GUSTARE L'ITALIA 13 - GIUGNO 2011

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no alla perfezione con un bicchiere di questo rosso che con le sue bollicine ha tutte le caratteristiche per esaltarne i sapori ma anche per “sgrassare” il palato. Prodotti, quelli emiliani, tra i più facilmente reperibili su tutto il territorio nazionale, così come il Lambrusco. E all’improvviso, gli aggettivi “generoso, schietto, allegro” suonano meno ironici e più rispettosi per un vino che non promette la luna, ma vuole solo farsi bere. A colloquio con il Direttore del Consorzio Tutela Vini Reggiani, Gianmatteo Pesenti

Mentalità e filiera tutte nuove Direttore, sono davvero finiti gli anni di purgatorio per il Lambrusco? Credo che quantomeno sia finita l’epoca nella quale per snobbarlo bastava dargli del vinello da quattro soldi. Oggi cominciamo a raccogliere i risultati di uno sforzo enorme per rifare la filiera, a partire dagli allevamenti delle viti fino alla cantina. Il Lambrusco è sempre stato il vino italiano più esportato del mondo ma oggi può accompagnare una cresciuta qualità alle sue solite ca-

Gianmatteo Pesenti, Direttore del Consorzio di Tutela Vini Reggiani

ratteristiche di vino gradevole da tutto pasto e adatto alle politiche del bere responsabile grazie alla bassa alcolicità. Aggiungiamoci anche una parola per noi strana: oggi è certamente anche di moda. Ci fa piacere, perché nel 2011 il successo di un vino si misura anche dalle tendenze a medio termine dei consumatori.

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