LA VISTA DEI BAMBINI di Janet Goodrich

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Salute



Janet Goodrich

La vista dei bambini

aiutarli a vedere meglio senza occhiali Seconda edizione rivista e corretta

Libreria Editrice Fiorentina


Seconda edizione rivista e corretta. Titolo originale: Help your child to perfect eysight without glasses

ISBN 978-88-6500-045-8 © 2009 Libreria Editrice Fiorentina © 2011 Libreria Editrice Fiorentina Via Giambologna, 5 50132 Firenze - Tel. 055 579921 www.lef.firenze.it - editrice@lef.firenze.it Copertina di Paolo Torracchi Foto di copertina di Ramona Heim, istockphoto.com Revisione seconda edizione di Elisa Grimaldi Traduzione a cura di: Giada Bortolini Fabrizio Brancaleone Silvio Caggia Maurizio Cagnoli Lauretta Canepa Graziella Cella Loredana De Michelis Musiche e testi delle canzoni di Morena Bernardi, Fabio Pellizzari, Claudia Roi Edizione italiana a cura dell’Aiev, Associazione Italiana per l’Educazione Visiva www.aiev.it www.janetgoodrichmethod.com


Indice Parte prima Uno sguardo nuovo sulla vista dei bambini Capitolo Primo La gente e gli occhiali Una breve storia degli occhiali Bambini con le lenti Gli inizi del metodo Janet Goodrich Quelli che volevano liberare i bambini dagli occhiali Voci importanti e inascoltate Una via di guarigione naturale Capitolo Secondo Le cause della vista imperfetta Cos’è la vista? Chi dice che non è buona? Testare la visione produce l’offuscamento La visione varia Teorie proposte e rigettate Non discutete le emozioni Il mondo intorno La causa reale della visione difettosa è l’ambiente del bambino, interno ed esterno, che causa cattiva visione Capitolo Terzo L’industria e il miglioramento naturale della visione Offerte professionali Gli oftalmologi sono dottori in medicina Gli optometristi sono ovunque

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Gli insegnanti del metodo Janet Goodrich Come aiutare il tuo oculista a darti ciò che vuoi La visita nello studio Fare ricerche sulla chirurgia Ottenere e usare occhiali di transizione Linee guida per la prescrizione

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Capitolo Quarto Potere dei genitori e scienza naturale Come i dottori vedono i genitori I genitori sono stupidi I genitori sono saggi Guarire i genitori Scienza casalinga come nuova autorità Tenere un diario della visione La tua storia Questo meraviglioso bambino Diagnosi e prescrizioni dei dottori Pianificare i giochi visivi

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Capitolo Quinto Il bambino sviluppa la visione Cos’è un bambino? Cosa c’è di speciale nell’infanzia? Il bambino autoregolato I bimbi sono i veri esperti Stadi di crescita I neonati percepiscono I bimbi esplorano Gli esploratori emergenti imitano I bambini progrediti pretendono I bimbi tra 3 e 4 anni disintegrano e riorganizzano I bambini di 5 anni creano

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Le domande dei bambini di 6 anni I bambini di 7 anni costruiscono I bambini da 8 a 10 anni ragionano

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Parte seconda Vista acuta per ogni bambino Capitolo Sesto Il corpo elettrico del tuo bambino I punti di riflesso e la vista Linguaggio pre-verbale E se è così dalla nascita? Trattare un punto Il punto della pace I punti di amore e sostegno I punti delle ali d’angelo I punti “ahia!” I punti ciechi Il punto del brutto anatroccolo Zone di solletico Massaggio dei muscoli per la vista Un massaggio completo del bambino Massaggio del trapezio Massaggio dei muscoli flessori del collo Programma per il massaggio e la riflessologia Capitolo Settimo Il cervello è l’organo della visione Gli occhi sono diretti dal cervello Emisferi in lotta Siate più comprensivi Giochi con gli emisferi Giochi per la memoria a breve e lungo termine

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Unisci gli emisferi Marcia incrociata Programma per la marcia incrociata La questione della dominanza Capitolo Ottavo Gli occhi devono muoversi per vedere Gli occhi afferrano il mondo attraverso il moto saccadico I bambini non fissano La sedia a dondolo Dondolare, rotolare, saltare Danza dell’aquilotto Smorfie Costruisci oggetti che si muovono I muscoli che controllano il movimento La naso-matita magica Il naso-pennello magico Giocare a dipingere le cose Il dondolio dell’uccello Oscillazione vicino-lontano Un sacco di giochi con la palla Il nastro arcobaleno Sbattere le palpebre Respirare e sbadigliare Programma per il movimento La visione nucleare Viaggio nella fovea centralis Vista piÚ confusa La scatola delle cianfrusaglie Giochi in cui si conta Immagini nascoste Visione nucleare sulle tabelle Programma per i giochi di visione nucleare

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Capitolo Nono Vado pazzo per la luce del sole Gli occhiali da sole fanno bene ai bambini? La luce come cibo per il pensiero PerchĂŠ gli occhi hanno bisogno della luce del sole Giochi con il sole Cromoterapia Laguna blu Sole pre-natale Paura del buio Programma per i giochi con il sole

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Capitolo Decimo I bambini si rilassano con l’ immaginazione e i colori I bambini sono rilassati? Di nuovo a casa tra noi Immaginazione e palming Training autogeno Storie da raccontare a letto Il brutto anatroccolo Colora la tua vista Risanamento emozionale Storie da brivido E poi cosa succede? Scolpire i mostri Programma per colori e immaginazione

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Capitolo Undicesimo Emozioni e vista Cosa provi? Sette emozioni Gli occhi parlano Recitare

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Fondere i palloni Fai un respiro profondo Sbadiglia come il leone Ansimare e sbuffare Vedere e cantare con gioia Programma per l’ espressione delle emozioni Capitolo Dodicesimo Superare un test visivo senza gli occhiali Il doppio segreto Le regole nascoste degli esami visivi Tabelloni fai da te Il grande alone bianco Una cosa bianca Il naso-pennello magico Cercare e trovare Cos’è la lettura? Dipingi di bianco Emozioni e lettura

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Parte terza Programmi per problemi specifici Capitolo Tredicesimo Miopia Cos’è la miopia? Quando inizia? Occhiali di transizione per giovani miopi Pensaci due volte prima di operarti Come si sente il miope? Risanamento emozionale per miopi Il rapporto tra miopia e ipermetropia Risolvere la miopia con mezzi naturali La storia della canna da pesca

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Programma di giochi per la miopia

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Capitolo Quattordicesimo Ipermetropia Cos’è l’ipermetropia? Molti bambini guariscono crescendo Come si sente dentro l’ipermetrope Risanamento emozionale per ipermetropi Far regredire l’ipermetropia con mezzi naturali Spostare le immagini La regina delle formiche La palla che oscilla Tabella dei giochi per l’ipermetropia

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Capitolo Quindicesimo Astigmatismo Cos’è l’astigmatismo? Che cosa si prova Le cause dell’astigmatismo Come è determinata la correzione Va e viene Una prescrizione per l’astigmatismo Eliminare l’astigmatismo con mezzi naturali Il treno dello zoo e gli uccelli sul filo Come ci si sente a essere astigmatici? Risanamento emozionale per l’astigmatismo Usa le palle che si fondono Altre terapie

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Capitolo Sedicesimo Strabismo e occhi pigri Cos’è lo strabismo? Perché gli occhi girano Il responso dei medici

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Gli optometristi comportamentali allenano gli occhi strabici Manipolazione craniale Le opzioni Rinforza gli occhi girati con la rieducazione visiva Giochi per bambini con gli occhi girati Trombone direzionale Fotografare la luce Giochi con la palla per la foria Tabella per i giochi di foria Chi c’è nello specchio? L’oscillazione del mulino La benda del pirata Risanamento emozionale per lo strabismo Tabella per lo strabismo Cercando la fusione

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Capitolo Diciassettesimo Fusione Cos’è la fusione Il lato fisico della fusione Ragioni per non fondere Perché la fusione è importante? Quando fare giochi di fusione Primo livello di fusione: il cancello Secondo livello di fusione: il gioco dell’insetto e della perlina Terzo livello di fusione: il pesce nella boccia Quarto livello di fusione: l’occhio magico L'unicorno Visione alternata La maschera da farfalla Candele al buio Sperimentare la fusione Risanamento emozionale per la fusione

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Tabelle per la fusione

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Parte quarta A casa e a scuola Capitolo Diciottesimo Lo zucchero fa male agli occhi Siamo quel che mangiamo Sugar blues La hit-parade dello zucchero PerchĂŠ cerchiamo lo zucchero? Cosa puoi fare Un buon punto di partenza Risanamento emozionale per zucchero-dipendenti

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Capitolo Diciannovesimo La stanza del tuo bambino Illuminazione, computer, compiti Progetta un nido visivo per aquilotti La stanza di Jack (8 anni) La stanza di Daniel (6 anni) La stanza di Leanne (9 anni) Aree di giochi all’aperto

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Capitolo Ventesimo I pericoli dell’aula Storia del sistema scolastico in occidente Nuovi rischi al posto dei vecchi Postura e visione Risanamento emozionale per andare a scuola Un grande giorno per gli occhi a scuola Bambini accelerati I genitori possono farcela Risorse e supporto

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Lista delle canzoni Bibliografia consigliata Glossario Ringraziamenti

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Avvertenza Il metodo presentato in questo libro fa parte di un programma educativo. Questo materiale non fornisce né sostituisce diagnosi o prescrizioni di alcun tipo. Se sospetti un problema di origine medica consulta un medico qualificato. L’utilizzo dei metodi qui descritti è interamente sotto la responsabilità del lettore. I risultati che otterrai dall’utilizzare questo materiale sono posti interamente sotto la tua responsabilità e tutela.


Parte prima

Uno sguardo nuovo sulla vista dei bambini



Capitolo Primo

La gente e gli occhiali Una breve storia degli occhiali La prescrizione e la vendita degli occhiali sono attività di grande importanza economica. La maggior parte della gente coinvolta in questa industria, clienti compresi, è convinta che gli occhiali siano la cosa migliore che sia stata inventata dopo il pane confezionato a fette, e se poi gli occhiali possono diventare pure un oggetto di moda, allora tanto meglio! Occhiali, lenti a contatto e operazioni di pochi secondi per accorciare un bulbo oculare miope aiutano milioni di persone a compensare il loro disagio visivo. Forse è stato Alessandro da Spina, un monaco vissuto nel xiii secolo, il primo a incastrare delle lenti in un occhiale. Nel Medioevo portare gli occhiali era una specie di status symbol per i settori ricchi e intellettuali della società. Questi veri e propri gioielli erano resi disponibili da corporazioni dedicate e consistevano di lenti di ingrandimento che permettevano agli anziani di continuare a leggere. I pittori del rinascimento ogni tanto ritraevano personaggi biblici con tanto di occhiali all’ultima moda. Fin da quando è stata inventata l’anestesia oculare nel 1884 è stato possibile piazzare lenti direttamente sulla cornea, davanti all’occhio. Oggi lenti di plastica fluttuano in un mare di lacrime negli occhi di 12 milioni di americani; tuttavia portare troppo a lungo le lenti a


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contatto comporta alcuni problemi: i batteri che si accumulano davanti alla lente possono scatenare infezioni; le cellule della cornea a volte soffrono di mancanza di ossigeno e di usura dovuta all’attrito. Le lenti a contatto più recenti hanno piccoli fori per permettere il passaggio delle molecole di ossigeno. Certo l’industria produce prodotti per gli occhi sempre migliori, tuttavia io raccomando ai miei studenti di non usare lenti a contatto. Gli occhiali sono più pratici: si possono togliere facilmente e si perdono con più difficoltà. Le lenti a contatto permettono una maggiore visione periferica, ma ostacolano le sensazioni e l’espressività che vengono comunicate attraverso gli occhi. Se gli occhiali o le lenti sono l’unica alternativa, una vista difettosa può solo restare uguale o peggiorare, ma se non si usano queste protesi le persone hanno la possibilità di riconoscere e modificare i fattori di stress che sono all’origine di ogni degenerazione della vista. Bambini con le lenti Prima della rivoluzione industriale e dell’istruzione obbligatoria non esisteva un mercato in costante espansione per gli occhiali da bambino come lo conosciamo oggi. Le statistiche attuali rivelano una crescita allarmante del numero dei bambini con problemi visivi. Un gruppo di studio dell’associazione degli optometristi americani nel 1990 ha pubblicato i seguenti dati. Nel gruppo di età da 0 a 4 anni, il 10% ha problemi rifrattivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo), mentre il 7% ha problemi di visione binoculare (strabismo e altro). Nel gruppo 5-15 anni il valore sale al 18% per gli errori rifrattivi e all’8% per i problemi binoculari.


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Quando poi raggiungiamo il gruppo 16-24 anni la percentuale sale al 39%. Nel Catholic Digest del novembre del 1980, si danno queste stime: il 40% degli americani porta lenti o occhiali per la miopia, in contrasto con il 18% della popolazione nel ’39. Questi numeri tendono a crescere man mano che si diffonde la “miopia scolastica”, ma anche l’ipermetropia e la carenza di coordinamento tra gli occhi destano preoccupazione. I bambini oggi passano meno tempo a manipolare giocattoli e più tempo davanti a un computer, il che provoca perdita di coordinazione fra occhio e mano e disturba la fusione tra i due occhi nel periodo formativo. Di fronte a tutto questo i produttori di lenti richiedono esami della vista in bambini sempre più piccoli, diagnosi precoci di ambliopia ex anopsia o di occhio pigro; e naturalmente un altrettanto precoce trattamento di queste condizioni attraverso occhiali o chirurgia. L’esperienza di 12-20 anni di istruzione produce corpi distorti e appiattimento dello spirito. Se questa scuola danneggia il bambino, sarebbe una buona idea chiederci che cosa succede nelle classi e cambiare la scuola stessa e ciò che accade in classe. L’associazione optometrica di Adelaide, in Australia, prepara gli insegnanti a individuare i disturbi visivi; si potrebbe anche insegnare loro a incoraggiare gli studenti a praticare quotidianamente il rilassamento visivo. Nelle fabbriche e nelle scuole cinesi c’è ogni giorno un momento di pausa dedicato al massaggio dei punti di agopuntura relativi alla vista. Fin dagli anni ’20 alcuni uomini di scienza e medici hanno contestato il metodo standard di prescrivere occhiali quando un bambino o un adulto presenta un annebbiamento della visione. Il lavoro


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di queste persone, pur contrastato con veemenza o ignorato, è stato tuttavia adottato da migliaia di persone comuni che pensano che ci possa essere un modo migliore per tornare a vedere.

Gli inizi del metodo Janet Goodrich Non vedevo l’ora di andare a scuola: nella piccola città di campagna in cui vivevo meravigliosi insegnanti mi sorridevano con affetto attraverso i loro occhiali, mentre io me ne stavo seduta nel banco che mi era stato assegnato dandomi piacevolmente da fare con forbici e matite. Tuttavia anche in mezzo a tutta questa piacevolezza stava crescendo in me una certa ansia di avere successo e di essere perfetta, per cui già all’età di 7 anni avevo difficoltà a leggere la lavagna. Quando venne fatta la foto di fine anno mi rifiutai di mettere gli occhiali, ma alla fine senza di loro non ero più riconoscibile: ancora oggi il ponte del mio naso porta i segni di montature metalliche. Mia madre apparentemente non si fidava molto dei professionisti del settore e mi portava ogni anno da uno nuovo: ognuno di loro lodava la mia buona educazione, la mia obbedienza e tranquillità e poi diceva a mia madre che i miei occhi erano molto interessanti e che l’optometrista dell’anno scorso aveva sbagliato prescrizione.


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Finii presto per non essere in grado di leggere, di giocare a palla e neppure di lavare i piatti senza l’aiuto degli occhiali. Gli occhi presto divennero rattrappiti e cominciai a non voler più vedere le mie foto. All’età di 13 anni dovetti lasciare la scuola di campagna, in cui peraltro ero stata l’unica alunna del mio corso per parecchi anni. La vecchia e cara abitudine di concentrare un semestre di studio nel primo mese e passare il resto del tempo a leggere e fare nidi di paglia non era più praticabile, così come il piacere In questa foto Janet ha 6 anni e i suoi sono ancora flessibili: ci vede di giocare a fare l’insegnante per i bambi- occhi bene. ni più piccoli. L’impressione che mi fece la scuola superiore fu di venire rinchiusa in una camicia di forza, e la mia risposta alla pressione interna che sentivo fu di gettarmi a corpo morto nello studio, puntando ai massimi risultati: meno di una A (il voto più alto) sulla pagella era qualcosa di intollerabile. D. B. Harmon mi ha descritto perfettamente nel suo studio sugli scolari americani: in effetti avevo tutti i sintomi che lui riporta, dai problemi digestivi («Ma certo, tutte le ragazze di quell’età ce li hanno» disse il dottore a mia madre), ai dolori e al prurito agli occhi, raffreddori frequenti, persino una polmonite. L’università era l’unica strada che avesse un senso per una ragazza di campagna con un alto quoziente d’intelligenza, se non ci si voleva sposare immediatamente o se non ci si voleva sposare comunque, dopo qualche anno da impiegata alla General Motors. La mia men-


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te faceva gli straordinari e io decisi che non avrei pianto mai più. A 21 anni il mio occhio destro aveva -7 diottrie e quello sinistro -5: miopia e astigmatismo; in più un occhio tirava verso l’alto e l’altro verso il basso. Quando gli chiesi le lenti a contatto per potere fare ginnastica e kung fu, un oculista dell’Università del Michigan si rifiutò di prescrivermele: la cornea dell’occhio destro era troppo astigmatica e le lenti A 11 anni Janet era descritta avrebbero potuto produrre cicatrici. come una bambina “timida e frugale, ma molto intelligente”. Ma gli occhiali mi andavano sempre fuori posto e trovai un optometrista di Los Angeles disposto a prescrivermi le sospirate lenti a contatto. Il dolore fisico che provai cercando di abituarmici è ben conservato nella mia memoria, e comunque le persi nel giro di tre giorni. Tutto quel dolore probabilmente aveva un qualche significato che non riuscii a cogliere al momento: tutti mi avevano sempre detto “Se sei miope, ci resti”. In questa foto Janet ha lo sguardo fisso e un sorriso congelato sulle labbra. Gli occhiali impediscono agli occhi e al cervello di percepire troppe cose.


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Quelli che volevano liberare i bambini dagli occhiali Due grandi insegnanti entrarono allora nella mia vita; entrambi morti prima che avessi l’età e la possibilità di andarli a cercare di persona. Il primo fu Wilhelm Reich (1897-1957), psichiatra e biologo, che venne ufficialmente dichiarato un ciarlatano da un giudice federale degli Stati Uniti nel ’55. Dopo essere stato allievo e discepolo di Sigmund Freud, Reich se ne separò nella convinzione che la gente ha più paura del piacere che della morte. Le sue idee vennero violentemente rigettate dai medici e dai politici del suo tempo, fino ad arrivare al rogo dei suoi scritti e delle sue invenzioni ordinato dal governo degli Usa nel ’57; tuttavia trovarono ugualmente il loro terreno per germogliare. Al giorno d’oggi le sue idee sul come crescere i bambini si trovano un po’ dappertutto: parto naturale, allattamento al seno, dare ai ragazzi una stanza propria, permettere loro una sessualità aperta e naturale, l’incoraggiamento della responsabilità di se stessi e della vitalità nei bambini; queste sono tutte cose per cui Reich visse e morì. Aveva detto: «Se mi mettete in prigione, morirò». Il giudice che lo condannò a due anni per disprezzo della corte stabilì anche che tutto il suo lavoro di ricerca in biologia e psichiatria era fraudolento, perché “l’energia vitale non esiste”. La soppressione delle emozioni e delle sensazioni naturali provoca tensioni muscolari croniche nel corpo. In particolare nell’occhio ci sono sei muscoli extraoculari e due complicate strutture interne. La tensione di questi muscoli crea una “armatura muscolare” che finisce per distorcere tutte le percezioni visive. Se gli esseri umani non fossero appesantiti da schemi emozionali e muscolari cronici, secondo Reich si relazionerebbero in un modo molto diverso:


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«Si identificherebbero tra di loro sulla base delle sensazioni di ritmo e di movimento. Qualsiasi forma di disprezzo per il movimento fisico sarebbe loro estranea, così come non potrebbero comprendere forme di comportamento innaturale. Lo sviluppo scaturirebbe naturalmente dalla continua produzione di energia interna, così come avviene in un fiore che sboccia, e sarebbe continuo. E non è tutto: verrebbe mantenuto all’interno della attività biologica generale, non in contraddizione con essa». Una Ford con problemi di carburazione mi portò a Los Angeles, alla ricerca di una terapia per il corpo piuttosto che per il mio congestionatissimo intelletto. Volevo liberarmi della miopia, ma anche della costante fastidiosa sensazione di non essere del tutto viva. Il mio terapista reichiano diede una rapida occhiata ai miei occhi rattrappiti e mi consigliò di cominciare a respirare ed eliminare gli occhiali. Iniziai a battere le palpebre e a singhiozzare, senza alcun motivo. Il dott. Philip Curcuruto si incaricò di farmi respirare e di sciogliere la mia armatura muscolare ma, riguardo agli occhiali, dovevo trovare io stessa un modo di farne a meno. Mi rivolsi quindi al lavoro di W. H. Bates (1860-1931), oculista americano autore del libro Perfect Eyesight without Glasses, che insieme a sua moglie Emily Lierman aveva aiutato centinaia di bambini a fare a meno degli occhiali nella sua clinica di New York. Nel 1940 lo Stato di New York mise fuori legge il metodo Bates ma, nonostante le idee di Bates vengano ancora dileggiate da chi vende occhiali, un’edizione abbreviata del libro originale continua a vendere molto bene in tutto il mondo. Da questa versione sono stati rimossi i dati di copyright del 1920.


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Io personalmente posseggo la raccolta di “Better Eyesight”, la rivista pubblicata da Bates tra il ’19 e il ’31 e Stories from the Clinic, il libro scritto da sua moglie; entrambi sono pieni di aneddoti di bambini che migliorano la vista con qualche visualizzazione guidata e un po’ di rilassamento. Questo per esempio è un estratto dal libro di E. Lierman; invito a notare come frequentemente si parli di “cura”, mentre al giorno d’oggi questa parola viene accuratamente evitata da chiunque non sia un medico abilitato. «Una madre si presentò alla clinica insieme a due bambine; la più grande, Marjorie, era stata già da noi qualche anno prima ed era stata curata... Mentre mi guardava sorridendo, la madre mi disse “Si ricorda? Avevo portato la mia bambina tre anni fa perché soffriva di strabismo alternato, e il dott. Bates l’aveva curata senza operarla”... Mentre parlava, Katherine, la figlia minore di 7 anni, stava lì chiedendosi cosa avremmo fatto di lei. Il dott. Bates la esaminò e trovò una lieve miopia. La misi a 3 metri dalla tabella e lei lesse bene tutte le lettere fino alla linea dei 5/10. Proprio mentre mi dirigevo verso il tabellone, la madre prese l’iniziativa e con un tono di voce dolce incoraggiò Katherine a fare palming e ricordare l’ultima lettera della riga dei 5/10.
La bambina lo fece per non più di un minuto, riaprì gli occhi e, prima che io potessi farle osservare che il palming era stato troppo breve, si mise a leggere la linea seguente sul tabellone, man mano che sua madre le indicava le lettere. Alla fine della riga la madre le disse dolcemente di battere le palpebre, e che questo l’avrebbe aiutata a leggere la riga successiva senza sforzo. Anche quando Katherine arrivò senza errori alla fine della riga dei 7/10 la madre non si fermò, ma passò alla riga dei 10/10 fino a che la bambina non lesse ogni lettera senza errori.


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Poi le fece fare un po’ di oscillazioni ampie, girandosi a destra e sinistra e notando che la stanza sembrava girare nella direzione opposta. Mentre la madre le dava istruzioni la bambina faceva del suo meglio per leggere il tabellone. La madre sorrideva mentre io manifestavo il mio stupore nel vederle migliorare la vista della bambina senza aiuto. Le chiesi dove avesse imparato; lei mi rispose di essere abbonata alla rivista “Better Eyesight” già da alcuni anni. Alcuni mesi dopo potei constatare che la vista della bambina era di 10/10 ed è interessante notare che era stata curata interamente da sua madre.» Trovai alcuni resti del metodo Bates nei sobborghi di Los Angeles: la School for Eye Education venne fondata lì da Margaret Corbett (18901960), dopo che suo marito era stato salvato dalla cecità grazie alle tecniche del metodo Bates. In effetti quando arrivai in zona trovai ancora quattro insegnanti attivi tra quelli direttamente formati da M. Corbett, ma la paura di azioni legali era tale che una di questi sistematicamente sbirciava i suoi clienti attraverso lo spioncino prima di aprire. In effetti Margaret Corbett aveva subito due processi per pratica dell’optometria senza licenza; tra l’altro al suo processo si era presentato Aldous Huxley, premio Nobel e autore di L’arte di vedere, per testimoniare in suo favore. Anche se le accuse contro M. Corbett erano cadute e lo Stato aveva rifiutato di approvare una legge contro l’insegnamento del metodo Bates, nuove azioni erano sempre possibili contro i singoli insegnanti da parte delle associazioni degli optometristi o da chi comunque non poteva accettare che esistesse un training visivo non riconducibile a pochi attrezzi ottici. Fui molto grata per le sedute ricevute da Hilda Reach, che era stata la più giovane del suo corso con M. Corbett; da lei appresi an-


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che che l’associazione degli insegnanti del metodo Bates, che a quei tempi contava oltre 50 operatori solo a Los Angeles, aveva deciso di sciogliersi nel ’60 su consiglio di un avvocato. Per circa 15 anni lavorai a Los Angeles, insegnando la mia versione del metodo Bates-Corbett a migliaia di persone, fino a che un giorno si presentò da me una messicana un po’ male in arnese e mi chiese delle sedute; si trattava di un’agente di un’agenzia governativa e la sua missione consisteva nello scoprire chi fosse questa persona che osava parlare di vista senza il titolo di medico ocu­lista. Ogni giorno passavo un bel po’ di tempo a guidare nel sistema autostradale di Los Angeles e avevo assoluto bisogno di un optometrista per potere ridurre la gradazione dei miei occhiali. Trovai qualcuno che molto malvolentieri acconsentì a farlo e così nel giro di due anni potei farmi togliere l’obbligo delle lenti dalla patente; da allora non ho più usato né lenti né occhiali, tantomeno i bifocali, che dovrebbero essere una necessità per chi ha passato i 40: leggo benissimo senza. Ho dedicato la mia vita ad aiutare adulti e bambini a fare a meno degli occhiali. Non esisteva alcuna scuola o università che lo insegnasse, tranne una persona all’Università di Monash, e chi vuole circumnavigare la convinzione profonda e diffusa che non esiste altra soluzione al di là degli occhiali deve trovare strade personali. La mia tesi in psicologia parlava della corazza muscolare visiva e mentre la scrivevo mi apparve chiaro che quando Bates parlava di rilassamento della mente si riferiva alle emozioni, in quanto stress mentale significa stress emotivo; le intuizioni di Reich rendevano chiaro in particolare che la miopia presentava componenti emotive. In seguito a ciò collaborai alla formazione di una scuola che proponeva libera espressione dei sentimenti e apprendimento


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autoregolato. Le mie figlie studiavano lì, mentre tenevo seminari di miglioramento visivo e mi formavo come terapista reichiana. Voci importanti e inascoltate Mi procurarai una tessera falsa per poter entrare nella biblioteca dell’Università della California. Lì incontrai i libri di Arnold Gesell, Darell Boyd Harmon, Alfred Yarbus, lo studioso russo che ha studiato i movimenti oculari, e di sir Stewart Duke-Helder, l’oculista della regina Elisabetta: gente importante nel campo dell’optometria e delle scienze mediche; eppure le loro raccomandazioni furono ignorate. Come mai non sono riusciti a fare breccia nel metodo standardizzato di “misura e prescrivi” adottato dall’industria ottica? I loro scritti sono una vera fonte di ispirazione: Gesell, ad esempio, era un oculista pediatrico e seguì lo sviluppo visivo di 50 bambini da 0 a 10 anni presso la Clinica dello sviluppo del bambino all’Università di Yale. «La visione umana presenta una complessità paragonabile a quella della parola e passa attraverso fasi di sviluppo che possono esserle paragonate. Inoltre la visione non è una funzione separata e isolata, ma è profondamente integrata con tutto il sistema d’azione del bambino: postura, abilità e coordinazione manuale, intelligenza e persino personalità. Insomma la visione è così intimamente integrata con il bambino nella sua totalità, che non possiamo comprenderne l’economia e l’igiene senza studiare il bambino nel suo insieme.» Nel ’38 il Dipartimento di salute pubblica del Texas iniziò una ricerca ad ampio raggio sugli alunni e le classi, nel corso della quale vennero analizzati 160.000 bambini delle scuole elementari e vennero an-


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notati gli aspetti fisici di oltre 4000 aule. D. B. Harmon dichiarò, nella pubblicazione che ne seguì, che almeno il 52% dei bambini acquisiva a scuola in media 1,8 diversi problemi visivi che potevano essere previsti e prevenuti. Riparleremo dell’aula scolastica nel capitolo 20. Yarbus investigò i movimenti saccadici dell’occhio. Alla fine del suo Eye Movement and Vision osserva: «Una persona che pensa in modo diverso, vede anche in modo diverso».
Le conclusioni filosofiche di Gesell, Harmon, Yarbus e Reich influenzarono l’evoluzione del metodo Janet Goodrich; esse si incontrano un po’ dappertutto nel libro e si mescolano armonicamente con l’opera di Reich, Bates, Emily Lierman-Bates e Margaret Corbett. Anche le tecniche elaborate da John Thie, fondatore di Touch for Health (chinesiologia educativa) trovano un loro posto, ampliando la comprensione di cose come meridiani, punti di riflesso, bilanciamento dell’energia del corpo e della mente. Anche una parte del lavoro di Paul Dennison sulla dislessia è poi stata aggiunta al programma. Un giorno, mentre guidavo in una trafficatissima autostrada, improvvisamente sentii una voce chiara e profonda: “Devi tornare a vivere in un posto dove tutto è verde”. Arrivò un invito a trasferirsi e insegnare in Australia e così misi figli e bagagli su un aereo. Fu in quel periodo che scrissi Natural Vision Improvement, che infatti venne pubblicato in Australia, ma che adesso è disponibile anche negli Usa, in Francia, Germania, Spagna e Slovacchia. Con il tempo si materializzò anche il prato verde dei miei sogni californiani, nell’hinterland della Sunshine coast, nel Queensland. Crystal Waters è un progetto abitativo dedicato alla permacultura, in un contesto di armonia tra terra e uomini. Qui abitano 45 bambini, tutti senza occhiali, che partecipano ai giochi visivi per imparare


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La vista dei bambini

e per divertirsi. E qui è stato costruito il Centro Janet Goodrich per il miglioramento della vista con mezzi naturali, in mezzo a migliaia di giovani alberi. Una via di guarigione naturale I bambini guariscono spontaneamente, magari stanno a letto con la febbre per un paio di giorni, non mangiano per un po’ e recuperano il loro equilibrio. L’amore, il sostegno e la conoscenza aiuteranno gli adulti a non interferire con questo processo naturale. L’amore per noi stessi ci aiuterà a cercare le cause dietro ai sintomi e a trovare il modo di sostenere la crescita sana dei bambini piuttosto di accettare l’anestesia delle lenti. Duke-Elder così scrisse nel suo libro The Practice of Refraction: «Niente è più pernicioso che la correzione abituale di un difetto visivo con metodi standard. La cosa è molto più sottile e ricca di implicazioni: molti sintomi, apparentemente causati da errori di rifrazione o anomalie muscolari finirebbero, se lasciati a se stessi, per non dare più alcun fastidio. Appaiono solo in uno stato di salute carente o quando un individuo si carica di un lavoro eccessivo. Un caso tipico è costituito dalle difficoltà lamentate dai bambini quando iniziano la routine della vita scolastica; spesso basta un po’ di riposo e un trattamento tonificante generico per fare sparire questi sintomi, senza bisogno di ricorrere a occhiali». Se invece vengono prescritti solo questi ultimi, e non si tiene conto della condizione di lavoro eccessivo manifestata dagli occhi, gli occhiali incoraggeranno il paziente a sforzarsi di più, fino a su-


La gente e gli occhiali

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bire un collasso di proporzioni maggiori. La prescrizione di lenti correttive non è di per se stessa un trattamento sufficiente.


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