FOGLIE n. 10/2014

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Agricoltura • Agroalimentare • Turismo RURALE

agricoltura Ciliegie: danni su varietà sino al 70%, le prime richieste d’aiuto a Governo e Regione

POLITICA De Castro Presidente della Commissione Agricoltura UE? Vendola: “Basta con le rendite parassitarie in agricoltura”

AGROALIMENTARE I pericoli alimentari in Italia, dal peperoncino vietnamita ai cachi israeliani

N° 10 • 1 Giugno 2014

DOPO IL DANNO

LA BEFFA Ciliegie: dopo il meteo killer, arrivano i turchi



PASSIONE E INNOVAZIONE

L’AGRICOLA NOCESE S.R.L. “ABBRACCIA L’AGRICOLTURA” La natura è la terra e la terra da la vita ……. e per far si che essa dia i suoi frutti bisogna coltivarla e lavorarla e l’Agricola Nocese s.r.l. da sempre realizza macchine per l’agricoltura che la “curano” in tutte le sue necessità. L’AGRICOLA NOCESE S.R.L. ha compiuto più di vent’anni e nasce come piccola officina di riparazioni, passando poi alla costruzione di Caricatori Frontali che è diventata, il cuore dell’azienda, ed ogni anno perfeziona e modifica in meglio il suo potenziale per stare al passo con i tempi, ampliando i sui obiettivi con la costruzione di una vasta gamma di attrezzi agricoli, con il commercio di plurimarche di trattrici e macchine agricole e movimento terra, diventando unico importatore di potatrici meccanizzate spagnole marca Jumar, con l’apertura di un magazzino di ricambi agricoli e con tante altre idee da elaborare e renderle reali. Ogni suo passo è frutto di una storia di lavoro dedicato all’agricoltura e dalla passione che mette in tutte le sue opere, cercando di soddisfare le necessità dei clienti, migliorando così la tecnologia delle macchine, oltre al servizio di assistenza. Oggi amplia e ingrandisce il suo magazzino ricambi, tutto per la fienagione di ogni marca come bcs, gaspardo, wolagri tonutti..… reti e spago di ottima qualità, tubi raccordati di diversa misura, assortimento di bulloneria, oleodinamica, oli, grassi, fanaleria, ricambi per trattrici, filtri aria, filtri olio per macchine agricole ed industriali…….. Venite a trovarci e sarete accolti da staff specializzato per ogni tipo di vostra esigenza nel campo dell’agricoltura. Disponendo inoltre di agevolazioni finanziarie a basso costo per offrire ai nostri clienti vantaggiose soluzioni di pagamento per qualsiasi esigenza.


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1 GIUGNO 2014 - n. 10 - Anno 9

Quindicinale di Agricoltura Agroalimentare Turismo RURALE

Iscritto all’Albo Cooperative a Mutualità Prevalente N.A182952 Editrice G.Ed.A. Giovani Editori Associati Soc. Coop. Via Alcide De Gasperi 11/13 - 70015 - Noci (BA) Direttore responsabile Vito Castellaneta Grafica e impaginazione

Hanno collaborato Donato Fanelli, Antonio Resta, Rocco Resta, Nicola Trisolini, Giuseppe Perrotta, Paola Dileo, Annalinda Laruccia, Nica Ruospo, Maria Fortino, Gianni Colaianni, Rino Pavone Annamaria Fanelli Pubblicità Click On Studio Via Q. Sella, 40 - 70122 - Bari Tel. 080 9755146 www.clickonstudio.it

Editoriale Vero Made in Italy sinonimo di sicurezza

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di Vito Castellaneta

ambiano i consumi alimentari degli italiani che tagliano la spesa, le modalità di acquisto e modificano la composizione del carrello della spesa. Cambia anche l’offerta dei prodotti agroalimentari, a partire dai prodotti più tradizionali, dalla pasta alla pizza, dai sughi ai salumi fino al pane, con innovazioni rivoluzionarie per sostenere l’economia del Paese, ma anche pericolose furbizie per abbattere i costi. Di questo si è parlato nel corso del maxi appuntamento di oltre diecimila agricoltori della Coldiretti dalle diverse regioni che si è tenuto a Napoli, al Teatro Palapartenope, per sostenere la qualità alimentare ‘Made in Italy’ dal campo alla tavola. Nell’occasione è stato presentato il dossier Coldiretti 2014 sulla “Crisi nel piatto degli italiani” con analisi e tendenze degli italiani ed è stato anche aperto un “minilaboratorio” per conoscere come sono cambiati i più comuni prodotti alimentari nel tempo della crisi, con la prima esposizione sulla “Classifica dei cibi più contaminati”. Il primato di sicurezza è stato ottenuto dal Made in Italy a tavola grazie all’impegno degli imprenditori agricoli per la progressiva diminuzione nell’utilizzo di fitofarmaci tossici che è più che dimezzato negli ultimi dieci anni secondo l’Istat, la crescita esponenziale di sistemi di coltivazione ecocompatibili per i quali l’Italia ha il record nella capacità di utilizzo delle risorse comunitarie e la

leadership in Europa conquistata nel biologico con oltre un milioni di ettari coltivati. Il problema rimane il solito: quello della contraffazione. La Puglia è letteralmente invasa da prodotti provenienti dall’estero e spacciati per ‘made in Italy’: olio, uva, agrumi, ortaggi, quali cavoli e broccoli, meloni e angurie, ciliegie melegrane, peperoncini, aglio quasi tutto rigorosamente cinese e finanche i famosi lampascioni, ormai più tunisini che pugliesi. Con il 61,5 per cento dei campioni risultati irregolari per la presenza di residui chimici è il peperoncino proveniente dal Vietnam il prodotto alimentare meno sicuro in vendita in Italia che, nel corso del 2013, ne ha importato ben 273.800 chili per utilizzarlo nella preparazione di sughi tipici come l’arrabbiata, la diavola o la puttanesca piccante e per insaporire l’olio o per condire piatti senza alcuna informazione per i consumatori. Nello specifico secondo una analisi della Coldiretti viene dall’estero ben il 40% del frumento duro utilizzato per produrre la pasta, il 60% il frumento tenero per produrre il pane, il 40% della carne bovina, il 35% della carne suina da consumare fresca o da trasformare in salumi e prosciutti e il 45% del latte per prodotti lattiero caseari. Tra l’altro sono importati dalla Cina oltre 80 milioni di chili di pomodori conservati destinati con la rilavorazione industriale a trasformarsi magicamente in prodotti ‘Made in Italy’.

Stampa Grafica 080 - Modugno (BA) Registrato al Registro Nazionale della Stampa Tribunale di Bari N. 61/06 del 15/11/2006 www.foglie.tv redazione@foglie.tv 347 9040264

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Sommario AGRICOLTURA

8 il Manifesto del bio pugliese

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Promosso dal CIBi eccellenze imprenditoriali Giovani Imprenditori Confindustria Lecce ciliegie: Danni sino al 70% Colpa delle condizioni climatiche

agroalimentare

politica

16 I pericoli alimentari in italia 16 Vendola: “Basta rendite”

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lenticchie turche e arance dell’ uruguay operazione verità su nitrati Coinvolgimento zootecnia trascurabile ”Frullito”: lo smoothies Rigorosamente Made in Puglia Gemelli@fornelli L’alta gastronomia in corsia

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mondo gal

26 La study visit del Gal Seb

Tre giorni per studiare la rete del Dce

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Durante l’incontro Coldiretti a Napoli scenari “agricoli” dopo il voto Europee: Paolo De Castro presidente? Approvata la risoluzione pac L’agricoltura settore strategico Ritardi premi ai pescatori In ginocchio il comparto ittico tassazione sull’energia pulita UNCAI esprime preoccupazione

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eventi

28 Miss Progress International

Stop all’uso dei sacchetti di plastica cantina Vini Manduria al BITEG Borsa del Turismo Enogastronomico

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Promosso dal CIBi e condiviso da 500 produttori

Nasce il Manifesto del biologico pugliese

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asce il Manifesto del biologico pugliese: un documento ricco di proposte operative, consegnato alla Regione Puglia affinché lo adotti nel Programma di Sviluppo Rurale in vista della nuova Pac, per incrementare uno dei settori trainanti dell’agricoltura regionale. Promosso dal CIBi - Consorzio Italiano per il Biologico, il documento è stato condiviso dalla rete di circa 500 produttori che hanno preso parte agli incontri itineranti della Settimana di Bio in Puglia, iniziativa appena conclusa e organizzata da Unioncamere Puglia - partner della rete Enterprise Europe Network nell’ambito delle attività del Progetto Bridg€conomies - con organizzazione tecnica del CIBi. Tra le proposte del Manifesto: destinare almeno il 30% delle risorse in tutte le misure del PSR (non solo di

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quelle agro-ambientali) a favore delle aziende e filiere biologiche certificate; estendere a tutto il territorio pugliese i premi del biologico senza alcuna limitazione legate a zone o superifici minime; privilegiare con premialità e criteri di priorità le aziende bio e la costituzione di OP (Organizzazioni di Produttori) specializzate, in tutte le misure del PSR; incentivare i servizi di ricerca e assistenza tecnica per la creazione di un distretto agro-biologico pugliese. “L’enorme diffusione dell’agricoltura biologica in Puglia - spiega il presidente del CIBi, Nino Paparella - con una superficie coltivata di 172.111 ettari (dati Sinab 2012) e 6.111 operatori economici controllati, di cui ben 462 ‘preparatori esclusivi’ ovvero di industrie agroalimentari biologiche che non beneficiano del sistema dei premi agro-ambientali eppure hanno scelto

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di produrre e vendere cibo prodotti bio. Un settore che genera un fatturato stimato di circa 500 milioni di euro, superiore al 20% dell’intera Plv (produzione lorda vendibile) agricola pugliese, con un beneficio di prezzo rispetto alle corrispondenti produzioni convenzionali di oltre il 20%, pari a circa 100 milioni di euro. Il bio dunque non può essere più considerato semplicemente una nicchia, ma si propone come elemento trainante di tutto il sistema agro-alimentare pugliese, perché è in grado di cogliere da un lato il bisogno di ‘disintossicazione’ ambientale e salutistico causato dall’impiego indiscriminato di fitofarmaci e concimi chimici, dall’altro di rispondere alla crescente domanda del mercato di cibo sempre più genuino ed eticamente corretto, anche legato a particolari stili alimentari, dal vegano al gluten free al crudista”. Il Manifesto contiene inoltre proposte per la tutela di acqua, suolo e aria e per gli aspetti sociali legati all’agricoltura bio.

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La terza edizione della Settimana del Bio, all’insegna del tema “Il Biologico tra nuova Pac e opportunità di mercato”, ha previsto un ciclo di cinque seminari itineranti per trasferire le novità della riforma sul biologico a tutti i soggetti del settore: organizzati in collaborazione con le cinque Camere di Commercio di Puglia e il Consorzio Puglia Natura, si sono tenuti negli enti camerali di Bari, Foggia Lecce, Taranto e all’IISS “Pantanelli” di Ostuni (Brindisi). “Il manifesto del biologico pugliese è un traguardo di sistema per offrire ulteriori opportunità di crescita e sviluppo ad un comparto in grande

espansione. E’ importante evidenziare che sia scaturito dalla settimana bio – dice il presidente di Unioncamere Puglia Alessandro Ambrosi – che è servita ad informare e preparare tutti gli attori del settore agricolo ai nuovi scenari della Politica Agricola Comune del futuro. L’applicazione dei recenti regolamenti CE relativi alla ‘nuova’ Pac e il nuovo regolamento in discussione presso l’Unione Europea in materia di controlli, con le sue novità rilevanti, richiede alle aziende un’attenzione particolare. Con i seminari abbiamo voluto dare il nostro contributo alla corretta informazione.”

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Il viaggio del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Lecce

Tra le eccellenze imprenditoriali salentine

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l Gruppo Giovani imprenditori di Confindustria Lecce organizza a partire dal prossimo 22 maggio un tour, un viaggio alla riscoperta delle eccellenze imprenditoriali del Territorio. Obiettivo di queste visite d’eccezione - che si aprono con l’azienda vitivinicola Cantele- è quello di accrescere la cultura d’impresa e creare un momento di confronto generazionale con le figure imprenditoriali a capo delle piccole e medie imprese salentine. “Gli incontri – afferma la presidente del Gruppo Giovani Imprenditori, Viola Margiotta – serviranno ad alimentare il dibattito con gli imprenditori di prima, seconda o terza generazione, uomini di grande valore che hanno compiuto e compiono quotidianamente scelte strategiche per adeguarsi al contesto competitivo in continua evoluzione e per superare le

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criticità che l’economia nel complesso sta attraversando. Un momento per cercare di scambiare idee e valori e trovare una sinergia che contribuisca a rafforzare il nostro sistema produttivo e in qualche modo ad educare le giovani generazioni alla cultura ed alla valorizzazione delle imprese. L’evento, infatti, oltre a coinvolgere noi giovani, vedrà la partecipazione degli studenti dell’Università del Salento e degli allievi di alcune istituzioni scolastiche della Provincia di Lecce”. La spinta a realizzare questo viaggio è data dalla convinzione che le esperienze e le migliori pratiche sono per i giovani imprenditori nutrimento e linfa vitale di cui fare tesoro e metterle in pratica per superare le sfide di ogni giorno. Le visite aziendali proseguiranno anche in luglio e settembre presso ulteriori aziende di eccellenza del territorio.

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Colpa delle cattive condizioni climatiche

“Danni sino al 70% sulla produzione cerasicola”

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ella graduatoria dei prodotti agricoli pugliesi nel contesto nazionale sono addirittura al primo posto con quasi 530 mila quintali per una superficie di oltre 16.600 ettari, di cui 16.100 soltanto nella provincia di Bari. Sono le ciliegie, la cui produzione nella nostra regione è pari quasi al 40% sul totale nazionale. Eppure, la raccolta 2014 del cosiddetto “oro rosso” non è affatto partita con il piede giusto, ed i produttori “piangono” a causa del meteo killer. Tra le cause principali di questa “disfatta”, c’è infatti la situazione metereologica, caratterizzata dall’alternanza di caldo anomalo e di piogge battenti. «Le ciliegie stanno pagando un prezzo altissimo dall’andamento climatico anomalo, perché tra le piccole ma intense ondate di caldo e piogge incessanti quanto improvvise hanno arrecato danni incalcolabili al carico dei ciliegi in piena produzione», sottolinea Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia. E il tempo – guardando le previsioni che prevedono per le prossime settimane temperature vicine ai 30° – non promette niente di buono. E’ accaduto, infatti, che anche quest’anno la maturazione della ciliegia è arrivata con largo anticipo, ma è stata azzerata dalle non favorevoli condizioni climatiche. Il 2014, dunque, sarà l’annus horribilis della ciliegia? Difficile dirlo, ma nel frattempo la Cia di Bari è pronta a chiedere alla Regione lo stato di calamità. Stagione fallimentare? «La campagna non poteva iniziare peggio – racconta Umberto Bucci, presidente di Confagricoltura Puglia - perché le ripetute piogge e anche le grandinate hanno causato danni con punte anche del 70% a tutte le varietà, in modo particolare alla Bigarreaux. E quel che è peggio – sottolinea ancora Bucci – è che quest’anno la domanda è forte». Oltre al tempo, però, un altro grosso ostacolo alla campagna dell›oro

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rosso pugliese (e non solo purtroppo) c›è la concorrenza spesso sleale dei paesi esteri, specie di quelli che si affacciano sul Mediterraneo. «Il boom delle ciliegie turche dovrebbe arrivare in questa settimana, ed è un prodotto di alta qualità e con un prezzo finale davvero interessante, che viene fuori da un costo di produzione più basso di quello italiano», - continua Bucci - “e poi c’è il pericolo della ciliegia taroccata purtroppo viene spacciata come italiana ma che di italiano ha ben poco». A proposito di ciliegie turche bisogna ricordare come quest’anno la loro produzione sia aumentata del 20%: per i nostri agricoltori quindi oltre al danno (leggi meteo), la beffa . Il prezzo dato alle ciliegie pugliesi, spesso non è in grado di coprire i costi di raccolta, che quest’anno sono diventati ancora più esosi da sostenere. Ciliegie “spaccate” nell›area del sud est barese (dove si produce l›80% di ciliegie della provincia di Bari) piangono, ed anche a nord del capoluogo non si ride. «Stiamo assistendo – ragiona Giuseppe Calò, imprenditore cerasicolo - al cosiddetto fenomeno dello spacco delle ciliegie proprio durante la fase immediatamente successiva alla fioritura,

causato proprio dalle piogge inattese delle ultime settimane». La Cia (Confederazione italiana agricoltori) Puglia nel corso dell’incontro con i produttori cerasicoli suoi iscritti, ha chiesto che la Regione Puglia e il Governo Nazionale intervengano con provvedimenti eccezionali. La Cia denuncia il sistema assicurativo di protezione delle colture assolutamente penalizzante perché impostato esclusivamente sugli interessi delle compagnie assicurative, e non trova nessuna convenienza da parte delle aziende agricole ad assicurarsi. Le condizioni capestro delle compagnie assicurative sono, secondo l’organizzazione di categoria, la concausa della situazione difficile che stanno vivendo le aziende agricole colpite. Queste le principali richieste: la perimetrazione immediata, da parte della Regione Puglia, delle zone colpite dal maltempo; lo sgravio dei contributi INPS per l’assunzione della manodopera agricola e per i contributi previdenziali propri dei Coltivatori Diretti; l’inserimento negli aiuti accoppiati della nuova PAC per i primi 2 anni di un aiuto speciale per le aziende cerasicole colpite che tenga conto delle gravi perdite produttive (pari a circa 8-9 mila euro ad ettaro). www.foglie.tv


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Il pugliese Paolo De Castro presidente della commissione agricoltura?

Europee – Gli scenari “agricoli” dopo il voto

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ono due i candidati politici “agricoli” eletti al Parlamento Europeo. Si tratta del pugliese Paolo De Castro e del siciliano Giovanni La Via. L’Italia potrebbe rivendicare la presidenza della Commissione Agricoltura e proporre proprio il salentino Paolo De Castro. L’eurodeputato, al suo secondo mandato, è stato presidente della Commissione agricoltura di Strasburgo ed è apprezzato unanimemente per la sua competenza. Certo, i nomi dei commissari potrebbero essere scelti tra non deputati, ma questo tradirebbe lo spirito del trattato di Lisbona. BARI – Poche centinaia di voti non hanno regalato a Decaro la vittoria al primo turno nei confronti dell’avversario di Centro Destra Mimmo Di Paola. Nella campagna elettorale i due candidati favoriti – Decaro poco più di 40 anni, Di Paola quasi 66 – hanno

puntato su due programmi differenti: il parlamentare democratico ha sfoderato l’asso nella manica del reddito di cittadinanza, puntando anche sulla mobilità e sui servizi ai cittadini. Di Paola ha calato sul tavolo da gioco la sua visione del futuro della città con una ottica molto imprenditoriale, dichiarando di essere anche pronto «a cercare le risorse anche tra i privati» e “attirando investimenti dall’estero”. Ballottaggio anche a Foggia. RUTIGLIANO - Roberto Romagno (Centro – Destra) nuovamente sinda-

co. Per appena 7 voti evita il ballottaggio e vince con il 50,06% (5856 preferenze). Minguccio Altieri si ferma a 4686 preferenze (40,06%). Mentre Nicola Giampaolo non raggiunge il 10% (1156 voti - 9,88%). PROVINCIA BARI – Vince il Centro Destra nei principali centri chiamati al voto: Corato (Massimo Mazzilli), Putignano (Domenico Giannandrea), Turi (Domenico Coppi). Fra i centri principali del resto della Puglia si va al ballottaggio ad Ostuni e San Severo.

WWW.FOGLIE.TV l’informazione sul mondo agricolo a portata di click

ITINERAMURGIA 2014 Altamura in bike con Orme Bike

Da Sipcam italia Difesa della vite da peronospora

Il giardino delle rose Villa Larocca e le erbacee spontanee

Si è registrata grande partecipazione e non è mancato l’entusiasmo da parte di chi ha scelto di trascorrere il weekend alla scoperta dei tesori archeologici della terra di Altamura. Ma non solo, perché la pedalata ecologica del 24 e 25 maggio è stata una perfetta commistione tra sport e cultura.

Ospiti delle Cantine Due Palme per un incontro tecnico informativo la Sipcam Italia ha potuto illustrare alla platea dei soci dell’importante Cantina Cooperativa le proprie strategie innovative di difesa della vite da peronospora e oidio. La difesa della vite quindi come tema centrale delle riunioni collettive settimanali organizzate dalle Cantine due Palme.

Quest’anno il tradizionale appuntamento della Festa delle Rose con visita al Giardino di Villa Larocca, unico a Bari per qualità e quantità, si svolto unitamente a quello della presentazione del “Giardino delle piante erbacee spontanee” a cura del Prof. Pasquale Montemurro dell’Università di Bari.

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Durante l’incontro Territoriale Coldiretti a Napoli

Vendola: “Basta con le rendite parassitarie in agricoltura”

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a domanda di cambiamento che ha rischiato di mettere in discussione l’idea stessa di Unione europea dovrà portare ad un radicale cambiamento delle politiche agricole, contro ogni rendita parassitaria, queste enormi estensioni che sono state finanziate anche quando non era l’attività agricola a beneficiarne. Oggi dob-

biamo lavorare sull’innovazione, attirando i giovani in agricoltura, giovani che ad un certo punto non sono più riusciti a trovare le giuste ragioni per restare in agricoltura. Siamo la regione delle eccellenze agroalimentari, dalla pasta al vino rosato, che abbiamo tentato di tutelare e promuovere a livello comunitario attraverso grandi battaglie ed il Marchio Prodotti di Puglia”.

Allarme “veleni” da peperoncino vietnamita a riso indiano

I pericoli alimentari in italia, dalle lenticchie turche alle arance dell’ uruguay

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on il 61,5 per cento dei campioni risultati irregolari per la presenza di residui chimici è il peperoncino proveniente dal Vietnam il prodotto alimentare meno sicuro in vendita in Italia che, nel corso del 2013, ne ha importato ben 273.800 chili: è quanto emerge dal Dossier “La crisi nel piatto degli italiani nel 2014”, presentato dalla Coldiretti assieme con una esposizione della “Classifica dei cibi piu’ contaminati”, elaborata sulla base delle analisi condotte dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel Rapporto 2014 sui Residui dei Fitosanitari in Europa, al Teatro Palapartenope di Napoli, dove sono giunti diecimila coltivatori provenienti dalle diverse regioni insieme al Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Un pericolo legato al fatto che, sotto la pressione della crisi, è sostenuto il commercio di surrogati, sottoprodotti e aromi artificiali, oltre che di alimenti a basso costo ma a rischio elevato come dimostra il fatto che le importazioni agroalimentari in Italia hanno raggiunto la cifra record di 39 miliardi di euro nel 2013 con un aumento del 20 per cento rispetto all’inizio della crisi nel 2007. Se nella maggioranza del peperoncino dal Vietnam esaminato è stato trovata la presenza in eccesso di difenoconazolo, ma anche

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di hexaconazolo e carbendazim che sono vietati in Italia sul peperoncino, a preoccupare è anche l’arrivo sul territorio nazionale nel 2013 di 1,6 milioni di chili di lenticchie dalla Turchia che, secondo l’Efsa, sono irregolari in un caso su quattro (24,3 per cento) per residui chimici in eccesso e delle arance dall’Uruguay che presentano il 19 per cento dei campioni al di sopra dei limiti di legge per la presenza di pesticidi come imazalil ma anche di fenthion, e ortofenilfenolo vietati in Italia. Si tratta di valori preoccupanti per un Paese come l’ltalia che può con-

tare su una produzione Made in Italy con livelli di sicurezza da record con un numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite di appena lo 0,2 per cento che sono risultati peraltro inferiori di nove volte a quelli della media europea (1,6 per cento di irregolarità) e addirittura di 32 volte a quelli extracomunitari (7,9 per cento di irregolarità), sulla base delle elaborazioni Coldiretti sulle analisi condotte dall’Efsa e del piano coordinato europeo dei controlli sui residui fitosanitari. Un pericolo che colpisce ingiustamente soprattutto www.foglie.tv


quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa a causa della crisi e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo dietro i quali spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di diversa qualità o metodi di produzione alternativi. “In questo contesto è importante la decisione annunciata dal Ministro della Salute, On. Beatrice Lorenzin,

di accogliere la nostra richiesta di togliere il segreto e di rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri per poi magari parlare di Made in Italy nelle pubblicità”, ha sottolineato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel

precisare che “in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza e lo stop al segreto sui flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero è un primo passo che va completato con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti”.

Coinvolgimento zootecnia del tutto trascurabile

Finalmente operazione verità su nitrati

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i è fatta finalmente quell’operazione verità da tempo auspicata sulla vicenda nitrati e sulle lacune e falsificazioni nell’attribuzione alla zootecnia della responsabilità esclusiva di inquinamento delle acque. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare la riunione al Ministero dell’Agricoltura d’intesa con le regioni del bacino idrico del Po, congiuntamente con l’Amministrazione dell’Ambiente. Risulta ormai chiarito anche dall’Istituto superiore per la

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protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) come il coinvolgimento della fonte zootecnica nelle problematiche ambientali sia del tutto trascurabile. Se in Europa i dati ufficiali forniti dalla Commissione confermano come tra i paesi in cui le concentrazioni massime registrate di nitrati nelle acque attribuiscono alla Germania il ruolo di Paese maggior inquinatore a causa di un modello zootecnico intensivo, nel nostro Paese occorre ricercare fuori dall’agricoltura le cause del deterioramento della qualità delle acque, così come già l’accordo

del 2011 della Conferenza Stato Regioni aveva intuito avviando la realizzazione di nuovi studi sulla natura e l’origine del superamento dei valori soglia. L’operazione potrà consentire di dare piena attuazione ai nuovi indirizzi di politica agricola europea che hanno stabilito il rafforzamento delle misure di sostegno al settore zootecnico che nel nostro Paese risulta organizzato con modalità sostenibili per la diffusione sul territorio e la complementarietà con la produzione di alimenti tipici e di qualità.

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A Arriva “Frullito”: lo smoothies rigorosamente Made in Puglia groalimentare

La merenda benefica e alternativa con succo d’uva, purea di ortaggi e fermenti lattici

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uone notizie dal mondo della ricerca: da oggi c’è un valido alleato nella lotta ai junck food (cibi spazzatura). Si tratta di “Frullito”, un prodotto fresco, del genere smoothies, ossia una vellutata a base di succo d’uva e purea di verdure, arricchita di fermenti lattici probiotici, isolati da materie prime vegetali (frutta e verdura rigorosamente Made in Puglia). Una vera rivoluzione per la categoria frullati e centrifugati, perché Frullito è un concentrato di principi funzionali, di vitamine, dall’elevato potere nutrizionale ma allo stesso tempo poco calorico e in grado di soddisfare il fabbisogno giornaliero di frutta e verdura. Artefici del progetto SmoothiesLAB, e quindi dell’innovativa merenda, sono l’Università degli Studi di Bari – Facoltà d’Agraria, Coldiretti Giovani Impresa Puglia, l’Azienda Agricola Fanelli di Conversano e il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Alla dott.ssa Raffaella Di Cagno, ricercatrice in Microbiologia Agraria e referente del progetto chiediamo: Come nasce il progetto “SmoothiesLab”? Il progetto nasce da una linea di ricerca coordinata dal Prof. Gobbetti , con la mia collaborazione, che la Sezione

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di Microbiologia Applicata del Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti sta portando avanti da alcuni anni, sull’impiego di batteri lattici per la fermentazione lattica delle materie prime orto-frutticole. La fermentazione lattica costituisce un esempio di biotecnologia semplice e a basso costo per preservare o migliorare la qualità nutrizionale e funzionale dei prodotti vegetali. Considerato il target dei progetti di ricerca industriale nel settore dell’agricoltura proposti dal MIPAAF e lo stretto legame con la Coldiretti di Bari per pregresse collaborazioni, lo studio di base ha trovato piena realizzazione nella presentazione del progetto. Perché un frullato di frutta e verdura con fermenti lattici ? In generale, l’interesse per i prodotti

di Paola Dileo

vegetali minimamente processati ad alto valore nutrizionale e sensoriale è crescente. Allo stato attuale non esistono sul mercato prodotti a base di ortaggi e frutta tipo frullato fermentati con batteri lattici. I batteri lattici costituiscono una parte ridotta del microbiota autoctono dei frutti e ortaggi, la cui diversità varia in funzione delle caratteristiche intrinseche ed estrinseche delle stesse materie prime vegetali. Recentemente, alcuni studi della sezione di Microbiologia hanno mostrato che, rispetto a biotipi alloctoni o ad una fermentazione spontanea, l’impiego di biotipi autoctoni permette l’ottenimento di prodotti orto-frutticoli con proprietà desiderate. L’adattamento alle caratteristiche intrinseche delle materie prime è, infatti, uno dei principali prerequisiti per raggiungere una rapida fermentazione e determinare proprietà nutrizionali, sensoriali, reologiche e di conservabilità ottimali dei prodotti. La definizione di tale protocollo biotecnologico può contribuire ad incrementare il consumo giornaliero di materie prime vegetali. Quali sono le differenze qualitative tra “Frullito” e i centrifugati attualmente in commercio? L’uso combinato della fermentazione e delle materie prime orto-frutticole costituisce un ottimo connubio biotecnologico che ha permesso di incrementare il valore funzionale del www.foglie.tv


prodotto. In particolare, l’impiego di batteri lattici autoctoni ha garantito una prolungata shelf-life, una preservazione delle proprietà nutrizionali (es. concentrazione di polifenoli, attività antiossidante, concentrazione acido ascorbico) reologiche (preservazione del colore) e sensoriali. Come si conserva e quanto dura? La conservazione è refrigerata per ca. 30 – 40 gg. Perché si è scelto il succo d’uva? Pensate di allargare l’offerta dei gusti e con quali abbinamenti? La scelta del succo d’uva scaturisce sia dalla necessità di offrire alle aziende agricole del settore un ulteriore possibilità d’impiego di tale materia prima anche in termini di riduzione degli scarti aziendali e sia per apportare un valore aggiunto al prodotto. L’Università è attualmente impegnata nella sperimentazione di nuove formule con succo d’uva e succo di more, d’aloe vera, d’albicocca, pesca, sedano, prezzemolo e tanto altro. Le materie prime sono rigorosa-

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Raffaella Di Cagno

mente Made in Puglia, è concepibile una DOP in futuro? A questo aspetto è molto attenta la Coldiretti che potrebbe in futuro essere interessata all’attribuzione di un tale marchio. A quando la distribuzione e a che livelli? Prevedete anche distributori automatici e dove?

Al momento lo studio è in uno stadio prototipale, sebbene il coinvolgimento dell’azienda Fanelli (soggetto proponente) sta ponendo le basi per una futura commercializzazione come si è evinto anche da indagini di mercato e di fattibilità. L’interesse dell’azienda è soprattutto verso i distributori automatici.

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Un progetto pilota promosso dal Policlinico “A. Gemelli” di Roma e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore

Gemelli@fornelli: l’alta gastronomia in corsia e con un clic anche nelle nostre case

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e c’è un paese al mondo dove il cibo scandisce più di altro la vita sociale dei suoi abitanti quello è l’Italia. Si spiega cosi la fortuna crescente di programmi TV in cui cuochi di prestigio inneggiano l’arte culinaria con seducenti intingoli, senza soffermarsi più di tanto, sulla cifra calorica o su eventuali minacce per la salute. Su emulazione pranzi, cene, happy hour sono sempre meno frugali e l’invito del mondo medico-scientifico a nutrirsi più consapevolmente cade nell’oblio. Ma il Policlinico Agostino Gemelli di Roma non demorde e pensa bene di intervenire con un progetto innovativo e interattivo: Gemelli@ Fornelli, un sito internet interamente dedicato all’alimentazione con relativo profilo Facebook, per consentire a chiunque di accedere al servizio. Con un semplice clic sull’immagine simbolica che richiama una specifica malattia (per es. diabete, pressione arteriosa, tumore, anoressia, bulimia, sindrome metabolica ecc, ecc) è possibile fare domande, esporre dubbi o commentare e condividere idee e foto. Sempre nel rispetto delle prescrizioni

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di Paola Dileo

mediche sarà possibile ottenere assistenza nutrizionale a distanza e quindi ricevere in pochi giorni risposte qualificate, sintesi del confronto tra chef e medici specialisti della nutrizione del Policlinico “ A. Gemelli”. A sostegno dell’équipe di esperti anche uno chef stellato, il tedesco Heinz Beck, che dimostrerà con ricette o consigli, come conciliare salute e gusto, al nostro do-

micilio e a costi contenuti. In molti ritroveranno il piacere di mangiar bene, sapido e benefico allo stesso tempo. Infatti il motto di Heinz Beck è”non abbiate paura di sprecare tempo in cucina perché è investito bene, in prevenzione, benessere fisico, psicologico e sociale”. Il progetto Gemelli@Fornelli si rivolge a un vasto pubblico, a degenti o dimessi, a chi soffre di distur-

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bi alimentari, ma anche a coloro che intendono migliorare le proprie abitudini alimentari. In un futuro prossimo i menù serviti ai degenti del Gemelli saranno personalizzati da Heinz Beck. La sfida lanciata da questa squadra di specialisti coglie l’urgente fabbisogno informativo ed educativo sui temi alimentari: il numero di bambini e adolescenti in sovrappeso nel nostro Paese è sempre crescente con rischi elevati di ammalarsi di diabete in età infantile – i bambini diabetici in Italia sono 15000 - ; è ora d’intervenire e di valorizzare la dieta dei nostri nonni a base di cereali, legumi, verdure, preferendo i cibi integrali a quelli raffinati, il pesce e la carne bianca a quella rossa. Per i diabetici in particolare, Gemelli@Fornelli propone una sfiziosa torta con farina di ceci e verdure che può incontrare il gradimento anche dei più piccoli. * Si ringrazia per la collaborazione il prof. Giacinto Abele Miggiano – Direttore U.O. C. di Dietetica - Policlinico A. Gemelli di Roma e l’intero staff del progetto Gemelli@Fornelli

La ricetta di Heinz Beck per i diabetici

Torta di ceci con zucchine e carote (per 4 persone) Ingredienti Torta di ceci 250 g di farina di ceci 600cl di acqua 1 pizzico di sale Verdure 80 g di zucchine 80 g di carote Olio extravergine qb 1 bicchiere di acqua Un rametto di rosmarino per guarnire Procedimento

Lavare e pulire le carote e le zucchine. Tagliare le verdure a cubetti e saltarle in una padella con un filo d’olio extravergine d’oliva. Aggiungere un bicchiere d’acqua e lasciar cuocere. Aggiustare di sale. Per la torta , versare in un contenitore la farina di ceci e aggiungere

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gradualmente i 600 cl d’acqua, mescolando, avendo cura che non si formino i grumi, fino ad ottenere un composto omogeneo. Aggiungere un pizzico di sale. Lasciare riposare per un’ora. Con l’aiuto di una schiumarola togliere la schiuma che si formatasi in superficie. Unire le carote e le zucchine al composto di farina di ceci e mescolare. Oliare una teglia con due cucchiai di olio extravergine d’oliva e versare il composto, girando la teglia in modo che si diffonda su tutta la superficie. Cuocere in forno a 250 °C per 30 minuti fino a quando la torta assume un colore dorato. Sfornare, tagliare a quadrotti e guarnire con un rametto di rosmarino fresco.

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Stop ai campanilismi, l’agricoltura settore strategico per il Paese

Approvata a Montecitorio la risoluzione sulla politica agricola comunitaria

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biettivi: qualità, occupazione e territorio, dicendo stop agli interessi strettamente campanilistici e puntando ad una agricoltura in grado di divenire, sempre più, un comparto strategico per l’intero Paese. Con questi presupposti è stata approvata in Commissione Agricoltura alla Camera e con la presenza del Ministro delle Politiche

Agricole Maurizio Martina, la risoluzione congiunta sulla Politica Agricola Comunitaria. Veniamo agli elementi essenziali della risoluzione. Non sarà più possibile erogare sostegni a soggetti che solo occasionalmente, o marginalmente, hanno svolto attività agricola, le aziende cosi dette ‘senza terra’ o i ‘sofa farmers’. Gli aiuti dovranno andare a chi l’agricoltura la fa davvero, con obiettivi commerciali

di Annamaria Fanelli e con un impatto rilevante in termini di occupazione e creazione di valore aggiunto. Saranno premiate, inoltre produzioni e comparti che più di altri creano beneficio alle nostre imprese agricole e dovrà essere riconosciuta la qualità dei prodotti. In questa direzione vanno le scelte sull’allevamento estensivo e di capi italiani, sulle colture proteiche e sul settore dell’olio.

La crisi,la sempre più scarsa disponibilità di risorse ittiche e gli elevati costi mettono in ginocchio il comparto

Ritardi per i premi ai pescatori per il fermo 2013

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nche quest’anno, come nel 2012, si registrano ritardi nei pagamenti dei premi dovuti per il fermo pesca 2013. Una situazione insostenibile per i pescatori italiani e che è al centro sia di una interrogazione al Ministro dell’Agricoltura Martina sia di una risoluzione in Commissione Agricoltura dei deputati del M5S. Il fermo pesca rappresenta indubbiamen-

te un indispensabile strumento di lotta allo sfruttamento delle risorse ittiche ma interrompe l’attività lavorativa dei pescatori. In tempi di crisi, il premio rappresenta, per alcuni, l’unico mezzo di sostentamento. Il comparto ittico sta attraversando un preoccupante periodo di crisi data la diminuzione delle risorse ittiche disponibili e la conseguente diminuzione di produttività e ricavi. Inoltre, l’aumento dei costi di produzione, la difficoltà di

accesso al credito e l’eccessiva pressione fiscale sono la chiave di lettura per comprendere l’importanza che i premi “fermo pesca” rappresentano per i pescatori.

Anche UNCAI esprime la propria preoccupazione

Troppo pesante la nuova tassazione sull’energia pulita

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olte le perplessità e i dubbi espressi dal settore agricolo in riferimento alle nuove norme fiscali introdotte dal decreto Renzi che andranno a colpire 40 mila imprese agricole soprattutto del nord Italia (dove è incentrato il 75% dello sviluppo di impianti per la produzione di energia pulita) e interesseranno un fatturato che supera i 600 milioni l’anno. Il Comma 1 dell’articolo 22 sancisce, nello specifico, una modifica nella tassazione del reddito di tutte quelle aziende agricole che hanno investito in impianti a biogas, biometano e fo-

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tovoltaico. Di fatto, con il nuovo decreto, il reddito che deriva dalla produzione e cessione di energia elettrica e calore da fonti rinnovabili sarà tassato del 25%, un valore che è aumentato rispetto alla situazione legislativa presente prima dell’introduzione di questo nuovo decreto. Così come anticipato da Agrinsieme, anche UNCAI sottolinea come la pesante tassazione alle quale sono sottoposte le imprese certamente non aiuta gli investimenti in fonti rinnovabili. L’Unione Nazionale Contoterzisti e Agromeccanici e Industriali esprime, attraverso il Presidente Aproniano

Tassinari: “grande preoccupazione per le ricadute sul mondo del contoterzismo, largamente impegnato nel settore” e continua il presidente “L’introduzione di questo decreto segna un grave colpo all’equilibrio economico-finanziario delle imprese agricole che si vedono in pesante difficoltà anche a livello bancario”. Secondo le stime apparse sul Sole24Ore l’impegno finanziario richiesto per la realizzazione degli impianti biogas e biometano varia dai 4 ai 5 milioni, si evince, quindi, quanto sia importante una revisione dell’impianto delle nuove norme per non penalizzare il settore primario. www.foglie.tv


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Tre giorni per studiare la rete del Dce della provincia di Fermo

La study visit degli operatori economici dei Comuni del Gal Seb

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na rete fatta di aziende, cooperative, associazioni, enti pubblici, che lavorano assieme per mettere in atto un sistema vincente di valorizzazione dell’economia rurale anche in ambito turistico, realizzato lì dove la crisi ha minato l’esistenza di imprese più tradizionali. Questo l’oggetto della ‘study visit’ organizzata dal Gruppo di Azione Locale (Gal) Sud Est Barese nelle Marche dal 16 al 18 maggio: 45 operatori economici hanno visto alcuni esempi di buone pratiche messe in atto dal Distretto Culturale Evoluto (Dce) della Provincia di Fermo, incontrando gli operatori e i referenti dei diversi progetti, pubblici e privati. Il viaggio, che è il primo dei due previsti su questo tema, il prossimo sarà a metà giugno, fa parte di una strategia che il Gal, grazie ai fondi previsti dalla misura 331 azione 2 ‘informazione’ del Psr Puglia 20072013, sta mettendo in atto con l’obiettivo di provare a creare una rete fra gli operatori di Acquaviva delle Fonti, Casamassima, Conversano, Mola di Bari, Noicattaro e Rutigliano, in grado di migliorare l’offerta turistica. Le info day, le study visit, i work cafè e tutte le attività promosse dal Gal, infatti, sono tesi al rafforzamento delle competenze e delle capacità imprenditoriali di chi già opera nel settore rurale o vuole provare a realizzare nuove iniziative che sappiano cogliere le opportunità offerte dal patrimonio locale per far nascere imprese innovative. “Questa delle Marche – ha commentato Arcangelo Cirone, direttore tecnico del Gal Sud Est Barese – è la prima di due ‘study visit’ dedicate alla creazione di reti per il turismo rurale. Abbiamo scelto un territorio che, come il nostro, si estende dal mare all’entroterra e che è riuscito a mettere assieme tutte le proprie eccellenze paesaggistiche, enogastronomiche, culturali e imprenditoriali per creare un sistema in

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grado di attrarre turisti e sostenere lo sviluppo rurale. Fare rete è la soluzione migliore per ottimizzare i risultati in tempi di crisi e l’alta partecipazione di giovani a questa iniziativa dimostra che, anche da noi, quest’idea comincia a farsi strada. Il Distretto Culturale Evoluto di Fermo è un esempio di come la collaborazione tra operatori tanto diversi tra loro sia riuscita a formulare proposte turistiche innovative e realmente capaci di attrarre visitatori e creare nuove opportunità di lavoro”. Il Dce è strutturato su tre assi por-

tanti che valorizzano il patrimonio culturale, tecnologico ed economico e rappresenta un investimento reale realizzato da pubblico e privato. Sono poi state illustrate alcune case history tra cui la valorizzazione della tradizione artigianale del maccheroncino di Campofilone, l’Ecomuseo della Valle

dell’Aso e le sue attività, realizzate da Fabbricacultura, il recupero di un antico metodo di estrazione dei pigmenti coloranti dalle piante, il Consorzio Marca Fermana che ha messo in rete gli eventi di tutta l’area.

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Il suo progetto dedicato all’Ambiente promuove lo stop all’uso dei sacchetti di plastica

Arantza Barba, boliviana, è Miss Progress International 2014

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anta Maria di Leuca –È Arantza Barba, 24enne, boliviana di Santa Cruz de la Sierra, la vincitrice del titolo di Miss Progress International, concorso che coniuga bellezza ed impegno nel sociale. Arantza ha ottenuto il massimo dei voti da parte della Giuria che ha esaminato tutti i progetti che le Ambasciatrici del Progresso (provenienti da ogni angolo del pianeta in Puglia, scoprendone le sue bellezze naturali) hanno presentato al momento della loro iscrizione all’Associazione Culturale In Progress,

organizzatrice della manifestazione. Oltre a quello di vincitrice assoluta, Arantza si è aggiudicato il titolo per il miglior progetto dedicato al temaAmbiente. Marie Darline Exume, haitiana, è stata premiata per la categoria Diritti Umani, mentre la fascia di Miss Progress Salute è andata alla brasiliana Jorreni Marcon. Esterina Rumè, siciliana di Modica, è stata la più votata dalle stesse concorrenti quale ideale rappresentante dell’Integrazione Culturale, mentre la svedese Dorotha Bartlewska è stata la più votata dagli internauti. L’evento, che ha ricevuto l’apprezzamento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolita-

no, è la risposta che il mondo intero attendeva da tempo: non più solo bellezza fine a sé stessa, per le donne è il momento di veder riconosciuto il loro impegno nel sociale. Dopo dieci giorni alla scoperta del territorio pugliese, arricchiti dalle prelibatezze della cucina regionale, la serata finale è stata un trionfo di colori: da quelli dei magnifici costumi nazionali indossati dalle concorrenti (il premio del migliore è andato alla portoricana Kristina Velez, la “perla dei Caraibi”) a quelli delle coreografie, con particolare riferimento all’omaggio alla Pizzica, cui è stato dedicato uno dei momenti più divertenti della serata.

Borsa Internazionale del Turismo Enogastronomico

La Cantina Produttori Vini Manduria al BITEG

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a Cantina Produttori Vini Manduria ha partecipato alla BITEG Borsa Internazionale del Turismo Enogastronomico, settima edizione organizzata in Piemonte su un totale di quindici appuntamenti presso il complesso monumentale del Broletto. L’edizione di quest’anno ha avuto lo sguardo rivolto verso Expo 2015 e il travel 2.0 ed è stata l’occasione per incontrare in workshop oltre 150 buyer, sia italiani che stranieri, provenienti da

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circa 20 paesi (Austria, Svizzera, Francia, Spagna, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Regno Unito, Ungheria, Lituania, Lettonia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Russia, Canada, Usa) con l’obiettivo di promuovere le offerte enogastronomiche, il Museo della Civiltà del Vino Primitivo e valorizzare il Primitivo di Manduria ed il suo territorio, con il neo marchio Primitivo Wine Tour. “Partecipare all’importante evento mediatico e appuntamento professionale di riferimento, è

una scelta che conferma la volontà di promuovere professionalmente le nostre offerte enogastronomiche insieme al Primitivo di Manduria ed il suo territorio – afferma Anna Gennari, responsabile del settore Enoturistico in Cantina- tuttavia, in un periodo in cui sono i comparti di nicchia quelli meno colpiti dalla crisi, tra cui il turismo enogastronomico e del territorio, è fondamentale potenziare l’attrattività del territorio insieme alla consapevolezza dei cittadini di vivere in una destinazione turistica”.

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