rispetto a tutti, non voglio avere diverbi e non porto rancore a nessuno, una volta chiarita la situazione non ho alcun tipo di problema". A due anni dalle elezioni come giudica l'operato dell'amministrazione Callegari? "Credo che dovremo lavorare tutti molto di più, collaborare molto di più e cercare, nel limite del possibile, di risolvere le problematiche all'interno della nostra cittadina. Questa maggioranza devo ammettere che ha fatto cose buone, così come le ha fatte la minoranza, tuttavia credo si possa fare molto di più da entrambe le parti". Conclude la consigliera "sono soddisfatta di questo mio momento, devo riconoscere che è un bel momento politico, in quanto la mia posizione è considerata positiva da tante persone, in primis dal mio popolo ed io non posso che esserne immensamente orgogliosa".


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"TORRENTE cOPPA la situazione è sempre rimasta irrisolta"

Di Valentina Villani Quella del torrente Coppa è una di quelle questioni che possono definirsi irrisolte e che, da quarant'anni or sono, non solo non si placa ma anzi peggiora, portando tra la cittadinanza non pochi disagi. Una criticità storica, se così la possiamo chiamare, prima di tutto per il forte tasso di inquinamento delle acque insieme ad esalazioni di odori intollerabili, quegli odori che molto spesso aumentano e si espandono per tutta l'asse su cui scorre il fiume. Un altro grosso problema è legato al colore delle acque del torrente che, nonostante sia classificato come torrente di acque pregiate, presenta una contaminazione di tipo organico che, non permettendo l'ossigenazione dell'acqua, negli anni ha portato anche un'importante moria di pesci. "Il torrente Coppa scende dalle colline dell'Oltrepò Pavese attraversando diversi comuni della provincia di Pavia prima di affluire nel Po. Di conseguenza questo disagio negli anni ha colpito, e colpisce tutt'oggi, gli abitanti di diversi comuni partendo da Casteggio, passando per Casatisma e Bressana Bottarone, fino ad arrivare a Cava Manara" - sottolinea Cristina Azzolini, presidente del "Comitato Valle Coppa", movimento formatosi nell'anno 2014 ma preceduto a sua volta da un altro che, negli anni precedenti, lavorò impegnandosi a fondo per cercare di arginare questa situazione portando avanti diverse battaglie. Cosa è stato fatto nel tempo per cercare di arginare questo grande problema? "Negli anni si è cercato di fare qualcosa ma purtroppo, per un motivo o per l'altro, la situazione diciamo che è sempre rimasta irrisolta. Certo, sotto alcuni aspetti possiamo dire che sia migliorata, tuttavia non si è mai riusciti ad arginare questo fenomeno. Nell'anno 2000, in seguito alle proteste degli abitanti, veniva ripulito il fondale del torrente senza però che si ottenesse alcun miglioramento. Negli anni successivi sono stati promossi diversi esposti alla procura della Repubblica presso il tribunale di Voghera e indirizzato denunce agli enti interessati, compresi comune di Casteggio e l'Asl, senza riscontrare alcun risultato. Quella del 2014 poi credo sia stata in assoluto la situazione più tragica che abbiamo potuto riscontrare e direi difficile da dimenticare per gli abitanti della zona". Perchè tragica? Cosa accadde nel 2004? "Nell'estate del 2014, un odore terrificante, proveniente proprio dal torrente Coppa, si espanse a macchia d'olio per tutti i comuni attraversati sull'asse, emanando esalazioni insopportabili. Questa puzza terribile rese anche impossibile uscire di casa o semplicemente tenere le finestre aperte. In quell'anno ci fu un'importante sollevazione a livello popolare, in una settimana abbiamo raccolto ottocento firme e costituito il nostro comitato. L'odore con il tempo diciamo che si fece sempre meno persistente, ma le acque ad oggi sono sempre rimaste purtide, di colore marrone - rossastro, a differenza di quelle a monte del depuratore che sono limpide; di pesci naturalmente nemmeno l'ombra. Successivamente furono commissionati anche diversi studi dai rispettivi comuni". Ci furono diversi interventi da parte di Guardia Forestale e ARPA ... "La Guardia Forestale fece alcuni sopralluoghi e successivamente anche l'ARPA che, a sua volta, si occupò di tutti i rilevamenti del caso. In seguito, poiché le numerose denunce inviate dagli enti, soprattutto al

CASTEGGIO

Comitato Valle Coppa: "Purtroppo finisce sempre tutto in niente"

LUGLIO 2016

Cristina Azzolini comune di Casteggio e ad ASM Voghera, non sortivano esito e, trattandosi di un rilevante problema ambientale, il nostro comitato decise così di rivolgersi a Federconsumatori che a loro volta fece una richiesta all'ARPA di accesso agli atti. In data 30 settembre 2014 ricevemmo così i rapporti di prova effettuati in quei mesi, dove si riscontrava che il depuratore, nel periodo in cui emanò i forti odori, era in fase di ristrutturazione, di conseguenza parzialmente funzionante. I tecnici di ARPA allora ritennero di non effettuare alcun campionamento, acquisirono copia della segnalazione di ASM Voghera di superamento dei limiti dello scarico in fognatura della ditta AB Mauri di Casteggio e i responsabili di ASM presenti dichiararono la non conformità dei detti scarichi". I risultati delle analisi dell'ARPA a cosa portarono? "L'ARPA comunicava ai comuni e agli interessati che, dalle analisi effettuate durante i sopralluoghi in quel periodo, venivano riscontrati per analisi chimiche parametri di ammoniaca superiore ai rispettivi limiti indicati, mentre, per l'analisi eco tossicologica fu riscontrata un'elevata azione tossica sugli organismi indicatori utilizzati dei testi. La situazione in ogni caso non apparve sufficientemente monitorata, poiché ad esempio nulla è dato sapere sugli sversamenti della ditta AB Mauri a cui si sono riferiti i responsabili di ASM Voghera, denunciando la 'non conformità' degli scarichi effettuati dalla stessa. Non è dato sapere se e quali interventi di controllo siano stati effettuati negli anni precedenti: il problema dei miasmi risale alla fine degli anni 90 e le innumerevoli denunce presentate dagli abitanti ai sindaci dei comuni interessati non hanno mai avuto riscontri positivi". Comune di Casteggio...

"Alla luce di queste lamentele e solo dopo parecchi solleciti, noi del Comitato siamo riusciti ad ottenere un incontro con il comune di Casteggio, nella persona dell'assessore Andrea Mussi, il quale dichiarava che il problema dipendeva dal malfunzionamento del depuratore di Casteggio, i cui effetti sono stati amplificati dalla siccità estiva del terreno, quando, come noto, negli ultimi due anni anche le stagioni calde sono state piuttosto piovose. Solo con l'accesso agli atti di ARPA si è venuti a conoscenza dell'effettivo inquinamento dell'acqua il torrente, situazione ormai nota sia al comune di Casteggio che ad ASM Voghera che però non hanno ritenuto, ad oggi, informare sindaci e popolazioni dei comuni a valle". La situazione del torrente Coppa quindi non è mai stata risolta? "Le analisi periodiche nell'ARPA negli anni riscontrarono che l'acqua era nei limiti di legge, sporca sì ma nei limiti per quello che riguarda gli inquinanti, dal momento che non si parla di inquinanti di tipo chimico, bensì di tipo organico. Purtroppo finisce sempre tutto in niente, probabilmente chi doveva occuparsene dopo di noi ha ritenuto di non dover dar corso ad ulteriori indagini. All'interno dei nostri esposti erano presenti anche notizie di reato penale, abbiamo presentato documentazioni complete ed articolate ma, a quanto pare, non sono state sufficienti. Purtroppo durante l'anno persistono sgradevoli odori - conclude Azzolini - e durante i periodi estivi la situazione peggiora notevolmente, manifestandosi con miasmi putridi che provocano agli abitanti nausea, mal di testa, bruciore gli occhi e secchezza delle fauci, costringendo gli stessi a barricarsi in casa con porte finestre chiuse nonostante le calure estive".


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AGOSTO 2016

BORGO PRIOLO

"il sindaco è forse l'unica figura politica considerata dalla gente"

"I piccoli comuni servono e se fusi diventano impersonali e asettici" di

Valentina Villani

Sono da poco stati completati i lavori per ripristinare i danni portati dalla frana avvenuta nell'anno 2014 nella frazione di Casa Gallotti. Il primo cittadino Paolo Pré ci informa che dopo anni di "battaglie e rinvii" finalmente si è riusciti a sistemare il grande disagio che fu causato dal maltempo. "Dopo ben due anni di rinvii da parte di Regione Lombardia finalmente siamo riusciti a riparare i danni provocati dalla frana e di conseguenza rendicontare il lavoro completato grazie ad un finanziamento giuntoci dalla Regione di 50mila euro". C'è però un'altra problematica sempre legata ai danni di una frana, si tratta di quella esistente alla frazione Ghiaia dei Risi. Quali azioni si sono intraprese ad oggi per tentare di "aggiustare" questo grande disagio per la cittadinanza? "Per la frana alla frazione Ghiaia dei Risi abbiamo aperto da tempo varie segnalazioni a Regione Lombardia, stiamo parlando di un lavoro piuttosto importante ma purtroppo, ad oggi, non abbiamo ancora notizie certe di questi finanziamenti. La cittadinanza per questo motivo vive in stato di forte preoccupazione, a maggior ragione quando piove viviamo nella speranza che non accada nulla: il pericolo è imminente, infatti questa frana si trova a ridosso di abitazioni". E' presente un'altra situazione piuttosto pericolosa all'interno del vostro comune, stiamo parlando del "famoso" incrocio all'ingresso del paese... "Sì, e attraverso un contributo da parte del Distretto dell'Attrattività, quasi sicuramente riusciremo a rivedere quest'incrocio piuttosto stretto e pericoloso. La spesa totale ammonta a 50mila euro, mentre i finanziamenti dovrebbero essere intorno ai 29mila, al resto penserà l'amministrazione comunale. A breve dovremmo riuscire a renderlo fruibile, è nostra previsione infatti terminare i lavori entro l'autunno. E con questo si concludono i lavori ed opere all'interno del nostro territorio poichè, con i tempi che corrono, altro non ci è consentito fare". Si riferisce a tagli e aumento delle tasse...? "Ovviamente. Credo che i tagli dovrebbero essere valutati caso per caso, non esiste fare una legge generica per tutti, così facendo nessuno riuscirà più a realizzare nulla all'interno del suo comune. Dicono

Paolo Prè che siamo troppo 'costosi', per questo motivo vogliono eliminare noi piccoli comuni, puntando alle fusioni, ma come pensano sia possibile unificare comuni come i nostri creandone uno solo che possa amministrare territori così vasti per estensione? I piccoli comuni quindi servono? "I piccoli comuni servono e, se fusi, diventano impersonali e asettici, come del resto sta divenendo la nostra attuale società. Nei piccoli comuni il rapporto sindaco/cittadino è particolare, ci si conosce tutti. Noi sindaci siamo i primi a conoscere le necessità di ognuno e questo è ciò che c'è di più importante all'interno delle nostre realtà. La figura del sindaco è forse l'unica figura politica ancora considerata dalla gente, per il resto noto una distanza sempre più crescente dalle istituzioni, tutto quello che è pubblico è completamente sfiduciato, nonostante però ci siano ancora le persone serie. Il primo dato evidente e all'occhio di tutti sono le ele-

zioni: nessuno va più a votare e questo la dice lunga. C'è una totale disaffezione dalla politica, tra tagli, tasse e manovre ambigue stanno portando la gente a non fidarsi più, la conseguenza più grande poi è questo sentimento comune di paura che si espande sempre di più. Io come cittadino prima che sindaco mi metto nei loro panni e non posso fare altro che capirli". Passiamo ad un altro grande problema legato all'Oltrepo Pavese in generale: le strade "Le nostre strade sono senza ombra di dubbio uno dei maggiori problemi delle valli oltrepadane. Obiettivamente abbiamo un bellissimo territorio, a cui credo non manchi proprio nulla. Certo, ci vorrebbe una progettualità importante che guardi in là nel tempo, per fare questo credo sarebbe sufficiente mantenere le strade, cosa che purtroppo ancora ad oggi non possiamo dire risolta anzi. Il nostro manto stradale è davvero disastrato, sono assolutamente necessari interventi risolutivi che non significa tappare la piccola buca, dev'essere fatto un lavoro importante di sicurezza. Abbiamo colline stupende, ristoranti, alberghi e cantine di qualità, che lavorano più che altro con il turismo enogastronomico, ma per fare in modo che lavorino davvero noi per primi dobbiamo essere in grado di mettere a loro disposizione le strutture e i servizi". Dove a suo giudizio la politica non funziona? "Sono convinto che quello che ci vorrebbe prima di tutto è un maggiore raccordo tra stato, regione e comuni. Gli enti centrali dovrebbero capire l'importanza dei comuni: i comuni sono importanti e non devono essere visti come centri di spesa perchè non è così. Tutto ciò che spende un comune torna al territorio, purtroppo questa cosa 'dall'alto' non viene capita e, di conseguenza si sbaglia l'impostazione. E' così che bisogna far girare l'economia, questa è la realtà più vera e un problema comune a tutti; credo che vivere a Borgo Priolo, Roma o Milano sia uguale, nel senso che i servizi che lo stato deve garantire sono solo alcuni, a tutto il resto dovrebbe pensare il comune, ma se il comune non riesce a garantire la colpa è solo dello stato. I comuni sono importanti, vanno valorizzati: è sbagliata l'impostazione che si ha dell'amministrazione pubblica, bisogna eliminare si il pubblico, ma la spesa pubblica intesa in maniera più ampia, certo non si può dire che i comuni, piccoli e grandi, siano loro il problema perchè non è così".


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"La nostra è una sorta di gestione familiare"

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Valentina Villani

I comuni al giorno d'oggi si sa, faticano a sopravvivere e come se non bastasse ci si mette lo Stato che, cerca di portare i piccoli enti locali a formare convenzioni ed unioni per arrivare poi a fusioni vere e proprie. Calvignano, una piccola realtà collinare di soli 130 abitanti, è forse un esempio perfetto di questi enti, un comune tra i più piccoli dell'Oltrepo ma nonostante tutto, forte di un' amministrazione comunale che tira dritto per la sua strada. "Siamo un piccolo paese agricolo di sole 130 unità e, nonostante tutto, riusciamo ancora oggi a lavorare per il nostro territorio - spiega il primo cittadino Andrea Gramigna. Certo, spesso dobbiamo aguzzare l'ingegno e barcamenarci come riusciamo, per cercare di sopperire alle necessità, ma non possiamo sicuramente lamentarci". Il vostro è il quarto anno di amministrazione, come è andata? "Direi che la gestione di questi quattro anni è stata ottimale, mantenendo i servizi alla cittadinanza siamo comunque riusciti ad accumulare avanzi di amministrazione considerevoli. Indicativamente possiamo parlare di 18/20 mila euro di avanzo per anno, a qualcuno potrebbero sembrare pochi, ma in un comune di 130 abitanti posso assicurare che sono una cifra importante". Una piccola realtà come la vostra come resiste? "La nostra si può dire sia una sorta di gestione familiare e forse il nostro segreto è proprio questo. Non

abbiamo troppe pretese, sono convinto che questo nostro non pensare troppo in grande sia ciò che ci da maggiore possibilità di sopravvivenza con meno difficoltà rispetto ad altri comuni. Sicuramente abbiamo minori necessità di spesa, è anche vero che non abbiamo quel granchè di servizi da mantenere, tuttavia cerchiamo di darci da fare un po' tutti e di portare avanti la vita del nostro paese. Tutto sommato a Calvignano credo basti quello di cui disponiamo". Lo Stato sta cercando di agevolare fusioni, unioni, convenzioni. Lei come vede la cosa? "A mio parere ritengo che le convenzioni siano assolutamente inutili. Non le vedo come un risparmio né da parte dello stato, né per l'ente stesso che sceglie la strada della convenzione, anzi, sono fermamente convinto che questo comporti solamente un aumento di spese e di problematiche. Sono contrario anche alle fusioni, poichè ritengo che comunque piccole realtà come Calvignano non influiscano sulla spesa statale in maniera considerevole: abbiamo un solo dipendente comunale, tutti i consiglieri e la giunta, me compreso, non percepiscono stipendio né gettoni di presenza. Ritengo inoltre che sia giusto e sacrosanto che i paesi mantengano la propria identità, i servizi sono essenziali e nessuno meglio di una valida amministrazione locale e presente sul posto può capire le necessità della sua cittadinanza. Sono favorevole alle unioni, a tal proposito abbiamo da poco siglato l'accordo con il comune di Fortunago, chiaramente devono essere fatte fino in fondo, quindi tutti i servizi dei rispettivi

Andrea Gramigna

CALVIGNANO

"Inutili convenzioni e fusioni favorevole alle unioni"

comuni devono essere trasferiti in unione, altrimenti non ha alcun senso". Progetti in cantiere? "Abbiamo in animo un progetto

ambizioso, che potrebbe essere facilmente realizzabile grazie anche ad un eventuale contributo da parte di Regione Lombardia. Si tratta di terminare la ristrutturazione di quella che è la ex canonica, ora di proprietà comunale e, successivamente l'intenzione sarebbe quella di realizzarvi all'interno un centro diurno per anziani. L'idea è nata da un'indagine che abbiamo fatto tempo fa su cosa si potesse realizzare nella nostra piccola cittadina e, considerata la zona immersa nel verde, l'aria fresca e pulita, il progetto di una struttura che potrebbe divenire il distaccamento di una RSA per il periodo estivo, direi che è una buona iniziativa". Si ricandiderà alle prossime amministrative? "Assolutamente si. Tengo moltissimo al mio paese e alla generazione di Calvignano e, aldilà dei pareri personali di ognuno, credo di aver fatto un buon lavoro in questi anni, di aver lavorato in maniera leale ed onestà. Posso ritenermi molto soddisfatto, dopo un anno e mezzo di amministrazione siamo riusciti a risanare un buco considerevole che avevamo ereditato nel bilancio e non è cosa da poco. Per il futuro auspicherei un aumento demografico ad almeno 200 unità".


PIETRA DE' GIORGI

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"16 iscritti alla classe prima"

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"Anche alla materna i numeri crescono" di

Valentina Villani

Il comune di Pietra de' Giorgi vanta ormai da tempo un sistema scolastico all'avanguardia, che parte dall'asilo nido ed accompagna i bambini fino alla classe quinta della scuola primaria. Una scuola al passo con i tempi, una scuola a cui non manca niente: banchi e sedie regolabili in altezza, una lavagna multimediale per ogni classe, una sala adibita a laboratorio, una mensa scolastica e infine una sala computer, al suo interno dieci pc e la connessione web. Quest'anno, classe prima e scuola materna hanno registrato numeri di una certa importanza, specie in un piccolo comune come quello di Pietra che conta all'incirca 900 abitanti. "Quest'anno la classe prima della scuola primaria sarà una sezione molto numerosa, in quanto abbiamo già registrato 16 iscritti e questo è senz'altro un buon risultato per una realtà piccola come la nostra. Anche alla materna i numeri crescono di anno in anno, infatti, i bambini che partiranno con la classe di settembre sono 28 - spiega il Sindaco Gianmaria Testori - "Il nostro vuole essere prima di tutto un progetto di continuità didattica accompagnando i nostri bambini dall'asilo nido alla scuola primaria". Gli iscritti di cui parlava sono solo bambini residenti o vivono anche nei territori limitrofi? "Gli iscritti provengono sia da Pietra de' Giorgi che dai paesi limitrofi. Diciamo che questa scuola è una risorsa che riguarda un pò tutto il territorio, inteso anche come un bacino di comuni. Sono convinto che ciò che serva sia fornire un servizio un filino più ca-

lato nelle nostre realtà rispetto ai centri grandi, questo servizio poi è anche utile per accorciare un pò le distanze. I nostri sono piccoli comuni molto sparsi e se i bambini dovessero spostarsi anche per andare a scuola, sono convinto che la vita sarebbe sicuramente più stressante, in un certo senso miglioriamo la qualità di vita loro e dei genitori. Quest'anno, per cercare il più possibile di andare incontro alle famiglie, abbiamo pensato di offrire un servizio in più, infatti, oltre ai due pomeriggi di "default" in cui i ragazzi si fermano a scuola, ne abbiamo introdotti altri due integrativi, finanziati dall'amministrazione comunale, dove un'insegnante esterna si occupa dei ragazzi facendo fare loro i compiti, attività didattiche di vario genere e laboratori". C'è un altro importante progetto che state portando avanti da qualche tempo denominato: "Adotta la Scuola" ce ne parla? "Il progetto è stato un'invenzione che è servita, e serve tutt'oggi, a coinvolgere un pò tutte le anime del territorio. In molti hanno aderito a questa nostra iniziativa, sono arrivati diversi finanziamenti che abbiamo utilizzato per realizzare molti progetti all'interno della struttura scolastica. Questo è servito anche a coinvolgere buona parte della popolazione in quella che è la 'costruzione della scuola': ciò dimostra che la nostra scuola è un qualcosa di calato nella realtà e noi abbiamo voluto renderlo qualcosa di partecipato". Sempre in ambito scolastico, altri progetti? "Abbiamo da poco ricevuto un contributo di 390mila euro, attraverso il quale abbiamo voluto investire su tutti gli edifici di proprietà comunale, scuole incluse. Per arrivare ad avere un importante risparmio energetico sostituiremo tutti i serramenti, inoltre verrà

Gianmaria Testori

sostituita anche l'illuminazione interna con un sistema a led, al fine di completare un discorso di importante risparmio energetico. I lavori sono già stati predisposti, ma sono ancora da appaltare. Abbiamo da poco partecipato ad un bando regionale per le scuole dei

piccoli comuni e, se dovesse andare in porto, vorremmo completare questo lavoro di risparmio energetico cambiando in toto il sistema di riscaldamento di scuole ed uffici, per passare al geotermico: questo servirà a garantire un importante risparmio energetico e, al tempo stesso, avremo energia pulita". Un sogno nel cassetto per il futuro dell'istituto scolastico? "Il mio desiderio e quello della mia amministrazione è che le cose vadano sempre bene così come sono iniziate e che questa bellissima collaborazione a tre, scuola, comune e famiglie, proceda per il meglio, continuando a portare gli ottimi risultati che ogni giorno ci regalano grandi soddisfazioni. Le 16 e 28 iscrizioni di quest'anno sono un ottimo risultato e questo sta a significare che il nostro sistema è apprezzato da tutti. Per un grosso centro una scuola è una cosa normale, per noi è un qualcosa in più, completare tutto un ciclo scolastico non è cosa da poco e quello che abbiamo voluto realizzare è un piccolo sistema scolastico all'avanguardia. La scuola è un servizio importante - conclude Testori - dal mio punto di vista in centri come i nostri è un pò un investimento, perché se esistono ancora determinati servizi allora c'è la possibilità che la popolazione si possa incrementare, magari non nell'immediato, ma con il tempo credo che questo possa portare nuove famiglie ai nostri territori, in un certo senso diciamo che il nostro vuole essere un investimento a lungo termine".


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"la mia una famiglia di contadini... a cui devo tutto"

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Edoardo Depaoli

Romana Bianchi, deputato comunista per più legislature e figura di spicco del PD oltrepadano, una donna legato ai suoi ideali, che ha scelto una parte, che ha sempre cercato di "portare avanti" senza imporre, le sue idee. Una donna dell'Oltrepo che ha scelto come lavoro di far politica. Un nome illustre il suo, nella politica oltrepadana e non solo, ma chi è Romana Bianchi al di fuori della politica? "Raccontarsi non è facile perché, come è ovvio, si dà rilievo alle vicende della vita che più ti hanno formato, che più ti sono piaciute, trascurandone altre che, magari, sono più interessanti. Comunque ci provo. Sono bronese, vissuta a Broni, qui ho le mie amicizie di sempre, mio fratello e mio marito. Ho studiato a Pavia e mi sono laureata in lettere all’ Università Cattolica di Milano. La mia famiglia, a cui devo tutto, era una famiglia di contadini, poveri come tanti allora. Mio papà e mia mamma mi hanno insegnato il valore dello studio, dell'impegno, del lavoro, come elementi formidabili di emancipazione personale e sociale. I valori morali più forti li devo a loro. Ho insegnato lettere all'istituto Santa Chiara e poi alle scuole medie di Santa Maria della Versa e di Broni. Anni straordinari di impegno politico e di un gran lavoro con i ragazzi a scuola". Il suo incontro con la politica a quando risale? "Ho incontrato la politica, la passione della mia vita, quando ero studentessa dell'istituto Cairoli di Pavia, nelle associazioni democratiche degli studenti medi, così si chiamavano. Il movimento studentesco del '68, i primi movimenti femministi sono stati i luoghi in cui ho imparato a praticare la politica, a farla vivere nella quotidianità della vita, non solo a declamarne i contenuti e i valori. Sono state le lotte operaie della fine degli anni '60, inizio anni '70 che mi hanno portato a iscrivermi al PCI, esattamente correva l’anno 1971. Nel 1972 sono stata eletta consigliere provinciale ed ho assunto la carica di assessore. Inizia una nuova avventura che continuerà poi con la elezione alla Camera dei deputati nel 1976. Nel 1975 ero stata eletta consigliere comunale a Broni, governata allora da un grande sindaco comunista, Alessandro Verdi. Allora il PCI scommetteva sui giovani e sulle giovani donne, e questo lo ricordo per smentire l’ assenza di memoria, come se il PCI fosse un Molok lontano dalla società. Da allora la politica nelle istituzioni e nel partito sono stati impegno e passione di vita". Crede in una rinascita del PCI ? "Mi sembra difficile e improprio fare paragoni con quel che siamo stati e siamo. È cambiata radicalmente la società e la sua organizzazione, il mondo del lavoro e delle professioni, i mezzi di comunicazione, i costumi, tutto. Difficile pensare oggi i grandi partiti di massa, la militanza come l' ho vissuta io. Quello che però resta è il valore dell'impegno politico, dei principi di solidarietà, di etica della responsabilità come cardini da cui non derogare mai, la capacità e la volontà di confronto con tutti, a destra e a sinistra, confronto con libertà e dignità senza considerare mai gli avversari politici come nemici da abbattere. Sento una lontananza siderale da un linguaggio, da gesti che spesso connotano lo scontro politico, che allontanano i più e fomentano solo i peggiori sentimenti di divisione ed esclusione. La radicalità delle scelte politiche si può e si deve accompagnare alla mitezza, come ci hanno insegnato grandi maestri come Nor-

berto Bobbio. I tentativi di riproporre i simboli del PCI mi sembrano qualcosa che oscilla tra l'inutile e il patetico. Non hanno niente a che vedere con una grande storia, anche tragica, che ha formato e impegnato milioni di uomini e donne, ne ha cambiato la vita e ha cambiato anche in meglio la società". Il suo ruolo nella politica oltrepadana? "In parlamento mi sono occupata di scuola, cultura, università e di leggi per i diritti delle donne. Il mio impegno nazionale si è sempre accompagnato a quello per la mia provincia. Potrei fare un lungo elenco, ma non serve enumerare quel che si è fatto, piuttosto mi serve ricordare che ho sempre cercato di essere presente là dove c'era bisogno, sia per questioni individuali che sociali. Ho sempre avuto un forte sostegno dai cittadini di Broni e dalla provincia e questo mi ha sempre molto aiutato ad essere presente nella nostra realtà con determinazione e con assiduità. Lo dico senza nessuna presunzione. Allora così ci si impegnava nel partito e nelle istituzioni. Quando tornavo da Roma, avevo incontri e riunioni dal mattino alla sera. Molti gli incontri nelle sezioni del mio partito, in giro per la provincia. Per tutto, voglio ricordare un gran risultato ottenuto con l'approvazione della legge per bloccare la produzione di amianto. L'abbiamo approvata nel 1992, pochi mesi prima della fine della legislatura. Non è stato facile. Ostilità più o meno palesi, e non solo di chi voleva continuare a produrre amianto, contrapposizioni ambiente/lavoro, sembravano prevalere sulla urgenza di fermare le "fabbriche della morte", come le ha definite un bravo giornalista, Giampiero Rossi, in un libro di un po' di anni fa. Ma ce l’ abbiamo fatta. Da lì sono derivate poi altri provvedimenti che man mano, stanno aiutando le nostre popolazioni ad uscire dal tunnel. A Casale Monferrato, dove c'era una fabbrica gemella alla nostra, la storia è stata diversa". I giovani, sesso e volentieri "tirati in ballo" dalla politica e dai politici. Il suo pensiero sui giovani? "Stiamo vivendo tempi molto difficili. Banale e scontato definire così il susseguirsi angosciante di morti, di stragi, di tanti eventi che sembrano scardinare, alla radice, i valori che hanno improntato finora la nostra vita quotidiana e quella sociale, la democrazia con le sue forme organizzate come la abbiamo conosciuta in questa parte del mondo. In un mondo così in movimento, non solo in crisi, un adulto quando parla di giovani, rischia di ripetere luoghi comuni o di abbandonarsi a prediche morali. Penso che, oggi i giovani in ogni parte del mondo, stanno cercando, forse con più fatica, la loro strada, come abbiamo fatto noi nel nostro tempo. E cercano la politica nel suo senso vero, luogo di incontro, di conflitto di idee, di mediazione in un luogo sempre più esteso, senza quei confini che sono più simboli di esclusione che non di identità. Più faticoso sicuramente oggi vivere la politica per come si configurano i temi, le questioni, i bisogni, i diritti, perché ci si confronta su ciò che occorrerebbe, sulle incognite del mondo nuovo. Pensandoci però, è sempre stato così per tutte le generazioni. Per la mia e per altre prima. L'unica cosa che so è semplicemente questa: la politica ha bisogno di una più forte etica, di più responsabilità, di più libertà, di maggior senso di comunità. Utopie? Velleitarismi? Penso proprio di no. Sono le concrete sfide che ci interpellano oggi. Ed è nel vivo di questi conflitti che i giovani si formano e si affermano, nel lavoro, nello studio, nella informazione, nella politica, nelle istituzioni. E gli adulti, se vogliono, posso

BRONI

"Riproporre i simboli del PCI, inutile e patetico"

Romana Bianchi evitare prediche sul come eravamo, per aiutare oggi per quel che siamo". Della situazione politica attuale in Oltrepò cosa ne pensa? "L'Oltrepo è casa mia, la mia terra, dove sto bene, dove ho scelto di vivere, non solo perché ci sono nata. Un territorio vasto e differenziato, con una storia sociale, politica, economica dalle tante e diverse facce. Un terreno ben coltivato, in molte sue parti. come dice uno scrittore pavese molto bravo, Giorgio Boatti. Ma anche una zona che si è svuotata di abitanti per difficoltà economiche, per carenza di buone reti di collegamento, per servizi inadeguati. Ma pur sempre un territorio di gran valore. Non sempre siamo stati e siamo capaci di valorizzarne bellezza e doni preziosi. Oggi molti imprenditori nell'agricoltura, nella viticoltura in particolare, nel campo enogastronomico e alberghiero stanno investendo risorse per l’Oltrepo. E si vedono anche risultati importanti. Un territorio ricco anche di contraddizioni e di problemi". Scandalo cantine... che dire? "Un territorio, l'Oltrepo orientale oggi alle prese con problemi drammatici, con le due cantine Terre d'Oltrepo e La Versa, in condizioni terribili. Parliamo di circa mille conferitori tra Broni e Santa Maria, un indotto importante di lavoratori che rischiano l'occupazione. Per problemi diversi, tutte e due le cantine sono al centro di vicende giudiziarie molto severe. Cattive, direi pessime gestioni, hanno messo a rischio l'economia di tutto l'Oltrepo non solo di una parte. Intanto che la magistratura fa la sua parte, occorre che Consorzio, Distretto, i produttori, tutti facciano la loro parte per vedere come riprendere in mano, in modo onesto, tutto un comparto sfregiato da chi ha fatto i propri interessi e non quello dei soci, di un territorio sfruttato e offeso. Anche la politica deve fare la sua parte per sostenere singoli produttori e le loro associazioni che, come nel caso della cantina di Broni, stanno tentando di prendere strade nuove. Può farlo con le amministrazioni locali interessate, con tutti quelli che pensano all'Oltrepo per valorizzarlo e non per mortificarlo come è successo con i management di Terre d'Oltrepo e di La Versa. La magistratura dirà. Noi intanto sappiamo che contro l'Oltrepo e il suo bene più prezioso hanno lavorato quelli che hanno pensato solo a sfruttarlo per i propri interessi, contro quelli di tutti. E non solo dei soci. Tutti sono danneggiati se è danneggiato il marchio delle nostre uve. Da un gran male può venire un bene. Così si dice. Vediamo se siamo in grado di farlo, senza silenzi, paure, con trasparenza e ambizione per la propria terra. L'Oltrepo lo merita. Un suo giudizio sull’attuale neo sindaco Riviezzi? "Antonio è una persona per la quale nutro una grande stima e sicuramente molta fiducia. È un ragazzo giovane che ho sempre sostenuto e sono molto contenta per la sua vittoria. Sono sicura che la sua campagna incentrata sull'ascolto darà i suoi frutti e che la nuova giunta agirà nell'interesse dei cittadini bronesi. Non mi resta che fargli il mio in bocca al lupo".


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"Negli ultimi 10 anni la nostra città ha cambiato volto, è ripartita"

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Edoardo Depaoli

Christian Troni, 31 anni, perito agrario, ha curato i rapporti con la stampa durante la campagna elettorale. E’ tra i fondatori dell’associazione Amici del teatro Carbonetti. E’ legato al mondo del volontariato, facendo parte, da una decina d’anni, della Compagnia dialettale dell’Oratorio. E' il più giovane dei componenti della giunta Riviezzi, le sue competenze riguardano lavori pubblici e servizi manutentivi – edilizia privata – urbanistica e organizzazione eventi. Troni, come vede Broni? "Negli ultimi 10 anni la nostra città ha cambiato volto, è ripartita. Grazie al piano di sviluppo predisposto nel 2007 con l’Università di Piacenza, la passata Amministrazione ha dato vita ad un progetto di rilancio e ha realizzato una serie di importanti opere che stanno iniziando a dare i loro benefici al territorio. Adesso dobbiamo lavorare per rafforzare questo rilancio facendo fare alla nostra città il salto di qualità che la faccia diventare più semplice per chi vuole investire e creare lavoro, più interessante e tecnologica per i giovani, più accogliente per famiglie ed anziani, più interessante per residenti e turisti, più vicina a chi gestisce un’attività e più sicura per tutti". Si aspettava di vincere le elezioni? "E’ stata un’emozione grandissima, sono grato per la fiducia che tantissimi cittadini ci hanno dato riconoscendo la serietà, l’impegno e la voglia di fare che è alla base del progetto di Unione Civica. Abbiamo dedicato le nostre energie a condividere la nostra visione di governo della città basata sulla trasparenza, sul dialogo e sul confronto: sono orgoglioso che i cittadini di Broni abbiano scelto di essere protagonisti del presente e del futuro della nostra città e di partecipare, insieme a Unione civica, alla realizzazione del nostro programma che sarà il più condivisibile possibile". Personalmente, si aspettava di ricoprire una carica così importante al suo primo mandato? "Mi sono candidato con l’unico scopo di mettermi al servizio di quello che mi sta più a cuore, la città dove sono nato e dove ho sempre vissuto. Ho aderito con entusiasmo al percorso di Unione Civica, dedicandomi con umiltà ed impegno ad incontrare tantissimi cittadini nei quartieri, nelle frazioni, al mercato, nei negozi, ovunque, per ascoltarne le richieste ed individuare insieme le soluzioni migliori. Sono molto contento che i cittadini abbiano premiato gli sforzi di tutti i candidati di Unione civica, anche di quelli non eletti, che hanno svolto comunque un ruolo importate. Ringrazio i cittadini di Broni per la fiducia e il sindaco Riviezzi che ha voluto puntare sui giovani; la carica di Assessore, se da un lato mi responsabilizza ulteriormente, dall’altro, se ancora ce ne fosse bisogno, mi dà ancora più stimoli e motivazioni a dare il massimo e a svolgere il mio ruolo con serietà, impegno e dedizione". Quali sono i punti su cui intende lavorare, concretamente? "Per quanto riguarda i lavori pubblici, nell’arco dei 5 anni, oltre a portare a termine le opere progettate nello scorso mandato, ci dedicheremo in particolar modo alle manutenzioni e a sistemare le infrastrutture che necessitano di intervento. Compatibilmente con le risorse disponibili, è nostra intenzione prenderci cura di tutta la città, frazioni comprese, iniziando a sistemare strade, marciapiedi e altre opere che ne-

Christian Troni cessitano di intervento, con particolare focus riguardo alla cura dei cimiteri e delle aree verdi. Il modus operandi che intendo adottare sarà incentrato su un rapporto più stretto tra ente e territorio; periodicamente, i tecnici del Comune effettueranno dei controlli nei vari quartieri e nelle varie frazioni per riscontrare il contenuto delle segnalazioni giunte in Comune e per verificare lo stato delle infrastrutture pubbliche ed individuare quelle che necessitano di intervento. Sulla base di questa attività, verrà stilata una lista di attività da effettuare in ordine di priorità: a seconda dei fondi a disposizione, procederemo alla loro graduale sistemazione iniziando dagli interventi più urgenti". Tra i suoi incarichi amministrativi c’è anche la delega agli eventi, ci può anticipare su cosa sta lavorando? "In questi giorni siamo impegnati nell’organizzazione della prossima Festa

BRONI

"Chi vuole aiutarci con un accordo di sponsorizzazione è il benvenuto"

dell’Uva che si svolgerà il secondo week end di settembre, per la quale stiamo pensando a delle interessanti novità coinvolgendo le risorse locali. Oltre alla Festa dell’Uva, è nostra intenzione rafforzare la sinergia con il territorio per svecchiare le formule delle manifestazioni tradizionali e per organizzarne di nuove ed inedite puntando sulla qualità, sulla freschezza e sulla novità, contribuendo alla valorizzazione del nostro patrimonio ambientale, culturale ed enogastronomico". Non sarà sicuramente semplice organizzare queste iniziative … "Non è facile nè dal punto di vista organizzativo né da quello economico. Riguardo al primo aspetto, grazie alla vivacità delle associazioni di promozione, alla collaborazione di quelle di categoria ed alla disponibilità dei commercianti e degli esercenti dei locali pubblici, stiamo lavorando per mettere a punto una macchina organizzativa preparata e ben amalgamata. Dal punto di vista economico, con le risorse sempre più risicate, si fa sempre più fatica: visto che gli eventi su cui stiamo lavorando costituiscono un'eccellente vetrina mediatica, se c’è qualche privato che vuole dare una mano tramite un accordo di sponsorizzazione è il benvenuto".


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Denise Lanè

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Grazia Gabba


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"non voglio prendere in considerazione le polemiche strumentali"

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Edoardo Depaoli

Alessandra Mossi, assessore della giunta Maggi dal 2014 ricopre il ruolo di assessore con deleghe al welfare, servizi alla persona, sociali, educativi, scolastici, culturali. Signora Mossi di che cosa di occupa il "suo" assessorato? "Attraverso questo assessorato vengono attuati servizi che vanno dalla prima infanzia fino alla terza età. E’ quindi un insieme di servizi vicini alle famiglie, con l’obiettivo di promuovere benessere, rispondere alle necessità quotidiane e gestire situazioni di disagio attraverso lo sviluppo sul territorio di un’offerta di servizi completa". Difficile gestione? "Negli ultimi anni si stanno diffondendo preoccupazioni circa il futuro delle politiche sociali per il susseguirsi di riduzioni di finanziamento per questo settore. Sarà una sfida perché bisogna fare i calcoli con i tagli statali e quindi lavorare con le risorse disponibili. Mi auguro di poter garantire quello che è definito il benessere cittadino". In che modo riesce a "raccimolare" risorse? "Le risorse sono quelle previste dagli stanziamenti di bilancio. Riusciamo inoltre ad avere una fitta rete di collaborazione con associazioni, terzo settore e volontariato. L'associazionismo stradellino è una grande ricchezza, realizza importanti interventi e azioni di sostegno concreto ai più fragili". Ci può fare qualche esempio concreto di questa sinergia? "L’istituzione della Consulta Welfare ha contribuito a rafforzare la rete dell’associazionismo e a far scaturire nuove sinergie per la realizzazione di progetti di socializzazione e integrazione. Per esempio con il progetto 'Cre-attivamente' realizzato grazie alla collaborazione tra Oratorio San Giovanni Bosco, Comune, Istituto Comprensivo e la disponibilità volontaria di esperti, si sono realizzati in locali comunali, dei laboratori ricreativi, sportivi, di socializzazione e apprendimento per bambini e ragazzi dando loro la possibilità di trascorrere alcune ore del pomeriggio in maniera creativa e costruttiva. Altro esempio di sinergia è il coinvolgimento delle Associazioni che svolgono attività in campo sociale, insieme riusciamo ad intervenire su situazioni di estrema fragilità". Tra le ultime iniziative promosse c'è stata l'istituzione di un bando definito fondo anticrisi, a sostegno delle famiglie. Ci spieghi meglio. "E’ stata stanziata la somma di € 15.000,00 a sostegno di quelle famiglie che a causa della crisi hanno perso il lavoro. Abbiamo avviato una prima procedura pubblica con l’indizione di un avviso con scadenza 30/06/2016 finanziato con risorse pari a € 7.500, il secondo avviso per lo stesso importo, lo faremo entro l’anno. Si tratta di contributi economici finalizzati al concorso nel pagamento delle bollette domiciliari per gas, elettricità ed acqua e per il sostegno alle spese relative alla casa, quali spese di locazione, spese per mutuo acquisto o ristrutturazione prima casa e per particolari situazioni, per generi di prima necessità a mezzo di voucher buoni spesa". Requisiti necessari per poter accedere al bando? "Residenza del richiedente nel Comune di Stradella da almeno un anno. Oltre a questo requisito deve

sussistere almeno un’ altra condizione tra le seguenti: la perdita del posto di lavoro e l’iscrizione come disoccupati ai centri per l’impiego, lo stato di cassa integrazione da parte di almeno un componente del nucleo familiare e dichiarazione ISEE non superiore ai 14.500,00 euro". Il primo bando si è concluso il 30 Giugno. Quante domande sono state presentate e quante accolte? "Le domande sono state circa 50. Gli uffici stanno verificando i requisiti. Le risorse disponibili saranno suddivise in parti uguali a tutti i richiedenti in possesso dei requisiti che abbiano presentato la domanda entro la data di scadenza del bando fino al tetto massimo stabilito in base alle fasce ISEE di appartenenza. Viene data priorità a coloro che accedono per la prima volta al beneficio, circa 15 richiedenti. Contributo massimo di € 300,00 fino fascia ISEE di € 8.500, contributo massimo di € 200,00 fascia ISEE tra € 8.500,01 a € 14.500". La maggior parte delle domande presentate arriva da famiglie italiane. Dato che vi aspettavate? "Circa 30 sono le famiglie italiane che hanno fatto richiesta. E’ un dato che conferma l’andamento degli ultimi anni e le difficoltà a trovare e mantenere un’occupazione". Stradella è da sempre considerata regina della movida oltrepadana, città ricca e con "bella" gente. Nel corso degli anni si è involuta e se sì quali sono stati i campanelli d'allarme? "Stradella continua ad essere la 'grande città' di sempre. La gente è sempre molto disponibile e la vivacità in tutti i sensi (culturale, sportiva, ricreativa, sociale), è testimoniata dalle numerose attività che vengono realizzate anche dalle associazioni. Vi sono inoltre tante iniziative di solidarietà meno conosciute che singole persone compiono senza che vengano rese note. Si tratta di atti di generosità, di sostegno e chi li compie non è interessato a pubblicizzare ciò che fa, ma semplicemente è contento di fare del bene. A tutti costoro e a tutte le associazioni va il mio ringraziamento più caloroso. Poi ovviamente esiste anche una fetta di cittadinanza che incontra difficoltà e che magari è costretta ad affrontare momenti difficili, ma non credo si possa parlare di involuzione. Volutamente non voglio prendere in considerazione le polemiche che troppo spesso sono strumentali, perché ritengo che nell’ambito del mio assessorato si debba lavorare in collaborazione con tutti". Il progetto da lei promosso "Mettiamoci in gioco", ha dato i risultati sperati? "Il comune di Stradella grazie ad un finanziamento di Regione Lombardia, e alla collaborazione di diversi partner istituzionali (Piano di Zona di Broni, Comuni, Istituzioni Scolastiche) e del Terzo Settore del nostro territorio, ha attuato azioni di prevenzione e di contrasto alle forme di dipendenza dal gioco d'azzardo lecito attraverso il progetto Mettiamoci in gioco. La progettualità è stata avviata nell'autunno dello scorso anno e si è realizzata sul territorio coincidente con l'ambito distrettuale del Piano di Zona di Broni e si è concluso il 30 giugno. Azioni del progetto effettuate: incontri nelle scuole, conferenza/spettacolo presso Teatro Sociale Stradella con società di formazione scientifica "Taxi 1729" sulle probabilità di vincita, mostra interattiva sulla ludopatia con 600 partecipanti, iniziative di sensibilizzazione presso Auser e centri sociali. (Gli interventi sono stati rivolti alla popolazione generale ma

STRADELLA

"Stradella continua ad essere la grande città di sempre"

Alessandra Mossi principalmente sugli studenti e sugli anziani). Verrà diffuso materiale informativo nei bar . La nostra amministrazione punta principalmente sulla prevenzione e sulla sensibilizzazione. Il problema della ludopatia è complesso , credo sia prioritario occuparsi dei bisogni e dei problemi delle persone che sviluppano questa forma di dipendenza, fare opera di sensibilizzazione e di presa di coscienza. Questo è un processo lungo, non ha un ritorno di immagine immediata, ma può dare risultati nel tempo". L'assegnazione del marchi "no slot" è stata da tutti accolta positivamente o c'è qualcuno che ha storto il naso? "Il logo no slot è un simbolo che vuole significare gli obiettivi regionali e comunali di prevenzione e contrasto alla ludopatia, viene assegnato a testimonianza della scelta del titolare di un pubblico esercizio di non posizionare slot machines nel proprio locale. Il. modello di richiesta utilizzo logo no slot è pubblicato sul sito del comune . Una scelta importante che rappresenta un pensiero di tutela verso i propri clienti e verso i cittadini di Stradella". Quali sono le altre iniziative che intende portare avanti? "Come ho detto, entro la fine dell’anno ci sarà il secondo bando del Fondo Anticrisi per i rimanenti 7500 euro. Si prevede di continuare nelle collaborazioni con l’Oratorio ed altri soggetti del territorio, con le scuole, per la realizzazione di iniziative inerenti tematiche giovanili, dibattiti, momenti di confronto tra volontariato e giovani, nonché progetti di prevenzione. Il tema della prevenzione di ogni forma di dipendenza verrà affrontato attraverso progetti volti a sensibilizzare la comunità locale, ad informare e formare a scopo preventivo i giovani, le loro famiglie con azioni di rete e collaborazione con gli Istituti Scolastici. Continueremo con il Pedibus, servizio diventato ormai molto gradito ai bambini approvato dalle famiglie. Anche per l’anno scolastico 2016-2017 verrà garantito il pre-scuola, servizio di accoglienza e custodia degli alunni della scuola primaria, attuato mediante convenzione con l’Istituto Gavina. Continueremo in base alle risorse disponibili interventi finalizzati al contrasto del disagio economico e della marginalità sociale di famiglie e singoli cittadini, tutelando prioritariamente le famiglie prive di reddito, monoparentali, con all’interno del nucleo persone con gravi disabilità, anziani non autosufficienti o minori privi di rete parentale, nuclei famigliari a rischio sfratto".


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"OGGIGIORNO I NOSTRI ANZIANI SI SENTONO SOLI"

di

Valentina Villani

Un problema comune che incontrano oggigiorno gli anziani nella società moderna è la solitudine. Una società troppo attuale che spesso non lascia spazio alla loro figura, complice il sistema economico e sociale del nostro tempo che sta spazzando via valori e tradizioni, per lasciare posto ad una realtà che non ha più tempo per le piccole cose. E così una buona fetta dei nostri "vecchietti" vive in case di riposo che, nonostante siano sempre più luoghi felici e rispettabili, non sono certo una calda e solida famiglia. Dell'altra fetta fanno parte invece quegli anziani ancora abbastanza "autosufficienti", che vivono da soli ma, in territori ampi come quelli oltrepadani incontrano ogni giorno grandi difficoltà anche nelle piccole azioni giornaliere, come acquistare il pane o fare semplicemente una visita medica. In un certo senso è come se la società odierna li avesse emarginati: troppo vecchi per poter fare parte di una comunità all'avanguardia che scorre troppo veloce per fermarsi un momento ad aspettare il loro passo divenuto ormai troppo lento. Un ruolo importante per queste persone oggi lo svolgono gli Auser, organizzazioni di volontariato presso le quali offrono i loro servizi persone comuni, magari in pensione e con una particolare propensione nell’aiutare gli altri. Nata in seguito all'affiliazione con il centro sociale stradellino, l'associazione di promozione sociale "Auser Centro Sociale Stradellino" è attiva sul territorio di Stradella ma non solo, infatti i servizi forniti sono estesi a ben 17 comuni limitrofi.

Incontriamo il Presidente Antonio Serra. Cosa significa prendersi cura degli altri? "Diciamo che prima di tutto è un impegno certo non indifferente, perché occupa gran parte delle giornate ma, al tempo stesso, è una grande passione che deve partire da dentro, se ti piace farlo lo fai, senza porti troppe domande". Una missione la vostra? "La nostra missione è quella di aiutare il prossimo, tuttavia sono convinto che quello del volontariato sia un ruolo dalla duplice funzione: fai del bene agli altri e nello stesso tempo lo fai anche a te stesso, questo è sicuramente impagabile". Qual è a suo avviso il problema maggiore che riscontrate negli anziani al giorno d'oggi? "La solitudine. Oggigiorno i nostri anziani si sentono soli, molti di loro si trovano in condizioni di disagio interno, i figli e i nipoti molto spesso vivono lontani per questioni lavorative e queste persone sono in un certo senso abbandonate a se stesse. Hanno molti bisogni, ma la loro prima necessità è senza ombra di dubbio un appoggio morale". Come opera una Auser? "Le Auser sono squadre di volontari che, nel loro piccolo, cercano di essere attivi sul territorio, fornendo il loro appoggio a tutti quelli che si trovano in condizioni di difficoltà. "Auser Insieme" è una Onlus che offre accompagnamento assistito, aiuto alla persona e, allo stesso tempo, svolge anche una funzione di promozione sociale. All'interno del nostro territorio gli anziani vivono momenti di grande difficoltà, molti

Antonio Serra

STRADELLA

"Fai del bene agli altri e nello stesso tempo a te stesso"

di loro risiedono in paesi in cui non vi è neppure la possibilità di acquistare beni di prima necessità: noi li accompagniamo a fare la spesa, le visite mediche ma non solo, ci occupiamo di fornire loro prima di tutto una compagnia, che poi è quello di cui al giorno d’oggi hanno maggiormente bisogno. Cerchiamo di star loto vicino laddove i famigliari per i troppi impegni non possono arrivare. In media al mese facciamo all'incirca 210 spostamenti". Mentre per quanto riguarda l'ambito di promozione sociale? "La parte più bella della nostra associazione è l’ambito ricreativo. Allo stato attuale possiamo contare 280 soci effettivi, il nostro centro è un punto di ritrovo ormai per loro fondamentale, dove passano le giornate a giocare a carte, a chiacchierare, inoltre da giugno a settembre organizziamo attività di vario tipo come cene e serate danzanti; insomma, cerchiamo nel nostro piccolo di portare compagnia e serenità a queste persone che spesso vivono in gravi difficoltà e senza l’aiuto di nessuno. Quindi in primis sostegno psicologico, se così lo possiamo definire, ma anche assistenziale e ricreativo”.

"priorità? i giovani, gli anziani e l'ambito sociale"

DI Valentina Villani

Lo scorso mese di giugno in sede di elezioni amministrative la lista "Un futuro per Rovescala", capitanata dal candidato sindaco Marco Scabiosi trionfa con una percentuale alquanto notevole, il 64,24% contro il 35,75 degli avversari della lista "Rovescala da Vivere". Un risultato netto, che non lascia spazio ad interpretazioni, soprattutto se pensiamo che nessun appartenente alla lista trionfante ha mai avuto a che fare con l'ambito politico/amministrativo. A due mesi esatti dal termine delle amministrative l'entourage di Scabiosi inizia a prendere confidenza all'interno del palazzo comunale, addentrandosi in un'esperienza del tutto nuova e senza precedenti. Come è stata la prima esperienza di consiglio comunale e il primo impatto con la pubblica amministrazione? "La prima esperienza vissuta di consiglio comunale è stata sicuramente un qualcosa di davvero emozionante, visto anche il giuramento. Personalmente devo ammettere però che è stato tuttavia vissuto diciamo in modo piuttosto confuso e proprio per via del grande impatto che ha portato questa novità è stato e continua ad essere tutto abbastanza traumatico. Sembrerebbe quasi che tutto quello che gravita attorno alla gestione amministrativa serva solo per rallentare e complicare qualsiasi iniziativa".

Scabiosi, priorità dei prossimi cento giorni? "Come già accennato nell'intervista pre elettorale e all'intero del nostro programma, priorità della nostra amministrazione saranno sicuramente i giovani, gli anziani, l'ambito sociale in genere ed il territorio. Tornando però a quanto ho affermato poco fa, sono convinto che se le cose non si sistemano in qualche modo i comuni rischiano di essere risucchiati da quella parte di amministrazione chiamiamola "obbligata" e dalla eccessiva burocrazia, portando gravi conseguenze, come ad esempio il non poter dare la giusta attenzione ai progetti prefissati". Com'è la situazione economica che vi siete trovati davanti l'indomani dal vostro insediamento? "Proprio in questi giorni stiamo procedendo con la stesura del DUC (documento unico di programmazione) di previsione per il triennio 2017-2019, anche se tuttavia trovo un'assurdità che venga richiesto a luglio, nonché ad una prima revisione del bilancio. Diciamo che, nonostante le risorse limitate ed il bilancio che abbiamo trovato in eredità, riusciremo a garantire i servizi di base, soprattutto per quanto riguarda il sociale. Per quest’anno altro purtroppo non potremo fare, se non tamponare e ricostruire la macchina amministrativa per renderla uno strumento quantomeno più equilibrato". Che rapporti avete intenzione di instaurare con l'opposizione?

ROVESCALA

"Sono amareggiato per avere uno Stato assente e nemico"

Marco Scabiosi "Era nostra intenzione, ed è tutt'ora, quella di instaurare un rapporto sereno e di collaborazione reciproca con l'opposizione. Di conseguenza mi auguro in futuro di trovare spirito costruttivo condivisione". Cosa pensa della politica vissuta sulla propria "pelle"? "Praticamente da subito sono rimasto molto amareggiato nello scoprire di avere non solo uno Stato assente ma addirittura nemico. Uno Stato che esprime con i fatti una volontà forte e chiara di cancellare in forma subdola più comuni possibili e, insieme a questi, conseguentemente la cultura e la storia locale di un paese. Uno Stato incapace di assumersi certe responsabilità, come spesso accade per questioni politiche, che ha pensato bene di permearci di vincoli assurdi in nome del risparmio e dell’efficienza: peccato che questi siano tutti concetti assolutamente sconosciuti a Roma".


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PINAROLO PO

"Il Revisore dei Conti ha dato NUOVAMENTE parere non favorevole"

"L'indebitamento del comune nel 2015 è arrivato a circa 5 milioni e 500mila euro" di

Valentina Villani

Nel comune di Pinarolo Po la minoranza tuona e punta il dito contro un bilancio che non sta in piedi. "La conclusione per l'anno 2015 è allarmante, così come lo è ciò che l'amministrazione attuale intende portare avanti nei prossimi tre anni - sottolineano tre consigliere d'opposizione Agnese Montagna, Denise Lanè e Grazia Gabba. bilancio consuntivo 2015 presenta differenze molto elevate tra ciò che era stato preventivato e ciò che è stato effettivamente accertato". Nel mirino delle tre "moschettiere" della minoranza consiliare le entrate di IMU, i diritti di segreteria e le uscite dello smaltimento rifiuti, nello specifico alcune differenze considerevoli dal bilancio di previsione a ciò che è stato poi accertato effettivamente. "Le previsioni per le entrate IMU parlavano di 591.213mila euro, l'accertato invece ammonta a 338.980mila euro e, se la matematica non è un'opinione, ci ritroviamo una differenza di 252.233mila euro. Stesso discorso per le entrate dei diritti di segreteria, per cui l'attuale amministrazione aveva preventivato 546.900mila euro mentre l'accertamento effettivo è di 172.092mila euro, con una differenza di 374.808mila euro. Dulcis in fundo le spese di smaltimento rifiuti: erano stati preventivati 639.053mila euro, la cifra accertata in ingresso oggi è pari a 234.396mila euro con una differenza di 404.657mila euro". Avete un'idea di quali siano i motivi e le cause di tali discrepanze? "A tutt'oggi ci chiediamo e abbiamo chiesto più volte all’amministrazione i motivi e le cause di tali discrepanze, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Ci chiediamo come si possa redigere un preventivo dei prossimi anni che sia il più reale possibile, senza conoscere l’andamento dell’anno 2015 e gli eventi che hanno determinato questi grandi disallineamenti tra il previsionale e il riscosso/pagato. Al contrario, avere piena comprensione del rendiconto condurrebbe ad avere maggiore consapevolezza dei propri mezzi e, di conseguenza, padronanza delle reali azioni da

Denise Lanè

Agnese Montagna poter intraprendere. Inoltre, a supporto di quanto osservato, c’è un altro importante aspetto che emerge dal bilancio consuntivo 2015". Di che aspetto parlate? "Ci riferiamo all'aspetto che riguarda le spese: ciò che è stato effettivamente pagato è inerente alle voci "personale", "interessi passivi", "quote di mutui"; non troviamo invece alcun tipo di spesa per investimenti. Considerato che i finanziamenti dallo Stato sono discontinui ed incerti, è chiaro che sarebbe assolutamente fondamentale lavorare per costruire con il tempo un progetto concreto ed avere un’autonomia finanziaria. Purtroppo però, non stiamo minimamente riscontrando questa volontà nell’atteggiamento dell’amministrazione Gazzaniga; di conseguenza ci teniamo a sottolineare ancora una volta che lo stato di indebitamento del comune di Pinarolo Po nel 2015 è arrivato a circa 5 milioni e 500mila euro (3mila euro per abitante) e, nonostante ciò, una scelta continua di adottare mutui e

Grazia Gabba

prestiti". Il revisore dei conti a tal proposito come si è espresso? "Il Revisore dei Conti ha dato nuovamente parere non favorevole sul bilancio consuntivo 2015 e previsionale 20162018, ha inoltre evidenziato che anche quest’anno è stato sforato il patto di stabilità, cosa che comporterà una penale per il comune". Cambiando discorso, la raccolta differenziata come procede? "La percentuale della raccolta differenziata resta molto bassa, siamo intorno al 25%. Abbiamo anche richiesto, attraverso un'interrogazione in sede di consiglio comunale, i dati relativi alla raccolta sperimentale di oli esausti e umido, purtroppo la risposta non ci è mai pervenuta. Quest’ultima, inoltre, avrebbe dovuto essere estesa a tutto il territorio comunale entro la fine del 2015, ma ovviamente nulla di ciò è stato fatto. Sempre parlando di ambiente e salute del cittadino, abbiamo presentato un'altra interrogazione il 14 giugno u.s., in cui si evinceva una nostra richiesta nei confronti dell'amministrazione comunale". Cosa avete chiesto all'amministrazione? "Se avessero già aderito al protocollo d'intesa per la tutela e la valorizzazione del territorio della provincia di Pavia o se comunque ne avessero intenzione. A tal proposito il 19 maggio scorso a Cava Manara, quarantadue sindaci della provincia di Pavia si sono dati appuntamento per firmare questo accordo, il numero di adesione è poi cresciuto in maniera considerevole. Tale protocollo impegna i rappresentanti di tutti i cittadini a consultarsi prima di approvare impianti a rischio, permettendo di affrontare unitamente le problematiche del territorio, di allargare le vedute oltre i singoli confini comunali e creare sinergie. Per il valore intrinseco e strategico di questa proposta riteniamo sia un passo fondamentale da intraprendere per la tutela del territorio. Tuttavia a distanza ormai di un mese, da regolamento il tempo a disposizione per rispondere a un interrogazione, non abbiamo ancora ricevuto risposta". Concludono le consigliere: "Le perplessità espresse per l’anno 2014 sono rimaste le stesse. Le risposte non arrivano e, quando raramente si ricevono, sono vaghe ed inconsistenti. Alla luce di queste osservazioni ci domandiamo quali siano gli obiettivi e gli investimenti per i prossimi tre anni di questa amministrazione e cosa spetta a noi cittadini. Per il momento, possiamo solamente ipotizzare un futuro fatto esclusivamente di debiti".


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centrale di stoccaggio oli esausti: "siamo impeganti nel rinnovo"

di

Valentina Villani

A Mezzanino è tempo di novità, sul tavolo dell'amministrazione sono diversi i progetti già conclusi dal centro sportivo per i ragazzi alla sicurezza e viabilità del paese. "Facendo il punto della situazione devo ammettere che, tutto sommato, nonostante le difficoltà che abbiamo incontrato siamo riusciti a realizzare un bel 70% del programma previsto - sottolinea il primo cittadino Gianluigi Zoppetti. Qual è il progetto di cui va maggiormente fiero? "Non appena insediati abbiamo preso accordi con il gestore del centro sportivo, poiché ci siamo accorti che i nostri ragazzi giocavano in mezzo alla piazza e sulle strade. Volevamo dar loro la possibilità di poter giocare felici e spensierati in un luogo sicuro, così, grazie a questo accordo, abbiamo dato loro la possibilità di poter usufruire del campo sportivo; chiaramente abbiamo dovuto apportare tutta una serie di modifiche e supporti, abbiamo effettuato una verifica importante degli impianti, collaudato la tribuna e provveduto alla sistemazione della centrale termica che non era a norma, così come le torri faro che necessitavano di un collaudo. Per l'anno 2017, abbiamo in programma di dotare il campo di un impianto luce emergenza, inoltre una verifica finale da parte dei vigili fuoco. Sempre per i nostri giovani, siamo riusciti a dare vita ad una nuova associazione sportiva dilettantistica: l'a.s.d Mezzanino. Ciò che preme a questa amministrazione è supportare i giovani, perché sono il nostro futuro e crediamo che lo sport sia un valido strumento per la loro crescita". Per quanto riguarda i progetti legati a sicurezza e viabilità del paese cosa ci può dire? "Uno dei problemi di Mezzanino è sempre stato la difficoltà nel trovare le abitazioni, in quanto con un'unica via si servono più frazioni. Così abbiamo pensato di posare i cartelli indicatori delle vie con i numeri civici per ogni abitazione. Sempre restando

in ambito viabilità, abbiamo posato due dissuasori velocità speed check in frazione Tornello, che vengono presenziati settimanalmente dal servizio di polizia municipale e due dossi, uno sito in Via Roma, l'altro in Via Bovina; a breve ne poseremo altri due nuovi. Abbiamo inoltre modificato la viabilità, inserendo il senso unico in alcuni punti pericolosi. E' già in programma un importante intervento di riqualificazione pubblica, legato agli impianti di illuminazione che verranno sostituiti con i led; accanto a questo intendiamo integrare il progetto di sicurezza cittadina, attraverso un impianto di videosorveglianza con una tecnologia moderna, che ci permetterà, attraverso dei portali, la lettura della targa in tempo reale, inoltre, utilizzando una tecnologia in HD, il servizio sarà anche notturno. Si tratta di un impianto implementabile di anno in anno, di conseguenza installeremo telecamere nei punti sensibili in questa prima fase per poi estendere il progetto". Un'altra novità, se così la si può chiamare, è il rinnovo del V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) per l'impianto della centrale degli oli esausti alla frazione Tornello che, allo stato attuale, resta pendente e in fase di trattativa, e che da ben quarant'anni è fonte di confronto e discussione all'interno del paese.Che ci dice al riguardo? "Siamo impegnati sulla via del rinnovo per la centrale di stoccaggio degli oli esausti, a tal proposito, lo scorso mese di giugno, abbiamo avuto un incontro con l'assessore provinciale Michele Bozzano e i suoi collaboratori: il responsabile per la compatibilità paesaggistica e responsabile della V.I.A.. In quella sede si è deciso di procedere con il rinnovo della Valutazione di Impatto Ambientale, ora siamo in attesa di avere informazioni riguardo la conclusione della verifica ispettiva effettuata dall'ARPA, tenutasi il 20 giugno u.s.. Attendiamo inoltre il procedimento aperto dalla provincia di Pavia per la verifica in contraddittorio delle acque sotterranee, sempre per quanto riguarda il suddetto impianto. Resta inteso che prima

MEZZANINO

"Non possiamo essere contrari, perchè è una realtà che qui opera da 40 anni"

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Gianluigi Zoppetti della conferenza dei servizi indiremo un'assemblea pubblica dove convocheremo tutta la cittadinanza". Quest'assemblea servirà per informare la cittadinanza o per avere un loro parere riguardo la questione del rinnovo? "Vogliamo informare la cittadinanza e coinvolgerla nella questione. Stiamo inoltre dando il mandato ad un legale, al fine di seguirci nell'evolversi della questione ed avere il suo parere rispetto quest'argomento piuttosto importante; è chiaro che quando si parla di protezione dell'ambiente, in questo caso di oli esausti e quindi rifiuti pericolosi, una cosa simile richiede il parere della cittadinanza". E nel caso in cui la cittadinanza fosse contraria? "Qui non si tratta di bocciare niente, certo sentiremo il loro parere, noi non possiamo essere contrari perché questa realtà è qui che opera da ben quarant'anni, non è una nuova attività ma solo una continuazione della precedente e i contenuti del rinnovo sono ancora quelli. La tecnologia fa passi da gigante e, quando si parla di rinnovi è necessario capire se esistono tecnologie che vengono immesse e danno un risultato migliore rispetto alle precedenti. Nell'ambito di questa AIA vogliamo capire quale tipo di cambiamento avverrà nella lavorazione di questi oli esausti".


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"l'impressione è quella che il sindaco abbia avuto direttive dall'alto"

di

Valentina Villani

In quel di Mezzanino il rinnovo del V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) per l'impianto della centrale degli oli esausti non è ancora stato ufficializzato, tuttavia il malcontento sta già serpeggiando tra i residenti e la minoranza consiliare è decisa a fare barricate contro quest'eventuale rinnovo. "Ho sempre pensato, e lo penso tutt'ora, che Zoppetti sia un bravo sindaco e una persona ragionevole, inoltre aveva approcciato il problema della centrale in maniera a mio dire corretta - spiega Achille Cester, consigliere di minoranza del comune di Mezzanino. Tuttavia, da un paio di mesi circa, sembra che 'nasconda le carte', procedendo per conto suo senza interpellare nessuno, cosa che invece prima avveniva regolarmente. In passato ha sempre cercato di coinvolgere noi della minoranza insieme a tutta la cittadinanza: l'impressione è quella che abbia avuto direttive 'dall'alto' e che in un certo senso gli sia stata imposta una linea da seguire". Cosa le fa pensare che le scelte di Zoppetti siano influenzate da direttive esterne? "Come spiegavo poco fa, e non ho remore nel dire le cose come stanno, dal principio Zoppetti è sempre stato molto disponibile e collaborativo, abbiamo anche fatto un sopralluogo insieme alla centrale. Da qualche mese a questa parte invece è evidente una chiusura e una gestione impropria da parte della maggioranza che ci ha totalmente esclusi in maniera inspiegabile". Quali sono le motivazioni che la portano a puntare il dito contro il rinnovo della centrale? "Sicuramente quella della centrale è una situazione piuttosto pericolosa, stiamo parlando di stoccaggio di oli nella fascia del bacino del Po: in caso di sversamento o incidente tutto quest'olio andrebbe a finire proprio nel fiume, con conseguenze disastrose per l'ambiente. Noi dell'opposizione siamo totalmente contrari a questo insediamento e riteniamo fondamentale la necessità di intervenire per una bonifica del sito in questione. Una centrale di raffinazione di oli esausti vicino al Po è inconcepibile, inoltre la pro-

posta della società che gestisce questo stoccaggio di oli è quella di poter usare il depuratore comunale per scaricare una parte delle acque di risulta dalla separazione delle emulsioni oleose: questa è una cosa a mio dire incredibilmente assurda". Perché crede che sia assurda? "Perché pensare di svuotare scarti di emulsione oleosa in un depuratore comunale come quello locale di Mezzanino è assurdo, non ha alcun senso logico, né industriale, né ecologico, né economico: sono quelle operazioni che io definisco anni '70. Sostanzialmente vorrebbero diluire un inquinante con un refluo urbano, ma siccome di refluo urbano a Mezzanino ne abbiamo poco, dargli il permesso di attaccarsi al depuratore comunale è impossibile, irrealizzabile e sbagliato di fondo". Quindi l'unica strada è la bonifica? "Assolutamente. Quell'area è da bonificare e anche in fretta, dopodiché sarebbe opportuno chiudere il centro. Esiste una normativa molto chiara, la 152, che spiega chiaramente che, a fronte di una situazione con uno stoccaggio di materiale che può essere pericoloso ed inquinante, il comune dovrebbe addirittura sostituirsi al soggetto privato se, a seguito di ordinanza questi non provveda a mettere in sicurezza il suo impianto. Analogo il caso di Retorbido dove l'amministrazione comunale avrebbe dovuto sostituirsi nella bonifica, solo successivamente si sarebbe potuta proporre la realizzazione di un impianto: purtroppo di questo nessuno parla, ma è estremamente chiaro e lampante. E, come quella di Retorbido, anche questa è un'operazione dietro alla quale ci sono i famosi consorzi di filiera". In che modo operano questi consorzi di filiera di cui parla? "All'interno delle operazioni dei consorzi di filiera vengono mandati avanti soggetti senza né arte né parte, in stabilimenti industriali dismessi da bonificare, con un capitale sociale irrisorio. E' ora che i consorzi di filiera si espongano in prima persona se devono fare un'operazione che riguarda i loro prodotti: bisogna dire basta a queste società da diecimila euro di capitale sociale portate avanti da personaggi am-

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"Una centrale di raffinazione di oli esausti vicino al Po è inconcepibile"

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Achille Cester bigui che vanno ad elemosinare presso i comuni la possibilità di aprire un impianto di recupero per un consorzio ricchissimo, senza dare garanzie né finanziare né tecnologiche". Avete spiegato le vostre ragioni all'amministrazione Zoppetti? "Ho espresso più volte le mie perplessità al sindaco, con il quale tra l'altro ho un ottimo rapporto. Tuttavia, come già asserito poco fa, pare che Zoppetti abbia intrapreso un'altra direzione". Il sindaco dice che a breve faranno un incontro con la cittadinanza per renderli partecipi di questo rinnovo. Voi avete già avuto modo di ascoltarla? "La cittadinanza è totalmente contraria, anche perché da questo non ne trae alcun beneficio, anzi. Mezzanino è un comune a vocazione agricola, questo stoccaggio di oli a ridosso del Po non ha nessun senso e gli abitanti lo sanno". "L'ipotesi di gestione del depuratore comunale di Mezzanino fa a pugni con il buonsenso - conclude Cester - si è cercato di contrabbandare un'operazione industriale che in realtà è un'operazione di pura rapina, con l'intento di andare a scaricare dei reflui nel depuratore comunale".


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SPETTACOLO & CULTURA

"A livello di cultura musicale siamo rimasti al Ballo del Qua Qua"

"La mentalità vogherese: il vicino si snobba, si celebra il forestiero" Di Vittoria Pacci

Chiunque sia stato bambino o ragazzo a cavallo tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90 potrebbe ricordare la sua voce. Che cantasse "Lupin l’incorreggibile Lupin" o che duettasse con Cristina D’Avena in "Kiss Me Licia" come Mirko dei BeeHive, il suo timbro vocale resta inconfondibile. Enzo Draghi per quella generazione cresciuta a pane e Bim Bum Bam è stato uno dei punti di riferimento: autore e interprete (a volte entrambe) di oltre 150 sigle tra cartoni animati o programmi televisivi per ragazzi, ha lasciato un segno indelebile nella memoria di moltissimi che oggi sono cresciuti, si sono sposati e hanno a loro volta figli, ma ancora non smettono di andare ai suoi concerti, così come a quelli di Cristina D’Avena. Segno che il legame affettivo con la loro giovinezza si è cristallizzato proprio attraverso le sigle di cartoons mitici come Lady Oscar, I Puffi, le Tartarughe Ninja, Conte Dracula o I Cinque Samurai. Enzo, molti non sanno che lei è un vogherese doc e che vive tuttora a Voghera. Com’è nata la sua carriera da musicista? "Sono nato qui nel 1952, e nel 1955 iniziavo a strimpellare la fisarmonica, a orecchio. I miei genitori assecondarono la mia predisposizione naturale per la musica e mi mandarono a lezione. Ho studiato pianoforte con il maestro Giuseppe Accorsi, poi dopo la metà degli anni 60 con l’esplosione del rock mi sono innamorato della chitarra. Ho suonato in tanti complessi rock della zona mentre al contempo lavoravo come session man in studio di registrazione. Nel 1975 incisi il mio primo 45 giri da solista, si chamava “Non Chiedo Più il Perché” per l’etichetta tortonese Real Music, di Albertelli e Riccardi (noti autori musicali di brani di grande successo tra cui “Zingara” ndr) per cui già lavoravo. Non ebbe il successo sperato, e continuai la mia attività anche come vocalist partecipando alla realizzazione di numerosi dischi di autori italiani fino alla metà degli anni 80". Poi cos’è successo? Come è passato ai cartoni animati? "E’ successo che una giovane imprenditrice di nome Alessandra Valeri Manera era diventata responsabile della neonata fascia ragazzi dell’allora Fininvest e, avendo bisogno di qualcuno che doppiasse le versioni italiane dei brani di un cartone giapponese chiamato Kiss Me Licia, si innamorò della mia voce e mi propose questo lavoro. E’ stato piuttosto casuale, e devo ammettere che lo accettai pure controvoglia". Prego? "All’epoca quando ricevetti la chiamata ero in vacanza, era l’agosto del 1986, e già lavoravo duramente in studio di registrazione. Inoltre non ero neppure un grande fan dei cartoni animati e soprattutto non avevo alcuna idea del successo che ci sarebbe stato. Fu una felicissima coincidenza, come spesso accade nella vita". Ed è diventato Mirko dei BeeHive, il ciuffo rosso più famoso della tv italiana… "Attenzione, io doppiavo la voce cantata di Mirko, sia nel cartone che nel telefilm, mentre l’attore che lo interpretava nel telefilm si chiama Pasquale Finicelli". I BeeHive all’epoca erano davvero ai primi posti delle classifiche di vendite e la sua voce divenne

Enzo Draghi molto popolare. Nella seconda metà degli anni 90 però la tv per ragazzi finì il suo ciclo. Come mai secondo lei? "Dopo l’entrata in politica di Berlusconi molte cose iniziarono a cambiare a Mediaset. Chi decideva ritenne che investire sulle sigle dei cartoni animati fosse probabilmente superfluo, i gusti dei teenagers erano cambiati, plasmati sempre dalla tv per seguire altre forme di intrattenimento". Oggi di cosa si occupa? "Sempre di musica. Ho seguito numerosi progetti nel corso degli anni, ho cantato con La Squadra di Genova, un gruppo vocale che mantiene viva la tradizione del trallallero, il canto portuale tipico della zona genovese, mi sono interessato di etnomusicologia collaborando per un certo periodo con il pifferaio Stefano Valla al recupero della musica tradizionale del nostro Appennino e pubblicando un disco in cui ho messo insieme varie influenze, da quelle della musica popolare al jazz, il pop e il blues. Nel presente mi dedico ai concerti in cui porto sul palco le sigle dei vecchi cartoons. C’è ancora oggi un interesse incredibile per quell’epoca: ricevo mail e messaggi facebook da miei fan praticamente ogni giorno e mi vengono offerti concerti in ogni parte di Italia. Lucca ed Etna Comics a Catania sono eventi da migliaia di persone a cui ho partecipato. Ancora oggi mi stupisco di quanto interesse abbiamo suscitato e con quanto affetto tante persone si sono legate a quelle sigle". Qual è stato il segreto? Considerando che oggi praticamente le sigle dei cartoni animati neanche esistono più…. "Semplicemente erano delle belle musiche. Orecchiabili, accattivanti, ben composte. Non parlo solo delle mie ovviamente, anche quelle di Nini Carucci e Massimiliano Pani. In combinazione con la voce di Cristina D’Avena sono diventate in pratica degli inni generazionali. Diciamo che le abbiamo sempre considerate e scritte come fossero vere e proprie canzoni, non come semplici sigle di programmi per bambini". Tiene concerti in tutta Italia e ha

migliaia di fans che la seguono, tra cui anche un suo collega piuttosto noto, Caparezza. A Voghera però non risulta nessuna esibizione. O sbaglio? "Come si dice, nessuno è profeta in patria e il mio rapporto con la città è un po’ particolare. Molti non sanno chi sono, altri magari fanno finta di non saperlo perché in questa città nei confronti di chi ha successo fuori dalle mura scatta una sorta di campanilismo all’incontrario che porta allo snobismo. Penso anche a Marco Forni, come me vogherese e musicista di successo (ha suonato con Ramazzotti, Morandi e numerosi altri big nazionali e non, oggi è autore musicale per X Factor ndr) che però non è mai stato celebrato o seguito più di tanto dai “suoi” concittadini. Immagino ci siano anche altri che hanno avuto successo ma non li conosco perché probabilmente il loro nome non risuona". Come mai crede che vada così? "La mentalità vogherese è da sempre quella. Il ‘vicino’ si snobba, si celebra il ‘forestiero’. Se venisse Cristina D’Avena al PalaOltrepò ci sarebbe il pienone, se dovessi esibirmi io, anche se si tratta della mia città, ho seri dubbi. Sarebbe più semplice fare il pieno a Taranto!". Eppure a Voghera i musicisti di sicuro non mancano. Com’è la scena in città? "Direi deprimente. Suonano in tanti ma non ci sono locali né interesse per la musica dal vivo. A livello di cultura musicale siamo rimasti al Ballo del Qua Qua. La colpa è un po’ delle amministrazioni un po’ dei cittadini stessi. Cosa ci si può aspettare da chi ha permesso che un tempio sacro per la musica in Oltrepò (e non solo) come l’Ariston venisse abbattuto? Poi in generale non vedo interesse nella gente. Se un nuovo locale apre e vuole far suonare c’è subito chi si lamenta per i decibel e giù grane. I vogheresi preferiscono il rumore del traffico alla musica". Eppure lei a Voghera ancora ci vive… "Le mie radici non le ho mai rinnegate e ci sono legato. I miei genitori vengono dall’Alto Oltrepò e lì soprattutto sto bene. Voghera invece è una città a cui non devo nulla. Prometteva bene negli anni 70, poi si è persa per strada. Mi sta bene viverci, ma abbiamo un rapporto di cordiale indifferenza".

Enzo Draghi e Cristina D'Avena


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Salice Musical Festival:"Un bel progetto che si è dovuto ridisegnare"

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Serena Simula

Ormai da anni vive dalle parti di Venezia, ha appena debuttato all'arena di Verona e nei prossimi mesi sarà in Cina per interpretare Pang nella Turandot. Appena può, però, il tenore varzese Giorgio Trucco torna in Oltrepò non solo in veste di cantante ma anche di direttore artistico, prendendo parte così attivamente alla vita culturale del suo territorio d'origine. Dopo aver diretto per la prima volta lo scorso anno il "Salice Musica Festival" (portando dalle nostre parti anche il famoso baritono Ambrogio Maestri), Trucco non ha rinunciato a occuparsi della manifestazione nemmeno quest'anno, portando avanti il progetto nonostante i pesanti tagli effettuati dal comune di Godiasco-Salice Terme in seguito al commissariamento. La rassegna quest'anno è stata molto sfortunata e da quattro date in programma ne sono rimaneste solo due. Cos'è successo di preciso? "È successo che quando quest'inverno abbiamo iniziato a programmare la seconda edizione del Salice Musica festival, con il sindaco Gabriele Barbieri e l'assessore alla cultura Luciana Olivieri avevamo programmato una rassegna di quattro appuntamenti, uno in più rispetto all'anno scorso. L'idea era quella di ampliare la rassegna anche nel territorio limitrofo, con tre date a Salice e una all'eremo di sant'Alberto di Butrio. Un bel progetto con artisti di fama nazionale e internazionale che però si è dovuto ridisegnare dopo l'arrivo del commissario prefettizio: a causa della mancanza di fondi, i concerti si sono ridotti a due: quello all'eremo (che si è tenuto lo scorso 30 luglio) e uno a Salice il 24 agosto". Vi è spiaciuto rinunciare? "Per la verità non abbiamo rinunciato, anzi abbiamo

tenuto duro. Il festival rischiava di essere cancellato completamente ma noi abbiamo insistito per mantenere almeno due date. Essendo una manifestazione giovanissima, nata solo un anno fa, annullarla sarebbe stato un vero peccato. Speriamo l'anno prossimo di essere più fortunati". Lei ha tanti impegni in giro per il mondo, eppure trova sempre il tempo per pensare all'Oltrepo "Assolutamente sì, e lo faccio anche molto volentieri. Mi piace tornare a casa e portare in provincia colleghi che altrimenti difficilmente si esibirebbero mai in zona, impegnati come sono tutto l'anno a girare da un grande teatro all'altro e da un continente all'altro. Credo innanzitutto che questo territorio si presti molto bene ad ospitare eventi di questo genere, ma anche che tutto sommato se lo meriti: è bellissimo, perchè non valorizzarlo?". Il 24 agosto canterà anche lei. Chi si esibirà insieme a lei al centro Diviani? "Mi accompagneranno Giampiero Sobrino al clarinetto e Roberto Moretti al pianoforte, due musicisti davvero straordinari che abbiamo già ospitato l'anno scorso. In scaletta metteremo sia arie d'opera che canzoni appartenenti al repertorio della musica leggera, così da rivolgerci a un pubblico più ampio". Che effetto fa passare dall'arena di Verona al palco dietro casa? "Per me cantare è sempre un'emozione. Che sia davanti a dodicimila persone o davanti a un piccolo pubblico di amici, per me non fa molta differenza. Anzi, se canti all'arena il pubblico è molto distante da te, se canti a Salice invece il contatto è molto più diretto". Cos'è per un cantante lirico debuttare all'arena? "L'arena è un punto di arrivo, una grandissima sod-

direttamente da "uomini e donne over"

Giorgio Manetti alla Buca di Salice Terme di

Vittoria Pacci

Protagonista indiscusso di "Uomini e Donne Over" di Maria De Filippi, dalla sua Firenze Giorgio Manetti approda in uno dei locali storici, ma assolutamente sempre in voga e sempre ricco di proposte LA BUCA in Salice Terme. Per meglio capire il fenomeno mediatico, abbiamo chiesto aiuto ad un amico, personaggio conosciuto in Oltrepo, da tanti anni professionista del mondo dello spettacolo: Lele Baiardi. "Premetto che non sono assiduo spettatore di queste edizioni del 'Trono Over', ma in passato ho avuto diversi amici che hanno partecipato al programma, chiamiamolo, tradizionale, quello delle belle ragazze e ragazzi...". Programma seguitissimo... "Assolutamente un successo, televisivo e sociale! Qual è il segreto? "Nessun segreto, solo enorme professionalità autorale e produttiva. Con i cambiamenti radicali della società agli inizi dei '90, anche la TV ha seguito il corso. In pratica, la televisione generalista ha aperto le porte alla gente comune. Dall'approdo della TV in Italia negli anni '50, in video andavano solo professionisti che dovevano affrontare un tortuoso cammino di selezioni. Le gavette erano terribili, partendo

dalle balere di provincia, dove prima di arrivarci si studiava comunque tantissimo (canto, ballo, portamento, dizione, recitazione, etc), si cercava di conoscere e farsi apprezzare da quell'impresario che poteva introdurti nel mondo dello spettacolo che conta. Insomma, era una palestra durissima". E poi? "Entro la fine degli anni '80, si era già tentata un'apertura a quelli che poi sarebbero diventati i 'Talent Show'. Ad esempio, enorme successo ebbe La Corrida, di Corrado Mantoni, tra i più grandi presentatori televisivi, che metteva in video soggetti al giudizio della platea, i famosi 'dilettanti allo sbaraglio'. Da questi, chiamiamoli, esperimenti, nei primi anni '90 appunto, Maurizio Costanzo, in seguito affiancato anche nella vita da una giovane ma già geniale Maria De Filippi, iniziarono proprio la traslazione della gente comune in TV! Ma questo fenomeno è esponenzialmente aumentato nell'ultimo decennio... "Semplicemente perchè il mondo ha imparato ad usare bene Internet! Il web ha dato una velocizzazione paurosa ai processi di selezione! In 20 minuti tu puoi inviare il tuo provino video, le tue foto, la tua biografia alle redazioni dei programmi; dopo il primo

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"questo territorio si prestA ad ospitare eventi di questo genere"

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disfazione per chiunque faccia questo mestiere in Italia Certo non è un traguardo che ti rimane a vita, bisogna conquistarselo di anno in anno. La prima volta che mi chiamarono, per esempio, era nel 2011: da allora non ho più avuto convocazioni fino all'anno scorso, quando ho dovuto declinare per impegni precedenti. Quest'anno sono tornato e sono più che felice di ritrovarmi di nuovo su quel palco incredibile". Come se la passa il mondo della lirica in Italia? "La mia sensazione è che probabilmente il peggio è passato. Dopo tante difficoltà adesso mi sembra che si stia riprendendo a proporre stabilmente l'opera nei teatri e vedo anche un discreto interesse da parte del pubblico. Ciò che mi rincuora è che non si tratta solo di adulti ma anche di ragazzi: trovo un vero peccato che il nostro repertorio operistico non si insegni a scuola, io stesso l'ho fatto per un periodo con i bambini delle elementari e posso confermare che se adeguatamente stimolati anche i più piccoli si divertono molto a scoprire questo mondo così straordinario. Fortunatamente, nonostante le pecche del sistema scolastico, qualche giovane si avvicina ancora alla lirica, se non altro per curiosità". E all'estero? "All'estero funziona molto bene, specialmente in paesi come la Cina, il Giappone o la Corea, dove è molto sentita. Quanto all'Europa, sono la Germania e la Francia i paesi in cui la tradizione è rimasta più forte. A livello di repertorio i più gettonati sono sempre La Turandot, la Tosca, il Trovatore e il Rigoletto". sfoltimento, i prescelti dalla redazione passano al placet degli autori e della produzione. Se piaci, in pochi giorni hai il primo provino in studio televisivo". A quel punto sei bello, ricco e famoso? "Più o meno. Poi a quel punto, molto dipende da te! Nell'incredibile semplificazione del processo finale, cioè accedere al video televisivo ed alla popolarità, non c'è tempo né possibilità di trovare una struttura manageriale che 'si occupi del tuo personaggio', perchè il personaggio non c'è! Sei tu, acqua e sapone davanti al mondo! Nel caso di Manetti, ad esempio, la sua gavetta è stata contemporaneamente il suo successo! Ora sta a lui, ed a lui solo, inseguire, se ce l'ha, un sogno.". Lei vede la cosa dal punto di vista della costruzione di una carriera, però probabilmente molti di questi testimonial vedono solo il carpe diem, l'occasione per divertirsi viaggiando tra bei locali e le ospitate in altre trasmissioni... "E' possibile. Il mio background è effettivamente quello carrieristico, lavoro ed ho sempre lavorato con persone, a qualsiasi livello, che quello desiderano e/o hanno desiderato. Non le nego, però, che apprezzo questo modo di 'rendere più immediato' il posizionamento del personaggio al pubblico, e talvolta ho anche apprezzato piacevoli sorprese che da questa formula provengono". E' il caso di Giorgio Manetti? Sì! E' un bell'oratore, ha dimostrato grande confidenza con la telecamera, cosa non da poco, ed ha modi di fare accattivanti, naturalmente accattivanti nei confronti del pubblico! Se fossi un autore televisivo, gli offrirei anche altri palcoscenici".


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"Sempre meno gli incassi dei biglietti d'ingresso"

di

Serena Simula

Estate, in Oltrepò, fa rima con Ultrapadum. Da ventiquattro anni, nei mesi estivi, il festival organizzato dalla Società dell'Accademia e diretto da Angiolina Sensale si rinnova senza interruzioni, offrendo ad appassionati di musica, curiosi e turisti un ricco calendario di concerti di alto livello. Allestiti come da tradizione in location esclusive e spesso chiuse al pubblico, gli eventi di Ultrapadum non si preoccupano di diffondere soltanto la cultura musicale lirico sinfonica, ma anche di promuovere il territorio e le sue spesso sconosciute bellezze. A raccontarci come è nato il festival e come è riuscito a consolidarsi negli anni è stata proprio la sua ideatrice, Angiolina Sensale. Con ben diciotto appuntamenti tra i mesi di giugno e ottobre, il festival Ultrapadum festeggia il suo ventiquattresimo compleanno. Come avete cominciato? "Abbiamo cominciato nel 1992 con il titolo "Musica in castello". Si trattava di una manifestazione modesta con solamente cinque date ma gli scenari in cui le ambientammo erano all'epoca poco conosciuti dal pubblico, che li apprezzò moltissimo. C'erano il castello di Montesegale, villa Lomellini a Montebello e altri luoghi splendidi che furono una vera sorpresa per tanti oltrepadani. Vuoi per la programmazione, vuoi per la scelta delle location, il Festival quell'anno fece il tutto esaurito, così negli anni successivi abbiamo perfezionato e ampliato la formula anche grazie alle tantissime richieste che abbiamo ricevuto". Dai comuni? "Per lo più dai comuni, sì. Per alcuni, nel corso del tempo, il concerto Ultrapadum è diventato un appuntamento fisso: penso a Oliva Gessi, a Cigognola, a Valverde, a Montecalvo Versiggia. Ogni località ha

scelto la sua personale connotazione (la lirica, la sinfonica, la classica e via discorrendo) e di anno in anno ha creato una sorta di tradizione. Siamo molto attenti a rispettare le richieste che ci vengono fatte in questo senso, è importante per noi dare continuità al nostro lavoro". Nel 2009, poi, siete arrivati a portare in scena qualcosa come 52 concerti. "Sì, il 2009 è stato un anno decisamente impegnativo! Scherzi a parte quell'estate non ci siamo limitati all'Oltrepò ma abbiamo allargato il nostro raggio d'azione sul lodigiano, il piacentino e il pavese. Sempre però rimanendo entro una sessantina di chilometri da Voghera, abbiamo scovato oltre cinquanta luoghi tutti meritevoli di una visita, un'ennesima dimostrazione di quanto sia ricco il nostro territorio e di quanto poco lo conosciamo". Non c'è solo un valore artistico nella vostra manifestazione. "Assolutamente no, la nostra è anche un'operazione di promozione dell'Oltrepò, un modo per incentivare il turismo. Chi ci segue spesso prende il concerto come una scusa per scoprire un posto nuovo, per mangiare in un agriturismo che non aveva mai provato, per trascorrere una serata diversa quando il caldo diventa soffocante e non si può andare in ferie. Non per niente oltre a tanti spettatori della zona, il nostro festival attira anche tanti milanesi che scappano dalla città per venire a respirare un po' di aria buona tra le nostre colline". Come riuscite a finanziare un festival così lungo e impegnativo? "Come ho detto prima, spesso le richieste vengono dai comuni, che si incaricano quindi anche di coprire le spese. In questo periodo di crisi, purtroppo, le amministrazioni locali hanno sempre meno disponibilità e la cultura scivola in fondo alla lista delle priorità.

Angiolina Sensale

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"IL NOSTRO è UN PUBBLICO DI CURIOSI E APPASSIONATI"

Fortunatamente però esistono ancora i bandi delle fondazioni: noi, in particolare, da anni partecipiamo e riusciamo ad aggiudicarci regolarmente i bandi della Fondazione Comunitaria. Ogni tanto, poi, possiamo fare affidamento su qualche sponsor privato, mentre sempre meno sono gli incassi che riusciamo a mettere da parte con il biglietto d'ingresso, ormai limitato a pochissime serate". È difficile sopravvivere? "Molto difficile, sì. Anche se ogni anno collezioniamo tante risposte negative da comuni e privati noi non ci arrendiamo mai e continuiamo a fare del nostro meglio per offrire un programma ampio e variegato. Il nostro pubblico non è quello dei melomani o degli intenditori, è un pubblico di curiosi e di appassionati e noi continueremo a cercare di proporre loro la grande musica nel nostro meraviglioso Oltrepò, costi quel che costi". C'è qualcosa che non siete ancora riusciti a organizzare? "No, quello che volevamo realizzare siamo quasi sempre riusciti a portarlo a termine. Certo negli ultimi anni, a causa dei budget limitati, non abbiamo potuto più allestire opere complete. L'opera è forse il genere che amiamo di più, e speriamo di poter riuscire presto a riproporla con l'orchestra al completo, la scenografia e tutto ciò che serve per rendere lo spettacolo il più coinvolgente possibile".

UN ALTRO SUCCESSO PER GLI "AMICI DI tALIA"

Teatro per gioco e per passione, per scommessa e un po' per scherzo... di

Vittoria Pacci

Teatro per gioco e per passione, per scommessa e un po' per scherzo: la compagnia teatrale "Amici di Talia" dell'UNITRE che raggruppa alcuni Comuni della Valle Staffora, da Varzi a Retorbido, da Rivanazzano Terme a Godiasco Salice Terme, ha ormai, 15 anni di vita e ha continuato quest’avventura con una sempre crescente e contagiosa passione. La compagnia è composta da impiegati, insegnanti, liberi professionisti, casalinghe e pensionati, tutti uniti dalla passione per il teatro e dalla voglia di stare insieme in allegria. Uniti da questa allegria hanno messo in scena, l'11 Luglio scorso a Salice Terme la loro ultima fatica, la commedia in tre atti "Non ti pago" di Eduardo De Filippo. Al Teatro del Centro Diviani di Salice Terme l’evento, pur non essendo eccessivamente pubblicizzato ha fatto il tutto esaurito. Gli "Amici di Talia" per circa 2 ore, sotto l'attenta regia di Anna Corbi hanno raccolto applausi a scena aperta. Peppo Bielli, che interpretava Ferdinando Quagliolo, padrone del banco,

Gli "Amici di Talia" al Centro Diviani di Salice Terme uno dei ruoli principali, ad un certo punto non riuscendo più a recitare letteralmente a memoria il copione, ha iniziato ad andare "a braccio", ma nessuno tra il pubblico si è accorto di nulla e la difficoltà del momento è stata superata alla grande esprimendo con battute gli stessi concetti del copione ma non ripeten-

do esattamente il testo. Tutti gli altri interpreti hanno immediatamente capito e senza battere ciglio hanno superato il momento di smarrimento. Ora per gli "Amici di Talia" si prospettano nuove sfide, infatti l'8 Agosto saranno a Novi Ligure ed a Settembre saranno al festival UNITRE di Borgioverezzi dove ripresenteranno "La Fortuna con la S maiuscola", che hanno già re-

citato con grande successo al Teatro Nuovo di Milano oltre che a Voghera ed a Retorbido. Il tutto in attesa del prossimo anno, dove gli "Amici di Talia" stanno decidendo quale commedia mettere in scena... Per gioco, per passione, per scommessa e un po' per scherzo, ma con tanta sana voglia di divertire e di divertirsi.


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cir - 44° rally di san marino

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di

Piero Ventura

Doppietta di Giuseppe Testa e Daniele Mangiarotti su Peugeot 208R2 al 44° Rally di San Marino nella categoria 2 ruote motrici e sono anche primi in quella Junior del Campionato Italiano Rally. Bravissimo il giovane pilota molisano ad ottenere questo risultato coadiuvato da Daniele Mangiarotti Redavalle che sulla piccola due ruote motrici 1.6 del Leone, davanti ad auto di cilindrata maggiore. Ottime dunque le perfor-

mance di Testa-Mangiarotti che, dopo aver vinto Tappa 1, conquistano anche Tappa 2 e vincono il Rally di San Marino nella classifica Junior con la Peugeot 208 R2 di Peugeot Sport Italia, rafforzando così la loro leadership in campionato. "Dopo il rally dell'Adriatico avevamo conquistato la testa della classifica Junior. Era importante fare bene qui e per il momento non possiamo che essere soddisfatti. Abbiamo raccolto il massimo dei punti, ma non c'è troppo tempo per festeggiare, ora bisogna guardare avanti perché la strada

Daniele Mangiarotti

MOTORI

Daniele Mangiarotti in vetta al Campionato Italiano Rally

è ancora lunga e la concorrenza sempre più agguerrita” – hanno commentato a fine gara i due giovani della Casa del Leone.

RALLY I.R.C. - 36°Rally Internazionale del casentino

Buona gara di Paolo Rocchi e Roberto Campedelli

di

Piero Ventura

E’ andata a Stefano Albertini e Danilo Fappani con la Ford Fiesta Wrc del team Tamauto la vittoria nel 36° rally Internazionale del Casentino, seconda prova dell’International Rally Cup e valida per la Mitropa Cup Rally. Prova di altissimo livello per Luca Rossetti con la Skoda Fabia R5 Dp Autosport che ha diviso con Eleonora Mori i quali, battendosi come leoni in mezzo

alle Wrc, hanno preceduto la Ford Focus Wrc D-Max di Felice Re e Mara Bariani che vanno a completare il podio assoluto. In Gara anche gli oltrepadani Paolo Rocchi e Roberto Campedelli. L’ex ristoratore di Casa Schiavo, nel mondo rallystico dalla metà degli anni ’90 quando debuttò al Rally Oltrepo con una Opel Corsa N2 navigato da Alberto Bardone, quest’anno ha deciso di avventurarsi in una serie per nulla facile, quella dell’IRC appunto. Dell’esperienza vissuta in

Italiano Rally Auto Storiche - circuito di Cremona

Soddisfazioni e sfortuna per i colori oltrepadani

di

Piero Ventura

Tutto in una notte per Elia Bossalini che al debutto nel Campionato Italiano Rally auto storiche, si è aggiudicato il Circuito di Cremona dominando dall’inizio alla fine dopo aver vinto nel passato ben tre edizione

del "Cremona" in versione moderna. Dalla vittoria di Bossalini con alle note Sara Gerevini, si è raccolta una delle due piccole soddisfazione per colori oltrepadani nella gara cremonese, in quanto, il presidente del team Essei di cui ne difende i colori è il vogherese Lorenzo Delucchi. La seconda, giunge dal 9° posto nel terzo raggruppamento e gradino più basso del podio di Be-

RALLY COPPA ITALIA - Rally Circuito di Cremona

Brillanti protagonisti gli Equipaggi oltrepadani

di

Piero Ventura

Il Rally Circuito di Cremona ha visto il terzo successo stagionale di Simone Miele e Roberto Mometti in una gara della Coppa Italia. Su Ford Fiesta Wrc della Dream One Racing, il 28enne pilota ha così replicato alle vittorie del Laghi e di Alba ipotecando di fatto, il discorso relativo alla coppa nazionale: a due gare dalla conclusione è quasi certo il trionfo dell’equipaggio della scuderia Top Rally nella neonata serie tricolore. A differenza del rally storico, la gara riservata alle “moderne” ha visto brillanti protagonisti numerosi equipaggi oltrepadani. Il pilota meglio classificato è stato il vogherese Roberto Bevacqua, che navigato da Nicola Berutti sulla Peugeot 208 R5, è salito sul terzo gradino del podio, aggiudicandosi la vittoria di Grup-

po R, e quella di classe. Bevacqua è stato preceduto dal pavese Davide Pisati, alle note del cremonese Destefani sulla Clio S1.6, secondi assoluti, nonché vincitori tra le 2RM e della classe Super 1600. Sesto posto assoluto per il navigatore di Albaredo, Andrea Covini che ha letto le note a Stefano Musci sulla Citroen C2, secondi di classe. Scorrendo la classifica degli oltrepadani troviamo al 28° posto assoluto e sesti di classe Danny Crevani e Fabio Vasta con la Peugeot 208 R2B (Road Runner Team), al 35° e settimi di classe N2, Roberto Nespoli e Paolo Maggi su Peugeot 106 (Efferre Motorsport), al 38° Luigi Barbieri e Sergio Rossi, vincitori della Classe N1 a bordo della Peugeot 106 (Prorally 2001), 42° e secondi di classe RS1.6, Fabio Azzaretti e Claudia Spagnolo con la Saxo VTS.

P. Rocchi e R. Campedelli Toscana dice: “Gara bellissima e tosta, per noi si è conclusa con un 11 posto di classe!!! Ci siamo divertiti molto e spero di ritornarci il prossimo anno”. In gara con la Peugeot 208 della Vieffecorse divisa con l’amico e buon co-pilota Roberto Campedelli, sempre molto attento in gare difficili e nuove per loro, Rocchi ha disputato una gara pregevole in una categoria affollata e per nulla semplice. niamino Lo Presti (sempre più a suo agio sulla 911 di Stoccarda) e Claudio Biglieri in gara con la Porsche 911 SC della Scuderia Piloti Oltrepo. Poca fortuna invece per l’equipaggio di Ruino, portacolori del Road Runner Team di Casteggio composto da Daniele Ruggeri e Martina Marzi sulla Fiat 127 Sport Gruppo 2, costretti al ritiro sull’ultima prova speciale quando occupavano una prestigiosa 14esima posizione assoluta e seconda di classe. Altra sfortuna per Lisa Meggiarin con alle note la rivazzanese Silvia Gallotti, uscite di scena nelle prime battute di gara quando occupavano il terzo posto nel Trofeo A112 Abarth. Fermi già dalla PS1, anche Renato e Marisa Paganini con l’Opel Ascona, portacolori del Efferre Motorsport di Zavattarello. Tornando alla classifica assoluta, con il secondo posto ed il primato nel terzo Raggruppamento, Marco Superti conferma il suo feeling con la gara cremonese e con la coupè di Stoccarda, in versione Sc divisa con Marco Dell'Acqua alle note. Terzo posto e vittoria nel quarto raggruppamento per l’intramontabile “Luky” con la Lancia Delta Integrale. Il vicentino, in coppia con la professionale Fabrizia Pons, è stato molto vicino al leader, occupando la seconda piazza da subito ed una sola decina di secondi di svantaggio, ma nella parte centrale della gara non ha potuto sferrare l'attacco decisivo per la rottura degli apparati sospensivi posteriori dell'integrale torinese che ha così permesso a Marco Superti di passarlo.

C. Biglieri e B. Lo Presti


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Ecco il Regolamento e le Squadre che parteciperanno all'edizione 2016/2017 di

Nicolò Tucci

La stagione sportiva 2016/2017 è alle porte. Non poteva mancare la nostra rubrica che ci accompagnerà durante tutto il campionato e che alla fine premierà il miglior giocatore e il miglior allenatore dell' Oltrepo pavese. Da quest'anno ci sarà una grande novità: ai voti dei giudici e di facebook saranno aggiunti i voti delle prestazioni, in modo da rendere sempre più equo il nostro concorso. Sarà il concorso piu ricco di sempre con 20 giudici allenatori e 20 giudici capitani (che scopriremo nel numero di settembre), chi prendera il posto di Pellegrini e di Tondo?

REGOLAMENTO

CONDIZIONI: La condizione necessaria per poter partecipare è che tutti i nominati e i giudici devono militare in squadre dell’Oltrepo pavese

IL PERIODICO PALLONE BLU

VOTO DEI GIUDICI ALLENATORI Mensilmente gli allenatori indicheranno: 1 portiere, 1 difensore, 1 centrocampista e 1 attaccante assegnando loro un punteggio: primo nominato saranno assegnati 40 voti, al secondo 30 voti, al terzo 20 voti e al quarto 10 voti.

VOTI PRESTAZIONI Ogni mese I nominati dagli allenatori riceveranno voti sulla base delle prestazioni di squadra e individuali. SQUADRA: ogni punto guadagnato in campionato dalla propria squadra varrà 10 voti. INDIVIDUALI: ogni giocatore potrà ricevere dei voti ad ogni gol fatto e in base al proprio ruolo corrisponderà un punteggio diverso: ogni gol segnato dal portiere corrisponderà a 250 voti, dal difensore a 120 voti, dal centrocampista 60 voti e dall’attaccante 30 voti. Se il portiere riuscirà a mantenere la porta inviolata avrà un bonus di 100 voti a partita. La vittoria del proprio campionato porta un bonus di 100 voti a tutti i giocatori della squadra. VOTI FACEBOOK dal 15 al 25 di ogni mese sarà possibile votare i nominati sulla pagina Facebook de "ILPERIODICONEWS" ogni mi piace corrisponde 1 voto, da quest’anno il tetto massimo di mi piace per ogni figurina è di 200 like, al raggiungimento del traguardo saranno aggiunti 20 voti bonus al giocatore. E necessario affinché il voto sia convalidato mettere mi piace sulla nostra pagina www.facebook.com/ilperiodiconews

IL PERIODICO PANCHINA BLU

VOTO DEI GIUDICI CAPITANI Mensilmente i capitani indicheranno 4 allenatori assegnando loro un punteggio. Al primo nominato saranno assegnati 40 voti, al secondo 30 voti, al terzo 20 voti e al quarto 10 voti. VOTI PRESTAZIONI Ogni mese gli allenatori nominati dai capitani riceveranno voti sulla base delle prestazioni di squadra: ogni punto guadagnato in campionato dalla propria squadra varrà 10 voti, ogni gol segnato varrà 10 voti e in caso di porta inviolata l’allenatore riceverà un bonus di 50 voti.

In caso di vittoria del proprio campionato all’allenatore verrà assegnato un bonus di 100 voti . VOTI FACEBOOK dal 15 al 25 di ogni mese sarà possibile votare i nominati sulla pagina Facebook de "ILPERIODICONEWS" ogni mi piace corrisponde 1 voto, da quest’anno il tetto massimo di mi piace per ogni figurina è di 200 like, al raggiungimento del traguardo saranno aggiunti 20 voti bonus all’allenatore. E’ necessario affinché il voto sia convalidato mettere mi piace sulla nostra pagina www. facebook.com/ilperiodiconews.


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AGOSTO 2016

"VI RACCONTO DEL MIO PASSATO AL CERVIA E DELLA LEGGENDA DI BASILEA..."

di

Lorenzo Cafarchio

Da Pinarolo Po a Mediset. Sono passati oltre dieci anni da quando Italia 1 mandò in onda il fortunato reality show "Campioni, il sogno". Un format incentrato sull'avventura calcistica dei 24 componenti della rosa dell'A.S.D. Cervia, formazione che nella stagione 2004-05 militava in Eccellenza. In panchina Francesco, detto Ciccio, Graziani, in studio Ilaria D'Amico ed in campo una corazzata per la categoria seguita passo passo dalle telecamere, dal rettangolo verde agli allenamenti passando per la vita privata. Il personaggio simbolo della prima edizione fu indubbiamente Francesco Gullo, con la sua maglia numero 18 ed il pizzetto calamitò su di lui l'attenzione fin dalle prime puntate. Abbiamo raccolto la voce del terzino destro più controverso della storia della tv dal suo passato, inventato, al Basilea al presente da opinionista televisivo ed organizzatore d'eventi. Gullo, partiamo dal tatuaggio che ha sulla spalla sinistra, quello che rappresenta il logo del programma Campioni... "Avevo appena vinto il campionato d'Eccellenza con il Lecco, ma mi sono ritrovato in mezzo ad una strada. A casa facevo il cameriere e pulivo i treni, questa era la realtà dei fatti. Casualmente un giorno lessi un articolo di giornale che parla di un provino per Campioni. Non conoscevo nessuno e così è nata la leggenda, che è stata la mia fortuna, di Gullo al Basilea. E' stato il reality show più costoso di sempre, oltre 70 milioni di euro spesi, ed il caso particolare è che di solito allontanano chi fa qualcosa di negativo durante i programmi tv - Gullo raccontò di un passato, inesistenze, tra le fila dei rossoblu svizzeri, ndr - invece nel mio caso il pubblico mi idolatrò". Una sorta di sfida... "Si schierarono dalla mia parte personaggi del calibro di Fiorello, Paolo Liguori e Valentino Rossi che dichiarò 'Guardo il programma solo per Gullo'. Ho rivoltato la casa, tra l'altro non avevo neanche bisogno di allenarmi perché a mandarmi in campo ci pensava il televoto. Tra amichevoli, campionato e coppe ho giocato oltre 40 partite. Potevo fare richiesta per essere inserito nel Guinness dei primati essendo stato il più votato di sempre, dal pubblico, durante un reality. Ma ho preferito di no". Come è nata la parabola del Basilea? "Ero andato a provarci davvero. Ho giocato sei mesi nel Chiasso, poi si è aperto uno spiraglio per andarmi ad allenare con la formazione allenata, all'epoca, da Christian Gross. C'era un posto da extracomunitario e per un periodo ho provato con la seconda squadra, poi alla fine hanno scelto un altro. Ricordo ancora il giorno in cui mi testarono, l'11 settembre 2001. Ero in un B&B senza televisione e non seppi nulla del tragico attentato fino al giorno successivo". Uno spettatore può pensare che lei sia stato creato a tavolino... "Io sono andato lì per giocare. Diventi un personaggio e non lo sai. Le telecamere ti seguono 24 ore al giorno e ad un certo punto te lo dimentichi, dunque ti comporti spontaneamente, facendo emergere quello che sei. Poi ho capito qual era la mia via ed ho smesso con il calcio andando a lavorare in televisione. Attraverso il mondo calcistico ho sfruttato la mia occasione, ma ho continuato a giocare nella nazionale cantanti, nella nazionale artisti-tv e in quella calcio-tv".

E' rimasto in contatto con qualche compagno? "Durante la trasmissione eravamo un grande gruppo, poi una volta finito tutto ci siamo distrutti. Sento ancora Maradona Jr. e Giorgio Alfieri che ora fa l'autore televisivo. Comunque il destino ha voluto che il programma fosse chiuso facendo la mia fortuna. Due anni fa all'agenzia Ansa, Silvio Berlusconi, dichiarò che Campioni sarebbe stato rifatto. In un'ora 70-80 testate giornalistiche mi contattarono per un'opinione". Come mai non giocò anche il secondo anno? "Il sabato avevo serate in giro per lo stivale, la domenica ero opinionista del programma e di Buona Domenica. Pier Silvio Berlusconi, quando il format cominciò ad andare male, mi chiamò per la seconda parte della stagione, ma ho rifiutato. Avevo messo su qualche chilogrammo e non me la sentivo di lasciare quella che era diventata la mia strada". Le cause del fallimento della seconda stagione? "Il primo anno c'era il dualismo Graziani-Gullo ed Ilaria D'Amico in studio che è stata sostituita con Daniele Bossari che di pallone sapeva poco o nulla. Diciamo hanno sbagliato la costruzione del programma". Uno dei suoi momenti più alti fu il tunnel a Gattuso durante Cervia-Milan... "Nacque tutto per scommessa, la sera prima della gara, con Giorgio Alfieri. La notte mi fece 'fallo a Ringhio', lo comunicai pubblicamente e il numero 8 dei rossoneri, nel tunnel che ci portava al campo, mi avvicinò dicendomi 'provaci e ti sfondo'. Alla fine lo feci. Sia Ilario Castagner che Aldo Serena definirono quel gesto 'l'azione del calcio'. Poi a Palermo, sono originario della Sicilia, scesi in campo per salutare la curva e durante il giro di campo venni osannato". Parte della sua popolarità la deve alla Gialappa's Band... "Mai Dire mi ha dato una grande fama. In quell'anno facevano quattro edizioni della trasmissione ed in ogni puntata c'era uno spezzone dedicato a me e Ciccio Graziani. Infatti hanno dichiarato, a La Repubblica, che io fui il loro fatturato 2005. Su Facebook la pagina Mai Dire Fifa ha creato un giocatore, nel celebre videogioco, con le mie sembianze che sbaglia apposta. Ma ci sono anche due chicche - ride, ndr che mi hanno lasciato sbalordito. Il ragazzo andato al museo del Barcellona con la mia maglia e quello che, sempre con indosso la mia casacca del Cervia, ha assistito all'ultima finale di Champions League". Il rapporto con mister Graziani? "Ciccio non aveva capito che era in un programma tv. Non si atteneva alle indicazioni del regista. In realtà io non dovevo fare il protagonista, ma più si incazzava con me più mi tele-votavano. A Buona Domenica gli chiesi scusa, per tutte le cazzate che feci, sottolineando il fatto che lui era stato Campione del Mondo ed un giocatore di caratura elevatissima. Non riuscì, però, a mandare giù la beffa che realizzai nel programma Scherzi a parte, nel quale facemmo credere al tecnico che andavo a letto con sua figlia. Non mi parlò per una settimana". Poi Campioni finì... "Avevo due anni di lavoro programmato. Successivamente ho fatto l'opinionista per TeleLombardia ed in seguito cinque anni a 7Gold. Ora, tra le altre cose, organizzo tornei per bambini girando l'Italia e gli stadi della serie A con l'evento Campioni - In Tour. Sono riuscito a coordinare, in questi sei anni, oltre

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Gullo: "Io sono andato lì per giocare Diventi un personaggio e non lo sai"

Francesco Gullo 40mila ragazzini. Prossimamente inizierò a fare il talent scout per l'Atalanta. Adesso mi fermo dalla tv perché voglio portare avanti il progetto Piccoli Campioni, il primo reality sugli infanti ed il calcio. Sono alla ricerca degli ultimi sponsor". Lavorare coi giovani la gratifica? "Il problema sono i genitori. Credo che bambini di 10-12 anni debbano vivere il calcio come meglio credano, senza la pressione degli adulti. Inoltre basta vedere in serie A ed in serie B la mancanza di coraggio nel lanciare i giovani tra i professionisti. Questo paese non si rialzerà più e l'unica grande occasione è il calcio, che stiamo sfruttando malissimo". Il suo rapporto con l'Oltrepò? "Sono nativo di Pinarolo, dove vivevo con i miei genitori. Poi ho avuto l'occasione di giocare nella Vogherese di Sala per trasferirmi successivamente a Monza. Sono legatissimo a Voghera tanto da aver comprato casa qui. Ora dopo 30 anni di carriera ho deciso di chiudere la mia esperienza, in terza categoria, con lo Spartak Pinarolo. Farò sempre il terzino destro e stiamo mettendo in piedi alcune amichevoli di lusso, una magari contro l'A.S.D. Voghera". Nel futuro immediato invece sta per realizzare il primo Memorial Giovanni Parisi... "Con Sandra Giorgio, amica d'infanzia del pugile olimpionico, e Sebastiano Guccione, gestori del Bar Stadio all'interno dello Stadio Parisi di Voghera, una sera ci siamo trovati ed abbiamo deciso di realizzare questo Memorial. L'idea è quella di riportare a casa la Voghe del '94/'95 e l'iniziativa si terrà il 10 settembre o il 17 settembre. Giocheranno, nel quadrangolare, oltre alle vecchie glorie del Voghera una rappresentativa dei Carabinieri, una della Polizia ed una di pugili. Parte del ricavato verrà devoluto ad un'associazione di vittime della strada. Ci saranno ospiti d'eccezione tra i quali Patrizio Oliva, Gianluca Branco, Giacobbe Fragomeni, Clemente Russo e Roberto Cammarelle. Sul tatami, prima delle gare, ci sarà un'esibizione di giovani pugili della Boxe Voghera. Fin da ora ringrazio Mauro Zampiero della Polizia di Stato, il maresciallo Giovanni Galletta dei Carabinieri ed il commissario prefettizio Sergio Pomponio per la disponibilità. Infine ci tengo ad invitare tutta la cittadinanza vogherese ad un evento in ricordo di un grande campione che ha dato prestigio e lustro alla città di Voghera".


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SPORT

L'ARCIERE VOGHERESE CAMPIONE OLIMPICO PRONTO PER RIO

Mauro Nespoli: "Sulle dita ogni giorno trazioniamo 10 tonnellate" di

Lorenzo Cafarchio

Equilibrio. Uno stato di assoluta esattezza emanato dal corpo e propagato dalla mente, questo serve per colpire un bersaglio a 70 metri di distanza. Questo serve per diventare tutt'uno con l'arco che si ha tra le mani, per plasmare se stessi sulla freccia che si sta per scagliare. Tra pochi giorni prenderà il via la trentunesima edizione delle Olimpiadi estive, la manifestazione si terrà dal 5 agosto al 21 agosto a Rio de Janeiro, trasformando la località brasiliana nella prima città sudamericana ad ospitare un'edizione dei Giochi olimpici. Da Voghera, carico di entusiasmo e di certezze dovute alle precedenti affermazioni in campo olimpico - medaglia d'argento a Pechino 2008 e d'oro a Londra 2012, nella gara a squadre - prenderà parte alla spedizione azzurra l'arciere dell'Aeronautica Militare, Mauro Nespoli. L'atleta nato nel centro abitato che ha dato i natali ad Arbasino, il 22 novembre 1987, si appresta a prendere parte alla sua terza olimpiade, record per un agonista della provincia di Pavia, partecipando alla gara a squadra e alla competizione individuale. Nespoli, partiamo da Rio, il primo vero nemico sarà la luce... "Nel vecchio continente i campi sono orientati verso nord, nell'emisfero australe invece posizionati seguendo il sud, con il sole che cade alle tue spalle. Di conseguenza sul bersaglio le ombre saranno opposte. Capiterà spesso e volentieri di tirare con la luce artificiale". Le problematiche maggiori? "Tutte le varie sfaccettature della parte oscura, dalle ombre lunghe a quelle sul paglione, senza dimenticare il riflesso della gente sugli spalti. Ci siamo allenati già sul Sambodromo di Rio, nel pre-olimpico del settembre scorso, ma le Olimpiadi saranno ad agosto e cambia tutto. Noi partiremo il 28 luglio, per acclimatarci e smaltire il jat-lag, iniziando le gare il 5 agosto". Il vento invece? "Non dovremmo trovarne, potrebbero esserci problemi nella gara di qualificazione che è su di un altro campo. Ma parliamo sempre delle qualifiche, che servono ad ottenere gli accoppiamenti per la lotta alle medaglie, evento differente rispetto alla Coppa del Mondo. Comunque il vento, nel caso, sarà uguale per tutti". Il suo cavallo di battaglia è la gara a squadre... "Il livello è salito moltissimo, non siamo la nazione da battere, ma da campioni olimpici in carica vogliamo ripeterci. C'è stata una sostituzione dopo le ultime gare in Turchia con l'avvicendamento di Michele Frangilli da parte di Marco Galiazzo. Mentre oltre a me il terzetto sarà completato dal giovanissimo David Pasqualucci". Il tallone d'Achille invece risulta la competizione individuale... "Ho lavorato tanto recuperando molto del gap che avevo con gli avversari. La stagione è stata sfortunata per via del fatto che non sono riuscito a trovare, fin da subito, il feeling giusto con l'attrezzatura. L'aver mancato risultati eclatanti mi fa partire dalla condizione di outsider, con minor pressione addosso. Le vicissitudini con le frecce sono sistemate dopo aver

Mauro Nespoli rivisto la tecnica di tiro". Recentemente ha cambiato il suo equipaggiamento... "Sì, da ottobre scorso. Sono passato da un'azienda coreana all'altra, riuscendo solo con il tempo ad ovviare alle problematiche di volo della freccia. Guaio risolto grazie all'ausilio di telecamere ad alta velocità. Quando si incorre in questi grattacapi è più facile dare la colpa all'arciere, ma lavorando sui materiali ne siamo usciti". Facciamo un passo indietro, ci parli dei suoi ricordi a cinque cerchi... "Il primo a cui penso è la sfilata d'apertura a Pechino 2008, un Olimpiade di un altro livello. Ora dopo due podi ho una consapevolezza maggiore". All'ultima freccia cinese - che valse la sconfitta in finale con la Corea del Sud - pensa ancora? "L'ho superata, ma non dimenticata. Di certi episodi va fatto tesoro. Ora sono molto più allenato, avendo alzato l'asticella gradualmente volta per volta, sapendo che puntando al meglio l'errore è sempre dietro l'angolo". Com'è cambiato l'avvicinamento ai Giochi? "Riscontro differenze nel corso degli anni, nel corso delle stagioni, più che nel quadriennio complessivamente. Si notano variazioni nella scelta della gare, nella pianificazione e nell'allenamento. Alcune competizioni sono fondamentali per tarare quanto fatto, ogni volta testiamo il nostro stato. Ho verificato più stacco tra Pechino e Londra, rispetto a Rio e quattro anni fa. Oggi riesco a fare cose più semplici rispetto a prima". La tensione? "Non sparisce, altrimenti non saremmo umani, ma deve diminuire con la pratica. Una volta durante le esercitazioni si credeva che era meglio non disturbare l'arciere, ma in gara si riscontrava una situazione totalmente differente. Durante la competizione ci imbattiamo nel pubblico e nelle televisioni che trasformano totalmente i pensieri. Lo stress in questi casi è sempre dietro l'angolo. Per questo durante la preparazione cerco di riporre i 'fastidi' dei tornei. Ad esempio tirando inginocchiato sopra un palla da pilates, oppure con il puntamento di una luce negli occhi o altro ancora subendo le grida dei miei allenatori". Quanto conta la preparazione psicologica? "Si sono creati due organismi. Uno con gli analisti, i preparatori e i fisioterapisti della nazionale italiana,

l'altro una struttura personale, para-nazionale. Uno dei membri di questo secondo gruppo è Valentina Onorato, psicologa di Torino, con la quale vengono coordinati gli altri membri dello staff. L'atleta diventa il protagonista e tutti gli operatori conoscono alla perfezione la filiera dei passaggi, facendo diventare l'agonista il cuore pulsante del progetto". E' una novità nel vostro ambiente? "Non dico che sia una cosa recente, ma la diffusione è avvenuta nell'ultimo periodo. Ora tutti i tiratori italiani di alto livello sono arrivati a dire 'da soli non si va da nessuna parte'. Vogliamo fare quadrato e mettere insieme tutte le risorse. Per alzare il livello non basta più tirare delle frecce". La "leggenda" vuole che il vostro allenamento fisico sia blando... "L'arco trazionato sviluppa 22kg di peso. Ogni giorno un arciere fa 500 tiri, dunque sulle dita ogni giorno trazioniamo 10 tonnellate. Sicuramente non serve un atletismo massimale, ma è importante. Corriamo non per essere magri, ma perché se dobbiamo stare su di un campo a 35 gradi tutto il giorno, senza preparazione si arriva sfiniti in fondo alla gara. Poi l'allenamento aerobico serve a mantenere il cervello ossigenato". Parliamo del fallimento. Quanto è importante, anche dal punto di vista Zen un insieme di scuole buddhiste giapponesi in stretta correlazione con la vostra disciplina, annullarsi nel momento del tiro? "Annullare il te stesso negativo è fondamentale. Bisogna essere focalizzati creando una scissione tra l'io affamato e l'io protettivo. Quest'ultimo è quello che non ti fa rischiare, che ti fa portare a casa la pelle, che serve per non fare cazzate. Ma se non segni è impossibile vincere. Per questo subentra l'io guerriero, quello che prova a fare goal, magari ne prende uno, ma alla fine ne ha segnati cinque". Nel passato recente abbiamo assistito ad un cambio del regolamento... "La federazione internazionale ha voluto incentivare gli scontri diretti, incentrando il tutto sulla formula dei set, avvicinando il nostro sport al tennis. Perdere 30-12 e 30-29 vale allo stesso modo, non esiste più la sommatoria dei punteggi. In questo caso il rischio paga, ma alla fine vince sempre la Corea, dunque vale tutto il contrario di tutto. Resta il fatto che il livello si è alzato e in tanti possono fare 30, la media punti è altissima". Una roulette russa... "No, non è così. I coreani hanno spinto all'estremo i loro risultati, fanno 30 sempre. Per batterli bisogna centrare, in ognuno dei tre tiri del set, il centro del paglione facendo 10. L'idea della roulette russa rende poco. Se un arciere fa 15 volte di fila 10 la fortuna non centra nulla. Sarebbe come dire che Cristo è morto dal freddo. Il tutto è diventato un gioco a perdere e il mancato centro ci stupisce più del centro stesso. Pechino in questo senso ha fatto da spartiacque, prima se facevi 9 poteva bastare, infatti quando ho iniziato si diceva 'stai nel giallo'. Con un tiro 10 ed uno 9 se perdevi, perdevi con onore. Adesso non colpire il centro è un punto regalato agli avversari. Sei tu che ti esponi al caso non gli altri, non possiamo controllare le frecce altrui. Se faccio sempre il massimo ho aiutato la squadra a vincere. Dal punto di vista agonistico alle Olimpiadi attendiamo un livello ancora più alto, a Londra ci aspettavamo di più dagli avversari...Tra il dire e il fare...".


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dello sport... "L'idea di sport in Italia è sbagliata, chissà quanti arcieri abbiamo perso perché ai bambini non è stata data la possibilità di incanalarsi verso questa disciplina. Se Valentino Rossi avesse intrapreso la carriera da ginnasta siamo sicuri che non sarebbe diventato un'eccellenza anche in quel campo? Da ragazzino le mie due passioni erano la pallamano ed il rugby, per giocare alla prima sarei dovuto andare a Milano, per il secondo a Pavia. Manca organizzazione e non c'è coordinamento a livello centrale. In città più illuminate della nostra si sono create delle polisportive in cui tutti gli sport godono della stessa attenzione". Un'idea del genere a Voghera? "Qui ad esempio sotto una certa età non possiamo far tirare con l'arco i bambini e molti ne perdiamo, solo il caso fa rimanere alcuni al posto di altri. Dobbiamo unire le forze coordinandoci, in questi termini la consulta dello sport non serve a nulla. Ognuno si presenta dicendo di essere il migliore. Bisogna mettere in comune lo sforzo e confrontare le varie discipline, collaborando tra esse. Torno a ripetere la coordinazione è tutto. Ci deve essere la volontà di creare aree comuni. Se una madre ha tre figli che fanno tre sport diversi come fa ad attraversare la città in mezz'ora per portare ad allenarsi ognuno dei suoi figliuoli. Siamo dislocati male e a caso. Al posto di bonificare aree per realizzare centri commerciali ed inceneritori di pneumatici, ci vuole la realizzazione di un grande polo sportivo. Come si incontra a Padova. Hanno identificato un'area e affianco all'arrampicata trovi la palestra per giocare a basket, il tiro con l'arco ed un bar dove aspettare i figli che finisco di allenarsi". Il problema alla base secondo lei? "Per strutture del genere subito ci si fa la guerra per capire chi deve gestire il bar, la fonte di reddito maggiore. In secundis, come direbbe Totò, ho visto campi da arcieri tipo discarica, realizzati in posti allucinanti che era meglio non fare. Io non ho figli, ma per i genitori i propri sono i migliori, i più belli e se qui al DLF - Dopo Lavoro Ferroviario, ndr - viene un bambino e il tiro con l'arco non fa per lui dovrei in tranquillità comunicarlo alla madre. Invece il problema è che se lo dico non faranno la tessera e diventerà un problema di contabilità. Perderemmo iscritti e dovremmo aumentare la quota agli altri. Ormai i bambini sono diventati il nostro cibo, li fagocitiamo". Errori su errori... "Parliamo di democrazia, ma poi vogliamo farci le scarpe l'un l'altro. L'errore sta in chi gestisce, l'adulto deve creare le occasioni per socializzare. Verso un bambino grasso o di colore siamo portati ad essere diffidenti, ma chi amministra deve permetterti di conoscere. Perché altrimenti entriamo in un sistema di valori sbagliato che porterà a 5-6 anni a dare la

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colpa di tutto all'arbitro e a 20 al poliziotto che ti ferma ubriaco al volante. Così facendo si perde il senso del rispetto, della lealtà, dell'amicizia e del bene comune senza che il tutto venga ostacolato dalla deriva sportiva. Non dico di ritornare al livello del fascismo, ma lo sport forma e il suo scopo è quello di creare persone normali". Il suo film preferito è "La leggenda di Bagger Vance", come mai? "Mi piace molto il carattere psicologico della pellicola, trovo una grande affinità tra il tiro con l'arco e il golf. Non parliamo di sport di contatto, ma del fatto che ci sei solamente tu, con i tuoi timori ed i tuoi pensieri. La scena in cui Matt Damon, il protagonista, si trova in un bosco per tirare una pallina e si ricorda della guerra è emblematica per quanto riguarda i dubbi e le pressioni a cui siamo sottoposti. In un'altra scena, sposta la foglia sopra la pallina prima di colpirla, quest'ultima si muove e lui si segna una penalità. Tutti cercano di farlo desistere, anche il giudice, ma questo è l'esempio. Non cercare escamotage". Nel vostro sport esiste il doping? "Nel tiro con l'arco non è stata dimostrata una correlazione tra farmaci dopanti e prestazioni. Si sono verificati casi di dopati positivi a betabloccanti, ma sono farmaci per la pressione che gli anziani usano per poter vivere. L'unico caso è stato quello di un ragazzo che per la prima volta ha portato la sua nazione alla olimpiadi, nella nostra disciplina, ed è stato trovato positivo alla marijuana. Questo per festeggiare si è fatto una canna, un vero e proprio cretino, ma giustamente l'anti-doping non fa distinzioni". Quando conta per lei rappresentare Voghera? "Sono molto legato all'Oltrepò pavese, mi piace poter rappresentare la nostra realtà nel mondo. Entrare nelle televisioni e portare la bandiera di questo territorio dà soddisfazioni. Per la strada mi riconoscono in pochi, ma va bene così. Fa indiscutibilmente piacere quando, persone che non conosco, mi dicono 'siamo orgogliosi di quello che hai fatto alle Olimpiadi'". Siamo arrivati in fondo, il futuro cosa le prospetta? "Dopo Rio mi prenderò una pausa, il primo obbiettivo è chiudere con l'Università. Per il post tiro con l'arco ho bisogno di studiare e di una laurea. L'idea sarebbe quella di rimanere nello sport, la continuazione più logica, oppure quella di darmi alla ristorazione la mia seconda grande passione. Inoltre sto cercando di realizzare un mio progetto come arciere, ma ho bisogno di alcuni partner. Vedremo".

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Nel 1997 inizia a tirare con l'arco, mentre gli altri bambini tifavano Pantani e Ronaldo... "La mia esperienza è iniziata fondamentalmente per caso, ad un campo estivo all'Aprica. Mai avuto un arco di plastica, mai avuto un'arma giocattolo, perché mia madre era fortemente contraria e per paura che facessi male a mia sorella. I primi ricordi mi portano al cartone della Walt Disney Robin Hood, pensare di fare centro con una freccia era esaltante. Poi vedere un animale astuto come la volpe essere un tiratore era eccitante. Inoltre sono sempre stato affascinato dalla battaglia e dai cavalieri, con le guerre decise dagli arcieri, proprio come nei libri fantasy che leggevo". Il suo compagno Pasqualucci, in una recente intervista, ha detto che gli provoca fastidio essere associato a Robin Hood, a lei sembra di no... "Essere paragonati al 'tipo' in calzamaglia può essere noioso. All'estero se dici che fai tiro con l'arco, usando la parola inglese archery, tutti, ma proprio tutti, ti fanno il verso dell'uomo che rubava ai ricchi per dare ai poveri. Ma l'errore grosso lo facciamo noi presentandoci come uno sport da sfigati. Nell'ideale comune siamo quelli con gli occhiali, grassi che al posto degli scacchi hanno deciso di stare all'aria aperta scagliando frecce e questo standard viene mantenuto dalla società". A Voghera immagino non sia così... "In città si è cominciato a far capire che a tirare con l'arco può venire chiunque. Il mestiere di arciere può incidere con il riscatto sociale di una persona, anche se non sei propriamente il più bello della tua classe puoi affermarti. A malincuore devo dirlo (ride, ndr) con la nostra professione non si cucca". Torniamo alle gare. Gli Europei di Baku 2015, dove ha ottenuto l'oro nel mixed team con Natalia Valeeva, cosa hanno rappresentato? "Bellissima esperienza, ricordava da vicino le Olimpiadi, anche se molti sport hanno snobbato questa competizione. Per esempio appena dopo la fine della competizione continentale, ci siamo dovuti imbattere nelle sfide per la qualificazione ai Giochi olimpici. Rimane sempre il fascino dell'evento multisport a confronto, si crea un clima di amicizia dimostrandosi tutto molto formativo. Si esce dal giardino degli arcieri confrontandosi con gli altri atleti. Nella peggiore delle ipotesi impari cosa non serve al tuo sport". A Pechino cenò con Kobe Bryant... "Era al McDonald's con noi. Siamo rientrati tardi dalla gara e per iniziare i festeggiamenti abbiamo deciso di sfondarci nella catena di fast food americana. Bryant si è seduto al nostro tavolo. Ci siamo scambiati complimenti reciproci, anche se noi in confronto a lui non siamo nessuno. Questo è lo spirito olimpico, atleti di serie A e di serie B non esistono". Facciamo un'analisi sul concetto che la nazione ha

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UISP STRADELLA: "LO SPORT PER TUTTI NESSUNO ESCLUSO"

"Le sponsorizzazioni sono sparite, restano gli affezionati all'associazione"

Manuela Bolognesi

di

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Edoardo Depaoli

Nella città di Stradella è consolidata ormai da anni la polisportiva UISP che, grazie alle sue iniziative, riesce a far appassionare i giovani stradellini allo sport. L'attuale presidente Bolognesi Manuela ci parla di questa associazione e della sua importanza. Signora Bolognesi ci parli di lei e del perché ha deciso di ricoprire questo ruolo? "Nel 1992 mi sono diplomata all' Isef Statale di Milano e dopo poco tempo ho conosciuto Silvano Galli, allora presidente della Uisp. Ho iniziato con un corso di ginnastica dolce e successivamente con corsi di minivolley e pallavolo. Ho da subito condiviso la filosofia dell’associazione che è quella di sport per tutti, nessuno escluso e che tutt'ora difendo e porto avanti. Quando mi è stato proposto di diventare pre-

sidente ho avuto qualche dubbio ma, il passo è stato fatto perché credo in questa associazione, per me non è lavoro, ma passione. Attualmente penso al futuro perché non bisogna mai fermarsi ma aggiornarsi e andare avanti dando responsabilità diverse e non accentrare, io mi sono sempre aggiornata perché non si finisce mai di imparare tant’è che sono diventata dirigente del comitato territoriale Uisp di Pavia". La polisportiva UISP di Stradella ha una storia importante, ci può dire come è nata, come si è evoluta e quali sono i successi più importanti? "La polisportiva Uisp Stradella nasce nel 1969 per volontà dello storico presidente Silvano Galli. Nei primi anni 70' organizza i corsi di nuoto presso la piscina comunale di Stradella in collaborazione con il comune, coinvolgendo un gruppo di circo 100 ragazzi che formano la prima squadra agonistica di nuoto, arrivata a partecipare ai campionati nazionali FIN. Non solo nuoto, ma anche atletica e successivamente, considerate le necessità del territorio, nascono i corsi di ginnastica dolce che ancora oggi sono patrocinati dal Comune di Stradella. Nel 1985 viene fatta la prima affiliazione alla Fipav (Federazione Italiana Pallavolo). La lunga storia della pallavolo ha dato molti successi: la squadra maschile è arrivata fino alla serie D e la squadra femminile ha sfiorato la promozione in B2. Finita l'avventura del settore maschile oggi possiamo contare solo sul settore femminile che nel 2014 con la prima squadra viene di nuovo promossa in serie D". Com'è strutturata oggi la prima squadra?

"Oggi la prima squadra partecipa al campionato provinciale di Prima divisione. Nella stagione la squadra under 18 che militava in Terza divisione è stata promossa in Seconda divisione. Da qualche hanno si è attivato un progetto per poter formare e far crescere le future atlete della prima squadra partendo dal settore giovanile. Le giocatrici della prima squadra sono sempre state il "cuore pulsante" della Uisp Stradella, atlete che tutt'oggi partecipano ai campionati e contemporaneamente formano tecnicamente e psicologicamente le giovani atlete. Per il futuro sarebbe molto gratificante poter partecipare ad un campionato di alto livello ma le difficoltà economiche ci sono e trovare uno sponsor per tale campionato è molto difficile in quanto la pallavolo è considerato uno sport minore". Da chi arrivano i fondi di cui disponete? "Le sponsorizzazioni sono praticamente sparite, restano gli amici che sono affezionati all'associazione. Il comune di Stradella è molto disponibile e sensibile per tutto quello che riguarda il mondo dello sport ed il fatto di avere la gestione, insieme alla società di pallacanestro, del palazzetto dello sport ha contribuito ad una continuità delle attività". Settore giovanile... "Il settore giovanile (minivolley e under 12) conta circa 30 iscritte. Puntiamo molto sulle giovani atlete e da qualche anno, in tal senso, è iniziata una importante collaborazione con Gymnasium Broni, insieme si è creato qualcosa di bello e spero che questa collaborazione possa continuare".


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Caro direttore, Mi è venuta in mente un idea un po' strana ma simpatica. Tutti i giorni lavoro a Milano, prendo il treno a Bressana Bottarone e torno verso le ore 18. Tutti i giorni, con il treno attraverso il fiume Po. Insieme a me molte persone attraversano il fiume e... lo guardano, guardano le sue sponde contornate di verde. Ecco l'idea: perché non cogliamo l'occasione per rilanciare l'Oltrepò da un gesto un po' eclatante? Ebbene perché (lato Bressana) vicino al ponte di ferro, molto vicino alla riva del fiume, non si pone, a fini pubblicitari, a caratteri cubitali un bel "BENVENUTI IN OLTREPO" come si è fatto con la parola HOLLYWOOD posta su una collina in America? Che grazie a questa stravagante azione pubblicitaria l'Oltrepo risvegli il mondo ed il mondo si accorga dell'Oltrepo? Susanna Saldi Bastida Pancarana

"La guerra" dei tavoli...

Egregio direttore, il mio negozio di frutta e verdura a chilometro zero si trova in Piazza della Fiera a Godiasco, dove convive con un bar, una macelleria e una panetteria.In occasione della festa patronale sono stato "oscurato" dal grande scivolo montato in piazza ma… non importa perchè la giostra ha fatto divertire grandi e piccini; certo il problema non è stato 1'oscuramento ma è stato il carico e scarico dei prodotti veramente faticoso e scomodo, ma la fiera è la fiera e abbiamo sopportato. Poi, avendo visto uno dei negozianti parcheggiare l’auto sul marciapiede accanto al suo negozio, un giorno che non trovavo una diversa soluzione ho posteggiato al "suo posto". Un disastro!! Prima sono stato invitato da un parente del titolare a togliere l'automobile e siccome non 1'ho fatto subito, sono arrivati i vigili che, avvisati,giustamente hanno contestato il mio posteggio sul marciapiede. In questo modo anche il negoziante che aveva cominciato a posteggiare là ha imparato che non lo può fare e ha smesso di farlo. Visto che abbiamo avuto l’opportunità di avere quella mattina l'attenzione dei vigili, ho segnalato che dai tavoli posizionati fuori della panetteria non ci sono i due metri che la legge riserva ai pedoni: i marciapiedi sono fatti per loro! Anzi, mentre si parlava sono inciampato in una sedia e stavo anche per cadere... Sono sicuro che i nostri vigili con il loro comandante faranno i controlli dovuti e che e non ci sono i 2 metri previsti dalla legge prenderanno i provvedimenti necessari. Noi siamo al sicuro proprio perchè abbiamo una polizia locale attenta e scrupolosa. Giancarlo Scalzo Godiasco Salice Terme

Voghera cosa stiamo aspettando?

Illustrissimo Sig. Direttore, questa è una lettera di sfogo verso "l'attendismo" che sta mortificando una città intera. Dalla periferia, fino addirittura al centro, fulcro della vita commerciale e sociale. E con addirittura non voglio dire che la periferia vogherese merita il degrado che imperversa e che passa inosservato sotto l'indifferenza dell'opinione pubblica e di chi dovrebbe curarsi di contrastarlo, ma piuttosto che anche in centro città, dove la risonanza di certe lamentele dovrebbe fare più paura a chi governa... bene anche qui ci "stanno lasciando vivere", o meglio, ci "stanno lasciando sopravvivere". Ma poi, di preciso, cosa stanno aspettando che succeda? Che il nastro si riavvolga magicamente e una donna sola non debba avere paura di rientrare in casa

propria? Che si smetta di spacciare in pieno giorno? Che si smetta di scambiare le strade per delle latrine, dove si è pieni padroni di spazi e libertà comuni? Ah... certo, indecoroso è il bidone del residuo esposto fuori dall'orario consentito, mica i muri imbrattati impunemente e le spole di "ciclisti" poco raccomandabili, ormai padroni della nostra città e e non solo. Marco Gatti Voghera

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DAI LETTORI

Benvenuti in Oltrepo...

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Il "pirata dell'ammaccatura" casteggiano Egregio direttore, posteggio sotto casa, un attimo, al mio ritorno trovo la portiera lato guida, con una vistosa ammaccatura, purtroppo il/la responsabile non ha lasciato il biglietto da visita, assumendosi la responsabilità dell’accaduto. Sono cose che possono accadere, ma ciò che le rende particolarmente antipatiche, è il comportamento vigliacco, di chi provoca un danno, e scappa. Con la tecnologia di oggi, la mia macchina ritornerà quella di prima, senza nessuna conseguenza per l’estetica.

Ma quello che non tornerà come prima, sarà la coscienza, del/la responsabile, che ha perso una preziosa dote: quella dell’onesta dei propri atti. Quando si guarderà allo specchio, (ammesso che si veda data la sua miopia intellettuale, ma prima o poi accadrà), vedrà una persona disonesta e a nulla servirà far finta di niente... il tarlo della brutta azione commessa continuerà a rodergli dentro. Stefano Piccinini Casteggio

I selvaggi rifiuti a Stradella Gentile direttore, nei giorni scorsi ho avuto la spiacevole occasione di incrociare uno dei non pochi concittadini che da sempre si ritengono in dovere di disseminare i propri rifiuti in ogni angolo di strada. Ho ritenuto doveroso avvicinare la persona riproponendomi di stare calma, ma debbo confessare che il tono del mio intervento ha subito un progressivo crescendo. Sulle prime la persona ha negato di aver abbandonato rifiuti, successivamente ha dichiarato di volerli riportare a casa, alla fine si è domandata del perché mi preoccupassi tanto. Evidentemente – forse in buona fede – non riusciva a cogliere il mio desiderio di vivere in un quartiere possibilmente pulito e non costellato di discariche a cielo aperto. La persona in argomento era una signora di una certa età, ma non vecchia, nel pieno delle sue facoltà mentali, ordinata nell’aspetto e decorosamente vestita. In

altre parole una delle tante normalissime persone che vivono a Stradella. La circostanza mi ha sorpresa e particolarmente avvilita. Infatti nei miei ripensamenti sul crescente disordine ambientale ho sempre immaginato che l’impoverimento urbano fosse da attribuire a strani esseri sporchi, brutti e cattivi. Viscidi figuri che nottetempo o alle prime luci dell’alba sciamano per Stradella abbandonando sporcizia. Evidentemente non è così. Consapevole dell’inutilità del confronto mi sono avviata verso casa formulando il quotidiano auspicio che la nostra Stradella possa presto recuperare un minimo di decoro. Purtroppo abbondano i comportamenti che travalicano il rispetto e divengono offesa. Carla Mariani Stradella

LETTERE AL DIRETTORE Questa pagina è a disposizione dei lettori per lettere, suggerimenti o per intervenire sulle questioni dibattute dal nostro giornale. Scrivete una email a: direttore@ilperiodiconews.it. Le lettere non devono superare le 2500 battute! Mi raccomando le 2500 battute e non 5 mila come spesso vengono recapitate in redazione. Devono contenere nome, cognome, indirizzo e numero di telefono che che ci permetteranno di riconoscere la veridicità del mittente.


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"LA PERLA VERDE DELL'OLTREPO PAVESE"

Zavattarello: Lunedì 15 e Martedi 16 Agosto torna la magia del Medievo di

Veronica Meo

Zavattarello ritorna ad essere come di consuetudine ormai consolidata cornice di due tra le più caratteristiche e popolari giornate che animano l’Oltrepo pavese. Il Castello è sicuramente il cavallo di battaglia, il motore trainante del turismo culturale e non solo del paese, ma le giornate medievali non son solo un momento "da passare" nel Castello, ma un vero e proprio percorso esplorativo in quel di Zavattarello. Si parte dalla centralissima piazza Dal Verme, dove troneggia la statua del "Contadino" da qui si accede al caratteristico paese vecchio arroccato ai piedi del Castello, chiamato "sù di dentro". Piccole viuzze, case in pietra, panorama mozzafiato… Oltrepassando il famoso "voltone", un tempo arco in pietra di una torre d'ingresso medievale, si scopre un altro mondo o meglio l'altro mondo. Il mondo di dame e cavalieri, artigiani e bottegai, saltimbanchi e giocolieri, ma anche combattimenti cruenti e terribili torture. Non è difficile in questo contesto, grazie anche all’esemplare organizzazione delle giornate medievali, immedesimarsi ed emozionarsi. Sarà forse questo il segreto di un successo ormai decennale? Ma Zavattarello non è solo per gli amanti della storia e dell'arte, buon vino, buon cibo e natura. Che dire dei ben 79 ettari di parco percorribile che circonda il Castello? Che dire poi delle ben otto Associazioni (Zavattarello è un piccolo paese al di sotto dei mille abitanti..) tutte attivissime che, con competenze diverse, ma unite dallo spirito del fare bene, animano il paese 12 mesi l'anno? E come dicono i giovani zavattarellesi: "Io amo questo paese". E come dar loro torto.

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Sfilate, duelli, musiche e danze fanno rivivere l'atmosfera del XV s ecolo Lunedì 15 agosto • Ore 10.30: In Piazza Dal Verme, apertura delle Giornate Medievali. Presentazione della corte di Pietro Dal Verme e Chiara Sforza. Apertura del mercato medievale. • Ore 10.45: Sfilata del corteo storico verso la Chiesa di S. Paolo per la S. Messa con la partecipazione di figuranti in costume. Duelli, musica e giocoleria in Piazza. • Ore 11.50: In Piazza Dal Verme, duelli, sbandieratori, danze, musica dal vivo e giocoleria. • Dalle ore 14.30: In Piazza Dal Verme, mercato medievale, dimostrazioni di artigianato, duelli e spettacoli. Servizio navetta verso il Castello. • Dalle ore 14.30: Nelle sale del Castello, visite guidateogni mezz'ora con ricostruzione della vita in una fortezza medievale, mostra di abiti medievali e sala delle torture. Nel giardino, area antichi giochi. Area tiro con l'arco e dimostrazioni di macchina da guerra. • Ore 14.30: Nel giardino del Castello, duelli, sbandieratori, giocoleria e musica dal vivo. • Ore 16.00: Torneo di tiro con l'arco. • Ore 16.30: Danze e musica dal vivo. • Ore 17.15: Assedio al Castello. • Ore 18.00: Giocoleria, sbandieratori, danze e musica dal vivo

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giornate medievali: il PROGRAMMA CON TUTTI GLI APPUNTAMENTI

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Martedì 16 agosto • Ore 10.30: In Piazza Dal Verme, apertura del mercato medievale. Duelli, giocoleria, sbandieratori, danze e musica dal vivo. • Ore 13.00: Nell'area ristoro ai piedi del Castello, grigliata di carni conciate.

• Ore 20,00: Area ristoro ai piedi del Castello, banchetto medievale con Pietro Dal Verme e Chiara Sforza. Danze,duelli, musica dal vivo e giocoleria animeranno la cena con menù medievale.

• Dalle ore 14.30: In Piazza Dal Verme, mercato medievale, dimostrazioni di artigianato, duelli e spettacoli. Servizio navetta verso il Castello. • Dalle ore 14.30: Nelle sale del Castello, visite guidate ogni mezz'ora con ricostruzione della vita in una fortezza medievale, mostra di abiti medievali e sala delle torture. Nel giardino, area antichi giochi. Area tiro con l'arco e dimostrazioni di macchina da guerra. • Ore 14.30: Nel giardino del Castello, duelli, giocoleria, sbandieratori, tiro con l'arco. • Ore 15.30: Danze e musica dal vivo. • Ore 16.15: Assedio al Castello. • Ore 17.00: Torneo di spada. • Ore 18.00: Sbandieratori, danze, giocoleria e musica dal vivo.

• Ore 23,30: Piazza Dal Verme, spettacolo del fuoco “Sulle rotte del giullare” e spettacolo pirotecnico.

• Ore 19.00: Chiusura delle Giornate Medievali e saluto di Pietro Dal Verme e Chiara Sforza.


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"l'iter per poter diventare maestro è lungo"

"La location di Zavattarello è assolutamente fantastica"

Ulisse Provolo

Di Giulia Vanarri Ulisse Provolo maestro d’armi, milanese di origini venete, da molti anni insegna e combatte con la spada medievale, cimentandosi in combattimenti pieni con le armature. Da ormai 5 anni con la sua compagnia "I Cavalieri di Ranaan" trasforma Zavattarello in un vero e proprio "campo di battaglia". Signor Provolo in che cosa consiste esattamente la sua professione? "La mia professione di maestro d'armi consiste nell'insegnare varie tecniche di combattimento con tipologie di armi molto diverse: fiorentina (due spade), spada lunga, spada e scudo, spadone a due mani, armi cortesi, armi da punta, spada e brocchiere, ascia, bardica, alabarda, combattimento da battaglia, combattimento da mischia pesante e a volte combattimenti per set cinematografici con bastone, spada e veloci Katanè e molto altro.. Se è un'arma so usarla e posso insegnarvela...". Ha dovuto studiare per poter praticare il suo lavoro o basta la passione? "E' pieno di gente che legge un libro ed è convinta di aver capito tutto della vita e delle arti marziali storiche del 1400, ma nella realtà l'iter per poter diventare un maestro è molto più lungo. Io ho studiato per anni fioretto, spada, arti marziali giapponesi, combattimento vichingo e HMB historical medieval

battle, del quale sono tutt'ora rappresentante della nazionale italiana. Ancora oggi quando posso imparo tecniche nuove". Lei ha partecipato anche ai Mondiali... Ci spieghi meglio... "I Mondiali sono anche noti come Battle of de Nations e si svolgono ogni anno in un paese diverso. Partecipano squadre che combattono 21 contro 21 oppure 5 contro 5e anche 1 contro 1. Trentatrè Team nazionali si sfidano con i migliori atleti in uno scontro durissimo. L'avventurà è iniziata tanti anni fa in Ucraina con il capitano Aimone". Il vostro si può definire uno spettacolo? "Quello che facciamo lo si può definire spettacolo ma con diverse interpretazioni: a volte è un combattimento sportivo, un duello fra due campioni, altre si tratta di battaglie non coreografate dove una delle parti vince per abbattimento fisico degli avversari, altre volte ancora in battaglia si sa già quale parte dovrà vincere per motivi di storicità dell'evento rievocato ma all'interno della battaglia i colpi si tirano... Veramente. Come vede la parola spettacolo nel nostro caso è molto ampia: è considerabile spettacolo il presentare la storia davanti a delle classi delle medie riunite presentando loro oggetti che provengono direttamente dal Medioevo? Questa è una delle tante cose che facciamo".. Veniamo in quel di Zavattarello: la location si presta e diciamo che avete già una più che buona scenografia giusto? "La location di Zavattarello è assolutamente fantastica: il castello, gli alberi, il panorama, la storia e il fantasma... I due accampamenti sono ridotti per le dimensioni della piazza d'Armi ma comunque rappresentativi". Qual è il suo ruolo durante le giornate medievale di Zavattarello? "Il mio ruolo è di capitano degli armati delle truppe e di chiunque abbia un'arma in mano nonché dei campi storici degli armati e dell'animazione bellica in generale oltre alla supervisione insieme all'infa-

ticabile Sara Rossi,di tutto il programma e del suo svolgimento". In quanti vi "muovete" per allestire le giornate medievali? "La nostra Compagnia è composta da 40 persone, a Zavattarello saremo una decina". Difficoltà logistiche e tecniche che riscontrate a Zavattarello? "Riuscire a stabilizzare il trabucco che sarà posizionato o costrituito durante le giornate per il terreno inclinato cosa che anticamente era invece un pregio per la difesa del castello. A parte questo, direi che l'unica vera difficoltà che abbiamo è che nessuno dei miei "uomini" alla fine delle giornate medievali se ne vuole più andare". Il pubblico zavattarellese e non solo vi segue ormai da anni con grande passione… Concorda? "Il pubblico è ormai affezionato a noi come noi lo siamo a loro e tutti gli anni sempre di più e piu' numerosi, per questo noi portiamo sempre delle novità e dei nuovi armigeri per il torneo". Quest’anno seguirete l’ormai vincente format oppure introdurrete novità? "La festa seguirà nel modo che il pubblico già conosce ma con importanti novità: un più ricco torneo di arcieria dei nuovi combattenti per il torneo di spade, nuovi musici con nuovi strumenti, una nuova e rinnovata animazione per i bimbi e altre sorprese". Presumo giriate per l’italia e non solo. Qual è stato il luogo più pittoresco che ricorda? "I cavalieri di Ranaan hanno girato molto il mondo: Italia, Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Croazia, Austria. Si sono ritrovati a duellare accampati sul Mar Baltico con i Vichinghi e il loro Drakkar, oppre accampati sulle piane di Grunwald al fianco dei teutoni o dei loro avversari polacchi sotto un uragano, sulla cima di montagne, in città fortificate francesi, a matrimoni con sfide per la sposa a Norimberga... 400 eventi sono lunghi da descrivere e di cose ce ne sono successe proprio tante".


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"Per fare un abito sartoriale ci vogliono circa 55 ore di lavoro" Di Giulia Vanarri

Durante le due giornate medievali, si potrà assistere all'interno del Castello ad una esposizione di abiti medievali. Gli abiti che da sembre hanno incantato intere generazioni e come forse nessun altro settore sono indice di usi e abitudini di un' intera società. A Zavattareello c'è chi di abiti se ne intende e come... Giovanni Perelli da tutti in paese conosciuto come "Nani al sartù", sarto di quell'alta sartoria di cui oggi ci siamo sempre piu' dimenticati. Intere generazioni sono passati dalla sua bottega, prima dal padre Pompeo e dalla madre Candida e poi lui, classe 1940, dopo cinquantanni di onorata carriera si gode la pensione. Signor Perelli quando ha iniziato a fare questo lavoro? "Praticamente ho inizato appena finito le scuole a 15/16 anni, mio papà e mio zio facevano i sarti, erano due fratelli che hanno sposato due sorelle e tutti e quattro erano impegnati in questa attività". La sua è stata una scelta obbligata? "Direi di sì, non volevo fare il sarto, avrei voluto fare l'artigiano, l'elettricista per esempio e avevo fatto domande per fare il postino, mi avrebbero preso all'ora, poi però eravamo nel periodo natalizio e in bottega c'era così tanto lavoro che ho dovuto rinunciare" . Ha imparato tutto in casa quindi? "Be' si, mio papà e mio zio, a me come a tanti altri apprendisti, perchè in quell'epoca ce n'erano veramente tanti, hanno insegnato il mestiere, poi ho studiato e mi sono perfezionato, due anni a Casteggio e tre a Pavia dove ho conseguito il diploma di taglio maschile e taglio femminile". Che tipo di clientela ha avuto nella sua carriera? "Persone importanti, di un certo calibro, dal Presidente del Tribunale di Pavia, al Cavaliere Gianesi, dall'avvocato Truffi, all'Onorevole Campagnoli e poi tanti clienti da Milano, Pavia, Stradella. Ah dimenticavo... Un mio cliente affezionato è stato il Dottor Cristina di Busto Arsizio, medico legale che nello

stesso giorno in cui fu chiamato per eseguire l'autopsia sul corpo della povera Mia Martini era nella mia bottega. Mi disse che era di fretta e che avrei scoperto il perchè dalla televisione!". Un cliente storico su tutti? "Manzini, il papà di Icio, è stato cliente di mio padre e poi il mio" Lavoro più lungo e complicato che ha dovuto confezionare? "Una volta che impari diventa tutto semplice, le difficoltà maggiori le riscontravo là dove il cliente 'era fatto male', con la pancia oppure con qualche chilo di troppo, oppure là dove il cliente durante le prove non riusciva a stare fermo e a tenere una corretta postura per la prova". Ha confezionato solo abiti maschili? "Abiti maschili intesi come pantalone, giacca, gilet e poi cappotti. Odiavo confezionare le gonne e devo dire che nella mia carriera ne ho fatte veramente poche... Poi ho cucito abiti da sposo, divise per alcuni marescialli dei Carabinieri e mi commissionarono anche le divise dei vigili di Vigevano e quello fu veramente un lavoraccio, una tribolazione con scarzo guadagno" Quanto ci vuole in termini di ore di lavoro per confezionare un abito di alta sartoria? "Per fare un abito ci vogliono circa 55 ore di lavore, parliamo ovviamente di un lavoro fatto a regola d'arte, pensi che io "imbastivo" gli abiti utilizzando il filo di seta". E' un lavoro redditizio? "Le dico solo che un abito finito costa al cliente 500 euro comprensivo di stoffa, manodopera e tasse, quindi si può "Nani" con Mario Buscaglia dire che ho lavorato

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"le difficoltà maggiori? là dove il cliente era fatto male...

Giovanni "Nani" Perelli per niente, per 5/10 euro all'ora, una miseria". Come è cambiata la clientela? "Gli anni '70 sono stati gli anni dell'avvento della confezione che ha danneggiato tantissimo noi sarti, ho iniziato a lavorare meno pur mantenendo sempre la mia buona clientela, perchè un vestito fatto a mano è sempre un vestito fatto a mano, unico nel suo genere e vi assicuro che si vede. E' cambiato di conseguenza anche la tipologia di lavoro, piu' orli, cerniere, l'accorciare, lo stringere... Nel confezionare abiti doveva seguire la moda del momento? "Mi tenevo aggiornato con le varie riviste di settore, un abito sartoriale non conosce mode e tempo, ma per i pantaloni per esempio ci sono stati gli anni in cui si usavano quelli 'a zampa' e l'anno in cui andavano per la maggiore quelli senza tasche, una meraviglia per me non dover fare le tasche!!!". Un episodio curioso legato al suo lavoro? "Siamo alla fine degli anni '40, io dovevo fare la Cresima e i miei genitore dovevano confezionare più di quaranta vestiti per i cresimandi: pantalone chiaro, gilet e giacca blu. Io avevo fretta di andare in Chiesa, ma per il troppo lavoro il mio abito fu finito giusto in tempo per la Cerimonia. Questo per dirle come e quanto si lavorava allora!"


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"rifarei tutto quello che ho fatto, anche se ho lavorato tanto"

"Il mio croccante non è solo bello, è buono come non ce ne sono altri"

colore dorato. A questo punto inizia la parte più complessa: l’impasto va lavorato a caldo e velocemente ma con cura prima che si raffreddi”. Chi le ha insegnato? “Mia suocera, era genovese e mi ha insegnato una ricetta che era diversa da quella tipica delle nostre parti. Imparata la tecnica ho iniziato a sperimentare forme diverse fino a realizzare sculture a più piani. Mia mamma invece mi ha insegnato a fare la pasta fresca, il formaggio, il burro". Lei crea delle vere e proprie opere d’arte, come ci riesce? Mariuccia Tagnoni Manzini “Preparo i pezzi e poi li assemblo, li Di Giulia Vanarri incollo diciamo. Ma ci tengo a dire che oltre ad essere belle sono anche buone". Giornate medievali tempo di rispolverare il passato C’è una ricorrenza particolare a cui è legato il collettivo fatto di usanze,ormai perse nel tempo, anti- croccante? chi mestieri e tradizioni culinarie. Abbiamo scovato, “Il croccante lo si prepara principalmente a Natale, in quel di Casa Marchese, piccola frazione ubicata ma possiamo dire essere un dolce adatto a qualsianel comune di Zavattarello, "un fiore all'occhiello" si ricorrenza. Ho una famiglia numerosa e ho avuto di questa tradizione: la Signora Mariuccia Tagnoni in modo di prepararne molti per loro, matrimoni, comManzini, 88 anni portati magnificamente, conosciu- pleanni, lauree… lo mangiano sempre più che volenta in tutto il comune e non solo, per il suo prelibato tieri”. croccante. La Signora Mariuccia ne ha ereditato la È stata per lei una un’attività redditizia o più una ricetta dalla sua famiglia e, nel corso degli anni, ha passione? trasformato questa sua grande passione in un’ arte, "Sicuramente una passione, la maggior parte del mio realizzando vere e proprie sculture a più piani. "Il mio croccante è stato preparato in occasione di feste di croccante non è solo bello, è buono come non ce ne paese o religiose. Il ricavato della vendita era devosono altri". luto alla parrochia. In queste occasioni hanno avuto Quali sono gli ingredienti necessari per la realiz- modo di assaggiare il mio croccante sia il precedente zazione di un buon croccante? Vescovo che ne andava letteralmente pazzo e il Pre“L’ingrediente fondamentale è la pazienza. Bisogna fetto che hanno voluto complimentarsi personalmenscottare le mandorle, sbucciarle e tagliarle, una per te". una. Sul fuoco della stufa a legna, perchè i fornelli a Ancora oggi si cimenta in queste "costruzioni"? gas non garantiscono lo stesso rendimento, mettere a "Certo, è il mio passatempo che mi permette di pencuocere le mandorle tagliate con una noce di burro sare alle cose belle come i felici sessant'anni di mae lo zucchero, fino a che il tutto non assume un bel trimonio, dimenticando quelle brutte. Ne faccio molto

meno di prima, altrimenti le mie figlie mi sgridano perchè mi affatico troppo". Ma non fa solo il croccante? "No faccio la pasta fresca, tutte le settimane, i maccheroni e poi faccio una torta che a detta di tutti è squisita, la 'torta a freddo'". Ha passato il testimone a qualcuno? "Per il momento no, ci vuole davvero tanto tempo e pazienza, cose che mancano alle nuove generazioni. Sono venute diverse persone per imparare, ma si sono spaventate...Oltre alla pazienza ci vuole velocità nella preparazione, diversamente il prodottto si raffredda e non si riesce più a modellarlo". Tornasse indietro? "Vengo da una famiglia di contadini e io ho sempre fatto la contadina, rifarei tutto quello che ho fatto. anche se ho lavorato tanto, ma ho imparato e so fare tutto, dal cucinare al cucire, al lavorare nei campi.. Tutto e va bene così!".


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"Ci metto l'anima quando lavoro e credo si veda" Di Giulia Vanarri

La sua bottega in piazza Dal Verme da cui maestoso s'innalza il Castello è veramente una piccola bomboniera, si ha quasi "paura" di toccare e stimola la voglia di guardare e ammirare: suppellettili, bijoux, lampade... Pensare che tutto ciò che è esposto è frutto della creatività e della manualità di una persona è incredibile. Lei è Isa Armella, di professione artista. Armella qual è la sua formazione artistica? "Ho fatto l'istituto d'arte a Parma e mi sono specializzata in decorazione pittorica, formazione per la pittura murale che nulla c'entra con la professione che faccio oggi". In che senso? "La decorazione su porcellana prevede tecniche completamente diverse da quelle da me apprese all'Accademia, è tutta un'altra cosa". Da dove nasce questo suo avvicinamento alla decorazione su porcellana? "Nasce da una mia curiosità, perchè non rientrava nelle mie conoscenze, da lì in concomitanza con la perdita del lavoro ho fatto un corso a Pavia per impararne le tecniche". E' stato complicato imparare? "E' stato come imparare l'alfabeto. Io provenivo già da una scuola d'arte, ma le tecniche di pittura su porcellana sono tutt'altra cosa. Devi partire piano, da zero e iniziare con soggetti estremamente semplici e solo dopo anni di duro lavoro sono arrivata dove sono ora". Un hobby diventato una vera e propria professione... "Esatto, ho iniziato per gioco, per passione pura, all'inizio ho affittato un negozio per tre mesi... ed ora eccomi qui, sono passati 26 anni" Quali sono i soggetti che ama rappresentare? "La tradizione vede il fiore come elemento principale delle pitture su porcellana, il fiore si presta particolarmente per forma, per colore e per le tante interpre-

tazioni che gli si possono attribuire. Poi ovviamente il Castello, è sempre un soggetto molto richiesto, soprattutto per chi è di passaggio e vuole portarsi a casa un ricordo, un souvenir. Ora va per la maggiore lo stile moderno con lustri metallizzati" . Vedo qui nella sua bottega tanti oggetti decorati in modo particolare... "Esperimento, provo nuovi soggetti e nuove tecniche, per esempio ho provato a inserire nelle decorazioni delle pagliette di metallo, acciaio e alluminio e invece di disegnare ho inciso la ceramica con il trapano". Vedo anche bellissimi ritratti.... "Sì, ritratti di animali ma anche volti, per esempio ho dipinto il volto di Madre Teresa di Calcutta e di Rita Levi Montalcini e con queste opere ho partecipati ad una mostra a San Giorgio Canavese dal nome "Italia Show 2016" e devo dire che ho ricevuto un sacco di complimenti". Per non parlare dei bijoux...

Piatto decorato e donato al Santo Padre

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"ho decorato per il Santo Padre Giovanni Paolo II"

Isa Armella " Pensi che alcuni ciondoli li ricavo da cocci rotti di porcellana...". In quel di Zavattarello come va il commercio? "Certamente negli anni passati si lavorava molto di più, vuoi con le liste nozze, oppure con Battesimi, Comunioni e Cresime per le quali mi commissionavano le bomboniere. Ora questa tradizione si è andata un po' perdendo e di conseguenza anche una fetta dei miei introiti. La crisi si sente eccome se si sente...". Il lavoro più particolare che le hanno commissionato? "Ne ho fatti tanti, tavoli, piastelle per i bagni, tante cose... Certamente il lavoro a cui sono più legata sono i tre oggetti che ho decorato e donato al Santo Padre Giovanni Paolo II, di cui conservo ancora la lettera di ringraziamento". Felice del lavoro che fa? "Il mio lavoro è unico, ci metto l'anima quando lavoro e credo si veda, posso dire che sono fortunata nel fare un lavoro che mi permette ogni volta di creare qualcosa di unico e irriproducibile. Non è un lavoro è un dare ogni volta un pezzo di me stessa. Credo che il mio sia amore puro ed incondizionato".


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