Exibart.onpaper n.48

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Pellegrinaggio obbligato. Nel 2009 aprirà al pubblico il castello di Vauvenargues, sepolcro di Picasso Finora i tanti viaggiatori sguinzagliati per la Provenza sulle orme degli artisti che vi hanno vissuto, e alla ricerca delle loro tracce, erano costretti a fermarsi davanti a quelle enormi cancellate, invariabilmente serrate. È sempre rimasto off limits per tutti il castello di Va u v e n a r g u e s , nei pressi di Aixen-Provence, il cui giardino accoglie, dal 10 aprile 1973, le spoglie di Pablo Picasso. Così aveva voluto l'ultima moglie dell'artista, Jacqueline Roque, e questo ha sempre rispettato l'attuale proprietaria Catherine Hutin, figlia della Roque. Ma nel 2009 le legioni di amanti del grande catalano avranno un motivo per tornare in Francia: in occasione della mostra Da Cézanne a Picasso, in programma tra giugno e settembre al Museo Granet di Aix-enProvence, sarà possibile accedere anche al castello, che Picasso acquistò nel 1958 e dove visse dal 1959 al 1965. A dare l'annuncio il direttore generale della Reunión de los Museos Nacionales, Thomas Grenon, in occasione dell'inaugurazione al madrileno Centro Reina Sofía di una grande mostra dell'artista. Ma i "picassisti" di tutto il mondo dovranno afferrare al volo la chance: alla fine della mostra citata, i cancelli torneranno inesorabilmente a chiudersi...

Karim Rashid firma per Bombay Sapphire. E il gin vola a ducentomila dollari a bottiglia... Eccedere con i superalcolici, si sa, è sicuramente pericoloso per la salute. Ma in certi casi può diventare molto vessatorio anche per il conto in banca. Ora poi può capitare di imbattersi in una bottiglia di gin, e giunti alla cassa sentirsi chiedere... duecentomila dollari. Sì, perché il noto designer Karim Rashid ha firmato una serie di cinque preziosissime bottiglie per Bombay Sapphire, azienda da sempre legata a doppio filo con la promozione delle arti visive e della creatività tout court. Realizzate con la collaborazione dei gioiellieri Garrard e del cristallo Baccarat, le bottiglie raccolte nella serie Revelation - sono realizzate appunto in cristallo lavorato a mano, e decorate con zaffiri e diamanti.

GEAGRAFIE diario per immagini di gea casolaro

Alcamo - 2007

L'arte pubblica a Roma? Che la si butti tutta nelle foibe Il raffronto è impietoso, e forse anche inconcludente, eppure balza agli occhi e non possiamo ignorarlo. In Inghilterra - dovendo realizzare un'opera di arte pubblica, nella fattispecie una megascultura per il nuovo snodo ferroviario internazionale del Kent - si mobilitano con un concorso big internazionali del calibro di Richard Deacon, Christopher le Brun, Daniel Buren, e ben due Turner Prize winners, Mark Wallinger e Rachel Whiteread. E a Roma, la lanciatissima nel contemporaneo Roma? Gli ultimi nomi che tornano alla memoria in tema di arte pubblica capitolina sono quelli di Bruno Liberatore, autore della scultura Assalto all'Olimpo nei giardini di Piazzale Clodio, voluta dalla British American Tobacco, e di Giuseppe Spagnulo, con il dibattutissimo monumento ai caduti di Nassirya nei giardini al lato della basilica di San Paolo fuori le Mura costato un milione di euro. Ovvero quanto basta per mandare avanti un anno un buon centro d'arte contemporanea. Per carità, artisti professionisti, ma forse non proprio in linea con la Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona, o con l'obelisco di Santa Maria sopra Minerva, di Bernini. Forse non in linea con una città "trendy", come ama definirla il primo cittadino uscente. Solo le ultime tappe di una via crucis che configura come patetica l'offerta di arte pubblica in città. Un calvario che vede tra i degni decoratori della Città Eterna nomi di grande... richiamo internazionale come Claudio Palmieri (piazza Lodi), Igor Mitoraj (piazza Montegrappa), Sandro Sanna (piazza Re di Roma). Cittadini e appassionati potranno recarsi agli indirizzi indicati per valutare con i loro occhi il buon gusto della nostra classe dirigente. Ma il capolavoro i lungimiranti amministratori capitolini lo hanno tirato fuori proprio in questi giorni, con l'inaugurazione del monumento dedicato alle vittime delle foibe. Autore? Giuseppe Mannino. Non lo conoscete? Beh, se guardate bene il suo curriculum è stato addirittura presidente del consiglio comunale di Roma. Nella capitale d'Italia non ci si contenta di deturpare l'assetto urbano con interventi che risulterebbero osceni anche nella periferia di Lamezia Terme, ma contestualmente si marchia la città con una subalternità clamorosa rispetto a qualsivoglia altra capitale europea e occidentale. Condannandola ad un irrecuperabile gap anche in termini di arredo urbano e di arte pubblica. Per commemorare degnamente gli italiani infoibati, non sarebbe una cattiva idea caricare su un autotreno tutta la pessima qualità artistica vomitata nelle strade di Roma in questi ultimi anni e gettarla in qualche crepaccio carsico. I martiri delle foibe apprezzerebbero la provvidenziale performance in loro onore. Per contrappasso, laddove si gettarono gli italiani più coraggiosi commettendo un crimine, oggi si seppelliscono gli esempi dell'Italia più becera iniziando una nuova liberazione. (m. t.)

Parigi, è Guy Cogeval il nuovo direttore del Musee d'Orsay

Barack, Hillary o Neocon? L'artworld Usa si schiera… mano al portafogli

Galliani e Giuseppe Verdi, l'eccellenza emiliana trionfa all'Opéra di Parigi

Nel suo curriculum figura anche un lungo soggiorno in Italia, come pensionnaire dell'Accademia di Francia a Villa Medici, a Roma. Dopo aver esordito come conservatore proprio al Musee d'Orsay, Guy Cogeval vi è stato ora richiamato per ricoprire la carica di direttore, in sostituzione di Serge Lemoine. Sotto la sua direzione l'Orsay ha incrementato, dal 2001, i visitatori da 1.7 a 3.2 milioni, arrivando ad allestire sedici mostre temporanee in un anno. Specialista di Édouard Vuillard, Cogeval vanta esperienze al Musée des Beaux-Arts de Lyon, è stato professore di storia dell'arte dell'Ottocento all'École du Louvre, poi ancora conservatore allo stesso musée du Louvre, come vicedirettore dei servizi culturali. Direttore del Musée des monuments français fra il 1992 e il 1998, negli ultimi nove anni era stato alla testa del Musée des beaux-arts de Montréal, in Canada. Guy Cogeval

Mentre continua la corsa alla Casa Bianca, gli art addict degli States - come da usanza invalsa da tempo - dichiarano pubblicamente i loro preferiti, ed anche i contributi elettorali elargiti, del resto pubblicati nel FundRace 2008. Stando alle rivelazioni del portale artnet.com, a New York City circa ventisei milioni di dollari sono andati ai candidati democratici, contro gli 8.2 milioni per i repubblicani. Fra i fans democratici Agnes Gund, presidente emerito del Museum of Modern Art, ha contribuito a favore di Hillary Clinton (tremila dollari), John Edwards (duemila), Barack Obama (duemila) e Bill Richardson (duemiAgnes Gund la). Bipartisan Leonard Lauder, con quattromilaseicento dollari a Rudy Giuliani e millesettecento a John McCain, bilanciati dai quattromiladuecento a Hillary Clinton e duemila a Joe Biden. Clintoniani di ferro il collezionista Peter Brant, l'esperta di Christie's Amy Cappellazzo, i galleristi Matthew Marks, Lawrence Salander, Sundaram Tagore. Per Obama invece Cecily Brown, Chuck Close, Eric Fischl, il collezionista Peter Norton, il gallerista Andrea Rosen. John McCain può contare su William Acquavella, mentre il collezionista Aby Rosen sostiene John Edwards, e lo squalo Larry Gagosian Christopher Dodd.

Omar Galliani arriva a Parigi. Il direttore del Teatro dell'Opéra National de Paris, Gerard Mortier, ha infatti scelto la sua opera Nuove anatomie per rappresentare dal punto di vista iconografico la nuova produzione Luisa Miller - melodramma tragico in tre atti del librettista Salvatore Cammarano tratto dal dramma Kabale und Liebe (Amore e raggiro) di Friedrich Schiller, composto da Giuseppe Verdi nel 1849 - andato in scena per la prima volta a Parigi in lingua italiana lo scorso febbraio. Un prestigioso riconoscimento che ancora una volta mette l'artista al centro dell'attenzione internazionale, dopo il tour cinese, la Biennale di Venezia e la mostra al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi di Firenze. Più volte esposta e premiata sia in Asia che in Europa, l'opera ora arriva trionfalmente in uno dei più prestigiosi teatri mondiali per rappresentare il lavoro di un altro italiano, Giuseppe Verdi, unito all'artista dalla stessa terra d'origine, l'Emilia, e ora anche da un volto femminile in cui qualcuno ha rintracciato i caratteri espressivi della stessa Luisa Miller, protagonista del dramma verdiano. (francesca baboni)


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