Erodoto108 n°8

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STORIE DI CIMITERI

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ulia fa l'eremita. Su un'isola. Un'isola in mezzo alle auto. L'isola dei morti è assediata dal traffico che scuote i viali di Firenze. Julia è la custode e vestale del cimitero ‘degli inglesi’ di piazza Donatello, ai confini del centro della città. Si scopre subito che questo luogo non è davvero ‘degli inglesi’, ma degli svizzeri. Della Chiesa evangelica riformata svizzera, per l’esattezza. Nel 1827 i protestanti elvetici acquistarono questo terreno (allora era fuori dalle mura fiorentine, davanti alla porta a Pinti) per farci un cimitero internazionale ed ecumenico. Le tombe, infatti, sono di sedici nazionalità diverse: inglesi soprattutto (oltre la metà, 760 su 1.409), ma anche svizzeri, russi, greci, francesi, tedeschi, danesi, italiani... Quando, nella seconda metà dell’800, Giuseppe Poggi, architetto di Firenze capitale d’Italia, demolì le mura e creò i viali di circonvallazione, modificò anche la forma dell'isola cimiteriale: da poligonale a ovale, una geometria che assecondava meglio il fluire dei viali. Il cimitero non era più fuori dalle mura: l'isola, quindi, non poteva più accogliere morti. Ed è stato cosi almeno fino alla fine del ‘900, quando fu deciso di riaprire le sue porte. Qui vi è spazio per le ceneri di nuovi morti. Senza più 104 curarsi della loro religione. Il ‘cimitero degli inglesi’ era, nell’800, riservato a chi non era cattolico. Sì, a guardarla bene, questa collina di città sembra proprio un'isola, sbucata con prepotenza dall'asfalto con i suoi marmi e i suoi cipressi. I fiorentini alle prese con il traffico quasi non si accorgono più di questo cimitero. Non ci fanno più caso, a meno che, passandovi vicino in

Dormono, dormono sulla collina….

L’ISOLA DEI MORTI In mezzo al traffico dei viali di Firenze, vi è una

sorprendente oasi di pace: il ‘cimitero degli inglesi’. Le sue statue, i suoi marmi, i suoi fiori. Una schiava nubiana e grandi pittori. E, da quattordici anni, un’eremita… Testo di Lucia Zambelli un pomeriggio di aprile, la nuvola viola degli iris non ti si riveli all'improvviso come una visione irreale. E allora, tutto a un tratto, decidi di andare a camminare fra le sue tombe. L'isola. L'isola dei morti. Il pittore Arnold Bocklin si ispirò a questo

bianca. Nell’800, Bocklin, pittore simbolista, di nazionalità svizzera, viveva a Firenze e il cimitero era vicino al suo studio. Qui venne sepolta Maria, una dei suoi quattordici figli, morta bambina. Dormono, dormono sulla collina. Elizabeth e Nadezhda, Eugene e

cimitero per il suo capolavoro. ‘L’isola dei morti’ è un quadro replicato così tante volte da diventare una vera ossessione per Freud, Lenin, e anche per Hitler, che ne volle una copia (ora a Berlino). Certo, come non averci pensato prima? Un'isola cupa di rocce e cipressi, che emerge dall'acqua scura solcata da una barchetta con a bordo due persone e una bara

Giovan Pietro. E poi Beatrice, Edward Claude, Walter... Dormono, dormono sulla collina, clacson e motori non disturbano il loro sonno. A proteggerli, a primavera, un manto viola di iris. E cipressi, edera, alloro, margherite gialle, erbe di campo, piccole fragole. Elizabeth è Elizabeth Barrett Browning, la poetessa romantica


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