JESUS RODRIGUEZ DE LA TORRE

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Nebbia grigia «La veritá dell’arte risiede nel suo potere di rompere il monopolio della realtà stabilita (p.es. di quelli che la stabilirono) per definire ciò che è reale.» H. Marcuse. La dimensione estetica

Conosco l’opera di Jesús Rodríguez de la Torre de la alcuni anni, dal tempo delle atmosfere dense e azzurre. Quel lavoro era una passeggiata per la sorpresa. «Sognai che abitavo in stanze di marmo», mi viene in mente questo pezzo che allora ascolti qualche volta guardando questi quadri. Non sono di marmo queste stanze, pero sì che hanno il sapore speciale di quello che si sogna. Sono costruite di una materia più fugace, misteriosa. Con aria il pittore costruì questi spazi, con aria creò, di aria sono i personaggii come ombre, fantasmi quasi, che abitano questo palazzo di silenzo. Parlavamo come in un sussurro in quei giorni. Giorni terribili, alcuni, terribili anche i quadri a volte, belli sempre li uni e gli altri. Da lì veniamo, un tempo inquietante in cui ciò che è terribile si risolve in una sorta di asperità elegante, azzurra, malva e bianca. Sembra come se tutto accadesse di notte e un astro strano illuminasse le veglie, lo sfiorare del pennello su la tela. La sorte ¿obiettiva? è tornata a giocare le sue carte e ci ha portato a una casa differente. È cambiato il colore, la luce non è la stessa. Gli esseri che abitano questo tempo sono diversi; è come si fosseno svegliati... e ci guardassero. 57


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