Perugia_nascosta_completo

Page 50

Belle Arti, fondata nel 1537 da Orazio Alfani e Domenico Sozi. Da piazza San Francesco si torna indietro, scendendo per via Curiosa, da cui si raggiunge, a destra, via del Piscinello, termine dialettale che prende il nome da un piccolo rivolo di acqua dalla fonte, in fondo al vicolo, più che dal sangue delle lotte medievali tra Oddi e Baglioni, come racconta la leggenda. Sulla fonte un’iscrizione ammonisce: Immonezze qui non si gettin né si lavi alcun drappo. Veglia la legge. Risalendo si prosegue a destra per via del Lauro fino a sbucare presso la chiesa di Sant’Andrea, in pietra e in cotto, ubicata a destra della Porta di Sant’Andrea o Santa Susanna, così chiamata dall’ex monastero di Santa Susanna o della Colombata. La porta conserva all’esterno l’arco ogivale del Duecento, sopraelevato in mattoni con bel grifo in pietra rosa, mentre è del tutto scomparsa, ai lati della porta, la cinta medievale demolita nel corso del Novecento. Di fronte a via del Lauro, il percorso continua in via Tornetta. È perlopiù occupata, sul lato destro, da un complesso esemplare per i suoi riusi. In età medievale vi era la chiesa di Santa Mustiola, che verso la metà del Quattrocento, insieme alla case annesse, divenne sede della Confraternita di Sant’Andrea, poi della Giustizia. Nel 1552 fu monastero delle Cappuccine di santa Chiara (dette anche le Rinserrate di santa Mustiola). Dopo il 1860, soppressi gli ordini religiosi, fu riutilizzato variamente e, tra il 1912 e 1939, occupato dalla Valigeria italiana Vayani. Nel 1941 fu la prima sede dell’Archivio di Stato, poi alloggio di sfollati, detto “la Casba”; ora è sede della Scuola nazionale dell’Alimentazione e della circoscrizione. La via si snodava tortuosa, da cui il toponimo, e continuava fino a piazza del Drago, oggi interrotta dalle trasformazioni urbane che hanno visto l’abbattimento delle mura medievali, la realizzazione di viale Pellini e lo sbancamento del terreno e degli

orti, poi occupati dal parcheggio e dalle scale mobili (foto).

Sulla via convergono da monte tre graziosi vicoli a pettine, via Grata (foto) senza uscita, via del Tordo, da cui si risale confluendo sul terzo vicolo, via Nebbiosa, fino a sbucare su via della Sposa.

Questa, secondo Gigliarelli (1907), prese il nome dalla storia trecentesca di una giovane di nome Marta abbandonata dal proprio amato. Si esce proprio accanto a un palazzo dell’Ottocento (ai nn. 14 e 16), dove si notano tre scudetti in ceramica colorata a ricordare che La guerra è barbarie, Il lavoro è felicità, La pace è civiltà, e decori a tempera nel fascione sottotetto. Si risale la via, superando a destra via del Cefalo, fino alla porta di San Luca o Trasimena, che si

PERUGIA 49


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.