Calma. Il mio quaderno di meditazione

Page 1

IL MIO di IO NE Z A T I d e M



Talvolta, come capita un po’ a tutti, mi sento sopraffatto dalle emozioni: tristezza, collera, paura, sensazione d’impotenza, scoraggiamento… Eppure, al di là di questi turbamenti emozionali, so che posso contare su una fonte di speranza che è inalterabile, perché non è condizionata dagli eventi esterni. È da questa fonte che attingo la mia vitalità, la mia fiducia, la mia voglia di andare avanti, di essere utile, la mia stessa gioia. Questa fonte di speranza è la mia meditazione. Quando medito, ritrovo in me la pace. Quasi subito. È in quel momento che posso riacquistare anche la fiducia nel mondo e negli esseri umani, essere ottimista. Quando medito, il mio cuore si apre di nuovo. La paura scompare e l’amore ritrova il posto che non dovrebbe mai smarrire. Il contrario dell’amore non è l’odio, ma la paura. È quando abbiamo paura che cessiamo di amare e di credere. Ed è quando il nostro cuore si apre di nuovo che cessiamo di aver paura. Quando medito, sono connesso con il presente, con la parte più viva del mio essere. Le mie ansie, le mie paure si dissolvono una dietro l’altra, permettendomi così di aprirmi a un oceano più calmo. In piena tempesta, sotto le onde di superficie il fondo dell’oceano è sempre calmo. Così, meditando, mi connetto con la profondità dell’oceano, la scaturigine dell’umanità, e con la profondità del mio amore. Quando medito, posso vedere le mie emozioni. Presto le


vedo danzare, come onde nella tempesta. Distaccandomi da esse, smetto di identificarmi in esse. Le emozioni non sono la mia personalità. Non sono il mio essere profondo. Mi attraversano, mi invadono talvolta, e non posso impedire loro di farlo. In compenso solo io posso dissolverle, scioglierle alla luce della mia coscienza, della mia respirazione, della mia calma. Solo le azioni che nascono dal profondo del mio essere sono quelle giuste. Le azioni che nascono sotto la spinta della collera o della paura sono soltanto delle reazioni emotive, delle pulsioni. Le posso capire, ma provengono dalle mie parti ferite e non servono in alcun modo a ripararle. Le azioni che nascono come reazioni provocano a loro volta altre reazioni e altre violenze. Tutte le guerre del mondo ne sono state la dimostrazione. Ogni giorno provo paura e ogni giorno provo tristezza. Così, ogni giorno medito, e offro al mio corpo lo spazio di cui ha bisogno per aprirsi. Qualcuno, leggendo queste righe, avrà magari il timore di non saper meditare, di non sapere da dove si comincia. Invece ogni luogo è buono, qui e adesso. Per cominciare a meditare, siete sempre nel posto giusto. Non ce n’è uno migliore degli altri. È accogliendo voi stessi esattamente là dove vi trovate che comincerete a generare pace. Non ci sono protocolli specifici, non è necessario essere buddisti, credere in Dio o essere degli iniziati. È sufficiente essere umani. Prendere il tempo di fare qualche respiro, chiudere gli occhi e lasciare che il corpo si rilassi. Non è serve fare nient’altro, soltanto esistere. Allora, progressivamente, la respirazione si farà più profonda, l’addome si distenderà, le mascelle si rilasseranno e lo spirito si tranquillizzerà. Allora, pian piano, si creerà uno spazio vuoto. È molto semplice. È di questo spazio vuoto che vi riempirete. Da questo spazio vuoto nascerà la vostra calma…


Ho scoperto la meditazione alla fine degli anni Ottanta, in Francia, ma anche nel corso dei miei viaggi in India e in Tibet. Ho seguito assiduamente per dieci anni gli insegnamenti dei lama tibetani. Ho ascoltato i miei maestri per giornate intere. Loro mi hanno insegnato cosa sono la calma, la meditazione, l’apertura del cuore e la saggezza. Durante le nostre sedute avevo tre compagni: un cuscino, una coperta zen per coprirmi le gambe, e un quaderno, di cui avevo molta cura. Sceglievo dei taccuini abbastanza piccoli da essere comodamente tenuti in tasca ma che allo stesso tempo avessero tante pagine, in modo da avere il tempo di affezionarmici. Lì annotavo i miei progressi, le sensazioni e la mia comprensione della meditazione. Talvolta mi accadeva di disegnarci delle lettere sacre, di appuntarci qualche commento veloce, di attaccarci una foto. Ho riempito così qualche decina di taccuini, ed è a essi che mi sono ispirato per scrivere queste pagine. Ho redatto questo quaderno come un diario di viaggio, nel quale potrete prendere appunti, disegnare, incollare. Sarà un viaggio interiore improntato alla meditazione, un viaggio al centro di voi stessi, là dove riposa il vostro cuore. Buon viaggio! Arnaud Riou


La meditazione non è NIENTE...

La SOLA cosa che conta è l’allenamento alla MEDITAZIONE.


Meditare significa aprire alla vita

il proprio cuore e il proprio sguardo. Significa diventare più sensibili, leggere tra le righe, leggere tra i segni,

sentire ciò che non viene detto. La meditazione è legata all’azione. La ispira

e le dà un senso. Vivere meditando

significa camminare guardando il proprio cammino,

significa leggere gli spartiti mentre si ascolta la musica, significa alimentarsi gustando i sapori. Significa ricordarsi chi siamo, da dove veniamo, e dove andiamo.


LE PAROLE

Meditazione: la meditazione consiste nel rafforzare la propria concentrazione su un punto preciso, approfondendone il senso, l’essenza o la comprensione.

della calma Meditazione religiosa: se lo studio ci consente di capire intellettualmente le istanze profonde di una religione, meditare ci consente di realizzare l’essenza del Buddha o del Cristo che alberga in noi. La meditazione è una via d’accesso a tutte le religioni, non solo il buddismo, ma anche l’induismo, il cristianesimo, il taoismo, il sikhismo o l’islam.

: ualità Spirit di one & i e z m a a t g i Med sul le i c o d n (o zza nenza focali mperma i ’ l , go, o ità dell’e causal atura n oci a l ), facend Anitya cuore, l e d a a l tur e sul l’aper a vita e sull apre r e t t e e n ci rifl le. itazio d e m a iritua l one sp i morte, s n e m di ostra alla n

le: ma menta o la cal ione, z Il Chiné a a medit ppa dell a t a m i r e p mental , o calma , é n i h c il samento di rilas a m r o f a una è un rendere iuta a p te dei che ci a n a o incess s s u fl l a ratica pausa d Questa p nsieri. e p i r oni t s no le tensi e riduce r a n i m ore i l pre na migli sumere u s a i c o d oria. facen respirat fisica e postura

sione (da lak, vi Lak-tong: pacità di ca e tong, superiore, passana in vi tto anche vedere) de raggiunta Una volta Sanscrito. rete la approfondi stra la calma, do nella vo e penetran meditazion ienza. piena cosc

Meditazione la ica: la medita zione è di supporto alla filosofia, alla psicologia, al la biologia o alla medicina. Medi tando, sviluppe rete una comprensio ne profonda, se nza passare attrav erso l’analisi o la riflessione inte llettuale.

Le tre forme di saggezza: l’arte dello studio, della riflessione e della meditazione. Queste tre fasi permettono le tre azioni: l’apprendimento, la comprensione e poi l’applicazione.


la

Cosa ci dà

MEDITAZIONE?

La meditazione è praticata da secoli in tutto il mondo. Essa vi permette di ritrovare la calma mentale e di essere quindi meno impulsivi nelle parole e negli atti. La meditazione illumina la nostra vera natura. Dissipa le illusioni e ci aiuta a guardare oltre le apparenze, a fare esperienze in piena consapevolezza. La meditazione ci permette di sviluppare la coscienza e di essere più presenti nel mondo e meno nei nostri pensieri. Meditando, diamo più senso alle nostre azioni e più corpo ai nostri valori. Ma i benefici della meditazione non finiscono qui. Investono anche la salute e il benessere. Adottandola come pratica regolare, miglioreremo le nostre difese immunitarie, ristabiliremo un migliore equilibrio fra i nostri organi, produrremo molecole che favoriranno la salute, riprogrammeremo le nostre cellule per guarire da un gran numero di malattie. Meditare significa lavorare per il nostro benessere psicofisico.

Come meditare?

In un primo tempo svilupperete la meditazione adottando la posizione seduta, chiamata postura in 7 punti. Una volta adottata questa postura interiore, sarà possibile meditare dappertutto, in movimento e in mezzo all’attività.

Quando meditare?

Pochi minuti, tutti i giorni sempre alla stessa ora (di preferenza al mattino), sono più efficaci di sedute più lunghe ma irregolari. Perché ciò che la meditazione ci insegna è proprio la regolarità.

Dove meditare?

Nei primi tempi a casa, o in un posto tranquillo, immersi nella natura, sulle rive di un fiume, in un bosco. Poi, progressivamente, potrete meditare ovunque, in treno, in ufficio, in viaggio…


i

punti della

mia

POSTURA

Quando impariamo a meditare, è più facile stabilizzare il nostro spirito nella posizione seduta. Questa postura in 7 punti vi sarà d’aiuto per l’equilibrio del vostro spirito. Una volta che il vostro corpo e il vostro spirito avranno appreso a stabilizzarsi nella posizione seduta, potrete praticare la meditazione anche in movimento, durante un’attività, camminando…

La seduta: sedetevi su un cuscino abbastanza spesso da farvi stare a circa 12 cm da terra e stabilizzare la zona lombare. Sedetevi nella posizione del loto o del semi-loto; a gambe incrociate, la gamba sinistra all’interno e la destra sopra. I giapponesi meditano in seiza, cioè in ginocchio, seduti sui talloni. Esistono cuscinetti da meditazione, che permettono una seduta molto confortevole. La colonna vertebrale: perché la vostra meditazione sia ben fatta, concentratevi sulle vostre vertebre. Mantenete una posizione eretta, tesa al punto giusto, né troppo né troppo poco.


Le spalle : giocano un ruolo chiave nella meditazione. Rilassatele al massimo, in modo che non veicolino alcuna tensione, né nel dorso né lungo le braccia. La nuca : Appena inclinata. Il collo né troppo dritto, né troppo piegato in avanti. Osservate le statue del Buddha. Quella leggerissima inclinazione del volto permette una migliore introspezione. Le mani: la mano destra è delicatamente appoggiata sulla sinistra. Simbolicamente, è la mano sinistra (la dimensione femminile) che accoglie la mano destra (la dimensione maschile). I pollici si sfiorano appena; la tradizione invita a lasciare tra i due pollici lo spazio di un granello di riso. Potete anche lasciar riposare delicatamente le mani sulle ginocchia. Lo sguardo: è nel prolungamento dell’arco del naso. Alcune meditazioni avvengono a occhi spalancati, per favorire un’attenzione più vigile; altre a occhi chiusi, per facilitare la visualizzazione. Nelle vostre meditazioni quotidiane, tenete lo sguardo verso il suolo. In questa postura, con le palpebre socchiuse, farete attenzione a ciò che succede nel vostro corpo e contemporaneamente sarete presenti nell’ambiente che vi circonda. La lingua: nella postura in 7 punti, la lingua è nella sua posizione naturale. Tocca cioè la base dei denti.


10 min

La mia prima

meditazione Come prima cosa mi dedico a provare i 7 punti della mia postura. La seduta La colonna vertebrale

3

Le spalle La nuca Le mani

6

Lo sguardo La lingua

«Come utilizzare il mio quaderno di meditazione» Ognuna di queste pagine mi permetterà di prendere nota dei miei commenti, delle osservazioni, delle sensazioni; come un diario intimo il mio quaderno di meditazione sarà testimone della mia evoluzione. Posso utilizzare le sue pagine per scrivere tutto quello che sento… Se non mi basteranno potrò eventualmente copiare questo modello su un nuovo quaderno.


IL MIO QUADERNO DI MEDITAZIONE

Data:  Postura:

Ora:

Durata:

Seduta

Luogo: Support o:

Intenzione:

Percezione:

I 7 punti della mia postura


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.