F. De Tomasi

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F. DE TOMASI

e) Un certo numero di frammenti di fregi fittili, con semplici decorazioni di palmette, ovoli, meandri ec., senza figure52. f) Parecchi vasetti comuni in terracotta, qualche figurina votiva e lucerne di nessuna importanza. I predetti oggetti si dicono rinvenuti in Civita Lavinia; ma non si trovano descritti nelle Notizie di scavi di questi ultimi anni. Soltanto “quattro mezze figure acefale di guerrieri” – che sembrano quelle notate qui sopra con la lettera a – sono indicate nelle Notizie 1884 p. 239. Non presentando alcun pregio speciale, crediamo che possa concedersi il richiesto permesso di esportazione53. Con perfetta osservanza. Augusto Castellani, Ettore De Ruggiero, Giuseppe Gatti54.

Il permesso venne accordato per tutti gli oggetti presentati, previo pagamento della tassa di esportazione, il 9 luglio 189055. Cfr. GAROFALO 2011, per la bibliografia e l’analisi del testo epigrafico. In A.C.S., M.P.I., AA.BB.AA., II vers., I serie, b. 385 si conserva una lettera del 29/09/1889 (già edita da GAROFALO 2011) scritta da V. Seratrice alla Direzione Generale con la descrizione dell’iscrizione mentre il calco, opera probabilmente dello stesso Seratrice, è in A.C.S., M.P.I., AA.BB.AA., Allegati Grafici, II vers., I Serie, b. 7 385. L’epigrafe (Eph. Epigr. IX 608 = ILS 4016) era considerata dispersa, ma grazie ai nuovi dati d’archivio identificati in A.C.S., M.P.I., AA.BB.AA., I vers., b. 421, fasc. 59-53 è stato possibile localizzarla al British Museum di Londra con il numero d’inventario 1892,0121.2. Il pezzo sarà oggetto di un prossimo studio da parte della scrivente. 52 Tra questi frammenti va inserita probabilmente l’antefissa con menade e sileno conservata al British Museum inv. 1893,0713.15, e pubblicata in WALTERS 1903, cat. n. B 615, p. 174, rinvenuta assieme all’iscrizione. 53 La «mancanza di pregio artistico speciale» è la motivazione più frequentemente addotta nel caso di concessione del permesso di esportazione. 54 A.C.S., M.P.I., AA.BB.AA., I vers., b. 421, fasc. 59-53. Riprodotta in fig. 1. 55 A.C.S., M.P.I., AA.BB.AA., I vers., b. 421, fasc. 59-53, lettere del 9 luglio 1890 all’Ufficio di esportazione degli oggetti d’arte e d’antichità e alla Ditta Fratelli Gondrand Spedizionieri. È singolare che in questo caso sia il Direttore Generale Fiorelli a dare avvio al procedimento di nomina di una commissione per l’ispezione di oggetti da esportare. Nella maggioranza dei casi accadeva, infatti, che il responsabile dell’Ufficio Esportazioni contattasse, qualora gli ispettori dipendenti dall’Ufficio avessero dei dubbi sull’opportunità di concedere o meno un permesso, il Direttore Generale, il quale nominava una commissione di esperti. In questa circostanza dovevano 51

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