Auditum

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Indice ...................................................................................................................................................................pag.....I Presentazione ......................................................................................................................................................pag.... II Executive summary..............................................................................................................................................pag... III Introduzione .........................................................................................................................................................pag...IV Bisogni .................................................................................................................................................................pag....5 I nuovi bisogni sociali e i nuovi centri per le famiglie ..........................................................................................pag....6 1. Gli interventi di sostegno alla famiglia: un inquadramento politico-legislativo .....................................................pag....6 2. I nuovi bisogni delle famiglie .............................................................................................................................pag....6 3. L’esperienza dei Centri Famiglia a Bari : i cantieri cittadini dell’innovazione sociale ..............................................pag....7 4. Il lavoro del Centri di Ascolto per le Famiglie nelle circoscrizioni San Paolo- Stanic e Japigia-Torre a Mare ..........pag....8 4.1 Aspetti organizzativi e modello d’intervento ...............................................................................................pag....8 4.2. Cosa è stato realizzato: le attività e i servizi del Centro nel periodo Luglio 2007-Dicembre 2008 ...............pag..10 Valutazioni ...........................................................................................................................................................pag..13 La valutazione dei centri per le famiglie ..............................................................................................................pag..14 1. Il percorso di ricerca ........................................................................................................................................pag..14 2. Metodo ............................................................................................................................................................pag..14 2.1 Composizione e caratteristiche del campione ............................................................................................pag..14 2.2 Procedure di rilevazione dei dati ................................................................................................................pag..19 2.3 Strumenti di rilevazione dei dati .................................................................................................................pag..19 3. Analisi dei dati e risultati ...................................................................................................................................pag..21 3.1 Risultati ottenuti dai questionari somministrati agli utenti ...........................................................................pag..21 3.2 Risultati ottenuti dai questionari somministrati agli operatori ......................................................................pag..31 3.3 Risultati ottenuti dai questionari somministrati ai referenti istituzionali ........................................................pag..33 3.4 Risultati ottenuti dalle interviste ai testimoni privilegiati ..............................................................................pag..41 Lezioni .................................................................................................................................................................pag..43 Le lezioni apprese ...............................................................................................................................................pag..44 Interviste .............................................................................................................................................................pag..45 Bibliografia ..........................................................................................................................................................pag..56

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I Centri di Ascolto per le Famiglie delle circoscrizioni San Paolo-Stanic e Japigia -Torre a Mare

Presentazione Sono lieto di salutare la pubblicazione di questo rapporto di ricerca sull’esperienza dei Centri d’Ascolto per le Famiglie di San Paolo – Stanic e di Japigia – Torre a Mare. Una pubblicazione annunciata, tra l’altro, nella seduta monotematica il 10 maggio u.s. con la relazione del Segretario Generale, ing. Gianni Vessia, al Consiglio Pastorale Diocesano, massimo organismo rappresentativo dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto, sullo stato dell’arte della Fondazione Giovanni Paolo II Onlus a quasi vent’anni dalla sua nascita. Questa ricerca costituisce l’attuazione di uno dei tre impegni che rappresentano, cito dalla suddetta relazione, “un’importante dimensione costitutiva delle attività della Fondazione: …. Formazione, Servizi e Ricerca (che) non sono scindibili: la sola formazione sarebbe esercizio retorico di principi; i soli interventi sarebbero attivismo senza consapevolezza di valori e di pensiero; la sola ricerca risulterebbe accademia. Viceversa il pensiero deve precedere e accompagnare l’azione, dall’agire deve discendere la riflessione e dunque l’elaborazione originale (“ex labore”) di nuovi indirizzi e sperimentazioni”. Con questo spirito e con questo impegno desidero ringraziare il prof. Giuseppe Moro, sempre cordialmente vicino con il suo contributo scientifico al cammino della Fondazione, la sua preziosa collaboratrice dott.ssa Caterina Balenzano e la responsabile dei Centri di Ascolto per le Famiglie, dott.ssa Francesca Bottalico, generosa e dinamica animatrice di questo servizio fondamentale della Fondazione insieme al Centro Socio Educativo per i minori. È doveroso ringraziare l’Assessorato alla Solidarietà del Comune di Bari, partner istituzionale di questo progetto organico per il territorio, all’interno del quale si è potuto realizzare questa ricerca in funzione di futuri sviluppi di un servizio già qualificato. Questa pubblicazione vuole essere la ripresa di un’attività di studi e di ricerca in modo più sistematico e organico come elemento qualificante dell’attività della Fondazione nella imminenza ormai improcrastinabile della consegna della nuova sede del Centro Sociale Polifunzionale da parte del Comune di Bari per attivare a pieno regime i servizi della Fondazione alla città di Bari ed alle sue periferie. Mons. Nicola Bonerba Presidente

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Executive summary I Centri per le famiglie di Bari possono essere definiti uno spazio di aggregazione per genitori, famiglie, e persone, di qualunque estrazione sociale, con o senza specifiche problematicità; un luogo privilegiato per esercitare la cittadinanza attiva attraverso esperienze di svago, socializzazione e apprendimento; uno spazio di condivisione e di sostegno, dove è possibile usufruire di numerosi servizi specialistici come la consulenza legale e psicologica. I Centri che coprono l’utenza dei Quartiere S. Paolo - Stanic e Japigia - Torre a Mare offrono, in particolare, uno spazio di accoglienza, ascolto e consulenza al fine di promuovere, nel singolo e nei nuclei familiari, il benessere personale, le qualità delle relazioni interpersonali, le capacità genitoriali, le capacità di auto-organizzazione e di autonomia progettuale. Il servizio si rivolge principalmente a famiglie, adulti e minori, con particolare riferimento ad adulti e minori stranieri, a nuclei monoparentali, a nuclei con neonati prematuri o disabili, a nuclei con uno o entrambi i genitori minorenni, a nuclei con problemi di separazione e/o con patologie psicologiche. Le attività dei Centri sono organizzati principalmente in otto aree d’intervento, ciascuna delle quali prevede una serie di progetti e attività specifiche che cercano di rispondere ai bisogni degli utenti. Il campione della ricerca valutativa, la quale si è focalizzata sulle esperienze aggregative proposte dai Centri Famiglia pur non trascurando le altre attività, è costituito da 212 utenti del servizio, 25 rappresentanti istituzionali, 44 operatori coinvolti nella gestione del servizio e 8 testimoni privilegiati. Nella prima fase della ricerca, utenti, rappresentanti istituzionali e operatori hanno compilato un questionario semi-strutturato costruito ad hoc. La seconda fase ha coinvolto 8 testimoni privilegiati con i quali sono state realizzate delle interviste in profondità. Gli utenti hanno espresso un alto livello di soddisfazione per le attività del centro, i corsi seguiti, l’organizzazione dei tempi e degli spazi, la professionalità dell’equipe e il coinvolgimento degli utenti nella programmazione del servizio; anche l’importanza attribuita al Centro è molto elevata. Gli aspetti sui quali gli utenti che formulano suggerimenti mostrano maggiore accordo sono: la possibilità di poter usufruire di più corsi e iniziative oltre quelle già realizzate, l’aumento della durata e della frequenza dei corsi e un miglioramento generale degli aspetti organizzativi, soprattutto in termini di tempi e possibilità di accesso alle informazioni. La rilevazione effettuata sugli operatori del servizio ha messo in evidenzia un alto livello di soddisfazione espressa sia relativamente a dimensioni specifiche quali la validità degli incontri di coordinamento e la partecipazione alle decisioni inerenti il servizio sia rispetto all’andamento generale del Centro. Tra le difficoltà percepite nello svolgimento delle proprie attività quelle più segnalate riguardano l’inadeguatezza delle attrezzature e degli arredi. Le dimensioni che, al contrario, non sembrano essere percepite come problematiche sono il coordinamento e gli aspetti organizzativi. Più del 90% degli operatori intervistati ritiene che le attività proposte del Centro di Ascolto per le Famiglie siano rispondenti ai bisogni espressi dagli utenti. È stato anche rilevato il giudizio dei referenti istituzionali circa il livello di soddisfazione per le attività, l’importanza del Centro nel territorio di riferimento, e la professionalità dell’equipe: per tutte e tre le variabili considerate, si registra generalmente un giudizio molto positivo. Anche il giudizio sull’importanza del Centro e sulla professionalità della sua equipe risulta essere molto positivo Dalle intervista in profondità ai testimoni privilegiati emerge chiaramente la capacità degli operatori del servizio di indirizzare gli utenti a seguire dei percorsi personali per tentare di risolvere i loro problemi, senza mai negare, a priori, la possibilità di un aiuto. Secondo molti dei testimoni privilegiati è proprio il fatto di “non essere ente, di non essere istituzione” a rendere i cittadini più disposti ad interagire con il Centro Famiglie, piuttosto che con altri servizi quali il Consultorio Familiare e il Servizio Sociale. L’esperienza di interazione tra il Centro e le altre istituzioni territoriali non si limita ad un confronto teorico tra operatori, ma assume soprattutto la fisionomia di collaborazione concreta e operativa. Un punto di debolezza emerso dalle interviste riguarda la scarsità di risorse e di investimenti sul servizio, che rischia di limitare la continuità progettuale, rendendo gli interventi frammentati e sporadici, con evidenti ricadute negative sulla loro efficacia. La scarsità delle risorse, inoltre, è inevitabilmente connessa all’apertura limitata del servizio, all’unicità della sede, a fronte di un territorio vasto e complesso, e all’insufficienza degli spazi (soprattutto esterni) dove poter svolgere le attività programmate. Gli intervistati propongono, quindi, di aumentare il tempo di apertura del Centro, sia in termini di ore che di giorni settimanali, per esempio sperimentando l’apertura nei week-end, per poter offrire più servizi. Ulteriori aspetti da potenziare sono la specificità professionale degli operatori che lavorano sulla disabilità e la rete con le altre strutture che operano sul territorio. Le lezioni apprese dalla ricerca valutativa sono: 1 consolidare le attività che coinvolgono i soggetti più anziani e con minore scolarità, ma, d’altro lato, progettare attività che possano vedere protagonisti le fasce sociali più giovani, soprattutto adolescenziali; 2 sistematizzare il sapere operativo “tacito”, frutto dell’esperienza e della sensibilità degli operatori, per trasformalo in una

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I Centri di Ascolto per le Famiglie delle circoscrizioni San Paolo-Stanic e Japigia -Torre a Mare

metodologia sistematica del lavoro dei Centri; 3 l’attività dei Centri costituisce un patrimonio di professionalità ed esperienze che và valorizzato come uno degli strumenti più utili per costruire una comunità che veda coinvolte anche le fasce sociali più deboli ed emarginate; 4 la chiave dell’efficacia del Centro è costituita dall’essere un luogo di ascolto, di accoglienza, di attenzione concreta alle persone nella loro singolarità e specificità. Questa caratteristica fondante del modo di essere e di agire dei Centri deve costituire il loro fattore di distinzione rispetto agli altri servizi territoriali; 5 il Terzo Settore deve compiere la strada di una sua istituzionalizzazione senza perdere il collegamento vitale con le sue radici. Il cosiddetto Pubblico deve assicurare al Terzo Settore le condizioni giuridiche, finanziarie e organizzative di stabilità e rispetto per le sue specificità che possono effettivamente consentire di premiare la qualità dei servizi offerti. Introduzione In questo contributo, verrà illustrata un’esperienza di ricerca valutativa realizzata per evidenziare punti di forza e criticità dei Centri di Ascolto per le Famiglie di alcune circoscrizioni della città di Bari. In particolare, la valutazione mira a verificare se le risorse finanziare e professionali investite in questi nuovi servizi per le famiglie abbiano prodotto risultati utili, ovvero quanto l’azione politica sia stata efficace nel dare una risposta ai bisogni delle famiglie. La valutazione è intesa qui nell’accezione di ricerca valutativa, definibile come l’applicazione sistematica dei metodi della ricerca sociale per valutare programmi di intervento sociale (Rossi e Freeman, 1993). In Italia, le esperienze di valutazione scientifica di interventi e servizi psicosociali non sono numerose e la cultura della valutazione, sebbene questa attività sia prevista a livello normativo, non è ancora molto diffusa. Tuttavia, negli ultimi anni, la ricerca nazionale e internazionale ha mostrato un crescente interesse per la valutazione nel settore dei servizi alla persona, come strumento per migliorare le opportunità di sostegno per i minori e le famiglie (Maluccio, Canali, Vecchiato, 2003). In questo contesto, la ricerca valutativa assume fondamentale rilevanza, in quanto ci permette di approfondire il rapporto esistente tra i mutevoli bisogni delle famiglie e le risposte fornite dai servizi (Faenzi, 2005). L’esigenza di condurre accurate valutazioni di interventi e servizi nel settore del family welfare è divenuta ancora più forte con il passaggio da una logica assistenzialistica, che proponeva interventi orientati a specifiche categorie di bisogni, ad una logica di prevenzione e promozione del benessere, che offre alla totalità dei cittadini un sistema di servizi di sostegno, per assicurarne il benessere (Lightburn, Kep, 1994; Manalo, Meezan, 2000; Warren-Adamson, 2001; Wise, 2003). All’interno del filone di studi che si occupa del tema del family welfare, è possibile individuare almeno tre approcci, a cui corrispondono specifici focus tematici e strategie metodologiche di raccolta e analisi dei dati: il primo mira ad approfondire la conoscenza dei problematiche inerenti la famiglia attraverso studi di analisi dei bisogni, ricerche sulle priorità d’intervento e sulle risorse disponibili per farvi fronte; il secondo, più operativo, cerca di individuare soluzioni adeguate alle problematiche familiari, attraverso la sperimentazione di nuove strategie operative e servizi innovativi implementati per aggredire tali bisogni; il terzo, infine, riguarda specificamente le ricerche che cercano di valutare se i bisogni che hanno motivato l’implementazione di un programma siano stati soddisfatti. Quest’ultimo approccio, in linea con la prospettiva della Collaborative Evaluation (Sullivan, D’Agostino, 2002), assegna un ruolo primario, nella valutazione, alla considerazione dei punti di vista degli stakeholder coinvolti nel programma, utenti e professionisti in primis. Seguendo questo approccio, la ricerca che presentiamo è stata organizzata in due macrofasi: la prima è stata realizzata attraverso questionari semi-strutturati costruiti ad hoc per catturare le voci degli stakeholder coinvolti che, a vario titolo, interagiscono con il servizio in questione (utenti, professionisti e rappresentanti istituzionali); la seconda ha previsto la realizzazione di interviste in profondità proposte ai referenti di istituzioni territoriali che interagiscono con il Centro di Ascolto per le Famiglie (dirigenti scolastici, parroci, assistenti sociali coordinatrici dei servizi socio-educativi e presidenti delle Commissioni Servizi Sociali).

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I NUOVI BISOGNI SOCIALI E I NUOVI CENTRI PER LE FAMIGLIE: 1. Gli interventi1 di sostegno alla famiglia: un inquadramento politico-legislativo Indipendentemente dal livello gerarchico considerato, è possibile constatare come negli ultimi anni i decisori politici incoraggino l’implementazione di interventi, programmi e politiche a sostegno delle famiglie (family friendly policies), e raccomandino attività di ricerca sistematica e scientificamente rigorosa atte a valutarle. Come recita il documento finale della Conferenza dei Ministri europei responsabili delle politiche per le famiglie (Consiglio d’Europa, 16 e 17 maggio, 2006, Lisbona): “le politiche pubbliche di tutta Europa devono sostenere maggiormente la genitorialità”. Il Consiglio Europeo, inoltre, esorta i Walfare nazionali a sperimentare programmi e misure di intervento sociali capaci di promuovere il benessere e ridurre il disagio psico-sociale di minori e famiglie. Nel contesto italiano, in realtà, già le normative nazionali, come la Legge n. 285/97 e la Legge n. 328/2000, avevano individuato nel sostegno alla genitorialità l’elemento cruciale per il raggiungimento di obiettivi quali la crescita armonica dei bambini e, con ciò, il miglioramento complessivo del “futuro” stesso delle comunità. La L. 285/97, nello specifico, ha consentito alle amministrazioni di realizzare progetti di sostegno alla genitorialità con l’attivazione di sportelli di ascolto, servizi di mediazione e consulenza familiare. È con essa che nascono, per la prima volta sul territorio provinciale, le prime esperienze dei Centri per la famiglia. Ma è in particolare con la L. 328/2000, che viene evidenziato il ruolo peculiare delle famiglie nel sistema integrato degli interventi e servizi sociali: i contesti familiari, in questa normativa, sono connotati come contesti relazionali da valorizzare e potenziare. Alla famiglia, dunque, si riconosce non solo la funzione genitoriale, ma anche quella sociale. In tal senso, la famiglia diventa risorsa per la comunità e assume un ruolo fondamentale come protagonista del sistema di welfare nella promozione del benessere sociale. È la stessa legge (nell’art. 22) a sollecitare la promozione di interventi di sostegno delle responsabilità genitoriali. Anche la Legge Regionale n. 19 del 10 luglio 2006, che sancisce il sistema integrato di interventi e servizi sociali, nonché le indicazioni previste dal Primo Piano Regionale delle Politiche Sociali (2004-2006) riconoscono il ruolo della famiglia come soggetto sociale primario nella comunità locale, attribuendovi un ruolo attivo nel processo di costruzione sociale. In conformità con tale normativa, le amministrazioni comunali, nella fase di progettazione dei Piani di Zona, hanno sottolineato la necessità di riorganizzare, implementare ed attivare servizi funzionali a soddisfare i nuovi bisogni emergenti all’interno dei nuclei familiari, a partire dalle esperienze positive già realizzate attraverso le progettualità legate alla legge 285/97. È in questo quadro che, l’amministrazione comunale di Bari ha voluto sperimentare modelli ed interventi innovativi dell’area “sostegno alla famiglia”, in funzione dei nuovi bisogni che essa esprime. 2. I nuovi bisogni delle famiglie Con il superamento della logica assistenzialistica, sostituita da quella dell’empowerment, le politiche sociali nazionali e locali mirano a garantire un sistema di servizi e interventi integrati alle persone e alle famiglie, sulla base del diritto di cittadinanza. Il tentativo di superare la storica separazione tra agio e disagio, tra famiglie problematiche e normali nasce dalla consapevolezza che, oggi più che mai, la genitorialità, le dinamiche e le relazioni familiari appaiono sempre più complesse e difficili da gestire. Si è assistito, infatti, negli ultimi decenni, ad una rapida rivoluzione del pianeta famiglia, con cambiamenti rilevanti sia a livello di caratteristiche strutturali che di processi relazionali. In particolare, come emerge dall’analisi realizzata dal Formez (2006), da una parte è possibile osservare una forte diffusione delle convivenze di fatto a discapito dei matrimoni; dall’altra, una crescente instabilità coniugale, una consistente crescita delle famiglie mononucleari, un incremento di famiglie composte da soli anziani, e, un aumento della permanenza dei giovani nei nuclei familiari di origine. Si registra, inoltre, un aumento cospicuo di famiglie ricomposte, ovvero reduci da convivenze e/o matrimoni precedenti. Indipendentemente dal cambiamento rilevato nelle tipologie familiari, è possibile osservare la presenza di difficoltà e problematicità rilevanti che colpiscono le famiglie: mentre in passato l’esperienza della genitorialità era supportata da un sapere tramandato di generazione in generazione, reso fruibile grazie a una intensa rete di scambi sociali, oggi l’esercizio di questa funzione risulta molto più complesso. Nello specifico, con l’estinzione della famiglia allargata, in cui lo scambio intergenerazionale costituiva il principale riferimento per i neogenitori, sono emersi nuovi bisogni delle famiglie, che richiedono uno spazio di ascolto ed intervento specifico per essere soddisfatti. Così, ai tradizionali bisogni sociali quali, ad esempio, avere un’abitazione, un lavoro, un reddito, si affiancano nuove categorie di bisogni psico-sociali (legati alla sfera psicologico – relazionale, al benessere e all’auto-realizzazione), che è importante aggredire per garantire un completo benessere alle persone e alle famiglie. Gli ostacoli che impediscono una piena conciliazione lavoro-famiglia, l’inadeguatezza del ruolo educativo e genitoriale, la crescita degli 1

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Sebbene l’area del sostegno alla famiglia prevede la sperimentazione di politiche, programmi, progetti, servizi e interventi, in questo contributo si fa riferimento al concetto di intervento inteso come ogni azione organizzata e pianificata per cercare di risolvere un problema (Moro, 2005).


episodi di violenza e conflittualità intrafamiliare, l’assenza di dialogo intergenerazionale, spesso legato al disagio adolescenziale, sono sole alcune delle questioni che impongono la progettazione di interventi finalizzati a farvi fronte. È in questo contesto che nascono i cosiddetti servizi alla persona, che mirano a garantire una consulenza e un sostegno specialistico in termini di cura, socializzazione e formazione. All’interno di questa nuova categoria di servizi, il Centro di Ascolto per le Famiglie ha la peculiarità di essere considerato un “servizio globale”, che mira a comprendere, riconoscere e rispondere ai bisogni delle famiglie sia direttamente, erogando il sostegno e i servizi necessari, sia indirettamente, favorendo il contatto con enti e servizi più appropriati presenti sul territorio. Secondo Berry (2005. pg.73), la crescente popolarità di questi centri è attribuibile all’evoluzione delle politiche per la famiglia e al passaggio da un trattamento dei problemi familiari centrato sulla crisi al sostegno alla famiglia con interventi di prevenzione. In tal senso, la letteratura sui Centri per le Famiglie (Family Support Centers, FSCs), in continuo sviluppo, consiste principalmente in rapporti valutativi inerenti programmi attuati, mentre poche ricerche analizzano la loro efficacia complessiva (Warren, Adamson, 2001). La difficoltà di realizzare ricerche di questo tipo è intuibile se si pensa alla struttura stessa di questi centri, che automaticamente rimanda ai diversi contesti in cui operano e ai diversi modelli di erogazione dei servizi in essi proposti. 3. L’esperienza dei Centri Famiglia a Bari : i cantieri cittadini dell’innovazione sociale La sperimentazione dei Centri di Ascolto per le famiglie è una scelta dell’Amministrazione comunale che li finanziò già nel 98/99, in attuazione del primo Piano triennale a valere sui fondi della Legge 285/97, e garantisce loro una certa continuità con il secondo Piano. Ma è con la predisposizione del primo Piano sociale di zona della città di Bari (2005-2007, Amministrazione Comunale di Bari, Assessorato alle Politiche Sociali), che l’Amministrazione comunale ritenne di voler potenziare questo tipo di servizio per le famiglie, portando a 10 i Centri territoriali per le famiglie. Alla base di tale investimento, e a guidare il modello organizzativo di questo tipo di servizi vi è la convinzione che non è possibile intervenire per migliorare gli interventi nel settore “infanzia e adolescenza” bypassando le famiglie, essendo questo il luogo in cui bambini e adolescenti crescono e apprendono regole e modelli di comportamento. In questo quadro, il Centro per le Famiglie assume un ruolo strategico, non soltanto perchè mira ad offrire una rete di servizi di cui le famiglie possono usufruire, ma soprattutto perché, secondo una logica di empowerment, stimola le famiglie a divenire attive promotrici di iniziative educative e socializzanti nel territorio di riferimento. Il centro, infatti, oltre ad offrire servizi di informazione, sostegno, e aiuto concreto alle famiglie (attraverso attività di ascolto, mediazione e consulenza) è concepito anche come uno spazio di sviluppo comunitario ed aggregativo, in cui le famiglie possono condividere esperienze e far crescere il capitale sociale nelle comunità locali. In tal senso, possiamo definire i Centri per le famiglie di Bari come uno spazio di aggregazione per genitori, famiglie, e persone, di qualunque estrazione sociale, con o senza specifiche problematicità; un luogo privilegiato per esercitare la cittadinanza attiva attraverso esperienze di svago, socializzazione e apprendimento; uno spazio di condivisione e di sostegno, dove è possibile usufruire anche di numerosi servizi specialistici come la consulenza legale e psicologica. La mission dei Centri di Ascolto per le Famiglie è quella di coniugare “partecipazione sociale” e “intervento qualificato”, rendendo queste strutture dei veri e propri punti di riferimento sul territorio. Essi, in definitiva, non sono solo strutture in cui si erogano servizi per le persone e/o la famiglie in difficoltà, ma anche spazi di promozione della “risorsa famiglia”.2 Grazie al lavoro di diverse figure professionali (assistente sociale, educatore professionale, psicologo, avvocato, animatore, esperti di laboratorio, pediatra, mediatore familiare e neonatologo) che operano sinergicamente, questo tipo di servizio intende perseguire le seguenti finalità: Offrire e ricercare, insieme all’utenza, le soluzioni più adeguate ad eventuali situazioni di difficoltà e/o disagio della famiglia, come soggetto collettivo e/o di un singolo componente; Favorire lo sviluppo di “comunità educanti” diffuse sul territorio; Attivare rapporti di collaborazione con i soggetti istituzionali preposti ad intervenire in campo socio-educativo, e con soggetti del volontariato associativo e del privato-sociale della città, che a vario titolo si occupano di problematiche educative e familiari. A tal fine, tali Centri si propongono di: ascoltare ed accogliere i bisogni delle famiglie, dei singoli adulti e delle giovani coppie; offrire informazioni, orientamento, soluzioni ai quesiti ed ai problemi posti dall’utenza; favorire l’accoglienza delle famiglie straniere; sensibilizzare alle problematiche dell’infanzia e dell’adolescenza attraverso un sostegno della coppia e delle competenze 2

A tal proposito, la letteratura di ricerca (Canali, Maluccio, Vecchiato, 2005) ha mostrato che se i cittadini percepiscono di essere adeguatamente coinvolti, e non si rappresenta solo come destinatario di interventi, diventano risorsa attiva capace mobilitare sostegno sociale, mezzi strumentali e capacità di problem solving.

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genitoriali; favorire lo scambio di risorse e competenze presenti all’interno della comunità. In tal senso, si promuovono specifici servizi e microprogetti rivolti a tutte le famiglie del territorio, articolando le proposte in tre tipologie di interventi: A Consulenza, attraverso la predisposizione di spazi di ascolto e di consulenza psicologica, pedagogica e legale all’individuo e alla famiglia, con possibilità di decentramento presso gli istituti scolastici della consulenza psicologica. B Mediazione, attraverso un’azione di supporto ai genitori separati o che intendono separarsi per mediare i conflitti e garantire ai figli la continuità affettiva e educativa; C Formazione, Animazione e Auto-aiuto, attraverso la realizzazione di corsi con esperti, microprogetti e laboratori aperti a bambini e genitori, attività auto organizzate di incontro/feste/mostre, Banca del tempo per il mutuo sostegno. All’interno di quest’area d’intervento assumono un ruolo centrale i corsi di accompagnamento alla maternità destinati a giovani donne minorenni o in stato di forte disagio sociale. Tenendo presente le finalità generali del servizio, ogni Centro Famiglia ha declinato i suoi specifici obiettivi per intercettare i bisogni che emergono nello specifico territorio di riferimento, in rete con altri servizi sociali e sanitari della zona. 4. Il lavoro del Centri di Ascolto per le Famiglie nelle circoscrizioni San Paolo- Stanic e Japigia-Torre a Mare 4.1 Aspetti organizzativi e modello d’intervento I Centri che coprono l’utenza dei Quartiere S. Paolo- Stanic e Japigia-Torre a Mare, gestiti da un’unica equipe di coordinamento3 offrono uno spazio di accoglienza, ascolto e consulenza al fine di promuovere, nel singolo e nei nuclei familiari, il benessere personale, le qualità delle relazioni interpersonali, le capacità genitoriali, le capacità di auto-organizzazione e di autonomia progettuale. Il servizio si rivolge principalmente a famiglie, adulti e minori, con particolar riferimento ad adulti e minori stranieri, a nuclei monoparentali, a nuclei con neonati prematuri o disabili, a nuclei con uno o entrambi i genitori minorenni, a nuclei con problemi di separazione e/o con patologie psicologiche. Le attività dei Centri sono organizzate principalmente in otto aree d’intervento, ciascuna delle quali prevede una serie di progetti e attività specifiche che cercano di rispondere ai bisogni degli utenti: area accoglienza, ascolto e aggregazione (sportello di accoglienza e segretariato sociale; auto-promozione e spazi laboratoriali; animazione ludica educativa); area disabilità (gruppi di mutuo aiuto per genitori di bambini/adolescenti diversamente abili; percorsi di integrazione ludica); area orientamento al lavoro (laboratori di orientamento, bilancio delle competenze e percorsi di formazione preprofessionalizzanti); area protezione e prevenzione rischio (sostegno e accompagnamento alla maternità pre e post parto, rivolti in particolar modo a gestanti e madri minorenni e/o che vivono una condizione sociale disagiata); area tutoring (incontri genitori separati e figli; sostegno famiglie con problemi di detenzione; prevenzione delle dipendenze); area di partecipazione civile e sociale (percorsi sulla legalità; laboratori di progettazione partecipata; percorsi individualizzati destinati a minori messi alla prova e adulti vincolati a misure cautelative); area consulenze (psicologica e /o legale, per cittadini adulti e insegnati, realizzate anche in maniera decentrata sul territorio); area sostegno alla genitorialità (gruppi di mutuo aiuto per genitori; sportello famiglia; scuola genitori; gruppo genitori sulle tematiche dell’orientamento sessuale e interventi di mediazione interculturale e familiare). L’accesso ai servizi erogati dal Centro può avvenire sia direttamente, sia su segnalazione da parte dei servizi socio-educativi della circoscrizione territoriale, dei servizi comunali o di altri enti pubblici e/o privati che ne facciano richiesta4.

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I centri sono stati gestiti, nel periodo Luglio 2007 – Dicembre 2008 dall’ATI costituita dalla Fondazione Giovanni Paolo II Onlus, che rappresenta l’ente capofila, in rete con la Cooperativa Sociale Caps Onlus e la Cooperativa Sociale Itaca Onlus.

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La formalizzazione dell’invio deve seguire la procedura standardizzata prevista dal Manuale della Qualità della Fondazione Giovanni Paolo II Onlus

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Dal punto di vista logistico, considerando la vastità dei territori target, le attività sono dislocate in quattro sedi. L’organizzazione dei quattro centri ha permesso di garantire aperture flessibili studiate in base alle esigenze del territorio e dell’utenza di riferimento, prevedendo attività anche nei giorni festivi e nelle fasce orarie serali. Inoltre, grazie alla collaborazione con numerosi enti presenti sul territorio quali i Servizi Sociali Comunali e Circoscrizionali, i Servizi Socio-Sanitari territoriali, i Consultori familiari, il Tribunale Ordinario e per i Minori, il Ministero di Giustizia, le Forze dell’ Ordine e le scuole, le parrocchie e le altre associazioni, è stato possibile rimodellare le attività e realizzare co-progettazioni e interventi integrati. In particolare, le strutture centrali dei Centri di Ascolto per le Famiglie sono state così organizzate nei seguenti plessi: A. San Paolo: Plesso di Via Ricchioni n. 1 – primo piano Aula n° 1 Accoglienza, Ufficio amministrativo, Piccoli Laboratori di socializzazione e integrazione Aula n° 2 Consulenze, Piccoli gruppi di sostegno alla genitorialità, Corso di alfabetizzazione informatica Aula n° 3 Consulenze, Piccoli gruppi di sostegno alla genitorialità, Piccoli Laboratori di socializzazione e integrazione Servizi Igienici B. Torre a Mare : Plesso di Via Morelli Silvati, presso la Scuola Materna Aquaro – piano terra Aula n° 1 Piccoli Laboratori di socializzazione e integrazione per adulti, piccoli gruppi di sostegno alla genitorialità; Aula n° 2 Consulenze, Accoglienza, Sala Riunioni, Ufficio amministrativo; Aula n° 3 Piccoli gruppi di sostegno alla genitorialità, Piccoli Laboratori di socializzazione e integrazione per adulti e bambini; Aula n° 4 Piccoli gruppi di sostegno alla genitorialità, Piccoli Laboratori di socializzazione e integrazione per adulti e bambini; Aula n° 5 Deposito; Servizi igienici C. Japigia: plesso di Viale Archimede 41 – c/o sede circoscrizione Aula n° 1 Consulenze, Scuola genitori, Piccoli Laboratori di socializzazione e integrazione Aula n° 2 Ufficio di segreteria, Accoglienza, Consulenze. Sono presenti, inoltre, spazi interni (di competenza della circoscrizione) ed esterni per attività ludiche e ricreative. Diverse attività, quali Scuola Genitori, Sportello d’Ascolto e Accompagnamento alla Maternità, sono svolte a domicilio e/o presso le sedi delle Scuole del territorio. D. Stanic: plesso di Via Cassala presso la Scuola primaria Borsellino Falcone Aula n° 1 Consulenze, Scuola genitori, Piccoli Laboratori di socializzazione e integrazione Palestra n° 3 Piccoli Laboratori di socializzazione e integrazione. Sempre grazie al network realizzato con enti e servizi presenti sul territorio, è stato possibile, inoltre, effettuare progetti in sinergia con enti collaboratori, attraverso la formalizzazione di reti di collaborazione e Protocolli di Intesa. Il progetto Disabilità Corpo e Movimento , ad esempio, è stato realizzato in collaborazione con la II Circoscrizione; il progetto Momenti di Integrazione socio-culturale è stato svolto in sinergia con le comunità di accoglienza minori; i progetti EDA scuola serale con la V Circoscrizione, i laboratori di progettazione partecipata in collaborazione con il Politecnico, i corsi di socializzazione e aggregazione per anziani con le associazioni sportive presenti sul territorio; i progetti di orientamento lavorativo in collaborazione con i centri per l’impiego ed enti di formazione e creazione di impresa. Grazie ad ulteriori finanziamenti ottenuti è stato possibile, poi, implementare azioni progettuali innovative e dare continuità a

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I Centri di Ascolto per le Famiglie delle circoscrizioni San Paolo-Stanic e Japigia -Torre a Mare

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progetti già avviati in precedenza. È importante precisare, inoltre, che per offrire un approccio interdisciplinare ai bisogni dell’utenza, ai fini di garantire una risposta globale e integrata ai bisogni espressi dalla persona, il Centro di Ascolto per le Famiglie dispone di un’equipe integrata di operatori socio-sanitari che hanno una formazione specialistica sui temi delle responsabilità familiari e sono dotati di una pluriennale esperienza. Attraverso la condivisione di approfondimenti specialistici che ogni operatore realizza, secondo la propria specificità professionale, s’intende offrire all’utente la possibilità di un intervento integrato e più completo possibile. Nello specifico, oltre alla figura del coordinatore, che ha il ruolo di organizzare e supervisionare le attività del Centro, tessere relazioni territoriali e istituzionali, sono presenti educatori, psicologi, assistenti sociali, avvocati, medici specialistici (neonatologo, puericultrice, ostetrica, nutrizionista), mediatori interculturali, animatori socio culturali, esperti di laboratorio, orientatori, counsellour, consulenti educativi esperti di maternità, referenti della logistica, ausiliari e amministrativi. Infine, oltre alla “squadra professionale”, proprio nell’ottica della mission del Centro di Ascolto per le Famiglie, che cerca di coniugare intervento qualificato e partecipazione sociale, negli ultimi anni è stato prezioso il contributo offerto da gruppi di utenti, che hanno volontariamente chiesto di poter offrire le loro competenze sia attraverso attività auto-gestite, sia fornendo un utile supporto all’organizzazione, in un clima di collaborazione e solidarietà, favorendo esperienze di cittadinanza attiva. 4.2 Cosa è stato realizzato: le attività e i servizi del Centro nel periodo Luglio 2007 – Dicembre 2008 Abbiamo già precisato precedentemente (cfr. paragrafo 4.1) che le attività dei Centri sono organizzate principalmente in determinate aree d’intervento, ciascuna delle quali prevede specifici progetti e attività. Per ciascuna di esse, riportiamo di seguito le principali attività realizzate nel periodo considerato dalla ricerca: A. Area accoglienza, Ascolto e Aggregazione Sportello di Accoglienza e Segretariato Sociale È un servizio di ascolto, sostegno e orientamento, realizzato in rete con i servizi territoriali, con il fine di rispondere ai bisogni di aiuto e di tutela delle famiglie in difficoltà, ed offrire un costante monitoraggio dei bisogni espliciti ed impliciti dell’utenza. Il servizio è stato attivo con una media di 5 giorni di apertura alla settimana per un minimo di 5 ore, prevedendo aperture in giornate festive e serali. Autopromozione e Spazi Laboratoriali Si tratta di uno spazio privilegiato di socializzazione e integrazione sociale, finalizzato a diffondere la cultura della solidarietà e della collaborazione attraverso attività realizzate con l’ausilio di animatori socioculturali ed auto-gestite dall’utenza. Animazione Ludica educativa: “Accademia Fantasia” È uno spazio a “misura di bambino”, dove i più piccoli possono condurre esperienze ludiche ed attività educative, in autonomia ma con la supervisione degli operatori. Ha una duplice finalità: da una parte supportare lo sviluppo infantile, dall’altra consentire agli adulti di frequentare con più tranquillità le iniziative a loro rivolte. Nel periodo considerato, questi servizi hanno registrato un consistente numero di iscrizioni. Nello specifico, 728 per San Paolo – Stanic (di cui 37 casi segnalati da istituzioni territoriali) e 658 per Japigia – Torre a Mare (di cui 67 casi segnalati da istituzioni territoriali). B. Area Sostegno alla genitorialità Gruppi di Mutuo aiuto L’intervento promuove gruppi di genitori che condividono il desiderio di confrontarsi su diversi temi, con la facilitazione di un conduttore esperto di dinamiche di gruppo. Lo scopo è quello di creare un luogo protetto nel quale i partecipanti non si sentano giudicati, ma aiutati a crescere, educandosi insieme. In particolare, sono stati attivati tre gruppi di mutuo-aiuto per genitori e sostegno alla genitorialità a cui hanno partecipato 35 donne nella sede di San Paolo; 35 donne nella sede di Torre a MareJapigia, e 24 donne presso la sede di Stanic. Sportello d’ascolto per ragazzi, adulti e docenti Il servizio, che offre a genitori e figli uno spazio di confronto finalizzato a migliorare la comunicazione e il rapporto intergenerazionale, è stato realizzato sia presso le sedi del servizio, che in modo decentrato sul territorio. In particolare, per i casi più problematici, è stata condotta un’attività di osservazione sistematica dei minori a scuola, durante l’attività didattica5; momenti di scambio e confronto allargato tra famiglie e docenti hanno permesso, inoltre, di ampliare il quadro conoscitivo sul minore. Le attività decentrate realizzate nel periodo considerato sono specificate nella tabella seguente.

5

10

Questa attività è stata resa possibile grazie ad accordi presi con i dirigenti scolastici di competenza.


TABELLA 1. Plessi scolastici presso i quali si sono realizzate attivit’ decentrate San Paolo - Stanic Japigia – Torre a Mare

Scuole primarie e dell’infanzia

Scuole secondaria di I grado

Don Milani De Fano Borsellino Falcone Lo popolo Petrignani Chiaia Comparto C

Rodari Mameli Ardito Lascito Ranieri San Francesco D’assisi Don Orione

Lombardi Azzarita Ungaretti

Verga

Scuola Genitori e cicli di formazione: BABELE L’intervento prevede una serie di percorsi formativi e auto-formativi, destinati a gruppi di genitori, realizzati in sede e decentrati nella varie sedi dei Centri di Ascolto per le Famiglie e delle scuole territoriali. Questo intervento mira simultaneamente a sostenere i genitori nel loro ruolo educativo e a stimolare esperienze di crescita personale e abilità di coping. Spazi intergenerazionali mamme-bambini e nonni-nipoti Si tratta di un percorso laboratoriale per adulti e minori, finalizzato a migliorare la comunicazione intergenerazionale attraverso il gioco, la narrazione autobiografica e la musica. Consulenze psicologiche ed educative Ad un livello formale, il servizio accoglie richieste di consulenza diretta (avanzate da utenti che frequentano il Centro) e indiretta (avanzate dalle istituzioni del territorio), sia in campo psicologico che educativo. Spesso, però, gli operatori si trovano a decifrare un’implicita richiesta di aiuto e sostegno che li porta ad instaurare, anche in un setting non formalizzato, una relazione di aiuto. Nel periodo oggetto della ricerca, il servizio ha registrato la presa in carico e l’intervento individualizzato in 121 casi per San Paolo - Stanic e 62 casi per Japigia – Torre a Mare. Consulenze legali Il servizio erogato offre gratuitamente informazioni e chiarimenti riguardanti prevalentemente l’ambito del diritto della persona e del diritto di famiglia. Le consulenze legali vengono prestate sia in forma individuale che attraverso momenti seminariali tematici. Separazione consensuale e giudiziale; divorzio; reati familiari; procedimenti di tutela civile dei minori e di decadenza della potestà genitoriale sono solo alcuni esempi delle tematiche trattate. Il servizio ha registrato la presa in carico e l’intervento individualizzato in 93 casi per la sede di San Paolo Stanic e 49 casi per la sede di Japigia – Torre a Mare. C. Area Disabilità Gruppi di mutuo aiuto per genitori con minori diversamente abili L’intervento, realizzato in collaborazione con i Servizi Socio-Educativi territoriali, le scuole e le realtà non-profit ha proposto un percorso educativo per genitori con figli diversamente abili, finalizzato al confronto e allo scambio della propria esperienza genitoriale. Attraverso il gruppo si è inteso favorire l’autostima e il senso di autoefficacia nei genitori, promuovendone le potenzialità. In termini quantitativi, il gruppo ha visto la partecipazione di 12 mamme. D. Area Lavoro Sportello di orientamento al lavoro Il servizio, pensato come uno strumento attivo di orientamento al lavoro, si propone di sostenere le politiche di conciliazione e le pari opportunità, promuovendo una cultura del benessere, delle differenze e del dialogo tra generi. In particolare, si tenta di fornire una risposta concreta ai bisogni di stranieri e donne con figli piccoli rispetto alla conciliazione di tempi di vita e di lavoro. Da un punto di vista operativo, l’intervento si è articolato secondo diverse modalità: laboratori tematici, consulenze individuali di orientamento, ricerca attiva del lavoro, colloqui di orientamento, percorsi di bilancio delle competenze individuali e realizzazione di una Bacheca Lavoro. Nel complesso, il servizio ha visto la partecipazione di 84 utenti tra San Paolo, Stanic, Japigia, Torre a Mare. Le azioni dell’area lavoro sono state svolte in collaborazione con il Centro per l’Impiego, i progetti EDA – Educazione per gli Adulti, i programmi Operativi PON delle diverse scuole del territorio, i Progetti POR PUGLIA per la creazione di nuove imprese sul quartiere e i Sevizi Socio-Educativi territoriali. Percorsi di formazione e auto-formazione in età adulta L’intervento, in sintonia con i servizi dello Sportello di orientamento, prevede la realizzazione di corsi di alfabetizzazione informatica e linguistica, finalizzati a potenziare le competenze aumentando, così, le possibilità di inserimento e re-inserimento lavorativo. I corsi, hanno visto il coinvolgimento di 97 utenti solo per la sede del San Paolo – Stanic.

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E. Area protezione e prevenzione del rischio e accompagnamento alla maternità Percorsi di sostegno e accompagnamento alla maternità pre e post parto “Stelle Nascenti” L’intervento si svolge d’intesa con il Servizio Socio Educativo della Circoscrizione territoriale, con il Consultorio Familiare, con gli Ospedali, i pediatri di base e ogni altro servizio sanitario istituzionalmente preposto al problema, in attuazione del Protocollo d’Intesa stipulato tra Comune di Bari, Assessorato alle Politiche Sociali, AUSL e Tribunale per i Minori. La finalità è quella di sostenere ed avviare al difficile compito di diventare madre, soprattutto nel caso di donne molto giovani e/o che vivono una condizione di disagio socio-economico, mediante diverse azioni sinergiche. La prima prevede la realizzazione di percorsi pre-parto di accompagnamento alla maternità organizzato in 10 moduli a cui corrispondono altrettanti incontri tenuti da figure mediche specialistiche quali neonatologo, ostetrica, puericultrice, nutrizionista, ginecologa, ecc... In un secondo momento, nei casi di situazioni particolarmente disagiate segnalate dai servizi sociali, viene realizzato l’accompagnamento domiciliare alla maternità, anche nel periodo post-partum. Inoltre, le neomamme hanno la possibilità di partecipare anche ad un gruppo di mutuo-aiuto nel post parto. È prevista, infine, la realizzazione dello sportello mamma, finalizzato al supporto delle giovani madri nelle prime fasi dopo la nascita, con lo scopo di promuovere un efficace stile di parenting per garantire un sano sviluppo del bambino F. Tutoring e Spazio Neutro Creazione di luoghi di incontro tra genitori separati e figli Il servizio, che si rivolge a famiglie con figli minori i cui genitori sono separati e/o in fase di separazione conflittuale6, mira ad attivare spazi d’incontro tra genitori e figli. Più specificamente, il servizio intende: offrire ai genitori separati spazi di accoglienza e sostegno nella gestione del proprio ruolo educativo; favorire una logica di bi-genitorialità responsabile; garantire interventi che accompagnino e facilitino la relazione tra le famiglie separate e i servizi invianti potenziando in tal modo il lavoro di rete sul territorio. I nuclei segnalati, per il periodo in oggetto, sono stati 3 per le circoscrizioni San Paolo – Stanic e 7 per Japigia – Torre a Mare. Sostegno alle famiglie con problemi di detenzione “Spiraglio” L’intervento, attivato su segnalazione dei Servizi Socio-Educativi territoriali e l’Ufficio Esecuzioni Penali Esterne, si propone di offrire spazi d’ascolto a famiglie con individui aventi problemi di carcerazione e/o alcolismo, supportando il singolo e la famiglia a domicilio. Per questo tipo di intervento si è registrata la segnalazione di un solo nucleo familiare nel periodo temporale considerato. G. Area Cittadinanza attiva ed educazione alla legalità Percorsi sulla legalità ed esercizi di partecipazione Gli esercizi di partecipazione prevedono momenti allargati di discussione su problematiche civili e sociali del territorio nonché la partecipazione ad eventi e manifestazioni aperte alla cittadinanza. Percorsi di ri-socializzazione per adulti e minori L’intervento, realizzato in collaborazione con il Ministero di Giustizia, è finalizzato all’inserimento di minori e adulti sottoposti a procedimenti penali e a misure alternative alla pena attraverso diverse azioni di reinserimento sociale e orientamento lavorativo, da effettuare nell’ambito di percorsi di messa alla prova e attività di volontariato. Nel periodo in oggetto, i casi di minori segnalati dall’Ufficio Unità Servizi Sociali Minori del Ministero di Giustizia sono stati 9 per San Paolo-Stanic e 3 per Japigia – Torre a Mare. Uno solo, invece, il nucleo familiare preso in carico su segnalazione dell’Ufficio Esecuzione Penale Esterne. H. Area integrazione socio-culturale e linguistica7 Percorsi di educazione interculturale “Namaste” per italiani e stranieri residenti e/o richiedenti asilo; Percorsi di alfabetizzazione e cultura italiana per stranieri, in collaborazione con il Centro di Accoglienza CARA. Orientamento lavorativo per stranieri Eventi di conoscenza e dialogo interculturale realizzate in collaborazione con le associazioni di stranieri residenti sui territorio e le comunità per minori e adulti stranieri. Esempi di attività sono il “Capodanno afgano” e la “Festa dell’indipendenza mauriziana”. Considerando entrambe le circoscrizioni (II e V), alle attività si è registrata la partecipazione di 115 persone, sia adulti che minori, di diverse origini etnico-culturali (mauriziani, afghani, curdi, eritrei, somali, nigeriani, gambesi, liberiani, tunisini, congolesi, Krio e Mandingo).

6 7

12

Questi nuclei sono segnalati dal Servizi Sociale Circoscrizionale e dai Consultori Familiari. L’area in oggetto è stata avviata nell’ultima fase dell’anno 2008 grazie anche al progetto Via del Campo” finanziato dalla Fondazione Vodafone alla Fondazione Giovanni Paolo II Onlus.


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U

D

I

T

U

V A L U T A Z I O N I

M


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VALUTAZIONI

LA VALUTAZIONE DEI CENTRI PER LE FAMIGLIE 1. Il percorso di ricerca Abbiamo già argomentato nel capitolo precedente come i centri per le famiglie possano essere identificati come degli ambienti multi-funzione per le famiglie (Wise, 2003), che hanno lo scopo di migliorare la famiglia e il benessere della comunità attraverso la logica dell’empowerment. Questi servizi contribuiscono a costruire la comunità locale promuovendo la partecipazione attraverso iniziative e progetti flessibili, adattati alle caratteristiche della popolazione target. Se teniamo presente che le attività implementate in ogni centro sono il frutto del fit tra la mission del servizio e i bisogni, espliciti e impliciti espressi dagli utenti, si comprende la primaria importanza della percezione del servizio da parte di chi vi è coinvolto. In altri termini, riteniamo che la valutazione di un servizio così impostato non possa prescindere dall’uso di metodi di ricerca del modello della valutazione partecipata (Bezzi, 2001). Un’analoga tesi può essere sostenuta riguardo agli operatori del servizio, che giocano un ruolo centrale e imprescindibile per la buona riuscita degli interventi attuati. Questa osservazione assume maggiore rilevanza se si considera che spesso gli operatori che lavorano nel terzo settore si trovano a dover fronteggiare compiti molteplici e complessi, con risorse limitate. Oltre alle competenze, quindi, entrano in gioco in modo imponente, gli aspetti motivazionali, l’inclinazione al lavoro di gruppo e il senso di comunità (Warren-Adamson, 2001). Infine, è la stessa natura olistica dell’assistenza alla famiglia che caratterizza questi Centri a rendere necessaria la collaborazione con altre realtà istituzionali della comunità di riferimento, quali la scuola e le parrocchie. A partire da tali premesse, nella ricerca valutativa che presentiamo, oltre ad uno studio documentale realizzato analizzando i report di bilancio, i materiali di programmazione e i documenti relativi ai singoli progetti attivati, abbiamo scelto di coinvolgere i principali stakeholder coinvolti nel lavoro dei Centri Famiglia. Da un punto di vista più specificamente teorico, abbandonando la prospettiva della “razionalità assoluta” orientata al controllo di tutti i fattori che influenzano l’esito finale, abbiamo voluto tracciare un’immagine il più possibile realistica del servizio attraverso il ricorso a testimoni qualificati (Del Zotto 1988) – o testimoni chiave – ovvero detentori di informazioni rilevanti ai fini della ricerca: utenti, operatori e rappresentanti di altri enti con cui il servizio ha avviato una collaborazione operativa. In altri termini, attraverso un tentativo di triangolazione metodologica (Corbetta, 1999), coniugando dati quantitativi derivati da questionari e dati qualitativi raccolti attraverso il metodo dell’intervista in profondità, abbiamo cercato di realizzare una valutazione significativa e completa che tenesse conto di diversi aspetti del servizio. In tal senso, nella prima parte dello studio, abbiamo valutato, attraverso un questionario semi-strutturato, il punto di vista di utenti, operatori e soggetti istituzionali, con lo scopo di comprenderne la soddisfazione sia in termini complessivi, rispetto al Centro, sia relativamente a specifiche dimensioni (attività, aspetti organizzativi8…). In un secondo momento, abbiamo intervistato quelli che, in accordo con la coordinatrice del Centro, sono stati identificati come testimoni privilegiati. La metodologia di ricerca e i principali risultati saranno descritti nei sottoparagrafi successivi. 2. Metodo 2.1 Composizione e caratteristiche del campione Il campione di questa ricerca è costituito da 212 utenti del servizio, 25 rappresentanti istituzionali, 44 operatori coinvolti nella gestione del servizio e 8 testimoni privilegiati. Nella prima fase della ricerca, utenti, rappresentanti istituzionali e operatori hanno compilato un questionario semi-strutturato costruito ad hoc. La struttura, le variabili e le relative domande contenute nei questionari saranno analiticamente descritte nel paragrafo 2.3. La seconda fase, invece, ha coinvolto 8 testimoni privilegiati, 4 testimoni per il Centro di San Paolo-Stanic e 4 per Japigia-Torre a Mare. Per una maggiore chiarezza espositiva, le caratteristiche di questi sub-campioni saranno illustrate separatamente. A. Gli utenti Sono stati intervistati 212 utenti, di cui 170 frequentati il Centro di Ascolto per le Famiglie San Paolo-Stanic e 42 frequentanti quello di Japigia- Torre a Mare. Complessivamente, il 26,8% del campione è costituito da uomini, mentre per il 73,2% è costituito da donne. L’età dei partecipanti varia dagli 11 ai 76 anni. La classificazione per fasce di età (cfr. figura 1) mostra una netta prevalenza di soggetti anziani (51-76 anni) e adulti (26-50 anni). In percentuali minori, invece, ritroviamo preadolescenti, adolescenti e giovani adulti.

8

14

Le dimensioni specifiche prese in considerazione nel questionario saranno specificate nel paragrafo 2.3.


Figura 1: Utenti intervistati per fasce di età (%)

Preadolescenti (11-13)

9%

Adolescenti (14-19)

1%

Giovani adulti (20-25)

4,5 %

Adulti (26-50)

25,5 %

Anziani (51-76)

60 %

Per quanto riguarda il livello di scolarizzazione, la maggior parte dei partecipanti possiede un livello di istruzione limitato alla scuola dell’obbligo (68,7%); il 21,8% ha un diploma e solo il 7,3% una laurea. Il 2,2% non possiede alcun livello di istruzione. Figura 2: Utenti intervistati per titolo di studio (%)

Preadolescenti (11-13)

9%

Adolescenti (14-19)

1%

Giovani adulti (20-25)

4,5 %

Adulti (26-50)

25,5 %

Anziani (51-76)

60 %

Se analizziamo l’occupazione dei rispondenti, possiamo notare che ben il 45,6% è casalinga; il 15,5% è pensionato, mentre il 9,6% è studente. La maggior parte degli intervistati ha una famiglia composta da 3/4 componenti (47,7%); il 25,9% da due componenti, mentre solo nel 5,4% si tratta di famiglia mononucleari. All’analisi del x² effettuato per verificare la presenza di eventuali differenze tra le sedi in termini di caratteristiche dell’utenza, è possibile osservare che gli utenti dei centri considerati (San Paolo- Stanic vs. Japigia-Torre a Mare) non si differenziano con una presenza maggiore di persone con un titolo di studio più elevato tra gli utenti del Centro di Japigia-Torre a Mare rispetto agli utenti del Centro San Paolo-Stanic. Si riporta, di seguito, la distribuzione di frequenze rispetto al titolo di studio (cfr. figura n. 1) e la relativa rappresentazione grafica.

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VALUTAZIONI

Tabella 2: Differenze tra utenti di diverse sedi rispetto al titolo di studio Sede del Centro San Paolo- Stanic (n=137)

Titolo di studio

Japigia- Torre a Mare (n=42)

Frequenze

%

Frequenze

%

Assenza di scolarizzazione

4

2,92

0

0

Licenza elementare

54

39,41

4

9,52

Licenza media

53

38,68

12

28,57

Diploma

17

12,4

22

52,38

Laurea o pi첫

9

6,56

4

9,52

Figura 3: Differenze tra utenti di diverse sedi rispetto al titolo di studio (%) San Paolo - Stanic

Japigia - Torre a Mare

100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Assenza di scolarizzazione

16

Licenza elementare

Licenza media

Diploma

Laurea o pi첫

Totale


Tabella 3: Differenze tra sedi rispetto alla professione svolta dagli utenti intervistati Sede del Centro Professione dell’intervistato

San Paolo- Stanic (n=157) Frequenze

Japigia- Torre a Mare (n=42)

%

Frequenze

%

Operaio/a

1

0,63

0

0

Casalinga

87

55,41

22

52,38

Pensionato

30

19,1

7

16,7

Studente

22

14

1

2,38

Commessa

1

0,63

2

4,76

Imprenditrice/ore

2

1,27

0

0

Ingegnere

3

1,91

0

0

Altro

11

7

10

23,7

Figura 4: Differenze tra sedi rispetto alla professione degli utenti intervistati San Paolo - Stanic

Japigia - Torre a Mare

60 50 40 30 20 10 0 Operaio/a

Casalinga

Pensionato

Studente

Commessa

Imprenditore

Ingegnere

Altro

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VALUTAZIONI

Tabella 4: Differenze tra sedi rispetto al numero di componenti familiari dei rispondenti Sede del Centro di Ascolto per le famiglie Numero di componenti familiari

San Paolo - Stanic (n=165)

Japigia- Torre a Mare (n=42)

Frequenze

%

Frequenze

%

1

12

7,27

1

2,38

2

53

32,12

9

21,42

3

42

25,45

10

23,8

4

41

24,84

21

50

5

17

10,3

1

2,38

Figura 5: Differenze tra sedi rispetto al numero dei componenti familiari dei rispondenti San Paolo - Stanic

Japigia - Torre a Mare

50

40

30

20

10

0 1

2

3

4

5

Come mostra il grafico (cfr. fig. 5), nella circoscrizione San Paolo-Stanic si ritrovano, in misura maggiore, famiglie mononucleari e composte da quattro o più membri, mentre nella circoscrizione Japigia-Torre a Mare sono più presenti famiglie che presentano una composizione più vicina alla media nazionale. B) Rappresentanti istituzionali In un secondo momento, abbiamo somministrato 25 questionari a rappresentanti istituzionali referenti di enti territoriali che interagiscono con il Centro di Ascolto per le Famiglie. In particolare, si tratta di rappresentanti di istituti scolastici, referenti delle circoscrizioni comunali e operatori dell’ Unità Servizio Sociale Minori del Ministero di Giustizia. Complessivamente, 18 (72%) sono referenti di enti presenti nel territorio San Paolo-Stanic, mentre solo 7 (28%) sono referenti di strutture ubicate nella zona di Japigia- Torre a Mare. Per quanto riguarda il ruolo degli intervistati, la maggior parte dei rispondenti ha la qualifica di assistente sociale (52%), il 20% riveste il ruolo di dirigente scolastico, mentre percentuali più basse sono costituite da altre figure professionali quali insegnanti, funzionari ed educatori. C) Gli operatori Il terzo sub-campione della presente ricerca è costituito da operatori coinvolti nella gestione dei Centri di Ascolto per le Famiglie. In particolare, abbiamo somministrato 44 questionari a psicologi, educatori e operatori sociali impegnati nell’implementazione dei progetti e degli interventi realizzati dal Centro.

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D) I testimoni privilegiati Infine, abbiamo intervistato per ciascun territorio quattro testimoni privilegiati in accordo con la coordinatrice del servizio, abbiamo ritenuto che il parroco, il dirigente scolastico, l’assistente sociale coordinatrice dei servizi socio-educativi e il presidente della Commissione circoscrizionale dei Servizi Sociali fossero persone competenti in ordine al problema oggetto della ricerca. È importante precisare che intervistando questi esperti (definiti anche “campione sociologico”) ci si prefigge di ottenere informazioni significative quanto quelle desumibili da un campione più ampio di soggetti (Bezzi, Palumbo, 1995: 83). In questo senso, il campionamento di testimoni privilegiati si differenzia rispetto ad altre strategie di campionamento perché si selezionano individui che parlano “al posto di” e non rappresentano quindi un campione in senso statistico, in quanto la loro expertise dipende dal fatto che conoscono bene il contesto in oggetto. In linea con quanto premesso, abbiamo ritenuto opportuno intervistare, per ciascuna circoscrizione, non chi attualmente riveste il ruolo di Presidente della Commissione dei Servizi Sociali ma chi ricopriva tale ruolo nel periodo considerato dalla ricerca. La tabella 5 illustra, nello specifico, il ruolo dei testimoni privilegiati che abbiamo intervistato e il relativo territorio di riferimento. Tabella 5: I testimoni privilegiati Ente e territorio V Circoscrizione - Commissione Servizi Sociali II Circoscrizione - Commissione Servizi Sociali V Circoscrizione II Circoscrizione V Circoscrizione II Circoscrizione V Circoscrizione - Servizi Sociali II Circoscrizione - Servizi Sociali

Ruolo del testimone privilegiato Presidente Presidente Parroco Parroco Dirigente Scolastico Dirigente Scolastico Assistente sociale coordinatrice dei servizi socio-educativi Assistente sociale coordinatrice dei servizi socio-educativi

2.2 Procedure di rilevazione dei dati La ricerca valutativa che presentiamo ha previsto due fasi di rilevazione dei dati distinte in due momenti temporali, ciascuna con uno specifico approccio metodologico (quantitativo vs qualitativo). La prima fase, che ha previsto la somministrazione di questionari semi-strutturati ad un campione di utenti, operatori e referenti istituzionali del territorio, è avvenuta nel biennio 2007-2009. In particolare, nel periodo in oggetto è stato chiesto a ciascun partecipante di compilare un questionario di valutazione; l’operatore che proponeva la compilazione del questionario specificava che le informazioni raccolte sarebbero state trattate garantendo la riservatezza. La seconda fase della ricerca, invece, che ha previsto interviste semi-struttuate ai testimoni privilegiati, è avvenuta nell’ultimo trimestre del 2009. In questo caso, le interviste sono state condotte da un ricercatore informato delle finalità della ricerca. In tal senso, sebbene l’intervistato abbia seguito una griglia di intervista precedentemente concordata dall’equipe di ricerca, le domande sono state declinate a seconda del ruolo e dell’esperienza di ciascun testimone intervistato. Con il consenso degli intervistati, tutte le interviste sono state audio-registrate; successivamente, sono state fedelmente trascritte parola per parola al fine di poter disporre di un traccia completa dei contenuti. 2.3 Strumenti di rilevazione dei dati Il questionario rivolto agli utenti, costruito ad hoc, è costituito da una sezione che richiede informazioni socio-anagrafiche (età, titolo di studio, professione, numero di componenti del nucleo familiare) e 16 domande, sia aperte (o qualitative) che chiuse (o quantitative). Attraverso le domande quantitative, sono state indagate l’importanza del Centro sul territorio di riferimento (range 1-10); la soddisfazione rispetto alle attività realizzate dal Centro (range 1-5: per niente; poco; abbastanza; molto; totalmente) e rispetto ai corsi seguiti (range 1-10); l’adeguatezza dell’organizzazione del servizio (range 1-5: per niente; poco; abbastanza; molto; totalmente), e la professionalità dell’èquipe (range 1-10). Le domande aperte, invece, riguardano le seguenti aree: i corsi frequentati e le relative motivazioni; i corsi a cui non è stato possibile partecipare e le relative motivazioni; un giudizio sui corsi ritenuti più interessanti e sulla durata dei corsi frequentati; un giudizio sul rapporto con l’équipe; quali sono le attività che si vorrebbe fossero attivate dal servizio; eventuali suggerimenti liberi.

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VALUTAZIONI

Il questionario rivolto agli operatori è composto da 12 domande, di cui 8 pre-codificate (a risposta chiusa) e 4 a risposta aperta. Le domande riguardano: il livello di soddisfazione espresso dagli operatori sul livello di partecipazione alle decisioni assunte nelle riunioni di coordinamento (range: 1-10); il livello di soddisfazione riguardo alla validità degli incontri di coordinamento, ai fini della efficienza ed efficacia del lavoro che si svolge nel Centro (range: 1-10); se l’operatore ritiene sufficienti che gli incontri si svolgano mensilmente (si/no), e se no, quale dovrebbe essere la frequenza giusta per tali incontri (ogni settimana; ogni 15 giorni; ogni 3 settimane; ogni 2 mesi); un giudizio complessivo sull’andamento generale del Centro (range: 1-10); se ritiene che le attività proposte dal Centro siano rispondenti ai bisogni degli utenti, e se no, quali attività propone per meglio venire incontro ai bisogni degli utenti; le principali difficoltà riscontrate come operatore e il relativo livello di gravità (range: 1-5); i principali elementi di facilitazione del lavoro e il relativo livello di importanza (range: 1-5); se l’operatore ritiene di aver rispettato le procedure previste dal Sistema per la Qualità e le disposizioni di lavoro concordate in equipe (si/no), e se no, le motivazioni più significative ed il loro livello di importanza; eventuali proposte per migliorare complessivamente la qualità del Servizio del Centro e il relativo livello di importanza (range: 1-5). Il questionario rivolto ai referenti istituzionali è composto da 10 domande finalizzate ad indagare i seguenti aspetti: l’importanza attribuita alla presenza del Centro di Ascolto per le Famiglie (range: 1-10); i servizi sperimentati o richiesti; i servizi più utili rispetto ai bisogni del territorio e quelli che potenzierebbe; il grado di soddisfazione circa le attività realizzate dal Centro (per niente; poco; abbastanza; molto; totalmente); il livello di soddisfazione rispetto a ciascuna delle aree di intervento; gli aspetti da migliorare a livello organizzativo, le relative motivazioni ed eventuali proposte (modalità di apertura; ubicazione della sede; risorse economiche; risorse umane, tipologia dei servizi offerti; lavoro di rete; procedure di lavoro; modulistica; procedure di valutazione; altro); il rapporto instaurato con l’equipe del Centro (ottimo, buono, superficiale, conflittuale); limiti e potenzialità del servizio; eventuali suggerimenti, proposte e indicazioni. L’intervista semi-strutturata per i testimoni privilegiati, infine, ha permesso di indagare: i primi contatti e l’esperienza di interazione tra il Centro di Ascolto per le Famiglie e l’ente rappresentato da ciascun intervistato; le peculiarità/aspetti caratterizzanti del Centro di Ascolto per le Famiglie rispetto agli altri servizi che si occupano del sostegno alla famiglia sul territorio di riferimento; i servizi e le attività del Centro di Ascolto per le Famiglie ritenute più efficaci rispetto ai bisogni espressi dagli utenti dello specifico territorio; i punti di forza del Centro di Ascolto per le Famiglie; i punti di debolezza del Centro di Ascolto per le Famiglie; gli aspetti da potenziare; l’efficacia e l’utilità della rete con gli altri servizi.

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3. Analisi dei dati e risultati9 I dati raccolti attraverso i questionari, dopo essere stati codificati, sono stati analizzati mediante il software SPSS 17.10 Per una maggiore chiarezza espositiva i risultati delle analisi condotte saranno descritti per sub-campioni. 3.1 Risultati ottenuti dai questionari somministrati agli utenti Le analisi effettuate sui dati riferiti dagli utenti hanno permesso di identificare, innanzitutto, la tipologia dei corsi seguiti dagli intervistati e le relative motivazioni. Vista la numerosità dei diversi corsi che il Centro propone, abbiamo ritenuto opportuno codificare i corsi in macro-categorie che potessero rappresentarne la tipologia. In tal senso, abbiamo individuato: l’area formazione continua e professionale, all’interno della quale abbiamo inserito corsi come quello di informatica e alfabetizzazione italiana per stranieri, che hanno il chiaro intento di promuovere negli utenti l’apprendimento specifiche abilità e competenze; l’area creatività e tempo libero, all’interno della quale abbiamo inserito i corsi di ballo, i laboratori e le attività di animazione socio-culturale, che si propongono di avere una funzione di socializzazione, ed espressione del sé attraverso una gestione “impegnata” del tempo libero; l’area del sostegno specialistico, in cui abbiamo incluso le attività che prevedono più specificamente l’intervento di un professionista come ad esempio psicologi, educatori professionali e/o avvocati. Nello specifico, rientrano in questa categoria i corsi pre e post parto di accompagnamento alla maternità, i percorsi di mutuo aiuto, i seminari tenuti da esperti su tematiche specifiche, le consulenze psicologiche e pedagogiche realizzate in modo decentrato presso gli istituti scolastici del territorio, la consulenza legale e la scuola genitori; Inoltre, poiché spesso accade che lo stesso utente frequenti contemporaneamente più attività appartenenti ad aree di interventi differenti, abbiamo previsto delle categorie miste, ricavate dalla combinazione delle categorie principali. L’analisi delle frequenze condotta sulla variabile “tipi di corsi frequentati” così impostata ha permesso di evidenziare quali sono, nel complesso le aree prevalenti. La tabella 6 indica, nello specifico, le frequenze di risposta per ciascuna area, graficamente rappresentate nella figura 6. Tabella 6: Corsi seguiti dagli utenti per tipologia Tipo di corso Formazione continua e professionale Creatività e tempo libero Sostegno specialistico Formazione e Creatività Creatività e Sostegno specialistico Formazione, creatività e sostegno specialistico Nessun corso Totale

Frequenza 32 115 45 13 5 1 1 212

Percentuale 15,1 54,2 21,2 6,1 2,4 ,5 ,5 100,0

9 In questo contributo riportiamo solo i risultati più significativi. 10 Si tratta di un software specificamente realizzato per l’analisi statistica di dati psicosociali.

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VALUTAZIONI

Figura 6: Corsi seguiti dagli utenti per tipologia (%)

Formazione continua e professionale 15% Creatività e tempo libero

54%

Sostegno specialistico

21%

Formazione e creatività

6%

Creatività e sostegno

2%

Nessun corso

1%

Abbiamo, quindi, analizzato le risposte fornite dagli utenti alla domanda del questionario che indagava le motivazioni connesse allo svolgimento dei corsi seguiti. Poiché questa domanda prevedeva una modalità di risposta aperta, le risposte indicate dagli utenti intervistati sono state preliminarmente categorizzate in sei aree principali di seguito indicate: empowerment11, in cui abbiamo inserito tutte le motivazioni connesse ad una dimensione di crescita personale (ad es. “Perché ritengo di migliorare le mie idee e prospettive”; “Per aumentare la mia creatività, per il benessere fisicopsichico”) ottenere supporto/aiuto (ad es. “Perché mi aiuta”; “Avevo bisogno di qualcuno che mi rassicurasse riguardo al parto”; occupare il tempo libero e socializzare (ad es. “Per stare in compagnia”; “Per socializzare e divertirmi”; “Per conoscere nuova gente”); interesse personale/ passione (ad es. “Perché amo l’attività fisica”, “Perché mi piace ballare”; utilità/funzionalità dei corsi (ad es. “Perché non sapevo ballare”; “Per imparare ad usare il computer”; “Per trovare lavoro”); motivi giuridici (ad es. “Ho frequentato il Centro per messa alla prova”). L’analisi delle frequenze di riposta calcolata su queste categorie di risposta, sebbene condotta su un numero più piccolo di casi (n=58)12 ha permesso di evidenziare come non vi sia una netta prevalenza di un particolare fattore motivazionale, in quanto assumono un ruolo analogamente rilevante le motivazioni connesse all’empowerment, al tempo libero, all’interesse personale e all’utilità dei corsi. Meno rappresentate sono, invece, le categorie della richiesta di aiuto (6,9%) e le motivazioni giuridiche (1,7%).

11 Con il termine empowerment s’intende specificamente un processo dell’azione sociale attraverso il quale le persone, le

organizzazioni e le comunità acquisiscono competenza sulle proprie vite, al fine di cambiare il proprio ambiente sociale e politico per migliorare l’equità e la qualità di vita. Tale definizione fa riferimento all’approcci multilivello (Rappaport, 1984; Zimmerman, 2000) che oltre all’aspetto psicologico dell’empowerment contempla anche quello organizzativo e di comunità. 12 È bene precisare che rispetto a questa domanda aperta hanno espresso la propria risposta solo 58 dei 212 utenti coinvolti nella rilevazione.

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Tabella 7: Motivazione dei corsi seguiti Motivazione Empowerment Ottenere supporto/aiuto Occupare il tempo libero e socializzare Interesse personale/passione Utilità/funzionalità dei corsi Motivi giuridici (messa alla prova)

Percentuale (sui rispondenti) 22,4 6,9 22,4 20,7 25,9 1,7

Figura7: Motivazioni connesse alla frequenza dei corsi (%)

Empowerment

22,00

Ottenere supporto/aiuto

7,00

Occupare il tempo libero e socializzare 22,00 Interesse personale/passione

21,00

Utilità/funzionalità dei corsi

26,00

Motivi giuridici (messa alla prova)

2,00

Incuriositi da questo dato, abbiamo voluto approfondire l’analisi riguardante le motivazioni espresse dagli utenti in riferimento alle attività frequentate, indagando in particolare l’effetto dell’età dei rispondenti. In altri termini, abbiamo voluto verificare se vi fosse un’associazione statisticamente significativa tra l’età degli utenti intervistati e l’area motivazionale individuata. Sebbene anche quest’analisi sia stata condotta solo sui 58 utenti (ovvero il 18,8% dei rispondenti) che hanno motivato la loro frequenza dei corsi, il test del x², applicato alle tavole di contingenza ottenute incrociando la variabile fasce d’età e la variabile area motivazionale, mostra la presenza di differenze statisticamente significative nella distribuzione di frequenza

Tabella 8: Associazioni tra fasce d’ età e motivazioni relative alla frequenza dei corsi Area motivazionale Fasce d’età Ottenere Occupare il Interesse Funzionalità-utilità Empowerment supporto tempo libero personale dei corsi Adolescenti (14-19) 0 0 0 1 0 Adulti (26-50) 6 4 6 4 4 Senior (51-76) 7 0 7 7 11 Totale 13 4 13 12 15

Motivi giuridici 1 0 0 1

Totale 2 24 32 58

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VALUTAZIONI

Figura 8: Associazioni tra fasce do età e motivazioni relative alla frequenza dei corsi Adolescenti (14-19)

Adulti (26-50)

Senior (51-76)

12

10

8

6

4

2

0 Empowerment

Ottenere supporto/aiuto

Occupare il tempo libero

Interesse personale/passione

Funzionalità/utilità dei corsi

Motivi giuridici

Come evidenzia il grafico, coloro che frequentano il Centro prevalentemente per ottenere supporto e aiuto sono esclusivamente adulti, mentre l’utilità dei corsi seguiti è la motivazione che ritroviamo più frequente tra i soggetti senior, che hanno un’età compresa tra i 50 e i 76 anni. È interessante notare, inoltre, come oltre all’utilità, siano l’area motivazionale empowerment (connessa alla dimensione della crescita personale) e l’area “occupare il tempo libero” (connessa alla dimensione della socializzazione), le aree più frequenti condivise da adulti e senior. Un secondo set di analisi ha permesso di indagare la presenza di eventuali differenze tra gli utenti che frequentano le diverse sedi in riferimento alla tipologia di corsi frequentati e alle relative motivazioni connesse. In particolare, abbiamo applicato l’analisi del x² alle tavole di contingenza ottenute incrociando la variabile sede (San PaoloStanic vs Japigia-Torre a Mare) e la variabile tipologia di corso, descritta precedentemente. I risultati del test statico effettuato corsi seguiti dagli utenti. La tabella di frequenza riportata di seguito (cfr. tabella 9) mostra, nello specifico, le differenze specifiche per categoria di corsi, graficamente rappresentate nella figura 9.

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Tabella 9: Differenze tra sedi rispetto alla tipologia di corsi seguiti Sede del Centro San Paolo-Stanic Japigia- Torre a Mare 32 0 75 40 45 0 13 0 3 2 1 0 1 0 170 42

Tipologia dei corsi Formazione continua/professionale Creatività e tempo libero Sostegno specialistico Formazione e creatività Formazione e sostegno specialistico Formazione, creatività e sostegno specialistico Nessuno Totale Figura 9: Differenze tra sedi rispetto alla tipologia di corsi seguiti Sede del Centro di Ascolto per le famiglie San Paolo - Stanic

Sede del Centro di Ascolto per le famiglie Japigia - Torre a Mare

80 70 60 50 40 30 20 10

Formazione, creatività e sostegno specialistico

Nessuno

Formazione e sostegno specialistico

Formazione e creatività

Sostegno specialistico

Creatività e tempo libero

Formazione continua/ professionale

0

Com’è evidente dal grafico (pur considerando la diversa numerosità dei due campioni di utenti13) si registra una netta prevalenza dei corsi dell’area creatività e tempo libero nella sede di Japigia-Torre a Mare. Tra gli utenti del Centro San PaoloStanic intervistati si registra un cospicuo numero di frequenze sia per i corsi di formazione (32) che per gli interventi di sostegno specialistico (45). Abbiamo, quindi, analizzato le risposte alle domande più esplicitamente valutative rivolte agli utenti, che indagano: l’importanza attribuita al Centro, la soddisfazione relativa alle attività proposte dal servizio e ai corsi seguiti, i giudizi espressi in merito all’organizzazione di tempi e spazi, ala professionalità dell’equipe e al grado di coinvolgimento nella progettazione e nella realizzazione delle attività. Da un punto di vista procedurale, abbiamo innanzitutto verificato come gli utenti, complessivamente, abbiano risposto a queste domande, per poi verificare nello specifico la presenza di eventuali differenze significative tra le sedi (San Paolo-Stanic 13 La significatività dell’analisi del x² tiene sotto controllo l’ampiezza campionaria.

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VALUTAZIONI

vs. Japigia Torre a Mare) rispetto alle suddette variabili. Le analisi descrittive condotte sui dati emersi dalla rilevazione effettuata sugli utenti hanno messo in evidenzia un alto livello di soddisfazione espressa dagli utenti sia sulle attività del centro (M=3,82; d.s=0,79- range: 1-5) che sui corsi seguiti (M=9,24; d.s=1,05- range: 1-10). Altrettanto positivi sono i giudizi che gli utenti esprimono in riferimento all’organizzazione dei tempi (M=3,63; d.s=0,81- range: 1-5) e degli spazi (M=7,11; d.s=2,22- range: 1-10), alla professionalità dell’equipe (M=9,59; d.s=0,75- range: 1-10) e al coinvolgimento degli utenti nella programmazione del servizio (M=3,72; d.s=0,72- range: 1-5). Anche l’importanza attribuita al Centro da parte degli utenti, infine, è molto elevata (M=9,34; d.s=1,22- range: 1-10). Tabella 10: Giudizi sul servizio espressi dagli utenti Soddisfazione relativa alle attività proposte dal servizio Importanza attribuita al Centro Soddisfazione relativa ai corsi seguiti Giudizio espresso in merito all’organizzazione dei tempi Giudizio espresso in merito alla professionalità dell’equipe Giudizio espresso in merito all’organizzazione degli spazi Giudizio espresso in merito al coinvolgimento degli utenti

N 206 207 207 188 210 186 190

Media 3,82 9,34 9,24 3,63 9,59 7,11 3,72

Deviazione std. 0,79 1,22 1,05 0,81 0,75 2,22 0,72

Figura 10: Giudizi sul servizio espressi dagli utenti

10 9 8 7 6 5 4 3 2 1

Organizzazione dei tempi

Soddisfazione per le attività del servizio

Coinvolgimento degli utenti

Organizzazione degli spazi

Professionalità dell’équipe

Corsi seguiti

Importanza attribuita al centro

0

In un secondo momento, attraverso l’analisi della varianza (ANOVA), abbiamo proceduto a valutare se i punteggi medi ottenuti dai soggetti appartenenti ai due gruppi di utenti (San Paolo-Stanic vs. Japigia Torre a Mare) si differenziassero in termini di importanza attribuita al Centro, soddisfazione rispetto alle attività del Centro e ai corsi seguiti, nonché sui giudizi espressi in merito all’organizzazione di tempi e spazi, ala professionalità dell’equipe e al grado di coinvolgimento nella progettazione e nella realizzazione delle attività.

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I risultati mostrano una differenza statisticamente significativa tra le due sedi considerate rispetto all’importanza attribuita al Nello specifico, sebbene complessivamente si registri un punteggio medio molto elevato (M=9,34) il ruolo del centro per il territorio di riferimento è riconosciuto in misura maggiore dagli utenti di Japigia-Torre a Mare (M=9,71; d.s.=0,60) rispetto a quelli di San Paolo-Stanic (M=9,25; d.s.=1,30). Al contrario, sia il giudizio sull’organizzazione dei tempi, sia quello relativo al grado di coinvolgimento nella progettazione e nella realizzazione delle attività sono più positivi per gli utenti della sede di San Paolo-Stanic (rispettivamente: M=3,70; d.s.=0,84; M=3,82; d.s.=0,70) rispetto a coloro che frequentano la sede di Japigia-Torre a Mare (rispettivamente: M=3,35; d.s.=0,57; M=3,35; d.s.=0,65). Figura 11: Differenze tra sedi nella valutazione del Centro San Paolo - Stanic

Japigia - Torre a Mare

10 8 6 4 2 0 Importanza attribuita al centro (scala 1-10)

Giudizio sull’organizzazione dei tempi (scala 1-5)

Giudizio sul grado di coinvolgimento nella progettazione e nella realizzazione delle attività (scala 1-5)

La soddisfazione espressa dagli utenti rispetto alle attività del Centro e ai corsi seguiti, nonché il giudizio espresso in merito all’organizzazione degli spazi non variano significativamente in funzione della sede. A questo punto, ci siamo chiesti se la soddisfazione espressa dai soggetti, sia relativamente alle attività del Centro che ai corsi personalmente seguiti potesse essere influenzata dalla tipologia dei corsi stessi. Abbiamo proceduto, pertanto, a verificare l’esistenza di eventuali differenze tra gli utenti che hanno frequentato i corsi di formazione e quelli che hanno realizzato interventi di sostegno in merito alla soddisfazione espressa. I risultati dei t-test per campioni indipendenti effettuati utilizzando come fattore la tipologia dei corsi seguiti (formazione vs. sostegno) e come variabile dipendenti rispettivamente il livello di soddisfazione rispetto alle attività realizzate al centro e ai corsi seguiti mostrano la presenza di differenze significative su entrambi le variabili considerate. In particolare, gli utenti che seguono i corsi di formazione mostrano mediamente punteggi più elevati in termini di soddisfazione, sia per le attività del Centro che per i corsi seguiti. I punteggi medi e i relativi parametri statistici sono riportati nella tabella 11 e graficamente rappresentati nella figura 12. Tabella 11: Differenze nella soddisfazione in funzione della tipologia di corso Tipi di corsi frequentati Formazione continua/professionale Soddisfazione per le attività del Centro Sostegno specialistico Formazione continua/professionale Soddisfazione per i corsi seguiti Sostegno specialistico

Media 3,89 3,48 9,42 8,68

d. s. ,74 ,66 1,15 1,17

T

Sig.

2,31 ,024 2,57 ,012

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VALUTAZIONI

Figura 12: Differenze nella soddisfazione in funzione della tipologia di corso Formazione continua/professionale

Sostegno specialistico

10

8

6

4

2

0 Soddisfazione per le attività del Centro (1-5)

Soddisfazione per i corsi seguiti (1-10)

Ripetendo la stessa analisi (t-test per campioni indipendenti) per confrontare i tipi di corsi seguiti (creatività vs. sostegno specialistico), è possibile osservare che sia la soddisfazione rispetto alle attività realizzate dal centro che la soddisfazione relativa ai corsi seguiti si differenziano a seconda del tipo di corso seguito. Nello specifico, punteggi più elevati di soddisfazione sono espressi da utenti frequentanti corsi afferenti all’area della creatività e del tempo libero rispetto a coloro che usufruiscono di servizi di sostegno specialistico. I punteggi medi ottenuti dai due gruppi confrontati e i relativi parametri di significatività statistica sono riassunti in tabella 12. Il confronto è graficamente rappresentato in figura13. Tabella 12: Soddisfazione degli utenti in funzione dei corsi seguiti (2) Tipi di corsi frequentati Creatività e tempo libero Soddisfazione per le attività Sostegno specialistico Creatività e tempo libero Soddisfazione per i corsi seguiti Sostegno specialistico

28

Media 3,90 3,48 9,41 8,68

Deviazione std. Sig. ,83 ,007 ,66 ,91 ,000 1,17


Figura 13: Soddisfazione degli utenti in funzione dei corsi seguiti (2) Creatività e tempo libero

Sostegno specialistico

10

8

6

4

2

0 Soddisfazione per le attività del Centro (1-5)

Soddisfazione per i corsi seguiti (1-10)

I risultati emersi dai t-test effettuati sono confermati dall’analisi della varianza (ANOVA) calcolata utilizzando come fattore il tipo di corso (formazione continua e professionale; creatività e tempo libero; sostegno specialistico; altro) e come variabili dipendenti la soddisfazione per i corsi seguiti e per le attività proposte dal servizio. Nel complesso, come evidenzia la tabella 13, le differenze tra i gruppi sono statisticamente significative per entrambe le variabili considerate (p= almeno .05). Nello specifico, l’analisi post-hoc di Bronferroni (cfr. tabella 14) ha consentito di evidenziare la significatività delle differenze tra i diversi tipi di corsi, graficamente rappresentate nella figura 14. In coerenza con i risultati emersi dall’analisi del t-test, questi dati evidenziano che gli utenti dei servizi di sostegno specialistico mostrano un grado minore di soddisfazione rispetto ai frequentatori dei corsi di formazione continua e professionale e dei corsi di creatività e tempo libero.

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VALUTAZIONI

Tabella 13: Soddisfazione degli utenti in funzione dei corsi seguiti (ANOVA) Tipo di corsi seguiti Media Formazione continua e professionale 9,42 Soddisfazione Creatività e tempo libero 9,41 per i corsi Sostegno specialistico 8,65 seguiti Altro 9,26 Formazione continua e professionale 3,89 Creatività e tempo 3,90 Soddisfazione per le attività Sostegno specialistico 3,52 Altro 3,90

Deviazione std. 1,15 0,91 1,11 1,10 0,74 0,83 0,63 0,79

F

Sig.

6,320

,000

2,751

,044

Tabella 14: Analisi post-hoc Variabile dipendente

(I) tipi di corsi frequentati Formazione continua e professionale

Soddisfazione per i corsi seguiti Creatività e tempo libero

(J) tipi di corsi frequentati Creatività e tempo libero Sostegno specialistico Altro Formazione continua e professionale Sostegno specialistico Altro

Differenza fra medie (I-J) 0,01 ,76819* 0,16

Errore std.

Sig.

0,2 0,24 0,29

1 0,009 1

-0,01

0,2

1

,76112* 0,15

0,18 0,25

0 1

Figura14: Soddisfazione degli utenti in funzione dei corsi seguiti (ANOVA) Formazione continua e professionale

Creatività e tempo libero

Sostegno specialistico

Altro

10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 Soddisfazione per i corsi seguiti

Soddisfazione per le attività

Un’ultima analisi è stata condotta sulla variabile relativa ai suggerimenti che gli utenti stessi hanno fornito per migliorare il servizio. Abbiamo preliminarmente codificato le risposte fornite da ciascun rispondente in dieci categorie di suggerimenti

30


riguardanti le funzioni, la durata e/o la frequenza dei corsi esistenti; nuovi corsi e iniziative da intraprendere; gli strumenti disponibili; la struttura che ospita il servizio (es. spazi) e i suoi aspetti organizzativi (i tempi, l’accesso alle informazioni…), l’atteggiamento degli operatori, nonché il coinvolgimento degli utenti stessi. Sebbene anche in questo caso si disponga di tale misura solo per un sottogruppo di utenti (n=84), come evidenzia il grafico 15, gli aspetti sui quali gli utenti che formulano suggerimenti mostrano maggiore accordo sono la possibilità di poter usufruire di più corsi e iniziative oltre quelle già realizzate (32,1%), l’aumento della durata e della frequenza dei corsi (29,8%) e un miglioramento generale degli aspetti organizzativi (14,3%), soprattutto in termini di tempi e possibilità di accesso alle informazioni. Tabella 15: Suggerimenti forniti dagli utenti Suggerimenti forniti dagli utenti Funzione dei corsi (es. finalizzati al lavoro) Durata/frequenza dei corsi Più corsi/iniziative Più strumenti (es. stampanti, pc) Miglioramento della struttura (es. spazi) Più corsi e più spazi Aspetti organizzativi (tempi, beneficiari, informazioni) Operatori (maggiore disponibilità) Più corsi e più strumenti Più partecipazione degli utenti Totale

Percentuale 2,4 29,8 32,1 3,6 11,9 1,2 14,3 2,4 1,2 1,2 100

Figura 15: Suggerimenti forniti dagli utenti Funzione dei corsi (es. finalizzati al lavoro) 2,00 Durata/frequenza dei corsi

30,00

Più corsi/iniziative

33,00

Più strumenti (stampanti, PC) Miglioramento della struttura (spazi) Più corsi e più spazi

4,00 12,00 1,00

Aspetti organizzativi (tempi, beneficiari, informazioni)

14,00

Operatori (maggiore disponibilità)

2,00

Più corsi e più strumenti

1,00

Più partecipazione degli utenti

1,00

3.2 Risultati ottenuti dai questionari somministrati agli operatori Le analisi descrittive condotte sui dati emersi dalla rilevazione effettuata sugli operatori del servizio hanno messo in evidenzia, innanzitutto, un alto livello di soddisfazione espressa dagli operatori sia relativamente a dimensioni specifiche quali la validità degli incontri di coordinamento (M=8,19; d.s.=1,16) e la partecipazione alle decisioni inerenti il servizio (M=8,18; d.s=1,39), sia rispetto all’andamento generale del Centro (M=8,42; d.s.=1,14). Più specificamente, i risultati dell’analisi di frequenza condotta dopo aver ricodificato il livello di soddisfazione in basso (1-4), medio (5-7) e alto (8-10) mostrano che gli operatori esprimono un basso livello di soddisfazione solo per il livello di partecipazione alle decisioni in una percentuale molto bassa di casi (2,6%), mentre né per la validità degli incontri di coordinamento, né per l’andamento generale del Centro si registra un basso livello di soddisfazione (0%). Per completezza espositiva, i risultati dell’analisi di frequenza sono illustrati nella tabella 16 e graficamente rappresentati nella figura 16.

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VALUTAZIONI

Tabella 16: Livello di soddisfazione espresso dagli operatori del Centro Livello Partecipazione alle Validità degli incontri di di soddisfazione decisioni coordinamento Basso 2,60% 0% Medio 17,90% 31,70% alto 79,50% 68,40%

Andamento generale del Centro 0% 16,30% 83,70%

Figura 16: Livello di soddisfazione espresso dagli operatori del Centro Basso

Medio

Alto

100%

80%

60%

40%

20%

0% Partecipazione alle decisioni

Validità degliincontri di coordinamentio

Andamento generale del Centro

Tra le difficoltà percepite nello svolgimento delle proprie attività, invece, quelle mediamente più segnalate dagli operatori riguardano l’inadeguatezza delle attrezzature e degli arredi (rispettivamente: M=2,90; d.s.=1,20; M=2,47; d.s.=1,22). Le dimensioni che, al contrario, non sembrano essere percepite come problematiche dagli operatori riguardano il coordinamento (M=0,85; d.s.=0,78) e gli aspetti organizzativi (M=1,27; d.s.=0,70). Per analizzare, inoltre, il giudizio degli operatori sulla rispondenza delle attività implementate ai bisogni dell’utenza, abbiamo applicato l’analisi delle frequenze alle risposte fornite alla domanda del questionario: “Ritieni rispondenti ai bisogni degli utenti le attività proposte dal Centro?”. I risultati mostrano che, escludendo due casi in cui è stata omessa questa informazione (4,5%), il 93,2% degli operatori intervistati ritiene che le attività proposte del Centro di Ascolto per le Famiglie siano rispondenti ai bisogni espressi dagli utenti. Infine, l’analisi delle frequenze condotta sulla variabile “elementi facilitanti il lavoro” dopo aver ri-codificato le risposte fornite dagli operatori in tre macro-categorie (coordinamento, aspetti organizzativi e collaborazione tra operatori) mostra che il coordinamento e la collaborazione tra gli operatori sono dei punti di forza del Centro, in quanto facilitano il lavoro degli operatori. Le frequenze di risposta calcolate per ciascuna modalità di risposta sono riportate nella tabella 17 e rappresentate graficamente nella figura 17.

32


Tabella 17: Elementi facilitanti il lavoro secondo gli operatori

Coordinamento Aspetti organizzativi (maggiore durata del progetto, più spazi) Integrazione e collaborazione tra operatori Totale

Frequenza

Percentuale Valida

Percentuale cumulata

17 3 18 38

44,7 7,9 47,3 100,0

44,7 52,6 100

Figura 17: Elementi facilitanti il lavoro secondo gli operatori

Coordinamento Aspetti organizzativi (maggiore durata del progetto, più spazi) Integrazione e collaborazione tra operatori

45% 8% 47%

3.3 Risultati ottenuti dai questionari somministrati ai referenti istituzionali Un ultimo set di analisi delle frequenze ha permesso di indagare sulle opinioni dei referenti istituzionali riguardo al Centro. Innanzitutto, abbiamo proceduto ad esplorare le frequenze di risposta ottenute alla domanda del questionario “Quali sono i servizi conosciuti e sperimentati?” La figura 18 mostra come i servizi più noti e sperimentati dai referenti istituzionali coinvolti nella ricerca siano il coordinamento (76%), l’accoglienza (60%) e le consulenze psicologiche (56%). I servizi meno noti sono, invece, quelli più specifici quali l’accompagnamento delle famiglie che hanno un membro con problemi di detenzione e i servizi dell’area disabilità (entrambi: 16%), il progetto “Stelle Nascenti” e l’educazione alla legalità (entrambi: 20%).

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I Centri di Ascolto per le Famiglie delle circoscrizioni San Paolo-Stanic e Japigia -Torre a Mare

VALUTAZIONI

Figura 18: Servizi sperimentati e conosciuti dai referenti istituzionali Coordinamento 76% Accoglienza 60% 56% 36%

Consulenza psicologica Consulenza legale Spazio neutro

36%

Sportello lavoro

28% Counselling, consulenza educativa e accompagnamento alla genitorialità

32% 20%

Stelle nascenti 44% 24%

Laboratori di socializzazione Scuola genitori

16%

Area disabilità

16% 32% 20%

Accompagnamento alle famiglie con problemi di detenzione Sostegno alla coppia Educazione alla legalità

Analizzando le frequenze di risposte ottenute alla domanda: “Quali sono, i servizi utili rispetto alle problematiche del territorio?” possiamo osservare (cfr. figura19) come la consulenza psicologica e i servizi di counselling, consulenze educative e accompagnamento alla genitorialità siano quelli ritenuti più utili (84%) dai referenti intervistati

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Figura 19: Servizi ritenuti utili dai referenti istituzionali Coordinamento 48%

Accoglienza 64%

Consulenza psicologica 84%

64%

Consulenza legale Spazio neutro

56% Sportello lavoro 72% 84% 36%

Counselling, consulenza educativa e accompagnamento alla genitorialità Stelle nascenti

44%

Laboratori di socializzazione 56%

48%

Scuola genitori Area disabilità

52% 60% 40%

Accompagnamento alle famiglie con problemi di detenzione Sostegno alla coppia Educazione alla legalità

Inoltre, quando analizziamo le risposte fornite alla domanda “Quali servizi sono, invece, da potenziare?”, possiamo osservare che il 60% dei rispondenti vorrebbe potenziare proprio il servizio ritenuto più utile, ovvero la consulenza psicologica. Nell’ordine di frequenza, emergono anche lo sportello lavoro (46%) e i laboratori di socializzazione, le attività di counselling e accompagnamento alla genitorialità e l’educazione alla legalità (40%).

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I Centri di Ascolto per le Famiglie delle circoscrizioni San Paolo-Stanic e Japigia -Torre a Mare

VALUTAZIONI

Figura 20: I servizi da potenziare Coordinamento Accoglienza

32% 28%

Consulenza psicologica 60%

28%

Consulenza legale Spazio neutro

32%

Sportello lavoro 44% 40%

16%

Counselling, consulenza educativa e accompagnamento alla genitorialità Stelle nascenti

40% 36%

Laboratori di socializzazione Scuola genitori

36%

Area disabilità

20% Accompagnamento alle famiglie con problemi di detenzione

24% 40%

Sostegno alla coppia Educazione alla legalità

Infine, secondo i rappresentanti istituzionali, gli aspetti del Centro da migliorare, sono il potenziamento delle risorse economiche (48%), le modalità di apertura e le risorse umane (44%). Le percentuali più basse si registrano relativamente alle procedure di lavoro (8%), alle procedure di valutazione (4,2%) e alla modulistica (0%).

36


Figura 21: Aspetti del servizio da migliorare Modalità di apertura Ubicazione della sede Risorse economiche Risorse umane Tipologia di servizi offerti Lavoro in rete Procedure di lavoro Modulistiche Procedure di valutazione

In questo set di analisi è stata anche indagata la soddisfazione dei referenti istituzionali per le attività, la considerazione dell’importanza del Centro nel territorio di riferimento e il giudizio sulla professionalità dell’equipe. Per tutte e tre le variabili considerate, si registra generalmente un giudizio molto positivo. Nello specifico, come emerge dalle figura 22, solo il 12, 5% ritiene di essere abbastanza soddisfatto per le attività realizzate dal Centro, mentre il 29,2% si ritiene molto soddisfatto e ben il 58,3% totalmente soddisfatto. Non emergono mai (0%) giudizi negativi. Figura 22: Soddisfazione espressa dai referenti istituzionali per le attività del Centro

Abbastanza

29.2

Molto

58.3

Totalmente

12.5

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I Centri di Ascolto per le Famiglie delle circoscrizioni San Paolo-Stanic e Japigia -Torre a Mare

VALUTAZIONI

Anche il giudizio di importanza del Centro, misurato su una scala 1-10, risulta essere molto positivo: sono rappresentati, infatti, solo i giudizi 8 (39,1%), 9 (13%) e 10, che rappresenta ben il 47,8% delle frequenze totali (cfr. figura 23). Figura 23: Giudizio espresso dai referenti istituzionali sull’importanza del Centro

Giudizio 8 Giudizio 9 Giudizio 10

Infine, analizzando il giudizio espresso sulla professionalità dell’equipe, è possibile osservare come i referenti intervistati siano molto soddisfatti di questo aspetto: sono presenti, infatti, solo i punteggi più elevati della scala (7-10) e il punteggio massimo (10) rappresenta il 43,5% delle risposte. Figura 24: Giudizio espresso dai referenti istituzionali sulla professionalità dell’equipe

Giudizio 7 Giudizio 8 Giudizio 9 Giudizio 10

A questo punto, abbiamo voluto verificare attraverso l’analisi della varianza (ANOVA), la presenza di eventuali differenze tra i territori in termini di soddisfazione per le attività realizzate dal centro, il giudizio sulla professionalità dell’equipe e l’ importanza attribuita al Centro. I risultati dell’analisi (sebbene a livello descrittivo si possano osservare livelli di soddisfazione per le attività maggiori per i referenti territoriali dei quartieri San Paolo-Stanic) mostrano che le differenze tra i gruppi non sono statisticamente significative, né in termini di soddisfazione per le attività né in termini di giudizio sulla professionalità dell’equipe, né in termini di importanza attribuita ala Centro. Inoltre, attraverso l’analisi del x² applicato alle tavole di contingenza abbiamo voluto verificare la presenza di eventuali differenze tra le sedi rispetto ai servizi conosciuti e sperimentati. I risultati nessuno dei referenti del territorio Japigia-Torre a Mare conosce o ha sperimentato.

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Tabella 18: Differenze tra le sedi rispetto ai servizi conosciuti e sperimentati Sede istituzioni San Paolo/Stanic Japigia-Torre a Mare Conosciuto e sperimentato 7 0 Sportello lavoro Non conosciuto e sperimentato 11 7 Totale 18 7

Totale 7 18 25

Figura 25: Differenze tra le sedi rispetto ai servizi conosciuti e sperimentati Sportello lavoro Conosciuto e sperimentato

Sportello lavoro Non conosciuto e sperimentato

12

10

8

6

4

2

0

Stanic - S. Paolo

Japigia - Torre a Mare Sede istituzioni

Dall’analisi del x² applicato per verificare eventuali differenze tra le sedi rispetto all’utilità percepita dei servizi erogati, emerge Paolo.

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VALUTAZIONI

Figura 26: Differenze tra le sedi rispetto ai servizi ritenuti più utili Coordinamento

12 10 8 6 4 2 0

Stanic - S. Paolo

Japigia - Torre a mare sì (%)

Differenze statisticamente significative emergono anche rispetto ai servizi da potenziare. All’analisi del x², infatti, risultano significative potenziamento di entrambi questi servizi è richiesto maggiormente dai referenti istituzionali di Japigia-Torre a Mare. Figura 27: Differenze tra sedi rispetto ai servizi da potenziare Sì (%) San Paolo - Stanic

Sì (%) Japigia - Torre a Mare

6

5

4

3

2

1

0

40

Scuola Genitori

Educazione alla legalità


3.4. Risultati ottenuti dalle interviste ai testimoni privilegiati Dopo essere state fedelmente trascritte, le interviste ai testimoni privilegiati sono state esaminate in profondità attraverso la tecnica dell’analisi di contenuto, che ha permesso di evidenziare gli elementi significativi emersi da ciascun stakeholder. Così, in un primo momento gli aspetti più rilevanti di ciascuna intervista sono stati sintetizzati in griglie di contenuto, richiamando le domande-stimolo ed individuando, per le argomentazioni più salienti, un’etichetta semantica che ben rappresentasse il punto di vista dell’intervistato in merito alle questioni in oggetto14. In un secondo momento, poi, è stata prodotta una descrizione sintetica dei contenuti emersi dalle interviste ai testimoni privilegiati intervistati al fine di rendere più immediata la comprensione degli aspetti significativi. Innanzitutto, per quanto riguarda le caratteristiche peculiari del Centro, emerge chiaramente la capacità degli operatori del servizio di indirizzare gli utenti a seguire dei percorsi personali per tentare di risolvere i problemi, senza mai negare, a priori, la possibilità di un aiuto, “anche spiegando a chi indirizzare una stessa domanda, o a che tipo di ufficio”. Secondo alcuni degli intervistati, dunque, la caratteristica chiave del Centro è proprio l’apertura alle richieste e ai bisogni dei cittadini e la capacità di problem solving; per far riferimento a questo tipo di accoglienza, uno degli intervistati ha sostenuto che gli operatori del servizio “riescono a mettere la gente a proprio agio” e, anche se “hanno dei progetti ben precisi, non si tirano indietro a qualsiasi tipo di problema gli viene posto”. Sono proprio questa apertura nei confronti delle famiglie, il desiderio di aiutarle a risolvere i problemi, la capacità di coinvolgerle attivamente, piuttosto che attendere un’esplicita richiesta di aiuto da parte loro, nonché la capacità di adattarsi alle nuove richieste poste dall’utenza modellando le proprie attività, a caratterizzare l’approccio del Centro Famiglie, che “nella sua organizzazione, dunque, riesce ad accogliere un po’tutti”. Come sostengono gli intervistati, si tratta di un approccio innovativo, che non è basato “su un setting istituzionale che fa paura”, ma su un setting familiare, che può raggiungere più facilmente l’utenza perché è vicino alla gente. In altri termini, questo tipo di approccio aperto e flessibile, e l’accoglienza che il servizio riesce a trasmettere, sono sicuramente facilitati dal fatto che “nonostante un’organizzazione strutturata” è assente nel Centro una approccio burocratico. Si propone, invece, un approccio “relazionale e non istituzionale”, che bypassando i pregiudizi della gente comune sui servizi sociali, riesce ad utilizzare delle attività piacevoli come delle vere e proprie “esche” per entrare in relazione con le persone e aiutarle a risolvere i problemi. Secondo molti dei testimoni privilegiati è proprio il fatto di “non essere ente, di non essere istituzione” a rendere i cittadini più disposti ad interagire con il Centro Famiglie, piuttosto che con altri servizi quali il Consultorio Familiare e il Servizio Sociale. Questo è motivato dal fatto che spesso, in alcuni contesti socio-culturali, “l’assistente sociale può essere vista come quella che ti toglie i bambini… per cui si ha una certa difficoltà… paura da parte dell’utenza all’accostarsi alle istituzioni. Il Centro, invece, ha la possibilità di essere visto in maniera un po’più fluida in questa rete”. È proprio per questo motivo che molte delle realtà istituzionali presenti nelle circoscrizioni considerate si riferiscono al servizio, sia per uno scambio di opinioni e idee su particolari problematiche, sia per avviare insieme progettualità comuni. L’esperienza di interazione tra il Centro e le altre istituzioni territoriali (parrocchie, servizi sociali, scuole), infatti, non si limita ad un confronto teorico tra operatori, ma assume soprattutto la fisionomia di collaborazione concreta e operativa sui temi della genitorialità e, più in generale, delle problematiche familiari, resa possibile attraverso la realizzazione di progetti comuni (ad es. la Festa dei Nonni organizzata in collaborazione con una parrocchia del quartiere), e le attività di rete. Alcune di queste collaborazioni, inoltre, sono state formalizzate mediante la stipula di convenzioni e/o protocolli di intesa che regolamentano i ruoli degli enti e le attività oggetto di collaborazione. Secondo i testimoni privilegiati “questa è una sinergia sicuramente preziosa” che consente agli enti collaboratori di poter usufruire di servizi specialistici, ma allo stesso tempo permette al Centro di sensibilizzare il territorio e far aumentare la propria l’utenza. Anche quando mancano atti ufficiali di collaborazione, e la conoscenza del Centro non è avvenuta in modo istituzionale/formale, l’esperienza di interazione con il servizio è altrettanto positiva, sia per la condivisione della vision e la volontà di collaborare per offrire servizi ai cittadini, sia per la loro disponibilità allo scambio di risorse, e umane e materiali. Un altro elemento che emerge trasversalmente da tutte le interviste è la capacità, da parte del Centro, di offrire uno spazio di ascolto e confronto per la condivisione di problematiche ed esperienze personali e familiari. Il servizio è uno spazio aperto che consente alle persone di “ritrovarsi insieme ad ascoltarsi e condividere problematiche”… “è un posto dove chi ha delle problematiche si rivolge per ridurre le proprie ansie”, “un nucleo dove può attingere informazioni”. In tal senso, il Centro è stato definito come una “cassa di risonanza per le attività realizzate dall’ente locale”, proprio per intendere la sua duplice funzione di “accompagnatore della persona in difficoltà” e “mediatore dello scontro tra la realtà sociale e l’istituzione”. Inoltre, uno dei testimoni privilegiati ha definito il centro un “centro sociale allargato”, che non si rivolge soltanto alle famiglia, ma anche ai ragazzi, alle persone sole, e a tutti coloro che esprimono un bisogno di ascolto e accompagnamento. È proprio grazie a questa apertura all’altro e al particolare approccio non istituzionale che il servizio si è guadagnato, nel tempo, “la fiducia da parte di tutti”. Questo aspetto, di radicamento sul territorio, costituisce sicuramente un punto di forza del servizio, sia perché “tutte le realtà presenti sul territorio collaborano volentieri con il Centro Famiglia”, sia perché “si sono conquistati 14 Le griglie di contenuto sopradescritte, sono riportate in appendice.

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I Centri di Ascolto per le Famiglie delle circoscrizioni San Paolo-Stanic e Japigia -Torre a Mare

VALUTAZIONI

la fiducia delle persone del quartiere” che inizialmente erano diffidenti. In tal senso, il Centro è potuto divenire un vero e proprio “punto di riferimento sul e per il territorio” proprio grazie alle sue caratteristiche di familiarità, flessibilità, apertura, e alla professionalità degli operatori, che si sono sempre mostrati “persone collaborative e molto competenti, che conoscono il contesto e sanno quello che devono fare e come si devono muovere”. Infine, anche l’attrattività del servizio, intesa come la capacità di intercettare nuovi utenti attraverso attività-esca, e la possibilità di decentrare alcune attività in luoghi neutri come quello scolastico, costituiscono sicuramente elementi innovativi e punti di forza del Centro. Analizzando la percezione dei nostri testimoni su quali siano i servizi più efficaci tra quelli proposti dal Centro, riscontriamo una certa disomogeneità nelle risposte, probabilmente perché l’efficacia percepita dipende da fattori quali il ruolo dell’intervistato, il territorio di riferimento, e i servizi che si è avuto modo di sperimentare direttamente. Complessivamente, secondo gli intervistati sono molto efficaci: le attività di socializzazione/ludico-ricreative, utilizzate come esca per offrire alle persone la possibilità di raccontarsi bypassando gli ostacoli soci-economici (segnalati da 4 intervistati su 8); il sostegno alla genitorialità (4 intervistati su 8); le attività di consulenza/supporto psicologico (3 intervistati su 8); lo spazio neutro, “per dare alle famiglie la possibilità di avere un luogo privilegiato in cui affrontare una serie di questioni” (3 intervistati su 8); i servizi per i minori, soprattutto per quelli a rischio, che non hanno alle spalle adulti in grado di seguirli (2 intervistati su 8); il progetto spiraglio, le attività per i minori messi alla prova, il laboratorio dei nonni, e le attività auto-gestite realizzate su Torre a Mare, segnalati tutti una sola volta. Tra gli aspetti da potenziare emergono: i servizi di prevenzione per i minori; le attività di socializzazione, non tanto in termini di numero di attività, ma quanto di collegamento con le attività di socializzazione esterne al Centro; le consulenze legali e psicologiche; i servizi di conciliazione lavoro-famiglia e vita-lavoro; i servizi per dirimere i conflitti interni alla scuola (tra genitori, dirigente, e insegnanti); i servizi di mediazione scolastica e familiare; il servizio di psicologia e pedagogia scolastica; i servizi per “famiglie normali” che non necessariamente presentano condizioni di rischio psico-sociale; le attività ludico-ricreative per genitori a scuola, anche nell’orario scolastico, per consentire loro di frequentare la scuola dei loro figli; Oltre alla sperimentazione dei suddetti servizi, alcuni intervistati propongono di aumentare il tempo di apertura del Centro, sia in termini di ore che di giorni settimanali, per esempio sperimentando l’apertura nei week-end, per poter offrire più servizi. Ulteriori aspetti da potenziare sono, inoltre, la specificità professionale degli operatori che lavorano sulla disabilità e la rete con le altre strutture che operano sul territorio. La rete, infatti, è vista da alcuni intervistati come un punto di debolezza del servizio, in quanto se per alcuni necessita di essere “rinsaldata e ravvivata”, per altri è limitata “ai soli enti con cui il servizio è collegato o attraverso il sistema parrocchiale o attraverso i progetti stessi di cui è capofila”. Manca, secondo alcuni, una reale collaborazione tra Servizio Sociale e Centro Famiglia, in quanto “ognuno segue l’utenza che gli si presenta”, percorrendo “due binari diversi che non riusciamo a far incrociare”. In contrasto con tale posizione è l’opinione di chi sostiene che “c’è un’ottima intesa tra servizio sociale e centro famiglie… favorita anche dal fatto che i servizi sono nella stessa sede” e che gli operatori del Centro sono “stati bravi ad instaurare altre forme di collaborazione con realtà associazionistiche e movimenti presenti sul quartiere”. Nonostante le divergenze osservate, complessivamente gli intervistati ritengono che la rete dei servizi potrebbe essere potenziata attraverso la costruzione di nuovi progetti e la condivisione/scambio di risorse con l’obiettivo di tentare di risolvere problemi sociali complessi. Un altro punto di debolezza emerso dalle interviste riguarda la scarsità di risorse e di investimenti sul servizio, che rischia di limitare la continuità progettuale, rendendo gli interventi frammentati e sporadici, con evidenti ricadute negative sulla loro efficacia. La scarsità delle risorse, inoltre, è inevitabilmente connessa all’apertura limitata del servizio, all’unicità della sede, a fronte di un territorio vasto e complesso, e all’insufficienza degli spazi (soprattutto esterni) dove poter svolgere le attività programmate. Ulteriori punti di debolezza, emersi dall’analisi dei testi, riguardano le attività di comunicazione e sensibilizzazione sul territorio e la vicinanza logistica con i locali della Circoscrizione che, sebbene possa facilitare la comunicazione tra questi due enti, rischia di divenire un ostacolo per le persone che hanno un rapporto difficile con le istituzioni.

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A

U

L

D

E

I

Z

I

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O

U

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M

I


I Centri di Ascolto per le Famiglie delle circoscrizioni San Paolo-Stanic e Japigia -Torre a Mare

L E Z I O N I

LE LEZIONI APPRESE Una ricerca valutativa è corretto non termini con delle “conclusioni” le quali, inevitabilmente, farebbero volgere lo sguardo al passato per fare sintesi di una esperienza terminata. La valutazione, invece, intanto è utile in quanto guarda al futuro: sa osservare, analizzare, giudicare un’esperienza per aiutare i vari attori sociali coinvolti a progettarla o implementarla meglio, in modo più consapevole, sapendo mettere a frutto quanto di positivo e/o negativo si è già vissuto. Per questo abbiamo preferito sintetizzare i più importanti risultati di questo studio in cinque lezioni apprese le quali, a partire da un’azione ancora in corso, ci possono dare indicazioni per un suo possibile miglioramento: 1. I dati sulla composizione sociale degli utenti mettono in evidenza come i Centri Famiglia abbiano la capacità di coinvolgere alcune tipologie di persone (gli anziani, i soggetti a bassa o nulla scolarità) che sono più difficili da integrare nei percorsi di partecipazione istituzionalizzati. Più limitata invece appare l’attrattività nei confronti dei giovani e, in particolare, degli adolescenti i quali, inoltre, spesso entrano in contatto con il Centro solo in quanto “obbligati” per via giudiziaria. Una prima indicazione per il futuro (valida più per le politiche sociali cittadine in generale che non per i Centri famiglia in modo specifico), potrebbe quindi essere quella, da un lato, di consolidare le attività che coinvolgono i soggetti più marginali, ma, d’altro lato, di progettare attività che possano vedere protagonisti le fasce sociali più giovani, soprattutto adolescenziali, a volte coinvolte in processi aggregativi di tipo deviante. 2. Se guardiamo alla capacità di attrazione delle diverse tipologie di attività proposte dai Centri ci accorgiamo che più del cinquanta per cento degli utenti segue i corsi dell’area creatività e tempo libero, seguono il sostegno specialistico e la formazione professionale. Questo dato appare contraddire le opinioni espresse dai referenti istituzionali i quali ritengono che gli interventi più utili e da rinforzare siano proprio quelli di tipo specialistico. L’impressione che i Centri Famiglia svolgano prevalentemente una funzione ludico ricreativa, venendo meno, almeno in parte, ai loro obiettivi, viene meno se osserviamo i motivi che inducono gli utenti a frequentare le attività: la volontà di occupare il tempo libero qui appare largamente minoritaria rispetto a motivazioni più profonde quali l’empowerment, l’interesse personale, l’utilità. Si comprende meglio, così, il giudizio positivo espresso da alcuni testimoni privilegiati sulla capacità degli operatori dei Centri di utilizzare i momenti ludici come “esche” per attirare gli utenti in percorsi più profondi e rieducativi. L’indicazione per il futuro potrebbe proprio essere quella di rendere esplicito e sistematizzare questo sapere “tacito”, frutto dell’esperienza e della sensibilità degli operatori, per trasformalo in una metodologia sistematica del lavoro del Centro. 3. Il giudizio largamente positivo sui Centri, la loro importanza nel contesto territoriale e istituzionale, la professionalità degli operatori, la qualità delle attività proposte accomuna tutti gli stakeholder coinvolti nella ricerca. È una coincidenza di vedute non facile da raggiungere fra soggetti portatori di interessi spesso in conflitto e che è difficile da riscontrare, soprattutto in territori contraddistinti da realtà significative di esclusione sociale quando non di emarginazione e devianza. A costo di apparire retorici, riteniamo giusto affermare che l’attività dei Centri costituisce un patrimonio di professionalità ed esperienze, potremmo dire un capitale sociale e culturale, che non và disperso, ma, al contrario, và valorizzato come uno degli strumenti più utili per costruire una comunità che veda coinvolte anche le fasce sociali più deboli ed emarginate. 4. A giudizio dei testimoni privilegiati, la chiave dell’efficacia del Centro è costituita dal non essere istituzione (identificata, purtroppo, come una realtà burocratica, anonima e spersonalizzante), ma nell’essere, al contrario, un luogo di ascolto, di accoglienza, di attenzione concreta alle persone nella loro singolarità e specificità, non portatrici, cioè, di bisogni astrattamente catalogabili, ma di esigenze uniche. Questa caratteristica fondante del modo di essere e di agire dei Centri non va assolutamente depotenziata, anzi dovrebbe costituire il loro fattore di distinzione (in altri contesti si potrebbe dire il loro vantaggio competitivo) rispetto agli altri servizi territoriali. 5. I diversi stakeholder concordano anche sui suggerimenti per migliorare i Centri Famiglia e renderli più efficaci: maggiore durata delle attività, tempi di apertura più dilatati, maggiore attenzione agli aspetti organizzativi, spazi migliori, più risorse economiche, professionalità più elevate nei servizi specialistici, più continuità e stabilità, lavoro di rete più efficace con gli altri servizi territoriali. Sono suggerimenti che sembrerebbero indicare ai Centri Famiglia la via dell’istituzionalizzazione in apparente contraddizione con quanto abbiamo affermato nel punto precedente. Ma, a ben riflettere, si evidenzia qui uno dei nodi più importati del futuro dei servizi sociali nel nostro Paese: la necessità, cioè, di superare i termini attuali della dicotomia Stato-Terzo Settore. Il Terzo Settore deve compiere la strada, irta di insidie, di una sua istituzionalizzazione senza perdere il collegamento vitale con le sue radici. Il cosiddetto Pubblico, deve proseguire con più coraggio sulla via della sburocratizzazione, ma, soprattutto, deve assicurare al Terzo Settore le condizioni giuridiche, finanziarie e organizzative di stabilità e rispetto per le sue specificità che possono effettivamente consentire di premiare la qualità dei servizi offerti.

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INTERVISTE a) Griglia di intervista attori istituzionali 1. In quali occasioni è venuta in contatto con il Centro di Ascolto per le Famiglie e qual è stata la sua esperienza di interazione con questo servizio? 2. Quali sono, a suo avviso, gli aspetti caratterizzanti/peculiarità del CF rispetto agli altri servizi di sostegno alla famiglia presenti sul territorio (consultori familiari, servizio sociale comunale)? 3. Quali sono, secondo lei, i servizi/le attività più efficaci che il Centro propone rispetto ai bisogni di questo territorio? 4. Quali sono, a suo avviso, i principali punti di forza del Centro? 5. Quali i principali limiti? 6. Quali sono, a suo avviso, gli aspetti da potenziare, per migliorare l’efficacia complessiva del Centro? 7. Conosce altri servizi con cui il Centro di Ascolto per le Famiglie si relaziona? a. (se si) Direttamente o mediante il Centro di Ascolto per le Famiglie? b. Crede che questa rete sia efficace e/o da potenziare? b) Tabelle riassuntive di ciascuna intervista effettuata San Paolo: Parrocco In quali occasioni è venuta in contatto con il Centro di Ascolto per le Famiglie e qual è stata la sua esperienza di interazione con questo servizio?

Prima dell’anno scorso i rapporti erano saltuari (prima c’era quel tipo di collaborazione che io andavo lì e sottoponevo dei casi particolari, anche per quanto riguarda giovani universitari, progettualità, anche ausilio, quindi di consiglio) Dall’anno scorso è stata firmata una convenzione per un rapporto più stabile e per la costruzione di progettualità comuni (io collaboro da diverso tempo con Francesca, perché collaboriamo con tutte le realtà che possono aiutare a risolvere i bisogni della gente della parrocchia. Con loro in particolare lo scorso anno ho anche firmato una convenzione, per mettere insieme i progetti della mia comunità con l’aiuto che loro possono darmi)

Quali sono, a suo avviso, gli aspetti caratterizzanti/peculiarità del CF rispetto agli altri servizi di sostegno alla famiglia presenti sul territorio (consultori familiari, servizio sociale comunale)?

Capacità di indirizzare le persone a seguire delle piste per tentare di risolvere i problemi (quello proprio di indirizzare… purtroppo qui c’è una grande ignoranza, quindi anche a chi indirizzare una stessa domanda a che tipo di ufficio, o che pista seguire… loro hanno anche questo tipo di funzione) Possibilità di ascolto, confronto e condivisione delle problematiche e delle esperienze (…ma anche di incoraggiamento stesso ma soprattutto anche di ascolto, … permettere alle persone di ritrovarsi insieme ad ascoltarsi, a condividere le problematiche, per me è un validissimo aiuto questo)

Quali sono, secondo lei, i servizi/ le attività più efficaci che il Centro propone rispetto ai bisogni di questo territorio?

Servizi per i minori, soprattutto per quelli a rischio (io penso che i più efficaci siano quelli per i minori, perché qui abbiamo tanti minori a rischio)

Quali sono, a suo avviso, i principali punti di forza del Centro?

Fiducia (da parte di tutti hanno la fiducia,l’hanno conquistata sul campo, quindi di tutte le realtà che lavorano sul sociale, le scuole, la chiesa stessa, le altre associazioni collaborano volentieri con loro…il punto di forza è che adesso hanno conquistato la fiducia delle persone del quartiere, diffidenti inizialmente, della gente per bene perché è tantissima e anche della gente con un livello culturale, economico, con un profilo più basso… hanno aiutato anche a purificare certe paure e certi pregiudizi sui servizi sociali)

Quali i principali limiti?

Risorse scarse (le richieste sono molte di più delle realtà che noi abbiamo… il problema è anche economico, anche perché loro non è che abbiano un budget eccessivo… per portare avanti un progetto si richiede sempre un investimento… siamo limitati perché i nostri interventi non è che possano abbracciare tutte le reali esigenze della realtà che viviamo) Rischio di non continuità progettuale (se non c’è la continuità rischiamo di cadere poi nella sporadicità dell’evento… altrimenti rischiamo di fare solo degli interventi che poi, sortiscono i loro effetti?)

Quali sono, a suo avviso, gli aspetti da potenziare, per migliorare l’efficacia complessiva del Centro?

Prevenzione nel campo dei minori Potenziare le realtà di volontariato Specializzazione dell’intervento (le associazioni del quartiere dovrebbero tutte specializzarsi in un settore, questo forse è un suggerimento politica: per il minore so che posso fare affidamento su quello, per la devianza su quel tipo di associazione, se si riuscisse ad arrivare a un lavoro di sincretismo a livello circoscrizionale io penso faremo dei grossi passi)

Conosce altri servizi con cui il Centro di Ascolto per le Famiglie si relaziona? Direttamente o mediante il Centro di Ascolto per le Famiglie? Crede che questa rete sia efficace e/o da potenziare?

Non conosce la rete (non so se collaborano, al di là della circoscrizione, con altre realtà, ma conoscono molto bene la realtà del quartiere e le forze anche positive del quartiere)

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I Centri di Ascolto per le Famiglie delle circoscrizioni San Paolo-Stanic e Japigia -Torre a Mare

I N T E R V I S T E

San Paolo: Assistente sociale coordinatrice dei servizi socio-educativi In quali occasioni è venuta in contatto con il Centro di Ascolto per le Famiglie?

Sin dalla sua istituzione (Conosco il Centro sin dalla sua istituzione, anche se col passare del tempo le attività sono diventate più specifiche e più mirate alle esigenze del territorio)

Qual è stata la sua esperienza di interazione con questo servizio?

Esperienza di confronto teorico e collaborazione operativa (La vicinanza fisica delle strutture consente di avere sia momenti di confronto e scambi teorici con gli operatori del centro, sia la possibilità di invii, formali e informali, soprattutto inerenti problematiche di tipo familiare e nella gestione del rapporto genitore-figlio, che richiedono un supporto di tipo psicologico… Quando le persone si rivolgono a noi per esprimere delle problematiche, un bisogno o uno stato di disagio, noi le inviamo al Centro Famiglie, e a seconda del caso, le indirizziamo a servizi specifici che il Centro propone).

Ruolo del Centro

Cassa di risonanza, accompagnatore e mediatore (Il Centro ha qui la peculiarità di fungere come una cassa di risonanza per le attività realizzate dall’ente locale; funge da nucleo dove è possibile attingere informazioni; un posto dove chi ha delle problematiche si rivolge per ridurre le proprie ansie… funge da accompagnatore della persona in difficoltà e mediatore dello scontro tra la realtà sociale e l’istituzione)

Quali sono, a suo avviso, gli aspetti caratterizzanti/peculiarità del CF rispetto agli altri servizi di sostegno alla famiglia presenti sul territorio (consultori familiari, servizio sociale comunale)?

Facilità di approccio, disponibilità e apertura, accoglienza, mancanza di burocratizzazione (Sicuramente la facilità di approccio, la disponibilità e l’apertura, l’accoglienza, la mancanza di burocratizzazione, nonostante un’organizzazione strutturata).

Quali sono, secondo lei, i servizi/ le attività più efficaci che il Centro propone rispetto ai bisogni di questo territorio?

Attività di socializzazione (In questo territorio il bisogno più forte è quello di socializzazione.. qui ci sono delle fasce di utenza isolate, come quella degli anziani ad esempio. Sono queste le fasce di utenza che al Centro hanno trovato accoglienza, prima ancora che si attivassero delle progettualità specifiche in tal senso) Attività di supporto psicologico (Quello che viene più richiesto è soprattutto il supporto psicologico, anche se non esplicitato) Spazio neutro (In passato, abbiamo utilizzato molto anche lo spazio neutro, per gli incontri tra genitori e figli che hanno un rapporto conflittuale) Progetto Spiraglio (…anche il progetto Spiraglio, che metteva insieme il Ministero di Giustizia, l’ente locale ed il terzo settore, per supportare il rapporto tra minore e padre detenuto in un contesto protetto quale il Centro Famiglia). Minori messi alla prova (Un altro aspetto essenziale riguarda la collaborazione che il Centro ha attivato con il Ministero di Grazia e Giustizia, per i minori messi alla prova. È un aspetto innovativo, che ha richiesto uno sforzo notevole di integrazione e coordinazione tra gli enti)

Quali sono, a suo avviso, i principali punti di forza del Centro?

Facilità di approccio, disponibilità e apertura, accoglienza, mancanza di burocratizzazione (Sono gli stessi che ho detto prima: la facilità di approccio, la disponibilità e l’apertura, l’accoglienza, la mancanza di burocratizzazione).

Quali i principali limiti/punti di debolezza del servizio?

Una sola sede (L’estensione eccessiva del territorio rispetto al servizio accentrato in un unico punto. Ora c’è un piccolo decentramento c/o Stanic, ma in questo quartiere è necessaria una presenza importante, a causa di un’alta concentrazione di nuclei disagiati). Apertura limitata (L’apertura limitata rispetto ai desideri del CF, ad esempio di aprire anche la domenica). Rete (La rete che dovrebbe essere rinsaldata e ravvivata).

Quali sono, a suo avviso, gli aspetti da potenziare, per migliorare l’efficacia complessiva del Centro?

Attività di socializzazione e strategia di rete (È importante potenziare molto le attività di socializzazione non in termini di aumento di attività e servizi, ma creando un ponte con le altre attività di socializzazione presenti sul territorio al fine di migliorare l’immagine del quartiere. Avere un’idea di quello che succede a livello cittadino, per contrastare i fenomeno sociali complessi, solo attraverso una strategia di rete).

Conosce altri servizi con cui il Centro di Ascolto per le Famiglie si relaziona?

Il Ministero di Giustizia per adulti e minori L’assessorato L’ente locale Le scuole, per la gestione della genitorialità attraverso attività laboratoriali.

Crede che questa rete sia efficace e/o da potenziare?

Manca una strategia d’integrazione (C’è una condivisione di idee, ma manca la strategia d’integrazione. Il Consultorio familiare, ad esempio, ha la competenza sulla genitorialità. Il rischio è che ognuno fa il proprio pezzo di intervento, ma manca una condivisione, di strategia cittadina. Il rischio è che ognuno lavori per i fatti propri senza avvantaggiarsi del contributo degli altri servizi. La responsabilità del lavoro integrato è dell’organo politico, che dovrebbe monitorare il modo di lavorare ed intervenire sul territorio con una strategia).

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San Paolo: un Dirigente scolastico In quali occasioni è venuta in contatto con il Centro di Ascolto per le Famiglie?

Sin dalla sua istituzione (Io conosco il Centro sin dai primi finanziamenti avuti con la 285, da quando ero docente ed ero responsabile dei ragazzi a rischio che frequentavano il corso serale.)

Qual è stata la sua esperienza di interazione con questo servizio?

Protocollo d’Intesa e reciproca collaborazione (Attualmente, tra questa scuola e il CF c’è un protocollo d’intesa; il CF offre dei servizi e la scuola chiede al CF, compatibilmente con le sue risorse, di attivare specifici servizi o di decentrare alcuni di essi. Per esempio, oltre allo sportello di consulenza pedagogica o legale, abbiamo realizzato con il CF un intervento sui genitori di bambini di scuola materna relativo all’educazione alimentare. Il CF mi aiuta, anche perché molte delle famiglie frequentano già il CF per altre attività e molti dei loro esperti sono conosciuti sul territorio. Così, con il CF ci facciamo carico, insieme, di situazioni complesse. Questa è una sinergia sicuramente preziosa, anche perché per la scuola non ha un costo, e al contempo il CF in questo modo acquisisce nuovi utenti e sensibilizza il territorio. C’è una specie di simbiosi. Molte di queste famiglie, spesso chiuse nella loro povertà, semplicità, possono condividere dei problemi. In questo senso, c’è una aiuto a vicenda).

Quali sono, a suo avviso, gli aspetti caratterizzanti/peculiarità del CF rispetto agli altri servizi di sostegno alla famiglia presenti sul territorio (consultori familiari, servizio sociale comunale)?

Approccio relazionale e non istituzionale (l’approccio e il fatto di non essere un’istituzione, l’ente locale. La circoscrizione fa tantissimo, ma c’è carenza di personale; ci sono, poi, dei pregiudizi delle famiglie rispetto alla segnalazione... con il CF c’è una migliore comunicazione perché il CF usa delle esche per risolvere dei problemi, mentre il Servizio Sociale, per mandato, deve immediatamente rispondere al problema…Il CF, essendo un servizio del III settore, dà maggiore importanza alla relazione, alla persona; c’è una maggiore collaborazione con il CF da parte delle famiglie, per il fatto di non essere ente, di non essere istituzione...rapporta l’educativo e il sociale).

Quali sono, secondo lei, i servizi/le attività più efficaci che il Centro propone rispetto ai bisogni di questo territorio?

La consulenza ad personam Le attività esca, di socializzazione (I laboratori e le attività di socializzazione sottoforma di esca come possibilità di raccontarsi) Il sostegno alla genitorialità (l’accompagnamento delle persone nel ruolo di genitori) Il laboratorio dei nonni

Quali sono, a suo avviso, i principali punti di forza del Centro?

L’approccio e il fatto di non essere un’istituzione.

Quali i principali limiti/punti di debolezza del servizio?

Scarso Investimento (più investimento e dignità al sociale, con professionisti seri)

Quali sono, a suo avviso, gli aspetti da potenziare, per migliorare l’efficacia complessiva del Centro?

Conosce altri servizi con cui il Centro di Ascolto per le Famiglie si relaziona? Crede che questa rete sia efficace e/o da potenziare?

consulenza legale servizi di conciliazione lavoro-famiglia; vita-lavoro servizi di mediazione per redimere i conflitti (genitori, dirigente, insegnanti, ...) mediazione scolastica e familiare servizio di psicologia e pedagogia scolastica Da formalizzare (la rete va ravvivata attraverso incontri periodici, per evitare dei servizi che sono dei doppioni. Servirebbero incontri periodici, bimestrali, non solo con il CF, ma anche con gli enti che collaborano con il CF, scuole e Servizi Sociali in primis. Non basta conoscere i nodi della rete, ma è necessario coordinarsi sul da farsi, sulle attività. La sistematicità del coordinamento, sebbene gravoso, dovrebbe essere garantita da un ente (Servizi sociali, presidente di circoscrizione...). In questo caso, la formalizzazione aiuta. È necessario mettersi d’accordo sulle attività e sui tempi, per evitare sovrapposizioni.)

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I Centri di Ascolto per le Famiglie delle circoscrizioni San Paolo-Stanic e Japigia -Torre a Mare

I N T E R V I S T E

San Paolo: Presidente Commissione Servizi Sociali In quali occasioni è venuta in contatto con il Centro di Ascolto per le Famiglie? Qual è stata la sua esperienza di interazione con questo servizio?

Contato istituzionale (Io ho conosciuto il centro famiglia quando, è nato, con la fondazione Giovanni Paolo II, parliamo almeno di una decina di anni fa. Poi, il contatto è stato istituzionale in quanto, essendo il presidente della commissione servizi sociali in quel periodo, lo stesso centro famiglie era un punto di riferimento… istituzionalmente attraverso l’assessorato e attraverso i nostri stessi servizi sociali… mi è stato molto facile perché conoscevo già la realtà del centro famiglia, poi con il passaggio istituzionale il contatto è stato più frequente, quasi giornaliero …i nostri stessi servizi sociali venivano a relazionare in commissione l’andamento del centro famiglia…).

Ruolo del Centro

Centro sociale allargato (Il centro famiglia in realtà è un centro sociale allargato, in quanto non è che cura soltanto le famiglie, in quell’ambiente troviamo di tutto, troviamo i ragazzi che vanno da soli, troviamo i giovani, troviamo le famiglie intere, troviamo la persona singola che per un motivo qualsiasi va da sola. Insomma è un centro famiglia che realmente è un centro sociale allargato).

Quali sono, a suo avviso, gli aspetti caratterizzanti/peculiarità del CF rispetto agli altri servizi di sostegno alla famiglia presenti sul territorio (consultori familiari, servizio sociale comunale)?

Apertura e capacità di problem solving (Questo tipo di accoglienza…riescono a mettere la gente a proprio agio …l’apertura che loro c’hanno, nel senso che loro hanno dei programmi ben precisi, dei progetti ben precisi, però non si tirano indietro a questo tipo di problema che gli si viene posto. Se non riescono a risolverlo si rivolgono alle altre associazioni del territorio che nella specifico fanno quel tipo di lavoro e poi soprattutto se eventualmente loro ricorrono alle vie istituzionali per risolvere attraverso i servizi sociali, per poter risolvere questi problemi qua) Capacità di adattamento (riescono, nella loro organizzazione, ad accogliere un po’ tutti… una famiglia in crisi per motivi matrimoniali, per problemi di detenzione o di uno o dell’altro, oppure in crisi perché il ragazzo non vuole andare più a scuola, o altro, loro riescono ad adattare l’ambiente in base alla famiglia che si presenta… Gli riconosco principalmente questo, che uno entra e non ha bisogno di dire chi sono e cosa faccio, si adattano alle persone che arrivano… Prima fanno arrivare le persone, dopo che sono arrivate le persone vediamo di che cosa hanno bisogno e ci facciamo un progetto).

Quali sono, secondo lei, i servizi/ le attività più efficaci che il Centro propone rispetto ai bisogni di questo territorio?

Corsi formativi e attività socializzanti (Quello che di più mi è piaciuto è quando fanno i corsi, ho visto tanta gente a voler fare un corso di informatica di base oppure la gente al taglio e cucito, oppure ho visto stamattina al corso delle orecchiette un sacco di ragazze giovani che sono incuriosite, magari appena sposate che vogliono imparare a fare questa pasta. … E poi altre attività che attirano, dove vedo molta affluenza, sono i corsi di ballo di liscio, quando fanno ginnastica, dove vanno le persone che hanno difficoltà economica, difficoltà sociali di presentarsi, e lì trovano un ambiente giusto). Corsi di accompagnamento alla maternità (L’altra cosa ben riuscita è il corso al parto, che ha accolto ragazze di 16/17 ann;, questo è un problema che abbiamo, le adolescenti incinte all’ospedale non vanno a fare il corso perché temono di essere guardate “male”, quindi anche se gli infermieri e gli operatori dello stesso servizio psicologico ospedaliero sono abbastanza bravi, preferiscono frequentare il corso preparto al Centro Famiglia).

Quali sono, a suo avviso, i principali punti di forza del Centro?

Punto di riferimento per il territorio (In un territorio come questo non c’è niente, ci sono solo loro… Il loro punto di forza è che la gente và e loro hanno la possibilità di progettare, programmare perché hanno l’utenza È l’unico riferimento, è questo il punto di forza che loro stanno utilizzando a buon fine).

Quali i principali limiti/punti di debolezza del servizio?

Spazi limitati. (I limiti del centro famiglia sono gli spazi… Non hanno spazio e soprattutto non hanno spazio nemmeno all’aperto dove poter stare, i saloni sono piccoli e non hanno neanche tante sedie a disposizione, neanche tante attrezzature, mentre adesso con i due centri sociali che aprono sicuramente le cose miglioreranno). Manca l’intervento integrato (C’è poca collaborazione sulle persone che frequentano sia il centro famiglia sia i servizi sociali…in percentuale, sono poche le persone, non è mai la stessa utenza dei servizi sociali al centro famiglia… Ognuno segue una sua cosa e se ne vanno ognuno per conto proprio perché ognuno segue l’utenza che gli si presenta…). Rete (Questo è un punto di debolezza, loro non hanno contatti con associazioni di altro tipo, se non quelle che collaborano con loro per i progetti di cui sono capofila, oppure attraverso il sistema parrocchia) Utenza (La maggior parte dell’utenza proviene sempre dalla parrocchia, il giro è quello. E chi non sta in quel giro rimane fuori).

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Quali sono, a suo avviso, gli aspetti da potenziare, per migliorare l’efficacia complessiva del Centro?

Servizi per le famiglie “normali” (la famiglia intera ha bisogno di essere accolta, di stare insieme…allora non abbiamo più un forte bisogno di investire sui minori a rischio, secondo me bisogna investire un po’ sulle famiglie così dette normali che hanno problemi economici, che sono quelle che si chiudono in casa, non escono più dalla casa, i figli magari hanno bisogno di doposcuola ma non hanno la possibilità di farlo studiare e nascono dei problemi all’interno di queste famiglie. E i ragazzi buoni, che non hanno discendenza di delinquenza, prendono cattive strade.. Allora secondo me bisogna pensare alle cosiddette famiglie normali… a causa della disoccupazione, della separazione, si creano delle difficoltà .. ma quei ragazzi non vengono segnalati da nessuno. La famiglia intera ha bisogno di essere accolta, di stare insieme, mentre ultimamente trovo donne molte al centro…)

Conosce altri servizi con cui il Centro di Ascolto per le Famiglie si relaziona?

il centro famiglie è un po’ in contatto con le parrocchie… hanno facilità di avere contatti con la caritas, ha contatti facilitati con le aquile essendo sempre in quel territorio di associazioni cristiane con riferimento al cattolicesimo… c’è il caps con cui fanno dei progetti insieme. Altri tipi di associazioni non ne conosco… Poi c’è una marea di associazioni sportive con cui loro non hanno contatti, anche quello è un punto che loro dovrebbero incominciare a curare perché le società sportive che stanno al San Paolo sono luoghi di aggregazione…lì c’è la vera utenza. Il centro famiglia ha contatto con le scuole ma con le scuole medie, anche la stessa fondazione ha contatto con le scuole medie, con le scuole elementari no perché non è un’utenza che loro interessa… bisognerebbe allargare questo tipo di rete)

Crede che questa rete sia efficace e/o da potenziare?In che modo?

Da potenziare (il centro famiglia e i servizi sociali sono su due binari diversi che non riusciamo a far incrociare…Il problema secondo me sono i servizi sociali che non pubblicizzano il centro famiglia e i servizi che noi offriamo attraverso le associazioni… l’utenza più disagiata dei servizi sociali rimane ferma, si prende quei soldi e se ne va… rimane fuori proprio la fascia più pesante, chiamiamola così, che non si affaccia al centro famiglia… E un po’ c’è questo distacco che dovremmo colmare. Secondo me questo distacco va colmato).

Japigia: Parroco In quali occasioni è venuta in contatto con il Centro di Ascolto per le Famiglie?

Nello scorso anno pastorale, per caso (Diciamo che ci siamo conosciuti nello scorso anno pastorale, per caso, perché noi avevamo contatti solo con la circoscrizione… siamo costantemente in contatto con i servizi sociali della circoscrizione per tante esigenze del territorio e non sapevamo dell’esistenza del centro per la famiglia presso i locali della circoscrizione, o quanto meno, quando si andava in circoscrizione quei locali venivano identificati, individuati come una realtà istituzionale circoscrizionale, per cui non c’era tanta curiosità. Poi c’è stato un caso, una delle nostre operatrici della Caritas andando in circoscrizione è venuta in contatto con il centro famiglia e di li è nata la conoscenza delle loro attività)

Qual è stata la sua esperienza di interazione con questo servizio?

Esperienza positiva, condivisione della vision e scambio reciproco di risorse (L’esperienza e l’interazione, una volta che ci siamo conosciuti, è andata bene perché ci siamo trovati abbastanza in sintonia sullo sguardo che abbiamo sul territorio, sulla volontà anche di collaborare nell’offrire dei servizi alla gente del territorio, sulla loro disponibilità anche a farci un po’ di formazione, per quelli che sono i nostri operatori che chiaramente sono volontari con tanto buon cuore ma a volte con pochi strumenti tecnici per affrontare alcune situazioni, e poi nello scambiarci anche reciprocamente quelle che erano notizie circa situazioni, o fare noi da ponte verso di loro quando abbiamo dei casi particolari che chiaramente non rientrano nelle nostre competenze e in un aiuto immediato che possiamo offrire noi… così come anche noi, per l’anno a venire, abbiamo offerto loro la disponibilità dei nostri locali, delle nostre strutture se dovesse partire il lavoro di recupero scolastico, siccome il centro è po’ fuori mano rispetto al bacino di utenza un po’ centrale del quartiere, abbiamo tranquillamente raggiunto questo tipo di accordo…se parte quel servizio certamente noi offriremo i nostri locali e anche qualche nostro operatore).

Quali sono, a suo avviso, gli aspetti caratterizzanti/peculiarità del CF rispetto agli altri servizi di sostegno alla famiglia presenti sul territorio (consultori familiari, servizio sociale comunale)?

Approccio non istituzionale (il fatto che non si pone come una realtà istituzionale perché vuoi per tutta una serie di motivi, c’è lontananza tra una buona parte della gente del quartiere e l’istituzione e quindi l’assistente sociale può essere vista come quella che ti toglie i bambini, quella che interviene d’autorità in alcune situazioni, per cui si ha una certa difficoltà o paura da parte dell’utenza nell’accostarsi alle istituzioni…parliamo anche purtroppo di un substrato culturale non molto ricco… Il centro invece non ponendosi come l’istituzione circoscrizione, ha la possibilità di essere visto in maniera un po’ più fluida in questa rete. Infatti abbiamo un po’ parlato dell’idea di avere altri punti di appoggio che non siano quello).

Quali sono, secondo lei, i servizi/ le attività più efficaci che il Centro propone rispetto ai bisogni di questo territorio?

Servizi per i minori (Rispetto alle esigenze, se mi chiedi un’efficacia sugli effetti prodotti non te la so dire, se mi chiedi un’efficacia rispetto alle esigenze che emergono dal territorio ma certamente l’aiuto ai minori, perché non hanno dietro alle spalle adulti che siano in grado di seguirli, c’è un vuoto totale da questo punto di vista, proprio per l’incapacità, si arrendono facilmente i genitori qua in questa zona). Servizi di supporto psicologico (…poi, l’aspetto psicologico anche perché, anche qui difficilmente emergono, ci sono situazioni di necessità di sostegno dal punto di vista psicologico notevoli).

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I Centri di Ascolto per le Famiglie delle circoscrizioni San Paolo-Stanic e Japigia -Torre a Mare

I N T E R V I S T E

Quali sono, a suo avviso, i principali punti di forza del Centro?

Ruolo non istituzionale (il punto di forza certamente è questa strategia intermedia diciamo tra la strada e l’istituzione).

Quali i principali limiti/punti di debolezza del servizio?

Scarsa sensibilizzazione e comunicazione col territorio (il punto di debolezza che ho rilevato è quella necessità di farsi conoscere meglio sul territorio, ecco… nella nostra esperienza è mancata, può essere che, io sono qui da tre anni, può essere che in passato ci sia stato ma nel cambio, ma resta che anche gli altri operatori non erano a conoscenza). Vicinanza alla circoscrizione (Qua ci sono molte situazioni di confine se non oltre già il confine e per cui il rapporto con le istituzioni resta un po’ difficile da vivere, permanendo però delle realtà di bisogno in cui c’è necessità di intervento… e quindi… il Centro di Ascolto per le Famiglie potrebbe occupare locali diversi da quelli che attualmente occupa, perché troppo vicini alla circoscrizione…poi la circoscrizione fa coppia con carabinieri, forze dell’ordine, e quindi…).

Quali sono, a suo avviso, gli aspetti da potenziare, per migliorare l’efficacia complessiva del Centro?

Coordinamento tra servizi (Bisogna avere degli interlocutori stabili con tutte le agenzie del territorio, programmare.. che le devo dire… tre incontri l’anno: inizio anno, metà anno e conclusione di anno, in cui dirci chi siamo, come è andata, che stiamo facendo…di concertazione, ma ripeto avrei preso noi, la scuola, i servizi legati al mondo dei minori, le scuole certamente dovrebbero intervenire, certamente penso dovrebbe intervenire anche il consultorio familiare… si ritiene necessario, per lo meno che all’inizio dell’anno tizio, caio e sempronio stanno offrendo questi servizi e questi altri no).

Conosce altri servizi con cui il Centro di Ascolto per le Famiglie si relaziona?

No.

Quali servizi secondo lei dovrebbero far parte di questa rete di cui parla?

Sicuramente i servizi legati al mondo dei minori, le scuole certamente dovrebbero intervenire, certamente penso dovrebbe intervenire anche il consultorio familiare.

Crede che questa rete sia efficace e/o da potenziare?che tipo di rapporto avete con questi servizi?

Rete da potenziare Nessuno, nulla, col consultorio non c’è mai stato…se non dire a qualcuno guarda che la c’è il consultorio, sappiamo che sta la, ma che il consultorio si sia mai mosso per dirci guardate che noi siamo qui facciamo questo e questo, negli ultimi tre anni no. Con la circoscrizione si. Poi le scuole, con cui noi abbiamo una certa frequenza di relazione .

Japigia: un dirigente scolastico Quali sono, a suo avviso, gli aspetti caratterizzanti/peculiarità del CF rispetto agli altri servizi di sostegno alla famiglia presenti sul territorio (consultori familiari, servizio sociale comunale)?

Ascolto e problem solving (L’ascolto, questa apertura nei confronti delle famiglie e la necessità, come devo dire il desiderio di risolvere, di aiutare le famiglie a risolvere i problemi). Capacità di coinvolgere gli utenti (Questa capacità proprio di rapportarsi alle famiglie in un determinato modo, coinvolgendole, mentre tante volte invece si crea questa situazione no io do questo servizio poi chi vuol venire viene, invece c’è questa capacità di coinvolgere…).

Quali sono, secondo lei, i servizi/le attività più efficaci che il Centro propone rispetto ai bisogni di questo territorio?

Sostegno alla genitorialità (Io ritengo che sia stato per noi più efficace quello della consulenza, la consulenza familiare, sulla genitorialità, cioè questa capacità di fare la fotografia della situazione e quindi poi di poter dare un supporto a queste famiglie. Lo sportello si, per me è quello che ha funzionato meglio, ma perché un po’ noi siamo riusciti, ripeto non è facile indirizzare i genitori, e siamo riusciti invece in tanti casi e quindi è servito ai bambini, a noi e a i genitori… E quindi questo fatto di condividere il problema già aiuta la famiglia e quindi li porta a vagliare questa possibilità, che altrimenti viene invece esclusa a priori).

Quali sono, a suo avviso, i principali punti di forza del Centro?

La collaborazione e la flessibilità (La capacità di collaborare, … noi abbiamo collaborato tanto quindi insieme abbiamo trovato le strategie diverse per ogni singolo caso, si, la collaborazione, la flessibilità, anche la flessibilità perché insomma non c’è stata questa rigidità delle attività svolte nel loro centro, ma c’è stata questa possibilità, perché si è capito che era più funzionale sicuramente, di decentrare le attività qui). Professionalità e disponibilità degli operatori (Il personale con cui sono entrata in contatto, per esempio la dottoressa Santoro sono persone tutte molto competenti persone che sanno quello che devono fare come si devono muovere, non è sempre così, perché il titolo poi non fa, la persona non la rende competente, invece io mi sono trovata poi di fronte a persone poi collaborative, che conoscono i problemi, il contesto e quindi si adattano anche al contesto e questo è importante..

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Quali i principali limiti/punti di debolezza del servizio?

Scarsità di risorse (Ma i limiti, io penso che tante volte in questi centri o comunque nelle strutture che vengono finanziate a livello statale, dai fondi del comune, dello stato il limite è sempre quello un discorso economico, per cui si vorrebbe fare tanto altro, tanto di più e non si può, quindi sicuramente io potenzierei se si potesse, visto che ecco si può fare nel senso che ci sono veramente delle valenze positive, ci sono i presupposti positivi per realizzarlo e le persone competenti, io cercherei di incrementare i finanziamenti per poter dare di rimando delle altre opportunità alle scuole e quindi ai genitori).

Quali sono, a suo avviso, gli aspetti da potenziare, per migliorare l’efficacia complessiva del Centro?

Più ore (Queste attività già con più ore sarebbe già una cosa positiva). Attività ludiche per genitori a scuola (Sarebbe bello anche quel discorso delle attività ludiche per i genitori, però io credo molto nel decentramento, il fatto che debbano venire nella scuola frequentata dai loro figli, magari contemporaneamente alla frequenza di un corso dei propri figli, nell’orario scolastico. Io vedo per esempio il pomeriggio abbiamo attività sportive e vedo i genitori che si trattengono fuori sulle panchine a chiacchierare. Tante volte sarebbe carino poter fare contemporaneamente un’altra attività, in modo che i genitori si rendono partecipi e lavorano insomma nello stesso ambiente dei propri figli. Io la ritengo sempre una cosa positiva, perché si va a scuola del figlio, non si va nel centro famiglia, è diverso è un fatto banale è solo un fatto psicologico).

Conosce altri servizi con cui il Centro di Ascolto per le Famiglie si relaziona?

La circoscrizione

Crede che questa rete sia efficace e/o da potenziare?In che modo?

Scarso coordinamento (Se ogni associazione, ogni centro conoscesse il lavoro dell’altro non si sovrapporrebbero in alcune situazioni. Per la scuola è relativo, perché nel momento in cui ci viene proposta la possibilità di lavorare in un modo o nell’altro noi decidiamo con chi e come. Per loro forse sarebbe una cosa positiva poter conoscere le attività di tutti per non sovrapporsi…perché tante volte succede che le stesse attività vengano proposte da enti diversi).

Japigia: Assistente sociale coordinatrice dei servizi socio-educativi In quali occasioni è venuta in contatto con il Centro Famiglie? Qual è stata la sua esperienza di interazione con questo servizio?

Esperienza positiva, di supporto per il Servizio Sociale (La mia esperienza con il CF è un’esperienza molto positiva, che è servita molto per il lavoro del Servizio Sociale professionale, anche perché con l’andare del tempo i servizi 285 sono sempre stati migliorati nel tempo, avvicinandosi sempre di più ai bisogni dei cittadini da un lato, ma anche che servissero a aiutare molto il lavoro dell’assistente sociale, quindi sono stati di grande supporto per noi… Scambio reciproco noi interagiamo perché abbiamo delle procedure… in base alla tipologia di utenza, no, alla casistica, laddove c’è il bisogno di fare un invio ad uno dei servizi del CF lo facciamo, quindi voglio dire … a volte anche loro ci hanno segnalato… si perché loro fanno anche segretario sociale, accoglienza e quindi laddove lo hanno ritenuto loro ci hanno ci hanno inviato dei casi. A volte anche loro ci hanno segnalato, laddove lo hanno ritenuto, lo hanno fatto transitare da noi, noi conosciamo il loro servizio e ovviamente loro conoscono noi).

Quali sono, a suo avviso, gli aspetti caratterizzanti/peculiarità del CF rispetto agli altri servizi di sostegno alla famiglia presenti sul territorio (consultori familiari, servizio sociale comunale)?

Consulenza legale (perché loro hanno dei servizi che altri servizi non hanno, per esempio la consulenza legale che il consultorio non ha…). Servizio di integrazione (Il CF di Japigia-Torre a Mare si è connotato nel tempo per la sua specificità soprattutto nel territorio di Torre a Mare, raccogliendo e accogliendo il bisogno di questo territorio, che è caratterizzato da molti stranieri, ci sono comunità varie, diverse…, e per cui da più di tre anni ha la peculiarità di valorizzare, oltre ad offrire un servizio a minori e famiglie straniere, ha funzionato anche come servizio di integrazione). Luogo neutro per l’osservazione della casistica (Innanzitutto il luogo neutro, loro hanno uno spazio che serve molto anche a noi per l’osservazione della casistica, loro ci relazionano e questo serve a noi quando dobbiamo relazionare..). Setting familiare (Inoltre, c’è il fatto che il CF ha un setting più familiare, non è il setting appunto del consultorio, che è un settino più istituzionale che fa più paura, no, è più facile che la gente si avvicini al sostegno psicologico del CF perché è caratterizzato da una modalità di approccio molto familiare, molto più confacente, molto più vicina alla gente, che quindi più facilmente può raggiungere l’utenza e quindi raggiungere meglio gli obiettivi di prevenzione. A noi piacerebbe tanto, come dire, vedo un’emergenza nella rete dei servizi sanitari).

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I Centri di Ascolto per le Famiglie delle circoscrizioni San Paolo-Stanic e Japigia -Torre a Mare

I N T E R V I S T E

Quali sono, secondo lei, i servizi/le attività più efficaci che il Centro propone rispetto ai bisogni di questo territorio?

La consulenza psicologica (per non parlare poi della consulenza psicologica, ne servirebbero tante, voglio dire che è un’emergenza per noi, perché tutti quanti fanno diagnosi, e la cura? La tutela del minore? Sei noi come ente locale non ci occupiamo della tutela dei minori, come mission è grave.. Non sono presenti servizi di cura sia per i minori che per i cittadini non abbiente, che non possono rivolgersi al privato). lo spazio neutro e le consulenze (uno dei servizi che per noi è stato molto utile e che ci siamo trovati molto bene è lo Spazio Neutro, e poi, oltre a questo le consulenze, la consulenza psicologica, psicopedagogia, legale, è stato un grosso aiuto per noi e per i cittadini…lo spazio neutro e le consulenze, ovviamente anche lo spazio neutro che serve molto a noi). attività di socializzazione (…ma nella sede di torre a mare hanno avuto un enorme successo le attività di socializzazione in un territorio dove non c’è nulla. Ci sono stati dei laboratori, delle feste, con extracomunitari integrando la multi-etnicità. Questi sono servizi che hanno accolto un bisogno e quindi in questo sono efficaci).

Quali sono, a suo avviso, i principali punti di forza del Centro?

Professionalità (Sicuramente le professionalità che effettuano le consulenze; gli orari, l’apertura sul territorio in giornate come il sabato e la domenica.. Sono interessanti anche gli sportelli d’ascolto presso le parrocchie, loro usano molto il decentramento dei servizi, in particolar modo con le scuole.). Radicamento sul territorio (loro hanno rapporto con altri servizi del territorio, sono ormai ben radicati sul territorio e quindi hanno rapporti con la rete sia formale che informale).

Quali i principali limiti/punti di debolezza del servizio?

Apertura limitata (la scarsità delle ore degli operatori, il fatto di non poter avere un operatore fisso che faccia accoglienza/ segretariato sociale, come punto di riferimento rispetto alla cittadinanza). Frammentarietà dell’intervento (un altro punto di debolezza è la frammentarietà dell’intervento, ad esempio avere lo psicologo a scuola una volta ogni 15 giorni è poco, i bisogni sono tanti, e per quanto la coordinatrice riesca a non dire di no, diverso sarebbe avere una frequenza maggiore, perché sino a quando l’adolescente si rende conto di aver bisogno di un servizio passa del tempo).

Quali sono, a suo avviso, gli aspetti da potenziare, per migliorare l’efficacia complessiva del Centro?

Consulenze (Quello che a noi serve di più sono le consulenze psicologiche, psico-pedagogiche, lo spazio neutro, anche se non ci hanno mai mandato indietro nessuno).

Crede che questa rete sia efficace e/o da potenziare?In che modo?

Da potenziare con nuove progettualità (so che il Consultorio fa uso del Centro, c’è il Ministero di Grazia e Giustizia… Come modello di rete va bene, la coordinatrice si muove nell’ottica di rete, ma sarebbero opportune più progettualità, ad esempio si potrebbero attivare iniziative di prevenzione per i genitori di bambini della scuola dell’infanzia).

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Japigia: Presidente Commissione Servizi Sociali In quali occasioni è venuta in contatto con il Centro di Ascolto per le Famiglie?

Contatto formale (Non appena insediatomi, eletto quindi come consigliere di Circoscrizione e poi nominato Presidente della Commissione Servizi Sociali, formalmente venuto a conoscenza dell’esistenza del centro famiglia japigiamoci, presso la Circoscrizione di Japigia, ho chiesto un incontro formale con la referente del centro che all’epoca non era ancora la dottoressa Bottalico, quindi abbiamo istaurato un contatto formale nel senso che abbiamo acquisito in commissione, quindi regolarmente verbalizzato, anche diciamo dal punto di vista formale, abbiamo fatto una conoscenza delle attività che proponeva il centro, di come venivano articolate queste attività, di come venivano dislocate, quale era l’utenza alla quale si rivolgevano, insomma fondamentalmente non appena insediatomi come consigliere).

Qual è stata la sua esperienza di interazione con questo servizio?

Eccezionale (eccezionale, se posso, ritengo per un paio di motivazioni: una, sono un educatore professionale quindi per alcuni aspetti ho avuto anche in maniera informale quasi un rapporto fra colleghi perché ovviamente lì nel centro c’era personale diciamo personale qualificato per i servizi sociali. quindi eccezionali sia per questo motivo, sia perché poi è scattato anche a livello di relazioni con entrambe le referenti che si sono succedute in quegli anni…e quindi avevamo contatti anche, quotidiani no, ma due, tre volte alla settimana ci si sentiva ci si confrontava sulle scelte nostre dal punto di vista politico sul quartiere e perché no quando loro avevano delle iniziative che ritenevano opportuno anche sottoporre all’attenzione della nostra commissione o del consiglio tutto ci si confrontava).

Quali sono, a suo avviso, gli aspetti caratterizzanti/peculiarità del CF rispetto agli altri servizi di sostegno alla famiglia presenti sul territorio (consultori familiari, servizio sociale comunale)?

Capacità di adattamento (Ritengo di poter dire una sorta di adesione a richieste nuove da parte dell’utenza, capitavano famiglie che arrivavano per un servizio non programmato, cioè più che un servizio, arrivavano per un servizio, per un’attività però venivano fuori delle esigenze un po’ particolari e il centro famiglia in genere riusciva anche a modellare nuovamente o le proprie attività o delle iniziative particolari per venire in contro a queste nuove esigenze, le più disparate).

Quali sono, secondo lei, i servizi/le attività più efficaci che il Centro propone rispetto ai bisogni di questo territorio?

Spazio neutro (C’è una tipologia di servizio che loro chiamano “spazio neutro” che è una maniera se vogliamo informale anche di consentire alle famiglie, naturalmente si tratta di famiglie in difficoltà di avere un luogo privilegiato dove affrontare una serie di questioni, all’occorrenza seguiti anche da un operatore qualificato). Attività autogestite (A Torre a mare, sono riusciti a venire incontro ad una serie di istanze mosse dalle comunità straniere residenti sul territorio, arrivando quasi a promuovere delle iniziative in autogestione, quindi con una presenza dell’operatore che era molto discreta… soprattutto in autonomia). Attività esca ludico-ricreative (Particolarmente efficaci, più che particolarmente efficaci devo dire che hanno sempre avuto la capacità di promuovere iniziative anche di carattere ricreativo, sociale, ludico e sono stati sempre così bravi da far si che l’utente che partecipava a quelle iniziative si trovasse nelle condizioni di poter esternare delle esigenze, dei bisogni.. gli operatori erano assolutamente coscienti del fatto che si trattava di attività esca). Percorsi di sostegno alla genitorialità (è stato molto utile un servizio di percorsi di genitorialità, quello proprio è un servizio molto specifico rivolto a delle scuole e anche li molta elasticità per gli orari per la disponibilità delle famiglie e dei ragazzi che frequentano le scuole paritarie o anche le consulenze dello psicologo, insomma è stato un lavoro particolare).

Quali sono, a suo avviso, i principali punti di forza del Centro?

Attrattività (Hanno la capacità di accalappiare utenti che forse mai si sarebbero rivolti ha un servizio sociale istituito, come lo si conosce nell’immaginario collettivo attraverso per dire il laboratorio di ballo, il laboratorio di cittadinanza attiva ad esempio quello che è stato hanno affrontato con gli utenti hanno affrontato la questione della differenziata a Japigia, quando è partita la raccolta differenziata a Japigia e attraverso queste attività, ripeto, più operative poi si è arrivati la dove veniva fuori, sono arrivati, a farsi carico di problemi specifici). Decentramento (La presenza nelle scuole, quella è stata molto apprezzata dalle scuole del territorio con iniziative programmatiche, analizzate di concerto con i docenti delle scuole quello è sicuramente un punto di forza. Un servizio aperto alle scuole ma indirettamente al territorio, alle famiglie, parlo soprattutto di scuole elementari e medie).

Quali i principali limiti/punti di debolezza del servizio?

Scarsità di risorse (E punti di debolezza non dipendono da loro, dipende, dal mio modesto punto di vista, dal fatto che gli operatori non possono che essere impegnati per quel monte ore, non possono che essere in quel numero, perché ovviamente in relazione al budget economico. I punti di debolezza sono dettati dal fatto che il capitolo di spesa che impegna il comune non può che prevedere quel numero di operatori con quel numero di ore).

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I Centri di Ascolto per le Famiglie delle circoscrizioni San Paolo-Stanic e Japigia -Torre a Mare

I N T E R V I S T E

Quali sono, a suo avviso, gli aspetti da potenziare, per migliorare l’efficacia complessiva del Centro?

Potenziare l’apertura (In teoria l’ideale sarebbe non potenziarli tutti, garantire un funzionamento in teoria anche il sabato e la domenica, è stato fatto in forma sperimentale, vi è in fatti in forma sperimentale a Torre a mare…). Operatori più qualificati sulla disabilità (Questo direi poi potenziare magari con la presenza di operatori più qualificati per il sostegno alla famigliarità nella quale vivono i disabili quella è un’esigenza non so se può proprio rispondere il centro famiglia…). Più servizi (diciamo riuscire a offrire più dal punto di vista devo dire quantitativo). Rete (Si potrebbe potenziare con la rete con altre strutture, con altre realtà che operano sul territorio. Ad esempio si potrebbe potenziare il lavoro con le parrocchie qui l’unico luogo di aggregazione è quello parrocchiale, quindi necessariamente va prevista una forma di collaborazione con le parrocchie. Lo hanno instaurato con la resurrezione, ma non con tutte per oggettivi limiti di risorse umane. ..Questo può essere un canale sicuramente da perseguire e necessariamente perché ripeto sul territorio quelli sono le parrocchie stanno a Japigia oltre alle scuole).

Crede che questa rete sia efficace e/o da potenziare?In che modo?

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C’è un coordinamento efficace (c’è un ottima intesa con il servizio sociale istituzionale, quindi con un servizio istituzionale e concertano una serie di attività, alcuni minori sono segnalati direttamente dal servizio sociale circoscrizionale, poi ovviamente si fanno carico di alcuni segnalati dal tribunale dei minori, quindi questi istituzionali sono, ritengo fedelmente assolvono a quanto è previsto. C’è un coordinamento efficace anche favorito dal fatto che di fatto il servizio sociale circoscrizionale a Japigia e il centro famiglia di Japigia sono nella stessa sede quindi anche proprio logisticamente. Altre forme di collaborazione loro sono stati bravi ad instaurarli con realtà di associazionismo e dei movimenti, dei comitati presenti sul quartiere, con l’associazione acet, con i gruppi parrocchiali (associazione cittadini e territorio)… Hanno collaborato molto proficuamente ad esempio sempre con la scuola e soprattutto c’è una cosiddetta scuola serale che si è occupata dei corsi per immigrati, ovviamente dal punto di vista istituzionale. Quindi un formale incontro, addirittura l’anno scorso se non ricordo male, due volte la settimana le lezioni si tenevano presso il centro famiglia con un mediatore culturale della scuola, in collaborazione con il centro famiglia, erano ragazzi afgani. Questo è un altro esempio di collaborazione , di funzionamento).



I Centri di Ascolto per le Famiglie delle circoscrizioni San Paolo-Stanic e Japigia -Torre a Mare

B I B L I O G R A F I A

Bibliografia Berry M. (2005), I centri per le famiglie: natura, struttura, e contesto dei servizi. In: Canali C., Maluccio A. N., Vecchiato T. (2005), La valutazione di outcome nei servizi per l’età evolutiva e la famiglia, Rovigo: Alberto Brigo Editore. Bezzi C. , Palumbo M. (1995), Questionario e dintorni, Firenze: Arnaud-Gramma. Bezzi C. (2001), Il disegno della ricerca valutativa, Milano: Franco Angeli. Canali C., Maluccio A. N., Vecchiato T. (2005), La valutazione di outcome nei servizi per l’età evolutiva e la famiglia, Rovigo: Alberto Brigo Editore. Corbetta P. (1999), Metodologia e tecnica della ricerca sociale, Bologna: Il Mulino. Del Zotto M. (1988), I testimoni qualificati in sociologia. In: Marradi A. (a cura di), Costruire il dato, Milano: Franco Angeli, pp. 132-144. Faenzi G. (2005), La valutazione nelle strategie regionali. In: Canali C., Maluccio A. N., Vecchiato T. (2005), La valutazione di outcome nei servizi per l’età evolutiva e la famiglia, Rovigo: Alberto Brigo Editore. Formez – Assessorato alla Solidarieta’- Provincia di Bari (2006), Materiali del seminario I servizi di sostegno alla genitorialità: l’esperienza dei Centri per le famiglie (pubblicati on line al link http://db.formez.it/FontiNor.nsf/8af133eeaa64e3 57c1256c520031a2e7/a8325ac1bfdbb42dc1257244004de016?OpenDocument). Lightburn A., Kemp S., (1994), Family Support Programs: Opportunities for Community-based Practice, Families in Society – the Journal of Contemporary Human Services, 75. Maluccio A., Canali C., Vecchiato T. (2003), Prospettive transnazionali della valutazione di esito. In: La valutazione di efficacia nei servizi alle persone, Rovigo: Alberto Brigo Editore. Manalo V., Meezan W. (2000), Toward building a typology for the evaluation of services in family support programs, Child Welfare, 79 (4). Moro G. (2005), La valutazione delle politiche pubbliche, Roma: Carocci. Sullivan O., D’Agostino, A. (2002), Promoting evaluation through collaboration: Findings from community-based programs for young children and their families, Evaluation 8 (3): 372-387. Rossi, P. H., Freeman H. E. (1993), Evaluation. A Systematic Approach, 5^ ed. Newbury Park, Ca., Sage. Rappaport J. (1984), Studies in empowerment: Introduction to the issue, Prevention in Human Services, 3: 1-7. Warren-Adamson C. (a cura di) (2001), Family centres and their international role in social action: social work as informal education, Ashgate, Aldershot. Wise S. (2003), The child in family services: Expanding child abuse prevention, Australian Social Work, 56 (3). Zimmerman M.A. (2000), Empowerment theory: psychological, organizational and community levels of analysis”. In: Rappaport J., Seidman E., (a cura di) Handbook of community psychology. New York, Kluwer Academic/Plenum Publishers: 43–63.

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