Iboo magazine luglio- agosto 2014

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n째 34 Luglio Agosto 2014 periodico free press

FASHION BLOGGER

Interviste a Negin Mirsalehi, Federica Piccinini e Erika Barbato

DESIGN

Marco Goffi La stilista Francesca Liberatore si racconta

TRAVEL

Anguilla Romantica, Repubblica Dominicana

FILIPPO

foto di HEAD SWIMMING

PEOPLE

MAGNINI


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“Un pessimista vede la difficoltà in ogni opportunità; un ottimista vede l'opportunità in ogni difficoltà.” Winston Churchill

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INDICE

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ALBERTO PREMI AL “PASSO” CON LA MODA FRANCESCA LIBERATORE TRA SOGNI E REALTÁ MARCO GOFFI DESIGN IL PRINCIPE DEL NUOTO FILIPPO MAGNINI DUE CHIACCHIERE CON NEGIN MIRSALEHI FEDERICA PICCININI DI SWEET AS A CANDY DISCHI E LIBRI HEY SHOES LA BLOGGER ERIKA BARBATO DANZA E MODA SI INCONTRANO ARTE & CULTURA BEAUTY IL MONDO IN PILLOLE RAPPORTO NUORA SUOCERA ANGUILLA ROMANTICA REPUBBLICA DOMINICANA


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IBOOmagazine

EDITORIALE

VIRGINIA CIMINA’

Noi siamo ancora qua

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a redazione che lavora, presa dallo stress per chiudere e finire questo numero: c’è chi termina l’impaginato e chi cerca le ultime notizie da inserire al volo. Alla fine il bello del lavoro è proprio questo, il prodotto finito che esce dall’immaginazione e si fissa sulla carta come un pass per andare in vacanza. Quella vacanza cosi agognata da tutti, un lusso concesso a pochi e ben venga anche lo stress da vacanza, purché da vacanza sia.

DIRETTORE RESPONSABILE Virginia Ciminà HANNO COLLABORATO Martina Di Donato Chiara Gallo Francesca Lori Virginia Maloni Riccardo Sada EDITORE Diamond Media Group s.r.l. Via C. Levi, 1 Sant’Omero (TE) Tel. 0861 887405 redazione@diamondgroup.it IBOO MAGAZINE È una testata registrata presso il Tribunale di Teramo al n.546 del 08/11/2005 GRAFICA Diamond Media Group s.r.l. STAMPA Arti Grafiche Picene s.r.l. PUBBLICITA’ info@diamondgroup.it SITO WEB www.iboomagazine.com FACEBOOK Iboo Magazine Italia RESPONSABILE TRATTAMENTO DATI Dlgs 196/03 Virginia Ciminà Riservato ogni diritto e uso. Vietata la riproduzione anche parziale



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PEOPLE

ALBERTO PREMI

Stilista emergente del made in Italy, ci rivela il suo legame profondo con la moda e la tradizione manifatturiera CHIARA GALLO


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lasse 1992 Alberto Premi nasce a Brescia e la passione per calzature ce l’ha già nel sangue. Il padre infatti, stilista da oltre trent’anni, instilla in lui la curiosità, l’interesse e l’amore per la professione. Dopo il conseguimento della laurea in stilismo tecnologico presso l’istituto ITS Machina Lonati, si dedica allo sviluppo di un’idea e di un brand in grado di fondere insieme moda, sport e arte, settori cardine nella sua vita personale lavorativa. L’esperienza insegna e Alberto fa tesoro di tutto ciò che le sue passioni gli trasmettono: dai movimenti plastici della scultura berniniana, al vigore della pittura di Delacroix e perché no al ritmo di Marinetti. Cultura e fantasia danno origine alle bozze iniziali, le quali vedono la nascita della prima collezione hand made, accolta con entusiasmo da numero crescente di boutique. Ed proprio sull’onda di tale successo che viene lanciata la seconda collezione, proposta in seguito al concorso “Who is on Next”, tenutosi nella prestigiosa location di Palazzo Pitti e del quale è stato proclamato vincitore per gli accessori Conosciamo dunque meglio questo giovane talento. . Le calzature che produci sono frutto della tua creatività e della tua intraprendenza, tuttavia, se potessi avere dei consigli da uno stilista che ammiri molto, chi sarebbe e cosa gli chiederesti? Ho avuto la fortuna di lavorare a stretto contatto con uno stilista che ammiro molto, mio padre, quindi ho già la risposta a tutte le domande del caso. Non ho mai avuto un vero e proprio stilista preferito al quale sognavo di porre delle domande, ciò che voglio veramente è cercare di importare una visione personale del per comunicare le mie emozioni attraverso il prodotto finale. Com’è nata l’idea del design di calzature personalizzate? L’obbiettivo che mi sono prefis-

PEOPLE

sato é quello di creare articoli di nicchia, volti a colpire una ristretta fascia di mercato. Per far sì che questo avvenga devo proporre qualcosa di innovativo sotto tutti i punti di vista siccome i miei competitor sono brand famosi all’interno del panorama mondiale della moda. Da qui l’iniziativa di personalizzare tutti i materiali coinvolti per la creazione della calzatura. Il colore acceso ha un ruolo fondamentale nei tuoi lavori. Si tratta di prodotti che attraggono una clientela giovane, diciamo under 30, o una più adulta? Il mio prodotto è finalizzato a colpire un appassionato di moda, chiunque voglia distinguersi dalla massa e che abbia personalità ed estro da indossare un determinato tipo di calzatura. Non ho quindi un target definito di età poiché penso che tutti siano liberi di dimostrare la propria identità attraverso immagine che danno di sé. Quali principi segui quando dai forma alle tue creazioni? Il principio a cui tutto il mio lavoro si attiene è quello della destrutturizzazione. Voglio destrutturare, ovvero prendere il passato, frantumarlo e creare dalla cenere con la cenere. Questo è “AP”. In cosa si distingue il tuo marchio? Il marchio ha un’identità ben precisa e potente, tangibile già dal logo: un diamante. Parliamo di un materiale pressoché indistrut-

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tibile, sinonimo di legami forti e viscerali, come quelli tra classico e moderno, tra futurismo e sport wear. Il brand è indubbiamente basato sulla freschezza. Infatti, c’è un’immagine che riassume la duttilità e la qualità visionaria dello stilista. Proprio il diamante, come un occhio segmentato, danza da un oggetto ad un altro, da un colore ad un altro, da un’idea al futuro, con connaturata e scintillante passione. È dura reggere il peso imprenditoriale che la diffusione del prodotto comporta? Qual è la parte che più ti crea difficoltà? Si è abbastanza dura. La parte che mi crea maggiore difficoltà è la mancanza di manodopera, fondamentale per creare un prodotto hand made come il mio. Ora passiamo all’esperienza Pitti. Quali sono le tue impressioni di Who’s on next? È stata l’esperienza più emozionante e significativa della mia vita, ho avuto l’occasione di far conoscere il mio brand all’interno di una delle fiere più importanti del settore. Inoltre ho ricevuto numerosi contatti e molta visibilità a livello mediatico. Con quest’ultimo successo quali progetti e aspettative hai per il prossimo futuro? Spero che il mio Brand si affermi nel panorama mondiale e in futuro vorrei ampliare la mia collezione inserendo anche la donna.



FRANCESCA LIBERATORE Collezione A/w 2014-2015


CON UN PASSATO NELLE MAISON JEAN PAUL GAULTIER E VIKTOR&ROLF, LA STILISTA ROMANA FRANCESCA LIBERATORE, A SOLI 30 ANNI, HA PORTATO SULLA PRESTIGIOSA PASSERELLA DELLA FASHION WEEK DI NEW YORK LE SUE STRAORDINARIE CREAZIONI Il talento e l’impegno ripagano sempre. Francesca Liberatore ne è la dimostrazione. Una vita piena di impegni la sua che l’ha portata a girare il mondo in largo e in lungo. Prima a Londra per studiare al Central Saint Martins e poi per lavoro districandosi tra Roma, Milano e Parigi senza tralasciare i viaggi di piacere, fondamentali per le sue ispirazioni. Francesca oltre ad essere un’affermata stilista, è anche Docente di moda all’Accademia di Belle Arti di Brera, allo IED e al NABA di Milano e, responsabile del Fashion Project Moulin Rouge, il famoso locale parigino. Vanta all’attivo la vittoria di “Next Generation”nel 2009, il concorso promosso dalla Camera Nazionale della Moda Italiana.

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ei una giovane e affermata designer nel mondo della moda. Come è iniziato tutto? Da sempre adoravo disegnare vestiti. Non sono mai stata una ossessionata dalla moda o dalle riviste di moda anzi il contrario. Disegnare vestiti era il mio passatempo preferito, da quando molto piccola guardavo i cartoni animati tipo Lady Oscar e ne disegnavo le uniformi riprendendone e reinventandone decorazione e texture. Finito il liceo classico supero la selezione alla Central Saint Martins a Londra e da li inizia poi tutto il percorso. Hai vinto il IL DHL exported, un concorso mondiale per stilisti che abbiano almeno 7 anni di collezioni alle spalle giudicati da una giuria internazionale. Il concorso dava la possibilità ai vinci-

MARTINA DI DONATO VIRGINIA CIMINÁ tori di presentare le loro creazioni in una delle passerelle mondiali ( Tokyo, New York, Milano, Parigi). Come mai hai scelto New York? A partecipare al concorso eravamo oltre 150 stilisti, tra cui molti italiani ben noti, giudicati da una giuria internazionale. L’occasione era irripetibile, super ambita da tutti, e New York la più competitiva e immaginavo inarrivabile. Ma tutto mi era stato offerto dal destino sul famoso piatto d’argento. Dissi che a 30 anni avrei fatto l’ulteriore salto; dissi che la prima volta che avessi messo piede a NY sarebbe stato per il mio lavoro e in maniera imponente e così è stato. A 30 anni metto piede nella capitale del ready-to-wear da vincitrice supportata dai professionisti che hanno avuto la lungimiranza di dare questa possibilità al talento scelto. In questo concorso sono stata felice ed onorata per due motivi: il primo perché giudicata

da una commissione americana oltre alla mondiale super partes, l’altro per essere arrivata in finale con un numero uno oltre che amico, che stimo e rispetto umanamente e professionalmente. Nelle tue collezioni spazi da abiti con drappeggi, pieghe e tagli geometrici, alle maxi t shirt, alla fish -couture e ai tessuti rigati del mondo arabo. C’è un filo conduttore che fa da linea guida alle tue collezioni? Le ispirazioni arrivano tutte dal mio vivere, spesse volte e sempre ‘casualmente’ al momento giusto mi imbatto in input visivi che catturano il mio occhio rispetto tutto il resto e che approfondisco: spettacoli, film, libri con immagini, mostre, peculiarità durante i viaggi o atmosfere, o input sonori spesse volte. Le persone che mi sono accanto catturano l’intera storia ed esperienza che racconto, chi osserva esterna-


PEOPLE

mente riconosce il mio stile nelle modalità esecutive e nell’attenzione a particolari elementi. Qual è la donna alla quale si rivolgono le tue creazioni? Raffinata che sappia portare ciò che indossa valorizzandolo e venendone valorizzata; attenta che sappia guardare e capire; peculiare nelle selezioni, grazie alla sua esperienza di cittadina del mondo; atemporale e sempre contemporanea e adatta; decisa che di continuo sceglie la sua volontà e ovviamente unica. C’è un’icona a cui ti ispiri e che vorresti vestire? Adoro Gweneth Paltrow ma ovviamente adorerei un giorno vestire le donne già vestite dai miei maestri. Com’è stato lavorare accanto a Jean Paul Gaultier e Viktor&Rolf? Come lavorano i colossi della moda? L’esperienza più importante e formativa ed entusiasmante ed unica che un giovane possa avere. Ho imparato l’importanza di realizzarsi, quanto le persone al top possano dare, insegnare e protendere al confronto creativo, rivelandosi grandi e assoluti maestri, e quanto quelle intermedie possano essere basse e insoddisfatte. E grazie al mio background, al mio percorso, al

mio attuale lavoro di stilista, direttrice creativa e docente, oggi sono ancora più convinta che in un mondo di raccomandazioni, espedienti , il bravissimo ce la faccia sempre perché di un altro livello… Ricordo la naturalezza di tutto: ad Amsterdam, i pranzi con Viktor&Rolf e i loro cagnetti, le ricerche nella biblioteca della città, l’arrivo della principessa olandese. E a Parigi da Jean Paul Gaultier, il maestro assoluto, il genio in continuo macchinare, i fittings, le stars, gli oggetti che collezionava, oltre a galettes e pastamandorle. Parlaci della tua prossima collezione Il tutto resta ancora top secret... come al solito tutto è partito dopo lo shock della prima immagine...forte realistica che si apre ad un’immaginazione consapevole. Inoltre subito dopo ho avuto il piacere di conoscere e di lavorare con Ermal Meta musicista, autore, compositore fuori dagli schemi che sta creando l’apposita colonna sonora dello show di New York. Un poliedrico con un’autentica capacità di recepire le mie immagini e trasformare la composizione in un’atmosfera aleatoria con richiami azzeccati e terreni... che daranno il giusto completamento allo show.

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Azienda Agricola F.lli Biagi - C.da Civita, 93 - Colonnella (TE) - Tel. 0861 714066


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DESIGN

MARCO GOFFI Tra design e pragmatismo CHIARA GALLO

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ella sua carriera ha avuto la possibilità di viaggiare molto, dall’Asia all’America, acquisendo man mano un bagaglio lavorativo spiccato e importante. Marco Goffi inzia a unire pragmatismo e creatività fin dagli anni dell’università, riuscendo, dopo un’esperienza quindicinale all’estero, a fondare un suo studio in Italia. Vince numerosi premi in tutto il mondo, rispondendo alla richiesta tecnica ed artistica del pubblico, attraverso uno studio apprpfondito ed un’attenta cura al dettaglio. Specializzato su diversi fronti dell’interior design, oggi Goffi affronta la sfida dell’ambiente culinario grazie al progetto GALANTE, applicando la stessa curiosità e dedizione utlizzata nell’arco della sua esperienza professionale. Iboo Magazine ha deciso di dare ai suoi lettori un quadro completo

dell’archietto milanese. Prima di tutto ci parli di lei. Quale è stato il suo percorso professionale? La passione per l’architettura e le arti ‘plastiche’ in genere risale ai primi anni ‘90, quando frequentavo l’università presso il Politecnico di Milano e in seguito all’esperienza al Politecnico di Pomona a Los Angeles. Con le esperienze lavorative è maturata una naturale propensione verso gli interni ed il design degli oggetti di uso comune. Se dovessi ricondurre ad una data precisa penso al dicembre 1996, quando rientrai in Italia dopo un’esaltante esperienza professionale in Asia. Nel suo campo lavorativo quali sono state le difficoltà maggiori? Le difficoltà maggiori con le quali mi sono dovuto confrontare sono state legate all’apprendimento sul campo di nozioni solo super-

ficialmente affrontate durante il percorso di studi. In un secondo momento, ho dovuto affrontare alcuni problemi relativi al soddisfacimento di esigenze tecnico-prestazionali del progetto, che si trattasse di un edificio o di un pezzo di product design. Si doveva venire incontro ad interlocutori differenti, ma che richiedevano un eguale livello di pragmatismo. Nella attuale fase lavorativa più che di difficoltà preferisco parlare di ‘logorio’ dovuto all’autoproduzione costante di entusiasmo, che come è facilmente immaginabile, se generato anche dal mondo esterno dà ben altri benefici costruttivi. Ci parli delle sue prime esperienze nel campo del design? Quali sono state le più significative? Ricordo sempre con entusiasmo una delle mie prime esposizioni pubbliche in occasione di un evento collaterale al Salone del


PEOPLE

Mobile del 2000: fui invitato ad una mostra d’arte collettiva denominata ‘HOUSE sweet HOME’, esposizione che si poneva l’obiettivo di investigare quel ‘qualcosa’ che in ognuno di noi permette di trasformare la ‘casa’ in ‘abitazione’. Ho partecipato con una composizione libera chiamata APEIRON, la quale poteva essere manipolata a piacere dal visitatore, in questo modo ognuno era in grado di esprimere il proprio equilibrio di ‘forma’ e ‘senso’ di casa. In seguito, ogni esperienza professionale mi ha portato a contatto con persone dalle quali ho sempre cercato di attingere pillole di ‘sapere’, da quella più prestigiosa a quella meno ‘blasonata’, nel tentativo di un reciproco scambio, tutte interazioni fondamentali e altresì necessarie per la mia fame di conoscenza. Il valore di ogni attività è indissolubilmente legato al periodo della vita in cui essa è stata vissuta, così può succedere che un’esperienza di cantiere abbia arricchisca come il confronto con una star del design internazionale. Un ‘visionario’ che ho avuto la fortuna di incontrare e con cui mi sono confrontato, lavorativamente parlando, nel recente passato è Giulio Cappellini, del quale ho apprezzato sensibilità al progetto e ricerca della sua interdisciplinarità. Arte e Design nelle sue opere si incontrano armoniosamente. Come è arrivato a questa unione? Il mio approccio al progetto ha un’identità articolata, a volte esclusivamente artistica, altre volte più orientata alla risoluzione tecnica, altre volte ancora come

spesso accade l’approccio è a cavallo di entrambe le attitudini, in ogni caso sempre orientato al soddisfacimento della richiesta. All’interno del panorama del product-design e più in generale del design degli interni, l’attenzione progettuale non ha mai privilegiato un settore ‘merceologico’; ciò che eccita maggiormente la mia curiosità è la complessità della richiesta a cui il progetto di design deve dare una risposta. La sua filosofia creativa prende spunto da designer del passato? C’è qualcuno nel panorama attuale che ammira in particolar modo? Per me la ‘filosofia progettuale’ è strettamente legata al mondo dei sensi, piattaforma in cui la creatività è costantemente stimolata dalle emozioni. Un luogo in cui il tratto diventa la possibile traduzione di un’idea, ambiente infine, dove grazie al know-how e alla familiarità con le più recenti innovazioni tecnologiche il pensiero cambia di stato mutando in oggetto fisico. Non ho un solo modello di riferimento per lo svolgimento del mio lavoro, ogni percorso professionale mi incuriosisce, non esclusivamente per i risultati formali che raggiunge, ma anche per la genesi e le mutazioni che subisce dalla fase di concetto fino alla traduzione in concreto. In generale attirano la mia attenzione tutti quei progettisti che fanno del ‘dettaglio’ l’argomento necessario alla descrizione della propria poetica. Un po’ per formazione e un po’ per le esperienze lavorative svilppate nel tempo, ho avuto modo di entrare in contatto ed apprez-

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zare il lavoro di molti designer di fama internazionale, quelli che tuttavia riescono sempre a sorprendermi sono Ron Arad e Ross Lovegrove per il loro approccio ‘scultoreo’ al progetto. Una delle sue creazioni più significative, il concept N.E.O., ha alle spalle una ricerca ed uno studio complesso. Potrebbe descrivercelo? N.E.O., acronimo di Natural Evolving Object, è il manifesto di un nuovo materiale concepito da me con il supporto tecnico-scientifico dell’italiana ALPAS S.r.l., operante nel settore chimico a livello internazionale. Andrew Saba, visionario A.D. dell’azienda, bussò alla mia porta nel maggio 2011 chiedendomi di sviluppare un nuovo composito orientato principalmente al mondo del design. N.E.O. è il concept di una seduta multipla destinata agli spazi pubblici, ma dal punto di vista tecnico è un innovativo polimero termoindurente (denominato LYKOR®) prestazionale in termini di resistenza meccanica, riproducibilità seriale (grazie all’utilizzo di tecnologie ‘basic’ per lo stampaggio), sostenibilità (il 50% deriva da risorse naturali rinnovabili) e costi di produzione (sono limitate le lavorazioni di finitura). LYKOR® è stato insignito in Germania dell’iF design award 2013 nella categoria Ricerca & Sviluppo/nuovi materiali e oggi è commercializzato nella versione standard in nove varianti colore e tre tipi di finiture. Professionalmente parlando l’esperienza di LYKOR® è stata molto stimolante, e unica quasi quanto l’eccezionalità del fatto


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DESIGN

che un designer concepisca e sviluppi in prima persona un nuovo materiale. Una grande possibilità che mi ha permesso di mettere a disposizione di un settore industriale l’esperienza maturata nel mio settore, una soddisfazione gratificante perché vissuta in una fase pre-design, quando vengono definiti gli strumenti del progetto, i materiali. E’ stato come entrare in una sorta di ‘proscenio’ in cui studio e ricerca anticipano il momento progettuale. Crede che il rapporto tra cultura, moda e design si approfondirà ulteriormente in futuro, o prevede una rottura ad un certo punto? Non ho una competenza specifica ed un bagaglio culturale tale per poter sostenere una dissertazione sul tema, penso tuttavia che il gradiente di interdisciplinarità fra il design e i mondi complementari (moda, arte, musica, ecc.) sia vitale per evitare l’aridità e l’autoreferenzialità. Un secondo elemento di equilibrio e allo stesso tempo di sopravvivenza del rapporto fra design ed altre ‘discipline’ è ovviamente l’interlocutore, cioè colui che ‘usa’ il design, il consumatore con i propri bisogni. Credo che il pubblico continuerà a chiedere tali contaminazioni solo se chi ‘crea’ design avrà anche come obiettivo la sua educazione e manterrà viva l’abitudine a tale confronto. C’è una location o uno spazio espositivo in particolare all’interno del quale vorrebbe presentare i suoi lavori? Non ho mai pensato ad uno spazio espositivo in particolare, né ad una sua specifica identità, potrebbe essere sia privato che pubblico senza preferenze, anche se devo ammettere che questa seconda destinazione la trovo più affascinante. In generale, parlando di un’esposizione in cui il libero fruitore viene a contatto con il mio lavoro, la cosa che mi dà maggior soddisfazione consiste nella sua prima reazione: se lo spettatore invece di ritrarsi fa un passo verso l’ogget-

to, significa che in lui è scattata la molla della curiosità, l’oggetto non gli risulta inconsciamente ostile, se poi tenta addirittura di toccarlo è l’apoteosi. Nel prossimo futuro ci sono progetti di cui vorrebbe raccontarci qualcosa? Un progetto che mi sta entusiasmando particolarmente e di imminente pubblicazione è nato di recente grazie alla collaborazione con lo chef stellato Tommaso Arrigoni. Qualche mese fa, in seguito al coinvolgimento richiestomi dall’azienda ALPAS S.r.l., dovevo dare forma fisica ad un oggetto che enfatizzasse il nuovo materiale generato da nanotecnologie, è nato così il progetto GALANTE. L’idea è scaturita dall’analisi degli elementi a contorno del progetto: dalla natura del materiale alla base della ricerca, ovvero la barbabietola da zucchero, partendo dalla sua origine alimentare e dalla sua rigenerazione in una forma fisica la quale privilegia la bidimensionalità delle ‘fibre intessute’. Non essendo questo uno dei miei abituali settori di lavoro, fin dalla fase concettuale ho coinvolto nel progetto uno chef professionista, che oltre ad indicazioni funzionali e pratiche legate al ‘ciclo d’uso’ del prodotto, ha avuto il ruolo fondamentale di ‘collaudatore’ del design. Ecco allora lo sviluppo di ‘Good Fellow’, la prima applicazione sperimentale del progetto, e GALANTE che da prodotto pensato per il mercato è diventato anche il punto di partenza di un concept orientato all’arte culinaria, il quale racconterà un ‘modo altro’ di consumare il pasto ogni volta che incontrerà l’estro di un grande chef.



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SPORT

foto di HEAD SWIMMING


SPORT 21

I 100 METRI DI SUPERPIPPO Il re dei 100 metri, Filippo Magnini, racconta di sé e della sua più grande passione: il nuoto. E ai giovani consiglia: “Bisogna credere in se stessi ed avere una passione smisurata”. MARTINA DI DONATO


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ilippo Magnini, nato a Pesaro nel 1982, di successi nell’acqua ne ha visti tanti. Nel suo bagaglio vanta due titoli mondiali e 15 europei. Filippo, grinta da campione e sguardo serioso, come ogni atleta, vive una vita di sacrifici per amore dello sport e nuota fino al suo obiettivo: la vittoria. L’acqua sembra essere il suo sollievo, come dice in un tweet del 18 luglio: “Nessun rumore, nessun pensiero, nessuna fretta… Quanto è bello lasciarsi cullare dall’acqua”. E’ un veterano del podio e anche del gossip a cui però non si è ancora abituato, e che spesso lo infastidisce. Non solo sport per Filippo, nel 2008 è stato l’inviato del programma tv di Rai 2 condotto da Simona Ventura “L’isola dei famosi”. Filippo Magnini, Magno come lo chiamano nello spogliatoio, è attivo anche in campo umanitario. Questo lascia trasparire una bontà ed una dolcezza che forse a primo impatto non vengono percepiti. Nell’arco della tua carriera hai partecipato a molte gare e hai avuto molti successi, quale ricordi con più gioia? Senza dubbio quando per la prima volta sono diventato Campione del Mondo. Devo dire però che anche quando abbiamo vinto il bronzo con la staffetta alle Olimpiadi è stato indimenticabile. È stato molto bello condividere la gioia con i miei compagni. Sei un esempio per molti giovani, in particolare i giovani appassionati di nuoto. Cosa senti di dire a chi vorrebbe intraprendere la carriera agonistica? Che bisogna credere in se stessi e avere una smisurata passione.

Purtroppo non esistono scorciatoie. L’unica strada da seguire è quella dell’impegno e della costanza nel lavoro quotidiano. Ovviamente il talento quando c’è aiuta ma da solo non è mai sufficiente, bisogna avere quella che in gergo sportivo viene chiamata ‘fame’. Durante una gara c’è bisogno di molta concentrazione, solitamente come raccogli la tua attenzione? C’è un rito che compi prima delle gare? Non ho un rito particolare, tento di focalizzarmi interamente sulla prestazione e dare il 110% sin dal primo istante. Sicuramente l’esperienza aiuta a concentrarsi perché non ti fa sentire la pressione che magari le prime volte un pochino ti penalizzava. Si vocifera che le Olimpiadi di Rio coincidano con il tuo finale di carriera. E’ vero? Oh mamma messa così mi viene un po’ di angoscia. Se terminerò la carriera dopo Rio ancora non lo so è chiaro che gli anni passano per tutti e per stare ad alti livelli ci è bisogno di una mole di lavoro importante che comporta fatica e sacrificio. Intanto stiamo a vedere se i giovani riusciranno a sbarazzarsi facilmente di questo “Vecchietto”... non ne sono così sicuro. Sei spesso oggetto di gossip. Questo ti infastidisce o ti fa piacere? In certi casi quando è troppo invasivo il gossip da un po’ fastidio. Uno impara a convivere con la notorietà cercando sempre di essere il più disponibile possibile con tutti ma troppo spesso le persone dimenticano che sono un ragazzo normale che ha anche voglia di vivere privatamente alcuni aspetti della propria vita.




N G I N E

VITA DA BLOGGER

Spopola sul web con oltre un milione di followers su Facebook e Instagram. Il suo fashion blog è stato premiato al Fashion Blogger Awards 2014 di Berlino come il blog più promettente dell’anno

I E H A L R S M I www.neginmirsalehi.com

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FRANCESCA LORI


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VITA DA BLOGGER

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landese di nascita Negin Mirsalehi a soli 25 anni è un’icona di stile. La bellezza e la sua semplicità sono alla base del suo successo. Propone outfit semplici ed originali ma sempre al passo con le ultime tendenze.

Quando hai iniziato questa avventura? Tutto iniziò un anno e mezzo fa! dopo essermi laureata in Marketing ho voluto mettere alla prova le mie competenze nel mondo che più mi appassiona : quello della moda. Così ho creato un mio account di Instagram, che è cresciuto incredibilmente. Successivamente ho realizzato che aprire un blog doveva essere il mio prossimo grande passo. C’ho provato e ora sto condividendo ogni giorno le mie esperienze nel mondo della moda, nel beauty e lifestyle. Sono veramente grata che posso fare della mia passione un lavoro, e vivere di essa! Parlaci un po’ di te. Quanti anni hai? Sei fidanzata o sposata? Ho 25 anni, e questo mese sono 8 anni che sto insieme al mio ragazzo Maurits. Oltre alla mia più grande passione, il blogging, la salute è la chiave della mia vita. Vado in palestra tutti i giorni per allenarmi e fare esercizi di “Body Combat” . Naturalmente frutta e verdura non possono mancare nella mia lista giornaliera. Inoltre, la mia famiglia e gli amici sono molto importanti. Infatti dopo una giornata di lavoro, mi piace cenare o passare una serata piacevole insieme a loro e al mio ragazzo. neginmirsalehi.com è un blog trasversale dove si parla di moda, bellezza e lifestyle. Quali sono i temi che approfondisci quotidianamente? Beh, la moda è stata il mio più grande amore fin dalla nascita del blog. Ma dal momento che l’ispirazione è ovunque, ho esplorato e preso spunto da altre cose legate alla moda, come la bellezza. Mi piacerebbe continuare a crescere nel mondo del make-up e diventare un esperta di bellezza. Infatti moda e bellezza sono due mondi che viaggiano insieme. Oltre a questo, la cosa che mi affascina di più di questa carriera di blogging, è che ho la possibilità di viaggiare, di girare il mondo per lavoro e visitare luoghi meravigliosi e incontrare tante persone stimolanti e piacevoli. Anche lo stile di vita è importante e mi aiuta a crescere durante le mie avventure. Collaborare con grandi nomi, come quelle marche mozzafiato di fascia alta come Chanel e Dior è un grande onore per me!. Oltre alla moda, hai altre passioni? Attualmente sono alle prese con una cosa che mi sta veramente a cuore: la trasformazione del mio sito web. Dal momento in cui il blog era in continua crescita, sentivo l’esigenza di creare una nuova piattaforma Estendendolo e basandolo sullo stile di un magazine online che presto verrà pubblicato questo mese, quindi rimanete sintonizzati! Hai vinto il premio “ IL PIU’ PROMETTENTE FASHION BLOG”. Raccontaci questa esperienza Mi sento davvero onorata di aver ricevuto questo premio. non me lo sarei mai immaginato. Per me è come la ciliegina sulla torta, considerando che nel mondo del blogging non si sa mai se questo lavoro possa diventare un business o solo un hobby… Sono super contenta che il duro lavoro mi abbia ripagato, permettendomi oggi di vivere il mio sogno e vedere la gente che apprezza e segue le mie avventure. Inoltre, è un vero onore


VITA DA BLOGGER

essere notata da un grande nome come Stylight! Quanto ha inciso la tua bellezza nel tuo successo? Si può essere molto bella, ma è il comportamento che fa la differenza. Secondo me è il modo in cui ti poni che ti porta al successo e non la tua bellezza. Devi avere sempre rispetto per gli altri e lavorare sodo. Infatti sto lavorando duro. Bisogna essere motivati e aperti alle idee innovative, questo credo sia la chiave del successo. Non mollare mai, anche se la gente sarà sempre pronta a criticare. Il tuo blog oramai produce grandi numeri, c’è qualcuno che ti dà una mano? Pochi mesi fa il mio ragazzo ha lasciato il lavoro per aiutarmi. Si prende cura della gestione del blog e funziona davvero. infatti continuiamo a crescere tanto da doverci avvalere di altri collaboratori interni in modo da poter crescere sempre di più. Ti è mai capitato di rifiutare collaborazioni con aziende famose? Collaboro solo con aziende che si adattano al mio stile, altrimenti mi sento costretta a rifiutare. Non voglio rinunciare alla estetica del mio blog che è molto apprezzata da parte dei miei followers. Parlaci del tuo stile I contrasti mi affascinano, mi troverai sempre alla ricerca continua di look interessanti e contrastanti. Mi piace la combinazione di abiti chic con elementi sportivi, o di marchi di fascia alta, come Dior e Chanel con marchi come Zara e H & M. Indossare pantaloncini con maglie lunghe flowy: sono combinazioni che uso nel mio look quotidiano. Il tutto contornato da preziosi accessori. Quanta vita privata ci metti sul tuo blog? MI piace che il blog rimanga personale. I miei followers amano seguire la mia quotidianità. Mi piace condividere incontri familiari, dato che la famiglia è molto importante per me, come le foto della mia nipotina su Instagram. Ma d’altra parte voglio mantenere la loro privacy e la mia. È stata una mia decisione di fare del mio blog un’attività, non me l’ ha imposto nessuno tantomeno la mia famiglia. Viviamo tutti insieme, condividiamo le vacanze e parliamo di tutto, anche di soldi, ma tutto questo non lo troverete mai nel blog. Quali sono i tuoi progetti a breve termine? E quelli a lungo termine? Per intraprendere il mio percorso da blogger, fisso degli obiettivi e faccio in modo di realizzarli. Ho ancora tanti sogni. Sono del parere che, se i tuoi i sogni non ti spaventano, vuol dire che non sono grandi abbastanza. I prossimi grandi passi mi mettono un po’ paura e spero che possano andare bene. In questo modo cerco di crescere e motivarmi. A lungo termine, sto lavorando su diverse cose per ampliare la mia carriera da blogger così da poter ispirare molte persone!

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SWEET AS A CANDY Mamma, moglie, blogger e fotografa

L bienti.

FRANCESCA LORI

ei è Federica Piccinini e il suo blog è Sweet as a Candy. Qui potete trovare consigli di bellezza, ma anche suggerimenti in fatto di stile e di cura amorevole degli am-

Ciao Federica, cosa ti ha spinto ad aprire un canale youtube e il blog Sweet as a Candy? Ho deciso di aprire Sweet as a Candy nel Gennaio del 2009 ispirata dai tanti blog americani che seguivo ormai da anni. Cercavo online qualcosa di simile anche in Italia ma difficilmente trovato un blog che sia visivamente che nei contenuti mi convincesse del tutto. Così un po’ per gioco e un po’ per sfida, decisi di aprirlo io. E’ nato dalla mia passione per la decorazione e l’interior design ma negli anni è cresciuto insieme a me diventando un blog di life style in generale dove condivido le mie passioni e la mia vita. Il canale youtube è nato solo in un secondo momento in quanto ho voluto aggiungere lo strumento video al classico post. Perché sweet as a candy? Sweet as a Candy perché racchiude un po’ tutto il mio modo d’essere, il mio stile e il mio gusto in tutto ciò che mi circonda. Parlaci del tuo primo video. Cos’è cambiato da allora? Tantissimo, sicuramente con il tempo ho preso sempre più con-


VITA DA BLOGGER 29

fidenza con la telecamera e con il mondo di youtube anche se onestamente, continuo a sentirmi sempre più una blogger. Nei tuoi post parli scrivi anche di stile Shabby, come l’hai conosciuto e cos’è che ti attira di questo modo di arredare? Lo stile shabby chic mi ha conquistata qualche anno fa per il suo tocco romantico e provenzale. L’ho conosciuto grazie ai blog francesi e negli anni è diventato una vera moda anche in Italia. E’ stato un qualcosa che ha saputo far unire tantissime ragazze, blogger e non solo, che grazie a questa passione in comune si sono conosciute per scambiarsi idee, pareri e progetti di arredo. Io per prima grazie ai blog dedicati a questo stile, ho avuto la possibilità di conoscere virtualmente e personalmente diverse ragazze ed è fantastico quando Internet fa nascere anche delle amicizie vere. Sei moglie e mamma. E tra qualche mese mamma bis di due gemelle. Come riesci ad organizzare il tuo lavoro con gli altri impegni? Bella domanda. A volte me lo chiedo anche io. Sicuramente ho la fortuna di poter gestire tutto da casa e questo mi permette di organizzarmi la giornata in base alle esigenze del mio bimbo. Gianmarco è ancora piccolo ed ha bisogno delle mie attenzioni quasi 24 ore su 24 ma riesco

comunque a ritagliarmi del tempo per dedicarmi al blog, al mio shop online (www.fm-shop.it) e alla casa. La sera è il momento migliore per lavorare al computer. Un’altra tappa importante è la tua nuova casa: quale approccio seguirai per la disposizione degli arredi e per la decorazione? A differenza di ciò che si potrebbe pensare, non mi ispirerò più allo stile shabby chic. Sicuramente qualche mobile e qualche complemento shabby sarà presente anche nella casa nuova perché ce lo portiamo in eredità dalla nostra attuale casa, ma questa volta l’ispirazione è tutta nordica. Uno stile più moderno, più fresco e penso più adatto per un appartamento in città. Che rapporto hai con i tuoi lettori? Un rapporto speciale di continua condivisione e scambio. Per quanto mi è possibile cerco sempre di rispondere a tutti e quando mi capita, sempre più spesso ormai, di essere fermata per strada, sono felicissima di poter dare un volto ad un nick e di ringraziare personalmente per tutto l’affetto e la stima. Progetti futuri? Sono tante le idee ed i progetti che vorrei realizzare per il mio blog ed il mio canale ma sicuramente molti di questi saranno rallentati dall’arrivo delle due

gemelle. I primi tempi si sa, sarò completamente assorbita dalle due piccole ma speriamo che pian pianino, come è stato con Gianmarco, riesca ad organizzarmi e tornare alla mia routine sul blog e sul canale.




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MUSIC

LA BUONA USCITA: SEGNALAZIONI DISCOGRAFICHE E LIBRARIE RICCARDO SADA

I DISCHI

“The Very Best Of” Rocco Granata (JE | Just Entertainment)

“Supalova Future “Soul Mining” The The Dj’s Tracking List” (Sony Music) Joe T Vannelli (Level2 / Smilax)

Sotto la licenza esclusiva della CNR Music Belgium NV, l’etichetta Just Entertainment mette le mani su questo best of di Rocco Granata che consta di 22 brani storici che vanno da “Manuela” a “That’s Amore”, da “Oh Oh Rosi” a “L’Italiano” passando dalle più celebri “O Sarracino”, “Mamma”, dai medley “Volare”/“Come Prima”/“Ciao Ciao Bambina” e “O Sole Mio”/“Arrivederci Roma”/“Non Dimenticar” sino a “Mambo Italiano” e “Marina” e tantissimi altri.

La nuova compilation selezionata da Joe T Vannelli esplora tutti i territori inediti nell’universo della musica house. Sedici tracce che vedono protagonisti autentici Kings of House quali Maceo Plex, Mark Knight, Hot Since 82 e, naturalmente, Vannelli stesso e i suoi figli Dave e Andrea, questi ultimi presenti nella circostanza con il loro nuovo progetto Dynamic Duo. Non mancano personaggi come Anja J, Ala Berth, Csilla e Mc Cody.

Rimasterizzata agli Abbey Road Studios da Matt Johnson dei The The e confezionata in un box 12”, questa pubblicazione disponibile esclusivamente in vinile comprende una riproduzione autentica di quella del 1983 su vinile da 180 grammi, più un vinile di contenuti extra, versioni e remix alternativi. Il cofanetto comprende anche un poster di note scritte da Johnson che descrivono in dettaglio la realizzazione dell’album.


MUSIC

“Wanted On Voyage” George Ezra (Sony Music)

“Adrian Thaws” My Sweet Baby Tricky Larrick Ebanks (False Idols / !K7 / (Drug Recordings) Audioglobe)

Il cantautore ventenne dalla profonda voce blues pubblica il suo album di debutto, contenente dodici canzoni e ai primi posti delle classifiche in Germania, Austria, Olanda, Belgio, Svizzera e Lussemburgo. Nel disco non potevano assolutamente mancare “Budapest”, il brano che è diventato in Italia un clamoroso successo radiofonico, e il nuovo singolo “Cassy O’” già Top 30 nell’airplay.

Undicesimo studio album per uno dei personaggi più imprevedibili della musica che spazia tra generi come l’hip hop e la house music, il jazz e il blues, il rock e il reggae. Tutto, insomma. Ma ciò che realmente contraddistingue le sonorità di questo progetto è la preminenza della sua voce. Tricky è unico. Hanno collaborato Francesca Belmonte, Nneka, Tirzah, Blue Daisy, Oh Land, Bella Gotti e Mykki Blanco.

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Non un album ma un e.p., e comunque da segnalare, il progetto da solista My Sweet Baby che con il progetto “My Sweet Baby” punta tutto su degli accordi di piano d’atmosfera e degli arrangiamenti molto curati, senza contare l’aspetto melodico, molto elegante. Le influenze di artisti come George Michael, Quincy Jones, Steve Windwood e Chaka Khan qui si sprecano. Soul con una classe unica.

IL LIBRO “Surfplay” Francesco Fiorentino & Tommaso Lavizzari(VoloLibero) Un saggio per comprendere quanto una disciplina come il surf sia sfaccettata e di come si possa a pieno titolo oggi parlare di... “cultura surf”. Sport, musica ma anche grafica, cinema, abbigliamento sono gli ambiti in cui il surf ha un suo stile. La Surf Music, poi: nell’immaginario collettivo è identificata con i Beach Boys e gli anni ‘60, eppure si può già parlare di musica surf a cavallo tra gli anni Cinquanta e i Sessanta con la nascita della cultura californiana.



CREATIVI CON LE SCARPE

PEOPLE

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Oscar Cauda e Valentina Mercol si sono messi in gioco inventandosi un nuovo lavoro CHIARA GALLO lici, utilizzando diversi temi ispirati principalmente ai miti dell’arte contemporanea, come Piet Mondrian, Keit Haring. In seguito, quando, tramite passaparola, abbiamo iniziato a ricevere i primi ordini, abbiamo cercato di personalizzare le scarpe a seconda di chi ce le commissionava. Ora i nostri lavori sono pensati, ideati e realizzati su concept riguardanti la persona stessa.

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al 2011 realizzano scarpe su misura personalizzate partendo da semplici calzature di tela bianca. Le grafiche sono interamente disegnate a mano e realizzate mediante l’utilizzo di colori acrilici. Si procede con l’applicazione di un fissativo, infine, che le rende impermeabili e resistenti all’acqua. Ad oggi HEY Graphic&shoes ha visto la creazione di oltre 100 grafiche diverse! Parallelamente si realizzano illustrazioni su differenti materiali. Quando è nata l’idea di HEY Graphic&shoes? Nell’estate del 2011 abbiamo iniziato per gioco. Volevamo rendere più divertenti e accattivanti un paio di semplici scarpe di tela, così abbiamo cominciato a decorarle con l’uso dei colori acri-

Quali difficoltà avete riscontrato nella vostra attività? La parte più difficile è sicuramente capire cosa vuole il cliente. Spesso chi viene da noi ha un’idea ma non sa come trasportarla sul prodotto, in questo caso spetta a noi riadattare il tema, dialogando con il cliente, e questo può richiedere parecchio tempo. Un problema su cui ci siamo soffermati molto è stata la visibilità. Eravamo molto restii a pubblicare i nostri lavori su un eventuale sito internet o su facebook, tuttavia il futuro è proprio sui social media, abbiamo quindi deciso di intraprendere anche noi questa strada, pur mantenendo il nostro ideale di fornire un bene di nicchia, fatto a mano. Un’altra difficoltà che abbiamo riscontrato è sulle partite di scarpe che compriamo, andando su commissione spesso non riusciamo a trovare sempre la stessa calzatura, allo stesso prezzo. Le difficoltà tecniche poi ovviamente ci sono state e ci saranno anche in futuro, ma fa parte della sfida in fondo. Come procede la vostra attività ad oggi? Siccome lavoriamo su tela la maggior parte delle commissioni le riceviamo con la bella

stagione. Il nostro punto di forza è la qualità e il prezzo ragionevole: partiamo da un minimo di 35 euro ad un massimo di 50, a seconda dell’impegno che ci richiede il tema. Siamo molto soddisfatti della quantità e della varietà di grafiche che abbiamo realizzato finora. Attualmente stiamo cercando di sviluppare nuove idee che si adattino perfettamente alla forma della scarpa, magari concentrando due soggetti in uno. Che consiglio dareste ad un giovane che voglia intraprendere un percorso simile al vostro? Sicuramente di non incominciare un’attività tanto per occupare il tempo. Occorre essere convinti e metterci moltissimo impegno. Poi soprattutto consiglieremmo di tirare fuori la propria originalità, mai essere banali o copiare da altri.




ERIKA BARBATO Una delle poche fashion blogger ancora con i piedi per terra MARTINA DI DONATO


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rika Barbato è una giovane fashion blogger molto seguita. Quasi due anni fa è nata l’idea di aprire un blog dove poter condividere le sue passioni per la moda, per la scrittura e per la fotografia. Da quel momento Erika ha preso il volo e in poco tempo ha raggiunto uno strepitoso successo, forse merito di quella semplicità che la contraddistingue. Ha partecipato a kermesse come Miss Italia e Sanremo; è stata testimonial del marchio “Bridal Collection” lanciato da Enzo Miccio; nel 2013 ha partecipato ad un progetto giornalistico come responsabile editoriale di un magazine. Oggi si destreggia tra il suo blog (“Erika Barbato”), i libri universitari, la moda ed il suo fidanzato, in attesa di realizzare i suoi progetti che sceglie di mantenere segreti! Come è nata l’idea di associare la scrittura con la moda? Diciamo che sono entrambi due passioni, e il modo migliore per unirle era l’apertura di un blog personale. Anche se sul mio sito non parlo solo moda ma di lifestyle in genere. Nel suo blog mostri vari outfit che si rifanno a vari stili. Ne hai uno preferito? Uno preciso no, vesto in base alle occasioni, in base alla mia giornata. Mi sento a mio agio sia in un total look rock con jeans strappato che in uno più elegante con abitino e tacco alto. Il tuo successo è stato abbastanza repentino. Sei passata dall’essere una studentessa universitaria amante della moda ad una fashion blogger molto seguita. Come ci si sente a realizzare un sogno?

VITA DA BLOGGER 39

Diciamo che sono ancora una studentessa universitaria che ha un blog. Non credo ancora di aver realizzato un sogno, ho un discreto seguito e va bene così, ogni cosa a suo tempo, in ogni caso ne sono felice e direi orgogliosa di quello che sto creando, da sola. Qual è il tuo progetto per il futuro? La mia risposta è sempre la stessa: sono scaramantica, fin quando non vedo il progetto realizzarsi non svelo mai nulla. Raccontaci l’esperienza che ha vissuto accanto ad Enzo Miccio nella presentazione del suo marchio “Bridal Collection”. Sono stata invitata come blogger alla sua personale sfilata, credo sia il re dell’eleganza in materia di abiti da sposa. Una sfilata delicata, sublime. Mi ha colpito molto. Secondo te qual è il capo più in voga di questa estate? A me personalmente non fanno impazzire, ma credo gli stivaletti di Windsor Smith. In più i costumi in stampa etnica. Credi che nel nostro paese ci siano dei giovani disposti a sacrificare qualcosa per riuscire a realizzare un sogno? Beh sicuro, ho tanti esempi personali intorno a me di giovani che fanno sacrifici e che si impegnano al massimo. Il problema è uno: le soddisfazioni poi non vengono dal nostro paese ma da fuori, io ci inizierei a riflettere. Per una fashion blogger quanto è importante l’aspetto fisico? Non mi piace rispondere a questa domanda dicendo “E’ importante”, passerei per un’esteta e non lo sono. C’è tanto dietro ad una persona oltre l’immagine, ma per un lavoro del genere non dico sia principale ma avere una bella presenza aiuta tanto.



GLI SCATTI DI IERI PER LA STORIA DI DOMANI

ARTE 41

La fotografia secondo la Venaria Reale

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osa c’è di più vero e realistico di un’immagine per mostrare il passato? Una volta lo si faceva attraverso la pittura e la scultura, affidandosi alla buona fede e alla conoscenza dell’artista, oggi la tecnologia non ci lascia scelta e attraverso la lente di un obbiettivo ci obbliga a confrontarci con le scelte che hanno cambiato il mondo. La fotografia non mente e sebbene sia differente da un autore all’altro, è testimone silenziosa di fatti concreti, in una sorta di giornalismo iconografico. Delinearne questo aspetto fondamentale è l’intento che si sono poste Alessandra Mauro e Lorenza Bravetta curatrici della mostra “A occhi aperti. Quando la storia si è fermata in una foto”, in corso alla Venaria Reale di Torino fino all’8 febbraio 2015. Non solo una collettiva che riunisce le opere di 10 grandi fotografi di ieri e di oggi, ma anche un racconto che si srotola come una pergamena e ci consente di analazzire pezzi della nostra storia recente, senza

filtri e senza censure di alcun tipo. L’esposizione vuole essere un’interpretazione del libro “A occhi aperti” di Mario Calabresi, dal quale trae per l’appunto il titolo. L’attuale direttore del quotidiano La Stampa, ha deciso di collaborare con il polo museale, al fine di offrire al pubblico una visione migliore di tutto il suo lavoro, ossia la ricerca e l’intervista con alcuni dei migliori fotografi e reporter dell’ultimo secolo, coloro che hanno testimoniato la storia con i loro scatti d’autore: “Cosa potremmo sapere - si domanda (e ci domanda) Mario Calabresi - cosa potremmo immaginare, cosa potremmo ricordare dell’invasione sovietica di Praga se non ci fossero, stampate nei nostri occhi, le immagini di un anonimo fotografo praghese, che si scoprì poi chiamarsi Josef Koudelka? Quanta giustizia hanno fatto quelle foto, capaci di raccontare al mondo la freschezza e l’idealismo di una primavera di libertà”. Niente di più vero. Una foto per mille parole. Ed e così che ci accolgono le sale della Venaria: con le immagini di confine tra Messico e Usa di Alex

CHIARA GALLO

Webb, con la dignità africana ripresa dall’obbiettivo del brasiliano Sebastião Salgado, o ancora con i ritratti dolce amari di Steve McCurry, diventati ormai simboli di un Oriente senza equilibrio. Un viaggio che ci porta poi lontano, tra gli scheletri dei palazzi nella città fantasma di Beirut, immortalata per sempre dall’occhio professionale di Gabriele Basilico, e i ricordi di un sogno americano perduto durante i funerali di Kennedy a cui presenziò il fotografo della Magnum, Paul Fusco. E perchè non alleggerire l’atmosfera con alcune immagini capolavoro di Elliot Erwitt? Rappresentazioni indiscusse di ironia e ambivalenza, affiancate ai toni carichi di dolore vissuto e difficilmente superato di Don McCullin. E così via, passando in rassegna con il dovuto interesse alle opere di autori del calibro di Paolo Pellegrin, Abbas, Josef Koudelka. In un alternarsi di bianconero e colori. Una panoramica completa che ci avvicina al nostro passato e ci fa valutare un futuro forse non molto diverso


AL FIT DI NEW YORK LA DANZA E LA MODA SI FONDONO IN UNA MOSTRA 42

ARTE

Esiste un forte legame fra la danza e la moda, entrambi sono espressioni artistiche importanti che nel corso dei secoli si sono influenzate vicendevolmente. Al FIT di New York fino al 3 gennaio 2015 si terrà una mostra interamente dedicata alla commistione fra la Danza ed il Fashion.

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resso il Museo Fashion Institute of Technology (FIT) di New York si terrà, dal 13 settembre fino al 3 gennaio 2015, una mostra incentrata sulla relazione fra la moda e la danza dal titolo “DANCE & FASHION”. La mostra organizzata da Valerie Steel, direttore del FIT, in collaborazione con l’architetto Kim Ackert, sarà composta da ben cento esemplari di costumi di danza, dal 19esimo secolo ad oggi. Sarà possibile ammirare vari costumi di scena, dagli abiti del balletto romantico dell’800, nato a Parigi, consistente in tutu e scarpette, al costume in stile spagnolo utilizzato dalla grande ballerina austriaca Fanny Elssler. La moda diventa filo conduttore per tutta la mostra e descrive non solo come il balletto sia stato influenzato dalla moda, ma anche come viceversa il balletto sia riuscito ad influenzare molti grandi della moda mondiale, ne sono esempi Paul Poiret ed Yves Saint Laurent, quest’ultimo suggestionato dal balletto russo, o ancora Jean Paul Gaultier, Riccardo Tisci

MARTINA DI DONATO (creatore degli abiti per l’Opera di Parigi) e Iris Van Herpen che ha creato i costumi per il New York City Ballet. Anche Valentino o Christian Dior hanno realizzato splendidi abiti per il modo del balletto, ne è un esempio l’incantevole vestito total black di Dior dal nome “Cygne Noir” confezionato tra il 1949 ed il 1950. Saranno presenti anche abiti indossati da maestri delle punte come il russo Rudolf Nureyev e Mikhail Baryshnikov. Non saranno in scena solo abiti di danza classica ma anche abiti di danza moderna e contemporanea come quelli creati da Martha Graham in collaborazione con il fashion designer Halston, indossati dalla stessa Graham che nel 1927 apri la “Martha Graham School of Contemporary Dance”. Ci saranno anche delle sezioni dedicate ai balli tradizionali come il Flamenco, ballo nato dalla cultura dei Mori e degli Ebrei e che oggi ha scavalcato le barriere nazionali spagnole diventando diffuso in tutto il mondo anche grazie ai suoi costumi. Presente anche il Tango, espres-

sione popolare argentina che comprende sia il ballo che la musica, e le danze caraibiche con i loro costumi di scena saranno presenti in questa sezione speciale. Un esempio di commistione tra il ballo e la danza è stato regalato da Rick Owens, il quale recentemente ha dedicato una sua sfilata parigina alla moda caraibica con l’inserimento di un momento di danza con dei ballerini afro-americani. All’interno del FIT ci sarà uno spazio dedicato al mondo alla fotografia di Anne Deniau che dal 2003 ha iniziato la sua collaborazione con l’Opera di Parigi e all’arte audio-visiva con le registrazioni di intervista a Marc Happel (direttore della moda del New York City Ballet) ed altri ancora.


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2. Christian Dior haute couture evening dress, “Cygne Noir.” Fall-Winter 1949-1950. Gift of Doris Hakim, 1974 (1974,312,2a,b). The Metropolitan Museum of Art, New York, NY, U.S.A. Image copyright (c) The Metropolitan Museum of Art. Image Source: Art Resource, NY.

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1. 1. Capezio, “Duro Toe” pointe shoes, 1941. Collection of The Museum at FIT, gift of David P. Dann. Photograph © The Museum at FIT

3. Elsa Schiaparelli. Light blue evening gown with wired pintucks and interior colored ruffles at flared hem, mid-1930s, France. Beverley Birks Collection, photo © The Museum at FIT. 4. Leon Bakst, young man’s costume from Schéhérazade, 1910, France. The Museum at FIT, 2014.1.1, photograph ©The Museum at FIT.

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ARTE

“MADONNA E GLI ANNI 80 A NEW YORK” All’ONO Arte Contemporanea di Bologna, dal 18 settembre fino al 31 ottobre si terrà la mostra dal titolo “MADONNA NEW YORK 80’S – Deborah Feingold”. Il percorso fotografico ripercorre le tendenze musicali degli anni ’80 newyorkesi attraverso l’icona di stile e di glamour per eccellenza: Madonna, al secolo Louise Veronica Ciccone. Deborah Feingold la ripropone in alcuni scatti fatti nel Madonna. foto di Deborah Feingold periodo di registrazione del suo primo disco ad una Madonna ancora giovanissima. Oltre a lei, la Feingold scattò foto anche che sarebbero diventati miti della musica, alcuni LE DIVE DI HOLLYWOOD nomi: Beastie Boys, Brian Eno, Rem, Cindy Lauper, ed altri ancora. Il Museo Nazionale del Cinema di Torino propone, all’interno della Mole Antonelliana, fino al 31 agosto la mostra dal titolo BEST ACTRESS. Dive da Oscar® . La mostra rende omaggio alle settantadue dive più influenti del cinema holliwoodiano vincitrici dell’Oscar tra il 1929 ed il 2014. In mostra 370 pezzi provenienti da dal Museo del cinema e da collezionisti privati, abiti di scena indossati da Maryl Streep, Nicole Kidman ed Emma Thompson, ma anche cimeli che ricordano miti intramontabili come Janet Gaynor , l’ispiratrice di Biancaneve. Dive che hanno avuto anche un ruolo sociale molto forte, cambiando lo stereotipo della donna. La mostra è curata da Stephen Part, Nicoletta Pacini e Tamara Sillo.

“EMIL NOLDE”

Fino al 19 ottobre 2014, presso il Museo Luisiana Musem of Modern Art della Danimarca, si terrà una retrospettiva completa dedicata al pittore tedesco Emil Nolde. Il pittore famoso per i suoi acquerelli colorati, ma anche disegni e decorazioni sul legno. Le forme sono essenziali, semplici e dirette. Emil Nolde (pseudonimo di Emil Hansen) è da tutti visto come uno dei più grandi rappresentanti dell’Espressionismo. Considerato dai nazisti un uomo instabile e degenerato, fu a lungo perseguitato e costretto a non dipingere. La mostra si compone di undici sezioni tematiche poste in ordine cronologico. La mostra è stata organizzata in collaborazione con il Museo Stadel di Francoforte e la Fondazione Nolde in Seebull. Emil Nolde. Blumengarten 1908


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“LE OPERE DI LUCIO FONTANA SBARCANO A PARIGI” Presso il Mam (Museé d’ Art Moderne de la Ville de Paris), fino al 24 agosto, sarà possibile visitare la mostra dedicata all’artista italiano nato in Argentina nel 1899, figlio di uno scultore, padre del movimento Spazialista ( nato negli anni ’50). La mostra, organizzata in collaborazione con la Fondazione Lucio Fontana, si compone di oltre 200 opere, tra sculture, tele, ceramiche, con lo scopo “Concetto spaziale” di Lucio Fontana di mettere in risalto la diversità dei suoi lavori. La mostra sarà presentata per la prima volta in Francia.

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“LA MOSTRA DEGLI OGGETTI DISOBEDIENTI” Dal 26 luglio fino al primo febbraio 2015 si terrà a Londra, presso il Victoria and Albert Museum una mostra del tutto innovativa. Saranno presi ad esame gli innovativi oggetti di cui la progressione e lo sviluppo tecnologico hanno reso possibili la realizzazione ed il loro ruolo all’interno della società. Un collegamento sarà posto con l’attivismo politico creatore di ingegno collettivo. L’arco temporale su cui si snoda la mostra va dai dissacranti anni ’70 fino ai nostri giorni. Saranno esposti oggetti come videogiochi, biciclette, tessuti che testimoniano delitti politici e altri reperti prestati da attivisti politici e non provenienti da tutto il mondo.

MARTINA DI DONATO

“ALEX KATZ AL MUSEO ALBERTINA DI “VIENNA Fino al 28 settembre, all’Albertina di Vienna si terrà la mostra dell’artista newyorkese Alex Katz. La sua arte è caratterizzata da figure semplici riprese dalla società newyorkese del ventesimo secolo o magari suoi parenti, dipinti con una grande personalità, quasi da sembrare delle icone. Anche i paesaggi rappresentano un tema principale della sua opera. All’interno della mostra saranno esposti non solo dipinti ma anche disegni ed altro ancora. Alex Katz. “Black Hat”


BEAUTY DD DAILY DREAM DD Daily Dream Un fondotinta all in one, un perfezionista del teint in levigatezza, uniformità e luce che sublima la carnagione e rende giorno dopo giorno l’aspetto della pelle più giovane. Una formula fluida, cremosa, leggera, copre e corregge le imperfezioni, idrata e protegge intensamente, previene e attenua macchie e discromie, illumina e ravviva il colorito, per una pelle che appare più giovane. Con spf 15. Disponibile in 5 nuance: 01 Fair, 02 Beige, 03 Sand, 04 Apricot, 05 Amber.(€ 16,90)

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1. NORDIC COLLECTION AU TUNNO-INVERNO 2014 Ispirata alle cromie incantevoli della Finlandia, ai fiordi blu della Norvegia e alle case coloratissime di Copenhagen, la collezione Nordic by OPI porta sulle unghie e sulle dita dell’autunno/inverno 2014, i colori di un mondo dove i contrasti danno vita a sfumature cromatiche uniche. Questa nuova collezione di 12 lacche per unghie è composta da una palette di colori che ricordano le spezie, come la cannella, oppure il caldo e avvolgente whisky fino ad un inedito color blu-viola rubato al cielo scandinavo e a ricchi colori carichi di luce come l’arancio, il rosa e un verde acqua scuro (€15).


2. LINEA CAUTERETS Galénic lancia Cauterets, una nuova gamma di trattamenti completamente ripensata per introdurre le donne al piacere di un nuovo rituale concepito appositamente per la pelle da mista a grassa. Pelle opacizzata, pori ristretti, grana della pelle affinata e levigata.

2. BRAZIL COLLECTION Il Brasile firmato O.P.I. porta i colori delle foreste pluviali tropicali e delle spiagge sulle unghie della primavera/estate 2014. Questa nuova collezione presenta una palette di colori che vanno dalle tonalità luminose del rosso, del rosa, del corallo, dell’arancio e del giallo alle tonalità calde del tortora, del terra di siena, del moka e del verde giungla (€ 15).


BEAUTY SHEER AND PERFECT COMPACT Fondotinta compatto in polvere. Esalta la luminosità naturale della pelle, cancella gli inestetismi, protegge dalle aggressioni esterne (spf 15). Dal finish semi trasparente, texture setosa e impalpabile, si stende facilmente e assorbe sebo e sudore, garantendo un effetto mat a lunga durata. Disponibile in 8 tonalità: Beige B20, B40, B60 – Avorio I20, I40, I60 – Ocra 040, 060. (€ 48) SHISEIDO MAKE UP COLLEZIONE A/I 2014 Per la collezione autunno/inverno 2014 Dick Paige, per Shiseido, ha ideato tre nuovi look: Soft: che utilizza il nuovo abbinamento Static di Luminizing Satin Eye Color Trio. Glamorous: che utilizza il nuovo abbinamento Vinyl di Luminizing Satin Eye Color Trio. Eye Intense: che utilizza il nuovo abbinamento Floracouture di Luminizing Satin Eye Color Trio.


COLOUR RUSH INTENSE COLOUR BALM Lasting Finish Colour Rush Intense Colour Balm, un divertente balsamo per le labbra colorato in formato jumbo lipstick a lunga durata, che rivoluziona il metodo di applicazione e lo rende veloce e preciso (€9.90)

VESPA FOR HIM E FOR HER Ispirate dal design iconico e classico dello scooter Vespa, le fragranze Vespa sono presentate in una elegante bottiglia impreziosita con il famoso logo Vespa in argento. Le linee pulite del flacone, i lati affusolati e gli angoli curvi ricordano la forma inconfondibile della carenatura dello scooter, mentre il tappo in argento tondo con il suo collare svasato, richiama il manubrio della Vespa (€30)

ROCKIN’ CURVES MASCARA ScandalEyes Rockin’Curves Mascara ha un nuovo applicatore curvo dalla speciale forma “a cuore” che raccoglie e riempie, donando un effetto ciglia sollevate, incurvate dal volume scandalosamente rock! Questo applicatore dalla forma innovativa segue la linea delle ciglia con una doppia funzione: la punta raccoglie le ciglia, anche più corti e sottili; la base ampia dona volume e incurvatura. Le ciglia sono volumizzate e sollevate in una sola passata (€ 9.90)

WATERPROOF GEL EYELINER Lo Scandal’Eyes Waterproof Gel Liner permette di creare look chic e leggeri o sfacciatamente audaci, capaci di durare tutto il giorno, senza sbavature. Utilizzando lo speciale applicatore, è facile disegnare linee più sottili o più spesse, dall’angolo più interno a quello più esterno dell’occhio, in una sola passata. Il colore intenso scorre agevolmente e in modo uniforme senza creare intoppi per un risultato impeccabile e a prova di errore, senza che sia necessario avere nessun tipo di esperienza. In più la formula waterproof ad asciugatura rapida ha un potere di durata estremo, fino a 24 ore!


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IL MONDO IN PILLOLE

INCONTRO SIMPSON GRIFFIN Qual è la famiglia più amata d’America? Probabilmente nessuno ha pensato alla famiglia Obama, se fossimo stati negli anni ’50 tutti avrebbero risposto la famiglia Cunningham, oggi invece senza dubbio vengono in mente due famiglie: I Simpson e la Famiglia Griffin. Nonostante siano dei semplici cartoni animati, rappresentano tutti gli aspetti caratterizzanti degli americani. Dopo tanto ci sarà l’incontro del secolo tra Homer e Peter e le loro rispettive famiglie. Chissà cosa accadrà!

POLIZIA NEI GUAI Lilly Allen è stata arrestata... ma solo per scherzo. Appena approdata in Australia avrebbe chiesto agli di agenti polizia che la scortavano di fare una foto della simulazione del suo arresto. Gli agenti, con incoscienza hanno accettato e ora dovranno rispondere delle conseguenze. Il capo della Polizia Locale non ha reagito con simpatia alla foto ma ha, anzi, aperto una procedura d’indagine interna.

COLPO BASSO DI RENAULT La casa automobilista francese Reanult avrebbe realizzato uno spot incentrato sulle donne e la guida, in particolare sui messaggi che lasciano sul parabrezza per giustificare un parcheggio poco ortodosso. Peccato però che la pubblicità sia risultata un po’ misogina e non sia affatto piaciuta al pubblico femminile, per questo è stata ritirata dopo sole due ore dalla sua apparizione, il tempo giusto per la diffusione virale.


DA STILISTA A BAMBOLA Karl Lagerfeld, stilista per la casa di moda Chanel, è stato disegnato sottoforma di una Barbie. L’americana Mattel (la casa di produzione della bambola più famosa del mondo) ha infatti realizzato il disegno di una Barbie in suo onore: camicia bianca, giacca e pantaloni rigorosamente neri ed attillati, immancabili guanti e capelli bianche raccolti. La bambola sarà lanciata sul mercato a settembre.

IL MONDO IN PILLOLE 51

IL MONDO IN PILLOLE

R-E-S-P-E-C-T Aretha Franklin nei guai per un hamburger. Sembra fantasia ma è realtà. E’accaduto al Johnny Rockets, in Canada. Pare che la regina del soul abbia commesso un grave “reato”: consumare all’interno del locale un hamburger destinato al take-out. Per questo A. Franklin è stata ripresa in malo modo da un cameriere che le ha urlato di uscire dal locale. Chissà che faccia avrà fatto quando i suoi superiori gli hanno ordinato di chiedere scusa ad Aretha Franklin..



DIALOGO 53

L’INCOMPATIBILITA’ TRA NUORA E SUOCERA E’ PROPRIO SCRITTA NEL DNA? VIRGINIA MALONI *

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l rapporto tra suocera e nuora è ininterrottamente stato visto come conflittuale e pieno di discussioni, tanto da creare spesso dei problemi nella coppia di coniugi. Anche se ci sono delle eccezioni, questo dipende esclusivamente da quanto marito e moglie siano capaci di definire ruoli e confini per raggiungere una adeguata connivenza. Due donne hanno in comune lo stesso uomo, ma in ambiti diversi, uno è un rapporto materno, l’altro è un rapporto nuovo, che non ha nulla a che fare con la suocera altrimenti parleremmo di incesto. Tutto dovrebbe andare bene se ognuno rispettasse il proprio ruolo, purtroppo però la maggior parte delle volte nuora e suocera si fanno la guerra senza rendersi conto che, nonostante tutto, giocano tutte e due nella stessa squadra. Il desiderio di dimostrare di essere la migliore le porta ad attribuirsi comportamenti e modi di fare ridicoli sui quali ci si potrebbe scrivere un libro comico. Gli elementi che creano il contrasto sono senza sosta i medesimi: l’alimentazione ed il modo di cucinare: battute passivo-aggressive del tipo “mio figlio non mangia come una volta, lo vedo dimagrito e il colore della pelle non mi piace, forse cucinate troppo grasso”…. Frase messa al plurale per non dirti che sei tu che non lo fai mangiare e che sei

tu che non sai cucinare, quando invece potrebbe stare a significare che lei è dispiaciuta a livello inconscio che non è più lei a cucinare e controllare l’alimentazione del figlio. Care mamme nessuno saprà cucinare come voi ed è giusto anche che sia cosi affinché il figlio possa riconoscere le proprie radici… se solo l’universo potesse spiegare che nessuno vi porta via il figlio che sarà sempre vostro figlio ma che è solo diventato marito… L’educazione dei bambini e la cura della casa: il tipico atteggiamento della suocera è quello di far sentir inadeguata e in colpa la nuora sui metodi educativi e da parte sua la nuora risponde facendo dei piccoli dispetti e sul far sentire il tempo del nipote come una concessione, insomma guerre tra clan. Il contributo della suocera a volte va sottolineato, non bisogna escluderla completamente ma nemmeno lasciargli aperta la porta per poi lamentarsi di non averla chiusa prima. Bisogna venirsi incontro stabilendo regole e dei confini. In questo modo ognuno occuperà il proprio spazio senza invadere quello dell’altro. Anche quando ci sono dei litigi o delle discussioni importanti, è meglio farle in separata sede e non davanti alla suocera che per dna tenderà ad intromettersi per preoccupazione del figlio rischiando di essere premurosa-

mente invadente. Le differenze tra suocera e nuora le troviamo prima di tutto nel salto generazionale, infatti, sono donne che hanno vissuto momenti culturali e sociali diversi e per forza di cose sono diverse. Credo che l’atteggiamento migliore sia quello di tentare sempre di esprimere la propria opinione, da subito, evitando così di mandar giù troppi smacchi difficili da digerire. E’ importante creare una relazione autentica, piuttosto che formale, necessaria all’instaurarsi di un’accettazione reciproca. Gli uomini che conservano un’idea tradizionale di donna sono avvinghiati al passato e hanno problematicità a progredire. Un compagno che si è evoluto cercherà, invece, una donna del tempo presente come lui. Quando non c’è comprensione rispetto alle diversità generazionali e quindi anche nel modo di vivere, ciò che viene percepito dalla suocera come diverso e viceversa diventa occasione di critiche e rifiuti. In questo modo si crea una competizione tra due realtà femminili contrarie che rende difficile l’incontro. Non bisognerebbe rinforzare la competizione ma cercare risorse utili per tutta la famiglia… si lo so è un discorso idilliaco. Ma potrebbe accadere perché no?

- M. Klein, Eine Kinderentwicklung, “Imago”, 1921, 9, pp. 251-309 (trad. it. in Id.,Scritti 1921-1958, Torino, Boringhieri, 1978, pp. 13-73). - A.H. Maslow, Motivation and personality, New York, Harper & Row, 1954 (trad. it. Roma, Armando, 1973).

Psicoterapueta*



Courtesy of TOP STUDIO I Parrucchieri Nereto


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ANGUILLA ROMANTICA Con le sue 33 spiagge argentate, le sue acque cristalline, panorami mozzafiato e una cucina da leccarsi i baffi, Anguilla è il punto di arrivo dopo la ricerca di un idilliaco rifugio tropicale

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nguilla, piccola isola dei Caraibi, è tra le mete più indicate per le coppie che cercano intimità. Le attrazioni maggiori dell’isola sono la bellezza delle sue spiagge bianche, i colori del mare, la barriera corallina ricca di pesci colorati, la natura selvaggia e la piacevole assenza di folla, traffico, semafori, shopping centres, discoteche, cinema e quant’ altro normalmente offerto dalle destinazioni turistiche più gettonate. Grazie al suo

UFFICIO STAMPA TURISMO ANGUILLA

clima ideale, è una destinazione di mare 12 mesi all’anno; da aprile a novembre poi diventa ancora più interessante: il clima è perfetto e i prezzi sono molto più bassi rispetto all’inverno. Anguilla è nota per l’offerta alberghiera di lusso, è la meta classica dei VIP, dalle star di Hollywood ai calciatori italiani, ecc. Meno risaputo è che vi sono anche diversi hotel e resort di medio prezzo, alcuni molto apprezzati anche dalla clientela italiana. Anguilla è ideale per “una luna di miele a piedi scalzi”, per vivere una vacanza in un’isola indimenticabile.


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SUMMER FESTIVAL DI ANGUILLA Tra i primi dieci dell’estate caraibica Con le loro spiagge bianche come lo zucchero, l’ atmosfera di totale relax e cocktail di rum inebrianti, i Caraibi offrono l’ambientazione ideale per i Carnevali dell’estate. Vale la pena lasciare la sdraio al sole e andare alla scoperta di uno dei fantastici festival, che si svolgono nelle idilliache isole caraibiche, tra i quali spicca il Summer Festival di Anguilla. Il Festival non è solo divertimento assicurato, ma è anche un modo per conoscere la musica migliore, le danze e la cultura che questa parte del mondo ha da offrire. Per Anguilla in particolare il Summer Festival di quest’anno, che si svolge nella prima parte di agosto, è molto importante perché celebra 40 anni di storia e cultura dell’isola. Gli anguillani sono molto orgogliosi delle loro origini e il festival, che sposa terra e mare nè è una testimonianza perchè ha radici profonde nella storia dell’isola. Il Carnevale, nato in Egitto, è per loro la celebrazione della libertà dalla schiavitù. Mentre le barche da regata hanno le sue radici nella loro storia di scambi commerciali risalenti alla fine del 1700. La miscela di questi due elementi in un unico festival lo ha reso non solo unico nel suo genere, ma una fortissima produzione culturale. Durante il Festival l’intera isola si trasforma ed è avvolta in una esaltante febbre festaiola. Sono 40 giorni di musica e danza, poesie, mostre ed esibizioni di talenti, abilità artistiche nelle più varie espressioni. Chi vuole partecipare e viverlo da protagonista, non deve perdersi il momento clou del festival, J’Ouvert Morning delle 4.30, che consiste in una vivace sfilata in strada, con carri con musica rimbombante, balli sfrenati, tamburi, che parte dalle strade del centro di La Valle, la capitale dell’isola, e si snoda fino alla lunga spiaggia di Sandy Ground. Gli eventi durante il giorno ruotano attorno alla sport nazionale dell’isola, le regate, accompagnate da grigliate sulla spiaggia, musica dal vivo e festeggiamenti. Mentre il sole tramonta, i suoni si dissolvono a ritmo di Soca groovy e i balli durano tutta la notte. Anguilla è ideale per “una luna di miele a piedi scalzi”, per vivere una vacanza in un’isola indimenticabile.


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Tra natura incontaminata ed itinerari eco-sostenibili ENTE DEL TURISMO REPUBBLICA DOMINICANA IN ITALIA


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a Repubblica Dominicana è un vero paradiso per gli amanti della natura e per i viaggiatori “green oriented”. Non solo spiagge di sabbia bianca, atmosfere caraibiche al ritmo di merengue e bachata, ma una natura rigogliosa e coinvolgente con percorsi di vero turismo eco-sostenibile. La destinazione presenta infatti molti luoghi ancora tutti da scoprire, parchi e lagune, specie animali protette e numerosi itinerari eco-solidali tra le piantagioni di zenzero, cacao, caffè e canna da zucchero. Per valorizzare le produzioni del paese sono nate le “Rutas”, percorsi guidati che consentono di far conoscere e vivere da vicino tutte le fasi, dalla coltivazione alla produzione, viaggiatori nonché l’opportunità per i viaggiatori di entrare ancora di più in contatto con la popolazione e le tradizioni locali. A chi cerca una vacanza attiva a contatto con la natura, consigliamo quindi di dirigersi verso il nord-est dell’isola tra la penisola di Samanà e Las Terrenas o a nord verso Puerto Plata, Cabarete e Montecristi o verso San Francisco de Macorìs e le province di Salcedo e Bonao, in mezzo alle montagne o ancora scendere verso Barahona e Pedernales nella parte sud occidentale. La penisola di Samanà è senza dubbio uno dei tratti di costa più

affascinanti. Nella baia, di grande interesse è il parco naturale de Los Haitises il cui paesaggio è segnato dalle mangrovie, grotte che custodiscono i disegni rupestri precolombiani, una ricca foresta tropicale, uccelli multicolore e lamantini. Non distante troviamo Paraiso Caño Hondo, una struttura 100% green immersa nelle piscine naturali, perfetta per chi desidera trascorrere un piacevole soggiorno immerso nella natura. Nella provincia di Samanà si snoda inoltre la nota Ruta del jengibre (Via dello zenzero) con la presenza di comunità rurali che lavorano all’interessante progetto Guariquén che integra lo sviluppo agricolo, turistico e culturale del territorio. L’itinerario prevede escursioni tra i campi in compagnia di esperti coltivatori, percorsi eco-turistici alternativi che puntano al coinvolgimento delle comunità del luogo nella gestione sostenibile delle risorse. Ci spostiamo ora verso Puerto Plata contornata da mare e montagne con 300.000 m2 di spiaggia ed un centro storico di grande importanza, in quanto scenario dei principali eventi legati alla scoperta del Nuovo Mondo. Per gli amanti dell’avventura e delle attività sportive, nei dintorni merita una visita Cabarete, una delle migliori baie al mondo per gli amanti del windsurf e del kitesurf o Playa Dorada, un vero paradi-


so per sport acquatici, immersioni e pesca d’altura e la possibilità di escursioni, rafting, parapendio e tanto altro. Dirigendosi più a nord al confine con Haiti c’è Montecristi dove sorge un bellissimo parco nazionale tra mangrovie, pellicani e ancora Cayos Los Siete Hermanos, isolette vergini che delimitano un’area corallina di 30 km con un’incantevole fauna marina. Spostandosi nel cuore dell’isola troviamo la Ruta del Cacao a San Francisco de Macorìs dove si trovano le piantagioni dell’Hacienda La Esmeralda Garcia Jiménez. Fiori e piante a perdita d’occhio si distendono per 39 ettari. In questo itinerario è possibile ammirare parte della filiera produttiva, dalla raccolta al confezionamento, passando per l’estrazione, la fermentazione e l’essicazione. Infine La Ruta del Caffè si sviluppa invece nelle province di Salcedo e Bonao, in mezzo alle montagne che aiutano a garantire un clima fresco ideale per le

coltivazioni. Il modo migliore per imparare a conoscere e apprezzare questa bevanda, così nota, è scegliere uno dei sei percorsi del progetto: tre lungo la Ruta del caffè Atabey, nella provincia di Monseñor Nouel, a un’altitudine media di 950 metri e tre lungo la Ruta del Caffè Jamao, nella provincia di Salcedo. E infine il tour si conclude a sud nella zona di Pedernales dove troviamo Barahona, una delle province più interessanti dell’isola. Natura selvaggia e incontaminata, distese di sabbia bianca e un mare cristallino meraviglioso, ma anche acque sulfuree, lagune, interi ecosistemi, e il Lago Enriquillo, il più grande dei Caraibi, dove affluiscono diversi corsi d’acqua dolce. E per chiudere con la straordinaria bellezza naturalistica dell’isola è d’obbligo una visita all’isola Cabritos che ospita un parco nazionale dove convivono fenicotteri, due specie di iguana e il coccodrillo americano.


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GLI EVENTI MUSICALI PIÙ COOL DELLA REPUBBLICA DOMINICANA Tra natura incontaminata ed itinerari eco-sostenibili

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i sa che la musica e il ballo accompagnano da sempre ogni momento della vita e della giornata dei dominicani e proprio per questo tanti gli eventi musicali che si organizzano in ogni periodo dell’anno e in tutta l’isola. Tra gli eventi che vale la pena segnalare in questi mesi: il Santo Domingo Jazz Festival e il Festival del Merengue in capitale, il Latin Music Tour ‘14 a Punta Cana, il Festival del Merengue & Ritmos Caribeños a Puerto Plata, il Festival Presidente ancora a Santo Domingo e infine il Dominican Republic jazz Festival sulla costa nord. Il Santo Domingo Jazz Festival, alla sua XV edizione, è la principale manifestazione jazz della capitale dominicana che si svolge a giugno e luglio ogni giovedì dal mese. A partire dalle ore 21:00 il caratteristico locale Casa de Teatro in zona coloniale accoglierà grandi musicisti internazionali. Il calendario prevede il 3 luglio, Roberto Carcassés Quarteto da Cuba, il 10 luglio e il 17 luglio rispettivamente i gruppi locali Bonyé e Guy Frómeta Trío, il 24 luglio Grupo La Guaneña dalla Colombia e il 31 luglio il Jaume Vilaseca Trío/Jazznesis II dalla Spagna. La 46° edizione del Festival del Merengue & Ritmos Caribeños Santo Domingo avrà luogo sul lungo mare della capitale l’1 e il 2 agosto. Rappresenta uno spettacolo unico per gli appassionati del genere ma anche per tutti coloro che vogliono trascorrere alcuni giorni immersi nell’atmosfera caraibica. Santo Domingo si trasformerà così in una frenetica pista da ballo a cielo aperto e si animerà di esibizioni folkloristiche in costume, mercatini di arti-

gianato, feste ed eventi dedicati alla gastronomia locale. Il Latin Music Tour ‘14 si svolge dal 15 al 17 agosto presso l’Hard Rock Hotel & Casino di Punta Cana, una delle zone più turistiche del paese. In questo festival, nato nel 2002, si esibiscono i migliori artisti dominicani del merengue, bachata e salsa Dal 27 e il 28 settembre si ripete il Festival del Merengue & Ritmos Caribeños nella città di Puerto Plata al nord dell’isola sul lungo mare della città. Anche qui i maggiori artisti dell’isola si esibiranno coinvolgendo gli spettatori in un clima di vera festa al suono dei ritmi tradizionali. Dal 3 al 5 ottobre si svolgerà l’VIII edizione del Festival Presidente, uno dei principali spettacoli di musica dei Caraibi. Lo Stadio Olimpico, nel centro della città di Santo Domingo, ogni sera accoglierà oltre 50 mila persone. Tanti i nomi delle precedenti edizioni si segnalano i grandi Juan Luis Guerra, Juanes, Gilberto Santa Rosa, Camilo, Don Omar, Luis Enrique e Pitbull. Il Festival Presidente, organizzato dalla prima birra del paese “Presidente”, riunisce artisti nazionali e internazionali e quest’anno sono attesi quasi 3 milioni di visitatori stranieri. E infine il Dominican Republic Jazz Festival, dal 6 al 9 novembre sulla costa nord, che rappresenta la più importante piattaforma di diffusione del jazz caraibico e latino dal 1992. La XVIII edizione si terrà nelle caratteristiche cittadine sul mare Puerto Plata, Sosúa e Cabarete. Il Dominican Republic Jazz Festival è l’evento culturale della Repubblica Dominicana di maggiore proiezione internazionale e vanta una massiccia partecipazione di turisti.





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