NEWS Maggio giugno 2014

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Stampato in proprio da Arte Città Amica, via Rubiana, 15 - Torino - www.artecittaamica.it - info@artecittaamica.it - tel.: 011 771 74 71

Anno 10°, n° 3

SOCI E ASSOCIAZIONI: dispersioni e sinergie

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GAM, premiazione Concorso Internazionale di Pittura, Disegno e Grafica, Biennale Torino

In questo numero: Editoriale di D. Tacchino

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L’antologia dell’Ottovolante di A. Bolfi

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Davide Ghezzo, Claudio Calzoni e i loro mondi fantastici Pag. 2 di F. Legger Il grande sogno artistico torinese alla Promotrice di D. Tacchino

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anno 10° - n°3 - maggio - giugno 2014

La xilografia, scambio culturale Italia - Cina Pag. 3 di R. Curione Klimt, alle origini di un mito di S. Ferrara

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I poeti dell’Ottovolante rubrica

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Due artisti al mese di D. Tacchino

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Alfredo Levo, a un anno dalla scomparsa di E. Albanese

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ACA informa

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ssociarsi, spesso si ritiene voglia dire essere appartenenti con una tessera pagante ad un’organizzazione, un vincolo morale e mentale quindi accettato dai fatti. Collaborare invece significa non tener conto di un gruppo dominante, ma appartenere alla famiglia di idee di coloro che sono in sintonia con le nostre, per crescere insieme sulla base di interessi simili, unendo le forze. Certo, la problematica, delle tessere è una problematica che varia da associazione ad associazione, da gruppo a gruppo, ma è pur sempre sintomo di una organizzazione che in qualche modo cerca di finanziarsi, sulla base irremovibile della volontà del direttivo e dei suoi soci, per continuare a seguire le finalità che nel nostro caso sono quelle di incentivare le attività artistiche e le opere dei nostri soci nell’interazione sinergica delle attività culturali della nostra città e della nostra regione. E’ chiaro che con le sole forze associative, non si può andare avanti senza una forte e convinta coesione di idee di intenti, anche se con una minima energia economica che è essenziale per andare avanti nell’offrire i servizi che sono la base per una realtà artistica come quella di Arte Città Amica.

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a grande capacità organizzativa e professionale di Raffaella Spada, ed i suoi strumenti sia legati alla bella galleria, sia legati alle attività di relazioni esterne sono poi comunque indiscutibili. Il periodo che l’associazione sta ora vivendo è un periodo di collaborazione attiva, pur mantenendo come base essenziale le attività artistiche ed espositive, con altre associazioni legate

all’arte e alla letteratura ed in special modo alla poesia. Le oramai note attività collegate agli eventi dei poeti dell’Ottovolante, hanno dato il via a queste collaborazioni, con associazioni come Cultura e società, Monginevro Cultura ed altre, che ci hanno arricchito tutti, nell’acquisire nuovi spunti per nuovi eventi e nuove finalità artistiche. Ottovolante poi è in pieno rigurgito rivoluzionario che grazie all’Amico Mario Parodi sta acquistando nuova forza per nuovi eventi che coinvolgeranno maggiormente personaggi di spicco della famiglia letteraria e poetica Torinese. Nulla poi, si perde, nello smalto sempre vivo dei premi, quello letterario e quello artistico, in cui il direttivo dell’associazione crede fermamente portandoli avanti con assiduità, costanza e fermezza. Il bando di quello letterario è oramai in pubblicizzazione avanzata, mentre si è appena concluso quello artistico.

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quindi chiaro che l’associazione continua a navigare a forte velocità nelle acque, sebbene sempre un poco tumultuose dell’arte e della cultura, ma con tenacia e voglia di continuare. Le adesioni e le attenzioni alle nostre attività aumentano, sia per richieste dirette, sia per richieste di informazioni che giungono continuamente sia tramite i mezzi tradizionali sia per quelli informatici. Questo ci è di conforto per avere sempre nuova voglia di continuare, per l’associazione e per l’arte torinese e non solo. Danilo Tacchino


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ANTOLOGIA DELL’OTTOVOLANTE

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antologia dal vivo finalmente è realtà: un manifesto poetico. Una rassegna di poesia da leggere, ascoltata dalla viva voce dei protagonisti, nella splendida cornice d’arte che è il salotto culturale dell’Associazione Arte Città Amica. Recensire me stesso su queste pagine, è fonte di imbarazzo, quindi cercherò di saltare a piè pari le “fatiche” letterarie, le notti sulla tastiera. Vi presenterò quarantasette poeti lettori a voce alta, sull’ottovolante poetico, che abbiamo fortemente voluto con Raffaella Spada, Danilo Tacchino e Mario Parodi, quest’ultimo mi accompagna nella conduzione delle serate che si svolgono un giovedì al mese. Ogni poeta ha qualcosa da urlare, il pubblico sempre numeroso, ha sempre qualcosa da imparare, c’è stato un continuo scambio, si può parlare davvero di parole che ci hanno contaminato: diverse voci, diverse provenienze, diversi stili, mille pensieri trasformati in saliva sputata, in completa sinergia d’intenti. Nessun pregiudizio, nessun “buoni o cattivi”, nessuna gara, solo voce, dalla Sicilia alla Svizzera. L’ottovolante da quattro anni, è la montagna russa culturale più alta di

Torino, con i suoi cento poeti che vi hanno partecipato. l quadro che fa da copertina è del maestro Pietro Giorgio Viotto, e s’ispira ai versi della poesia di Pablo Neruda: “quando sopra i villaggi palpita il tuo stendardo, cantano donne pazze congedando i fiumi…” da Cento Sonetti d’amore 1957 – 1959. Ogni autore ha inserito tre testi, è presentato da una mia recensione personale, libera, frutto dei miei appunti raccolti durante l’ascolto. Un’esperienza di sintesi unica, che ho deciso di raccogliere in questa antologia impreziosita dalle prefazioni di Tacchino e Parodi. Ecco gli artisti che hanno partecipato alla pubblicazione: Elisa Arnaudo, Claudio Bellino, Alessandro Bertolino, Loredana, Biffo Elena, Bonassi Paola, Bonetti Pietro, Cardona Gianfranco, Carignano, Paolo Castagno, Cristina Codazza, Maria Caterina Crupi, Antonio Derro, Katia Di Stella, Paulette Ducrè, Alessandra Ercolino (Rasha), Edoardo Fabbri, Pier Franco Franciscone, Aneta Timplaru, Horghidan, Giuseppe La sorella, Fabrizio Legger (Postremo Vate), Gabriella Lucatello, Cristina Maranzana, Mirella

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Mendola, Enrica Merlo, Mauro Dilani, Maurizio Alberto, Molinari, Franco Nervo, Marco Onofrio, Mario Parodi, Roberta Ottavini, Michele Perino, Gaetano Pizzuto, Maria Cristina Pollastro, Ivana Posti, Maria Rosa Quaglia, Riccardo Quadrello, Henni Rissone, Nicola Salvini, Immacolata Schiena, Federico Scurto, Serena Selvaggio, Laura Solinas, Igor Spadoni, Danilo Tacchino, Fabrizio Tiberio, Milena Tonelli, Danilo Torrito, Pietro Giorgio Viotto, Roberto Zarrella. Perché tu mi dici: poeta? A cura di Andrea Bolfi HOGWORDS Editore – Febbraio 2014 Chi volesse acquistare la pubblicazione è disponibile, su richiesta presso il curatore al costo 10 euro. Presentazioni pianificate: 8 Marzo 2014 presso Stanza della Poesia Palazzo Ducale - Genova 5 Aprile 2014 Vignola (Modena) 13 Aprile 2014 presso libreria Mondadori Pinerolo (Torino) 22 Maggio 2014 presso Cascina Roccafranca Torino . Andrea Bolfi

Davide Ghezzo, Claudio Calzoni e i loro mondi fantastici Ritratti di due scrittori torinesi appassionati di fantascienza

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ell’ambito del panorama letterario torinese del sottobosco poetico e narrativo della città subalpina, vogliamo segnalare ai lettori due autori particolarmente interessanti, che si muovono entrambi nell’ambito della letteratura fantastica e fantascientifica, vale a dire Davide Ghezzo e Claudio Calzoni, due autori che sono legati tra loro anche da una profonda e antica amicizia. Davide Ghezzo è nato a Torino nel 1959. Docente di materie letterarie e di latino nei licei torinesi, è sposato, ha due figli ed è un appassionato da letteratura fantastica e fantascienza. I suoi libri più recenti sono “After Wells” (un bel saggio sulla fantascienza novecentesca) e “Il tempo del serpente”, un avvincente “antiromanzo” ambientato a Torino. Entrambi i libri sono pubblicati dalle Edizioni della Vigna (Milano). Ma Ghezzo si è cimentato anche con la poesia, pubblicando il volumetto “La colpa di Psiche”, nonché saggi come “Eroi in diacronia”, pubblicato dalle Edizioni

Ippogrifo, di Luigi Di Cesare, oppure “Dei padri fondatori”, pubblicato da Elara Edizioni, con il quale ha ricevuto il Premio Italia 2010 per la saggistica. Davide Ghezzo è un uomo colto, di piacevole conversazione, uno scrittore che ama molto ritagliarsi degli spazi di solitudine per fantasticare e dare vita a saggi e racconti in cui, spaziando dal fantastico alla fantascienza, infonde vita sulla carta ai propri mondi interiori. Claudio Calzoni, anch’egli nato nel 1959, dopo aver frequentato Lettere all’Università, si è dedicato al commercio e lavora con i genitori nell’esercizio commerciale di famiglia. Sposato, anch’egli ha prole ed è amicissimo di Davide Ghezzo, sin dai tempi delle scuole elementari. Con Davide condivide la passione per la fantascienza e la letteratura fantastica. Nei ritagli di tempo sottratti al lavoro, scrive poesie e racconti, nei quali, gli elementi fantastici si amalgamano con toni apocalittici e vicende legate alla magia e all’esoterismo. L’ultimo libro pubblicato da Calzoni è la raccolta di racconti

fantastici “Magie oscure”, edita dalle Edizioni Hogwords (Pinerolo), libro che contiene anche un poemetto apocalittico intitolato “Millenium”. Tra le altre sue opere, la raccolta di poesie “Dannati e altre storie”, pubblicato da Rangoni nel 1997, il romanzo fantastico “Il Re Malato” (edito dalle Edizioni Ippogrifo, nel 1999). Sempre per Ippogrifo, insieme agli amici Ghezzo e Luigi Di Cesare, ha pubblicato il volume “I tre tempi della profezia”, che contiene tre romanzi brevi: “La forza del delirio” di Di Cesare, “Il dio delle talpe” di Ghezzo e “La traccia del fuoco”, per l’appunto, di Calzoni. Calzoni è uno scrittore gioviale e simpatico, molto caloroso, con il quale fa piacere condividere momenti conviviali. Per chi volesse mettersi in contatto con loro o richiedere i loro libri, eccovi le rispettive e-mail: ghezzodavide@libero.it claudio.calzoni@yahoo.it Fabrizio Legger


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IL GRANDE SOGNO ARTISTICO TORINESE, ALLA PROMOTRICE Visitata per noi dal nostro D.L. Danilo Tacchino dal ritratto a un interiore simbolismo, sino alle composizioni astratte e informali, ai materiali innovativi. Il panorama è quanto mai vario e poliedrico, ricco di suggestive interpretazioni e di brillanti soluzioni tecniche, di sensazioni e di sottili emozioni, di opere del passato vicino alle più recenti definizioni dell’immagine evocata. Un appuntamento quindi, mai scontato, ma sempre scandito dall’attenzione con la quale gli artisti guardano alla realtà quotidiana, ai sogni, al rapporto con la natura e l’ambiente, alla musicalità della luce che accende lo spazio. E per questa 172° Esposizione Arti Figurative della Promotrice, presieduta da Giovanni Prelle Forneris, sono state accettate 505 opere di 385 autori, dalla Commissione Artistica composta da Giampiero Actis, Sara carbone, Bartolomeo Delpero, Claudio Giacone, Renato Mandolesi, Fiorenzo Rota e Sergio Vasco, mentre si deve a Orietta Lorenzini il puntuale allestimento della Mostra e la cura del catalogo che, annualmente, accompagna questo evento cittadino e nazionale. (…) “ Anche moltissimi artisti della nostra associazione non sono stati guardare ed hanno partecipato attivamente all’esposizione, tant’è che essendo stato invitato da due di loro all’inaugurazione, mi sono poi trovato e, posso dirlo con cognizione di causa, letteralmente sommerso da tanti amici artisti

che hanno completamente assorbito la mia attenzione, verso le loro opere si, ma anche nella conoscenza ed ammirazione delle opere di artisti non conosciuti che, comunque, per forza di cose sono entrati nell’universo artistico del nostro centro. Alcuni nomi che ho incontrato? Dalla Gamba a Rizzari, dalla Nikolova alla Zucca, dalla Carbone a Pirrone, da Simonetta alla Cervellera e molti altri visti, salutati, intravisti e pure persi di vista nell’enorme confusione dell’inaugurazione, perché la quantità di persone presenti è stata veramente impressionante.

LA XILOGRAFIA : SCAMBIO CULTURALE ITALIA CINA

La xilografia cinese non usa inchiostri grassi e non stampa su legno di testa, mentre utilizza inchiostri ad acqua e la sfumatura dei colori è ottenuta con la rarefazione dei pigmenti. Afferma Gianfranco SCHIALVINO "l'aspetto manuale e artigianale che sta alla base della tecnica xilografica credo possa essere indispensabile disciplina per restituire all'artista la convinzione di poter svolgere un compito estetico nella peculiarità dell' immagine, etico nella sua dignità, sociale nella serialità".

12 marzo ore 18.00 Anche quest’anno il grande sogno della propositività artistica torinese si è disvelato. La 172° esposizione di arti figurative ha avuto la sua inaugurazione. Come ogni anno, verso primavera, il grande raduno degli artisti torinesi si evidenzia in tutto il suo splendore nel sommo tempio della Promotrice delle Belle Arti, al Valentino, al cospetto inaugurale di critici ed esponenti del mondo pubblico ed amministrativo della città Taurinense. Come è oramai tradizione per questa rassegna sociale della Promotrice, il bel catalogo di oltre 100 pagine, dimostra la qualità variegate e altisonante delle opere presentate e degli artisti in mostra. Importante anche la struttura organizzativa, dal consiglio direttivo della Società promotrice, alla sua commissione artistica che ha visionato le opere partecipanti. Come ha scritto il noto critico d’Arte Angelo Mistrangelo, (nonché Vicepresidente della Società Promotrice) nella Prefazione: ”Nella storica Palazzina Liberty al Valentino si rinnova l’incontro con i soci della Promotrice delle Belle Arti, con una serie di esperienze che attraverso pittura, scultura e grafica, trasmettono il clima dell’arte figurativa di area piemontese e non solo. Si coglie in particolare la sottesa energia di una ricerca che va dalle cadenze espressive del paesaggio alle pagine surreali e fantastiche,

di Roberto Curione

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on tutto ciò che è interscambio fra questi due PAESI va visto negativamente. A sorpresa, nel campo dell' arte, si sono trovati dei punti comuni molto interessanti, attraverso la xilografia. Una tecnica artistica molto antica, consolidatasi nel PAESE asiatico fra il 535 ed 620 circa dell'evo moderno. Fu riscoperta, per così dire, negli anni 3o del secolo scorso come mezzo di propaganda politica fra le grandi masse contadine ed analfabete dallo scrittore e poeta LU XUN. Nel 1931 fondò a Shangai il gruppo di "dissertazione e di studio sulla xilografia". Le tavole contenevano veri e propri messaggi di rivolta contro l'occupante giapponese, da cui, peraltro, venivano riprese alcune tecniche espressive. L'influenza maggiore era quella del potente vicino sovietico, ma non mancavano riferimenti all'espressionismo

tedesco. E' indubbio come queste opere di natura politica poco abbiano a che fare con la vera arte, che si "sustanzia" di poesia, ma restano un importante documento storico. La nuova xilografia cinese vuole ora esportare in OCCIDENTE i suoi valori tradizionali che dalle nostre parti non sono ancora perfettamente conosciuti. Si è svolto in questo contesto un interessante confronto fra Cina ed Italia, a Francavilla a Mare, Chieti, in cui ha partecipato, fra gli altri, l'artista torinese GIANNI VERNA, attratto sin dagli anni 60 dalle tecniche di stampa orientali, con Gianfranco SCHIALVINO, autore d'una relazione al convegno. I due artisti, com'è noto, sono i curatori della bella rivista xilografica "SMENS". La xilografia rappresenta il mezzo ideale per dare evidenza quasi plastica al rapporto fra uomo e natura.


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“KLIMT, ALLE ORIGINI DI UN MITO” A Milano una splendida mostra dedicata al maestro viennese

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ustav Klimt è la massima espressione dell’arte. La città di Milano, e in particolare l’aulica sede di Palazzo Reale, ha inaugurato con grande onore, dal 12 Marzo fino al 13 Luglio 2014 una raccolta sublime di 20 oli del maestro austriaco Klimt. L’esposizione è curata da Alfred Weidinger, noto studioso di Klimt e vice direttore del museo belvedere; occorre evidenziare anche la collaborazione della studiosa klimtiana Eva di Stefano. Gustav Klimt nasce a Vienna, nel 1862 ed è stato uno dei massimi esponenti dell’Art Nouveau, protagonista della secessione Viennese, movimento che nasce alla fine dell’800 con lo scopo di fondere più forme d’arte. Klimt si iscrive alla scuola di Arti e Mestieri realizzando decorazioni per vari edifici pubblici. Alcune sue decorazioni provocano critiche negative dalle autorità viennesi. L’artista è tra i fondatori della secessione viennese nel 1897; tra il 1905 e il 1909 Klimt realizza un importante mosaico per il palazzo Stoclet di Bruxelles. La sua idea di bellezza richiama la donna giovane, erotica e molto seducente. Il percorso espositivo della mostra desidera raccontare i rapporti famigliari e

affettivi del maestro austriaco evidenziando i primi anni della sua carriera alla Scuola di Arti Applicate e la passione per il teatro e la musica. La mostra è intitolata “Klimt. Alle origini di un mito” e incanta il pubblico con alcuni fra i più celebri capolavori noti al mondo come “Adamo ed Eva”, “Girasole”, “Salomé”, “Mucche” e primo fra tutti una riproduzione del “Fregio di Beethoven” al quale è dedicata una intera sala con in sottofondo della Nona Sinfonia dello stesso Beethoven. Klimt realizza tale opera in occasione della nota esposizione degli artisti che aderirono alla secessione viennese. L’opera del maestro venne realizzata direttamente sulla parete del Palazzo e non fu più rimosso. Diviso successivamente in sette parti e acquistato da vari privati, dopo varie vicende storiche, nel Palazzo della Secessione fu creato un locale ad-hoc per tale opera. La splendida mostra descrive molti mondi e percorsi artistici del maestro Klimt: vicini alle opere dei fratelli Georg ed Ernst sono esposti ritratti giovanili eseguiti da Gustav ai suoi famigliari. Sussiste poi una seconda parte della mostra dedicata all’apprendistato dei fratelli Klimt e proprio in tale occasione

fondarono la compagnia degli Artisti. Viene dedicato ampio spazio al periodo storico della “Kϋnster-Compagnie” fino al decesso di Ernst Klimt nel 1891. Nel percorso della mostra occorre evidenziare due sale dedicate al ritratto e al paesaggio. Fra i molti ritratti si può notare come ci fosse un rapporto particolare fra il pittore e le sue donne amate: in mostra alcune lettere d’amore dedicate a Emilie Flӧge particolarmente appassionate. La mostra si concluderà il 13 Luglio 2014 ed è sicuramente uno degli avvenimenti più importanti nell’ambito milanese. Silvia Ferrara

Gustav Klimt- Fregio di Bethoven, particolare

Rubrica I POETI DELL’

“Perché tu mi dici poeta?” i tratta di un percorso di conoscenza per incontrare chi fa poesia oggi e cercare i rispondere a cosa possa servire ancor oggi, nel mondo e nel tempo di internet, scrivere versi poetici. Arduo è il compito di ascoltare, catalogare, stimolare un gruppo di poeti al fine di comprendere meglio il sacro fuoco dell’ispirazione che spinge a scrivere.

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(A. Bolfi, M. Parodi)

Il sipario si è aperto su Gabriella Gumina, anche noi saliamo sul suo personale palcoscenico; è come conoscerla da anni. Il teatro è un film di vita in chiaro scuro, un sogno di pace e gioie illimitato. Lasciamo da parte ansie e le anguste strade della vita, ritroviamoci un po' psichedelici e siderali, su una pista sospesa verso lo spazio più profondo. Emozioni vive che si ripetono senza sosta, soprappensiero anche durante una giornata che non vorremmo di ungarettiana memoria: "Voglio essere lasciato solo così come un oggetto". Ascoltarla è come perdersi in una canzone con cori tristi, ci piace, e nonostante tutto vorremmo non finisse mai. Non perdiamo nemmeno una stilla di verso: "invade, riposa e ristora". Grazie Gabriella ritorna presto sul vagoncino dell'ottovolante, per vivere di poesia.

Pianto di donna Gocce di puro dolore bagnano il guanciale nel buio silenziose. Fiele che sgorga dal cuore e vela lo sguardo assonnato. Pianto di donna ferita, dalla vita. Ombre amiche raccolgono ogni lacrima che nemmeno una stilla vada persa fanno un diadema e lo portano all’Amore. L’Amore la vede e si commuove ed abbraccia di sonno la figlia, madre, moglie e sorella. Un sogno di pace e di gioia invade, riposa e ristora e l’alba carezza di sole la donna che adesso è più bella.

Gabriella Gumina


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A cura di Danilo Tacchino

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Due Artisti al Mese “Essere Artisti di Arte Città Amica significa essere uniti nella produzione artistica e nelle emozioni che essa offre, per determinare un messaggio creativo nel segno di una qualità mirata a far conoscere e conoscersi”

Giancastelli Al secolo, Gian Luigi Castelli. Con i suoi capelli bianchi, i suo sorriso sempre colmo di allegria discreta, la sua attenzione alle opere in mostra, per ogni evento che all’associazione si presenti, Gianluigi offre sempre il suo apporto ed il suo conforto. Pittore attento al nuovo ed all’assoluto, ama spesso colori che stemperano nell’azzurro e questo offre ai suoi fruitori respiri di ottimismo che vanno lontano, oltre i limiti dello smarrimento, percorrendo i sentieri che ricercano sempre e positivamente nuovi lidi nell’arte e per l’arte. Questo è ciò che mi ha comunicato Gianluigi, nei frequenti incontri in associazione. Gian Luigi Castelli nel 1999 ha creato il Plurispazialismo o Arte Simultanea o Arte Racconto. Si è ispirato ai tagli del pittore spazialista Lucio Fontana che fanno intuire spazi al di là della tela, spazi che Castelli identificò nei plurali spazi mentali ove collaborano inconscio e conscio e si realizzano il rimando ad altro, soluzioni mai definitive e la capacità di raccontare: un fluire cioè di pensieri e significanti che prende corpo nelle sue opere facendo pervenire alla logica delle sensazioni, pulsioni, emozioni e idee organizzate. Castelli ha introdotto nell’arte la visione della fisica quantistica con la sua in d et er min a zio n e p ro b a b ilist ica e sovrapposizione simultanea degli stati. Come

esemplificazione consideriamo le linee rosse del quadro “Demian”, esse contengono in sovrapposizione simultanea varie possibili interpretazioni che l’osservatore può personalmente far “collassare” e determinare in modo probabilistico e indeterminato a priori: tali linee possono essere interpretate come ovali, visi, petali di un tremulo fiore in sboccio, l’aggrapparsi al grigiore della vita, l’oscillare tra la felicità e la tristezza, ecc., interpretazioni che si moltiplicano nell’ambito delle correlazioni suggerite dal quadro e possono essere organizzate in racconti.

mento della sua opera sia pittorica sia poetica. Mirella non è donna che si fermi alla superficie. Scava nelle profondità del suo animo, ascolta e riflette su temi che gli si propongono via via che le mostre passano e gli “ottovolanti poetici ” si svolgono in una frenesia di intenti e di passioni, legati al pensiero ed alle sensazioni dei sentimenti che non hanno uguali. Mirella è donna colma di passione per la cultura che però non esprime in maniera esplicita ma vivendo attimo dopo attimo la sua vita, col cuore e con la mente. Mi sono letteralmente lasciato affascinare dalle sue opere, specialmente per quelle che ritraggono l’eterna arte della musica, per la sua precisione, che definirei addirittura epistemologica , nel descrivere col segno e con i colori, l’espressione della dinamica di un’arte eterna ed incontenibile come quella musicale. Ecco quindi che le arti si accomunano, si uniscono e si completano, e Mirella questo lo ha compreso molto bene.

Mirella Mendola Il fascino quasi impercettibile a primo acchito, quando non la si conosce, diviene prorompente e incontenibile, nell’approfondi-

ALFREDO LEVO, PITTORE, INCISORE, SCENOGRAFO RAI - IN MOSTRA ALLA PROMOTRICE FINO ALL’8 GIUGNO Egidio Albanese descrive l’esperienza della loro amicizia (dal catalogo della mostra ad un anno della scomparsa) Ho incontrato Levo all’Istituto Domenico Savio dove io accompagnavo le mie figlie e lui le nipoti. Dopo un periodo in cui, insieme ad altri genitori, prendevamo il caffé ogni mattino senza quasi conoscerci, ha avuto modo di vedere un ritratto di San Domenico Savio eseguito da me per un omaggio alla scuola. Una volta scoperta la nostra passione comune per l’arte è nata una profonda amicizia mai esaurita. Dopo aver visto la mia opera mi ci ha portato davanti e, con la sua proverbiale gentilezza, ha cominciato a lodarne le qualità «… vedi queste pennellate! Questa è Arte, chi è in grado di dare queste pennellate è uno che ha l’arte nel sangue, che può fare molto... Devi continuare, devi andare avanti!». Mi ha poi invitato ad andare nel suo studio e mi ha fatto vedere le sue opere. Da parte mia ne sono

rimasto entusiasta. In particolare mi hanno colpito l’effetto materico che dava alle sue opere e la poesia dell’accostamento del carboncino con l’acrilico. Cosa dire poi sui temi del passato con il quale ho subito trovato la massima affinità, d’altra parte non poteva che essere così viste le mie origini e che la mia prima volta, la prima volta in assoluto, all'età di 12 anni, che ho provato a mettere dei colori su un foglio di carta, ho rappresentato la nave di Enea che lasciava Troia incendiata, quadretto che ora, opportunamente incorniciato, fa bella mostra nelle pareti di casa, se non per la qualità, ottima essendo un primo tentativo, per l’affetto verso il “numero uno”. In seguito, nonostante la sua giustificata gelosia per la sua tecnica, unica e personale ha voluto condividerla con me. In breve sono diventato suo allievo, così, con

naturalezza, senza premeditazione. La qualità delle mie opere ha subito una costante escalation che sicuramente non ci sarebbe stata se non avessi avuto lui al mio fianco. Consigli dati comunque con umiltà, non con l’arroganza, di chi ti fa pesare che lui è il «Maestro» e tu l’ultimo arrivato che deve pendere dalle sue labbra. Umiltà con la quale arrivava ad ascoltare lui le rare volte in cui ero io a dire, «sai, qui non mi pare che tu l’abbia risolto bene, fossi in te lo rivedrei…». Da lui ho appreso anche la tecnica dell’incisione, l’unica produzione artistica di serie che mi affascina. Mi spiace solo che si tratti di una tecnica apprezzata da pochi eletti mentre la massa non vede che l’olio. Voglio cedere persino all’orgoglio di inserire in queste poche note, di Levo ci sarebbe da scrivere per ore, una delle mie incisioni proprio perché ritrae lui in un momento particolare. A levo non potrò che essere sempre riconoscente, per quanto insegnatomi e per la sua stupenda amicizia che, e non è retorica, resterà sempre scolpita nella mia mente.


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Pubblichiamo gli impegni del Centro per questo bimestre. Mentre andiamo in stampa, siamo a fine aprile, troviamo in esposizione la seconda delle due mostre dedicate al concorso, inaugurata il 26 aprile, oggetto di questo numero speciale di ACA News, mostra che si conclude il 3 maggio, alle ore 19.00. Sarà quindi ancora possibile, per chi viene da fuori Torino, visitarla anche subito dopo la cerimonia di premiazione. Ricordiamo che la prima sezione, relativa ai selezionati i cui nomi iniziano con le lettere comprese tra la A e la L, si è svolta dal 18 al 25 aprile.

Arte Città Amica presenta la mostra collettiva di pittura, scultura e grafica dal titolo “L'EROS NELL'ARTE E NON SOLO”. “Non c’è stato artista nel tempo che non abbia sentito lo stimolo istintivo di volersi cimentare sul tema dell’eros, anche se a volte solo come provocazione. Abbiamo potuto ammirare opere con corpi avvinghiati, un paio di gambe sensuali e snelle con calze a rete oppure piedi delicati con tacchi a spillo. Psicologi, filosofi, grandi scrittori hanno riempito infinite pagine sul tema dell’eros, della sensualità ossia del bello. Per gli artisti il titolo è stato stimolo di creatività d’intuizione, di bello, tutte qualità insite nell’animo dell’artista. La mostra ha lo scopo di unire in collettiva diverse tipologie d’arte (ogni artista opera secondo il proprio bagaglio culturale) divenendo un solo cuore pulsante, inoltre la collettiva è motivo di confronto e di amicizia.” La mostra si svolgerà dal 9 al 20 maggio. Le mostre successive saranno dedicate ai vincitori della Biennale "Città di Torino": dal 24 maggio al 3 giugno minipersonali di: • Giuseppe Borrello, 3° classificato nella sezione disegno e Grafica, • Luca Maria Marin, 2° classificato nella sezione pittura • Maria Paola Ceccarini, 3° classificato nella sezione pittura dal 7 al 17 giugno personale di: • Stefano Agostini, 1° classificato nella sezione pittura * * *

Presentata l’antologia l’8 marzo a Genova Palazzo Ducale Stanza della poesia. Un viaggio nella poesia dal vivo, tutto da leggere. Autori vari sull'ottovolante poetico della Associazione arte città amica. Presenti da Torino: Danilo Torrito, Igor Spadoni , Cristina Maranzana, Fabrizio Tiberio, Michele Perino. Prossime presentazioni pianificate: • 8 marzo, stanza della Poesia Palazzo Ducale - Genova; • 5 aprile, Vignola (Modena); • 13 aprile; libreria Mondatori - Pinerolo (Torino); • 22 maggio, Cascina Roccafranca Torino

Per la sezione letteraria continuano gli appuntamenti serali con Direttore: Danilo Tacchino.

In questo bimestre sono previsti 2 incontri, il primo il 15 maggio alle ore 21,00 e il secondo il 12 giugno. Sempre alle ore 21.00

T u t t e l e m o s t r e d i A r t e C i t t à a m i c a possono essere visitate nei seguenti orari: Da lunedì al sabato:

ore 16.00 - 19.00

Domenica e festivi:

chiuso

Impaginazione e grafica: Egidio Albanese

anno X, n° 3; magg. – giug. 2014


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