ERBORISTERIA DOMANI 357

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editoriale

Lavorare per il futuro Tempio Pausania, uno dei centri vitali dell’Alta Gallura, è la capitale di una produzione agricola mediterranea molto particolare: quella della quercia da sughero. Quindici anni dalla messa a dimora alla prima raccolta, la corteccia che darà solo il tipo di sughero più grezzo, meno pregiato, e poi una decorticazione ogni dieci anni, fino ai centocinquanta compiuti dalla pianta. Una pratica per gente paziente, capace di aspettare, e di tramandare i propri valori di generazione in generazione: una scuola di vita preziosa per ogni aspirante coltivatore, anche per un produttore di piante officinali. Officinali che tornano in Sardegna, anzi la è Sardegna che torna bussare al comparto erboristico, proponendosi come territorio d’elezione per una produzione nazionale di alta qualità. Diversi anni fa l’attenzione delle istituzioni locali si era rivolta in modo particolare al nostro settore, promuovendo attraverso l’ente regionale la ricerca e la formazione in campo agricolo, ma cercando anche un confronto con il mercato, sostenendo la nascita di consorzi e di marchi e rivolgendosi con incontri e momenti di dibattito ai canali professionali (nel 1994 si tenne con la collaborazione della nostra rivista anche un congresso nazionale di erboristeria). La tradizione accademica - una grande scuola quella etnobotanica sarda - ha dato vita subito ai corsi universitari, in due sedi, contribuendo a formare un gruppo notevole di tecnici erboristi sull’isola, e una serie di fattori concomitanti hanno portato alla creazione di più di un punto di eccellenza in ambito scientifico e tecnologico focalizzati sullo studio e sullo sviluppo di conoscenze legate alle piante medicinali e alla trasformazione e estrazione delle sostanze attive. Un forte impulso quello dato allora alla filiera, che si è necessariamente attenuato negli anni, per l’influsso di varie condizioni non sempre favorevoli (come la progressiva riduzione delle risorse economiche disponibili, o la parabola discendente subita in tutta Italia dai corsi universitari, per fare degli esempi). Chi si è dedicato alla coltivazione, iniziando allora o proseguendo tradizioni di famiglia, ha continuato tuttavia la propria esperienza, in un mercato difficile non tanto perché poco vivo, ma piuttosto perche lontano e difficile da raggiungere. Gli agricoltori sardi sono tornati a parlare di erboristeria e di piante officinali, con un incontro proprio a Tempio Pausania, reso possibile in particolare dall’impegno della FIPPO. Ma le carte da giocare oggi sono diverse: imparare a fare sistema per raggiungere il mercato e avere peso; guardare al contesto internazionale da un punto di osservazione privilegiato, al centro del Mediterraneo; valorizzare la propria produzione rivolgendosi ai canali che possono arrivare direttamente al consumatore finale (e in Sardegna, è il consumatore stesso a venire incontro al produttore). Ma più di tutto sviluppare la coscienza e la capacità di integrare una attività come quella erboristica nel contesto di un ambiente naturale unico per bellezza e varietà, imparando a farne una attività produttiva in simbiosi strettissima e inscindibile con il territorio che la genera. Permettere anche all’erboristeria di formarsi radici profonde come quelle delle querce da sughero, pensando ora a quello che potrà dare nel prossimo secolo. (D. B.) Aprile 2011 ERBORISTERIA DOMANI 9


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